PDF - Uccelli da proteggere

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Specie protette dalla Direttiva Uccelli
UPUPA
Specie particolarmente protette dalla Direttiva Uccelli
NOME SCIENTIFICO: Upupa epops
Upupa, di L. Sebastiani
Upupa, di L. Felcher
Upupa, di S. Hueck
Ordine: Bucerotiformes Famiglia: Upupidae
L'upupa è lunga tra i 25 e i 29 centimetri e ha un’apertura alare che sfiora il mezzo metro (44 – 48 cm). Il piumaggio è
inconfondibile, marrone molto chiaro nella parte superiore e a strisce orizzontali bianco-nere nella parte inferiore. Il capo
è provvisto di un ciuffo erettile di penne, il becco è piuttosto lungo e sottile e leggermente ricurvo verso il basso.In volo la
silhouette è caratterizzata da ampie ali arrotondate e dal lungo e sottile becco; posata appare snella, con corti piedi e testa
ornata da un vistoso ciuffo erettile di penne ad apice nero. I sessi sono simili.
È amante dei luoghi secchi, semi-alberati caldi e assolati: la si può incontrare presso boschetti o frutteti o lungo strade
sterrate dove spesso si concede bagni di polvere. Il tradizionale paesaggio agricolo dei versanti vallivi esposti a sud, con
un mosaico di filari d'alberi, campi terrazzati, prati e vigneti, è ideale per l'Upupa. È presente anche nelle zone verdi delle
città. Si nutre di larve di invertebrati, grossi insetti, molluschi e ragni.
All'inizio del periodo riproduttivo il maschio esegue una semplicissima parata nuziale spiegando a ventaglio la cresta: un
ciuffo erigibile ogni qual volta l'animale si trova in stato di agitazione. Nidifica nelle cavità degli alberi, negli anfratti di
rocce o di manufatti quali muri a secco o edifici rurali. Il nido emanerà inoltre un gran fetore in quanto non viene mai
pulito dai rifiuti e dal liquido maleodorante emesso dall'uropigio di madre e piccoli. Questo fetore serve per tener lontano
i predatori e per attirare contemporaneamente gli insetti di cui l'upupa si nutre.
La nidificazione avviene generalmente in ambienti alberati ma non umidi e le uova bianche e grigie, da quattro a sette,
vengono deposte alla fine di aprile o ai primi di maggio. La cova dura 16 giorni e durante questo periodo il maschio nutre
la femmina portandole il cibo due o tre volte all'ora. La femmina, dopo la schiusa, resta con i piccoli per almeno dieci
giorni anche in questo periodo tocca esclusivamente al maschio sfamare la famiglia. I piccoli si involano verso il
venticinquesimo giorno, e cioè nella seconda metà di giugno. Vi possono essere anche due covate.
Terminato il periodo riproduttivo, le upupe partono per i quartieri invernali con una migrazione poco appariscente.
L’Europa centro-orientale rappresenta l’area di inanellamento delle Upupe segnalate in Italia. Molti i Paesi rappresentati,
da Germania e Polonia a nord, all’area baltica ad est. La gran parte delle segnalazioni in Italia sono localizzate lungo le
coste, dall’alto Adriatico alla Liguria, con una prevalenza in Puglia e nell’area tra Calabria e Sicilia. Ampiamente
distribuite le distanze percorse, da poche centinaia e fino a ben 1.600 Km dal sito di inanellamento. Le poche ricatture
entro i confini nazionali mostrano spostamenti anche considerevoli ma non consentono di mettere in luce andamenti
particolari.
Prospettive
Specie poco studiata in Italia, soprattutto in relazione alle esigenze ecologiche e ai fattori influenzanti la qualità
dell’habitat. Considerando i valori noti da bibliografia, si può proporre un FRV pari a 50 coppie per 100 chilometri
quadrati a vasta scala e di 2 coppie per 10 ettari a scala locale.
