NIHIL SUB ASTRIS NOVUM N. 6 – 8 SETTEMBRE 1996 a cura di Cristina Bernasconi, Elia Cozzi e Massimo Zoggia ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– A Newsletter of Gruppo Astrofili “Giovanni e Angelo Bernasconi” Via S. Giuseppe, 34–36 21047 Saronno (VA) Italy ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– La nuova pubblicazione, che dovrebbe chiamarsi Deep–Sky, INTERNET, AT LAST! verrà edita periodicamente (non abbiamo ancora deciso la Con questo numero della nostra newsletter abbiamo deciso di frequenza, ma è nostra intenzione abbinarla a questa newsletter) dare più consistenza al nostro bollettino raddoppiando il numero di riportando una descrizione degli oggetti deep-sky di una pagine con la speranza di suscitare un maggior interesse da parte determinata costellazione che, se la sincronizzazione sarà quella del lettore; ovviamente, speriamo vivamente di riuscire a voluta, nel periodo di pubblicazione presenterà le migliori mantenere questo standard anche nei prossimi numeri nonostante il condizioni di osservazione. Ovviamente il numero degli oggetti gravoso lavoro che questo comporta. descritto non sarà, ad esempio, quello di tutti gli NGC; per ovvi Purtroppo, a quasi un anno dalla nascita di Nihil Sub Astris motivi di spazio, di tempo e di possibilità di reale osservazione, ci Novum, dobbiamo constatare che, nonostante i numerosi inviti, limiteremo a considerare quelli con magnitudine inferiore alla pochissimi sono quelli che ci hanno consegnato materiale da decima; un limite che, a nostro avviso, risulta accessibile anche ai pubblicare. Probabilmente aveva proprio ragione il Professor possessori di piccoli strumenti (talvolta anche un buon binocolo). Bernasconi quando, nella presentazione del libro edito in occasione Questa nostra idea è nata anche dal fatto che, molto spesso, si del 20° Anniversario di Fondazione, poneva in evidenza una certa osservano gli oggetti senza approfondirne la conoscenza o senza riluttanza a scrivere da parte dei Soci. “andare a fondo” nei particolari e questo accade principalmente per Prima di arrivare a spiegare il significato del titolo di questo la mancanza di una “guida” che indichi cosa e come osservare. La articolo, vorrei soffermarmi su alcune importanti novità: abbiamo maggior conseguenza che ci aspettiamo da questa nuova iniziativa è ritenuto opportuno di iniziare alcuni argomenti che avranno un un incentivo maggiore all’osservazione critica del cielo e una sfida seguito anche nei prossimi bollettini; probabilmente spinti dai personale per riuscire a vedere (e magari fotografare) tutti gli quotidiani che ogni giorno presentano un inserto a puntate oggetti inclusi nella nostra guida. La nostra massima aspirazione è invitando il lettore a comprare anche i numeri successivi, anche noi quella di confrontare e scambiare i risultati delle nostre abbiamo deciso di seguire la medesima linea di lavoro, soprattutto osservazioni durante la riunione seguente a quella in cui vi viene perché, a nostro avviso, potrebbero derivarne alcuni vantaggi: da consegnato Deep–Sky. parte nostra una migliore gestione del tempo a disposizione, Infine, per dare un’idea del lavoro che abbiamo svolto durante peraltro sempre molto ridotto, e da parte vostra un invito a seguire questi due mesi, non posso fare a meno di segnalare che l’area con maggiore interesse Nihil Sub Astris Novum. Astro.Ita della rete Fidonet nei mesi di luglio e agosto è stata E’ nostra intenzione presentare una guida introduttiva praticamente monopolio del Gruppo Astrofili Bernasconi, all’aeronautica, cominciando, ad esempio, dai vettori di lancio, e purtroppo, anche questa volta, tutto il lavoro è stato svolto così, in questo numero, troverete una breve descrizione dei solamente da due persone. lanciatori americani; seguiranno, nei prossimi numeri, quelle Concludo con un’altra notizia straordinaria: grazie ad un’idea di relative ai vettori di lancio sovietici, ai vettori europei e a quelli Cristina, veramente originale, è molto probabile che la nostra degli altri paesi (Giappone, Cina, ...). associazione, nel giro di breve tempo, riesca ad avere una propria Inoltre, abbiamo anche inserito una parte riguardante il Sistema pagina in Internet! Solare cercando di dare informazioni sintetiche, semplici, ma, nello Il motivo principale che ci ha spinto verso questo nuovo stesso tempo, precise e rigorose a proposito di alcuni oggetti del traguardo è fondamentalmente uno: lo scambio culturale con altre nostro sistema planetario. associazioni. Non vogliamo che ci venga attribuita una mania di Gli argomenti varieranno di volta in volta senza seguire un grandezza o una fame di protagonismo; per noi Internet non è una discorso più generale in modo tale che il contenuto di ogni numero moda, ma rappresenta ormai una necessità, uno strumento di lavoro sia praticamente autoconsistente e venga soddisfatto un più ampio senza il quale sarebbe impossibile restare al passo con i progressi e spettro di interessi. le scoperte della scienza. Cominciamo questa sezione dedicata al Sistema Solare A questo punto ogni commento sarebbe superfluo, mi limito ad parlando dei satelliti galileiani, che, senza volerlo, si sono trovati una semplice considerazione: Our Dream Is Alive! sulle prime pagine dei giornali di questi ultimi periodi per le scoperte della sonda Galileo. Continueremo presentando alcune Elia Cozzi digressioni sui satelliti minori di Giove e sul suo anello, sugli anelli di Saturno, sull’atmosfera del Sole, ecc.. LUGLIO NELLA STORIA DELLO SPAZIO Un’altra importante novità, che senza eccesso di ottimismo o mancanza di umiltà, potremo definire straordinaria è la nostra 1 luglio 1770 intenzione di dare vita ad un altro periodico. La cometa Lexell passa a soli 2.3 milioni di chilometri dalla Terra. Le lunghe notti estive passate ad osservare le stelle ad occhio 1 luglio 1847 nudo (per motivi di ordine superiore) mi hanno portato a pensare in Viene scoperto l’asteroide 6 Hebe. grande e così è nata l’idea di scrivere una guida all’osservazione 1 luglio 1976 degli oggetti non stellari. A Washington apre lo Smithsonian National Air & Space Museum. 1 2 luglio 1985 L’Agenzia Spaziale Europea lancia la sonda Giotto verso la Cometa di Halley. 4 luglio 1054 La supernova della Crab Nebula viene osservata dagli astronomi cinesi e giapponesi. 4 luglio 1937 Viene compiuto il primo volo in elicottero. 6 luglio 1687 Edmond Halley pubblica i “Principia” di Isaac Newton. 6 luglio 1938 S. Nicholson scopre Lysithea, la decima luna di Giove. 