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L’Europa di Napoleone Bonaparte
Nell’immagine in alto:
Jacques Louis David, L’incoronazione di Napoleone imperatore
Dal sito www.francescomorante.it/
L’impero
Il 2 dicembre 1804, nella cattedrale di Notre-Dame a Parigi, al cospetto del papa Pio
VII, Napoleone Bonaparte incoronò se stesso Imperatore dei Francesi e la moglie
Giuseppina di Beauharnais imperatrice.
L’esperienza rivoluzionaria della repubblica si concludeva con la restaurazione di
una monarchia ereditaria, l’instaurazione di una nuova nobiltà di corte e di una
nuova gerarchia di titoli nobiliari. Insomma, si andava formando una nuova élite,
una classe dirigente diversa e opposta a quella dell’ancien régime anche se una parte
di questa fu cooptata ai fini di meglio legittimare il nuovo ordine.
La politica espansionistica di Bonaparte diventò sempre più ‘imperialista’ nel
senso che le sue conquiste non furono solo annessioni militari di territori, ma anche
estensione sull’intera Europa dell’influenza culturale e politica della società
napoleonica.
Le conquiste militari
Napoleone progettò un’invasione dell’Inghilterra, ma la flotta francese fu
sconfitta da quella inglese dell’ammiraglio Nelson nella battaglia di Trafalgar (1805).
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“Ben presto si formò una nuova coalizione antifrancese, composta dall’Inghilterra,
dalla Russia e dall’Austria. Napoleone reagì con rapidità, sconfiggendo gli austriaci a
Ulm e gli austro-russi ad Austerlitz, in quella che fu forse la sua più grande vittoria.
La successiva Pace di Presburgo comportò la cessione del Veneto al napoleonico regno
d’Italia. Le vittorie napoleoniche e la creazione della Confederazione del Reno, sotto il
controllo francese, portarono alla formazione della quarta coalizione (1806-07), fra
Prussia, Inghilterra e Russia. Le truppe prussiane furono sconfitte nella battaglia di
Jena (1806) e Napoleone, ancora una volta trionfante, proclamò il blocco continentale
per colpire il commercio inglese. Una nuova coalizione, la quinta, tra Inghilterra e
Austria (1809) fu sconfitta in luglio, a Wagram, […] Nel 1810 l’impero francese aveva
ormai raggiunto la sua massima estensione.”
http://www.treccani.it/enciclopedia/guerre-napoleoniche_(Dizionario-di-Storia)/
Nel 1812 Napoleone invase la Russia. Qui, come sappiamo, iniziò la sua fine.
In alto: Impero napoleonico - Anno 1812 – dal sito http://silenthuntergm.forumfree.it
Il Grande Impero
Dopo le annessioni negli anni 1809-11 delle Province Illiriche, di Piemonte, Parma,
Liguria, Lazio e Umbria, del Regno d’Olanda, delle coste della Germania settentrionale,
l’Impero raggiunse la sua massima estensione con 130 dipartimenti e 44
milioni di abitanti. A esso va aggiunto una corona di Stati vassalli, governati da
parenti stretti dell’Imperatore o da persone fidate.
“Il Grande Impero si presenta così sotto la forma di una grande federazione – politica,
economica, militare – di Stati disuguali che, a sua volta, costituisce l’asse di un
‘sistema continentale’ più vasto, volto a fini essenzialmente economici, come mostra il
blocco commerciale antinglese. A questo punto, l’idea di una ricostituzione dell’impero
carolingio sembra superata da un progetto di egemonia su tutta l’Europa, riaffermato
di volta in volta con le armi, in cui più ancora che il richiamo all’impero di Carlo si
rivela il progetto di creare un’Europa a immagine della Francia, esportando nei territori
incorporati le nuove forme di Stato e di società elaborate nel paese-madre: la
conquista napoleonica dell’Europa si concentrò, infatti, sull’imposizione del modello
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francese e sull’esportazione degli ordinamenti, dei codici e delle strutture
amministrative e burocratiche.”
(Marina Caffiero, L’Europa di Napoleone, in Storia Moderna, Donzelli editore, Roma,
1998, p. 593-594)
Le rivolte nazionali
La sconfitta di Trafalgar costrinse Napoleone al Blocco Continentale contro
l’Inghilterra. Il Blocco danneggiava, però, non solo l’Inghilterra ma anche i paesi che
con essa commerciavano e che subivano il divieto di tale commercio come una delle
tante soperchierie frutto dell’occupazione francese.
La prima e più grossa reazione si ebbe in Spagna. Qui si intrecciarono una serie di
avvenimenti che iniziarono con il tentativo di occupare il Portogallo, tradizionale
partner commerciale dell’Inghilterra, e finirono con la proclamazione nel 1808 di
Giuseppe Bonaparte re di Spagna. Significativo il fatto che il suo posto di re di
Napoli venne preso dal cognato di Napoleone, Gioacchino Murat!
