Www.sharingtechnology.net Vietato l’utilizzo per scopo di lucro. Fonte: http://it.wikipedia.org Contribuisci con http://wiki.wikimedia.it/wiki/Donazioni Rosetta PDF generato attraverso il toolkit opensource ''mwlib''. Per maggiori informazioni, vedi [[http://code.pediapress.com/ http://code.pediapress.com/]]. Indice Voci Rosetta (sonda spaziale) 1 Cometa 5 67P/Churyumov-Gerasimenko 16 Telescopio spaziale Hubble 18 Cometa periodica 27 Note Fonti e autori delle voci 43 Fonti, licenze e autori delle immagini 44 Licenze della voce Licenza 45 Rosetta (sonda spaziale) 1 Rosetta (sonda spaziale) Rosetta Immagine del veicolo Dati della missione Proprietario Agenzia Spaziale Europea (ESA) Destinazione Cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko Esito missione in corso Vettore Ariane 5 Lancio 2 marzo 2004 Strumentazione •• VIRTIS • lander Philae Rosetta è una missione sviluppata dall'Agenzia Spaziale Europea e lanciata nel 2004. L'obiettivo della missione è lo studio della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. La missione è formata da due elementi: la sonda vera e propria e il lander Philae. Il nome della sonda deriva dalla stele di Rosetta e si spera che la missione sveli dei segreti riguardanti il sistema solare e la formazione dei pianeti. Il nome del lander deriva dall'isola di Philae: in questa isola è stato trovato un obelisco che ha aiutato la decifrazione della stele di Rosetta. Descrizione Nel 1986 l'arrivo della cometa di Halley è stato seguito da diverse sonde provenienti da più nazioni. L'obiettivo delle sonde era l'analisi della cometa e tra tutte le missioni la più importante e spettacolare è stata la missione Giotto dell'Agenzia Spaziale Europea. L'enorme quantità di informazioni riportate delle sonde rese evidente che ulteriori missioni erano necessarie per spiegare la complessa composizione chimica della cometa e le molte domande che i dati avevano prodotto. LA NASA e l'ESA decisero di sviluppare delle nuove missioni in cooperazione, la NASA si concentrò sullo sviluppo del Comet Rendezvous Asteroid Flyby detta anche missione CRAF, mentre l'ESA studiò una missione che prevedeva l'inseguimento del nucleo di una cometa e il trasporto di alcuni frammenti a terra. Entrambi le missioni erano basate sulla precedente missione Mariner Mark II in modo da ridurre i costi di sviluppo. Nel 1992 la NASA decise di eliminare il progetto CRAF per via di limitazioni impostegli dal congresso degli Stati Uniti d'America. ESA, sostenendo che la NASA si stava rivelando un collaboratore non affidabile, decise di sviluppare da sola la missione. Nel 1993 si rese palese che una missione con il trasporto di campioni sulla terra sarebbe stata troppo costosa per il bilancio ESA e quindi si decise di riprogettare la missione rendendola simile alla defunta missione CRAF statunitense. La missione fu riprogettata prevedendo un'analisi in loco con l'utilizzo di un lander. Rosetta (sonda spaziale) 2 La missione sarebbe dovuta partire il 12 gennaio 2003 per raggiungere la cometa 46P/Wirtanen nel 2011. Tuttavia i progetti furono modificati quando l'Ariane 5 fallì il lancio l'11 dicembre 2002. I nuovi progetti previdero il lancio il 26 febbraio 2004 e il raggiungimento nel 2014 della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Dopo due lanci cancellati la missione Rosetta finalmente partì il 2 marzo 2004 alle 7:17 UTC. Sebbene sia cambiata la data del lancio lo scopo della missione rimane il medesimo. La sonda Rosetta deve entrare in un'orbita molto lenta intorno alla cometa e progressivamente deve rallentare la sua orbita fino ad arrestarla in modo da prepararsi alla discesa del lander. Durante questa fase, la superficie della cometa sarà mappata da VIRTIS, l'occhio principale della sonda, per individuare il luogo migliore per l'atterraggio del lander. Il lander arriverà sulla cometa con una velocità di 1 m/s (3,6 km/h) e appena raggiunta la superficie due arpioni si ancoreranno alla superficie in modo da impedirgli di rimbalzare nello spazio. Alcune trivelle verranno utilizzate per assicurare il lander alla cometa. Dopo essersi attaccato alla cometa il lander potrà iniziare le analisi scientifiche, che consistono in: •• caratterizzazione del nucleo; •• determinazione delle componenti chimiche presenti; •• studio delle attività della cometa e dei suoi tempi di sviluppo. L'esatta forma della cometa è attualmente sconosciuta e quindi l'orbiter dovrà realizzare una mappa della cometa in modo da poter decidere il migliore sito di atterraggio. È previsto che un luogo adatto per l'atterraggio esista ma non si hanno informazioni dettagliate sulla superficie. Tabella di marcia della missione Questa è la tabella di marcia della missione, come pianificata prima del lancio: •Primo sorvolo della Terra (marzo 2005) •Sorvolo di Marte (febbraio 2007) ••Secondo sorvolo della Terra (novembre 2007) •Sorvolo dell'asteroide 2867 Šteins (5 settembre 2008) ••Terzo sorvolo della Terra (novembre 2009) •Sorvolo dell'asteroide 21 Lutetia (10 luglio 2010) ••Ibernazione nello spazio profondo (luglio 2011 - gennaio 2014) •Avvicinamento alla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko (gennaio-maggio 2014) Modello al computer della sonda Rosetta (NASA) •• Mappatura della cometa / caratterizzazione (agosto 2014) •• Atterraggio sulla cometa (novembre 2014) •• Inseguimento della cometa intorno al Sole (novembre 2014 - dicembre 2015) Rosetta (sonda spaziale) 3 Maggiori scoperte ed eventi 2004 •2 marzo - La missione ESA Rosetta è lanciata con successo alle 7:17 UTC. Il lanciatore immette il carico utile e gli stadi successivi nell'orbita eccentrica (200 × 4000 km). Due ore dopo alle 9:14 UTC gli stadi successivi forniscono l'energia necessaria per vincere la forza di gravità e per uscire dall'orbita terrestre e per entrare in un'orbita eliocentrica. La sonda Rosetta viene liberata 18 minuti dopo. Il centro di controllo missione ESA (ESOC) stabilisce il contatto con la sonda. ••10 maggio - La prima e più importante manovra nello spazio profondo ha successo immettendo la sonda nell'orbita corretta. Le analisi hanno riportato una deviazione dall'orbita calcolata di 0,05%.2005 •20 gennaio - OSIRIS, lo strumento di raccolta immagini a bordo della sonda, viene testato nell'osservazione della cometa C/2004 Q2 (Machholz), distante 0,443 UA, dimostrando ottime prestazioni. Ariane 5: lancio della sonda Rosetta. (Foto: ESA, CNES, Arianespace) •4 marzo - Rosetta esegue il primo flyby con la Terra. Il campo magnetico della Terra e della Luna viene utilizzato per testare e calibrare gli strumenti a bordo della sonda. La minima distanza dalla Terra è di 1 954,7 km alle 22:09 UTC e un'immagine della sonda può essere vista dagli astronomi dilettanti. • 4 giugno - Gli strumenti d'immagine a bordo della sonda osservano la collisione tra la Cometa Tempel 1 e lo strumento d'impatto della sonda Deep Impact. 2007 [1] • 15 febbraio - Rosetta è in perfetto allineamento per il passaggio ravvicinato su Marte. • 25 febbraio - Rosetta ha effettuato un passaggio ravvicinato di Marte, ad una distanza minima di circa 250 km. Il passaggio è servito alla sonda per modificare la sua direzione e la sua velocità sfruttando il cosiddetto effetto fionda planetario. • 8 novembre - Durante la fase di avvicinamento alla Terra ed ormai prossima al passaggio ravvicinato del 13 novembre, Rosetta è stata individuata da un telescopio robotico di 0,68 metri del Catalina Sky Survey, senza essere riconosciuta: la sua posizione è stata trasmessa al Minor Planet Center, che ha identificato erroneamente la sonda come un NEO, la cui rotta l'avrebbe portato a soli 0,89 raggi terrestri dalla superficie, quindi gli è stata data la designazione provvisoria 2007 VN84. Dopo la corretta identificazione, la designazione è stata ritirata. • 13 novembre - Rosetta porta a termine con successo il secondo fly-by della Terra, raggiungendo alle ore 21:57 CET il punto di massimo avvicinamento al nostro pianeta, corrispondente ad una distanza minima di 5 295 km sul Pacifico, a sud-est del Cile. Rosetta (sonda spaziale) 2008 • 5 settembre - Rosetta sorvola l'asteroide 2867 Šteins. Le foto scattate dallo strumento OSIRIS e dallo spettrometro a infrarossi VIRTIS, hanno mostrato un oggetto a forma di diamante. L'asteroide ha piccoli crateri, due più grandi, uno dei quali è di 2 chilometri di diametro: ciò indicherebbe un'età molto avanzata dell'oggetto celeste. 2009 • 13 novembre - Terza manovra di fionda gravitazionale con la Terra. Rosetta nel punto di massimo avvicinamento ha raggiunto una distanza di 2 481 km dalla superficie. La spinta ricevuta nel corso della manovra ha immesso la sonda sull'orbita che la porterà a raggiungere il suo obiettivo nel 2014. Il sorvolo del nostro pianeta è stato sfruttato per eseguire delle rilevazioni scientifiche, tra le quali il tentativo di rilevare la presenza di acqua sulla Luna. 2010 • 10 luglio - Rosetta sorvola l'asteroide 21 Lutetia, il più grande asteroide osservato da vicino fino al raggiungimento di 4 Vesta da parte della missione Dawn della NASA. Gli strumenti a bordo mostrano un oggetto dalla forma irregolare, la cui superficie è interessata da numerose formazioni crateriche. Nel punto di massimo avvicinamento, la sonda è transitata a 3 162 km dall'asteroide. Le rilevazioni scientifiche hanno anticipato e proseguiranno anche dopo l'incontro vero e proprio, durato circa un minuto. 