Mantenere siti idonei per la nidificazione in aree ricche di prede può evitare eccessivo dispendio per il reperimento delle
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prede agli adulti durante l’allevamento dei pulli. Improntare la gestione di vigneti, frutteti e altre aree agricole secondo
criteri che tengano conto anche delle esigenze di questa ed altre specie ornitiche, ad esempio garantendo la presenza di
chiazze di suolo nudo e conservando muretti o alberi maturi quali potenziali siti di nidificazione.
Minacce
Come molte altre specie legate ad ambienti aperti e semi-aperti, risente negativamente delle trasformazioni avvenute
nell’ambiente agricolo; l’intensificazione delle pratiche agricole da un lato e l’abbandono dall’altro comportano una
marcata riduzione dell’idoneità ambientale per la specie, legata ad ambienti a mosaico quali quelli generalmente creati e
mantenuti dalle pratiche agropastorali tradizionali non intensive.
Sul successo riproduttivo nessuna informazione specifica. L’eccessivo dispendio energetico richiesto agli adulti per il
reperimento delle prede durante l’allevamento dei pulli potrebbe incidere sulla produttività della specie. In Lazio, covata
media 7.3 (n = 18), percentuale di schiusa 65.5%, (n = 20), percentuale di involo 79.4% (n = 16), percentuale complessiva
di involo rispetto alle uova 52% (n = 20). Percentuale di involo del 68.4% e di successo rispetto alle uova deposte del
45.6%. In cassette nido, nel 1996 nell’oasi di Macchiagrande, da 3 occupate si sono involati rispettivamente 9, 6 e 4
giovani.
Stato di salute
Attualmente classificato come in declino in Unione Europea, con status di conservazione sfavorevole anche a livello
continentale. Nel complesso, si registra stabilità della popolazione nidificante nell’Unione Europea nel periodo
1970-1990, seguito da moderato declino nel periodo 1990-2000. La popolazione dell’UE è stimata in 590.000-980.000
coppie, quella italiana in 20.000-50.000 coppie nel 2003, con trend sconosciuto. Non è stato redatto un Piano d’Azione
Internazionale o Nazionale sulla specie. L’upupa non è stata considerata nella Lista Rossa Nazionale. Risulta, inoltre,
specie protetta in Italia ai sensi della legislazione venatoria (Art. 2, 157/92).
Semaforo
Le evidenze disponibili non appaiono univocamente interpretabili; ad alcuni casi di incremento si oppongono svariate
situazioni in cui la specie appare in evidente declino. La situazione appare maggiormente critica nella bioregione alpina,
più favorevole in quella mediterranea ed intermedia in quella continentale. Potenzialmente importanti per la
conservazione della specie sono anche le condizioni riscontrate durante lo svernamento in Africa e la migrazione per e da
i quartieri riproduttivi. Tuttavia, mancano al momento dati relativi a questa specie per quanto concerne l’effetto delle
condizioni sopraccitate sui contingenti nidificanti.
Fattore
Stato di salute
Stato di conservazione
Range*
Stabile, localmente in
contrazione
favorevole
Popolazione
Localmente in calo
inadeguato
Habitat della specie
In diminuzione almeno
localmente
inadeguato
inadeguato
Complessivo
Bioregione alpina
Fattore
Stato di salute
Stato di conservazione
Range*
In contrazione
cattivo
Popolazione
In calo
cattivo
Habitat della specie
In diminuzione almeno
localmente
inadeguato
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cattivo
Complessivo
Bioregione continentale
Fattore
Stato di salute
Stato di conservazione
Range*
Nel complesso stabile
favorevole
Popolazione
Localmente in calo
inadeguato
Habitat della specie
In diminuzione almeno
localmente
inadeguato
inadeguato
Complessivo
Bioregione mediterranea
Fattore
Stato di salute
Stato di conservazione
Range*
stabile
favorevole
Popolazione
Localmente in aumento
favorevole
Habitat della specie
Variazioni non conosciute
sconosciuto
Complessivo
favorevole
*Variazione della popolazione negli anni
Canto
Il canto, un monotono "houp-oup-oup", viene ripetuto incessantemente durante la prima fase del ciclo riproduttivo.
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