Comunicati Stampa della Giunta Regionale
Virus Chikungunya: delegazione Ecdc-Oms in Regione
(Bologna, 18 settembre 2007) – L’infezione da virus Chikungunya manifestatasi in Emilia-Romagna è un fatto
rilevante per l’intera Europa, e dimostra come il rischio di trasmissione di malattie attraverso la zanzara tigre
sia un rischio attuale. In questo contesto il Servizio sanitario regionale ha agito correttamente e
tempestivamente riuscendo a contenere il numero dei casi. Sono le principali conclusioni cui è giunta una
delegazione mista composta da rappresentanti Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle
malattie) e Oms (Organizzazione mondiale sanità), che in questi ultimi giorni ha svolto una missione esplorativa
e di valutazione del rischio nelle zone dell’Emilia-Romagna in cui si è verificato il focolaio epidemico.
Oggi, nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella sede della Regione a Bologna, alcuni dei rappresentanti
della delegazione, insieme all’assessore alle Politiche per la salute, Giovanni Bissoni, hanno reso note le
valutazioni al termine della ricognizione voluta dalle due organizzazioni sanitarie.
“Anzitutto – ha precisato Denis Coulombier (responsabile dell’Area preparazione e gestione dell’emergenza,
Ecdc) – dobbiamo dare atto ai servizi sanitari della regione di averci fornito tutti gli strumenti necessari per
questa nostra indagine”. Coulombier ha quindi sottolineato come “i casi d’infezione siano stati correttamente
individuati, e sia stato fatto tutto per evitare la trasmissione del virus. Ma ciò che qui abbiamo imparato è che
questi focolai possono manifestarsi in qualsiasi Stato dell’Unione europea, noi dobbiamo quindi imparare a
convivere con questo rischio”. E’ stato inoltre reso noto che gli organismi sanitari europei erano in stato di
allerta, perché già da 20 mesi avevano previsto la forte possibilità di un focolaio nel sud del continente.
“Un rischio - ha aggiunto Roberta Andraghetti dell’area Malattie trasmissibili Oms Europa - che non è limitato
solo alla trasmissione di Chikungunya, poiché la zanzara tigre può essere vettore anche di altre e
maggiormente pericolose infezioni. Ma il fatto che si sia verificato in Emilia-Romagna un episodio di
Chikungunya, non significa tuttavia che esista un rischio aumentato anche per altre malattie”.
“Da parte nostra – ha aggiunto l’assessore regionale Bissoni – continueremo a mantenere alta l’allerta perché i
casi sporadici restino tali, impegnandoci in particolare nella lotta alla zanzara tigre, profittando anche della
stagione invernale, cercando il massimo coinvolgimento di tutti i cittadini di questa regione per mettere in
pratica nel miglior modo possibile le linee guida da noi stabilite insieme agli Enti locali. Oltre a ciò,
continueremo nel programma dei piani di disinfestazione organizzando e controllando i servizi esterni ad essa
deputati. In ogni caso la Regione esce da questa indagine rafforzata nei suoi obiettivi e nelle sue strategie.”.
Sul fronte delle infezioni, la Regione ha fornito gli ultimi dati relativi alla diffusione del virus, ormai in curva
epidemica discendente dopo il picco di metà agosto: al 14 settembre risultavano 101 casi positivi, 33 negativi, e
133 in attesa di esito.
La delegazione è stata composta dagli stessi Denis Coulombier e Roberta Andraghetti, Evelyne Depoortere
(coordinatore del progetto malattie trasmesse da vettore, Ecdc), Jean-Claude Desenclos (epidemiologo,
responsabile dell’Unità malattie infettive dell’Istituto de Veille sanitaire in France), Herve Zeller (virologo,
direttore del Centro di riferimento nazionale per arbovirus e virus di febbre emorragica del Pasteur institute di
Lione), Charles Jeannin (entomologo, Unità di ricerca e sviluppo, Eid Mediterranée, Montpellier).
