Contraente: Progetto: Cliente: METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar N° Contratto : N° Commessa : N° documento: Foglio P01395-PPL-RE-000-007 Data 1 di 38 N° documento Cliente: 25-10-2011 RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA 01 25-10-2011 REV DATA EMISSIONE PER INTEGRAZIONE SIA TITOLO REVISIONE P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 STROPPA FURLANII MONTONI PREPARATO CONTROLLATO APPROVATO METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: P01395-PPL-RE-000-007 Foglio 2 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 INDICE 1 PREMESSA 3 2 IDROGRAFIA SUPERFICIALE 4 2.1 Il bacino del Fosso della Canne 2.1.1. Idrografia 4 8 2.2 Il bacino del Fiume San Leone 2.2.1. Idrografia 10 12 2.3 Il bacino del Fiume Naro 2.3.1. Idrografia 13 15 2.4 Il bacino del Fiume Platani 2.4.1. Idrografia 16 18 2.5 Il bacino del Fiume Imera Meridionale 2.5.1. Idrografia 22 23 2.6 Corsi d’acqua minori 28 2.7 Forme di erosione connesse all’azione dell’acqua 28 2.8 Ruscellamento diffuso 28 3 3.1 DESCRIZIONE DEGLI ATTRAVERSAMENTI Generalità 29 29 3.2 Fasi operative 3.2.1. Attraversamenti mediante scavo a cielo aperto senza tubo di protezione 30 30 4 32 OPERE DI REGIMAZIONE E DI RIPRISTINO IDRAULICO P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: P01395-PPL-RE-000-007 1 Foglio 3 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 PREMESSA La presente relazione, sulla base dei dati bibliografici e dei rilievi effettuati in campagna, ha lo scopo di descrivere le caratteristiche idrografiche dei corsi d’acqua interessati dal Met. Agrigento – Piazza Armerina DN 1200 (48”) in progetto. In particolare, si è provveduto ad effettuare il censimento dei bacini idrografici interessati e dei corsi d’acqua attraversati dalla condotta, descrivendone il regime idraulico, le caratteristiche morfodinamiche e le opere di regimazione presenti o in progetto. P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: Foglio P01395-PPL-RE-000-007 2 4 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 IDROGRAFIA SUPERFICIALE Il sistema idrografico, interessato dal passaggio della condotta, è rappresentato da una serie di valloni e di corsi d’acqua minori a regime prettamente torrentizio, con la sola esclusione del Fiume Imera Meridionale che rappresenta l’unico corso d’acqua di un certo rilievo attraversato dalla condotta in progetto. La condotta lungo il suo sviluppo interessa i seguenti bacini idrografici: • • • • • Bacino idrografico del Fosso delle Canne; Bacino idrografico del Fiume San Leone; Bacino idrografico del Fiume Naro; Bacino idrografico del Fiume Platani; Bacino idrografico del Fiume Imera Meridionale. Di seguito ne vengono descritte le principali caratteristiche idrografiche. 2.1 Il bacino del Fosso della Canne Il bacino idrografico del Fosso delle Canne e le adiacenti aree sono localizzati nella porzione sud – orientale del versante occidentale della Sicilia ed occupano una superficie complessiva di circa 204,52 Km2 (Fig. 2.1). Fig. 2.1 - Bacino idrografico del Fosso delle Canne e aree adiacenti P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: P01395-PPL-RE-000-007 Foglio 5 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 Il distretto idrografico considerato è compreso tra il bacino del Fiume Platani, nella porzione settentrionale ed occidentale, e del Fiume San Leone, ad oriente. Il corso d’acqua principale, ossia il Fosso delle Canne, è generato nella sua parte settentrionale dalla confluenza di due Valloni denominati rispettivamente Vallone Borangie e Vallone Salito, per poi ricevere, verso foce, le acque del Vallone Carrozzata e sfociare nel Mar Mediterraneo, nel tratto compreso tra Siculiana e Porto Empedocle. Lungo la linea di spartiacque, in un contesto prevalentemente di tipo collinare, vi sono numerosi rilievi che superano la quota di 500 m.s.l.m., anche se le cime più elevate si raggiungono nelle seguenti località: • • • • • Monte Giafaglione (674 m s.l.m.) nel territorio comunale di Agrigento; Monte Le Fosse (640 m s.l.m.) nel territorio comunale di Sant’Angelo Muxaro; Monte Grotticelle (631,0 m s.l.m.) nel territorio comunale di Agrigento; Pizzo Corvo (630,0 m s.l.m.) nel territorio comunale di Cattolica Eraclea; Monte Suzza (500 m s.l.m.) nel territorio comunale di Agrigento. L’Area Intermedia (066) compresa fra il bacino del Fosso delle Canne ad Ovest e del Fiume San Leone ad Est, occupa una superficie complessiva di 63,24 km2. In questo settore si sviluppano i reticoli idrografici dei Valloni Forte, Vallone Re, Vallone Ciuccafa, Torrente Salsetto, Vallone Sinatra, Vallone Spinola oltre che altre modeste incisioni che confluiscono rapidamente nel Mar Mediterraneo. Le quote più elevate sono, in genere, inferiori ai 500 m s.l.m. ad eccezione di Monte Suzza, ricadente nel territorio comunale di Agrigento in corrispondenza della porzione più settentrionale della linea di spartiacque, lungo la dorsale calcareo-gessosa che delimita a Nord la frazione di Giardina Gallotti, raggiungendo il valore massimo di 500 m s.l.m.. La linea di spartiacque principale corre nei pressi Monte Suzza (500 metri s.l.m.) e di Giardina Gallotti (frazione di Agrigento), per poi digradare verso Porto Empedocle, con andamento N – S, ed assume in seguito un andamento W E fino a sfociare nel Mar Mediterraneo. L’Area ricadente all’interno del bacino idrografico principale Fosso delle Canne (065) compresa fra l’area intermedia Fiume Platani e Fosso delle Canne (066) e l’area intermedia Fosso delle Canne e Fiume San Leone (064) ad Est, occupa una superficie complessiva di 106,90 km2. In questo settore si sviluppano i reticoli idrografici del Vallone Borangie, Vallone di Fontana, Vallone del Trave, Vallone Safo, Vallone Tre Quarti, oltre che altre modeste incisioni che confluiscono rapidamente nel Mar Mediterraneo. Le quote più elevate sono, in genere, inferiori ai 600 m s.l.m. ad eccezione di Pizzo Corvo, ricadente nel territorio comunale di Cattolica Eraclea con 630 m s.l.m. e Monte Grotticelle 631 m s.l.m. ricadente nel territorio comunale di Agrigento, in corrispondenza della porzione più settentrionale della linea di spartiacque. Lo spartiacque principale, che delimita il bacino, segue nel settore settentrionale il crinale costituito dai terreni della Serie Evaporitica messiniana, assumendo un andamento generale NE-SW tra Punta di Disi (568 metri s.l.m.), Pizzo del Corvo (640 metri s.l.m.) e Cozzo Rigido (610 metri s.l.m.), Monte Grotticelle (630 metri s.l.m.), Monte le Fosse (650 metri s.l.m.), tratto condiviso con la porzione meridionale del bacino del Fiume Platani. Lo spartiacque orientale ha un andamento N-S e dopo aver attraversato il Comune di Raffadali, digrada verso Sud, fino a raggiungere la pianura costiera ad Est di Siculiana; P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: P01395-PPL-RE-000-007 Foglio 6 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 questo tratto è condiviso con l’area territoriale tra i bacini di Fosso delle Canne e Fiume San Leone. Ad occidente lo spartiacque segue il rilievo montuoso evaporitico, attraversando C.da Borangie (400 metri s.l.m.) per poi assumere una direzione NNE - SSW . Questo tratto è condiviso con l’area territoriale tra i Bacini Fiume Platani e Fosso delle Canne e con il Bacino Fiume Platani. Lo spartiacque occidentale assume poi una direzione W – E, tratto condiviso con l’area territoriale tra i Bacini Fiume Platani e Fosso delle Canne, per raccordarsi alla pianura costiera mediterranea presso l’abitato di Siculiana Marina. L’Area Intermedia (064) compresa fra il bacino del Fosso delle Canne ad Est e del Fiume Platani ad Ovest, occupa una superficie complessiva di 34,38 km2. In questo settore si sviluppano i reticoli idrografici Fosso della Curva e Fosso Pantano, oltre che altre modeste incisioni che confluiscono rapidamente nel Mar Mediterraneo. Inoltre, nell’area in esame, è presente la diga del Laghetto Gorgo. Le quote più elevate sono, in genere, inferiori ai 500 m s.l.m.. Si ricorda Monte Sedita alto 427,5 m s.l.m., ricadente nel territorio comunale di Montallegro. La linea di delimitazione dell’area segue ad occidente lo spartiacque con orientazione NE SW, tratto condiviso con il bacino del Fiume Platani. La linea di delimitazione sul lato orientale assume dapprima un andamento generale NNE-SSW seguendo lo spartiacque condiviso con il bacino di Fosso delle Canne, per poi nell’area meridionale assumere una