STUDIO DELL’INTERAZIONE ELETTROIDRODINAMICA INDOTTA DA SCARICA A BARRIERA C.A. Borghi, A. Cristofolini, G. Neretti Dipartimento di Ingegneria Elettrica dell’Università degli Studi di Bologna Viale Risorgimento, 2, 40135, Bologna, Italy In questa memoria sono presi in esame i meccanismi che inducono la formazione di plasma mediante una scarica a barriera a pressione atmosferica e che permettono il trasferimento di energia dal campo elettrico alle particelle neutre dello strato limite (interazione Elettroidrodinamica – EHD). L’applicazione di tale tecnologia appare di notevole interesse nel campo aeronautico sia applicata a profili alari che a palettamenti di turbina. La scarica a barriera viene generata quando due elettrodi, alimentati con tensioni alternate di alcuni kV e frequenze dell’ordine del kHz, sono separati da una superficie di materiale dielettrico. Per realizzare un attuatore fluidodinamico basato su tale tipologia di scarica, occorre che gli elettrodi siano sfalsati tra di loro (vedi Figura 1). Durante un ciclo, al crescere della tensione, si generano filamenti di plasma che dal bordo di un elettrodo avanzano sulla superficie del dielettrico. Nel fronte di propagazione del plasma (sheath) è presente separazione di carica. Gli ioni di tale regione sono accelerati dal campo elettrico e urtando contro le altre particelle neutre del gas trasmettono a queste l’energia cinetica acquisita. In tale modo viene direttamente effettuata una trasformazione da energia elettrica in cinetica senza l’ausilio di parti in movimento. Presso il Laboratorio Plasmi del Dipartimento di Meccanica e Aerospazio dell’Università di Princeton (NJ) è stato testato un innovativo sistema di alimentazione per attuatori fluidodinamici basati su scarica a barriera. Il suddetto sistema consiste nella sovrapposizione di nano-impulsi di tensione fino a 5 kV, 50 kHz e FWHM pari a 10 ns, e di una tensione continua o alternata a bassa frequenza di ampiezza massima pari a 6 kV. Gli impulsi hanno la funzione di ionizzare il gas e quindi di generare il plasma, il segnale (bias) in continua o alternata di fornire la spinta agli ioni. Scorporando il fenomeno di formazione del plasma da quello di spinta è possibile sia comprendere più a fondo la fenomenologia che sta alla base dell’interazione EHD che avere maggiori gradi di libertà nel controllo dell’attuatore elettrofluidodinamico. L’attuatore in esame è costituito da una coppia di elettrodi separati da un film di kapton di spessore 100 µm testato in aria in assenza di flusso esterno. La sua azione è stata monitorata mediante la rapida successione di immagini Schlieren catturate ogni millisecondo. In questo modo è possibile apprezzare sia la morfologia dei vortici generati mediante l’interazione EHD, sia la loro velocità. In Figura 2 viene riportato lo schema del setup di alimentazione e una tipica immagine Schlieren che mostra il vortice generato dall’azione EHD. Una serie di esperimenti realizzati utilizzando un bias in continua ha mostrato la bassa efficienza dell’attuatore dovuta ad un accumulo di carica sulla superficie del dielettrico. Applicando un bias sinusoidale è stato possibile rimuovere tale distribuzione di carica incrementando enormemente l’efficacia dell’azione EHD. In Figura 3 viene mostrata la diversa posizione dello stesso vortice generato mediante bias in continua o in alternata. Nel caso di bias sinusoidale si inducono velocità fino a 2 m/s e propagazioni del getto di aria fino a 5 cm di distanza dall’elettrodo superiore. Misure di spinta realizzate mediante una bilancia di precisione hanno dimostrato come il sistema di alimentazione impulsato garantisca prestazioni più elevate rispetto al tradizionale sistema di alimentazione di tipo sinusoidale (vedi Figura 4). Nell’ambito della ricerca descritta, è stato sviluppato un codice numerico per l’analisi del fenomeno e l’interpretazione dei dati sperimentali. Il modello è costituito dalle equazioni tempo dipendenti di conservazione delle specie presenti nella scarica(ioni ed elettroni). I flussi delle specie hanno una componente diffusiva, valutata tramite la legge di Fick, ed una componente dovuta al campo elettrico. Le equazioni di conservazione sono quindi accoppiate all’equazione di Poisson che consente di valutare, ad ogni passo temporale, la distribuzione del campo elettrico sul dominio. Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4 1. D. Opaits, A. Likhanskii, M. Shneider, G. Neretti, S. Zaidi, S. Macheret and R. Miles, Experimental Investigation of DBD Plasma Actuators Driven by Repetitive High Voltage Nanosecond Pulses with DC or Low-Frequency Sinusoidal Bias, 38th AIAA PDL Conference, Paper AIAA 2007-4532 (Best Paper Award), Miami (Florida), June 2007. 2. D. Opaits , G. Neretti, S. Zaidi, M. Shneider and R. Miles, Princeton University, NJ; A. Likhanskii and S. Macheret, DBD Plasma Actuator Driven by a Combination of Low Frequency Bias Voltage and Nanosecond Pulses, 46th AIAA Aerospace Sciences Meeting and Exhibit,l Paper AIAA-2008-1372, 7 - 10 January 2008, Reno, Nevada. 3. D. Opaits, A. Likhanskii, M. Shneider, G. Neretti, S. Zaidi, S. Macheret and R. Miles, Experimental Investigation on Dielectric Barrier Discharge Plasma Actuator Driven by repetitive HighVoltage Nanosecond Pulses With DC or AC Low Frequency Sinusoidal Bias, Journal of Applied Physics 104, 043304 (2008).