7 luglio 1988 L’Unione Sovietica lancia Phobos 1 verso Marte. Un comando errato inviato alla sonda il 29 agosto causerà la perdita della sonda. Phobos 1 è ora in orbita solare. 7 luglio 1914 Robert Goddard riceve un brevetto per un razzo a due stadi. 8 luglio 1933 Nasce la radioastronomia: Karl Jansky stabilisce che la Via Lattea è una sorgente di rumore radio. 9 luglio 1979 Il Voyager 2 oltrepassa Giove. 10 luglio 1992 La sonda Giotto compie con successo il fly–by della cometa Grigg– Skjellerup. 10 luglio 1962 Gli Stati Uniti lanciano il Telstar 1, il primo satellite per comunicazioni in tempo reale. 11 luglio 1979 Lo Skylab rientra nell’atmosfera terrestre e alcune parti della stazione spaziale precipitano in Australia. 12 luglio 1977 Viene lanciato l’High Energy Astronomical Observatory (HEAO– 1). 12 luglio 1988 L’URSS lancia Phobos 2. La sonda entra in orbita marziana il 29 gennaio 1989 trasmettendo alcuni dati ed immagini di Marte e della sua luna Phobos. Il 27 marzo 1989, prima del termine della sua missione primaria, vengono persi i contatti. 13 luglio 1969 L’Unione Sovietica lancia la sonda Luna 15 appena due giorni prima dell’Apollo 11. Luna 15 avrebbe dovuto riportare a Terra campioni di suolo lunare prima della missione Apollo 11. Purtroppo Luna 15 si schianta sulla Luna il 21 luglio. 13 luglio 1972 Viene registrato il più importante terremoto lunare. 14 luglio 1965 La sonda Mariner 4 compie il primo fly–by di Marte trasmettendo la prima immagine ravvicinata del pianeta. 14 luglio 1967 La sonda Surveyor 4 viene lanciata verso la Luna. 2.5 minuti prima dell’atterraggio vengono persi i contatti. 16–22 luglio 1994 Frammenti della Cometa Shoemaker-Levy 9 impattano con il pianeta Giove. 16 luglio 1965 L’URSS lancia il primo razzo Proton. Un razzo in grado di portare in orbita 50000 libbre e usato ancora attualmente. 16 luglio 1969 Gli astronauti Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Micheal Collins partono verso la Luna a bordo di un Saturno 5. 16 luglio 1990 Con un vettore Lunga Marcia 2E, viene lanciato il primo satellite pakistano: Badr–A. 17 luglio 1975 La navicella sovietica Soyuz 19 si aggancia con l’Apollo 18. La prima missione congiunta USA–URSS prende il nome di Apollo– Soyuz. Durante la missione vengono condotti esperimenti e viene 2 tenuta una conferenza stampa dallo spazio. 17 luglio 1850 Dall’Osservatorio di Harvard viene eseguita la prima fotografia di una stella: si tratta di Vega. 18 luglio 1965 La sonda Zond 3 viene lanciata dall’URSS verso la Luna. Vengono trasmesse 25 immagini della faccia oscura della Luna. 18 luglio 1966 La navicella Gemini 10 viene lanciata in orbita terrestre con un razzo Titan. John Young e Michael Collins sono gli astronauti di questa missione. 18 luglio 1980 Con il lancio del satellite Rotini 1, l’India diventa la settima nazione a lanciare un satellite in orbita terrestre. 18 luglio 1984 Durante un’attività extra–veicolare (EVA: Extra Vehicular Activity) Svetlana Savitskaya diventa la prima donna a “passeggiare” nello spazio. 19 luglio 1967 L’Explorer 35 viene lanciato verso la Luna, entrando in orbita tre giorni più tardi. 20 luglio 1969 L’Apollo 11 atterra sulla Luna. Neil Armstrong diventa il primo uomo sulla Luna. Buzz Aldrin è il secondo. Gli astronauti trascorrono 21.5 ore sulla superficie lunare, comprese 2.5 ore all’esterno del modulo di escursione lunare (LEM). 20 luglio 1976 Il Viking 1 diventa la prima sonda ad atterrare con successo su Marte. La sonda invia immagini del pianeta. 21 luglio 1914 S. Nicholson scopre Sinope, la nona luna di Giove. 21 luglio 1961 La navicella Mercury 4 con a bordo Gus Grissom compie il secondo volo americano suborbitale con un uomo a bordo. Grissom verrà salvato dall’oceano a causa dell’affondamento della navicella dopo lo splashdown. 21 luglio 1973 L’URSS lancia il Mars 4. Originariamente progettata come orbiter, la sonda non riesce ad entrare in orbita marziana a causa di un avaria al motore principale. Nonostante il fallimento, il Mars 4 invia alcune immagini del pianeta rosso. 22 luglio 1784 Nasce l’astronomo Friederich Bessel. 22 luglio 1962 Viene lanciata la prima missione americana verso Venere con la sonda Mariner 1. Purtroppo un’avaria al veicolo di lancio costringe la distruzione della sonda 293 secondi dopo la partenza. 23 luglio 1980 L’Unione Sovietica lancia la navicella Soyuz 37 con gli astronauti Viktor Gorbatko e Pham Tuan. Tuan, un vietnamita, diventa il primo cosmonauta del Terzo Mondo. 25 luglio 1793 L’URSS lancia Mars 5. La sonda entra in orbita marziana il 12 febbraio 1974 diventando una delle poche missioni marziane sovietiche compiute con successo. 26 luglio 1659 Christiaan Huygens pubblica la sua teoria sugli anelli di Saturno. 26 luglio 1963 Syncom 2 diventa il primo satellite geosincrono operativo. 26 luglio 1971 Viene lanciata l’Apollo 15, la quarta missione umana ad atterrare sulla Luna. Gli astronauti David Scott, Alfred Worden e James Irvin entrano in orbita lunare il 30 luglio. Durante la missione vengono raccolte 170 libbre di suolo lunare e, per la prima volta viene utilizzato il Lunar Rover, l’automobile lunare. 28 luglio 1851 A Konigsberg, nella Prussia dell’Est, viene eseguita la prima fotografia di un’eclisse totale. 28 luglio 1964 Il Ranger 7 viene lanciato verso la Luna. La sonda, prima dell’impatto avvenuto tre giorni dopo, trasmette 4316 immagini della Luna compresa la prima foto ravvicinata della superficie lunare. 28 luglio 1973 Gli astronauti Alan Bean, Jack Lousma e Owen Garriot compiono la seconda visita allo Skylab. 29 luglio 1958 Nasce la NASA (National Areonautics and Space Administration) 30 luglio 1610 Galileo osserva per la prima volta con un telescopio gli anelli di Saturno. La vera natura degli anelli non era conosciuta, così Galileo descrive la sua osservazione come un possibile pianeta triplo. 30 luglio 1938 S. Nicholson scopre Carme, l’undicesima luna di Giove. 31 luglio 1971 Durante la missione Apollo 15, David Scott diventa la prima persona a guidare un’automobile sul suolo lunare. AGOSTO NELLA STORIA DELLO SPAZIO 1 Agosto 1818 Nasce Maria Mitchell. La Mitchell diventerà la prima donna astronomo ad essere eletta nella Accademia Americana delle Arti e delle Scienze, e a scoprire una cometa luminosa nel 1847. 2 Agosto 1909 L’esercito americano accetta il primo aereo dai fratelli Wright. 2 agosto 1967 Il Lunar Orbiter 5 viene lanciato verso la Luna dove arriva il 5 agosto. Il Lunar Orbiter 5 incrementa la copertura fotografica della Luna portandola a più del 99 per cento. 