direzione generale W-E. P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: P01395-PPL-RE-000-007 Foglio 7 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 Tab. 2.1. - Scheda tecnica riassuntiva relativa al bacino del Fosso delle Canne P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: P01395-PPL-RE-000-007 Foglio 8 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 2.1.1. Idrografia 2.1.1.1 Il reticolo idrografico di Fosso delle Canne (065) Il bacino imbrifero di Fosso delle Canne ricade nel versante meridionale della Sicilia, interessando soltanto il territorio della Provincia di Agrigento. Esso presenta una forma approssimativamente rettangolare, allungata secondo la direzione NNE-SSW. Le altitudini media e massima del bacino sono rispettivamente 263 e 674 m.s.l.m., la quota minima 0 metri s.l.m. si registra alla foce, nel Mar Mediterraneo. L’asta principale “Fosso delle Canne” si sviluppa per circa 16 km. Esso si estende complessivamente su una superficie di circa 106,90 km2, con un perimetro di circa 61,00 km ed una larghezza media di 10,05 km nelle porzione mediana del bacino, che si riduce a poco più di 2,9 km nel tratto montano e 7,07 km nella parte terminale meridionale. Il punto più distante dalla foce è la cima Monte Le Fosse, ricadente nel territorio comunale di Sant’Angelo Muxaro, che si trova ad una distanza di circa 15,95 Km dalla foce, con direzione NNE – SSW. del Il ramo principale “Vallone Borangie”, ha il suo punto sorgente ad una quota di circa 500 metri s.l.m. localizzato presso Punta di Disi e presenta una lunghezza complessiva di circa 19,0 km con una pendenza media è del 2,63 %. Il corso d’acqua trae origine da M. Giafaglione, Pizzo del Corvo e M. Salina, in territorio del Comune di Agrigento. Nella zona centrale del bacino, il corso d’acqua riceve, in sinistra idrografica, i valloni del Trave e Milone e prosegue fino a sfociare nel Mar Mediterraneo, dopo aver attraversato il territorio del Comune di Siculiana. Il reticolo idrografico superficiale si presenta ben articolato e gerarchizzato: nel tratto montano del bacino, i rami fluviali secondari (Vallone Borangie, Vallone Trave, Vallone di Fontana, Vallone Safo, Vallone Tre Quarti, Vallone Cannella, Vallone Palombaro, Vallone Agnone, Vallone Salito) disegnano in pianta un pattern idrografico dendritico e sub-dendritico; nel tratto mediano, in corrispondenza di Fosso delle Canne, il reticolo idrografico assume un andamento rettilineo con direzione NE – SW con tendenza meandriforme; ciò si riscontra nel territorio comunale di Siculiana, in corrispondenza di Contrada Milione e Contrada Acqua Pazza, a causa delle basse pendenze orografiche (70 metri s.l.m.), e in corrispondenza di affioramenti di terreni prevalentemente argillosi con lembi marnosi. Nel tratto vallivo, e per l’esattezza nel settore occidentale del reticolo idrografico principale, il reticolo diviene nuovamente ramificato e costituito da incisioni a solchi poco profondi, con i rami fluviali maggiori che disegnano in pianta un pattern dendritico. Tutti i corsi d’acqua presentano un regime idrologico marcatamente torrentizio, con deflussi superficiali, nei periodi asciutti, di modesta entità o del tutto assenti. Solo la parte valliva del reticolo idrografico, a causa delle maggiori pendenze, origina, nei mesi autunnali e invernali, in concomitanza di eventi piovosi eccezionali, dei deflussi di una certa entità, generando occasionali fenomeni di esondazione, in corrispondenza della foce. 2.1.1.2 L’asta principale La rete idrografica è caratterizzata da un’asta principale, che assume la denominazione di “Vallone Borangie”, dal punto sorgente fino alla confluenza di “Vallone Salito” ad una P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: P01395-PPL-RE-000-007 Foglio 9 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 quota di circa 72,6 metri s.l.m., per poi congiungersi con “Fosso delle Canne” nel tratto mediano, nei pressi di Monte Mariusa fino alla foce, che si trova tra gli abitati di Siculiana Marina e Gelonardo (Realmonte). In particolare si distingue: • il primo tratto del “Vallone Borangie” ha una lunghezza di 8,78 km, quindi il dislivello è di 419,4 metri e la pendenza è del 4,77%; • il tratto del “Vallone Salito”, compreso tra il punto di quota 80,6 metri s.l.m. ed il punto di affluenza del “Vallone Fosso delle Canne” posto ad una quota di circa 60 metri s.l.m., ha una lunghezza di 4,37 km con un dislivello di 20,6 metri ed una pendenza media del 4,31%; • il tratto terminale di “Fosso delle Canne”, compreso tra Monte Mariusa e la foce nel Mar Mediterraneo, percorrendo una distanza di 5,84 km con un dislivello di 20 metri ed una pendenza media dello 0,34%. 2.1.1.3 Gli affluenti principali Gli affluenti secondari tributari di sinistra sono: • il Vallone Trave, che trova origine da Fontana Arena a quota 425,6 metri s.l.m. e confluisce nel collettore Vallone Borangie presso Cozzo Berna ad una quota di 98,6 metri s.l.m.; • il Vallone Safo, che drena il versante a settentrione del bacino nei pressi di Poio Calcare a quota 521,7 metri s.l.m. e confluisce, dapprima con Vallone Cannella, nei pressi di Contrada Butermini a quota 185,8 metri s.l.m. per poi diventare Vallone Palombara e confluire nel Vallone Borangie presso Cozzo Berna a una quota di circa 98,6 metri s.l.m., dopo essersi congiunto con Vallone Trave; • il Vallone Salito, con i suoi affluenti montani Vallone Agnone e Vallone della Nave; • il Vallone Carrozzata, che nasce nella parte montana come Fosso di Fontana Grande nei pressi di Siculiana ad una quota di circa 160 metri s.l.m. per poi confluire con Fosso delle Canne ad una quota di 10 metri s.l.m. , nei pressi della foce, dopo essere divenuto Vallone Carrozzata. 2.1.1.4 I reticoli idrografici dell’area territoriale tra i bacini di Fosso delle Canne e Fiume San Leone (066) L’area compresa tra i bacini imbriferi di Fosso delle Canne e del Fiume San Leone ha una forma approssimativamente triangolare, con una quota massima 500 metri s.l.m. presso Monte Suzza ed una quota minima di 0 metri s.l.m. lungo la fascia costiera. L’area ricopre complessivamente una superficie di circa 63,24 Km2, con un perimetro di circa 61,24 km ed una larghezza media di circa 17,79 km nella fascia costiera, che si riduce progressivamente nella zona montana fino a 5,5 km nei pressi di Contrada Salume. Essa è drenata superficialmente da diversi impluvi, caratterizzati da un andamento NNWSSE, seguendo la disposizione generale degli assi di piega dell’area; infatti l’area è caratterizzata da una tettonica di tipo compressivo, che genera una struttura a sinclinorio P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: Foglio P01395-PPL-RE-000-007 10 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 con al nucleo la deposizione di termini appartenenti alla Serie Gessoso – Solfifera. Gli impluvi sono: • Il Vallone Spinola, che attraversa il centro abitato di Porto Empedocle e sfocia nei pressi del molo di Ponente; • Il Torrente Salsetto, che ha come affluente in sinistra idrografica il Vallone Sinatra, • il Vallone Ciuccafa, di 2,42 km; • il Vallone Re, che per la presenza di doline e di diffusi fenomeni carsici si in grotta per poi sfociare a Porto Empedocle, nei pressi di Punta Piccola; • il Vallone Forte, che presenta un andamento sub – dendritico e sfocia ad Ovest di Scala dei Turchi ed ha una lunghezza di circa 5,6 km. 2.1.1.5 I reticoli idrografici dell’area territoriale tra i bacini del Fiume Platani e di Fosso delle Canne (064) L’area territoriale intermedia tra i bacini imbriferi del Fiume Platani e Fosso delle Canne presenta una forma poligonale, con una quota massima di 427,5 metri s.l.m. a Monte Sedita ed una quota minima di 0 metri s.l.m. lungo la linea di costa. L’area ricopre complessivamente una superficie di circa 34,38 Km2, con un perimetro di circa 41,40 km ed una larghezza massima di circa 12,79 km nella zona costiera, che si riduce progressivamente verso Nord ad una larghezza di circa 6,6, km. L’area contiene i bacini idrografici di diversi impluvi minori, tra cui prevalgono per estensione: • il Fosso della Curva; • il Fosso del Pantano, che nasce dalle pendici Ovest del centro abitato di Montallegro ad una quota di circa 100 metri s.l.m… Questi torrenti presentano un reticolo idrografico poco ramifiato e gerarchizzato. Solo Fosso Pantano ha una serie di incisioni secondarie di scarsa pendenza e lunghezza. 