NIHIL SUB ASTRIS NOVUM
N.
6
– 8 SETTEMBRE 1996
a cura di Cristina Bernasconi, Elia Cozzi e Massimo Zoggia
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A Newsletter of
Gruppo Astrofili “Giovanni e Angelo Bernasconi”
Via S. Giuseppe, 34–36
21047 Saronno (VA)
Italy
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La nuova pubblicazione, che dovrebbe chiamarsi Deep–Sky,
INTERNET, AT LAST!
verrà edita periodicamente (non abbiamo ancora deciso la
Con questo numero della nostra newsletter abbiamo deciso di
frequenza, ma è nostra intenzione abbinarla a questa newsletter)
dare più consistenza al nostro bollettino raddoppiando il numero di
riportando una descrizione degli oggetti deep-sky di una
pagine con la speranza di suscitare un maggior interesse da parte
determinata costellazione che, se la sincronizzazione sarà quella
del lettore; ovviamente, speriamo vivamente di riuscire a
voluta, nel periodo di pubblicazione presenterà le migliori
mantenere questo standard anche nei prossimi numeri nonostante il
condizioni di osservazione. Ovviamente il numero degli oggetti
gravoso lavoro che questo comporta.
descritto non sarà, ad esempio, quello di tutti gli NGC; per ovvi
Purtroppo, a quasi un anno dalla nascita di Nihil Sub Astris
motivi di spazio, di tempo e di possibilità di reale osservazione, ci
Novum, dobbiamo constatare che, nonostante i numerosi inviti,
limiteremo a considerare quelli con magnitudine inferiore alla
pochissimi sono quelli che ci hanno consegnato materiale da
decima; un limite che, a nostro avviso, risulta accessibile anche ai
pubblicare. Probabilmente aveva proprio ragione il Professor
possessori di piccoli strumenti (talvolta anche un buon binocolo).
Bernasconi quando, nella presentazione del libro edito in occasione
Questa nostra idea è nata anche dal fatto che, molto spesso, si
del 20° Anniversario di Fondazione, poneva in evidenza una certa
osservano gli oggetti senza approfondirne la conoscenza o senza
riluttanza a scrivere da parte dei Soci.
“andare a fondo” nei particolari e questo accade principalmente per
Prima di arrivare a spiegare il significato del titolo di questo
la mancanza di una “guida” che indichi cosa e come osservare. La
articolo, vorrei soffermarmi su alcune importanti novità: abbiamo
maggior conseguenza che ci aspettiamo da questa nuova iniziativa è
ritenuto opportuno di iniziare alcuni argomenti che avranno un
un incentivo maggiore all’osservazione critica del cielo e una sfida
seguito anche nei prossimi bollettini; probabilmente spinti dai
personale per riuscire a vedere (e magari fotografare) tutti gli
quotidiani che ogni giorno presentano un inserto a puntate
oggetti inclusi nella nostra guida. La nostra massima aspirazione è
invitando il lettore a comprare anche i numeri successivi, anche noi
quella di confrontare e scambiare i risultati delle nostre
abbiamo deciso di seguire la medesima linea di lavoro, soprattutto
osservazioni durante la riunione seguente a quella in cui vi viene
perché, a nostro avviso, potrebbero derivarne alcuni vantaggi: da
consegnato Deep–Sky.
parte nostra una migliore gestione del tempo a disposizione,
Infine, per dare un’idea del lavoro che abbiamo svolto durante
peraltro sempre molto ridotto, e da parte vostra un invito a seguire
questi due mesi, non posso fare a meno di segnalare che l’area
con maggiore interesse Nihil Sub Astris Novum.
Astro.Ita della rete Fidonet nei mesi di luglio e agosto è stata
E’ nostra intenzione presentare una guida introduttiva
praticamente monopolio del Gruppo Astrofili Bernasconi,
all’aeronautica, cominciando, ad esempio, dai vettori di lancio, e
purtroppo, anche questa volta, tutto il lavoro è stato svolto
così, in questo numero, troverete una breve descrizione dei
solamente da due persone.
lanciatori americani; seguiranno, nei prossimi numeri, quelle
Concludo con un’altra notizia straordinaria: grazie ad un’idea di
relative ai vettori di lancio sovietici, ai vettori europei e a quelli
Cristina, veramente originale, è molto probabile che la nostra
degli altri paesi (Giappone, Cina, ...).
associazione, nel giro di breve tempo, riesca ad avere una propria
Inoltre, abbiamo anche inserito una parte riguardante il Sistema
pagina in Internet!
Solare cercando di dare informazioni sintetiche, semplici, ma, nello
Il motivo principale che ci ha spinto verso questo nuovo
stesso tempo, precise e rigorose a proposito di alcuni oggetti del
traguardo è fondamentalmente uno: lo scambio culturale con altre
nostro sistema planetario.
associazioni. Non vogliamo che ci venga attribuita una mania di
Gli argomenti varieranno di volta in volta senza seguire un
grandezza o una fame di protagonismo; per noi Internet non è una
discorso più generale in modo tale che il contenuto di ogni numero
moda, ma rappresenta ormai una necessità, uno strumento di lavoro
sia praticamente autoconsistente e venga soddisfatto un più ampio
senza il quale sarebbe impossibile restare al passo con i progressi e
spettro di interessi.
le scoperte della scienza.
Cominciamo questa sezione dedicata al Sistema Solare
A questo punto ogni commento sarebbe superfluo, mi limito ad
parlando dei satelliti galileiani, che, senza volerlo, si sono trovati
una semplice considerazione: Our Dream Is Alive!
sulle prime pagine dei giornali di questi ultimi periodi per le
scoperte della sonda Galileo. Continueremo presentando alcune
Elia Cozzi
digressioni sui satelliti minori di Giove e sul suo anello, sugli anelli
di Saturno, sull’atmosfera del Sole, ecc..
LUGLIO NELLA STORIA DELLO SPAZIO
Un’altra importante novità, che senza eccesso di ottimismo o
mancanza di umiltà, potremo definire straordinaria è la nostra
1 luglio 1770
intenzione di dare vita ad un altro periodico.
La cometa Lexell passa a soli 2.3 milioni di chilometri dalla Terra.
Le lunghe notti estive passate ad osservare le stelle ad occhio
1 luglio 1847
nudo (per motivi di ordine superiore) mi hanno portato a pensare in
Viene scoperto l’asteroide 6 Hebe.
grande e così è nata l’idea di scrivere una guida all’osservazione
1 luglio 1976
degli oggetti non stellari.
A Washington apre lo Smithsonian National Air & Space Museum.
1
2 luglio 1985
L’Agenzia Spaziale Europea lancia la sonda Giotto verso la Cometa
di Halley.
4 luglio 1054
La supernova della Crab Nebula viene osservata dagli astronomi
cinesi e giapponesi.
4 luglio 1937
Viene compiuto il primo volo in elicottero.
6 luglio 1687
Edmond Halley pubblica i “Principia” di Isaac Newton.
6 luglio 1938
S. Nicholson scopre Lysithea, la decima luna di Giove.
7 luglio 1988
L’Unione Sovietica lancia Phobos 1 verso Marte. Un comando
errato inviato alla sonda il 29 agosto causerà la perdita della sonda.
Phobos 1 è ora in orbita solare.
7 luglio 1914
Robert Goddard riceve un brevetto per un razzo a due stadi.