2 agosto 1971 Il modulo lunare dell’Apollo 15, Falcon, lascia la Luna nel primo decollo televisivo dalla superficie lunare. 3 agosto 1596 Viene scoperta la prima stella variabile. 3 agosto 1989 Il Team del Voyager al Jet Propulsion Laboratory annuncia la scoperta di tre nuovi satelliti in orbita intorno a Nettuno. 4 agosto 1181 Viene osservata una supernova nella costellazione di Cassiopeia. 4 agosto 1984 Il primo volo del vettore europeo Ariane 3 porta in orbita terrestre il satellite Telecom 1A. 4 agosto 1990 La sonda giapponese Hiten compie il suo terzo passaggio ravvicinato della Luna. 5 agosto 1864 Giovanni Donati osserva per la prima volta lo spettro di una cometa; si tratta della Cometa Tempel (1864 II). 5 agosto 1930 Nasce a Wapakoneta, in Ohio, Neil Armstrong, il primo uomo sulla Luna. 5 agosto 1962 Durante un’occultazione lunare viene scoperto il primo quasar. Viene determinata la sua posizione e viene fotografato un oggetto “quasi-stellare” con un getto. 5 agosto 1969 Il Mariner 7 sorvola Marte fornendo immagini ad alta risoluzione dell’emisfero sud del pianeta. 5 agosto 1973 Viene lanciata la sonda sovietica Mars 6. La Mars 6 raggiunge Marte nel 1974 lanciando un lander. Il lander scende sulla superficie grazie ad un paracadute, ma pochi secondi dopo l’atterraggio vengono persi i contatti. 6 agosto 1961 Il sovietico Gherman Titov diventa il secondo uomo nello spazio durante un volo umano di più di 24 ore a bordo della Vostok 2. 7 agosto 1620 La madre di Giovanni Keplero viene arrestata per stregoneria. 7 agosto 1959 Viene lanciato il satellite Explorer 6 per lo studio della magnetosfera terrestre e per trasmettere la prima telefoto della Terra dallo spazio. 7 agosto 1976 Il Viking 2 entra in orbita marziana dopo un volo di 11 mesi. 8 agosto 1978 La sonda Pioneer Venus 2 viene lanciata verso Venere. Raggiunge il pianeta nel dicembre 1978 sganciando quattro piccole sonde. 8 agosto 1979 L’Unione Sovietica lancia la sonda Zond 7 con lo scopo di testare una navicella con futuro equipaggio umano. La Zond 7 riprende immagini della faccia nascosta della Luna e torna a Terra il 14 agosto. 8 agosto 1989 Lo Space Shuttle Columbia viene lanciato durante la missione militare STS-28 con un carico del Dipartimento della Difesa. 9 agosto 1976 L’URSS lancia Luna 24; la sonda compie un atterraggio morbido nel Mare delle Crisi. Campioni di suolo lunare vengono riportati a Terra il 22 agosto 1976. Alcuni di questi campioni vengono consegnati agli scienziati americani e inglesi per le analisi. 9 agosto 1973 L’Unione Sovietica lancia la sonda Mars 7. La Mars 7 raggiunge Marte nel 1974 ma il lander non scende sulla superficie del pianeta a causa di una disfunzione nei motori a propellente solido per il controllo dell’altitudine. 10 agosto 1960 Il Discoverer 13 viene lanciato in orbita terrestre. Nel novembre dello stesso anno, dalla navicella viene espulsa una capsula recuperata poi nell’oceano. Questo evento segna il primo recupero di un oggetto costruito dall’uomo proveniente dallo spazio. 10 agosto 1966 Il Lunar Orbiter 1 viene lanciato verso la Luna. Entrando in orbita lunare quattro giorni dopo, la sonda invia 21 fotografie. Il Lunar Orbiter 1 diventa la prima sonda americana in orbita lunare. 10 agosto 1972 Una meteora luminosa viene fotografata durante il giorno. La regione di avvistamento va dallo Utah all’Alberta, in Canada. Questo meteoride rappresenta l’unico caso di meteorite che è entrato ed è uscito dall’atmosfera terrestre. 10 agosto 1990 La sonda Magellano entra in orbita intorno a Venere iniziando quattro anni di mappatura radar della superficie del pianeta. 10 agosto 1992 Il TOPEX/Poseidon viene immesso in orbita terrestre per studiare gli oceani e il clima terrestre. 10 agosto 1995 Gli anelli di Saturno si trovano sulla linea di vista da Terra, cioè sono visti di taglio. Una configurazione simile si ripeterà nel 2038. 11 agosto 1835 George Airy inizia i suoi 46 anni di carriera come Astronomo Reale. 11 agosto 1877 L’astronomo Asaph Hall, dello US Naval Observatory, scopre Deimos, un satellite di Marte. 11 agosto 1962 Andrian Nikolayev a bordo della Vostok 3 e Pavel Popovich a bordo della Vostok 4 compiono il primo volo in “tandem”. 11 agosto 1989 Due settimane prima del massimo avvicinamento a Nettuno, il Voyager 2 scopre un parziale sistema di anelli intorno al pianeta. Il parziale anello si rivelerà essere un anello completo con variazione di luminosità. 12 agosto 1960 Un pallone in mylar alluminato di 30 metri di diametro con il satellite Echo 1 viene lanciato in orbita terrestre dalla base di 3 Vandenburg in California. Viene utilizzato per riflettere i segnali radio, compreso il messaggio del Presidente degli Stati Uniti Eisenhower. 12 agosto 1978 ISEE-3 viene lanciata per studiare il vento solare. La sonda viene ribattezzata ICE nel 1983 diventando, nel 1985, la prima sonda ad incontrare una cometa, volando attraverso la coda della GiacobiniZinner. Attualmente in orbita solare, ICE potrebbe essere riportata in orbita terrestre nel 2013. 13 agosto 1642 Christiaan Huygens scopre la calotta polare sud del pianeta Marte. 13 agosto 1814 Nasce il fisico e spettroscopista svedese A. J. Angstrom. L’unità di misura equivalente ad un decimo di nanometro verrà nominata in suo onore. 13 agosto 1977 Lo Space Shuttle Enterprise porta a termine il suo primo test volando a 7000 metri sopra la Base di Edwards. 15 agosto 1991 Lo strumento TOMS della NASA viene lanciato a bordo del satellite sovietico Meteor 3. 16 agosto 1961 L’Explorer 12, la prima di una serie di sonde dedite allo studio del vento solare, viene lanciata in orbita terrestre. L’Explorer 12 identificherà le fasce di Van Allen e la magnetosfera terrestre. 17 agosto 1877 Dopo solamente 6 giorni dalla scoperte di Deimos, Asaph Hall scopre un’altra luna intorno a Marte: Phobos. 17 agosto 1933 Il primo razzo ibrido a propellente solido/liquido viene lanciato dall’Unione Sovietica. 17 agosto 1958 Gli Stati Uniti compiono il primo tentativo di lancio di una sonda verso la Luna. Viene lanciato il Pioneer 0, ma 77 secondi dopo il lancio, il primo stadio esplode impedendo alla sonda di raggiungere l’orbita. 17 agosto 1966 Pioneer 7 viene immesso in orbita intorno al Sole. 17 agosto 1970 La sonda sovietica Venera 7 viene lanciata verso Venere dove giunge a Dicembre. La sonda atterra sulla superficie e trasmette dati per 58 minuti. 18 agosto 1686 Cassini riporta la visione di un satellite intorno a Venere. 