2.2 Il bacino del Fiume San Leone Il bacino idrografico del Fiume San Leone è situato nel settore centro-occidentale del versante meridionale della Sicilia ed occupa una superficie complessiva di 207,4 km2 (Fig. 2.3); esso ha una forma allungata in direzione N – S e i bacini con i quali confina, procedendo in senso orario, sono i seguenti: • • • aW Bacino del Fosso delle Canne ed area intermedia; aN Bacino del Fiume Platani; aE Bacino del Fiume Naro ed area intermedia. P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: Foglio P01395-PPL-RE-000-007 11 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 Il corso d’acqua è generato dalla confluenza di due fiumi principali denominati come F. Drago o Yspas e il F. San Biagio o San Benedetto. Lungo la linea di spartiacque, in un contesto prevalentemente di tipo collinare, vi sono numerosi rilievi che superano la quota di 500 m s.l.m., anche se le cime più elevate si raggiungono nelle seguenti località: • il “Serrone” (605,9 m s.l.m.) nel territorio comunale di Racalmuto; • C.da Montagna (m 611 s.l.m.) nel territorio comunale di Comitini; • Montagna del Comune (619,9 m s.l.m.) nel territorio comunale di Santa Elisabetta. L’Area Intermedia compresa fra il bacino del Fiume San Leone ad Ovest e il bacino del Fiume Naro ad Est, occupa una superficie complessiva di 10,0 km2. In questo settore si sviluppano i reticoli idrografici dei valloni Le Dune e Donna Cristina oltre che altre modeste incisioni che confluiscono rapidamente nel Mar Mediterraneo. Le quote più elevate sono, in genere, inferiori ai 100 m s.l.m. e vengono superate soltanto in corrispondenza della porzione più settentrionale della linea di spartiacque, lungo la dorsale calcarenitica che delimita a Nord la frazione del Villaggio Mosè (Comune di Agrigento), raggiungendo il valore massimo di 174,7 m s.l.m. in corrispondenza di Cozzo Mosè. Fig. 2.2 - Bacino idrografico del Fiume San Leone P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: P01395-PPL-RE-000-007 Foglio 12 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 2.2.1. Idrografia Il bacino idrografico del F. San Leone con una superficie di circa 207 km2, ricade nel versante meridionale della Sicilia. Dal punto di vista amministrativo esso rientra soltanto nella provincia di Agrigento. Il F. San Leone è delimitato: - - ad Ovest dal Bacino imbrifero del F. Fosse delle Canne (065) ed a Sud – Ovest dal bacino dell’area intermedia compresa tra il F. Fosse delle Canne e F. San Leone (066); ad Est dal F. Naro a Nord dal bacino imbrifero del F. Platani. Esso sorge alle pendici dei monti Guastanella (608 m s.l.m.) e Montagna del Comune (649 m s.l.m.), nel territorio del Comune di S. Elisabetta e scende verso valle lungo un percorso di circa 26 km, attraversando i Comuni di Raffadali, Joppolo Giancaxio e Agrigento, per sfociare infine, nel Mar Mediterraneo, in località San Leone nel territorio comunale di Agrigento. L’affluente principale è il Vallone S. Biagio denominato anche Vallone S. Benedetto che nasce in prossimità del centro abitato di Grotte ad una quota di circa 470 m s.l.m. e confluisce nel F. San Leone ad una quota di circa 14 m s.l.m in contrada Donfante, a pochi chilometri dalla foce, in territorio comunale di Agrigento. L’asta fluviale principale, lungo il suo percorso, assume diverse denominazioni. Nasce sotto il nome di Vallone Zolfare nei pressi del territorio comunale di S. Elisabetta, per poi assumere successivamente la denominazione di Vallone Monte Famoso in territorio comunale di Joppolo Giancaxio in c.da Babbalucia (a Nord – Ovest del centro abitato). In territorio di Agrigento infine, assume il nome Akragas, dopo aver ricevuto in sinistra idraulica le acque dell’affluente Vallone Consolida, quest’ultimo, avente origine ad Ovest del Centro abitato di Favara, in C.da San Benedetto. Il F. Akragas, da monte verso valle, assume in seguito i nomi di F. Drago, F. S. Anna (antico Hypsas) e infine, a circa 3 km dalla foce, prende il nome di F. San Leone. Il corso d’acqua principale riceve i contributi di affluenti quali: • V.ne Canalotto; • V.ne Consolida; • F. S. Biagio o S. Benedetto. Questi bacini hanno un regime idrologico marcatamente torrentizio, i cui deflussi naturali, nei periodi asciutti, risultano decisamente modesti. L’asta principale del Fiume San Leone si presenta a tratti incassata in profonde gole scavate in corrispondenza degli affioramenti rocciosi calcarenitici (C.da Pezzino e C.da S. Gregorio, nei pressi della Valle dei templi di Agrigento) e, nei terreni argillosi, incisa in dolci colline e con andamento meandriforme. P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: Foglio P01395-PPL-RE-000-007 13 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 Tab. 2.2 - Scheda tecnica riassuntiva relativa al bacino del Fiume San Leone 2.3 Il bacino del Fiume Naro Il bacino idrografico del Fiume Naro è localizzato nella porzione centrale del versante meridionale della Sicilia ed occupa una superficie complessiva di 262,3 km2 (Fig. 2.3). P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: Foglio P01395-PPL-RE-000-007 Fig. 2.3 14 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 - Bacino idrografico del Fiume Naro Il bacino in esame ha una forma allungata in direzione N – S e i bacini con i quali confina sono, procedendo in senso orario, i seguenti: • • • • aW Bacino del Fiume San Leone ed area intermedia; aN Bacino del Fiume Platani; a NE Bacino del Fiume Imera Meridionale; a SE Bacino del Fiume Palma ed area intermedia. Lungo la linea di spartiacque, in un contesto prevalentemente di tipo collinare, i rilievi più importanti sono rappresentati da Serra Puleri (608,6 m s.l.m.) e Serra Barbaro (648,7 m s.l.m.) localizzati nel settore nord-orientale del bacino; il resto della displuviale è impostata lungo modesti allineamenti collinari di quote variabili fra i 300 e i 550 s.l.m. P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: P01395-PPL-RE-000-007 Foglio 15 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 2.3.1. Idrografia Il bacino del F. Naro ricade nel versante meridionale della Sicilia e si estende per circa 262 km2 interessando il territorio della Provincia di Agrigento. È delimitato ad Ovest dal bacino imbrifero del F. San Leone, a Nord dal bacino del F. Platani ed a Est dal bacino del F. Palma. Il Fiume Naro, che rappresenta il corso d’ acqua principale, si sviluppa per circa 31 km e trae origine dal monte Bardaro (650 m s.l.m.) in c.da Porco Spino, in territorio del Comune di Canicattì. Successivamente attraversa il territorio dei Comuni di Naro, Favara e Agrigento, ricevendo in destra i Torrenti Iacono e Favara. A circa 2,5 km dallo sbocco nel Mare Mediterraneo il fiume riceve, in sinistra idrografica, il T. Grancifone, uno degli affluenti più importanti. I corsi d’acqua citati presentano tutti un regime idrologico marcatamente torrentizio, con deflussi naturali, nei periodi asciutti, molto modesti. L’asta principale si presenta a tratti incassata in profonde gole e, in altri casi, incisa in dolci colline e con andamento meandriforme. Lungo il corso del Fiume Naro e del Torrente Grancifone (Burraito) sono stati realizzati due invasi artificiali chiamati rispettivamente San Giovanni e Furore. Gli invasi artificiali, oltre a consentire l’accumulo di risorse idriche per usi irrigui hanno la funzione di laminare le piene a salvaguardia dei terreni a valle degli stessi. Fra i sottobacini individuati, i più importanti sono: • il T.te Grancifone (Burraito), che ha origine subito a valle del centro abitato di Naro in contrada Diesi (350 m s.l.m), si sviluppa per 16 km fino a confluire nel F. Naro, in sinistra idraulica, a 2,50 km dalla foce. Sul Torrente Grancifone a circa 9,30 km dalla confluenza con il Fiume Naro, si trova il lago artificiale di Furore che sottende un bacino imbrifero di 38 km2. • il T.te Jacono ha origine in C.da Bigini (500 m s.l.m) al confine tra i territori comunali di Castrofilippo e Racalmuto, si estende per 17 km circa confluendo nel F. Naro in C.da Malvizzo ad una quota di 149 m s.l.m.. P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: Foglio P01395-PPL-RE-000-007 16 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 Tab. 2.3 - Scheda tecnica riassuntiva relativa al bacino del Fiume Naro 2.4 Il bacino del Fiume Platani Il bacino idrografico del Fiume Platani è localizzato nella porzione centro-occidentale del versante meridionale della Sicilia ed occupa una superficie complessiva di 1.777,36 km2 (Fig. 