Riduzione IVA per il settore turistico

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RIDUZIONE IVA PER IL SETTORE TURISTICO
TURISMO
24 -09 - 2012
Il settore del turismo si colloca tra le industrie più rilevanti per l’economia italiana
e per le nostre Regioni, ricco di fattori in grado di poter influenzare pesantemente
la nostra economia. La Padania, anche grazie ai suoi 2 mari, è uno dei pochi
territori al mondo che possiede naturalmente tutte quelle caratteristiche che ne
determinano, ancora oggi, una potenzialità tale da poter essere inserita tra i paesi
leader dell'offerta di tale settore , nonostante da sempre sia mancata una politica
di programmazione realmente consapevole dell'importanza economica che il
Turismo può esprimere. Questo settore pur collocandosi già oggi, ( 6/7 % del PIL
diretto, senza contare l'indotto che è enorme!) come uno dei più importanti tra le
nostre attività produttive riteniamo che abbia enormi potenzialità e prospettive di
crescita, che vanno secondo noi spinte ed organizzate attraverso un ampio
ventaglio di azioni poiché il Prodotto Turistico essendo il risultato del
coinvolgimento di numerosi altri comparti, prime fra tutte necessita di azioni
fiscali mirate a mantenere quantomeno bilanciata, la competitività dei nostri
operatori di settore ( ricettivo alberghiero ed extra alberghiero - ricettivo all'aria
aperta - balneario - ristorazione - ed eventualmente le attività sportive di
montagna collegate) nei confronti dei nostri concorrenti almeno dell'area
europea.
In modo particolare riteniamo che il regime IVA per il settore turistico debba e
possa quindi essere portato a livelli concorrenziali, con la previsione di un’aliquota
ridotta pari al 5/6/ massimo 7% inserendo il nostro paese in un sistema
contributivo più adeguato, come già avviene in quasi tutti gli altri Paesi europei
che prevedono infatti un’aliquota IVA ridotta per alberghi e attività turistiche.
Tutto ciò inteso come primo passo di un percorso che conduca ad un peso fiscale
complessivo accettabile, sul cammino di una ripresa economica, comunque e
conseguentemente legata, ad un futuro, certo, incremento di un gettito fiscale
“sano” figlio di un reale incremento del reddito.
Dipartimento TURISMO-PORTI-POLITICHE DEL MARE
Responsabile
politico dei
ON. GIACOMO STUCCHI
Dipartimenti
Responsabile
ADRIANO RAGNI
politico
Referente
ALESSANDRA TABACCO
tecnico
Direttore dei
STEFANO CANDIANI
Dipartimenti
Testo
L’importanza del turismo per l’economia complessiva dei nostri territori è
completo
ampiamente riconosciuta; Le stime dell’effettivo peso economico di questo
della
importante settore sul totale del PIL (stime fatte dal CST nel 2012) fanno emergere
1
posizione
politica
che il valore aggiunto prodotto in Italia dal turismo è stato pari, nel 2010, a 82.833
milioni di euro, il 6% del valore aggiunto totale dell’economia. L’incidenza del
settore sull’economia, così misurata, è molto vicina a quella del settore delle
costruzioni. Il turismo si colloca, dunque, tra le industrie più rilevanti per
l’economia italiana. Sulla base di questa prima stima, è possibile effettuare dei
confronti con altri Paesi, a cominciare dalla Spagna, nostro più diretto concorrente.
In questo Paese, il turismo ha un impatto complessivo sul PIL del 10,2% se si
considerano anche gli effetti indiretti, ma ridimensionato al 6,5%, dunque più
vicino al valore stimato per l’Italia, se il calcolo si limita ai soli effetti diretti. Il
valore aggiunto turistico in altri grandi Paesi europei è comunque inferiore a quello
italiano: il 4% in Francia, il 3,8% nel Regno Unito, il 3,2% in Germania e il 5,4% in
Austria. Il maggiore contributo al VAT dell’Italia deriva dalle industrie turistiche cioè dalle attività economiche caratteristiche del turismo - che hanno generato un
valore aggiunto di 63.654 milioni di euro. La parte del leone spetta ai settori
alloggio e ristorazione, che insieme contribuiscono per il 54,3%. (di cui il 45,4% è
da imputare ai soli alloggi). Le stime contenute nel CST consentono inoltre di
valutare l’incidenza delle seconde case – pari al 22,7% – ambito fino a questo
momento poco esplorato. Le quote restanti del valore aggiunto sono ripartite
soprattutto tra le attività di trasporto e noleggio (10,8%), il commercio al dettaglio
(7,7% per shopping e carburante) e le altre industrie non specifiche del turismo
(23,2%). Il valore aggiunto turistico è il risultato della sintesi dell’offerta e della
domanda turistica.