2011 • 8 Giugno - Rosetta è stata portata in stato di ibernazione in modo tale da garantirne la sopravvivenza anche a distanze molto elevate dal sole. [2] 2014 • 20 Gennaio - Rosetta completa con successo il risveglio dalla fase di ibernazione e lancia il segnale verso la terra, il quale viene ricevuto alle 18:28 GMT dalle stazioni NASA di Goldstone e Canberra e confermato dal centro operativo ESA di Darmstadt. Oltre alla copertura in diretta streaming sul portale video ESA, l'annuncio è stato dato tramite l'account twitter @ESA_Rosetta con la frase "Hello, World!" Note [1] Rosetta perfettamente allineata per l’avvicinamento critico a Marte (http:// www. esa.int/esaCP/SEMDSSO2UXE_Italy_0. html) [2] http:// www. esa. int/Our_Activities/Space_Science/Rosetta/Rosetta_comet_probe_enters_hibernation_in_deep_space Bibliografia • (EN) "Comet chaser has new quarry" (http:/ /news. bbc.co.uk/ 1/hi/ sci/ tech/ 2830859.stm), BBC News Online, March 7, 2003; Altri progetti • Commons (http:/ /commons. wikimedia. org/ wiki/ Pagina_principale?uselang=it) contiene immagini o altri file su Rosetta (http:/ /commons. wikimedia. org/wiki/ Category:Rosetta_(spacecraft)?uselang=it) 4 Rosetta (sonda spaziale) 5 Collegamenti esterni • (EN) Rosetta website (http:/ /www. esa. int/ rosetta) • (EN) Rosetta Lander (http:/ /ifp. uni-muenster. de/~balla/publications/ capcom. html) an article by Andrew J Ball, 1997. • (EN) gif animation (http:/ / www. bellatrixobservatory. org/ rosetta2. gif) showing images of Rosetta's March 4, 2005 fly-by of Earth. Portale Astronautica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di astronautica Cometa Una cometa è un corpo celeste relativamente piccolo, simile ad un asteroide ma composto prevalentemente di ghiaccio. Nel Sistema solare, le orbite delle comete si estendono oltre quella di Plutone. Le comete che entrano nel sistema interno, e si rendono quindi visibili dalla Terra, hanno spesso orbite ellittiche. Spesso descritte come "palle di neve sporche", le comete sono composte per la maggior parte di sostanze volatili come biossido di carbonio, metano e acqua ghiacciati, con mescolati aggregati di polvere e vari minerali. La sublimazione delle sostanze volatili quando la cometa è Evoluzione delle code di polveri e di ioni, lungo l'orbita di una in prossimità del Sole causa la formazione della chioma cometa. La coda di ioni (blu) è più dritta e rivolta in direzione e della coda.Si pensa che le comete siano dei residui rimasti dalla opposta al Sole, mentre quella di polveri si incurva relativamente al percorso orbitale. condensazione della nebulosa da cui si formò il Sistema Solare: le zone periferiche di tale nebulosa sarebbero state abbastanza fredde da permettere all'acqua di trovarsi in forma solida (invece che come gas). È sbagliato descrivere le comete come asteroidi circondati da ghiaccio: i bordi esterni del disco di accrescimento della nebulosa erano così freddi che i corpi in via di formazione non subirono la differenziazione sperimentata da corpi in orbite più vicine al Sole. Cometa 6 Origine del nome Il termine cometa viene dal greco κομήτης (kométes), cioè chiomato, dotato di chioma, a sua volta derivato da κόμη (kòme), cioè chioma, capelli, in quanto gli antichi paragonavano la coda di questi corpi celesti ad una lunga capigliatura. Caratteristiche fisiche Nucleo Immagine del nucleo della Cometa Tempel 1 ripresa dal proiettile della Deep Impact. Il nucleo raggiunge circa i 6 km di diametro. Per approfondire, vedi nucleo cometario. I nuclei cometari possono variare in dimensione dalle centinaia di metri fino a cinquanta e più chilometri e sono composti da roccia, polvere e ghiacci d'acqua e di altre sostanze, comunemente presenti sulla Terra allo stato gassoso, quali monossido di carbonio, anidride carbonica, metano ed ammoniaca. Sono popolarmente descritti come "palle di neve sporca", sebbene osservazioni recenti hanno rivelato forme irregolari e superfici secche di polveri o rocce, suggerendo che i ghiacci siano nascosti sotto la crosta. Le comete sono composte inoltre da una varietà di composti organici: oltre ai gas già menzionati, sono presenti metanolo, acido cianidrico, formaldeide, etanolo ed etano ed anche, forse, molecole più complesse come lunghe catene di idrocarburi e amminoacidi. Contrariamente a quanto si possa pensare, i nuclei cometari sono tra gli oggetti del Sistema solare più scuri conosciuti: alcuni sono più neri del carbone. La sonda Giotto scoprì che il nucleo della Cometa di Halley riflette circa il 4% della luce con cui viene illuminato, e la sonda Deep Space 1 scoprì che la superficie della cometa Borrelly riflette una percentuale tra il 2,4% e il 3%. Per confronto, il normale asfalto stradale riflette il 7% della luce incidente. Nel Sistema solare esterno le comete rimangono in uno stato congelato ed è estremamente difficile o impossibile rilevarle dalla Terra a cause delle loro ridotte dimensioni. Sono state riportate rilevazioni statistiche da parte del Telescopio spaziale Hubble di nuclei cometari non attivi nella fascia di Kuiper, sebbene le identificazioni siano state messe in discussione, e non abbiano ancora ricevuto delle conferme indipendenti. Cometa 7 La Cometa Holmes nel 2007. Sulla destra nell'immagine è visibile la caratteristica coda ionica, di colore azzurro. Chioma e coda Per approfondire, vedi chioma (astronomia) e coda (astronomia). Quando una cometa si avvicina al Sistema solare interno, il calore del Sole fa sublimare i suoi strati di ghiaccio più esterni. Le correnti di polvere e gas prodotte formano una grande, ma rarefatta atmosfera attorno al nucleo, chiamata chioma, mentre la forza esercitata sulla chioma dalla pressione di radiazione del Sole, e soprattutto dal vento solare, conducono alla formazione di un'enorme coda che punta in direzione opposta al Sole. Chioma e coda risplendono sia per riflessione diretta della luce incidente, sia in conseguenza della ionizzazione dei gas per effetto del vento solare. Sebbene la maggior parte delle comete sia troppo debole per essere osservata senza l'ausilio di un binocolo o di un telescopio, una manciata ogni decade diventa ben visibile ad occhio nudo. Occasionalmente una cometa può sperimentare una enorme ed improvvisa esplosione di gas e polveri, indicata comunemente con il termine inglese outburst. Nella fase espansiva seguente la chioma può raggiungere dimensioni ragguardevoli. Nel novembre del 2007 per la chioma della Cometa Holmes è stato stimato un diametro di 1,4 milioni di chilometri, pari a quello del Sole. Per un brevissimo periodo, la cometa ha posseduto l'atmosfera più estesa del Sistema solare. Spesso polveri e gas formano due code distinte, che puntano in direzioni leggermente differenti: la polvere, più pesante, rimane indietro rispetto al nucleo e forma spesso una coda incurvata, che si mantiene sull'orbita della cometa; il gas, più sensibile al vento solare, forma una coda diritta, in direzione opposta al Sole, seguendo le linee del campo magnetico locale piuttosto che traiettorie orbitali. Viste prospettiche dalla Terra possono determinare configurazioni in cui le due code si sviluppano in direzioni opposte rispetto al nucleo; oppure in cui la coda di polveri, più estesa, appare ad entrambi i lati di esso. In questo casi si dice che la cometa possiede una coda ed un'anti-coda. Un esempio recente ne è stata la Cometa Lulin. Mentre il nucleo è generalmente inferiore ai 50 km di diametro, la chioma può superare le dimensioni del Sole e [1] sono state osservate code ioniche di estensione superiore ad 1 UA (150 milioni di chilometri). È stato proprio grazie all'osservazione della coda di una cometa, disposta in direzione opposta al Sole, che Ludwig Biermann ha contribuito significativamente alla scoperta del vento solare. Sono comunque estremamente tenui, tanto che è possibile vedere le stelle attraverso di esse. La coda ionica si forma per effetto fotoelettrico, come risultato dell'azione della radiazione solare ultravioletta incidente sulla chioma. La radiazione incidente è sufficientemente energetica da superare l'energia di ionizzazione richiesta dalle particelle degli strati superiori della chioma, che vengono trasformate così in ioni. Il processo conduce alla formazione di un nuvola di particelle cariche positivamente intorno alla cometa che determina la formazione di una "magnetosfera indotta", che costituisce un ostacolo per il moto del vento solare. Poiché inoltre la velocità Cometa 8 relativa tra il vento solare e la cometa è supersonica, a monte della cometa e nella direzione di flusso del vento solare si forma un bow shock, nel quale si raggruppa un'elevata concentrazione degli ioni cometari (chiamati "pick up ions"). Il vento solare ne risulta arricchito di plasma in modo che le linee di campo "drappeggiano" attorno alla cometa formando la coda ionica. [2] Se l'intensità del vento solare aumenta ad un livello sufficiente, le linee del campo magnetico ad esso associato si stringono attorno alla cometa e ad una certa distanza lungo la coda, oltrepassata la chioma, si verifica la riconnessione magnetica. Ciò conduce an "evento di disconnessione della coda": la coda perde la propria continuità (si "spezza") e la porzione oltre la disconnessione si disperde nello spazio. Sono state osservate diverse occorrenze di tali eventi. Degna di nota è la disconnessione della coda della Cometa Encke avvenuta il 20 aprile del 2007, quando la cometa è stata investita da un'espulsione di massa coronale. L'osservatorio orbitante solare STEREO-A registrò alcune immagini dell'evento, che, montate a costituire una sequenza, sono visibili qui a lato. La Cometa Encke perde la sua coda. L'osservazione della Cometa Hyakutake nel 1996 ha condotto alla scoperta che le comete emettono raggi X. La scoperta destò sorpresa tra gli astronomi, che non avevano previsto che le comete potessero emetterne. Si ritiene che i raggi X siano prodotti dall'interazione tra le comete ed il vento solare: quando ioni con carica elevata attraversano un'atmosfera cometaria, collidono con gli atomi e le molecole che la compongono. Nella collisione, gli ioni catturano uno o più elettroni emettendo nello stesso tempo raggi X e fotoni nel lontano ultravioletto. Caratteristiche orbitali La maggior parte delle comete seguono orbite ellittiche molto allungate che le portano ad avvicinarsi al Sole per brevi periodi e a permanere nelle zone più lontane del Sistema solare per la restante parte. Le comete sono usualmente classificate in base alla lunghezza del loro periodo orbitale. •Sono definite comete di corto periodo quelle che hanno un periodo orbitale inferiore a 200 anni. La maggior parte di esse percorre orbite che giaciono in prossimità del piano dell'eclittica, con lo stesso verso di percorrenza dei pianeti. Tali orbite sono generalmente caratterizzate da un afelio posto nella regione dei pianeti Orbite della Cometa Kohoutek (in rosso) e della Terra (in blu). Per evidenziare la rapidità esterni (dall'orbita di Giove in poi).Per esempio, l'afelio dell'orbitadella Cometa di Halley si trova del moto della cometa sono indicate alcune posizioni assunte dai due corpi nel periodo tra il 1º ottobre 1973 e il 1º aprile 1974. Si notino anche le differenti eccentricità delle due orbite. Cometa 9 poco oltre l'orbita di Nettuno. All'estremo opposto, la Cometa Encke percorre un'orbita che non la porta mai ad oltrepassare quella di Giove. Le comete periodiche sono a loro volta suddivise nella famiglia cometaria di Giove (comete con periodo inferiore ai 20 anni) e nella famiglia cometaria di Halley (comete con periodo compreso tra i 20 ed i 200 anni). • Le comete di lungo periodo percorrono orbite con elevate eccentricità e con periodi compresi tra 200 e migliaia o anche milioni di anni. (Comunque, per definizione, rimangono gravitazionalmente legate al Sole; non è possibile parlare propriamente di periodo, infatti, in riferimento a quelle comete che sono espulse dal Sistema solare