PASSI d’Argento L’anziano e la memoria Castelnovo ne’ Monti 20 aprile 2013 Roberta Boiardi ISTAT 2012 ITALIA pazienti affetti da demenza 12,3 milioni >65 anni (16.000 >100 anni) saranno 20 milioni nel 2065 Prevalenza demenza in Italia 65 - 69 anni 1,2% 85 – 89 anni 40% Tra gli ultra 65enni ne è colpito il 6,4%: 5,3% dei maschi 7,2% delle donne Incidenza demenza in Italia 11,9 nuovi casi ogni 1000 abitanti >65 anni 65 – 69 anni 4.1 nuovi casi ogni 1000 abitanti/anno > 80 anni 29.9 nuovi casi ogni 1000 abitanti/anno In Italia si calcolano circa 96.000 nuovi casi di demenza ogni anno ISS:1 milione di malati di demenza oggi in Italia OMS per invecchiamento attivo e in buona salute “un processo di ottimizzazione delle opportunità opportunità relative a salute,partecipazione e sicurezza, allo scopo di migliorare la qualità qualità della vita delle persone che invecchiano” invecchiano” è un processo che interessa l’l’intero ciclo di vita “Quando si diventa anziani si perde la memoria…” Vero? Falso? IL CERVELLO CON L’INVECCHIAMENTO SI MODIFICA si perdono progressivamente le cellule nervose (neuroni) ma grazie al loro elevato numero (ridondanza) ed alla capacità capacità delle cellule residue di aumentare le connessioni tra di loro (plasticità cerebrale) il nostro cervello è capace di mantenersi funzionalmente integro fino a tarda età età. A qualsiasi età la stimolazione cerebrale, come una vera ginnastica, può mantenere l'eccitabilità dei neuroni e cambiarne l'architettura. “Credo che il mio cervello,sostanzialmente,sia lo stesso di quand’ quand’ero ventenne. Il mio modo di esercitare il pensiero non è cambiato negli anni. E non dipende certo da una mia particolarità particolarità, ma da quell’ quell’organo magnifico che è il cervello. Se lo coltivi funziona se lo lasci andare e lo metti in pensione si indebolisce. La sua plasticità plasticità è formidabile. Per questo bisogna continuare a pensare” pensare” Rita Levi Montalcini Premio Nobel per la medicina nel 1986 Il cervello si sviluppa tutta la vita purché sia tenuto sempre attivo e stimolato Il nostro cervello si è costruito in un certo modo, in base all'attività che abbiamo svolto ed alle diverse esperienze che abbiamo avuto. Qualsiasi impegno mantiene i neuroni in attività e ne cambia l'architettura sviluppando costantemente nuove connessioni COS'È COS'È LA MEMORIA E COME FUNZIONA? FUNZIONA? E’ la capacità capacità di conservare le informazioni e di recuperarle. Le informazioni raccolte dagli organi di senso vengono elaborate, organizzate, immagazzinate e recuperate quando lo desideriamo. La memoria sta a fondamento delle nostre capacità capacità cognitive Ogni aspetto della vita e del comportamento è strettamente associato e guidato dalla memoria delle esperienze passate: la memoria rappresenta lo strumento che consente di conservare nel tempo traccia delle conoscenze apprese e quindi di adattarsi continuamente Nel corso dell'invecchiamento fisiologico: - la velocità velocità nell’ nell’acquisire e nel richiamare nuove informazioni si riduce - è rallentata l'esecuzione di compiti per i quali il soggetto ha a disposizione un tempo limitato - la presenza di fattori distraenti, disturba molto la "ricezione" di informazioni. In generale decade l’l’intelligenza “fluida” fluida”, cioè cioè quella che consiste nell’ nell’adattarsi alle modificazioni ambientali, applicare nuovi metodi, adottare nuove strategie per la soluzione dei problemi (minore efficienza della memoria di lavoro) Le amnesie talvolta "nascondono" quello che non si vuol ricordare o che non interessa Non esiste alcun "farmaco miracoloso" per la memoria Portare a termine le azioni cominciate per non rischiare di lasciarle in sospeso: dimenticare il gas oppure le luci accesi. Quando le dimenticanze diventano frequenti e fonte di preoccupazione è sempre bene rivolgersi al proprio medico L’invecchiamento cerebrale consiste in un’alterazione quantitativa e qualitativa delle cellule nervose che si verifica in maniera del tutto soggettiva. Infatti ci sono soggetti molto anziani, 90enni, che non mostrano segni di declino cognitivo mentre altri evidenziano segni e sintomi di declino già intorno ai 60-70 anni Alcune situazioni possono accelerare l'invecchiamento del cervello, ad esempio interrompere ogni attività una volta andati in pensione o quando si resta soli. Contrastare la depressione e l’apatia è indispensabile perché il cervello più lavora e meglio mantiene la sua efficienza garantendo così alla persona il mantenimento di una vita sociale, di relazione. La riserva cognitiva allontana il momento di insorgenza della demenza dipende da: livello culturale occupazione interessi-hobby esposizione a stimoli esterni/relazioni sociali attività fisica MANTENERE GIOVANE LA PROPRIA MEMORIA Avere interessi ed essere attivi Mantenersi in sintonia con il mondo esterno partecipando alla vita sociale e familiare Tenersi al corrente degli eventi quotidiani ma soprattutto…… .. soprattutto…….. Non sottovalutare mai le proprie possibilità possibilità ma valorizzarle per metterle a frutto anche in nuove attività attività (culturali, ginniche, danza, coltivazione orto, gioco, cucina,… cucina,…) che piacciono, gratificano e che sempre stimolano il cervello! L’invecchiamento attivo mira a -- prolungare l’aspettativa di vita in buona salute --alla qualità della vita per tutte le persone che invecchiano non è la senescenza la condizione patologica, piuttosto sono gli eventi morbosi a creare le condizioni del rapido declino psicofisico. GRAZIE E BUON LAVORO PER UNA VECCHIAIA ATTIVA E VITALE !