Virus Chikungunya: stanziamento aggiuntivo Regione
(Bologna, 11 settembre 2007) - Debellare il virus per evitare di diventare zona endemica; rafforzare e
aggiornare tutti i sistemi di allerta,controllo e monitoraggio,a fronte del possibile pericolo di nuove malattie
infettive; abbassare drasticamente la popolazione della zanzara tigre,vettore esclusivo o comunque centrale per
la trasmissione di tali nuove infezioni. Sono gli obiettivi prioritari della Regione Emilia-Romagna nei confronti
dell’infezione da virus Chikungunya, così come definiti dall’assessore alle Politiche per la salute, Giovanni
Bissoni, che ha ieri svolto una relazione sul tema in Giunta regionale. Agli stessi obiettivi è finalizzato lo schema
tipo di una ordinanza proposta dalla Regione, in accordo con le Autonomie, che dovrà essere adottata dai
Comuni in cui è presente infestazione da zanzara tigre, per un potenziamento ed un’intensificazione della lotta a
questo insetto.
La Giunta, che ha condiviso la relazione dell’assessore Bissoni dando mandato di continuare ad operare con la
massima attenzione, ha inoltre deciso lo stanziamento di un primo milione di euro. Si tratta di un intervento
economico di sostegno agli Enti locali, per far fronte ai costi aggiuntivi connessi agli interventi straordinari di
lotta alla zanzara tigre.
Il piano di intervento dei Comuni sarà effettuato sulla base di una valutazione delle dimensioni e delle
caratteristiche dell’infestazione, che si dovrà basare su riscontri in campo integrati dalla sorveglianza tramite
ovitrappole, e prevederà una piena copertura con trattamenti larvicidi del territorio fino al 31 ottobre.
La strategia della Regione per la lotta alla zanzara tigre rimane incentrata sulla bonifica dei focolai e sui
trattamenti antilarvali estesi alle aree pubbliche private, ma in questa fase viene affiancata un’azione
straordinaria di lotta agli insetti adulti da parte di personale esperto che dovrà garantirne i livelli di qualità ed
adeguatezza. I trattamenti adulticidi saranno messi in atto in presenza di casi sospetti o accertati di
Chikungunya, e in presenza di infestazioni localizzate di particolare consistenza con associati rischi sanitari, in
particolare nelle zone circostanti siti sensibili quali scuole, ospedali, strutture per anziani sulla base di un piano
concordato con le Autorità sanitarie locali.
Per quanto riguarda l’andamento epidemiologico si evidenzia che gli approfondimenti sui casi sospetti, che
vengono quotidianamente segnalati, hanno fatto emergere il dato confortante che il problema è confinato nelle
zone in cui si è manifestato il picco epidemico nella seconda metà di agosto: tutte le altre segnalazioni fino ad
ora pervenute da altre aree della Regione sono risultate negative fin dai primi esami di laboratorio. Anche nelle
zone dove si sono registrati casi confermati, si riscontra un progressivo calo degli stessi che oramai si
manifestano solo in forma isolata.
Aggiornamento sul virus Chikungunya
(Bologna, 8 settembre 2007) – “In un contesto di sostanziale stabilità dei casi di sospetta Chikungunya, di poco
superiori alle 200 unità, è da segnalare un dato importante che emerge dagli esiti più recenti delle analisi di
laboratorio effettuate sulle ultime segnalazioni di sospetta Chikungunya. Il laboratorio di Microbiologia del
Sant’Orsola di Bologna – laboratorio di riferimento in regione per queste problematiche – ha evidenziato come
negativi i più recenti casi sospetti di Modena (3 casi), Reggio Emilia (2 casi), Rimini (1 caso), Forlì (1 caso)”.
L’aggiornamento della situazione viene da Pierluigi Macini, responsabile del Servizio di Sanità pubblica
regionale, che sottolinea anche come ,“oltre a questo dato in sé importante, dagli esiti di laboratorio risultano
negativi tutti i casi segnalati al di fuori dell’area critica. Si ribadisce che l’infezione della Chikungunya è
confinata all’area di Castiglione di Cervia, Castiglione di Ravenna e Cesena, zona entro la quale risulta essere in
netto calo, evidenziandosi ora solo casi isolati”.