18 agosto 1868 Pierre Janssen scopre l’elio nello spettro del Sole durante un eclisse di Sole. 18 agosto 1985 Viene lanciata Suisei, la seconda sonda giapponese per l’esplorazione dello spazio profondo. La Suisei incontrerà la Cometa di Halley nel mese di marzo del 1986. 18 agosto 1933 Viene compiuto con successo il primo volo test del Delta Clipper (DC-X). Il volo del prototipo dura 59 secondi raggiungendo un’altitudine di 46 metri e verificando i sistemi di controllo e le capacità di atterraggio verticale. 19 agosto 1646 Nasce il primo Astronomo Reale della Gran Bretagna: John Flamsteed. Flamsteed divenne autore di un sistema numerico di designazione delle stelle chiamato “Numeri di Flamsteed”. 19 agosto 1871 Nasce Orville Wright. Orville e suo fratello Wilbur, diventeranno i primi a costruire e a far volare un aereo. Orville divenne il primo pilota aereo. 19 agosto 1960 L’URSS lancia lo Sputnik 5 con a bordo due cani: Belka e Strelka. Entrambi torneranno vivi a terra. 19 agosto 1960 Il satellite americano Discoverer 14 lancia una capsula di 300 4 libbre che rientra in atmosfera terrestre. La capsula scende fino ad un’altitudine di 2400 dove viene recuperata da un aereo di trasporto C-119 della US Air Force. 19 agosto 1979 Vladimir Lyakhov e Valeriy Ryumin portano a termine un record di 175 giorni nello spazio a bordo della stazione spaziale Salyut 6. 19 agosto 1982 Svetlana Savitskaya diventa la seconda donna nello spazio. 20 agosto 1975 Il Viking 1 viene lanciato verso Marte. Il 20 luglio 1976, il Viking 1 diventa la prima sonda ad atterrare con successo sul pianeta rosso. 20 agosto 1977 Il Voyager 2 inizia la più gloriosa missione planetaria mai compiuta. Il Voyager 2 incontrerà i quattro pianeti gassosi: Giove, Saturno, Urano e Nettuno. 21 agosto 1965 Gordon Cooper e Charles Conrad vengono lanciati a bordo della Gemini 5. Gli astronauti resteranno in orbita 8 giorni superando per la prima volta il record sovietico. Cooper diventa anche il primo uomo a volare due volte nello spazio. Inoltre la Gemini 5 diventa anche la prima navicella ad utilizzare celle a combustibile per generare energia elettrica. 21 agosto 1968 William Dana raggiunge un’altitudine di 80 km durante l’ultimo volo dell’X-15. 21 agosto 1972 Gli Stati Uniti lanciano Copernico, il primo telescopio astronomico spaziale automatico. 21 agosto 1993 Vengono persi i contatti con la sonda Mars Observer pochi giorni prima del suo arrivo a Marte. Indagini successive indicarono come causa principale della perdita della sonda la rottura di una tubazione di carburante. 22 agosto 1963 Joe Walker raggiunge un’altitudine di 67 miglia (100 km) con un l’aereo razzo della NASA X-15. 22 agosto 1970 Il Cosmos 359, un gemello della Venera 7, è incapace di abbandonare l’orbita terrestre e quindi non può raggiungere Venere. 23 agosto 1961 Viene lanciato il Ranger 1 per un test lunare ad elevata altitudine. Purtroppo un’avaria nel veicolo di lancio impedisce la riaccensione del vettore lasciando il Ranger in orbita terrestre bassa. Rientrerà in atmosfera il 30 agosto 1961. 23 agosto 1966 Il Lunar Orbiter 1 trasmette a Terra la prima immagine ravvicinata della Luna. 24 agosto 79 d.C. L’eruzione del Vesuvio distrugge Pompei ed Ercolano. 1900 anni dopo, un’immagine infrarossa di Pompei viene ripresa dallo Space Shuttle. 24 agosto 1966 L’URSS lancia Luna 11. La sonda entrerà in orbita lunare tre giorni dopo. 24 agosto 1989 L’asteroide 1989PB passa a 4 milioni di chilometri dalla Terra. 25 agosto 1609 Galileo Galilei mostra il suo primo telescopio alle autorità di Venezia. 25 agosto 1962 L’Unione Sovietica tenta senza successo di lanciare verso Venere la sonda Venera. Venera non riesce ad abbandonare l’orbita terrestre. 25 agosto 1989 Il Voyager 2 diventa la prima sonda a raggiungere Nettuno. 25 agosto 1994 L’asteroide 1620 Geographos passa vicino alla terra a soli 4.5 milioni di chilometri. Immagini radar dell’asteroide riprese dal JPL identificano l’asteroide come l’oggetto più elongato mai osservato nel Sistema Solare. 26 agosto 1981 Il Voyager 2 raggiunge Saturno. 26 agosto 1883 L’eruzione del Krakatoa distrugge tre quarti di isola. L’esplosione viene sentita fino ad una distanza di oltre 3000 chilometri. Le onde di marea raggiungono i 120 metri di altezza. A causa delle polveri immesse in atmosfera la luce solare viene attenuata per diversi anni dopo l’esplosione. 27 agosto 1962 Il Mariner 2 viene lanciato verso Venere. In Dicembre, il Mariner 2 passa a 21,638 miglia da Venere diventando la prima sonda ad effettuare un fly-by con un altro pianeta. 27 agosto 1969 L’unico fallimento delle sonde solari della serie Pioneer avviene quando il Pioneer E brucia 8 minuti dopo il lancio a causa di un’avaria del veicolo di lancio. 27 agosto 1984 Il Presidente degli Stati Uniti Reagan annuncia il progetto “Insegnanti nello Spazio”. Successivamente viene selezionata Christa McAuliffe. 27 agosto 1985 Tre satelliti per telecomunicazioni vengono rilasciati dallo Space Shuttle Discovery durante la missione STS-51-I. 28 agosto 1789 William Herschel scopre Encelado, un satellite di Saturno. 28 agosto 1974 La Soyuz 15 ritorna a terra dopo il fallimento di un tentativo di aggancio con la stazione spaziale Salyut 3. 28 agosto 1993 La sonda Galileo compie un fly-by ravvicinato con l’asteroide Ida. Intorno ad Ida viene scoperta una luna: Dactyl. 30 agosto 1885 Durante una tempeste meteorica, vicino alla costellazione di Andromeda, vengono osservate circa 13000 meteore in un ora!! 30 agosto 1983 Guy Bluford diventa il primo uomo nero a volare nello spazio durante la missione STS-8, a bordo dello Space Shuttle Challenger. 30 agosto 1984 Lo Space Shuttle Discovery compie il suo primo volo nello spazio durante la missione STS 41-D, trasportando Charlie Walker, il primo astronauta di un’industria privata. 31 agosto 1962 Il Presidente Kennedy firma il Satellite Act, che darà origine a COMSAT. 