“Una violenta insurrezione antifrancese scoppiata a Madrid si estese rapidamente a
tutto il paese, dando vita a una durissima guerriglia organizzata dalla nobiltà e dal
clero, che facevano leva tanto sul patriottismo nazionale spagnolo, quanto sul
sentimento religioso, offeso dall’occupazione francese dello Stato della Chiesa […] allo
scopo di imporvi l’applicazione del blocco continentale” (Caffiero, op. cit., p. 592).
Anche in Prussia, sotto la spinta di un nutrito gruppo di intellettuali, si formò un forte
sentimento nazionale dopo le sconfitte militari subite a opera delle armate
napoleoniche.
Né era minore in Austria lo spirito di rivalsa antifrancese; tuttavia, la sconfitta nella
battaglia di Wagram (1809) costrinse il
cancelliere Metternich a firmare un
durissimo trattato di pace che prevedeva,
oltre alla cessione alla Francia di molte e
importanti province dell’impero asburgico,
addirittura la conclusione di un’alleanza
franco-austriaca, cementata, per giunta,
dal matrimonio di Napoleone con Maria
Luisa d’Austria.
Va sottolineato, comunque, il fatto che
tutte le resistenze nazionali contro il
dominio
dell’Imperatore
francese
si
svolsero proprio in nome di quei principi
della rivoluzione francese (sovranità
nazionale,
libertà,
eguaglianza)
trapiantati nelle società europee dalle
stesse armate napoleoniche.
L’Italia
Uno dei paesi in cui il sistema
napoleonico lasciò l’impronta più
profonda, anche dopo la sua caduta, fu
proprio l’Italia.
A sinistra: la carta geopolitica dell’Italia
napoleonica – Dal sito www.indire.it
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Innanzi tutto, la carta geopolitica italiana fu radicalmente semplificata con, a
nord, il Regno d’Italia e, a sud, il Regno di Napoli. Restavano sotto la diretta sovranità
francese Piemonte, Liguria, Toscana e Lazio. Nelle grandi isole, Sardegna e Sicilia, si
rifugiarono, protetti dalla flotta inglese, rispettivamente i sovrani sabaudi e borbonici
napoletani.
Il Regno d’Italia fu organizzato dal punto di vista amministrativo sul modello
francese: i prefetti, la scuola, una giustizia e una polizia efficienti. Furono soprattutto
introdotti i codici napoleonici per dare impulso ai commerci e alle attività
imprenditoriali, creando le condizioni per uno sviluppo agricolo e industriale.
Si creò una nuova classe di proprietari fondiari, di pubblici funzionari, di tecnici e
professionisti. Tutti fedeli al nuovo regime.
Nel Sud si tentarono di eliminare i privilegi feudali, secondo il modello francese; ma il
fenomeno del brigantaggio limitò molto la portata di questo intervento.
“Nel complesso, la legislazione napoleonica incise in tutti i settori della vita pubblica e
privata, con un’opera di ammodernamento e di uniformazione degli istituti giuridici
che nei suoi aspetti sostanziali venne mantenuta dai governi della Restaurazione e
sarebbe servita di base alla codificazione dell’Italia unita.” (M. Caffiero, cit. p. 595)
Conclusioni
“Napoleone stesso cercò nel suo Mémorial de Sainte-Hélène (pubblicato nel 1823 a
cura del conte di Las Cases) di collocare la sua azione in una prospettiva storica:
ormai escluso da ogni possibilità di agire, nella riflessione degli ultimi anni volle
presentare la sua opera come intesa alla liberazione delle forze nazionali oppresse. Ma
una certa storiografia ha respinto questa interpretazione, scorgendo nella figura di
Napoleone i caratteri del dispotismo illuminato settecentesco. Anche per quanto
riguarda la funzione di Napoleone quale diffusore in Europa dei principî rivoluzionarî, è
stato rilevato il suo duplice atteggiamento di fronte alla rivoluzione dell'89; da una
parte egli ne realizzò alcune istanze (si pensi all'opera legislativa), dall'altra ne
contraddisse alcuni postulati fondamentali: restaurò infatti le forme della monarchia e
avviò la costituzione di un nuovo ceto privilegiato, innalzando alla nobiltà gli elementi,
soprattutto militari, a lui fedeli. La funzione storica di Napoleone va individuata,
pertanto, nella rottura del vecchio equilibrio europeo, cioè di quell'assetto
internazionale che il sistema della Santa Alleanza [messo in piedi dal Congresso di
Vienna] non riuscì a preservare dall'urto rivoluzionario del sec. 19°; e, altrettanto,
nella rottura dell'antico equilibrio sociale, avviata in Francia già nel decennio
rivoluzionario, che si approfondì in seguito all'espansionismo napoleonico, anch'esso
suscitatore di nuove energie e forze sociali.”
http://www.treccani.it/enciclopedia/napoleone-i/
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