2.4). P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: Foglio P01395-PPL-RE-000-007 Fig. 2.4 17 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 - Bacino idrografico del Fiume Platani Il bacino in esame ha una forma allungata in direzione NE – SW e i bacini con i quali confina sono, procedendo in senso orario, i seguenti: • • a NW Bacino del Fiume Magazzolo – Bacino del Fiume Verdura; aN Bacino del Fiume San Leonardo – Bacino del Fiume Torto - Bacino del Fiume Imera Settentrionale; - ad E • Bacino del Fiume Imera Meridionale; - a SE • Bacino del Fiume Naro – Bacino del Fiume San Leone – Bacino del Fiume Fosso delle Canne. Tra le vette che individuano la displuviale, quelle che raggiungono le quote più elevate sono localizzate nel settore nord-occidentale del bacino; in particolare nella zona montuosa dei Sicani, al confine fra le province di Palermo e Agrigento (Serra della Moneta, m 1188 m s.l.m.; Serra Quisquina, m 1169 m s.l.m.; Cozzo Stagnataro, m 1346 s.l.m.) e nel settore nord-orientale, in prossimità di Valledolmo (Pizzo Sampietro, m 1081 s.l.m.; Serra di Puccia, m 1052 s.l.m.; Monte Catuso, m 1042 s.l.m.). Tuttavia, le cime più elevate sono localizzate all’interno del bacino, nella sua porzione Nord-Orientale: si tratta P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: P01395-PPL-RE-000-007 Foglio 18 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 del sistema montuoso di Monte Gemini (quota 1392,4 s.l.m.) e di Monte Cammarata (m 1578 s.l.m.). 2.4.1. Idrografia 2.4.1.1 L’asta principale Il bacino del Platani s’inserisce tra il bacino del fiume Magazzolo ad Ovest e il bacino del Fosso delle Canne ad Est. Ha un’estensione di circa 1777,4 km2; si apre al mare Mediterraneo nei pressi di Capo Bianco, nel tratto costiero delimitato tra Sciacca e Siculiana Marina, con un fronte di circa 4 km in cui si imposta il delta del fiume. Il fiume Platani nasce in prossimità di S. Stefano di Quisquina presso Cozzo Confessionario e si sviluppa per circa 103 Km. Lungo il suo percorso riceve le acque di molti affluenti tra i quali: • il vallone Morello che nasce presso Lercara Friddi e confluisce in sinistra idraulica a valle del centro abitato di Castronovo di Sicilia; • il vallone Tumarrano, che nasce presso Monte Giangianese e confluisce in sinistra presso San Giovanni Gemini; • il fiume Gallo d’Oro e il fiume Turvoli; • il vallone di Aragona, che nasce presso il centro abitato di Aragona e confluisce in sinistra idraulica; • il Vallone della Terra, il Vallone Gassena, il Vallone di Grifo, il Vallone Cacugliommero, il Vallone del Palo, il Vallone Spartiparenti, il Vallone di Arabona, Fosso Cavaliere e Fosso Stagnone. Sull’alta valle del Platani, in località Stretta di Fanaco (Comune di Castronovo di Sicilia, in provincia di Palermo), sorge il serbatoio Fanaco, costruito nel 1956 ed in esercizio dal 1962 per l’utilizzo dei deflussi a scopo potabile ed irriguo con un volume utile di regolazione di 19,20 m3. Lo sbarramento sottende un bacino imbrifero di 46 km2, mentre risultano allacciati circa 14 km2 del bacino imbrifero del Vallone Cacugliommero. Il Platani, prima di confluire a mare scorre in un’aperta valle a fondo sabbioso, piano e terrazzato, serpeggiando in un ricco disegno di meandri. La varietà di scorci paesaggistici offerti dai diversi aspetti che il fiume assume, dilatandosi nella valle per la ramificazione degli alvei o contraendosi per il paesaggio tra strette gole scavate nelle rocce, è certamente una delle componenti della sua bellezza. 2.4.1.2 Descrizione dei principali sottobacini Una suddivisione del bacino del Fiume Platani nei principali sottobacini è riportata nel Decreto Assessoriale Regionale Territorio e Ambiente del 4/7/2000. P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: P01395-PPL-RE-000-007 Foglio 19 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 Tale suddivisione è, in linea generale, quella del censimento dei Corpi Idrici contenuto nel Piano Regionale di Risanamento delle Acque della Regione Sicilia e viene di seguito riportata: • • • • Sottobacino del Fiume Turvoli; Sottobacino del Fiume Gallo d’Oro; Sottobacino del Fiume Salito; Sottobacino del Torrente Belici. Il bacino del Fiume Turvoli, affluente del Fiume Platani, ricade nel versante meridionale della Sicilia e si estende per circa 125 km2. Nel bacino ricade una parte dei centri abitati di Alessandria della Rocca e San Biagio Platani. Il Fiume Turvoli nasce dalle pendici di Monte Cammarata, in territorio del comune di Cammarata e si sviluppa per circa 20 km sino alla confluenza con il Fiume Platani, in contrada Sirchiarolo, al confine fra il territorio dei comuni di Alessandria della Rocca, S. Biagio Platani e Sant’Angelo Muxaro, a quota 70 m s.l.m. Lungo il suo percorso riceve le acque del Vallone Chirumbo, che scorre parallelamente al tratto iniziale del Fiume Turvoli e confluisce in destra al confine fra il territorio di Cammarata, S. Stefano Quisquina e Casteltermini, e del Vallone La Fratta, che nasce nei pressi del centro abitato di Alessandria della Rocca e confluisce in destra al confine fra il territorio di S. Stefano Quisquina, S. Biagio Platani e Alessandria della Rocca. Il bacino del Fiume Gallo d’Oro, affluente del Fiume Platani, ricade nel versante meridionale della Sicilia. Esso si estende, per circa 831 km2, dai centri abitati di Racalmuto, Canicattì e Serradifalco, sino alla confluenza col Fiume Platani, in c.da Margagliana in territorio di Casteltermini, a quota 139 m s.l.m. Il bacino ricade nel territorio della provincia di Agrigento e Caltanissetta e presenta un’altitudine massima di 659 m s.l.m. e un’altitudine media di 391 m s.l.m. Nel bacino ricadono i centri abitati di Racalmuto, Montedoro, Milena, Bompensiere e quasi tutto il centro abitato di Serradifalco. Il Fiume Gallo d’Oro nasce in prossimità del centro abitato di Serradifalco, nei pressi di Pizzo Candela, con il nome di Fiume di Ghibellina e si sviluppa per circa 39 km. Lungo il suo percorso riceve le acque del Fiume Salito che confluisce in destra presso c.da Pantanazzo al confine tra il territorio di Sutera, Mussomeli e Bompensiere. Il bacino del Fiume Salito, appartiene al bacino idrografico del Fiume Platani, ricade nel versante meridionale della Sicilia e si estende per circa 633 km2. Nel bacino ricadono i centri abitati di Racalmuto, Montedoro, Milena, Bompensiere e quasi tutto il centro abitato di Serradifalco. Il Fiume Salito nasce dalle pendici del Monte Zagara, presso S. Caterina Villarmosa, e si sviluppa per circa 42 km fino a confluire nel Fiume Gallo d’Oro, presso c.da Pantanazzo al confine tra il territorio di Sutera, Mussomeli e Bompensiere a quota 170 m s.l.m. Lungo il suo percorso riceve le acque di diversi affluenti, tra i quali il Torrente Belici che affluisce in destra presso c.da Cappello d’Acciaio in territorio di Mussomeli e il Torrente Fiumicello che nasce presso c.da Burnano in territorio di Mussomeli e affluisce in destra presso c.da Carruba Rancisio al confine tra il territorio di Mussomeli e di Sutera. Il Torrente Fiumicello presenta una rete idrografica abbastanza estesa ed il proprio bacino imbrifero si estende P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: P01395-PPL-RE-000-007 Foglio 20 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 per circa 82 km2. Il bacino del Fiume Salito ricade sui depositi tortoniani neoautoctoni, costituiti da marne, argille marnose ed arenarie, e sulla serie gessoso-solfifera, costituita da un’alternanza di terreni evaporatici con intercalazioni argillose, marnose e sabbiose, riferite al Miocene superiore Il bacino del Torrente Belici, appartenente al bacino idrografico del Fiume Platani, ricade nel versante meridionale della Sicilia e si estende per circa 287 km2. Il bacino ricade nel territorio della provincia di Agrigento, Caltanissetta e Palermo e presenta un’altitudine massima di 1.081 m s.l.m. e media di 563 m s.l.m.. Nel bacino ricadono i centri abitati di Valledolmo, Vallelunga Pratameno, Villalba e Marianopoli. Il Torrente Belici nasce presso il centro abitato di Valledolmo con il nome di Torrente Celso e si sviluppa per circa 40 km fino alla confluenza con il Fiume Salito in c.da Cappello d’Acciaio, in territorio di Mussomeli a quota 200 m s.l.m.. Lungo il suo percorso riceve le acque di diversi affluenti tra i quali il Vallone Verbumcaudo che nasce in prossimità di Pizzo Campanella, in territorio di Caltavuturo, e affluisce in sinistra