31 agosto 1979 La Cometa Howard-Koomur-Michels entra in collisione con il Sole. IL TELESCOPIO SPAZIALE HUBBLE MISURA IL DIAMETRO DELLE STELLE PULSANTI L’Hubble Space Telescope è stato usato con successo per misurare il diametro di una serie speciale di stelle pulsanti chiamate “variabili Mira”, che cambiano ritmicamente dimensione. I risultati suggeriscono che queste stelle vecchie e giganti non siano sferiche, ma di forma ovoidale. La conoscenza approfondita di queste stelle enigmatiche rappresenta un punto cruciale delle comprensione di come evolve una stella, e potrebbe prevedere il destino del nostro Sole da qui a cinque miliardi di anni. A causa della distanza, le stelle sono troppo piccole affinché il loro disco possa essere risolto nelle immagini convenzionali (prese in luce visibile), così gli astronomi hanno utilizzato i “sensori a guida fine” di Hubble (Fine Guidance Sensors (FGS)) per permettere l’osservazione in luce visibile del diametro angolare (una misura di larghezza apparente) di due variabili Mira: R Leonis e W Hydrae. Queste osservazioni uniche sono state effettuate dal Dott. Mario G. Lattanzi dell’Osservatorio di Torino, dal Dott. M. Feast dell’Università di Città’ del Capo (Sud Africa), dal Dott. U. Munari dell’Osservatorio di Padova e dal Dott. P. Whitelock con l’Osservatorio Astronomico del Sud Africa. I risultati stanno per essere sottoposti all’Astrophysical Journal Letters per essere pubblicati. I sensori a guida fine (FGS) del Telescopio Spaziale vengono normalmente utilizzati per seguire gli oggetti astronomici che vengono studiati con gli altri strumenti scientifici a bordo di Hubble. Invece di riprendere immagini, i FGS costruiscono una figura di interferenza dalla luce entrante. Le zone luminose e scure create dall’interferenza possono essere utilizzate per misurare angoli estremamente piccoli su una regione di cielo larga appena un centesimo di secondo d’arco. Le misure ottenute tramite i FGS mostrano, con una chiarezza senza precedenti, che le atmosfere delle due stelle non sono perfettamente sferiche, ma leggermente allungate, come un uovo. Questa forma inusuale potrebbe essere prodotta in diversi modi. Una possibilità è quella di un’espansione non uguale in tutte le direzioni durante la pulsazione. Alternativamente, potrebbero esserci alcune grandi macchie scure sul disco visibile della stella in modo tale a creare l’illusione di una forma non sferica. “Questa è la conferma indiretta delle ricerche precedenti che facevano pensare che le fotosfere delle stelle di tipo Mira non fossero perfettamente sferiche” – dice Lattanzi – “Una tale evidenza si sta dimostrando fondamentale per una miglior comprensione di come le fotosfere di queste stelle pulsano e interagiscono con l’ambiente circostante”. Le misure tramite i FGS mostrano che il diametro apparente di R Leonis (in luce visibile) è di 70 per 78 millisecondi d’arco, equivalenti a (12.8 per 14.4 milioni di chilometri alla distanza della stella di 390 anni luce). Per quanto riguarda W Lyrae, le sue dimensioni angolari sono 76 per 91 millisecondi d’arco. Se queste stelle venissero sostituite al Sole si estenderebbero ben oltre l’orbita terrestre fino quasi a raggiungere quella di Giove. Le stelle come il nostro Sole evolveranno in una gigante rossa. Uno stadio cruciale in questo processo, durante il quale la stella espelle nello spazio gli strati più esterni fino a formare una nebulosa planetaria, è occupata dalle variabili Mira. Il loro periodo annuale di pulsazione e il loro ampio range i luminosità (un fattore anche superiore a 10000) separa le Mira dalle altre stelle facendone un importante indicatore dei processi di evoluzione stellare. Queste nuove osservazioni dell’Hubble Space Telescope, integrate con osservazioni ottiche terrestri coordinate con la fotometria infrarossa, sono le prime di un programma della durata annuale per il monitoraggio dei cambiamenti dei diametri e della forma di queste stelle in relazione con la loro pulsazione. HUBBLE RAGGIUNGE UN TRAGUARDO ECCEZIONALE: 100 000 IMMAGINI Il Telescopio spaziale Hubble ha raggiunto un traguardo diversi anni prima di quanto gli scienziati si aspettassero nel momento in cui ha ripreso la sua fotografia numero 100000, lo scorso 22 giugno. L’osservatorio orbitante da sei anni ha una media di 1389 immagini al mese, una quantità che farebbe invidia a qualsiasi fotografo. Lo Space Telescope Science Institute attribuisce questo successo principalmente alla miglior gestione del tempo di osservazione del telescopio. Infatti, Hubble ha utilizzato così bene il suo tempo da raggiungere un’efficienza osservativa del 55 per cento nelle ultime otto settimane, superando le previsioni originarie del 20 per cento. Senza questo incremento dell’efficienza prevista, “ci sarebbero voluti almeno 10 anni per raggiungere le 100000 immagini” ha detto il Direttore dell’Istituto Robert Williams. “Questo significa che stiamo consegnando un maggior numero di risultati scientifici ad un maggior numero di astronomi ed al pubblico”. Aggiunge Peg Stanley, il capo dell’Istituto PRESTO (Project to Re–Engineer Space Telescope Observing): “Stiamo ottenendo più 5 di una volta e mezza la scienza che avevamo originariamente previsto. Stiamo ottenendo più scienza ad ogni orbita e siamo in grado di accettare programmi più grandi” Più del 25 per cento delle immagini sono state utilizzate per analizzare galassie ed ammassi di galassie, e un altro 25 per cento ha riguardato le stelle e gli ammassi stellari. Il Telescopio spaziale ha ripreso le immagini di circa 10000 oggetti. Le fotografie delle galassie e dei pianeti riprese da Hubble rappresentano un catalogo di località esotiche dell’Universo. Giove e Saturno sono in testa alla classifica degli oggetti favoriti da Hubble. “Raggiungere 100000 immagini così presto è veramente un successo notevole” dice Williams, “specialmente se si tiene in considerazione l’orbita bassa di Hubble che impedisce le osservazioni per circa il 50 percento di ogni orbita (quando la Terra ostruisce la visibilità di Hubble) e l’anomalia del sud Atlantico (una fascia ad alta radiazione in cui il Telescopio Spaziale non può osservare).” Stanley – il cui gruppo esamina e seleziona le proposte scientifiche di utilizzo del telescopio, la preparazione dell’orbita, le pianificazioni e le previsioni – cita due esempi dell’incremento dell’efficienza osservativa. Nel luglio 1993, gli scienziati incominciarono ad utilizzare un secondo registratore a nastro a bordo del telescopio per registrare i dati raccolti. Con un solo registratore le osservazioni scientifiche dovevano arrestarsi dopo poche orbite per scaricare i dati. Un solo registratore, ad esempio, può contenere solo da 10 a 14 immagini ripresa dalla Wide Field and Planetary Camera 2. Un secondo esempio è rappresentato dall’aggiunta di un nuovo software, nel 1995, che consente ad Hubble di fare un miglior uso del suo tempo di osservazione per ogni istante dei 96 minuti di ogni orbita intorno alla Terra. Quindi, il software consente agli scienziati di ottenere più dati scientifici per ogni orbita. Prima che Hubble venisse lanciato nello spazio, nel 1990, gli scienziati avevano previsto un’efficienza osservativa del 35 per cento. Il telescopio ha superato quel limite raggiungendo il 38 per cento nell’ottobre