Continua la massima attenzione da parte delle autorità sanitarie e delle amministrazioni, sia nel controllo
dell’andamento dell’infezione che nella lotta alla zanzara tigre, responsabile della trasmissione del virus.
Bissoni risponde a Comune Rimini su disinfestazione
(Bologna, 5 settembre 2007) - L’assessore alle Politiche per la salute della Regione Giovanni Bissoni ha risposto
alle dichiarazioni dell’assessore Vitali del Comune di Rimini in merito alle attività di disinfestazione contro la
zanzara tigre, riportate oggi da agenzie di stampa. “Con riferimento alle dichiarazioni dell’assessore Vitali del
Comune di Rimini - dice Bissoni - non ritengo sia questo il momento di sollevare polemiche quanto piuttosto di
rafforzare un impegno comune nella lotta alla zanzara tigre: peraltro il sistema di monitoraggio regionale
dimostra che non ci sono significative differenze fra le diverse aree costiere e che tutti hanno necessità di
impegnarsi ulteriormente su questo problema. Si fa comunque presente che in Emilia-Romagna è attivo da
diversi anni un complesso e vasto programma di lavoro, supportato da investimenti rilevanti dell’Aasessorato
alle Politiche per la salute, che coinvolge Comuni, Aziende sanitarie e importanti centri di ricerca che operano
nella nostra regione. E’ a tutti noto come la strategia di lotta contro la zanzara tigre sia un’attività di lungo
periodo e difficile da attuare, costituita da un mix di interventi estesi capillarmente su tutto il territorio che
coinvolgono aree pubbliche e proprietà private. E’ questo l’impegno condiviso da tutti i territori della regione conclude Bisosni - ed è importante sottolineare la disponibilità di tutti i Comuni a rafforzare gli interventi di lotta
all’infestazione, secondo linee di lavoro omogenee e condivise. E’ questo l’aspetto che vogliamo valorizzare.”
Aggiornamento su virus Chikungunya
(Bologna, 5 settembre 2007) – “Ora siamo meno preoccupati, conosciamo la malattia: ha un andamento
benigno, si supera in pochi giorni ricorrendo a farmaci ordinari. C’è sicuramente un elemento di novità: malattie
che ieri si potevano contrarre in zone tropicali ma che non potevano svilupparsi nelle nostre realtà, ora sono in
grado di farlo. E’ uno degli effetti indesiderati della globalizzazione e del cambiamento climatico". Così Giovanni
Bissoni, assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna, è intervenuto facendo il punto in
una conferenza stampa sui casi di infezione da virus Chikungunya (un virus che si trasmette all’uomo attraverso
la puntura di una zanzara tigre infetta) in Emilia-Romagna. "Le strategie e gli interventi messi in atto con
efficienza dal Servizio sanitario regionale e in particolare dall’Azienda Usl di Ravenna - ha sottolineato
l'assessore - hanno consentito di bloccare prima e ridurre poi in poco tempo l’espandersi dell’infezione: rispetto
ai 50 casi presenti a metà agosto in questo momento i cittadini dell’Emilia-Romagna ammalati sono una decina.
Gli obiettivi sui quali ora siamo concentrati sono evitare che il virus diventi endemico, rafforzare e aggiornare i
nostri sistemi di sorveglianza rispetto alla capacità di individuare rapidamente questi nuovi pericoli; c’è un
impegno straordinario e permanente per ridurre drasticamente la popolazione della zanzara tigre, che resta il
vettore di diffusione del virus”.