presso contrada Buffa Corsa al confine tra il territorio di Vallelunga Pratameno e di Polizzi Generosa e il torrente Barbarico che nasce presso Portella del Morto, in territorio di Petralia Sottana, con il nome di Vallone del Ladro e confluisce in sinistra presso contrada Mercato della Sigma, in territorio di Petralia Sottana. P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: P01395-PPL-RE-000-007 Foglio 21 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 Tab. 2.4 - Scheda tecnica riassuntiva relativa al bacino del Fiume Platani P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: Foglio P01395-PPL-RE-000-007 2.5 22 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 Il bacino del Fiume Imera Meridionale Il bacino idrografico del Fiume Imera Meridionale o Salso rappresenta il secondo corso d’acqua della Sicilia, sia per l’ampiezza del bacino che per la lunghezza dell’asta principale. Si localizza nella porzione centrale del versante meridionale dell’isola e ha una forma allungata in senso N-S, occupando una superficie complessiva di circa 2000 km2 (Fig. 2.5). Fig. 2.5 - Bacino idrografico del Fiume Imera Meridionale e aree limitrofe Confina ad Est con i bacini idrografici del Fiume Simeto e del Fiume Gela, ad Ovest con quelli del Fiume Platani, del Fiume Naro e del Fiume Palma, a Nord con quelli del Fiume Imera Settentrionale e del Fiume Pollina. Le quote più elevate dello spartiacque si localizzano a settentrione in corrispondenza della dorsale meridionale delle Madonie che separa il versante tirrenico dal resto dell’isola. In questo settore i rilievi principali da Ovest verso Est sono rappresentati dal Monte Catuso (1042 m), Serra di Puccia (1052 m), Monte Salvatore (1912 m), Pizzo Catarineci (1660 m), Pizzo di Corvo (1642 m), Monte di Corvo (1242 m), Monte Zimmara (1333 m), Pizzo Gallo (1162 m), Monte Altesina (1192 m). Nell’ambito della presente relazione è stata inserita anche l’area territoriale compresa fra l’Imera Meridionale ed il Palma (Area 071), caratterizzata in modo peculiare dal percorso del torrente Mollarella che assume un aspetto importante nello sviluppo dei fenomeni di piena che avvengono lungo la porzione terminale del Fiume Imera Meridionale. P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: P01395-PPL-RE-000-007 Foglio 23 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 L’area non consiste in un unico bacino idrografico ma è costituita dalle varie porzioni di territorio che alimentano modesti reticoli idrografici o scaricano i deflussi superficiali direttamente in mare. La sua superficie si sviluppa da Ovest verso Est fra la foce del fiume Imera Meridionale e quella del Palma e la linea di spartiacque non raggiunge quote particolarmente elevate. I valori maggiori si riscontrano in corrispondenza del settore Nord-Orientale presso Monte Durrà (469 m s.l.m.) e Monte Sant’Angelo (414 m s.l.m.). 2.5.1. Idrografia 2.5.1.1 L’asta principale Il Fiume Imera Meridionale, lungo circa 132 Km, nasce a Portella Mandarini (1500 m) sul versante meridionale delle Madonie e, dopo aver attraversato la Sicilia centromeridionale, sfocia nel Canale di Sicilia in corrispondenza dell’abitato di Licata, in provincia di Agrigento. Nella parte montana, denominato all’inizio Torrente Mandarini e poi Fiume di Petralia, mostra un andamento a tratti rettilineo e a tratti sinuoso, con modesti tributari di limitato sviluppo in lunghezza ad esclusione del Torrente Alberi - S.Giorgio e del Fiume Vaccarizzo, quest’ultimo alimentato dal Torrente della Cava. L’asta principale, che presenta nella parte mediana un andamento generalmente sinuoso con locali meandri, scorre in senso N-S sebbene siano presenti due variazioni di direzione: la prima verso Ovest alla confluenza del Fiume Torcicoda e la seconda, più a valle, verso Sud in corrispondenza della confluenza del Vallone Furiana. Il sistema di drenaggio è qui più sviluppato rispetto al tratto montano, pur conservando ancora una fisionomia di scarsa maturità. Nella parte terminale, già nel tratto a Sud del centro abitato di Ravanusa, i meandri diventano più ampi e frequenti, sebbene il grado di maturità del sistema idrografico risulti tuttavia ancora modesto; qui il corso d’acqua attraversa alluvioni recenti e terrazzate che si raccordano con i depositi alluvionali della Piana di Licata dove il fiume presenta il suo massimo sviluppo meandriforme. Lungo il suo percorso riceve gli apporti di numerosi corsi d’acqua secondari ed accoglie i deflussi di un considerevole numero di linee di drenaggio minori. Alcuni di tali corsi d’acqua drenano bacini di significativa estensione che si localizzano principalmente in sinistra idrografica. I maggiori affluenti in sinistra idrografica sono: Il Fiume Salso Superiore nasce alle pendici di Pizzo di Corvo con il nome di Vallone Acqua Amara e si sviluppa per circa 28 Km fino alla confluenza con l’asta principale in località Ponte Cinque Archi, ad una quota di circa 340 metri. Durante il suo percorso riceve le acque del Fiume Gangi, l’unico affluente di una certa importanza; il Fiume Morello è tra i maggiori tributari del Fiume Imera Meridionale sia per sviluppo del corso d’acqua che per estensione del bacino di drenaggio; nasce nel territorio comunale di Nicosia e confluisce ad una quota di circa 270 metri nell’Imera Meridionale, poco a valle del Ponte Capodarso. Nei pressi di Monte di Cozzo Ferrara, al confine tra il territorio di Villarosa ed Enna, il fiume presenta uno sbarramento che dà origine al serbatoio Villarosa. P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: P01395-PPL-RE-000-007 Foglio 24 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 Il Fiume Torcicoda si origina dal versante meridionale del rilievo su cui sorge Enna e dall’altopiano di Pergusa, dove si ha l’omonimo lago, con il nome di Vallone Cateratta e scorre in direzione NE-SW sino alla confluenza con l’asta principale localizzata poco più a valle di quella del Fiume Morello, ad una quota di circa 260 m; Il Torrente Braemi nasce a Portella Grottacalda con il nome di Torrente Forma e successivamente con quello di Torrente Olivo, sviluppandosi complessivamente per circa 35 Km e sfociando nell’Imera Meridionale nei pressi di Molino di Iusa. Il Torrente Olivo in C.da Critti, a circa 400 metri, presenta uno sbarramento che dà origine al Lago Torrente Olivo; Il Torrente Carusa nasce nel territorio di Piazza Armerina, scorre in direzione NE-SW e sfocia nell’asta principale nei pressi di C.da Zubbia. Con il nome di Torrente Tardara attraversa il territorio a nord dell’abitato di Barrafranca drenando versanti prevalentemente argillosi. I principali affluenti in destra idrografica sono: Il Vallone Arenella scorre in direzione W-E su terreni prevalentemente argillosi, presenta un reticolo generalmente dendritico e confluisce nell’asta principale in località Stazione di Imera a circa 300 metri; Il Vallone Furiana nasce a Sud di Serra Canicassè, ad una quota di circa 278 metri, dalla confluenza del Fosso Bifaria e del Vallone dell’Anguilla, rispettivamente in sinistra e in destra idrografica. Drena versanti costituiti prevalentemente da termini argillosi della serie gessoso-solfifera e sfocia nel Salso a circa 197 metri di quota; Il Fiume Gibbesi, denominato all’origine Fiume Delia, ha uno sviluppo di circa 28 Km, scorre su versanti di natura prevalentemente argillosa e sfocia nell’Imera Meridionale ad una quota di circa 100 metri. Lungo il suo percorso, e precisamente tra le C.de Canalotto e Gibbesi Vecchio, rispettivamente nei territori comunali di Sommatino (CL) e Naro (AG), presenta uno sbarramento che dà origine all’invaso Gibbosi; Il Torrente Mendola, detto anche Torrente Favarotta o Casale, la cui lunghezza complessiva è di circa 21 Km, è il maggiore tributario del tratto terminale dell’Imera Meridionale. Scorre con prevalente direzione N-S attraversando il territorio di Campobello di Licata per confluire nel fiume Imera Meridionale a pochi chilometri dalla foce. 2.5.1.2 Descrizione dei principali sottobacini Vengono di seguito descritti i sottobacini del Fiume Imera Meridionale individuati dal Censimento dei Corpi Idrici contenuto nel Piano Regionale di Risanamento delle Acque della Regione Sicilia: • • • • • • • Sottobacino del Fiume Salso Superiore; Sottobacino del Fiume Morello; Sottobacino del Fiume Torcicoda; Sottobacino del Torrente Braemi; Sottobacino del Vallone Furiana; Sottobacino del Fiume Gibbesi; Sottobacino del Torrente