8 luglio 1933
Nasce la radioastronomia: Karl Jansky stabilisce che la Via Lattea è
una sorgente di rumore radio.
9 luglio 1979
Il Voyager 2 oltrepassa Giove.
10 luglio 1992
La sonda Giotto compie con successo il fly–by della cometa Grigg–
Skjellerup.
10 luglio 1962
Gli Stati Uniti lanciano il Telstar 1, il primo satellite per
comunicazioni in tempo reale.
11 luglio 1979
Lo Skylab rientra nell’atmosfera terrestre e alcune parti della
stazione spaziale precipitano in Australia.
12 luglio 1977
Viene lanciato l’High Energy Astronomical Observatory (HEAO–
1).
12 luglio 1988
L’URSS lancia Phobos 2. La sonda entra in orbita marziana il 29
gennaio 1989 trasmettendo alcuni dati ed immagini di Marte e
della sua luna Phobos. Il 27 marzo 1989, prima del termine della
sua missione primaria, vengono persi i contatti.
13 luglio 1969
L’Unione Sovietica lancia la sonda Luna 15 appena due giorni
prima dell’Apollo 11. Luna 15 avrebbe dovuto riportare a Terra
campioni di suolo lunare prima della missione Apollo 11.
Purtroppo Luna 15 si schianta sulla Luna il 21 luglio.
13 luglio 1972
Viene registrato il più importante terremoto lunare.
14 luglio 1965
La sonda Mariner 4 compie il primo fly–by di Marte trasmettendo
la prima immagine ravvicinata del pianeta.
14 luglio 1967
La sonda Surveyor 4 viene lanciata verso la Luna. 2.5 minuti prima
dell’atterraggio vengono persi i contatti.
16–22 luglio 1994
Frammenti della Cometa Shoemaker-Levy 9 impattano con il
pianeta Giove.
16 luglio 1965
L’URSS lancia il primo razzo Proton. Un razzo in grado di portare
in orbita 50000 libbre e usato ancora attualmente.
16 luglio 1969
Gli astronauti Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Micheal Collins
partono verso la Luna a bordo di un Saturno 5.
16 luglio 1990
Con un vettore Lunga Marcia 2E, viene lanciato il primo satellite
pakistano: Badr–A.
17 luglio 1975
La navicella sovietica Soyuz 19 si aggancia con l’Apollo 18. La
prima missione congiunta USA–URSS prende il nome di Apollo–
Soyuz. Durante la missione vengono condotti esperimenti e viene
2
tenuta una conferenza stampa dallo spazio.
17 luglio 1850
Dall’Osservatorio di Harvard viene eseguita la prima fotografia di
una stella: si tratta di Vega.
18 luglio 1965
La sonda Zond 3 viene lanciata dall’URSS verso la Luna. Vengono
trasmesse 25 immagini della faccia oscura della Luna.
18 luglio 1966
La navicella Gemini 10 viene lanciata in orbita terrestre con un
razzo Titan. John Young e Michael Collins sono gli astronauti di
questa missione.
18 luglio 1980
Con il lancio del satellite Rotini 1, l’India diventa la settima
nazione a lanciare un satellite in orbita terrestre.
18 luglio 1984
Durante un’attività extra–veicolare (EVA: Extra Vehicular
Activity) Svetlana Savitskaya diventa la prima donna a
“passeggiare” nello spazio.
19 luglio 1967
L’Explorer 35 viene lanciato verso la Luna, entrando in orbita tre
giorni più tardi.
20 luglio 1969
L’Apollo 11 atterra sulla Luna. Neil Armstrong diventa il primo
uomo sulla Luna. Buzz Aldrin è il secondo.
Gli astronauti trascorrono 21.5 ore sulla superficie lunare,
comprese 2.5 ore all’esterno del modulo di escursione lunare
(LEM).
20 luglio 1976
Il Viking 1 diventa la prima sonda ad atterrare con successo su
Marte. La sonda invia immagini del pianeta.
21 luglio 1914
S. Nicholson scopre Sinope, la nona luna di Giove.
21 luglio 1961
La navicella Mercury 4 con a bordo Gus Grissom compie il secondo
volo americano suborbitale con un uomo a bordo. Grissom verrà
salvato dall’oceano a causa dell’affondamento della navicella dopo
lo splashdown.
21 luglio 1973
L’URSS lancia il Mars 4. Originariamente progettata come orbiter,
la sonda non riesce ad entrare in orbita marziana a causa di un
avaria al motore principale. Nonostante il fallimento, il Mars 4
invia alcune immagini del pianeta rosso.
22 luglio 1784
Nasce l’astronomo Friederich Bessel.
22 luglio 1962
Viene lanciata la prima missione americana verso Venere con la
sonda Mariner 1. Purtroppo un’avaria al veicolo di lancio costringe
la distruzione della sonda 293 secondi dopo la partenza.
23 luglio 1980
L’Unione Sovietica lancia la navicella Soyuz 37 con gli astronauti
Viktor Gorbatko e Pham Tuan. Tuan, un vietnamita, diventa il
primo cosmonauta del Terzo Mondo.
25 luglio 1793
L’URSS lancia Mars 5. La sonda entra in orbita marziana il 12
febbraio 1974 diventando una delle poche missioni marziane
sovietiche compiute con successo.
26 luglio 1659
Christiaan Huygens pubblica la sua teoria sugli anelli di Saturno.
26 luglio 1963
Syncom 2 diventa il primo satellite geosincrono operativo.
26 luglio 1971
Viene lanciata l’Apollo 15, la quarta missione umana ad atterrare
sulla Luna. Gli astronauti David Scott, Alfred Worden e James
Irvin entrano in orbita lunare il 30 luglio. Durante la missione
vengono raccolte 170 libbre di suolo lunare e, per la prima volta
viene utilizzato il Lunar Rover, l’automobile lunare.
28 luglio 1851
A Konigsberg, nella Prussia dell’Est, viene eseguita la prima
fotografia di un’eclisse totale.
28 luglio 1964
Il Ranger 7 viene lanciato verso la Luna. La sonda, prima
dell’impatto avvenuto tre giorni dopo, trasmette 4316 immagini
della Luna compresa la prima foto ravvicinata della superficie
lunare.
28 luglio 1973
Gli astronauti Alan Bean, Jack Lousma e Owen Garriot compiono
la seconda visita allo Skylab.
29 luglio 1958
Nasce la NASA (National Areonautics and Space Administration)
30 luglio 1610
Galileo osserva per la prima volta con un telescopio gli anelli di
Saturno. La vera natura degli anelli non era conosciuta, così Galileo
descrive la sua osservazione come un possibile pianeta triplo.
30 luglio 1938
S. Nicholson scopre Carme, l’undicesima luna di Giove.
31 luglio 1971
Durante la missione Apollo 15, David Scott diventa la prima
persona a guidare un’automobile sul suolo lunare.
AGOSTO NELLA STORIA DELLO SPAZIO
1 Agosto 1818
Nasce Maria Mitchell. La Mitchell diventerà la prima donna
astronomo ad essere eletta nella Accademia Americana delle Arti e
delle Scienze, e a scoprire una cometa luminosa nel 1847.
2 Agosto 1909
L’esercito americano accetta il primo aereo dai fratelli Wright.