del 1992, un anno e mezzo dopo il lancio. La percentuale è continuamente aumentata da quel momento. La media dello scorso anno è stata del 47 per cento; da gennaio ad aprile di questo anno è stata del 52 per cento. La percentuale più alta è stata del 74 per cento lo scorso dicembre quando gli scienziati, compreso il Direttore dell’Istituto Williams, utilizzarono l’Hubble quasi continuamente per 10 giorni per ottenere quell’immagine profonda dell’Universo chiamata Hubble Deep Field. Ancora una volta, la pianificazione è stata la chiave del successo l’Hubble Deep Field Science Team ed il gruppo PRESTO hanno lavorato insieme per ricercare il tempo e le condizioni migliori per la ripresa di queste immagini. I SATELLITI GALILEIANI Attorno a Giove orbitano 16 satelliti, quattro dei quali hanno le dimensioni di un pianeta. Tutti i satelliti di Giove si trovano sul piano equatoriale del pianeta creando l’apparenza di un sistema solare in miniatura. Le quattro lune maggiori, scoperte da Galileo nel gennaio del 1610, sono chiamate “satelliti galileiani”. In ordine di distanza da Giove troviamo: Io, Europa, Ganimede e Callisto. La densità media di queste lune diminuisce con la distanza esattamente come accade nella struttura interna di un pianeta. Le complesse caratteristiche di questi satelliti sono rimaste sconosciute fino alle missioni Voyager. Io Io è uno dei corpi più singolari del Sistema Solare. Le sue dimensioni sono simili a quelle della Luna, la sua densità media, circa 3.5, suggerisce che, come i pianeti terrestri, sia costituito da roccia o da silicati. Io è il corpo vulcanicamente più attivo di tutto il Sistema Solare. Nelle immagini del Voyager sono state scoperte le evidenze di nove vulcani attivi. Inoltre, Io presenta almeno 200 crateri 6 vulcanici più larghi di 20 chilometri, oltre dieci volte il numero dei vulcani terrestri di quelle dimensioni. Ogni anno la superficie di Io viene ricoperta da dieci miliardi di tonnellate di materiale vulcanico, quel tanto che basta per cancellare ogni traccia dei crateri da impatto. Il colore della superficie di Io deriva dallo zolfo o dai composti solforosi espulsi durante le eruzioni. La lava di Io è costituita da zolfo e le sfumature gialle, arancio e nere sono vari composti dello zolfo a diverse temperature. Alcune colate laviche dalle caldere di Io si estendono per oltre 150 chilometri. I vulcani di Io presentano una bassa elevazione, diversamente da quelli di Venere, della Terra e di Marte. In ogni caso, il più grande vulcano di Io, Pele, ha una dimensione di circa 1400 chilometri. Sebbene le montagne di Io raggiungano altezze anche di 10 chilometri, nessuna di queste è un vulcano, anzi, l’origine di queste montagne è ancora un mistero. La velocità di espulsione del materiale dai vulcani è di circa 1 chilometro al secondo. La forma ad ombrello di queste eruzioni suggerisce che i vulcani di Io funzionino come i geyser. L’elevata velocità di espulsione, unitamente al debole campo gravitazionale del satellite, consente ai getti di raggiungere altezze di circa 300 chilometri. Perché Io è così vulcanicamente attivo? La risposta deve essere ricercata nel pianeta Giove. Io orbita ad una distanza di 421600 km, circa 37000 km in più della distanza Terra–Luna. Dal momento che Giove possiede una massa 300 volte maggiore di quella terrestre, la sua immensa forza di gravità induce enormi effetti mareali sulla superficie del satellite, provocando una flessione della crosta. Questo movimento genera abbastanza calore da far fondere gli strati sottostanti e produrre il generale vulcanesimo da hot–spot. La sottile atmosfera di Io è composta principalmente da ossido di zolfo, che i fenomeni vulcanici continuano ad alimentare. La maggior parte dell’ossido di zolfo congela durante la notte. Europa Sebbene abbia circa le stesse dimensioni e la stessa densità media (3.04) di Io, Europa è notevolmente diverso. La superficie di questo satellite è composta da ghiaccio d’acqua e appare liscia e levigata. La conformazione più evidente è una serie di graffiature scure e di dorsali. Le incisioni sembrano essere fratture della superficie ghiacciata che vennero riempite di acqua. Le dorsali sono sottili e hanno un’elevazione massima di circa 150–200 metri. La densità relativamente alta di Europa fa pensare che la crosta non possa essere più spessa di 75–100 km, suggerendo che l’acqua giace principalmente ghiacciata sulla superficie del satellite. L’assenza i crateri da impatto indicano che Europa è stato inondato dall’acqua che ha cancellato ogni traccia di collisione. Europa orbita ad una istanza di 670900 km; per questa ragione non è soggetto alle forze mareali di intensità paragonabile a quelle che agiscono su Io. Tuttavia, le maree sono tali da far flettere la crosta di Europa e produrre calore al suo interno. Il calore viene rilasciato attraverso l’attività tettonica che rompe e sposta porzioni i crosta facendo fondere e defluire l’acqua di superficie. Di conseguenza le forze mareali potrebbero essere la sorgente delle spaccature e delle dorsali presenti su Europa. È stato suggerito che il riscaldamento mareale potrebbe essere elevato al punto tale da impedire alla crosta del satellite di congelare completamente. Se questo fosse vero, uno strato di acqua potrebbe esistere sotto la crosta ghiacciata. Ganymede Con un diametro di 5260 km e una densità media di 1.93, Ganymede è un gigante di ghiaccio. Composto per metà di ghiaccio e per metà di roccia, Ganymede è il più grande satellite del Sistema Solare, addirittura più grande di Mercurio. Ganymede orbita ad una distanza di 1070000 km. Su Ganymede si distinguono, per la loro luminosità, due tipi di superficie. Le regioni più vecchie della superficie appaiono scure e molto craterizzate. Una grande area circolare di circa 3200 km di terreno scuro e fortemente craterizzato prende il nome di Galileo Regio. L’origine di Galileo Regio e di Marius Regio, un’altra grande regione di terreno scuro, non è ben chiara. Potrebbe essere ciò che resta di un vecchio bacino da impatto o l’evidenza di un’espansione della crosta. Le regioni più luminose presentano una minor densità di crateri, indicando una minor longevità. Essi contengono caratteristiche tettoniche formate da graffiature curve parallele. Questi dettagli non hanno una controparte sui pianeti terrestri. La crosta di Ganymede ha uno spessore di circa 75 km. Sotto di essa giace il mantello costituito principalmente da acqua e ghiaccio, infine c’è un nucleo di roccia o silicati. Non c’è alcun dubbio che le forze tettoniche