in seguito all'incontro ravvicinato con un pianeta). Le loro orbite sono caratterizzate da afelii posti molto oltre la regione dei pianeti esterni ed i piani orbitali presentano una grande varietà di inclinazioni rispetto al piano dell'eclittica. • Le comete extrasolari (in inglese Single-apparition comets o comete da una singola apparizione) percorrono orbite paraboliche o iperboliche che le portano a uscire permanentemente dal Sistema solare dopo esser passate una volta in prossimità del Sole. • Alcune fonti utilizzano la locuzione cometa periodica per riferirsi a ogni cometa che percorra un'orbita chiusa (cioè, tutte le comete di corto periodo e quelle di lungo periodo), mentre altre la utilizzano esclusivamente per le comete di corto periodo. Similmente, sebbene il significato letterale di cometa non periodica sia lo stesso di cometa da una singola apparizione, alcuni lo utilizzano per riferirsi a tutte le comete che non sono "periodiche" nella seconda accezione del termine (cioè, includendo tutte le comete con un periodo superiore a 200 anni). • Comete recentemente scoperte nella fascia principale degli asteroidi (cioè corpi appartenenti alla fascia principale che manifestano attività cometaria durante una parte della loro orbita) percorrono orbite semi-circolari e sono state classificate a loro stanti. • Esistono infine le comete radenti (in inglese sun-grazing, ovvero che sfiorano il Sole), dal perielio così vicino al Sole che ne sfiorano letteralmente la superficie. Esse hanno breve vita, perché l'intensa radiazione solare le fa evaporare in pochissimo tempo. Sono, inoltre, difficili da osservare, a causa dell'intensa luce solare molto vicina: per osservarle occorre usare strumenti speciali come un coronografo, usare un filtro a banda molto stretta, osservarle durante un eclissi totale di Sole, o tramite un satellite. Da considerazioni sulle caratteristiche orbitali, si ritiene che le comete di corto periodo (decine o centinaia di anni) provengano dalla fascia di Kuiper o dal disco diffuso - un disco di oggetti nella regione transnettuniana - mentre si ritiene che il serbatoio delle comete a lungo periodo sia la ben più distante nube di Oort (una distribuzione sferica di oggetti che costituisce il confine del Sistema solare, la cui esistenza è stata ipotizzata dall’astronomo olandese Jan Oort). È stato ipotizzato che in tali regioni distanti, un gran numero di comete orbiti intorno al Sole su orbite quasi circolari. Occasionalmente l'influenza gravitazionale dei pianeti esterni (nel caso degli oggetti presenti nella fascia di Kuiper) o delle stelle vicine [3] (nel caso di quelli presenti nella nube di Oort) sposta uno di questi oggetti su un'orbita altamente ellittica che lo porta a tuffarsi verso le regioni interne del Sistema solare, dove appare come una vistosa cometa. Altre teorie ipotizzate nel passato prevedevano l'esistenza di una compagna sconosciuta del Sole chiamata Nemesi, o un ipotetico Pianeta X. A differenza del ritorno delle comete periodiche le cui orbite sono state determinate durante i transiti precedenti, non è predicibile la comparsa di una nuova cometa tramite questo meccanismo. Poiché le orbite percorse portano le comete in prossimità dei giganti gassosi, esse sono soggette ad ulteriori perturbazioni gravitazionali. Le comete di corto periodo mostrano la tendenza di regolarizzare il proprio afelio e portarlo a coincidere con il raggio orbitale di uno dei pianeti giganti; un chiaro esempio di questo fenomeno è l'esistenza della famiglia cometaria di Giove. È chiaro inoltre che anche le orbite delle comete provenienti dalla nube di Oort possono essere fortemente alterate dall'incontro con un gigante gassoso. Giove è la principale fonte di perturbazioni, possedendo una massa quasi doppia rispetto a tutti gli altri pianeti messi assieme, oltre al fatto che è anche il pianeta gigante che completa la propria orbita più rapidamente. Queste perturbazioni possono trasferire a volte comete di lungo periodo su orbite con periodi orbitali più brevi (la Cometa di Halley ne è un esempio). Cometa È interessante osservare che l'orbita che viene determinata per una cometa è un'orbita osculatrice, che non tiene conto delle perturbazioni gravitazionali e non a cui può essere soggetta la cometa. Un esempio ne è il fatto che le orbite delle comete di corto periodo rivelano piccole variazioni dei parametri orbitali ad ogni transito. Ancora più significativo è quanto accade per le comete di lungo periodo. Per molte di esse viene calcolata un'orbita parabolica o iperbolica considerando la massa del Sole concentrata nel suo centro; se però l'orbita viene calcolata quando la cometa è oltre l'orbita di Nettuno ed assegnando all'attrattore principale la massa presente nelle regioni più interne del Sistema solare concentrata nel centro di massa del Sistema solare (prevalentemente del sistema composto dal Sole e da Giove), allora la stessa orbita risulta ellittica. La maggior parte della comete paraboliche ed iperboliche appartengono quindi al Sistema solare. Una cometa proveniente dallo spazio interstellare dovrebbe invece essere identificabile da un valore dell'energia orbitale specifica nettamente positivo, corrispondente ad una velocità di attraversamento del Sistema solare interno di poche decine di km/s. Una stima approssimativa del numero di tali comete potrebbe essere di quattro per secolo. Alcune comete periodiche scoperte nel secolo scorso sono "perdute". Per alcune di esse, le osservazioni non permisero di determinare un'orbita con la precisione necessaria a predirne il ritorno. Di altre, invece, è stata osservata la frantumazione del nucleo. Quello che può essere stato il loro destino sarà descritto in una sezione successiva. Tuttavia, occasionalmente una "nuova" cometa scoperta presenta parametri orbitali compatibili con una cometa perduta. Esempi ne sono le comete 11P/Tempel-Swift-LINEAR, scoperta nel 1869, perduta dopo il 1908 in seguito ad un incontro ravvicinato con Giove e riscoperta nel 2001 nell'ambito del programma automatizzato per la ricerca di asteroidi LINEAR del Lincoln Laboratory, e la 206P/Barnard-Boattini, scoperta nel 1892 grazie all'utilizzo della fotografia, perduta per più di un secolo e riscoperta nel 2008 dall'astronomo italiano Andrea Boattini. Morte delle comete Le comete hanno vita relativamente breve. I ripetuti passaggi vicino al Sole le spogliano progressivamente degli elementi volatili, fino a che la coda non si può più formare, e rimane solo il materiale roccioso. Se questo non è abbastanza legato, la cometa può semplicemente svanire in una nuvola di polveri. Se invece il nucleo roccioso è consistente, la cometa è adesso diventata un asteroide inerte, che non subirà più cambiamenti.La frammentazione delle comete può essere attribuita essenzialmente a tre effetti: all'urto con un meteorite, ad effetti mareali di un corpo Immagine della cometa maggiore, quale conseguenza dello shock termico derivante da un Schwassmann-Wachmann 3 raccolta dal repentino riscaldamento del nucleo cometario. Spesso episodi di Telescopio spaziale Spitzer tra il 4 ed il 6 maggio frantumazione seguono fasi di intensa attività della cometa, indicate 2006 col termine inglese outburst. La frammentazione può comportare un aumento della superficie esposta al Sole e può risolversi in un rapido processo di disgregazione della cometa. L'osservazione della frammentazione del nucleo della cometa periodica Schwassmann-Wachmann 3 ha permesso di [4] raccogliere nuovi dati su questo fenomeno . Alcune comete possono subire una fine più violenta: cadere nel Sole oppure entrare in collisione con un pianeta, durante le loro innumerevoli orbite che percorrono il Sistema solare in lungo e in largo. Le collisioni tra pianeti e comete sono piuttosto frequenti su scala astronomica: la Terra incontrò una piccola cometa nel 1908, che esplose nella taiga siberiana causando l'evento di Tunguska, che rase al suolo migliaia di chilometri quadrati di foresta. Nel 1910 la Terra passò attraverso la coda della Cometa di Halley, ma le code sono talmente immateriali che il nostro pianeta non subì il minimo effetto. 10 Cometa 11 Tra la seconda metà degli anni sessanta ed i primi anni settanta la cometa Shoemaker-Levy 9 passò troppo vicino a Giove e rimase catturata dalla gravità del pianeta. Le forze di marea causate dalla gravità spezzarono il nucleo in una decina di pezzi, i quali poi bombardarono il pianeta nel 1994 offrendo viste spettacolari ai telescopi di mezzo mondo, da tempo in allerta per seguire l'evento. Divenne I frammenti della cometa Shoemaker-Levy 9 immediatamente chiaro il significato di strane formazioni che si trovano sulla Luna e su altri corpi rocciosi del Sistema solare: catene di piccoli crateri, posti in linea retta uno dopo l'altro. È evidente che una cometa passò troppo vicino al nostro pianeta, ne rimase spezzata, e andò a finire contro la Luna causando la catena di crateri. La collisione di una grossa cometa con la Terra sarebbe un disastro immane se avvenisse vicino ad una grande città, perché causerebbe sicuramente migliaia, se non milioni di morti. Fortunatamente, seppur frequenti su scala astronomica, tali eventi sono molto rari su scala umana, e i luoghi densamente abitati della Terra sono ancora molto pochi rispetto alle vaste aree disabitate o coperte dai mari. Origine degli sciami meteorici Il nucleo di ogni cometa perde continuamente materia, che va a formare la coda. La parte più pesante di questo materiale non è spinta via dal vento solare, ma resta su un'orbita simile a quella originaria. Col tempo, l'orbita descritta dalla cometa si riempie di sciami di particelle piccolissime, ma molto numerose, e raggruppate in nubi che hanno origine in corrispondenza di un periodo di attività del nucleo. Quando la Terra incrocia l'orbita di una cometa in corrispondenza di una nube, il risultato è uno sciame di stelle cadenti, come le famose "lacrime di San Lorenzo" (10 agosto), o numerosi sciami più piccoli e meno conosciuti. A volte le nubi sono densissime: la Terra incrocia, ogni 33 anni, la parte più densa della nube delle Leonidi, derivanti dalla cometa 55P/Tempel-Tuttle. Nel 1833 e nel 1966 le Leonidi diedero luogo a "piogge", con conteggi superiori [5][6] alle dieci meteore al secondo , gli sciami del 1899 e del 1933 non sono stati altrettanto prolifici. Denominazione Negli ultimi due secoli, sono state adottate diverse convenzioni tra loro differenti per la nomenclatura delle comete. Prima che fosse adottata la prima di esse, le comete venivano identificate con una grande varietà di nominativi. Precedentemente ai primi anni del XX secolo, ci si riferiva alla maggior parte delle comete