2 agosto 1967
Il Lunar Orbiter 5 viene lanciato verso la Luna dove arriva il 5
agosto. Il Lunar Orbiter 5 incrementa la copertura fotografica della
Luna portandola a più del 99 per cento.
2 agosto 1971
Il modulo lunare dell’Apollo 15, Falcon, lascia la Luna nel primo
decollo televisivo dalla superficie lunare.
3 agosto 1596
Viene scoperta la prima stella variabile.
3 agosto 1989
Il Team del Voyager al Jet Propulsion Laboratory annuncia la
scoperta di tre nuovi satelliti in orbita intorno a Nettuno.
4 agosto 1181
Viene osservata una supernova nella costellazione di Cassiopeia.
4 agosto 1984
Il primo volo del vettore europeo Ariane 3 porta in orbita terrestre
il satellite Telecom 1A.
4 agosto 1990
La sonda giapponese Hiten compie il suo terzo passaggio
ravvicinato della Luna.
5 agosto 1864
Giovanni Donati osserva per la prima volta lo spettro di una
cometa; si tratta della Cometa Tempel (1864 II).
5 agosto 1930
Nasce a Wapakoneta, in Ohio, Neil Armstrong, il primo uomo sulla
Luna.
5 agosto 1962
Durante un’occultazione lunare viene scoperto il primo quasar.
Viene determinata la sua posizione e viene fotografato un oggetto
“quasi-stellare” con un getto.
5 agosto 1969
Il Mariner 7 sorvola Marte fornendo immagini ad alta risoluzione
dell’emisfero sud del pianeta.
5 agosto 1973
Viene lanciata la sonda sovietica Mars 6. La Mars 6 raggiunge
Marte nel 1974 lanciando un lander. Il lander scende sulla
superficie grazie ad un paracadute, ma pochi secondi dopo
l’atterraggio vengono persi i contatti.
6 agosto 1961
Il sovietico Gherman Titov diventa il secondo uomo nello spazio
durante un volo umano di più di 24 ore a bordo della Vostok 2.
7 agosto 1620
La madre di Giovanni Keplero viene arrestata per stregoneria.
7 agosto 1959
Viene lanciato il satellite Explorer 6 per lo studio della
magnetosfera terrestre e per trasmettere la prima telefoto della
Terra dallo spazio.
7 agosto 1976
Il Viking 2 entra in orbita marziana dopo un volo di 11 mesi.
8 agosto 1978
La sonda Pioneer Venus 2 viene lanciata verso Venere. Raggiunge
il pianeta nel dicembre 1978 sganciando quattro piccole sonde.
8 agosto 1979
L’Unione Sovietica lancia la sonda Zond 7 con lo scopo di testare
una navicella con futuro equipaggio umano. La Zond 7 riprende
immagini della faccia nascosta della Luna e torna a Terra il 14
agosto.
8 agosto 1989
Lo Space Shuttle Columbia viene lanciato durante la missione
militare STS-28 con un carico del Dipartimento della Difesa.
9 agosto 1976
L’URSS lancia Luna 24; la sonda compie un atterraggio morbido
nel Mare delle Crisi. Campioni di suolo lunare vengono riportati a
Terra il 22 agosto 1976. Alcuni di questi campioni vengono
consegnati agli scienziati americani e inglesi per le analisi.
9 agosto 1973
L’Unione Sovietica lancia la sonda Mars 7. La Mars 7 raggiunge
Marte nel 1974 ma il lander non scende sulla superficie del pianeta
a causa di una disfunzione nei motori a propellente solido per il
controllo dell’altitudine.
10 agosto 1960
Il Discoverer 13 viene lanciato in orbita terrestre. Nel novembre
dello stesso anno, dalla navicella viene espulsa una capsula
recuperata poi nell’oceano. Questo evento segna il primo recupero
di un oggetto costruito dall’uomo proveniente dallo spazio.
10 agosto 1966
Il Lunar Orbiter 1 viene lanciato verso la Luna. Entrando in orbita
lunare quattro giorni dopo, la sonda invia 21 fotografie. Il Lunar
Orbiter 1 diventa la prima sonda americana in orbita lunare.
10 agosto 1972
Una meteora luminosa viene fotografata durante il giorno. La
regione di avvistamento va dallo Utah all’Alberta, in Canada.
Questo meteoride rappresenta l’unico caso di meteorite che è
entrato ed è uscito dall’atmosfera terrestre.
10 agosto 1990
La sonda Magellano entra in orbita intorno a Venere iniziando
quattro anni di mappatura radar della superficie del pianeta.
10 agosto 1992
Il TOPEX/Poseidon viene immesso in orbita terrestre per studiare
gli oceani e il clima terrestre.
10 agosto 1995
Gli anelli di Saturno si trovano sulla linea di vista da Terra, cioè
sono visti di taglio. Una configurazione simile si ripeterà nel 2038.
11 agosto 1835
George Airy inizia i suoi 46 anni di carriera come Astronomo
Reale.
11 agosto 1877
L’astronomo Asaph Hall, dello US Naval Observatory, scopre
Deimos, un satellite di Marte.
11 agosto 1962
Andrian Nikolayev a bordo della Vostok 3 e Pavel Popovich a
bordo della Vostok 4 compiono il primo volo in “tandem”.
11 agosto 1989
Due settimane prima del massimo avvicinamento a Nettuno, il
Voyager 2 scopre un parziale sistema di anelli intorno al pianeta. Il
parziale anello si rivelerà essere un anello completo con variazione
di luminosità.
12 agosto 1960
Un pallone in mylar alluminato di 30 metri di diametro con il
satellite Echo 1 viene lanciato in orbita terrestre dalla base di
3
Vandenburg in California. Viene utilizzato per riflettere i segnali
radio, compreso il messaggio del Presidente degli Stati Uniti
Eisenhower.
12 agosto 1978
ISEE-3 viene lanciata per studiare il vento solare. La sonda viene
ribattezzata ICE nel 1983 diventando, nel 1985, la prima sonda ad
incontrare una cometa, volando attraverso la coda della GiacobiniZinner. Attualmente in orbita solare, ICE potrebbe essere riportata
in orbita terrestre nel 2013.
13 agosto 1642
Christiaan Huygens scopre la calotta polare sud del pianeta Marte.
13 agosto 1814
Nasce il fisico e spettroscopista svedese A. J. Angstrom. L’unità di
misura equivalente ad un decimo di nanometro verrà nominata in
suo onore.
13 agosto 1977
Lo Space Shuttle Enterprise porta a termine il suo primo test
volando a 7000 metri sopra la Base di Edwards.
15 agosto 1991
Lo strumento TOMS della NASA viene lanciato a bordo del
satellite sovietico Meteor 3.
16 agosto 1961
L’Explorer 12, la prima di una serie di sonde dedite allo studio del
vento solare, viene lanciata in orbita terrestre. L’Explorer 12
identificherà le fasce di Van Allen e la magnetosfera terrestre.
17 agosto 1877
Dopo solamente 6 giorni dalla scoperte di Deimos, Asaph Hall
scopre un’altra luna intorno a Marte: Phobos.
17 agosto 1933
Il primo razzo ibrido a propellente solido/liquido viene lanciato
dall’Unione Sovietica.