hanno provveduto a rimodellare la superficie del satellite. Il sistema di spaccature sembra si sia formato quando la crosta è stata stirata o compressa. Le forze tettoniche avrebbero anche fratturato e ruotato larghi blocchi di terreno scuro e disallineato parte del sistema di graffiature. Il periodo più significativo dell’attività tettonica si è probabilmente verificato nei primi periodi di vita del satellite, quando l’interno era ancora caldo. Callisto Il più esterno satellite galileiano, Callisto, è quasi il gemello di Ganymede per dimensioni e densità. Come per Ganymede, la densità media suggerisce la presenza di acqua, con una sottile crosta di ghiaccio che ricopre un mantello di acqua o ghiaccio e un nucleo roccioso. L’orbita di Callisto ha una dimensione di 1884600 km. Callisto è il corpo più craterizzato osservato finora in tutto il Sistema Solare. La sua superficie è completamente coperta da crateri da impatto. È l’unico corpo densamente craterizzato che tra i crateri non presenta pianure analoghe a quelle i Mercurio, di Marte o della Luna. La natura della crosta ghiacciata di Callisto viene rivelata dai suoi crateri e bacini da impatto, che sono molto più piatti di quelli dei pianeti terrestri. Il più grande bacino da impatto, circa 3000 km i diametro, prende il nome di Valhalla: una luminosa struttura ad anello probabilmente colpita da un oggetto di taglia asteroidale. L’anello presenta un leggero rigonfiamento e riflette probabilmente la frattura avvenuta nella crosta ghiacciata in risposta all’impatto. VETTORI DI LANCIO O “LANCIATORI” Un vettore di lancio è un sistema a razzo che solleva da terra una sonda o un satellite conferendogli una velocità sufficiente da raggiungere l’orbita. Alcuni vettori sono costituiti da diversi razzi più piccoli, chiamati “stadi”, montati uno in cima all’altro. Appena uno stadio esaurisce il combustibile, si separa dal veicolo principale e torna a terra, mentre il resto del vettore procede nello spazio. Dal 1958, quando il tasso di fallimento dei vettori di lancio sia americani sia sovietici era circa del 50 per cento, la tecnologia e le prestazioni dei “lanciatori” hanno subito un considerevole miglioramento. Altre nazioni dispongono ora di propri vettori. I “lanciatori” possono ora trasportare enormi carichi scientifici e mettere in orbita navicelle pilotate. LANCIATORI AMERICANI Atlas La famiglia dei vettori Atlas prende il nome dal dio della mitologia greca che portava il mondo sulle sue spalle. Gli Atlas sono stati adattati dai missili balistici intercontinentali (ICMB Intercontinental Ballistic Missile) della U.S. Air Force. Il vettore Atlas originale, a propellente liquido, era lungo 27 metri e aveva un diametro di 3.7 m. Nel suo primo progetto veniva chiamato ad “uno stadio e mezzo” in quanto aveva un motore principale con due motori a booster a fianco. Tutti i motori, alimentati a kerosene e ossigeno liquido, si accendevano alla partenza, e i due booster si staccavano durante la prima fase i lancio. Questa versione degli Atlas aveva una spinta al decollo di 160000 kg. La missione più significativa di un vettore Atlas è stata il Progetto Mercury, il cui scopo primario era quello di portare gli astronauti in orbita terrestre al fine di studiare le loro reazioni fisiche e mentali. L’obiettivo venne raggiunto il 20 febbraio 1962, quando un Atlas lanciò Friendship 7, la capsula Mercury con a bordo John Glenn, il primo americano nello spazio. Gli Atlas vennero anche combinati con due stadi superiori: gli Agena e i Centaur. Gli Atlas–Agena, l’ultimo dei quali venne utilizzato nel 1967, lanciarono alcune sonde della classe Mariner e Ranger. Gli Atlas–Centaur, ancora in esercizio, rappresentano una versione più potente dei vettori Atlas; vennero utilizzati per il lancio delle sonde Surveyor, Mariner e Pioneer, e per numerosi satelliti militari e per telecomunicazioni. L’Atlas IIAS, il più potente della classe Atlas-Centaur, può immettere 3697 kg in orbita geosincrona e 8641 kg in orbita bassa. Delta Il primo vettore a combustibile liquido della classe Delta era basato su una modifica dei missili balistici a media gittata Thor. Dal 1960 al 1982 i Delta vennero sottoposti ad una serie di miglioramenti che portarono allo sviluppo di ben 34 versioni del razzo. La versione attuale, il Delta II, è completamente diverso in apparenza dai Thor-Delta del 1960. Il Delta II ha un primo stadio più largo, con un motore più potente e due booster laterali. Un terzo stadio a propellente solido può essere aggiunto ai primi due stadi a combustibile liquido nel caso in cui la missione lo richieda. La percentuale di successo nei più di 200 lanci compiuti dai Delta è stata eccezionale, e include i seguenti “primi” lanci: Echo 1, nel 1960, il primo satellite per telecomunicazioni in orbita terrestre che trasmetteva la voce e i segnali televisivi da una stazione ad un’altra; Syncom 1, nel 1963, il primo satellite geostazionario; Early Bird, nel 1965, il primo satellite Intelsat (International Telecommunications Satellite Organization). I Delta lanciarono anche molti dei satelliti Explorer e delle sonde interplanetarie Pioneer, oltre alla maggior parte dei satelliti della serie TIROS e Landsat. Nella versione attuale, un Delta è lungo 35 metri e ha un diametro di 2.4 metri. Il primo stadio dei Delta, con i booster laterali sviluppa una spinta di 450000 kg. Titan Sebbene il primo lancio dei Titan avvenne nel 1959, i vettori Titan a propellente liquido vengono utilizzati ancora oggi. Come gli Atlas e i Delta, i Titan rappresentano una famiglia di lanciatori. La tecnologia dei Titan cominciò con il Titan I, un missile balistico intercontinentale a kerosene e ossigeno liquido; successivamente venne modificato dalla NASA per gli utilizzi civili. I Titan II, non più in uso, lanciarono le missioni Gemini nel 1960. I Titan IIIEs lanciarono le sonde interplanetarie Viking e Voyager che richiedevano traiettorie con un’elevata velocità di fuga. Il Titan IV è il più grande e più potente vettore di lancio americano attualmente in uso. È in grado di trasportare 22000 kg in orbita bassa e 5670 kg in orbita geostazionaria. I Titan IV vengono utilizzati per il lancio dei carichi militari e per le missioni “deepspace” della NASA. Saturn Nel 1958 la NASA iniziò la produzione di una famiglia di tre grandi lanciatori a combustibile liquido: i Saturn I, IB e V. Le missioni lunari Apollo utilizzarono il vettore Saturn V. Il Saturn I 7 venne sviluppato per i test di volo non pilotati del modulo Apollo. Assemblato da componenti provenienti da