Complessivamente, a oggi, sono 197 i casi di sospetta infezione, di cui 36 confermati dagli esami di laboratorio,
2 risultati negativi, mentre per i restanti sono ancora in corso gli accertamenti. Ogni anno nei Paesi europei
vengono registrati numerosi casi di importazione di questa malattia, senza che ciò determini lo sviluppo di
epidemie. La concomitanza di fattori quali l’alta densità della popolazione di zanzare e le caratteristiche
climatiche e ambientali hanno favorito in Emilia-Romagna l’insorgenza di un’epidemia, in presenza di persone
infette. Le indagini epidemiologiche hanno permesso di ricostruire lo sviluppo dell’infezione: i primi casi isolati si
sono verificati a Castiglione di Cervia nella prima metà di luglio e la massima diffusione si è avuta con due
picchi epidemici attorno al 9 e al 20 agosto a Castiglione di Cervia e di Ravenna. In seguito agli interventi di
disinfestazione effettuati, si è registrata nella zona una forte riduzione del numero di nuovi casi.
Contemporaneamente, però, sono stati segnalati casi sospetti in altre zone, epidemiologicamente correlati al
focolaio di Castiglione, e in particolare nel cesenate (13 casi) e a Cervia (6 casi). Altri casi isolati sono stati
segnalati a Ravenna, Cesenatico, Lido di Savio, Gatteo mare, Roncofreddo, Bologna, Rimini, Forlì, Reggio
Emilia: su questi si sta lavorando per capire meglio l’effettiva consistenza del sospetto e le eventuali modalità di
esposizione.
Le iniziative attuate finora hanno consentito di controllare il fenomeno e di impedirne una maggiore diffusione.
Tuttavia, l’attenzione deve essere mantenuta alta per evitare che l’Emilia-Romagna e l’Italia diventino zone
endemiche per il virus Chikungunya. I cardini della strategia di prevenzione, elaborati dall’assessorato alle
Politiche per la salute in accordo con il Ministero e l’Istituto superiore di sanità (Iss), sono due: l’individuazione,
il prima possibile, dei casi sospetti per attuare immediatamente le misure di controllo per impedire la
trasmissione del virus dalla persona ammalata alle zanzare, e da queste a persone sane, e la massima riduzione
possibile della presenza di zanzara tigre. Per questo, oltre al potenziamento del sistema di sorveglianza, sarà
istituito un Comitato scientifico di supporto, mentre è già stato potenziato, con rappresentanti dei Comuni, il
gruppo regionale che già da alcuni anni è impegnato nelle azioni di lotta alla zanzara tigre.
Queste le iniziative previste:
La sorveglianza dei casi sospetti
Per la sorveglianza dei casi sospetti, in relazione all’andamento epidemiologico e climatico stagionale, sarà
mantenuto il potenziamento della sorveglianza che consiste in una ricerca attiva dei casi sospetti (basata
esclusivamente su criteri clinici e non geografici), si provvederà a una formazione specifica degli operatori per il
riconoscimento e il trattamento della patologia, si rafforzerà il rapporto con i medici di famiglia per avere
tempestivamente eventuali segnalazioni, si intensificheranno i collegamenti con Istituto superiore di sanità e il
Ministero della salute.
Le strategie per la disinfestazione
Per la massima riduzione possibile della presenza della zanzara tigre sarà potenziata la strategia che la Regione
sta già portando avanti da alcuni anni con un progetto di sostegno a tutte le Amministrazioni locali per
verificare sul campo le azioni migliori per le campagne di disinfestazione. I Comuni sono impegnati a rafforzare
gli interventi di lotta alla zanzara tigre attraverso trattamenti larvicidi e la rimozione di focolai, ma anche,
quando necessario, a trattamenti adulticidi. Il “gruppo regionale sorveglianza e lotta alla zanzara tigre”, a cui
partecipano anche rappresentanti dei Comuni, metterà a punto una “ordinanza tipo” per facilitare l’adozione, in
tutti i Comuni in cui è presente la zanzara tigre, di atti amministrativi che rendano obbligatori e cogenti i
comportamenti di disinfestazione, linee guida per capitolati e procedure di appalto finalizzate a migliorare la
qualità dei servizi di disinfestazione, messa a regime del sistema regionale di controllo dell’infestazione
attraverso ovitrappole (già attivo dalla primavera di quest’anno), messa a disposizione delle Aziende Usl di un
gruppo di entomologi per valutare la qualità degli interventi straordinari di disinfestazione nonché i tempestivi
interventi di cattura di adulti di zanzara per le opportune analisi virologiche. La Regione ha già dichiarato la
disponibilità a contribuire per supportare le campagne straordinarie di disinfestazione che i Comuni si
apprestano a fare.