17 agosto 1958
Gli Stati Uniti compiono il primo tentativo di lancio di una sonda
verso la Luna. Viene lanciato il Pioneer 0, ma 77 secondi dopo il
lancio, il primo stadio esplode impedendo alla sonda di raggiungere
l’orbita.
17 agosto 1966
Pioneer 7 viene immesso in orbita intorno al Sole.
17 agosto 1970
La sonda sovietica Venera 7 viene lanciata verso Venere dove
giunge a Dicembre. La sonda atterra sulla superficie e trasmette
dati per 58 minuti.
18 agosto 1686
Cassini riporta la visione di un satellite intorno a Venere.
18 agosto 1868
Pierre Janssen scopre l’elio nello spettro del Sole durante un
eclisse di Sole.
18 agosto 1985
Viene lanciata Suisei, la seconda sonda giapponese per
l’esplorazione dello spazio profondo. La Suisei incontrerà la
Cometa di Halley nel mese di marzo del 1986.
18 agosto 1933
Viene compiuto con successo il primo volo test del Delta Clipper
(DC-X). Il volo del prototipo dura 59 secondi raggiungendo
un’altitudine di 46 metri e verificando i sistemi di controllo e le
capacità di atterraggio verticale.
19 agosto 1646
Nasce il primo Astronomo Reale della Gran Bretagna: John
Flamsteed. Flamsteed divenne autore di un sistema numerico di
designazione delle stelle chiamato “Numeri di Flamsteed”.
19 agosto 1871
Nasce Orville Wright. Orville e suo fratello Wilbur, diventeranno i
primi a costruire e a far volare un aereo. Orville divenne il primo
pilota aereo.
19 agosto 1960
L’URSS lancia lo Sputnik 5 con a bordo due cani: Belka e Strelka.
Entrambi torneranno vivi a terra.
19 agosto 1960
Il satellite americano Discoverer 14 lancia una capsula di 300
4
libbre che rientra in atmosfera terrestre. La capsula scende fino ad
un’altitudine di 2400 dove viene recuperata da un aereo di
trasporto C-119 della US Air Force.
19 agosto 1979
Vladimir Lyakhov e Valeriy Ryumin portano a termine un record di
175 giorni nello spazio a bordo della stazione spaziale Salyut 6.
19 agosto 1982
Svetlana Savitskaya diventa la seconda donna nello spazio.
20 agosto 1975
Il Viking 1 viene lanciato verso Marte. Il 20 luglio 1976, il Viking
1 diventa la prima sonda ad atterrare con successo sul pianeta
rosso.
20 agosto 1977
Il Voyager 2 inizia la più gloriosa missione planetaria mai
compiuta. Il Voyager 2 incontrerà i quattro pianeti gassosi: Giove,
Saturno, Urano e Nettuno.
21 agosto 1965
Gordon Cooper e Charles Conrad vengono lanciati a bordo della
Gemini 5. Gli astronauti resteranno in orbita 8 giorni superando per
la prima volta il record sovietico. Cooper diventa anche il primo
uomo a volare due volte nello spazio. Inoltre la Gemini 5 diventa
anche la prima navicella ad utilizzare celle a combustibile per
generare energia elettrica.
21 agosto 1968
William Dana raggiunge un’altitudine di 80 km durante l’ultimo
volo dell’X-15.
21 agosto 1972
Gli Stati Uniti lanciano Copernico, il primo telescopio astronomico
spaziale automatico.
21 agosto 1993
Vengono persi i contatti con la sonda Mars Observer pochi giorni
prima del suo arrivo a Marte. Indagini successive indicarono come
causa principale della perdita della sonda la rottura di una
tubazione di carburante.
22 agosto 1963
Joe Walker raggiunge un’altitudine di 67 miglia (100 km) con un
l’aereo razzo della NASA X-15.
22 agosto 1970
Il Cosmos 359, un gemello della Venera 7, è incapace di
abbandonare l’orbita terrestre e quindi non può raggiungere
Venere.
23 agosto 1961
Viene lanciato il Ranger 1 per un test lunare ad elevata altitudine.
Purtroppo un’avaria nel veicolo di lancio impedisce la riaccensione
del vettore lasciando il Ranger in orbita terrestre bassa. Rientrerà
in atmosfera il 30 agosto 1961.
23 agosto 1966
Il Lunar Orbiter 1 trasmette a Terra la prima immagine ravvicinata
della Luna.
24 agosto 79 d.C.
L’eruzione del Vesuvio distrugge Pompei ed Ercolano. 1900 anni
dopo, un’immagine infrarossa di Pompei viene ripresa dallo Space
Shuttle.
24 agosto 1966
L’URSS lancia Luna 11. La sonda entrerà in orbita lunare tre giorni
dopo.
24 agosto 1989
L’asteroide 1989PB passa a 4 milioni di chilometri dalla Terra.
25 agosto 1609
Galileo Galilei mostra il suo primo telescopio alle autorità di
Venezia.
25 agosto 1962
L’Unione Sovietica tenta senza successo di lanciare verso Venere la
sonda Venera. Venera non riesce ad abbandonare l’orbita terrestre.
25 agosto 1989
Il Voyager 2 diventa la prima sonda a raggiungere Nettuno.
25 agosto 1994
L’asteroide 1620 Geographos passa vicino alla terra a soli 4.5
milioni di chilometri. Immagini radar dell’asteroide riprese dal JPL
identificano l’asteroide come l’oggetto più elongato mai osservato
nel Sistema Solare.
26 agosto 1981
Il Voyager 2 raggiunge Saturno.
26 agosto 1883
L’eruzione del Krakatoa distrugge tre quarti di isola. L’esplosione
viene sentita fino ad una distanza di oltre 3000 chilometri. Le onde
di marea raggiungono i 120 metri di altezza. A causa delle polveri
immesse in atmosfera la luce solare viene attenuata per diversi anni
dopo l’esplosione.
27 agosto 1962
Il Mariner 2 viene lanciato verso Venere. In Dicembre, il Mariner 2
passa a 21,638 miglia da Venere diventando la prima sonda ad
effettuare un fly-by con un altro pianeta.
27 agosto 1969
L’unico fallimento delle sonde solari della serie Pioneer avviene
quando il Pioneer E brucia 8 minuti dopo il lancio a causa di
un’avaria del veicolo di lancio.
27 agosto 1984
Il Presidente degli Stati Uniti Reagan annuncia il progetto
“Insegnanti nello Spazio”. Successivamente viene selezionata
Christa McAuliffe.
27 agosto 1985
Tre satelliti per telecomunicazioni vengono rilasciati dallo Space
Shuttle Discovery durante la missione STS-51-I.
28 agosto 1789
William Herschel scopre Encelado, un satellite di Saturno.
28 agosto 1974
La Soyuz 15 ritorna a terra dopo il fallimento di un tentativo di
aggancio con la stazione spaziale Salyut 3.
28 agosto 1993
La sonda Galileo compie un fly-by ravvicinato con l’asteroide Ida.
Intorno ad Ida viene scoperta una luna: Dactyl.
30 agosto 1885
Durante una tempeste meteorica, vicino alla costellazione di
Andromeda, vengono osservate circa 13000 meteore in un ora!!
30 agosto 1983
Guy Bluford diventa il primo uomo nero a volare nello spazio
durante la missione STS-8, a bordo dello Space Shuttle Challenger.