altri razzi, il Saturn I era un vettore a due stadi: il primo era formato da 8 motori raggruppati; il secondo stadio era alimentato a idrogeno e ossigeno liquidi e aveva 6 motori ciascuno dei quali sviluppava una spinta di 6800 kg. Nel gennaio del 1964 un Saturn I portò il suo carico in orbita terrestre. I due voli successivi, avvenuti nello stesso anno, portarono in orbita le versioni aggiornate della capsula Apollo. L’ultimo volo dei Saturn I, nel 1965, lanciò il satellite per la rilevazione dei meteoroidi Pegasus. Il Saturn IB era una versione riveduta del Saturn I, con un miglioramento del primo stadio e un nuovo secondo stadio spinto da un solo motore. Poteva immettere in orbita terrestre bassa un carico di 18160 kg. Il suo primo volo non pilotato avvenne nel febbraio 1966. L’11 ottobre 1968, un Saturn IB lanciò i primi tre astronauti della missione Apollo, con la capsula Apollo 7. Tra il 1973 e il 1974 i Saturn IB portarono tre equipaggi a bordo dello Skylab. Infine, nel 1975, tre astronauti americani vennero lanciati da un Saturn I per la missione Apollo-Soyuz. Lo sviluppo del gigantesco vettore a tre stadi Saturn V iniziò con un obiettivo ben preciso: portare l’uomo sulla Luna. Infatti, tra il 1968 e il 1972 la sua potenza e capacità consentì a 24 astronauti americani di immettersi in orbita lunare e a 12 dei quali di camminare sulla superficie del nostro satellite naturale. Il massiccio lanciatore Saturn V era alto 111 metri. Il suo primo volo avvenne il 9 novembre 1967 quando portò in orbita un carico di 114 tonnellate. Il Saturn V aveva una spinta al lancio di 3.4 milioni di kg; in meno di 2 minuti e 40 secondi i 5 motori del primo stadio bruciavano 2 milioni di kg di propellente. Un testimone che aveva assistito alla terrificante partenza di uno di questi razzi disse che piuttosto che chiedersi se un Saturn si era alzato da terra bisognava chiedersi se non era stata la Florida a sprofondare. I Saturn V lanciarono tutte le missioni pilotate Apollo. L’ultimo partenza di un Saturn V avvenne il 14 maggio 1973, quando la stazione spaziale Skylab venne messa in orbita. Scout I vettori Scout, utilizzati dal 1960 al 1994, erano booster leggeri a propellente solido; lo Scout era il più piccolo dei lanciatori. Lo sviluppo degli Scout era uno sforzo congiunto tra la NASA e il Dipartimento della Difesa americano per costruire un razzo relativamente economico utilizzando i motori a combustibile solido già esistenti. Nel 1960 venne sviluppato come razzo a tre stadi. Successivamente venne aggiunto un ulteriore stadio. L’altezza originale degli Scout era di 22 metri e aveva una spinta al lancio di 47400 kg. Venne utilizzato principalmente per sonde ad elevata altitudine, piccoli satelliti ed esperimenti di rientri atmosferici. Pegasus I Pegasus, che prendono il nome del cavallo alato mitologico, sono razzi alati a propellente solido. Rappresentano una delle varie versioni dei veicoli da lancio commerciali per carichi mediopiccoli. I Pegasus vengono portati ad alta quota da un aereo e quindi rilasciati. Il combustibile solido del primo stadio produce una spinta di 49500 kg; il secondo stadio sviluppa una spinta di 12530 kg; infine, la spinta di 4450 kg del terzo stadio immette il carico in orbita. I Pegasus rimpiazzarono gli Scout come veicoli di lancio leggeri in quanto sia la posizione di lancio, sia il periodo di lancio risultano molto più flessibili: il lancio non richiede una base fissa a terra ed è indipendente dalle condizioni atmosferiche con conseguente risparmio economico. Il lancio iniziale avvenne nel 1990 con la messa in orbita di un veicolo test chiamato Pegsat. Un secondo volo, nel 1991, trasportava sette piccoli satelliti. Sono previsti voli per tutti gli Anni ’90. 8 Space Shuttle Lo Space Shuttle americano, ufficialmente chiamato Space Transportation System o STS (Sistema di Trasporto Spaziale) è il primo vettore di lancio riutilizzabile, cioè in grado di effettuare lanci multipli piuttosto che finire distrutto in ogni missione. Lo Space Shuttle è lungo 56 metri e comprende: l’Orbiter, uno spazio-plano alato completamente riutilizzabile dotato di tre motori a combustibile liquido; l’External Tank (ET), utilizzato una sola volta, che contiene l’ossigeno e l’idrogeno liquidi usati dai motori principali durante il lancio; e due booster a combustibile solido (Solid Rocket Boosters SRB) che rappresentano i più grandi motori a combustibile solido che abbiano mai volato e i primi progettati per il riutilizzo. Ogni SRB è alto 45 metri e contiene 500 tonnellate di propellente solido. Questi booster, unitamente ai motori principali, vengono accesi al momento della partenza sviluppando una spinta totale di 1.5 milioni di kg. I booster consumano il loro combustibile in 2 minuti, quindi si staccano e cadono con un paracadute nell’oceano da dove vengono recuperati per essere nuovamente utilizzati. Sul retro dell’Orbiter sono situati i tre motori principali (Space Shuttle Main Engines SSME) e due sistemi di manovra orbitale (Orbital Maneuvering System OMS). Con una spinta complessiva di quasi 500000 kg, i motori principali sono i più complessi e potenti motori criogenici a propellente liquido mai costruiti. L’External Tank è lungo 47 metri e ha un diametro di 8.5 metri. Trasporta 574 tonnellate di idrogeno e ossigeno liquido per i motori principali dell’Orbiter. Questa è l’unica grande parte dello Space Shuttle che non può essere riutilizzata. Il combustibile contenuto in questo serbatoio di alluminio viene consumato in solo 8 minuti e mezzo, dopo di che il serbatoio si stacca per ricadere nell’oceano. A questo punto, i due motori OMS immettono l’Orbiter in orbita. Questi motori verranno utilizzati anche per il rientro. Il Sistema di controllo a reazione dello Shuttle (Shuttle Reaction Control System RCS) è costituito da 38 motori principali e 6 motori secondari, e viene utilizzato per gli aggiustamenti della traiettoria, della velocità e della posizione quando lo Space Shuttle si trova in orbita. L’Orbiter ritorna a terra atterrando su una pista come un aeroplano. Quando deve essere trasportato viene ancorato sopra ad un Boeing 747. Lo Space Shuttle è stato utilizzato per il lancio di sonde spaziali come la Galileo (verso il pianeta Giove) e Ulysses (in orbita intorno al Sole). Nell’aprile del 1990 lo Space Shuttle ha portato in orbita l’Hubble Space Telescope. For further information about this paper please contact: Elia Cozzi Via Borghi 14 22076 Mozzate (CO) Italy Phone and Fax: +39–331–830704 Fidonet: 2:331/101 E–mail: [email protected]