con l'anno in cui erano apparse, a volte con aggettivi addizionali per le comete particolarmente brillanti; ad esempio, la "Grande Cometa del 1680" (o Cometa di Kirch), la "Grande Cometa del settembre del 1882", e la "Cometa Daylight del 1910" ("Grande Cometa Diurna del 1910") - ad indicare che la cometa era stata visibile anche di giorno. Dopo che Edmund Halley ebbe dimostrato che le comete del 1531, 1607 e 1682 erano lo stesso oggetto celeste e ne predisse correttamente il ritorno nel 1759, quella cometa divenne nota come la Cometa di Halley. Similmente, la seconda e la terza cometa periodica conosciuta, la Cometa Encke e la Cometa Biela, furono nominate dal cognome degli astronomi che ne calcolarono l'orbita, piuttosto che da quello dei loro scopritori. Successivamente, le comete periodiche saranno nominate abitualmente dal nome degli scopritori, ma si continuerà a riferirsi soltanto con l'anno alle comete che appaiono solo una volta. In particolare, divenne usanza comune nominare le comete dagli scopritori nei primi anni del XX secolo e questa convenzione è adottata anche oggi. Una cometa può essere nominata dal nome di non più di tre scopritori. In anni recenti, molte comete sono state scoperte da strumenti manovrati da un consistente numero di astronomi ed in questi Cometa 12 casi le comete possono essere nominate dalla denominazione dello strumento. Per esempio, la Cometa IRAS-Araki-Alcock fu scoperta indipendentemente dal satellite IRAS e dagli astronomi amatoriali Genichi Araki e George Alcock. Nel passato, quando più comete venivano scoperte dallo stesso individuo, o gruppo di individui o squadra di ricerca, le comete venivano distinte aggiungendo un numero al nome dello scopritore (ma solo per le comete periodiche), ad esempio le Comete Shoemaker-Levy 1-9. Oggi che la maggior parte delle comete viene scoperta da alcuni strumenti (nel dicembre del 2010, il telescopio orbitante solare SOHO ha scoperto la sua duemillesima cometa [7]) questo sistema è divenuto poco pratico e non è fatto alcun tentativo per assicurare ad ogni cometa un nome univoco, composto dalla denominazione dello strumento e dal numero. Invece, è stata adottata una designazione sistematica delle comete per evitare confusione. Fino al 1994 alle comete era assegnata una designazione provvisoria composta dall'anno della scoperta seguito da una lettera minuscola ad indicare l'ordine di scoperta nell'anno (per esempio, la Cometa 1969i (Bennett) è stata la 9 cometa scoperta nel 1969). Una volta che era stato osservato il passaggio al perielio della cometa e ne era stata calcolata l'orbita con una buona approssimazione, alla cometa veniva assegnata una designazione permanente composta dall'anno del passaggio al perielio e da un numero romano indicante l'ordine di passaggio al perielio nell'anno. Così la Cometa 1969i è diventata la Cometa 1970 II (la seconda cometa ad esser passata al perielio nel 1970). a Aumentando il numero delle comete scoperte, questa procedura divenne scomoda e nel 1994 l'Unione Astronomica Internazionale ha adottato una nuova nomenclatura. Adesso, al momento della loro scoperta le comete ricevono una sigla composta da "C/", dall'anno della scoperta, da una lettera maiuscola dell'alfabeto e un numero; la lettera indica in quale mese e parte del mese (prima o seconda metà) è stata scoperta, il numero indica l'ordine progressivo di annuncio della scoperta, durante ogni periodo di mezzo mese; a questa sigla segue il nome dello scopritore. Possono essere attribuiti fino a tre nomi o, se il caso, il nome del programma o del satellite che ha effettuato la scoperta. Negli ultimi anni si è assistito alla scoperta della natura cometaria di numerosi oggetti ritenuti inizialmente di natura asteroidale. Se tale scoperta avviene entro breve tempo dall'individuazione dell'oggetto, viene aggiunta alla sigla asteroidale la parte iniziale della sigla attribuita alle comete periodiche (P/); se invece si tratta di asteroidi scoperti e osservati da anni, all'oggetto viene assegnata una seconda denominazione cometaria e mantiene anche quella asteroidale. Nella nomenclatura astronomica per le comete, la lettera che precede l'anno indica la natura della cometa e può essere: •• P/ indica una cometa periodica (definita a tale scopo come avente un periodo orbitale inferiore ai 200 anni o di cui sono stati osservati almeno due passaggi al perielio); • C/ indica una cometa non periodica (definita come ogni cometa che non è periodica in accordo alla definizione precedente); • D/ indica una cometa disintegrata o "persa"; •• X/ indica una cometa per cui non è stata calcolata un'orbita precisa (solitamente sono le comete storiche). • A/ indica un oggetto identificato erroneamente come cometa ma che è in realtà un asteroide. Quando viene osservato un secondo passaggio al perielio di una cometa identificata come periodica, ad essa viene assegnata una nuova denominazione composta da una P/, seguita da un numero progressivo dell'annuncio e dal nome degli scopritori secondo le regole precedentemente indicate. Così la Cometa di Halley, la prima cometa ad essere stata individuata come periodica, presenta anche la designazione 1P/1682 Q1. Una cometa non periodica come la Cometa Hale-Bopp ha ricevuto la denominazione C/1995 O1. Le comete mantengono la denominazione asteroidale se l'hanno ricevuta prima che fosse identificata la loro natura cometaria, un esempio ne è la cometa P/2005 YQ 127 (LINEAR). Ci sono solo cinque oggetti catalogati sia come asteroidi che come comete ed essi sono: 2060 Chiron (95P/Chiron), 4015 Wilson-Harrington (107P/Wilson-Harrington), 7968 Elst-Pizarro (133P/Elst-Pizarro), 60558 Echeclus (174P/Echeclus) e 118401 LINEAR (176P/LINEAR (LINEAR 52)). Cometa 13 Storia dello studio delle comete La questione di cosa fossero le comete, se fenomeni atmosferici od oggetti interplanetari, rimase a lungo irrisolta. Gli astronomi si limitavano a registrare la loro apparizione, ma i tentativi di spiegazione erano pure speculazioni. La svolta cominciò nel XVI secolo. In quegli anni, Tycho Brahe provò che dovevano trovarsi oltre l'orbita della Luna, e quindi ben al di fuori dell'atmosfera terrestre.Nel XVII secolo, Edmond Halley usò la teoria della gravitazione, da poco formulata da Isaac Newton, per calcolare l'orbita di alcune comete. Trovò che una di queste tornava periodicamente vicino al Sole ogni 76 o 77 anni. Quando questa predizione fu confermata (Halley era già morto), divenne famosa come la Cometa di Halley, e si trovò che era stata osservata ogni 76 anni fin dal 66.La seconda cometa riconosciuta come periodica fu la Cometa di Encke, nel 1821. Come la Halley, fu chiamata col nome di chi ne calcolò l'orbita, il matematico e fisico tedesco Johann Franz Encke (oggi Cometa C/1995 O1 Hale-Bopp. Si notino le due code: quella blu è di ioni, l'altra di polveri. le comete vengono in genere chiamate col nome dello scopritore).La cometa di Encke ha il periodo più breve conosciuto, poco più di 3 anni, e grazie a questo è anche la cometa della quale si registrano più apparizioni. È anche la prima cometa per la quale si notò che l'orbita era influenzata da forze non gravitazionali (vedi più sotto). Anche se adesso è troppo debole per essere osservata ad occhio nudo, dev'essere stata molto luminosa qualche migliaio di anni fa, quando la sua superficie non era ancora evaporata. La sua prima apparizione registrata risale tuttavia al 1786. La vera natura delle comete rimase incerta per altri secoli. All'inizio del XIX secolo un altro matematico tedesco, Friedrich Wilhelm Bessel, era sulla strada giusta. Creò una teoria secondo la quale la luminosità di una cometa proveniva dall'evaporazione di un oggetto solido, e che le forze non gravitazionali agenti sulla cometa di Encke fossero il risultato della spinta causata dai jet di materia in evaporazione. Le sue idee furono dimenticate per più di 100 anni fino a quando Fred Lawrence Whipple, all'oscuro del lavoro di Bessel, propose la stessa teoria nel 1950. Divenne presto il modello accettato di cometa e fu in seguito confermato dalla flotta di sonde (incluse la sonda Giotto dell'ESA e le sonde Vega 1 e Vega 2 dell'Unione Sovietica) che andò incontro alla Cometa di Halley nel 1986, per fotografarne il nucleo ed osservare i jet di materiale in evaporazione. La sonda americana Deep Space 1 passò accanto alla Cometa 19P/Borrelly nel 2001 e confermò che le caratteristiche della Cometa di Halley erano simili a quelle di altre comete. La missione Stardust è stata lanciata nel gennaio 1999, ed ha incontrato la cometa Wild 2 nel gennaio 2004. Ha raccolto del materiale che è rientrato sulla Terra nel 2006. La missione Deep Impact è stata lanciata nel febbraio 2005, ed ha colpito con un proiettile la cometa Tempel 1 il 4 luglio 2005 (alle 5:52 UTC). Cometa 14 Portatrici di vita Sette articoli pubblicati sulla rivista Science (Volume 314, Issue 5806, 2006) da un team di scienziati internazionali, tra i quali sette italiani, annunciano la scoperta nei grani di polvere della cometa Wild 2 di lunghe molecole organiche, di ammine precursori di quelle organiche, come il Dna. La sonda Stardust, dopo aver percorso 4,6 miliardi di chilometri in circa sette anni ha catturato un centinaio di grani ognuno piccolo meno di un millimetro. I grani sono stati catturati il 2 gennaio 2004 dalla coda della cometa Wild 2 con una speciale filtro in aerogel, una sostanza porosa dall'aspetto lattiginoso. Gli scienziati autori della scoperta, tra cui Alessandra Rotundi dell'Università Parthenope di Napoli, ritengono che questa scoperta sia la conferma della panspermia, la teoria secondo la quale molecole portate dalle comete siano alla base dell'origine della vita sulla Terra. È una teoria che nacque nei primi anni del Novecento e compatibile con le osservazioni fatte dalla sonda europea Giotto nel 1986 quando si avvicinò alla cometa di Halley. A sostegno di questa ipotesi vengono citati anche i tempi rapidi con la quale sarebbe comparsa la vita sulla Terra. Secondo i cultori di questa teoria la situazione sulla Terra sarebbe mutata radicalmente in poche decine di milioni di anni e tempi così rapidi secondo loro si possono spiegare solo con l'ipotesi che a portare gli ingredienti fondamentali alla vita siano state le comete. Elenco di comete famose •• •• •• •• •• Cometa 19P/Borrelly Cometa 2P/Encke Cometa Hyakutake Cometa Hale-Bopp Cometa di Halley •• •• •• •• •• •• Cometa Humason Cometa Ikeya-Seki Cometa Machholz Cometa McNaught (C/2006 P1) Cometa Shoemaker-Levy 9 Cometa Kohoutek Curiosità • La cometa di Encke, identificata per la prima volta nel 1786, detiene due record: per massima frequenza e minor durata: il suo periodo equivale a 1206 giorni (3,3 anni) ed è il più breve che si conosca. Il periodo più lungo, invece, appartiene alla cometa di Delevan, individuata nel 1914, per la quale non è stata determinata con precisione l'orbita: un calcolo approssimativo prevede il suo ritorno fra circa 749 milioni di anni. Note [1] Yeomans, Donald K. " Comet (http://www. worldbookonline. com/ wb/ Article?id=ar125580) World Book Online Reference Center. 