Mendola. P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: P01395-PPL-RE-000-007 Foglio 25 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 Il bacino del Fiume Salso Superiore si estende per circa 220 km2 ed interessa il territorio delle province di Caltanissetta, Enna e Palermo, sviluppandosi, comunque, prevalentemente all’interno dei territori comunali della provincia di Palermo (Geraci Siculo, Petralia Soprana, Gangi, Bompietro, Alimena). Nel bacino ricade il centro abitato di Bompietro e parte di quello di Gangi. L’altitudine massima è di circa 1680 m.s.m., che corrisponde alla vetta di Pizzo Catarineci, in territorio di Geraci Siculo, quella media è di circa 740 m.s.m. e la minima è di circa 343 m.s.m., quota di confluenza con l’Imera Meridionale, in località Ponte Cinque Archi. Il corso d’acqua nasce alle pendici di Pizzo Corvo con il nome di Vallone Acqua Amara, scorre in direzione N-S con un andamento a tratti rettilineo ed a tratti sinuoso e presenta un pattern dendritico e localmente subparallelo. Lungo il suo percorso, di circa 28 Km, riceve le acque del Fiume Gangi e quelle del Vallone Salito, che rappresentano i tributari di maggiore importanza. Deve il suo nome alla salinità assai elevata dei deflussi superficiali dovuta alla prevalente presenza nel bacino di rocce della serie gessoso-solfifera. Il bacino del Fiume Morello interessa il territorio della provincia di Enna, attraversando i territori comunali di Nicosia, Calascibetta, Villarosa ed Enna. Comprende interamente l’abitato di Villarosa e parzialmente quello di Calascibetta, la cui restante parte ricade nel bacino del Fiume Simeto. Il bacino ha una forma piuttosto allungata ed un’estensione di circa 178 km2; l’altitudine massima è di circa 1192 m.s.m. che corrisponde alla cima di Monte Altesina, nel territorio comunale di Nicosia, dalle cui pendici si origina l’asta principale con il nome di Vallone Altesinella. L’altitudine media è di circa 582 m.s.m. e la minima di circa 270 m.s.m., che si ha alla confluenza con l’Imera Meridionale nei pressi di Ponte Capodarso. Il bacino risulta caratterizzato dalla presenza di vasti affioramenti della serie gessososolfifera nella porzione centro-settentrionale e da termini della serie pliocenica, in trasgressione sulla precedente, nel settore centro-orientale. Il Fiume Morello, il cui sviluppo è di circa 31 Km, scorre in direzione E-W nella zona montana, dove drena le acque del Vallone Pietre Lunghe, unico affluente di testata di una certa importanza. Nei pressi dell’abitato di Villapriolo si ha un cambiamento di direzione in senso N-S sino alla confluenza con l’Imera. Negli anni 1969-1972 l’E.M.S. nel territorio di Villarosa, ha realizzato la Diga Morello, a sbarramento dell’omonimo fiume. L’invaso era destinato ad usi industriali per il lavaggio del sale potassico della vicina miniera di Pasquasia. Il bacino del Fiume Torcicoda si estende ad interessare il territorio della provincia di Enna. Ha una superficie di circa 122 Km2 ed una altitudine media di circa 586 m.s.m.. Il corso d’acqua, lungo circa 18 Km, nasce alle pendici del Poggio Baronessa, a circa 860 m.s.m., con il nome di Torrente San Giovanello e prosegue assumendo i nomi di Vallone Serieri prima e di Vallone Cateratta poi, fino a C.da Nicola dove prende il nome di Torcicoda. Qui riceve le acque del Vallone Scioltabino, suo principale tributario e, scorrendo sempre in territorio ennese, confluisce nell’Imera Meridionale, in C.da Pampilone a quota 260 m.s.m. circa, poco più a valle del Fiume Morello. Il bacino del Fiume Braemi, vasto circa 196 Km2 e con una altitudine media di circa 486 m.s.m., si sviluppa nelle province di Caltanissetta ed Enna interessando i territori comunali di Piazza Armerina, Barrafranca e Mazzarino. Vi ricade il centro abitato di Barrafranca e parte di quello di Mazzarino. Il corso d’acqua nasce in C.da Portella Grottacalda con il nome prima di Torrente Furma e poi con quello di Torrente Olivo per diventare Torrente Braemi in corrispondenza della confluenza con il Torrente Bressima, uno dei suoi maggiori P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: P01395-PPL-RE-000-007 Foglio 26 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 affluenti. Altri affluenti di una certa rilevanza sono il Vallone Grande e i Torrenti Polino e Salinella. La lunghezza dell’asta principale è di circa 35 Km e durante il suo corso incide, a tratti con processi erosivi molto marcati, terreni pertinenti alla serie pliocenica dati da argille azzurre e da sabbie e calcareniti giallastre, poggianti in trasgressione sulla serie gessoso-solfifera. Confluisce nell’ Imera Meridionale a circa 155 m.s.m. nei pressi di Molino di Iusa. Nel tratto di fiume che prende il nome di Torrente Olivo è stato realizzato l’omonimo lago. Il serbatoio raccoglie i deflussi di 127 Km2 di bacino destinati all’irrigazione. Il bacino del Vallone Furiana presenta una superficie di circa 107 Km2 e un’altitudine media di circa 450 m.s.m. interessando i territori comunali di Caltanissetta e Serradifalco. Il corso d’acqua nasce a Sud di Serra Canicassè, ad una quota di circa 278 metri, dalla confluenza del Fosso Bifaria e del Vallone dell’Anguilla, rispettivamente in sinistra e in destra idrografica. Dopo un percorso di circa 19 Km sfocia nel Salso a circa 197 metri di quota. Il bacino del Fiume Gibbesi, all’interno del quale ricade il centro abitato di Delia, ha un’estensione di circa 136 Km2 e un’altitudine media di 392 m.s.m.. Il fiume, lungo circa 28 Km, si origina dalla Sorgente Savuco, alle pendici di Monte Grotta Rossa nel territorio comunale di Caltanissetta. Denominato nel tratto superiore Fiume Delia attraversa i territori comunali di Delia, Naro, Ravanusa e Sommatino sino a sfociare nell’Imera Meridionale, in C.da Isola Persa. Lungo il suo percorso, e precisamente tra le C.de Canalotto e Gibbesi Vecchio rispettivamente nei territori comunali di Sommatino (CL) e Naro (AG), presenta uno sbarramento che dà origine all’invaso Gibbesi, le cui acque sono utilizzate a scopo irriguo. Il Bacino del Torrente Mendola si sviluppa per circa 131 Km2 nel territorio della provincia di Agrigento, ha un’altitudine media di 276 m.s.m. e comprende, al suo interno, il centro abitato di Campobello di Licata e parte di quello di Ravanusa. Il torrente Mendola, la cui lunghezza complessiva è di circa 21 Km, nasce in C.da Serra Lunga e lungo il suo corso attraversa i territori comunali di Naro e Campobello di Licata per confluire nel fiume Imera Meridionale a pochi chilometri dalla foce a circa 25 metri di quota. Nel territorio di Enna, nella zona di spartiacque con il bacino del Simeto, è presente il Lago di Pergusa, serbatoio naturale senza immissari né emissari, originatosi per affioramento della falda freatica, le cui acque hanno un grado di salinità piuttosto elevato. Il lago ha una forma ellittica con asse maggiore di circa 1.7 Km e asse minore di circa 1 Km ed una profondità massima di circa 2 metri alla fine della stagione piovosa. In periodi particolarmente siccitosi si è verificato il caratteristico fenomeno dell’arrossamento delle acque (flos aquae) dovuto alla crescita smisurata della flora batterica solfo-ossidante (Tiobatteri). Nel 1995, proprio per la pecularietà di tali periodici arrossamenti, è stata istituita nel lago la Riserva Naturale Speciale. Dal punto di vista idrografico, nell’ambito dell’Area Territoriale 071, estesa 66,7 km2, i ricettori principali che sfociano direttamente nel Mar Mediterraneo procedendo da W verso E, sono i seguenti: • Il Vallone di Punta Ciotta il cui bacino è esteso 1,9 km2; • Il Vallone di Gaffe, il cui bacino è esteso 10,0 km2; • Il Canale Mollarella, il cui bacino è esteso 30,8 km2. P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: P01395-PPL-RE-000-007 Foglio 27 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 Tab. 2.5 - Scheda tecnica riassuntiva relativa al bacino del Fiume Imera Meridionale P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: Foglio P01395-PPL-RE-000-007 2.6 28 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 Corsi d’acqua minori Relativamente al reticolo minore, circa gli effetti operati dai vari “rii” e dall’ampia rete di fossi campestri, sulla morfologia della parte collinare tipica dell’area in esame, si sottolinea che l’intero reticolo idrografico presenta un disegno fortemente condizionato dalle caratteristiche litologiche delle formazioni affioranti e dalle principali lineazioni tettoniche che le interessano; la forma dei valloni e l’andamento dei corsi d’acqua secondari risultano, inoltre, strettamente legati sia agli intensi fenomeni morfogenetici che si sono via via susseguiti nel tempo, sia alle variazioni climatiche subite dalla regione. I corsi d’acqua, interessati dall’opera, sono caratterizzati da spiccata torrenzialità e tempi di corrivazione alquanto brevi e, generalmente, sono sede di notevole trasporto solido, ricevendo alimentazione da settori a basso grado di resistenza all’erosione e/o ad elevata degradazione, connesso alla natura intrinseca dei depositi interessati. 