Le misure sulle trasfusioni di sangue e sui trapianti di organi e tessuti
In coordinamento con il livello nazionale per la necessaria armonizzazione con le indicazioni che riguardano il
territorio italiano, sono state disposte, nei territori interessati dal focolaio epidemico misure precauzionali che
comprendono la sospensione dalla donazione dei residenti nelle aree interessate e, per 21 giorni, dei soggetti
che vi hanno soggiornato anche per poche ore. Poiché nelle aree interessate la raccolta di sangue era molto
rilevante, le misure adottate hanno richiesto l’immediato avvio di un lavoro di coordinamento per garantire il
mantenimento delle disponibilità di sangue. La situazione viene mantenuta costantemente monitorata, con la
collaborazione delle Associazioni dei donatori, il cui supporto è fondamentale. Nelle zone interessate
dall’epidemia anche le donazioni di organi e tessuti sono state sospese. In questo caso le ricadute operative
attese in questa fase sono meno rilevanti. Per ogni ulteriore informazione sono a disposizione dei cittadini il
numero verde del Servizio sanitario regionale (800 033 033), i Dipartimenti di sanità pubblica delle Aziende
sanitarie della Regione Emilia-Romagna e il numero del Ministero della salute (06-59943307). E’ anche a
disposizione un sito internet dedicato: www.zanzaratigreonline.it.
Zanzara tigre responsabile della trasmissione del virus Chikungunya
(Bologna, 1 settembre 2007) – In relazione ai casi di infezione virale che si sono verificati in alcune località
della provincia di Ravenna, l’Assessorato regionale alle Politiche per la Salute ha diramato il seguente
comunicato stampa.
Dopo la conferma che è il virus della Chikungunya il responsabile dei casi di febbre che hanno interessato il
ravennate, è arrivata oggi anche la conferma della presenza del virus in un campione di zanzare tigre
proveniente della stessa area.
Le zanzare, sia le tigre che le zanzare normali, erano state catturate il 20 Agosto ed inviate all’Istituto
Zooprofilattico di Reggio Emilia. Dagli accertamenti di biologia molecolare che si sono conclusi oggi è emerso
che solo le tigre sono risultate positive ai test.
Mentre nella zona interessata fin dall’inizio la curva epidemica è in deciso calo, si stanno registrando ora, come
atteso, segnalazioni di nuovi casi in aree limitrofe.
In alcune situazioni non sembrerebbe esserci un collegamento con l’area delle due frazioni che per prime sono
state interessate dal diffondersi del virus.
Sui casi sospetti sono in corso gli accertamenti di laboratorio. Naturalmente, essendo ora noto il virus che si
deve cercare, le analisi potranno essere condotte con maggiore velocità e già da domani saranno noti i primi
risultati.
La Regione Emilia-Romagna ha invitato tutti i soggetti coinvolti – medici, Aziende Sanitarie, Comuni – a
prestare la massima attenzione affinchè segnalazioni ed interventi siano tempestivi e completi. A tal proposito,
sono state fornite alle Aziende Sanitarie indicazioni operative sul modo migliore per effettuare i trattamenti di
disinfestazione.
Pur trovandoci davanti ad un caso di sanità pubblica nuovo e perciò rilevante, occorre sottolineare che il
decorso della malattia – pur fastidiosa ma caratterizzata da una mortalità sovrapponibile a quella dell’influenza
invernale – è sostanzialmente benigno.