2005. Disponibile anche qui (http:// www. nasa.gov/ worldbook/ comet_worldbook. html) come World book @ NASA. [2] pp 864-874, Chapter 21, An Introduction to Modern Astrophysics, Carroll and Ostlie, 1996, Addison-Wesley Publishing Company [3] Il passaggio ravvicinato di una stella vicino al Sole è un evento raro, ma i tempi di questi passaggi ravvicinati sono così lunghi, che gli effetti possono impiegare migliaia d'anni prima di manifestarsi. [4] Zdenek Sekanina, Comet 73P/Schwassmann-Wachmann: Nucleus Fragmentation, Its Light-Curve Signature, and Close Approach to Earth in 2006, International Comet Quarterly, 27, 225-240, 2005 ( PDF (http:// www. cfa.harvard.edu/icq/sek_icq_V27_225.pdf)) [5] EYE WITNESS ACCOUNTS OF THE 1966 LEONID STORM (http:/ / leonid.arc.nasa.gov/ 1966.html) [6] The Leonid meteor storms of 1833 and 1966 (http://dmsweb. home. xs4all. nl/ articles/MN-RAS-Leonid-meteor-storms-1833-1966-Asher. pdf) [7] SOHO's 2000th Comet Spotted By Student (http:// sohowww. nascom.nasa.gov/ hotshots/2010_12_28/) Cometa 15 Bibliografia • Franco Foresta Martin, Le comete, Firenze, Sansoni Editore, 1982. (ISBN non esistente) • La superstizione e le comete (http:/ /www. osservatorioacquaviva. it/ sezionestoriaastronomia/ astronomia_antropologia/ superstizione/ comete_superstizioni/ comete_superstizione. pdf) (PDF), Osservatorio Astronomico Comunale di Acquaviva delle Fonti - Bari. URL consultato il 24 febbraio 2009. • Marco Murara, Breve storia delle comete (http:// www. astrofilitrentini. it/attiv/ lavori/ haleb4. html), Associazione Astrofili Trentini, marzo 1997. URL consultato il 24 febbraio 2009. Voci correlate •• •• •• •• •• Chioma Coda (astronomia) Nucleo cometario Cometa periodica Cometa non periodica •• •• •• •• •• •• Cometa perduta Cometa radente Cometa interstellare Cometa periodica SOHO Sciame meteorico Corpo minore •• •• •• •• •• Grande Cometa Impatto astronomico Zdenek Sekanina Famiglia di comete Famiglia di comete quasi-Hilda Altri progetti • Wikizionario contiene il lemma di dizionario «cometa» • Commons (http:/ /commons. wikimedia. org/ wiki/ Pagina_principale?uselang=it) contiene immagini o altri file sulle comete (http:/ /commons. wikimedia. org/ wiki/ Category:Comets?uselang=it) • Questa voce è inclusa nel libro di Wikipedia Astronomia. Collegamenti esterni • (EN) Lists and Plots: Comets (http:/ /www. cfa. harvard. edu/ iau/ lists/ CometLists. html), Minor Planet Center, Unione Astronomica Internazionale. URL consultato il 4 novembre 2009. • Sandro Baroni, Approfondimento sulle comete italiane (http://www. brera.unimi. it/ SISFA/ atti/ 1996/baroni. html), Società Italiana degli Storici della Fisica e dell'Astronomia (SISFA). URL consultato il 4 novembre 2009. • (EN) Comete e altri piccoli corpi celesti (http:/ /directory. google. com/ Top/Science/ Astronomy/ Solar_System/ Small_Bodies/ ) in «Google Directory», Google.com. URL consultato il 4 novembre 2009. • Diego Menna, Libro virtuale sulle comete (http:/ / digilander. libero.it/comete), Sito amatoriale. URL consultato il 4 novembre 2009. • (EN) Yanga R. Fernández, List of Jupiter-Family and Halley-Family Comets (http:/ /www. physics. ucf. edu/ ~yfernandez/ cometlist. html). 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Il Sistema solare Stella: Sole (Eliosfera · Corrente eliosferica diffusa · Campo magnetico interplanetario) Pianeti: (☾ = luna/e ∅ = anelli) Mercurio • Venere • Terra (☾ ) • Marte (☾ ) • Giove (☾ ∅) • Saturno (☾ ∅) • Urano (☾ ∅) • Nettuno (☾ ∅) Pianeti nani e plutoidi: Cerere • Plutone (☾ ) • Haumea (☾ ) • Makemake • Eris (☾ ) Corpi minori: Asteroidi (NEA · Fascia principale · Troiani · Centauri) • TNO (Fascia di Kuiper · Disco diffuso) • Comete (Radenti · Periodiche · Non periodiche · Damocloidi · Nube di Oort) Argomenti correlati: Sistema planetario • Pianeta extrasolare • Definizione di pianeta • Pianeti ipotetici Questo box: vedi · disc. ·mod. (http://it.wikipedia.org/ w/ index.php?title=Template:Sistema_solare&action=edit) Portale Astronomia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di astronomia e astrofisica 67P/Churyumov-Gerasimenko Cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko Scoperta 20 settembre 1969 Scopritori Klim Ivanovich Churyumov e Svetlana Ivanovna Gerasimenko 1982 VIII; 1982f; 1989 VI; 1988i; 1969 R1; 1969 IV; 1969h; 1975 P1; 1976 VII; 1975i Designazioni alternative Parametri orbitali (all'epoca 20 dicembre 2013) Semiasse maggiore 3,463 UA Perielio 1,242 UA Afelio 5,684 UA Periodo orbitale 6,45 anni Inclinazione orbitale 7,041° 67P/Churyumov-Gerasimenko 17 Eccentricità 0,6411 Longitudine del nodo ascendente 50,160° Argom. del perielio 12,763° Ultimo perielio 13 marzo 2009 Prossimo perielio 13 agosto 2015 MOID da Terra 0,257 UA Periodo di rotazione 12,761 ore Dati osservativi Magnitudine app. a ~ 12 (max) 67P/Churyumov-Gerasimenko o Cometa Churyumov-Gerasimenko è una cometa periodica del nostro Sistema solare, dal periodo orbitale di 6,45 anni terrestri. Appartiene alla famiglia cometaria di Giove. È la destinazione della sonda Rosetta, dell'Agenzia Spaziale Europea, lanciata il 2 marzo 2004 e che la raggiungerà nel corso del 2014. Immagini di Hubble In preparazione della missione Rosetta, il 12 marzo 2003, il Telescopio spaziale Hubble è stato rivolto verso la cometa. Grazie alle immagini ricevute è stato possibile ricostruirne un modello 3D del nucleo, mostrato nell'immagine. Scoperta La Churyumov-Gerasimenko è stata scoperta da Klim Ivanovic Churyumov grazie all'analisi di una fotografia scattata l'11 settembre 1969 presso l'Istituto di Astrofisica di Alma-Ata da Svetlana Ivanovna Gerasimenko, che stava studiando la cometa 32P/Comas Solá. Una elaborazione dell'aspetto del nucleo della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Churyumov ritenne dapprima che si trattasse della stessa cometa Comas Solá, salvo poi analizzare ulteriormente le immagini in data 22 ottobre e riconoscere una distanza di 1,8 gradi fra la posizione prevista della cometa e quella del corpo celeste effettivamente presente in fotografia. Successivi studi permisero di individuare la stessa Comas Solá nella posizione prevista; questo dimostrò che la cometa immortalata nell'immagine era in realtà un altro corpo, sino a quel momento sconosciuto. 67P/Churyumov-Gerasimenko 18 Evoluzione dell'orbita Tipicamente una cometa che raggiunga una particolare vicinanza con i giganti gassosi Giove o Saturno è destinata a subire una notevole variazione dell'orbita; è il caso della Churyumov-Gerasimenko, il cui perielio, pari a 4,0 UA nel 1840, si è ridotto a 3,0 e quindi a 1,28 UA a causa di due successivi incontri con Giove, il secondo dei quali avvennuto nel 1959. Note Collegamenti esterni • (EN) La cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko sul: Kronk's Cometography (http:/ /cometography. com/ pcomets/ 067p.html) • (EN) La cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko sul sito di Seiichi Yoshida (http:/ /www. aerith. net/ comet/ catalog/ 0067P/index. html) • (EN) La cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko sul JPL Small-Body Database Browser (http:/ / ssd. jpl.nasa. gov/ sbdb.cgi?sstr=67P;orb=0;cov=0;log=0#top) Portale Sistema solare: accedi alle voci di Wikipedia sugli oggetti del Sistema solare Telescopio spaziale Hubble Telescopio Hubble Immagine del veicolo Il telescopio spaziale Hubble visto dallo Space Shuttle Discovery durante la seconda missione di servizio, STS-82 Dati della missione Proprietario NASA ed ESA Destinazione Orbita geocentrica Satellite di Esito Terra In corso Vettore Space Shuttle DiscoveryLancio 24 aprile 1990 Ammaraggio previsto per il 2014 Durata ~24 anni Orbita circolare Periodo orbitale Altezza orbita Eccentricità orbitale 96-97 minuti 560 km nulla Telescopio spaziale Hubble 19 11 t Massa • Strumentazione Riflettore Ritchey-Chrétien ⌀ 2,4 m Lunghezza focale 57,6 m • • Sito ufficiale [1] Il telescopio spaziale Hubble, sigla HST dal nome in lingua inglese Hubble Space Telescope, è un telescopio posto negli strati esterni dell'atmosfera terrestre, a circa 560 km di altezza, in orbita attorno alla Terra (ogni orbita dura circa 92 minuti). È stato lanciato il 24 aprile 1990 con lo Space Shuttle Discovery come progetto comune della NASA e dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA). Il telescopio può arrivare ad una risoluzione angolare migliore di 0,1 secondi d'arco. L'HST è così chiamato in onore di Edwin Hubble, astronomo statunitense. È prevista una sinergia con il prossimo Telescopio Spaziale James Webb (JWSP) nel 2018. Osservare fuori dall'atmosfera comporta numerosi vantaggi, perché l'atmosfera distorce le immagini e filtra la radiazione elettromagnetica a certe lunghezze d'onda, in particolare nell'ultravioletto. Il 27 gennaio 2007 il telescopio è entrato in safemode a causa di un guasto. Lo strumento Advanced Camera for Surveys ha smesso di funzionare e i tecnici della NASA hanno disabilitato lo strumento per permettere l'utilizzo degli altri strumenti a bordo del telescopio. L'11 maggio 2009 è stato lanciato lo Space Shuttle Atlantis per la quarta ed ultima missione di manutenzione del telescopio, terminata con successo. Descrizione tecnica Il telescopio ha una massa di circa 11 t, è lungo 13,2 m, ha un diametro massimo di 2,4 m ed è costato 2 miliardi di dollari. Si tratta di un riflettore con due specchi in configurazione Ritchey-Chrétien. Lo specchio primario è uno specchio iperbolico concavo di 2,4 m di diametro, che rinvia la luce su uno specchio iperbolico convesso di circa 30 centimetri di diametro. La distanza fra i vertici dei due specchi è di 4,9 m. Approssimando i due specchi come sferici, si può calcolare il punto di formazione del fuoco Cassegrain, ottenendo che l'immagine si forma circa 1,5 m dietro il primario. Due pannelli solari generano l'elettricità, che serve principalmente per alimentare le fotocamere e i tre giroscopi usati per orientare e stabilizzare il telescopio. In 20 anni di carriera Hubble ha ripreso più di 700 000 immagini astronomiche. Lancio e problemi iniziali Lunghezza d'onda coperta Ottico, ultravioletto, vicino infrarosso Velocità orbitale Accelerazione di gravità Momento angolare 7 500 m/s (27 000 km/h) 8,169 m/s² 10 5,28 × 10 m²/s Telescopio spaziale Hubble 20 Lo specchio