Riteniamo pertanto che il turismo sia uno dei più importanti settori delle attività
produttive, soprattutto nelle nostre Regioni del Nord, e che lo stesso abbia enormi
potenzialità e prospettive di crescita, anche se inteso nell’economia mondiale, che
secondo le previsioni dell’OMT, i flussi internazionali del turismo, rappresentati dal
numero di viaggiatori l’anno, raggiungeranno verosimilmente un miliardo e mezzo
nel 2020.
Noi dobbiamo essere pronti ed investire seriamente in questo settore, per essere
competitivi e concorrenziali verso gli atri Paesi, sia grazie ad un’infrastrutturazione
più adeguata del nostro territorio, basata principalmente su mezzi di trasporto
efficienti ed alternativi alla strada, sia grazie ad azioni fiscali ed economiche mirate
agli operatori del settore sia primari (alberghi e ristorazione) sia indotti. Del resto
tutto questo è ciò che a gran voce chiedono da tempo gli operatori del settore
turistico nelle nostre Regioni, che offrono, ancora oggi una potenzialità tale da
poter essere inserita tra i paesi leader dell'offerta turistica dell’intero pianeta,
nonostante da sempre sia mancata una politica di programmazione consapevole
dell'importanza che il Turismo ha avuto, ha e potrebbe avere nel Paese e in
particolare nelle Regioni del Nord. Grazie agli sforzi degli operatori, di alcuni
specialisti del settore che nonostante tutto hanno investito si sono battuti e si
battono ancora, delle associazioni di categoria, di numerosi amministratori
pubblici illuminati sparsi un poco ovunque nelle Regioni Italiane, il settore Turismo
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è ancora vivo, produce reddito e posti di lavoro ma con numeri notevolmente
scarsi rispetto a quelli che potrebbe mettere in campo, rispetto a quanto potrebbe
dare a questo Paese.
In modo particolare si ritiene che il regime IVA per il settore debba essere portato
a livelli concorrenziali, quindi con la previsione di un’aliquota ridotta pari al 5//6%
e ad un sistema contributivo adeguato, una peso fiscale accettabile insomma,
come già avviene in quasi tutti gli altri Paesi europei che prevedono infatti
un’aliquota IVA ridotta per alberghi e attività turistiche. Come si può leggere
nell’elenco che segue, in Italia l’aliquota IVA è del 10% a fronte del 21% come
aliquota normale, mentre in molti altri paesi europei, come in Portogallo, Malata,
Francia, Spagna, Cipro, Regno Unito, Lituania l’aliquota ridotta è tra il 5% e il 7%.
PAESE
ALIQUOTA IVA RIDOTTA
ALIQUOTA IVA NORMALE
AUSTRIA
10
20
BELGIO
6/12
21
BULGARIA
9
20
CIPRO
5/8
15
REPUBBLICA CECA
10
20
GERMANIA
7
19
DANIMARCA
-
25
SPAGNA
8
18
ESTONIA
9
20
FRANCIA
5,5
19,6
FINLANDIA
9/13
23
REGNO UNITO
5
20
GRECIA
6,5/13
23
UNGHERIA
5/18
25
ITALIA
10
20
IRLANDA
9/13,5
21
LUSSEMBURGO
6/12
15
LITUANIA
5/19
21
LETTONIA
12
22
3
MALTA
5/7
18
PAESI BASSI
6
19
PORTOGALLO
6/13
23
POLONIA
5/8
23
ROMANIA
5/19
24
SVEZIA
6/12
25
SLOVACCHIA
10
20
SLOVENIA
8,5
20
4