Per tutti, ma in particolare per le persone anziane, i bambini, e le donne in gravidanza, si rinnova la
raccomandazione all’utilizzo di misure di protezione individuali quali repellenti e zanzariere.
Le azioni svolte per fronteggiare il virus Chikungunya
Per comprendere i tempi degli interventi sanitari messi in campo, è utile ricostruire la cronologia dei fatti.
Le prime segnalazioni di una sindrome febbrile ad andamento inusuale sono arrivate al Dipartimento di Sanità
Pubblica di Ravenna il 14 Agosto scorso. Le informazioni necessarie a ricostruire i casi con caratteristiche
cliniche analoghe, sono state acquisite contattando i medici di base e ponendo domande direttamente ai
cittadini residenti nelle due frazioni interessate dalla comparsa del virus. Si è così risaliti al primo caso che si è
verificato nei primi giorni di luglio. Un caso che, in relazione al quadro clinico molto simile alla normale
influenza, non era stato oggetto di interventi particolari.
Dal 14 agosto sono stati avviati quotidiani contatti telefonici con i medici curanti per seguire il fenomeno ed
aggiornare l’elenco dei casi segnalati. Ciò al fine di contattare direttamente le persone colpite dalla malattia, per
capire la possibile fonte di esposizione ad un virus che, va ricordato, può arrivare solo da zone del mondo nelle
quali nessuno dei casi inizialmente osservati aveva soggiornato.
Per questo si era pensato, in un primo tempo, ad una febbre da pappataci, patologia che è presente anche in
Italia e che ogni anno in estate si manifesta anche nelle nostre zone.
Parallelamente alle indagini, sono partiti anche altri interventi, quali la raccolta del sangue dei pazienti colpiti
dalla malattia, il campionamento degli insetti (dal 18 Agosto), interventi di disinfestazione straordinari realizzati
dai Comuni avviati dal 18 agosto e ripetuti per 5 giorni nella settimana successiva sulle aree pubbliche e
proseguiti fino al 28 agosto nelle aree private.
In coordinamento costante con la Regione sono stati allertati tutti i dipartimenti di sanità pubblica della Regione
e avviato un rapporto continuo con l’Istituto Superiore di Sanità e con il Ministero della Salute. Dopo la
conferma del virus della Chikungunya da parte dell’ISS, sono partiti gli interventi di sanità pubblica previsti per
questa patologia, comprese le misure relative alle trasfusioni di sangue, con interruzione della raccolta nelle
aree interessate.
Regione e Ministero su infezione virale nel ravennate
(Bologna, 30 agosto 2007) - In relazione ai casi di infezione virale nella provincia di Ravenna, il Ministero della
Salute, l’Istituto superiore di sanità, la Regione Emilia-Romagna e l’Asl di Ravenna precisano quanto segue.
A partire dalla metà del mese di agosto sono stati riscontrati, in un area molto circoscritta dell'Emilia-Romagna,
corrispondente a due frazioni dell’entroterra ravennate, diversi casi di malattia che facevano supporre, per le
loro caratteristiche sintomatologiche, la presenza di un'infezione virale.
I risultati preliminari degli esami di laboratorio eseguiti dall’Iss su campioni biologici delle persone colpite
indicano come possibile causa del focolaio epidemico il virus Chikungunya; la conferma definitiva è attesa per le
prossime ore.
Il punto della situazione è stato fatto dall’Assessorato alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna,
dall’Istituto superiore di sanità, dalla Azienda Usl di Ravenna e dal Ministero della Salute, che hanno concordato
sull’interpretazione dei dati epidemiologici, clinici, di laboratorio, nonché sulle azioni già intraprese e sulle
future.
Il virus chiamato in causa appartiene al Gruppo degli Arbovirus; il serbatoio dell’infezione è rappresentato
dall’uomo, mentre i vettori di trasmissione sono alcune specie di zanzare, presenti anche nel nostro Paese.