difettoso Il telescopio fu lanciato dalla missione Shuttle STS-31 il 24 aprile 1990. Si trattò in realtà di un rinvio del lancio originale previsto nel 1986, rimandato a causa del disastro del Challenger nel gennaio dello stesso anno. Le prime immagini prese dal telescopio causarono grande sconforto tra gli astronomi e tutti i partecipanti Due immagini che mostrano la correzione del problema ottico al progetto: erano fortemente distorte dall'aberrazione iniziale sferica e fuori fuoco, e anche con lunghe elaborazioni al computer non potevano arrivare alla risoluzione prevista. L’Analisi delle immagini difettose mostrò che la causa del problema era che lo specchio primario era stato lavorato con una forma sbagliata. Anche se si tratta dello specchio più preciso mai costruito, con variazioni dalla curva prescritta di soli 10 nm, in corrispondenza del perimetro lo specchio era troppo piatto di circa 2 200 nm (2,2 μm). Questa differenza fu catastrofica, l'introduzione di una grave aberrazione sferica, un difetto per cui la luce che riflette sul bordo di uno specchio si concentra in un punto diverso della luce che si riflette nel suo centro. L'effetto del difetto sullo specchio per osservazioni scientifiche dipendeva dalla particolare osservazione. Il centro della FPF aberrato era forte abbastanza da permettere osservazioni di oggetti luminosi ad alta risoluzione, ed anche la spettroscopia era in gran parte invariata. Tuttavia, la perdita di luce per il grande alone di fuoco notevolmente ridotto riduceva l'utilità del telescopio per oggetti deboli o quando era richiesto un alto contrasto delle immagini. Ciò significava che quasi tutti i programmi di ricerca cosmologica erano praticamente impossibili, dal momento che richiedono l'osservazione di oggetti particolarmente deboli. La NASA e il telescopio divennero bersaglio di molti scherzi. Per esempio nella commedia del 1991 Una pallottola spuntata 2½ - L'odore della paura Hubble era raffigurato assieme al Titanic. Tuttavia, nel corso dei primi tre anni della missione, prima della correzione all’ottica, il telescopio Hubble effettuò un gran numero di osservazioni produttive. L'errore era ben conosciuto, caratterizzato e stabile, consentendo agli astronomi di ottimizzare i risultati ottenuti utilizzando sofisticate tecniche di elaborazione delle immagini come la deconvoluzione. Origine del problema Fu costituita una commissione presieduta da Lew Allen, direttore del Jet Propulsion Laboratory, che si occupò di determinare l’origine dell'errore. La Commissione Allen trovò che il “correttore nullo principale”, un dispositivo di prova utilizzato per ottenere una corretta forma non sferica dello specchio, era stato montato in modo errato, una lente era fuori posizione di 1,3 mm. Durante la levigazione iniziale e la lucidatura dello specchio, Perkin-Elmer analizzò la superficie con due correttori nulli convenzionali. Tuttavia, durante la fase di produzione finale, venne utilizzato un correttore nullo costruito appositamente per soddisfare tolleranze molto severe. Ironia della sorte, questo dispositivo venne montato in modo errato, con conseguenze estremamente precise (ma sbagliate) sulla forma dello specchio. Ci sarebbe stata un’ultima possibilità di rilevare l'errore, dal momento che alcuni dei test finali utilizzarono tradizionali correttori nulli per varie ragioni tecniche. Questi test correttamente indicarono l'aberrazione sferica. Tuttavia, la società ignorò questi risultati, ritenendo che tali dispositivi fossero meno precisi del dispositivo primario, che indicava che lo specchio primario era perfetto. Nella versione in lingua inglese di Wikipedia su questo argomento sono presenti ulteriori informazioni supportate da fonti. Alcune delle informazioni di questa sezione dedicata al difetto dello specchio principale sono state tratte da tale pagina. Prima della modifica di questa pagina, il difetto dello specchio era attribuito al fatto che, durante la sua costruzione, non si sarebbe tenuto conto della differenza dell'indice di rifrazione fra aria e vuoto. Tale tesi, sebbene apparentemente plausibile, appare priva di fondamento, perché non supportata da nessuna fonte. Telescopio spaziale Hubble 21 Strumentazione scientifica Camera planetaria grandangolare L'originale Wide Field/Planetary Camera (WF/PC1) fu sostituita con la Wide Field/Planetary Camera 2 (WF/PC2) durante la prima missione del dicembre 1993. La WF/PC2 (pronuncia uìff-pic) era uno strumento di scorta sviluppato nel 1985 dal Jet Propulsion Laboratory (JPL) di Pasadena (California). Gli specchi secondari della WF/PC2 sono affetti da un errore uguale e contrario a quello dello specchio principale, in modo da compensarsi a vicenda. (Lo specchio primario dell'HST è di 2 μm troppo piatto Saturno verso il bordo, così le ottiche correttive della WF/PC2 sono deformate della stessa quantità ma in modo contrario). Il "cuore" della WF/PC2 consiste in un trio di sensori a largo campo a forma di L e in un sensore per riprese di pianeti ad alta risoluzione, che va ad occupare l'angolo rimanente. Nella missione Shuttle STS-125, la WF/PC2 è stata sostituita dalla WFC3 (Wide Field Camera 3), dall'analogo scopo ma con migliori prestazioni. Spettrografo del Telescopio Spaziale (STIS) Uno spettrografo scompone la luce raccolta da un telescopio nelle varie frequenze che la compongono, in modo da poterla analizzare. Lo studio dello spettro fornisce alcune importanti proprietà di un corpo celeste, quali la composizione chimica qualitativa e quantitativa, la temperatura, la velocità radiale, la velocità di rotazione e i campi magnetici. Lo STIS (Space Telescope Imaging Spectrograph) può studiare le radiazioni prodotte dai corpi celesti comprese tra la lunghezza d'onda dell'ultravioletto (115 nm) e quella del vicino infrarosso (1000 nm). Lo strumento utilizza tre rilevatori, fotocatodi Multi-Anode Microchannel Array (MAMA). Il campo visivo per ciascun MAMA è di 25 × 25 secondi d'arco mentre il campo del CCD è di 50 × 50 secondi d'arco. Il principale vantaggio dello STIS è la sua capacità bidimensionale rispetto a quella unidimensionale di un normale spettroscopio. Ad esempio è possibile rilevare simultaneamente lo spettro di diversi punti di una galassia, invece di eseguire una rilevazione alla volta di ciascun punto. Lo STIS può anche rilevare in una sola volta una serie di varie lunghezze d'onda dello spettro di una stella. Dal febbraio 2006 lo spettrografo STIS non è più funzionante. Camera a infrarossi e Spettrometro multi-oggetto (NICMOS) Il NICMOS (Near Infrared Camera and Multi-Object Spectrometer) è uno strumento in grado di eseguire sia osservazioni nell'infrarosso, che osservazioni spettroscopiche di oggetti astronomici. È sensibile alla radiazione con lunghezza d'onda compresa tra 0,8 e 2,5 μm, oltre il limite della sensibilità dell'occhio umano. La matrice sensibile che costituisce i rilevatori dell'infrarosso nel NICMOS deve operare a temperature molto basse. Il NICMOS mantiene i suoi rilevatori a bassa temperatura all'interno di un condensatore criogenico (un contenitore termicamente isolato simile a una bottiglia "thermos") che contiene azoto in forma solida. Per funzionare correttamente la camera a raggi infrarossi deve essere raffreddata a −180 °C, e il condensatore mantiene freddi i detector per anni, più a lungo che in qualsiasi altro esperimento spaziale. Telescopio spaziale Hubble 22 Camera per oggetti deboli (FOC) La FOC (Faint Object Camera) è stata costruita dall'Agenzia Spaziale Europea. Ci sono due sistemi completi di rilevazione nel FOC. Ciascuno di essi utilizza un tubo di intensificazione di immagini per produrre una immagine in uno schermo a fosfori che è 100 000 volte più luminoso della luce che riceve. L'immagine viene poi scandita da una sensibile camera televisiva a silicio elettrobombardato (EBS). Questo sistema è così sensibile che oggetti con magnitudine inferiore a 21 devono essere schermati con un sistema di filtri per evitare la saturazione dei rivelatori. Nel 2002 lo strumento è stato sostituito con Advanced Camera for Surveys (ACS) durante la terza missione di servizio. Ottiche correttive assiali (COSTAR) Il COSTAR (Corrective Optics Space Telescope Axial Replacement) non è uno strumento scientifico: è un pacchetto di ottiche correttive che fu utilizzato per annullare il difetto dello specchio principale, a favore dello strumento per oggetti deboli (FOC). Per la sua installazione è stato necessario rimuovere il fotometro ad alta velocità (High Speed Photometer) durante la prima missione di servizio. Nella quarta missione di servizio è stato sostituito il COSTAR con il nuovo strumento Cosmic Origin Spectrograph (COS). Operazioni e osservazioni Sebbene l'HST sia sempre operativo, non tutto il suo tempo è impiegato per le osservazioni. Ogni orbita dura circa 97 minuti e il tempo viene suddiviso tra le funzioni di gestione e l'osservazione. Le funzioni di gestione includono la rotazione del telescopio per puntare un nuovo obiettivo, per evitare la Luna ed il Sole, commutare le antenne di comunicazione e le modalità di trasmissione, ricevere comandi di trasmissione dati, calibrare i sistemi e via dicendo. Per soddisfare le esigenze di puntamento dell'Hubble si dovette realizzare un nuovo catalogo stellare, il Guide Star Catalog, che è diventato di gran lunga il più completo ed accurato catalogo mai realizzato. La Nebulosa Occhio di Gatto Quando l'STScI completa il suo piano di osservazione principale, il programma viene inviato al Goddard's Space Telescope Operations Control Center (STOCC) dove i piani scientifici e di gestione vengono incorporati in un dettagliato programma di operazioni. Ciascun evento viene tradotto in una serie di comandi da inviare ai computer di bordo. I comandi vengono inviati diverse volte al giorno per far sì che il telescopio operi efficientemente. Quando è possibile vengono usati contemporaneamente due strumenti scientifici per osservare regioni adiacenti del cielo. Per esempio, mentre lo spettrografo è focalizzato su una stella o una nebulosa scelta come bersaglio, il WF/PC2 può L'oggetto di Herbig-Haro HH 47 Telescopio spaziale Hubble riprendere l'immagine di una regione di cielo leggermente spostata rispetto alla visuale del bersaglio. Durante l'osservazione il sensore di guida Fine Guidance Sensors (FGS) segue le loro rispettive stelle guida per mantenere il telescopio fermamente puntato verso l'obiettivo giusto. Se un astronomo desidera essere presente durante l'osservazione, c'è un terminale allo STScI e un altro allo STOCC dove i monitor mostrano le immagini e altri dati durante l'osservazione. Da questi terminali è possibile inviare soltanto alcuni