2.7 Forme di erosione connesse all’azione dell’acqua Per quel che riguarda l'erosione e il dilavamento dei versanti, si può ricordare che sono dovuti a molteplici cause, quali la natura del materiale, i fattori morfologici, i fattori climatici, il tipo di copertura vegetale e i fattori antropici. Nel territorio studiato sono intensi i processi erosivi dovuti alle acque dilavanti ed ai corsi d'acqua. Sono state analizzate forme e processi d’erosione idrica sia perché essi possono costituire importanti elementi di dissesto superficiale, sia per lo stretto rapporto che, talora, tali elementi hanno nel contesto dell’innesco e dell’evoluzione dei movimenti di massa. In particolare si sono analizzati l’erosione laterale e di fondo lungo le aste torrentizie, nonché i fenomeni erosivi diffusi lungo i versanti. I fenomeni di ruscellamento diffuso e di erosione concentrata di fondo lungo gli impluvi si manifestano spesso associati e portano ad un dilavamento dei versanti con l’asportazione della coltre di suolo superficiale, specie nei tratti più acclivi, laddove incidono litotipi teneri o coltri di versante. 2.8 Ruscellamento diffuso Lungo i versanti sono state rilevate alcune zone, in cui si è riscontrata una propensione al denudamento sia dei terreni di copertura sia dei materiali disgregati, derivanti da disfacimento del substrato roccioso. Sostanzialmente sono state identificate quelle zone scarsamente vegetate presenti in corrispondenza di versanti ad elevata pendenza, di forma prevalentemente allungata, che influenzano la concentrazione del ruscellamento. In alcune situazioni si è spesso rilevato che l’azione erosiva e l’azione gravitativa sono in stretto rapporto; in tali casi il termine “erosione” è stato utilizzato nel suo significato più ampio. P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: Foglio P01395-PPL-RE-000-007 3 3.1 29 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 DESCRIZIONE DEGLI ATTRAVERSAMENTI Generalità La soluzione adottata per l’esecuzione degli attraversamenti fluviali, prevede la tecnica dello scavo a cielo aperto senza l’utilizzo di tubo di protezione . La soluzione prescelta è quella che garantisce l’integrità delle sezioni dei canali interessati e la sicurezza dell’opera in progetto. Di seguito, l’elenco di tutti i corsi d’acqua attraversati, con le rispettive progressive chilometriche (si veda inoltre Allegato 1). Tab. 3.1 - Attraversamenti corsi d’acqua. MET. AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA CORSI D’ACQUA Vallone Busone Fosso senza nome Vallone Mendolazza Fosso senza nome Vallone Joppolo (Cacici) Vallone Vocali (Vacali) Torrente Cipollazzi Fosso senza nome Fosso senza nome Fosso senza nome Vallone Scorrone Torrente Agnellaro (1° attr.) Torrente Agnellaro (2° attr.) Torrente Cannistraro Torrente Garufo Fosso privato Vallone S.Benedetto Fosso senza nome Vallone Morgante Vallone Scintilia Fosso senza nome Torrente Iacono Fosso senza nome Torrente Paradiso Torrente Affluente Vallone Romilia Vallone Furiana o dell'Anguilla Bifaria Vallone Ciulfo Grotta d'Acqua (1° attr.) Vallone Ciulfo Grotta d'Acqua (2° attr.) P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 KM 2+410 2+640 3+740 5+150 6+110 6+515 6+780 7+170 8+535 9+535 11+130 13+385 14+413 15+760 15+860 16+130 16+505 17+600 17+915 21+625 21+955 24+535 37+000 39+295 41+215 42+805 COMUNE AGRIGENTO AGRIGENTO-RAFFADALI RAFFADALI RAFFADALI RAFFADALI-JOPPOLO G. JOPPOLO G. JOPPOLO G. JOPPOLO G. JOPPOLO G. JOPPOLO G. ARAGONA ARAGONA ARAGONA FAVARA FAVARA-COMITINI COMITINI COMITINI COMITINI COMITINI RACALMUTO RACALMUTO RACALMUTO-CASTROFILIPPO CANIVATTI’ CANIVATTI’-CALTANISETTA CALTANISETTA CALTANISETTA ATTRAVERSAMENTO A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A ciel o aperto A ciel o aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto 44+240 SERRADIFALCO A cielo aperto 44+705 SERRADIFALCO A cielo aperto 46+225 SERRADIFALCO A cielo aperto METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: Foglio P01395-PPL-RE-000-007 Vallone Ciulfo Grotta d'Acqua (3° attr.) Vallone Ciulfo Grotta d'Acqua (4° attr.) Vallone Grotta Vuccieri (1° attr.) Vallone Grotta Vuccieri (2° attr.) Torrente Grotta Vallone Mangiaretti Vallone Canicossè Fiume Salso Imera Meridionale Fosso senza nome Torrente d’Arrigo 3.2 30 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 46+685 SERRADIFALCO A cielo aperto 47+095 SERRADIFALCO A cielo aperto 47+750 CALTANISETTA A cielo aperto 47+970 CALTANISETTA A cielo aperto 48+770 49+355 52+065 CALTANISETTA CALTANISETTA CALTANISETTA A cielo aperto A cielo aperto A cielo aperto 58+420 CALTANISETTA-PIETRAPERZIA A cielo aperto 59+820 63+730 PIETRAPERZIA PIETRAPERZIA A cielo aperto A cielo aperto Fasi operative 3.2.1. Attraversamenti mediante scavo a cielo aperto senza tubo di protezione Tale metodologia è applicata per l’attraversamento dei corsi d’acqua che non hanno infrastrutture prossime alle sponde. Negli attraversamenti dei corsi d’acqua a cielo aperto, si procede normalmente alla preparazione fuori opera del cosiddetto “cavallotto”, che consiste nel piegare e quindi saldare fra loro delle barre secondo la geometria di progetto, contemporaneamente si esegue lo scavo, anche in presenza di acqua. Nell’eventualità sia necessario operare durante il periodo estivo, quando maggiore è la richiesta di acqua per l’irrigazione, onde garantire senza variazioni di flusso la fornitura richiesta, verranno posate delle tubazioni in asse fosso / canale (tomboni) di dimensioni adeguate a smaltire l’intera portata del corso d’acqua. Realizzato il by-pass si procederà all’esecuzione dello scavo e, successivamente con l’impiego di trattori posatubi, alla posa del “cavallotto” preassemblato fuori opera ed al rinterro. Le principali fasi del lavoro di ripristino, relativamente agli attraversamenti realizzati con scavo a cielo aperto possono essere così riassunte: • • • • Rinterro degli scavi; Ripresa, stendimento e riprofilatura dello strato superficiale di terreno accantonato ed eventuale realizzazione di opere di contenimento sulle sponde; Inerbimento con idrosemina; Eventuale messa a dimora di vegetazione arbustiva ed arborea. Il rinterro della tubazione viene effettuato con il materiale precedentemente scavato. Il ripristino e la protezione delle sponde verrà eseguito attuando le più moderne tecniche di P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: P01395-PPL-RE-000-007 Foglio 31 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 ingegneria ambientale, utilizzando, ove necessario, anche il legname. Solo nel caso di esistenti sistemazioni idrauliche, esse saranno ricostituite. Il tutto verrà realizzato senza alterare le caratteristiche idrauliche dei corsi d’acqua attraversati dalla tubazione. P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: P01395-PPL-RE-000-007 4 Foglio 32 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 OPERE DI REGIMAZIONE E DI RIPRISTINO IDRAULICO Per ripristini di tipo idraulico si intendono quelle opere che hanno la funzione di regimare i corsi d’acqua al fine di evitare fenomeni di erosione spondale e di fondo. Si classificano come “opere longitudinali” quelle che hanno un andamento parallelo alle sponde dei corsi d’acqua ed hanno una funzione protettiva delle stesse, come “opere trasversali” quelle con sviluppo perpendicolare al corso d’acqua ed hanno la funzione di correggere o fissare le quote del fondo alveo, fino al raggiungimento del profilo di compensazione al fine di evitare fenomeni di erosione di fondo. La realizzazione di queste strutture lungo il tracciato di progetto interessa tutti quei corsi d’acqua caratterizzati da condizioni di forte regime idraulico, sottoposti quindi a sollecitazioni cinetiche ed attività erosive dovuta al flusso della corrente fluviale. Le opere di regimazione idraulica dei corsi d’acqua previste