30 agosto 1984
Lo Space Shuttle Discovery compie il suo primo volo nello spazio
durante la missione STS 41-D, trasportando Charlie Walker, il
primo astronauta di un’industria privata.
31 agosto 1962
Il Presidente Kennedy firma il Satellite Act, che darà origine a
COMSAT.
31 agosto 1979
La Cometa Howard-Koomur-Michels entra in collisione con il Sole.
IL TELESCOPIO SPAZIALE HUBBLE MISURA IL
DIAMETRO DELLE STELLE PULSANTI
L’Hubble Space Telescope è stato usato con successo per
misurare il diametro di una serie speciale di stelle pulsanti
chiamate “variabili Mira”, che cambiano ritmicamente dimensione.
I risultati suggeriscono che queste stelle vecchie e giganti non siano
sferiche, ma di forma ovoidale. La conoscenza approfondita di
queste stelle enigmatiche rappresenta un punto cruciale delle
comprensione di come evolve una stella, e potrebbe prevedere il
destino del nostro Sole da qui a cinque miliardi di anni.
A causa della distanza, le stelle sono troppo piccole affinché il
loro disco possa essere risolto nelle immagini convenzionali (prese
in luce visibile), così gli astronomi hanno utilizzato i “sensori a
guida fine” di Hubble (Fine Guidance Sensors (FGS)) per
permettere l’osservazione in luce visibile del diametro angolare
(una misura di larghezza apparente) di due variabili Mira: R Leonis
e W Hydrae.
Queste osservazioni uniche sono state effettuate dal Dott. Mario
G. Lattanzi dell’Osservatorio di Torino, dal Dott. M. Feast
dell’Università di Città’ del Capo (Sud Africa), dal Dott. U.
Munari dell’Osservatorio di Padova e dal Dott. P. Whitelock con
l’Osservatorio Astronomico del Sud Africa. I risultati stanno per
essere sottoposti all’Astrophysical Journal Letters per essere
pubblicati.
I sensori a guida fine (FGS) del Telescopio Spaziale vengono
normalmente utilizzati per seguire gli oggetti astronomici che
vengono studiati con gli altri strumenti scientifici a bordo di
Hubble. Invece di riprendere immagini, i FGS costruiscono una
figura di interferenza dalla luce entrante. Le zone luminose e scure
create dall’interferenza possono essere utilizzate per misurare
angoli estremamente piccoli su una regione di cielo larga appena un
centesimo di secondo d’arco.
Le misure ottenute tramite i FGS mostrano, con una chiarezza
senza precedenti, che le atmosfere delle due stelle non sono
perfettamente sferiche, ma leggermente allungate, come un uovo.
Questa forma inusuale potrebbe essere prodotta in diversi modi.
Una possibilità è quella di un’espansione non uguale in tutte le
direzioni durante la pulsazione. Alternativamente, potrebbero
esserci alcune grandi macchie scure sul disco visibile della stella in
modo tale a creare l’illusione di una forma non sferica.
“Questa è la conferma indiretta delle ricerche precedenti che
facevano pensare che le fotosfere delle stelle di tipo Mira non
fossero perfettamente sferiche” – dice Lattanzi – “Una tale
evidenza si sta dimostrando fondamentale per una miglior
comprensione di come le fotosfere di queste stelle pulsano e
interagiscono con l’ambiente circostante”.
Le misure tramite i FGS mostrano che il diametro apparente di
R Leonis (in luce visibile) è di 70 per 78 millisecondi d’arco,
equivalenti a (12.8 per 14.4 milioni di chilometri alla distanza della
stella di 390 anni luce). Per quanto riguarda W Lyrae, le sue
dimensioni angolari sono 76 per 91 millisecondi d’arco. Se queste
stelle venissero sostituite al Sole si estenderebbero ben oltre
l’orbita terrestre fino quasi a raggiungere quella di Giove.
Le stelle come il nostro Sole evolveranno in una gigante rossa.
Uno stadio cruciale in questo processo, durante il quale la stella
espelle nello spazio gli strati più esterni fino a formare una
nebulosa planetaria, è occupata dalle variabili Mira. Il loro periodo
annuale di pulsazione e il loro ampio range i luminosità (un fattore
anche superiore a 10000) separa le Mira dalle altre stelle facendone
un importante indicatore dei processi di evoluzione stellare.
Queste nuove osservazioni dell’Hubble Space Telescope,
integrate con osservazioni ottiche terrestri coordinate con la
fotometria infrarossa, sono le prime di un programma della durata
annuale per il monitoraggio dei cambiamenti dei diametri e della
forma di queste stelle in relazione con la loro pulsazione.
HUBBLE
RAGGIUNGE
UN
TRAGUARDO
ECCEZIONALE: 100 000 IMMAGINI
Il Telescopio spaziale Hubble ha raggiunto un traguardo diversi
anni prima di quanto gli scienziati si aspettassero nel momento in
cui ha ripreso la sua fotografia numero 100000, lo scorso 22
giugno. L’osservatorio orbitante da sei anni ha una media di 1389
immagini al mese, una quantità che farebbe invidia a qualsiasi
fotografo.
Lo Space Telescope Science Institute attribuisce questo
successo principalmente alla miglior gestione del tempo di
osservazione del telescopio. Infatti, Hubble ha utilizzato così bene
il suo tempo da raggiungere un’efficienza osservativa del 55 per
cento nelle ultime otto settimane, superando le previsioni originarie
del 20 per cento.
Senza questo incremento dell’efficienza prevista, “ci sarebbero
voluti almeno 10 anni per raggiungere le 100000 immagini” ha
detto il Direttore dell’Istituto Robert Williams. “Questo significa
che stiamo consegnando un maggior numero di risultati scientifici
ad un maggior numero di astronomi ed al pubblico”.
Aggiunge Peg Stanley, il capo dell’Istituto PRESTO (Project to
Re–Engineer Space Telescope Observing): “Stiamo ottenendo più
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di una volta e mezza la scienza che avevamo originariamente
previsto. Stiamo ottenendo più scienza ad ogni orbita e siamo in
grado di accettare programmi più grandi”
Più del 25 per cento delle immagini sono state utilizzate per
analizzare galassie ed ammassi di galassie, e un altro 25 per cento
ha riguardato le stelle e gli ammassi stellari. Il Telescopio spaziale
ha ripreso le immagini di circa 10000 oggetti. Le fotografie delle
galassie e dei pianeti riprese da Hubble rappresentano un catalogo
di località esotiche dell’Universo. Giove e Saturno sono in testa
alla classifica degli oggetti favoriti da Hubble.
“Raggiungere 100000 immagini così presto è veramente un
successo notevole” dice Williams, “specialmente se si tiene in
considerazione l’orbita bassa di Hubble che impedisce le
osservazioni per circa il 50 percento di ogni orbita (quando la Terra
ostruisce la visibilità di Hubble) e l’anomalia del sud Atlantico
(una fascia ad alta radiazione in cui il Telescopio Spaziale non può
osservare).”
Stanley – il cui gruppo esamina e seleziona le proposte
scientifiche di utilizzo del telescopio, la preparazione dell’orbita, le
pianificazioni e le previsioni – cita due esempi dell’incremento
dell’efficienza osservativa. Nel luglio 1993, gli scienziati
incominciarono ad utilizzare un secondo registratore a nastro a
bordo del telescopio per registrare i dati raccolti. Con un solo
registratore le osservazioni scientifiche dovevano arrestarsi dopo
poche orbite per scaricare i dati. Un solo registratore, ad esempio,
può contenere solo da 10 a 14 immagini ripresa dalla Wide Field
and Planetary Camera 2.