limitati comandi in tempo reale per l'acquisizione del bersaglio o per cambiare filtri, se il programma di osservazione lo prevede, ma non sono consentiti altri controlli arbitrari. I dati tecnici e scientifici dell'HST, come pure le trasmissioni di comandi operativi, sono inviati per mezzo del sistema Tracking Data Relay Satellite (TDRS) e della stazione a terra collegata ad esso a White Sands nel Nuovo Messico. Il computer di bordo è in grado di conservare oltre 24 ore di comandi. I dati possono essere diffusi dall'HST alla stazione a terra direttamente oppure memorizzati e trasmessi in seguito. Scoperte • Hubble riprese eccezionali immagini della collisione della cometa Shoemaker-Levy 9 con il pianeta Giove nel 1994. • Prove del fatto che dei pianeti siano presenti anche attorno a stelle diverse dal Sole sono state raccolte per la prima volta con Hubble. Ad Hubble spetta inoltre il primato della prima immagine di un pianeta extra-solare raccolta da un telescopio ottico. L'immagine, rilasciata nel novembre del 2008, mostra il pianeta Fomalhaut b immerso nel disco protoplanetario di polveri e gas che circonda la sua stella, Fomalhaut. • Inoltre Hubble ha dimostrato che la materia oscura della nostra galassia non può essere formata solo da deboli stelle non ancora osservate. • Alcune osservazioni suggeriscono che il nostro Universo si trovi in uno stato di espansione accelerata. • La teoria che la maggior parte delle galassie contengono un buco nero nel loro nucleo è stata parzialmente confermata da numerose osservazioni. • Nel dicembre 1995, Hubble riprese un'immagine chiamata lo Hubble Deep Field, una regione grande un trentesimo di milionesimo del cielo notturno e contenente numerose migliaia di deboli galassie. Un'immagine dello stesso tipo fu presa poco dopo nel cielo australe e risultò molto simile, rafforzando l'ipotesi che l'Universo sia uniforme su vasta scala, e che la Terra occupi un posto come gli altri nell'Universo. • Nel 2010, è stata scoperta la galassia più lontana da noi, circa 13,2 miliardi di anni luce, il che equivale a un'osservazione di quello che era l'universo 480 milioni di anni dopo il Big Bang. • Il 20 luglio 2011 è stato scoperto il quarto satellite di Plutone. • L'11 luglio 2012 è stato scoperto un altro satellite di Plutone, il quinto. 23 Telescopio spaziale Hubble 24 Missioni di servizio Il telescopio è stato visitato numerose volte da astronauti in passeggiata spaziale da uno Shuttle. Queste missioni erano state previste fin dall'inizio come manutenzione periodica, per riparare eventuali guasti e per installare nuovi componenti. Inoltre, a causa dell'attrito con l'atmosfera, il telescopio perde lentamente quota nel tempo. Lo shuttle lo riporta in un'orbita più alta ogni volta che lo visita. •La Missione di servizio 1, svolta nel dicembre 1993 (STS-61) installò alcuni strumenti e altri componenti. I più importanti furono: il COSTAR (Corrective Optics Space Telescope Axial Replacement), una serie di cinque specchi per correggere le distorsioni causate dallo specchio primario. La nuova camera planetaria e a grande campo (Wide Field/Planetary Camera, WF/PC II), una versione migliorata del precedente sensore ultravioletto che incorporava anch'essa delle ottiche di correzione. Durante le attività extraveicolari gli astronauti, dopo aver sostituito i componenti difettosi (compreso un pannello solare, chelanciarono nello spazio senza troppi complimenti), L'Hubble agganciato allo Shuttle per manutenzione non riuscirono più a chiudere i pannelli deltelescopio, e dovettero rimodellare di sana pianta le "serrature" deformate, effettuando q seconda più lunga "passeggiata spaziale" di tutta la storia. La NASA dichiarò la missione un successo il 13 gennaio 1994, e mostrò la prima di molte immagini molto migliori delle prime. • La Missione di servizio 2, svolta nel febbraio 1997 (STS-82) sostituì lo spettrografo ad alta risoluzione con il nuovo Space Telescope Imaging Spectrograph, e aggiunse una fotocamera a infrarossi. • La Missione di servizio 3A, nel dicembre 1999 (STS-103) sostituì dei giroscopi e dei sensori di guida guasti, e aggiunse un nuovo computer di bordo. • La Missione di servizio 3B, nel marzo 2002 (STS-109) riparò e migliorò numerosi componenti, obbligando gli astronauti a lunghe e delicate passeggiate spaziali. Gli interventi sul telescopio furono, tra gli altri: •• Sostituzione dell'unità di alimentazione, cosa particolarmente difficile perché questo componente non era stato progettato per essere sostituito in orbita. Inoltre il telescopio dovette essere completamente spento per la prima volta da quando aveva iniziato ad osservare. • Sostituzione dei pannelli solari. I nuovi pannelli sono derivati da quelli costruiti per i satelliti Iridium. Sono più piccoli di un terzo rispetto a quelli vecchi, diminuendo così l'attrito con l'atmosfera, e forniscono il 30% di energia in più. Grazie a loro, tutti gli strumenti di Hubble possono essere accesi e funzionare contemporaneamente. •• Sostituzione della "camera per oggetti deboli" (FOC) con la "camera avanzata per Surveys" (ACS). Entrambe hanno una dimensione simile ad una cabina telefonica. •• Installazione di un refrigeratore meccanico nella camera a infrarossi, non più funzionante. Il completamento di questa missione migliorò notevolmente le capacità di Hubble, e alcuni entusiasti sostennero che fosse diventato un nuovo strumento. Telescopio spaziale Hubble 25 • La Missione di servizio 4, l'ultima vista l'imminente fine della vita operativa di Hubble, originariamente prevista per il febbraio 2005 venne inizialmente annullata a causa del disastro dello Space Shuttle Columbia. La NASA valutò in un primo momento se effettuare la missione senza equipaggio, cioè in forma robotizzata, ma l'ipotesi fu abbandonata a causa dei rischi tecnici. Il 31 ottobre 2006 l'amministratore Mike Giffin ha dato il via libera per la [2] missione di servizio, è stata compiuta dalla missione STS-125 dello Shuttle Atlantis, il cui lancio , previsto inizialmente per il mese di ottobre 2008 è stato rimandato all'11 maggio 2009 a causa di malfunzionamenti software del telescopio poi fortunatamente risolti dai tecnici, ha apportato le seguenti modifiche [3]: •• Sostituzione completa dei 6 giroscopi cuore del sistema di puntamento. •• Sostituzione completa delle batterie ormai prossime all'esaurimento. • Installazione della Wide Field Camera 3 al posto di WFPC2 • Installazione del Cosmic Origin Spectrgraph al posto di COSTAR •• Riparazione della elettronica di STIS Con il completamento di tutti gli obiettivi principali della STS-125, ed alcuni che non erano considerati vitali, l'aggiornamento migliora sensibilmente le prestazioni del telescopio. L'importanza di Hubble non è dovuta solo alle spettacolari immagini, ma soprattutto dalle ricerche che ha permesso - una media di 14 articoli scientifici alla settimana basati sui dati raccolti. Ufficialmente gli aggiornamenti estendono la vita del telescopio fino al 2014, tuttavia David Leckrone, senior scientist, ha affermato prima della missione che se gli obiettivi venivano raggiunti dagli astronauti, Hubble poteva facilmente superare questa data.. Il successore Per approfondire, vedi Telescopio Spaziale James Webb. Non prima del 2014 è previsto il lancio del James Webb Space Telescope (JWST), inizialmente chiamato Next Generation Space Telescope (NGST). Sarà dotato di specchi di diametro equivalente a 6,5 metri e opererà nell'infrarosso, con l'obiettivo principale di osservare le galassie responsabili della ri-ionizzazione dell'Universo primordiale. Sarà posizionato in un'orbita molto più Disegno della NASA che evidenzia l'evoluzione telescopi, da quelli terrestri, ad elevata, a circa 1,5 milioni dichilometri dal sistema Terra-Luna, indirezione opposta aldeiSole (secondopunto di Lagrange dell'orbita terr Hubble fino al previsto JWST. massima sensibilità alla radiazione infrarossa. Tuttavia il telescopio James Webb rileva solo lo spettro infrarosso quindi Hubble, che possiede sensori che operano nelle bande dell'ultravioletto, del visibile e dell'infrarosso-vicino, può continuare ad essere di grande beneficio alla comunità scientifica. Come descritto precedentemente, Hubble può osservare nell'infrarosso da 0,8 a 2,5 μm, mentre JWST avrà una sensibilità che va da 0,6 a 28,5 μm; quindi si sovrappone alla sensibilità di Hubble e ne costituisce un vero e proprio successore in questo ristretto campo dell'osservazione, anche in considerazione del fatto che il suo lancio è previsto praticamente per lo stesso periodo in cui è prevista la fine della vita operativa di Hubble. Va ricordato però che Hubble è sensibile a tutto lo spettro del visibile, oltre che all'ultravioletto, mentre JWST nel visibile vedrà fino a un Telescopio spaziale Hubble 26 limite inferiore di 0,6 μm. In questo senso si può affermare che JWST può essere visto come il successore di Hubble soprattutto per l'osservazione nell'infrarosso, mentre si affiancherà ad esso per le osservazioni nelle altre lunghezze d'onda. Note [1] http:// hubblesite.org [2] Programma di lancio dal sito NASA (http:// www. nasa.gov/ mission_pages/station/structure/iss_manifest.html) [3] Obiettivi della missione STS-125 (http:// www. nasa.gov/ mission_pages/hubble/servicing/sm4_announce_feature.html) Voci correlate •• •• •• •• •• Campo profondo di Hubble Campo ultra profondo di Hubble Hubble Deep Field South Hubble Extreme Deep Field Telescopio spaziale •• Hubble - 15 anni di scoperte Altri progetti • Commons (http:/ /commons. wikimedia. org/ wiki/ Pagina_principale?uselang=it) contiene immagini o altri file su telescopio spaziale Hubble (http:/ /commons. wikimedia. org/ wiki/ Category:Hubble_Space_Telescope?uselang=it) Collegamenti esterni • (EN) Principale sito NASA sull'HST (http:/ /hubble. nasa. gov/ ) • (EN) Archivio di immagini di pubblico dominio prese con l'HST (http:/ /hubblesite. org/newscenter/ archive/ ) • (EN) Pagina NASA sulla missione che lanciò l'HST (http:/ /science. ksc. nasa. gov/ shuttle/ missions/ sts-31/ mission-sts-31. html) • Pagina in italiano sull'HST e le sue scoperte (http:/ / www. vialattea. net/ hubble/ ) Portale Astronautica Portale Astronomia Cometa periodica Cometa periodica Una cometa periodica è una cometa con un periodo orbitale inferiore a 200 anni (queste comete sono chiamate anche comete periodiche di corto periodo), o una cometa osservata per almeno due volte al suo passaggio al perielio (ad esempio la 153P/Ikeya-Zhang che ha un periodo di 366 anni). A volte il termine cometa periodica viene usato per indicare qualsiasi cometa dotata di periodicità, anche se più grande di 200 anni.Quando si scopre una nuova cometa, essa riceve una