Il virus Chikungunya provoca una malattia moderata, con sintomatologia febbrile, brividi, mal di testa e
importanti dolori articolari e muscolari; frequentemente è presente anche un’eruzione cutanea, ed in alcuni casi
anche sintomi gastrointestinali. L’andamento è benigno e la malattia si risolve spontaneamente in pochi giorni
senza terapia specifica, anche se i dolori articolari possono persistere a lungo e richiedere trattamento
sintomatico; in persone anziane, o con importanti patologie concomitanti, possono essere possibili gravi
complicanze, così come avviene per altre malattie virali quali l’influenza.
L’infezione non si trasmette per contatto diretto tra uomo e uomo o per via aerea, ma a seguito di punture da
parte di zanzare infette.
La malattia è diffusa allo stato endemico in paesi africani ed asiatici che si affacciano sull’Oceano Indiano; in
tempi recenti si sono avute in quelle zone estese manifestazioni epidemiche, controllate soprattutto grazie ad
interventi di prevenzione ambientale.
Ogni anno nei Paesi europei, inclusa l’Italia, vengono registrati numerosi casi di importazione di tale malattia,
senza che ciò determini lo sviluppo di epidemie. A tale proposito, già lo scorso anno il Ministero della Salute
aveva prodotto una circolare per la sorveglianza epidemiologica del virus della Chikungunya.
In questo caso, la concomitanza di fattori quali l’alta densità della popolazione di zanzare e le caratteristiche
climatiche ed ambientali hanno favorito l’insorgenza di un focolaio epidemico in presenza di persone infette.
Gli interventi efficaci per la prevenzione ed il controllo della diffusione dell’infezione si basano infatti sulla
eliminazione del vettore (soprattutto le zanzare del genere Aedes, come ad esempio la Albopictus, o zanzara
tigre) e sulle misure di protezione individuale, quali l’uso di repellenti cutanei e zanzariere, che impediscano il
contatto tra le persone e gli insetti.
Non esiste allo stato un vaccino specifico nei confronti del viurs Chikungunya, ed anche la terapia è aspecifica,
basata sull’impiego di antipiretici ed antidolorifici.
Dall’inizio dell'epidemia l'Azienda Usl di Ravenna ha effettuato un monitoraggio stretto della situazione, ed
inviato ai fini della diagnosi eziologica tutti i campioni biologici all’Istituto superiore di sanità, nonché all’Istituto
zooprofilattico di Reggio Emilia; sono stati anche disposti trattamenti di disinfestazione a tappeto.
La diffusione della malattia appare in fase decrescente, non essendo stati ad oggi registrati nuovi casi da alcuni
giorni. Tutto fa pensare che gli interventi immediati e adeguati abbiano contrastato la progressione della
diffusione della malattia, contribuendo a circoscriverla nel tempo e nello spazio.
Rimane il fatto che le malattie trasmesse da vettori sono un problema di sanità pubblica che può diventare
emergente anche nei Paesi sviluppati, come conseguenza della globalizzazione, che rende più rapida e intensa
la mobilità internazionale di merci e persone: viaggi esotici, commercio internazionale e fenomeni migratori.
Il Sistema sanitario nazionale e regionale sono comunque impegnati in un attento monitoraggio e nelle attività
di sorveglianza epidemiologiche e ambientali, nonché nell'informazione all'opinione pubblica circa l'evoluzione
della situazione.
Nella Regione Emilia-Romagna è attivo da anni un programma di controllo dell’infestazione da zanzara tigre,
realizzato in collaborazione con i Comuni; tutte le informazioni relative a come proteggersi, agli interventi
ambientali in atto e alla presenza degli insetti nelle diverse aree regionali sono disponibili sul sito
www.zanzaratigreonline.it .
Per ogni ulteriore informazione sono poi a disposizione dei cittadini il numero verde regionale (800 033 033), i
Dipartimenti di sanità pubblica delle Aziende sanitarie della Regione Emilia-Romagna e il numero del Ministero
della Salute (06-59943307).