Un secondo esempio è rappresentato dall’aggiunta di un nuovo
software, nel 1995, che consente ad Hubble di fare un miglior uso
del suo tempo di osservazione per ogni istante dei 96 minuti di ogni
orbita intorno alla Terra. Quindi, il software consente agli
scienziati di ottenere più dati scientifici per ogni orbita.
Prima che Hubble venisse lanciato nello spazio, nel 1990, gli
scienziati avevano previsto un’efficienza osservativa del 35 per
cento. Il telescopio ha superato quel limite raggiungendo il 38 per
cento nell’ottobre del 1992, un anno e mezzo dopo il lancio. La
percentuale è continuamente aumentata da quel momento. La
media dello scorso anno è stata del 47 per cento; da gennaio ad
aprile di questo anno è stata del 52 per cento.
La percentuale più alta è stata del 74 per cento lo scorso
dicembre quando gli scienziati, compreso il Direttore dell’Istituto
Williams, utilizzarono l’Hubble quasi continuamente per 10 giorni
per ottenere quell’immagine profonda dell’Universo chiamata
Hubble Deep Field. Ancora una volta, la pianificazione è stata la
chiave del successo l’Hubble Deep Field Science Team ed il
gruppo PRESTO hanno lavorato insieme per ricercare il tempo e le
condizioni migliori per la ripresa di queste immagini.
I SATELLITI GALILEIANI
Attorno a Giove orbitano 16 satelliti, quattro dei quali hanno le
dimensioni di un pianeta. Tutti i satelliti di Giove si trovano sul
piano equatoriale del pianeta creando l’apparenza di un sistema
solare in miniatura.
Le quattro lune maggiori, scoperte da Galileo nel gennaio del
1610, sono chiamate “satelliti galileiani”. In ordine di distanza da
Giove troviamo: Io, Europa, Ganimede e Callisto. La densità media
di queste lune diminuisce con la distanza esattamente come accade
nella struttura interna di un pianeta.
Le complesse caratteristiche di questi satelliti sono rimaste
sconosciute fino alle missioni Voyager.
Io
Io è uno dei corpi più singolari del Sistema Solare. Le sue
dimensioni sono simili a quelle della Luna, la sua densità media,
circa 3.5, suggerisce che, come i pianeti terrestri, sia costituito da
roccia o da silicati.
Io è il corpo vulcanicamente più attivo di tutto il Sistema
Solare. Nelle immagini del Voyager sono state scoperte le evidenze
di nove vulcani attivi. Inoltre, Io presenta almeno 200 crateri
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vulcanici più larghi di 20 chilometri, oltre dieci volte il numero dei
vulcani terrestri di quelle dimensioni. Ogni anno la superficie di Io
viene ricoperta da dieci miliardi di tonnellate di materiale
vulcanico, quel tanto che basta per cancellare ogni traccia dei
crateri da impatto.
Il colore della superficie di Io deriva dallo zolfo o dai composti
solforosi espulsi durante le eruzioni. La lava di Io è costituita da
zolfo e le sfumature gialle, arancio e nere sono vari composti dello
zolfo a diverse temperature. Alcune colate laviche dalle caldere di
Io si estendono per oltre 150 chilometri.
I vulcani di Io presentano una bassa elevazione, diversamente
da quelli di Venere, della Terra e di Marte. In ogni caso, il più
grande vulcano di Io, Pele, ha una dimensione di circa 1400
chilometri. Sebbene le montagne di Io raggiungano altezze anche di
10 chilometri, nessuna di queste è un vulcano, anzi, l’origine di
queste montagne è ancora un mistero.
La velocità di espulsione del materiale dai vulcani è di circa 1
chilometro al secondo. La forma ad ombrello di queste eruzioni
suggerisce che i vulcani di Io funzionino come i geyser. L’elevata
velocità di espulsione, unitamente al debole campo gravitazionale
del satellite, consente ai getti di raggiungere altezze di circa 300
chilometri.
Perché Io è così vulcanicamente attivo? La risposta deve essere
ricercata nel pianeta Giove. Io orbita ad una distanza di 421600 km,
circa 37000 km in più della distanza Terra–Luna. Dal momento che
Giove possiede una massa 300 volte maggiore di quella terrestre, la
sua immensa forza di gravità induce enormi effetti mareali sulla
superficie del satellite, provocando una flessione della crosta.
Questo movimento genera abbastanza calore da far fondere gli
strati sottostanti e produrre il generale vulcanesimo da hot–spot.
La sottile atmosfera di Io è composta principalmente da ossido
di zolfo, che i fenomeni vulcanici continuano ad alimentare. La
maggior parte dell’ossido di zolfo congela durante la notte.
Europa
Sebbene abbia circa le stesse dimensioni e la stessa densità
media (3.04) di Io, Europa è notevolmente diverso. La superficie di
questo satellite è composta da ghiaccio d’acqua e appare liscia e
levigata. La conformazione più evidente è una serie di graffiature
scure e di dorsali. Le incisioni sembrano essere fratture della
superficie ghiacciata che vennero riempite di acqua. Le dorsali sono
sottili e hanno un’elevazione massima di circa 150–200 metri.
La densità relativamente alta di Europa fa pensare che la crosta
non possa essere più spessa di 75–100 km, suggerendo che l’acqua
giace principalmente ghiacciata sulla superficie del satellite.
L’assenza i crateri da impatto indicano che Europa è stato
inondato dall’acqua che ha cancellato ogni traccia di collisione.
Europa orbita ad una istanza di 670900 km; per questa ragione non
è soggetto alle forze mareali di intensità paragonabile a quelle che
agiscono su Io. Tuttavia, le maree sono tali da far flettere la crosta
di Europa e produrre calore al suo interno. Il calore viene rilasciato
attraverso l’attività tettonica che rompe e sposta porzioni i crosta
facendo fondere e defluire l’acqua di superficie. Di conseguenza le
forze mareali potrebbero essere la sorgente delle spaccature e delle
dorsali presenti su Europa. È stato suggerito che il riscaldamento
mareale potrebbe essere elevato al punto tale da impedire alla
crosta del satellite di congelare completamente. Se questo fosse
vero, uno strato di acqua potrebbe esistere sotto la crosta
ghiacciata.
Ganymede
Con un diametro di 5260 km e una densità media di 1.93,
Ganymede è un gigante di ghiaccio. Composto per metà di ghiaccio
e per metà di roccia, Ganymede è il più grande satellite del Sistema
Solare, addirittura più grande di Mercurio. Ganymede orbita ad una
distanza di 1070000 km.
Su Ganymede si distinguono, per la loro luminosità, due tipi di
superficie. Le regioni più vecchie della superficie appaiono scure e
molto craterizzate.
Una grande area circolare di circa 3200 km di terreno scuro e
fortemente craterizzato prende il nome di Galileo Regio. L’origine
di Galileo Regio e di Marius Regio, un’altra grande regione di
terreno scuro, non è ben chiara. Potrebbe essere ciò che resta di un
vecchio bacino da impatto o l’evidenza di un’espansione della
crosta.