lungo il tracciato di progetto sono riepilogate in Tab. 4.1. Opere di regimazione idraulica longitudinali Nel progetto in esame si utilizzeranno nella fattispecie opere di ricostruzione spondale con rivestimento in massi, difesa spondale con scogliera in massi e ricostituzione spondale con rivestimento in gabbioni (Dis. n. P01395-ENV-DW-000-362, Allegato 10). Le scogliere in massi, eseguite contro l’erosione delle sponde e per il contenimento dei terreni a tergo, saranno sagomate sulla base dei progetti che ne determineranno le dimensioni, nonché lo sviluppo della parte in elevazione e del piano di fondazione. La scelta delle dimensioni degli elementi che formano i rivestimenti deve essere fatta in funzione delle sollecitazioni meccaniche a cui verranno sottoposte in esercizio (sforzi di trascinamento dovuti alla corrente, sottopressioni idrauliche). Le dimensioni degli elementi lapidei saranno maggiori rispetto a quelle che la corrente è in grado di trascinare a valle in occasione di piene caratterizzate da portate di adeguato tempo di ritorno. L’immorsamento alle sponde dell’opera idraulica sarà realizzato con la massima cura, particolarmente nella parte di monte. Al fine di evitare l’aggiramento dell’opera da parte della corrente idrica, tale immorsamento sarà effettuato inserendo la testa dell’opera all’interno della sponda, con un tratto curvilineo non inferiore a 2-3 m. Per la parte terminale di valle è sufficiente un raccordo ad angolo retto con la sponda. Quando l’energia della corrente fluviale é poco rilevante, con condizioni di scarsa portata idraulica e/o di sponda poco elevata, é sufficiente realizzare solo la ricostruzione spondale con rivestimento in massi (Fig. 4.2), mediante la messa in opera di massi di dimensioni inferiori a quelle della scogliera, che non assolve più alla funzione principale di sostegno e presidio idraulico, ma piuttosto di solo annullamento dell’azione erosiva al piede della scarpata spondale. P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: Foglio P01395-PPL-RE-000-007 33 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 Fig. 4.1 - Scogliera in massi. Fig. 4.2 - Ricostruzione spondale con rivestimento in massi. P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: P01395-PPL-RE-000-007 Foglio 34 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 In alternativa alle suddette opere di presidio spondale, che prevedono l’impiego di massi naturali di grande pezzatura, per alcuni piccoli corsi d’acqua interessati dai lavori, caratterizzati da scarso trasporto solido al fondo, è stato previsto di realizzare la ricostituzione spondale con gabbioni (Fig. 4.3). Le gabbionate sono strutture di sostegno modulari formate da elementi a forma di parallelepipedo in rete a doppia torsione tessuta con trafilato di acciaio riempite con pietrame. Le reti metalliche sono costituite in filo di acciaio protetto con zincatura forte per aumentare la resistenza alla corrosione. Per il riempimento dei gabbioni possono essere utilizzati i materiali lapidei disponibili in loco o nelle vicinanze, purché abbiano caratteristiche granulometriche e peso specifico tali da soddisfare le esigenze progettuali e garantire l'efficienza dell'opera. I materiali più comunemente usati sono ciottolame di origine alluvionale o pietrame di cava Il pietrame deve essere non gelivo, non friabile e di adeguata durezza. Le gabbionate devono essere riempite con cura utilizzando pezzature di pietrame diversificate in modo da minimizzare la presenza di vuoti. Dal punto di vista statico le gabbionate agiscono come un muro a gravità, opponendosi col proprio peso alle sollecitazioni cui sono sottoposte. Il loro dimensionamento e le verifiche di stabilità interna ed esterna sono pertanto eseguiti secondo gli usuali metodi di calcolo adottati per le opere di sostegno a gravità. In queste strutture lo scalzamento al piede si può prevenire approfondendo opportunamente la fondazione o adottando una platea realizzata con materassi o gabbioni alti 0.50 m, che grazie alla maggiore flessibilità, possono adagiarsi sul fondo adattandosi al mutare della sua geometria in seguito ai fenomeni di escavazione. P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: Foglio P01395-PPL-RE-000-007 Fig. 4.3 35 di Rev.: 38 01 - Ricostruzione spondale in gabbioni. P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 N° Documento Cliente: METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: Foglio P01395-PPL-RE-000-007 36 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 Opere di regimazione idraulica trasversali Quando si riscontra la presenza di corsi d’acqua in cui si manifestano fenomeni di approfondimento d’alveo, é opportuno fissare la quota di fondo mediante la realizzazione, a valle della sezione d’attraversamento, di opere di difesa idraulica trasversale. A valle delle sezioni di attraversamento di quei corsi d’acqua caratterizzati da una apprezzabile morfodinamica del fondo alveo, si prevede la realizzazione della ricostituzione dell’alveo in massi (Fig. 4.4) al fine di garantire la copertura minima sulla condotta, contro eventuali fenomeni di erosione di fondo. Fig. 4.4 - Ricostruzione alveo con massi. Con il termine “difesa trasversale” si intende la realizzazione sia di briglie di consolidamento che di soglie. L'effetto della correzione della pendenza con questo tipo di opere trasversali è quello di far raggiungere all'alveo una situazione di equilibrio con maggiore rapidità rispetto a quanto avverrebbe naturalmente. Nel caso delle briglie, questa nuova configurazione di equilibrio viene raggiunta col progressivo riempimento della capacità di invaso formatosi a monte, mentre nel caso delle soglie di fondo, la modifica della pendenza del fondo in genere di più limitata entità si ottiene per effetto dell'erosione che si determina a valle di esse. Le briglie di consolidamento, infatti, sono opere trasversali al corso d’acqua, sporgenti dall'alveo nel quale sono fondate, mentre le soglie sono opere non sporgenti. Esistono varie tipologie di briglie e soglie in uso, che vengono adottate a seconda delle condizioni morfologiche, delle dimensioni che debbono assumere e dei materiali a disposizione. Nel caso in oggetto saranno utilizzate opere di difesa trAsversale in massi (Fig. 4.5). La dislocazione di tutte le opere di regimazione idraulica dei cosi d’acqua e delle acque superficiali è riepilogata nella successiva Tab. 4.1. P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: Foglio P01395-PPL-RE-000-007 Fig. 4.5 37 di Rev.: 38 - Difesa trasversale in massi. P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1 01 N° Documento Cliente: METANODOTTO AGRIGENTO – PIAZZA ARMERINA DN 1200 (48”), DP 75 bar RELAZIONE IDROGRAFICO-IDROLOGICA N° Documento: P01395-PPL-RE-000-007 Foglio 38 di Rev.: 38 N° Documento Cliente: 01 Tab. 4.1 - Riepilogo opere di regimazione idraulica e delle acque superficiali. OPERE DI REGIMAZIONE IDRAULICA CORSI D'ACQUA TIPO KM LOCALITA' 2+410 Vallone Busone 2+640 Fosso senza nome RICOSTRUZIONE ALVEO IN MASSI 11+130 Vallone Scorsone 41+215 Vallone Fontana della Signora 59+820 Fosso senza nome 6+515 Vallone Vocali (Vacali) RICOSTRUZIONE SPONDALE CON RIVESTIMENTO IN MASSI 11+13 Vallone Scorsone 6+110 Vallone Joppolo (Cacici) 13+385 Affluente Vallone Agnellaro RICOSTRUZIONE SPONDALE IN 16+505 Vallone Racalmaro GABBIONI 49+287 Vallone Mangiaretti 49+370 Vallone Mangiaretti 2+410 Vallone Busone 3+452 fosso 3+631 fosso 3+740 Vallone Mendolazza 6+11. Vallone Joppolo (Cacici) 7+341 Fosso 10+712 C. Salomone 11+130 Vallone Scorsone 15+760 Torrente Cannistraro 15+860 Torrente Garufo 16+505 Vallone Racalmaro 41+215 Vallone Fontana della Signora DIFESA TRASVERSALE IN MASSI 46+387 Vallone Ciulfo Grotta D'acqua 46+435 Vallone Ciulfo Grotta D'acqua 46+484 Vallone Ciulfo Grotta D'acqua 46+528 Vallone Ciulfo Grotta D'acqua 46+588 Vallone Ciulfo Grotta D'acqua 46+685 Vallone Ciulfo Grotta D'acqua (2 attr.) 46+710 Vallone Ciulfo Grotta D'acqua 47+095 Vallone Ciulfo Grotta D'Acqua (3° attr) Vallone Grotta d'Acqua Vuccieri (2° 47+970 attr) 49+413 Vallone Mangiaretti 56+212 fosso e pendio 56+431 fosso e pendio 58+352 Fiume Salso Imera Meridionale DIFESA SPONDALE CON SCOGLIERA IN 58+409 Fiume Salso Imera Meridionale MASSI 58+451 Fiume Salso Imera Meridionale OPERE DI REGIMAZIONE ACQUE SUPERFICIALI TIPO KM LOCALITA' 58+451 Fiume Salso Imera Meridionale CANALETTA IN TERRA E/O PIETRAME 65+328 pendio P01395-PPL-RE-000-007_01.doc1