Le regioni più luminose presentano una minor densità di
crateri, indicando una minor longevità. Essi contengono
caratteristiche tettoniche formate da graffiature curve parallele.
Questi dettagli non hanno una controparte sui pianeti terrestri.
La crosta di Ganymede ha uno spessore di circa 75 km. Sotto di
essa giace il mantello costituito principalmente da acqua e ghiaccio,
infine c’è un nucleo di roccia o silicati. Non c’è alcun dubbio che le
forze tettoniche hanno provveduto a rimodellare la superficie del
satellite. Il sistema di spaccature sembra si sia formato quando la
crosta è stata stirata o compressa. Le forze tettoniche avrebbero
anche fratturato e ruotato larghi blocchi di terreno scuro e
disallineato parte del sistema di graffiature.
Il periodo più significativo dell’attività tettonica si è
probabilmente verificato nei primi periodi di vita del satellite,
quando l’interno era ancora caldo.
Callisto
Il più esterno satellite galileiano, Callisto, è quasi il gemello di
Ganymede per dimensioni e densità. Come per Ganymede, la
densità media suggerisce la presenza di acqua, con una sottile
crosta di ghiaccio che ricopre un mantello di acqua o ghiaccio e un
nucleo roccioso. L’orbita di Callisto ha una dimensione di 1884600
km.
Callisto è il corpo più craterizzato osservato finora in tutto il
Sistema Solare. La sua superficie è completamente coperta da
crateri da impatto. È l’unico corpo densamente craterizzato che tra i
crateri non presenta pianure analoghe a quelle i Mercurio, di Marte
o della Luna.
La natura della crosta ghiacciata di Callisto viene rivelata dai
suoi crateri e bacini da impatto, che sono molto più piatti di quelli
dei pianeti terrestri. Il più grande bacino da impatto, circa 3000 km
i diametro, prende il nome di Valhalla: una luminosa struttura ad
anello probabilmente colpita da un oggetto di taglia asteroidale.
L’anello presenta un leggero rigonfiamento e riflette probabilmente
la frattura avvenuta nella crosta ghiacciata in risposta all’impatto.
VETTORI DI LANCIO O “LANCIATORI”
Un vettore di lancio è un sistema a razzo che solleva da terra
una sonda o un satellite conferendogli una velocità sufficiente da
raggiungere l’orbita.
Alcuni vettori sono costituiti da diversi razzi più piccoli,
chiamati “stadi”, montati uno in cima all’altro. Appena uno stadio
esaurisce il combustibile, si separa dal veicolo principale e torna a
terra, mentre il resto del vettore procede nello spazio.
Dal 1958, quando il tasso di fallimento dei vettori di lancio sia
americani sia sovietici era circa del 50 per cento, la tecnologia e le
prestazioni dei “lanciatori” hanno subito un considerevole
miglioramento.
Altre nazioni dispongono ora di propri vettori. I “lanciatori”
possono ora trasportare enormi carichi scientifici e mettere in orbita
navicelle pilotate.
LANCIATORI AMERICANI
Atlas
La famiglia dei vettori Atlas prende il nome dal dio della
mitologia greca che portava il mondo sulle sue spalle. Gli Atlas
sono stati adattati dai missili balistici intercontinentali (ICMB
Intercontinental Ballistic Missile) della U.S. Air Force.
Il vettore Atlas originale, a propellente liquido, era lungo 27
metri e aveva un diametro di 3.7 m. Nel suo primo progetto veniva
chiamato ad “uno stadio e mezzo” in quanto aveva un motore
principale con due motori a booster a fianco. Tutti i motori,
alimentati a kerosene e ossigeno liquido, si accendevano alla
partenza, e i due booster si staccavano durante la prima fase i
lancio. Questa versione degli Atlas aveva una spinta al decollo di
160000 kg.
La missione più significativa di un vettore Atlas è stata il
Progetto Mercury, il cui scopo primario era quello di portare gli
astronauti in orbita terrestre al fine di studiare le loro reazioni
fisiche e mentali. L’obiettivo venne raggiunto il 20 febbraio 1962,
quando un Atlas lanciò Friendship 7, la capsula Mercury con a
bordo John Glenn, il primo americano nello spazio.
Gli Atlas vennero anche combinati con due stadi superiori: gli
Agena e i Centaur.
Gli Atlas–Agena, l’ultimo dei quali venne utilizzato nel 1967,
lanciarono alcune sonde della classe Mariner e Ranger.
Gli Atlas–Centaur, ancora in esercizio, rappresentano una
versione più potente dei vettori Atlas; vennero utilizzati per il
lancio delle sonde Surveyor, Mariner e Pioneer, e per numerosi
satelliti militari e per telecomunicazioni.
L’Atlas IIAS, il più potente della classe Atlas-Centaur, può
immettere 3697 kg in orbita geosincrona e 8641 kg in orbita bassa.
Delta
Il primo vettore a combustibile liquido della classe Delta era
basato su una modifica dei missili balistici a media gittata Thor.
Dal 1960 al 1982 i Delta vennero sottoposti ad una serie di
miglioramenti che portarono allo sviluppo di ben 34 versioni del
razzo.
La versione attuale, il Delta II, è completamente diverso in
apparenza dai Thor-Delta del 1960. Il Delta II ha un primo stadio
più largo, con un motore più potente e due booster laterali. Un terzo
stadio a propellente solido può essere aggiunto ai primi due stadi a
combustibile liquido nel caso in cui la missione lo richieda.
La percentuale di successo nei più di 200 lanci compiuti dai
Delta è stata eccezionale, e include i seguenti “primi” lanci:
Echo 1, nel 1960, il primo satellite per telecomunicazioni in orbita
terrestre che trasmetteva la voce e i segnali televisivi da una
stazione ad un’altra; Syncom 1, nel 1963, il primo satellite
geostazionario; Early Bird, nel 1965, il primo satellite Intelsat
(International Telecommunications Satellite Organization).
I Delta lanciarono anche molti dei satelliti Explorer e delle
sonde interplanetarie Pioneer, oltre alla maggior parte dei satelliti
della serie TIROS e Landsat.
Nella versione attuale, un Delta è lungo 35 metri e ha un
diametro di 2.4 metri.
Il primo stadio dei Delta, con i booster laterali sviluppa una
spinta di 450000 kg.
Titan
Sebbene il primo lancio dei Titan avvenne nel 1959, i vettori
Titan a propellente liquido vengono utilizzati ancora oggi.
Come gli Atlas e i Delta, i Titan rappresentano una famiglia di
lanciatori.
La tecnologia dei Titan cominciò con il Titan I, un missile
balistico intercontinentale a kerosene e ossigeno liquido;
successivamente venne modificato dalla NASA per gli utilizzi
civili.
I Titan II, non più in uso, lanciarono le missioni Gemini nel
1960.
I Titan IIIEs lanciarono le sonde interplanetarie Viking e
Voyager che richiedevano traiettorie con un’elevata velocità di
fuga.
Il Titan IV è il più grande e più potente vettore di lancio
americano attualmente in uso. È in grado di trasportare 22000 kg in
orbita bassa e 5670 kg in orbita geostazionaria. I Titan IV vengono
utilizzati per il lancio dei carichi militari e per le missioni “deepspace” della NASA.
Saturn
Nel 1958 la NASA iniziò la produzione di una famiglia di tre
grandi lanciatori a combustibile liquido: i Saturn I, IB e V. Le
missioni lunari Apollo utilizzarono il vettore Saturn V. Il Saturn I
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venne sviluppato per i test di volo non pilotati del modulo Apollo.
Assemblato da componenti provenienti da altri razzi, il Saturn I
era un vettore a due stadi: il primo era formato da 8 motori
raggruppati; il secondo stadio era alimentato a idrogeno e ossigeno
liquidi e aveva 6 motori ciascuno dei quali sviluppava una spinta di
6800 kg.
Nel gennaio del 1964 un Saturn I portò il suo carico in orbita
terrestre. I due voli successivi, avvenuti nello stesso anno,
portarono in orbita le versioni aggiornate della capsula Apollo.
L’ultimo volo dei Saturn I, nel 1965, lanciò il satellite per la
rilevazione dei meteoroidi Pegasus.
Il Saturn IB era una versione riveduta del Saturn I, con un
miglioramento del primo stadio e un nuovo secondo stadio spinto
da un solo motore. Poteva immettere in orbita terrestre bassa un
carico di 18160 kg. Il suo primo volo non pilotato avvenne nel
febbraio 1966. L’11 ottobre 1968, un Saturn IB lanciò i primi tre
astronauti della missione Apollo, con la capsula Apollo 7.
Tra il 1973 e il 1974 i Saturn IB portarono tre equipaggi a
bordo dello Skylab. Infine, nel 1975, tre astronauti americani
vennero lanciati da un Saturn I per la missione Apollo-Soyuz.
Lo sviluppo del gigantesco vettore a tre stadi Saturn V iniziò
con un obiettivo ben preciso: portare l’uomo sulla Luna. Infatti, tra
il 1968 e il 1972 la sua potenza e capacità consentì a 24 astronauti
americani di immettersi in orbita lunare e a 12 dei quali di
camminare sulla superficie del nostro satellite naturale.
Il massiccio lanciatore Saturn V era alto 111 metri. Il suo primo
volo avvenne il 9 novembre 1967 quando portò in orbita un carico
di 114 tonnellate. Il Saturn V aveva una spinta al lancio di 3.4
milioni di kg; in meno di 2 minuti e 40 secondi i 5 motori del primo
stadio bruciavano 2 milioni di kg di propellente.
Un testimone che aveva assistito alla terrificante partenza di
uno di questi razzi disse che piuttosto che chiedersi se un Saturn si
era alzato da terra bisognava chiedersi se non era stata la Florida a
sprofondare.
I Saturn V lanciarono tutte le missioni pilotate Apollo. L’ultimo
partenza di un Saturn V avvenne il 14 maggio 1973, quando la
stazione spaziale Skylab venne messa in orbita.
Scout
I vettori Scout, utilizzati dal 1960 al 1994, erano booster leggeri
a propellente solido; lo Scout era il più piccolo dei lanciatori. Lo
sviluppo degli Scout era uno sforzo congiunto tra la NASA e il
Dipartimento della Difesa americano per costruire un razzo
relativamente economico utilizzando i motori a combustibile solido
già esistenti.
Nel 1960 venne sviluppato come razzo a tre stadi.
Successivamente venne aggiunto un ulteriore stadio. L’altezza
originale degli Scout era di 22 metri e aveva una spinta al lancio di
47400 kg. Venne utilizzato principalmente per sonde ad elevata
altitudine, piccoli satelliti ed esperimenti di rientri atmosferici.
Pegasus
I Pegasus, che prendono il nome del cavallo alato mitologico,
sono razzi alati a propellente solido. Rappresentano una delle varie
versioni dei veicoli da lancio commerciali per carichi mediopiccoli.
I Pegasus vengono portati ad alta quota da un aereo e quindi
rilasciati. Il combustibile solido del primo stadio produce una
spinta di 49500 kg; il secondo stadio sviluppa una spinta di 12530
kg; infine, la spinta di 4450 kg del terzo stadio immette il carico in
orbita.
I Pegasus rimpiazzarono gli Scout come veicoli di lancio leggeri
in quanto sia la posizione di lancio, sia il periodo di lancio risultano
molto più flessibili: il lancio non richiede una base fissa a terra ed è
indipendente dalle condizioni atmosferiche con conseguente
risparmio economico. Il lancio iniziale avvenne nel 1990 con la
messa in orbita di un veicolo test chiamato Pegsat. Un secondo
volo, nel 1991, trasportava sette piccoli satelliti. Sono previsti voli
per tutti gli Anni ’90.
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Space Shuttle
Lo Space Shuttle americano, ufficialmente chiamato Space
Transportation System o STS (Sistema di Trasporto Spaziale) è il
primo vettore di lancio riutilizzabile, cioè in grado di effettuare
lanci multipli piuttosto che finire distrutto in ogni missione.
Lo Space Shuttle è lungo 56 metri e comprende: l’Orbiter, uno
spazio-plano alato completamente riutilizzabile dotato di tre motori
a combustibile liquido; l’External Tank (ET), utilizzato una sola
volta, che contiene l’ossigeno e l’idrogeno liquidi usati dai motori
principali durante il lancio; e due booster a combustibile solido
(Solid Rocket Boosters SRB) che rappresentano i più grandi motori
a combustibile solido che abbiano mai volato e i primi progettati
per il riutilizzo.
Ogni SRB è alto 45 metri e contiene 500 tonnellate di
propellente solido. Questi booster, unitamente ai motori principali,
vengono accesi al momento della partenza sviluppando una spinta
totale di 1.5 milioni di kg. I booster consumano il loro combustibile
in 2 minuti, quindi si staccano e cadono con un paracadute
nell’oceano da dove vengono recuperati per essere nuovamente
utilizzati.
Sul retro dell’Orbiter sono situati i tre motori principali (Space
Shuttle Main Engines SSME) e due sistemi di manovra orbitale
(Orbital Maneuvering System OMS). Con una spinta complessiva
di quasi 500000 kg, i motori principali sono i più complessi e
potenti motori criogenici a propellente liquido mai costruiti.
L’External Tank è lungo 47 metri e ha un diametro di 8.5
metri. Trasporta 574 tonnellate di idrogeno e ossigeno liquido per i
motori principali dell’Orbiter. Questa è l’unica grande parte dello
Space Shuttle che non può essere riutilizzata. Il combustibile
contenuto in questo serbatoio di alluminio viene consumato in solo
8 minuti e mezzo, dopo di che il serbatoio si stacca per ricadere
nell’oceano. A questo punto, i due motori OMS immettono
l’Orbiter in orbita. Questi motori verranno utilizzati anche per il
rientro.
Il Sistema di controllo a reazione dello Shuttle (Shuttle
Reaction Control System RCS) è costituito da 38 motori principali
e 6 motori secondari, e viene utilizzato per gli aggiustamenti della
traiettoria, della velocità e della posizione quando lo Space Shuttle
si trova in orbita.
L’Orbiter ritorna a terra atterrando su una pista come un
aeroplano. Quando deve essere trasportato viene ancorato sopra ad
un Boeing 747.
Lo Space Shuttle è stato utilizzato per il lancio di sonde spaziali
come la Galileo (verso il pianeta Giove) e Ulysses (in orbita intorno
al Sole).
Nell’aprile del 1990 lo Space Shuttle ha portato in orbita
l’Hubble Space Telescope.
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