designazione provvisoria composta dall'anno della scoperta seguito da La cometa di Halley nel 1986 una lettera maiuscola che identifica la quindicina del mese della scoperta e da un numero progressivo riferito alle scoperte di quella particolare quindicina del mese. Le comete periodiche, in aggiunta, ricevono il prefisso P/, le non periodiche ricevono il prefisso C/. Le comete periodiche dopo il secondo passaggio al perielio ricevono in sostituzione della sigla iniziale un numero progressivo seguito dai nomi degli scopritori fino a un massimo di tre. Ecco perché molte comete periodiche cambiano denominazione nel tempo, come la P/1990 V1 (Shoemaker-Levy 1), scoperta nel 1990 e rinominata 192P/Shoemaker-Levy nel 2007 a seguito dell'osservazione del suo secondo passaggio al perielio. Oltre che una persona fisica lo scopritore può anche essere un programma di ricerca o un satellite artificiale che ha effettuato la scoperta: a volte nomi di scopritori si trovano accanto a nomi di programmi o satelliti come nel caso della cometa 11P/Tempel-Swift-LINEAR. In alcuni rari casi, come per la 2P/Encke e la 27P/Crommelin, la cometa porta il nome di colui che ne ha calcolato l'orbita. Calcolare l'orbita di una cometa periodica è piuttosto complicato a causa di tutte le possibili perturbazioni planetarie a cui possono essere soggette. Prima dell'avvento dei computer alcune persone dedicavano l'intera carriera a questo compito. Nonostante questo di non poche comete periodiche se ne sono perse le tracce perché sono influenzate anche da effetti non gravitazionali come il rilascio di gas e altri materiali che formano la chioma e la coda della cometa. A volte le comete periodiche condividono lo stesso nome, è il caso delle 9 comete Shoemaker-Levy o le 33 comete NEAT. L'Unione Astronomica Internazionale le distingue o per il prefisso numerico (vedi tabella sotto) o per la designazione completa. Ad esempio P/1990 V1 e P/1991 V1 sono entrambe "comete Shoemaker-Levy". In letteratura è usato un sistema informale di numerazione (valido solo per le comete periodiche). Nell'esempio precedente di P/1990 V1 e P/1991 V1 vengono chiamate rispettivamente cometa Shoemaker-Levy 1 e Cometa Shoemaker-Levy 6. 27 Cometa periodica 28 Lista delle comete periodiche numerate Cometa Scopritore Anno della scoperta Periodo orbitale in anni 1P/Halley Halley 1758 076,09 2P/Encke Méchain (Encke ha calcolato l'orbita) 1786 003,30 3D/Biela Biela 1826 006,61 4P/Faye Faye 1843 007,54 5D/Brorsen Brorsen 1846 005,46 6P/d'Arrest d'Arrest 1851 006,51 7P/Pons-Winnecke Pons & Winnecke 1819 & 1858 006,37 8P/Tuttle Tuttle 1858 013,58 9P/Tempel (Tempel 1) Tempel 1867 005,51 10P/Tempel (Tempel 2) Tempel 1873 005,38 11P/Tempel-Swift-LINEAR Tempel & Swift & LINEAR 1869 006,37 12P/Pons-Brooks Pons & Brooks 1812 070,9 13P/Olbers Olbers 1815 069,52 14P/Wolf Wolf 1884 008,74 15P/Finlay Finlay 1886 006,75 16P/Brooks (Brooks 2) Brooks 1889 006,86 17P/Holmes Holmes 1892 006,88 18D/Perrine-Mrkos Perrine & Mrkos 1896 006,75 19P/Borrelly Borrelly 1904 006,8 20D/Westphal Westphal 1852 062,28 21P/Giacobini-Zinner Giacobini & Zinner 1900 006,62 22P/Kopff Kopff 1907 006,46 23P/Brorsen-Metcalf Brorsen & Metcalf 1847 070,52 24P/Schaumasse Schaumasse 1911 008,24 25D/Neujmin (Neujmin 2) Neujmin 1916 005,43 26P/Grigg-Skjellerup Grigg & Skjellerup 1902 & 1922 005,31 27P/Crommelin Pons (Crommelin ha calcolato l'orbita) 1818 027,4 28P/Neujmin (Neujmin 1) Neujmin 1913 018,17 29P/Schwassmann-Wachmann (Schwassmann-Wachmann Schwassmann & Wachmann 1) 1925 014,65 30P/Reinmuth (Reinmuth 1) 1928 007,32 31P/Schwassmann-Wachmann (Schwassmann-Wachmann Schwassmann & Wachmann 2) 1929 008,70 32P/Comas Solá Comas Solá 1926 008,80 33P/Daniel Daniel 1909 008,06 34D/Gale Gale 1927 010,99 Reinmuth Cometa periodica 29 35P/Herschel-Rigollet Herschel & Rigollet 1939 & 1788 154,91 36P/Whipple Whipple 1936 008,50 37P/Forbes Forbes 1929 006,35 38P/Stephan-Oterma Stephan & Oterma 1867 037,71 39P/Oterma Oterma 1943 019,43 40P/Väisälä (Väisälä 1) Väisälä 1939 010,83 41P/Tuttle-Giacobini-Kresák Tuttle & Giacobini & Kresák 1858 005,42 42P/Neujmin (Neujmin 3) Neujmin 1929 010,71 43P/Wolf-Harrington Wolf & Harrington 1924 006,46 44P/Reinmuth (Reinmuth 2) Reinmuth 1947 006,64 45P/Honda-Mrkos-Pajdušáková Honda & Mrkos & Pajdušáková 1948 005,25 46P/Wirtanen Wirtanen 1948 005,44 47P/Ashbrook-Jackson Ashbrook & Jackson 1948 008,30 48P/Johnson Johnson 1949 006,96 49P/Arend-Rigaux Arend & Rigaux 1951 006,62 50P/Arend Arend 1951 008,24 51P/Harrington Harrington 1953 006,77 52P/Harrington-Abell Harrington & Abell 1955 007,54 53P/Van Biesbroeck Van Biesbroeck 1954 012,53 54P/de Vico-Swift-NEAT de Vico & Swift & NEAT 1844 007,31 55P/Tempel-Tuttle Tempel & Tuttle 1865 033,22 56P/Slaughter-Burnham Slaughter & Burnham 1959 011,54 57P/du Toit-Neujmin-Delporte du Toit & Neujmin & Delporte 1941 006,42 58P/Jackson-Neujmin Jackson & Neujmin 1936 008,24 59P/Kearns-Kwee Kearns & Kwee 1963 009,47 60P/Tsuchinshan (Tsuchinshan 2) Tsuchinshan 1965 006,78 61P/Shajn-Schaldach Shajn & Schaldach 1949 007,49 62P/Tsuchinshan (Tsuchinshan 1) Tsuchinshan 1965 006,64 63P/Wild (Wild 1) Wild 1960 013,24 64P/Swift-Gehrels Swift& Gehrels 1889 009,21 65P/Gunn Gunn 1970 006,80 66P/du Toit du Toit 1944 014,71 67P/Churyumov-Gerasimenko Churyumov & Gerasimenko 1969 006,57 68P/Klemola Klemola 1965 010,82 69P/Taylor Taylor 1915 006,95 70P/Kojima Kojima 1970 007,04 71P/Clark Clark 1970 005,52 72P/Denning-Fujikawa Denning & Fujikawa 1881 009,01 [1] Cometa periodica 30 73P/Schwassmann-Wachmann (Schwassmann-Wachmann Schwassmann & Wachmann 3) 1930 005,36 74P/Smirnova-Chernykh Smirnova & Chernykh 1975 008,52 75D/Kohoutek Kohoutek 1975 006,68 76P/West-Kohoutek-Ikemura West & Kohoutek & Ikemura 1975 006,41 77P/Longmore Longmore 1975 006,83 78P/Gehrels (Gehrels 2) Gehrels 1973 007,22 79P/du Toit-Hartley du Toit & Hartley 1945 005,28 80P/Peters-Hartley Peters & Hartley 1846 008,12 81P/Wild (Wild 2) Wild 1978 006,41 82P/Gehrels (Gehrels 3) Gehrels 1975 008,45 83P/Russell (Russell 1) Russell 1979 006,10 84P/Giclas Giclas 1978 006,96 85P/Boethin Boethin 1975 011,22 86P/Wild (Wild 3) Wild 1980 006,93 87P/Bus Bus 1981 006,51 88P/Howell Howell 1981 005,5 89P/Russell (Russell 2) Russell 1980 007,42 90P/Gehrels (Gehrels 1) Gehrels 1972 014,84 91P/Russell (Russell 3) Russell 1983 007,66 92P/Sanguin Sanguin 1977 012,44 93P/Lovas (Lovas 1) Lovas 1980 009,15 94P/Russell (Russell 4) Russell 1984 006,58 95P/Chiron = asteroide (2060) Chiron Kowal 1977 050,54 96P/Machholz (Machholz 1) Machholz 1986 005,23 97P/Metcalf-Brewington Metcalf & Brewington 1906 010,53 98P/Takamizawa Takamizawa 1984 007,43 99P/Kowal (Kowal 1) Kowal 1977 015,06 100P/Hartley (Hartley 1) Hartley 1985 006,29 101P/Chernykh Chernykh 1977 013,92 102P/Shoemaker (Shoemaker 1) C. Shoemaker & E. Shoemaker 1984 007,26 103P/Hartley (Hartley 2) Hartley 1986 006,39 104P/Kowal (Kowal 2) Kowal 1979 006,18 105P/Singer Brewster Singer Brewster 1986 006,44 106P/Schuster Schuster 1977 007,29 107P/Wilson-Harrington = asteroide 4015 Wilson-Harrington Helin & Wilson & Harrington 1949 004,28 108P/Ciffréo Ciffréo 1985 007,25 109P/Swift-Tuttle Swift & Tuttle 1862 133,28 110P/Hartley (Hartley 3) Hartley 1988 006,88 Cometa periodica 31 111P/Helin-Roman-Crockett Helin & Roman & Crockett 1989 008,16 112P/Urata-Niijima Urata & Niijima 1986 006,65 113P/Spitaler Spitaler 1890 007,09 114P/Wiseman-Skiff Wiseman & Skiff 1986 006,66 115P/Maury (Maury 1) Maury 1985 008,79 116P/Wild (Wild 4) Wild 1990 006,48 117P/Helin-Roman-Alu (Helin-Roman-Alu 1) Helin & Roman & Alu 1989 009,57 118P/Shoemaker-Levy (Shoemaker-Levy 4) C. Shoemaker, E. Shoemaker & Levy 1991 006,49 119P/Parker-Hartley Parker & Hartley 1989 008,89 120P/Mueller (Mueller 1) Mueller 1987 008,41 121P/Shoemaker-Holt (Shoemaker-Holt 2) C.Shoemaker, E.Shoemaker & Holt 1989 008,05 122P/de Vico de Vico 1846 074,41 123P/West-Hartley West & Hartley 1989 007,58 124P/Mrkos Mrkos 1991 005,74 125P/Spacewatch (Spacewatch 1) Spacewatch 1991 005,56 126P/IRAS IRAS 1983 013,29 127P/Holt-Olmstead Holt & Olmstead 1990 006,34 128P/Shoemaker-Holt (Shoemaker-Holt 1) C. Shoemaker, E. Shoemaker & Holt 1987 009,51 129P/Shoemaker-Levy (Shoemaker-Levy 3) C. Shoemaker, E. Shoemaker & Levy 1991 007,25 130P/McNaught-Hughes McNaught & Hughes 1991 006,67 131P/Mueller (Mueller 2) Mueller 1990 007,05 132P/Helin-Roman-Alu (Helin-Roman-Alu 2) Helin & Roman & Alu 1989 008,24 133P/Elst-Pizarro = asteroide (7968) Elst-Pizarro Elst & Pizarro 1996 005,62 134P/Kowal-Vávrová Kowal & Vávrová 1983 015,58 135P/Shoemaker-Levy (Shoemaker-Levy 8) C. Shoemaker, E. Shoemaker & Levy 1992 007,49 136P/Mueller (Mueller 3) Mueller 1990 008,57 137P/Shoemaker-Levy (Shoemaker-Levy 2) C. Shoemaker, E. Shoemaker & Levy 1990 009,37 138P/Shoemaker-Levy (Shoemaker-Levy 7) C. Shoemaker, E. Shoemaker & Levy 1991 006,91 139P/Väisälä-Oterma Väisälä & Oterma 1939 009,54 140P/Bowell-Skiff Bowell & Skiff 1983 016,18 141P/Machholz (Machholz 2) Machholz 1994 005,22 142P/Ge-Wang Ge & Wang 1988 011,17 143P/Kowal-Mrkos Kowal & Mrkos 1984 008,95 144P/Kushida Kushida 1994 007,58 145P/Shoemaker-Levy (Shoemaker-Levy 5) C. Shoemaker, E. Shoemaker & Levy 1991 008,69 146P/Shoemaker-LINEAR C. Shoemaker, E. Shoemaker & LINEAR 1984 007,88 147P/Kushida-Muramatsu Kushida & Muramatsu 1993 007,44 148P/Anderson-LINEAR Anderson & LINEAR 1963 007,05 149P/Mueller (Mueller 4) Mueller 1992 009,01 Cometa periodica 32 150P/LONEOS (LONEOS 3) LONEOS 2000 007,66 151P/Helin Helin 1987 014,06 152P/Helin-Lawrence Helin & Lawrence 1993 009,52 153P/Ikeya-Zhang Ikeya & Zhang 1661 364,46 154P/Brewington Brewington 1992 010,66 155P/Shoemaker (Shoemaker 3) C. Shoemaker & E. Shoemaker 1986 017,10 156P/Russell-LINEAR Russell & LINEAR 1986 006,84 157P/Tritton Tritton 1978 006,45 158P/Kowal-LINEAR Kowal & LINEAR 1979 010,29 159P/LONEOS (LONEOS 7) LONEOS 2003 014,31 160P/LINEAR (LINEAR 43) LINEAR 2004 007,95 161P/Hartley-IRAS Hartley & IRAS 1983 021,50 162P/Siding Spring (Siding Spring 2) Siding Spring 2004 005,32 163P/NEAT (NEAT 21) NEAT 2004 007,01 164P/Christensen (Christensen 2) Christensen 2004 006,91 165P/LINEAR (LINEAR 10) LINEAR 2000 076,41 166P/NEAT (NEAT 8) NEAT 2001 051,89 167P/CINEOS CINEOS 2004 064,78 168P/Hergenrother (Hergenrother 1) Hergenrother 1998 006,92 169P/NEAT (NEAT 22) NEAT 2002 004,20 170P/Christensen (Christensen 4) Christensen 2005 008,63 171P/Spahr (Spahr 2) Spahr 2005 006,62 172P/Yeung Yeung 2002 006,59 173P/Mueller (Mueller 5) Mueller 1993 013,78 174P/Echeclus = asteroide 60558 Echeclus Spacewatch 2000 035,36 175P/Hergenrother (Hergenrother 2) Hergenrother 2000 006,63 176P/LINEAR (LINEAR 52) = asteroide 118401 LINEAR LINEAR 1999 005,71 177P/Barnard (Barnard 2) Barnard 1889 119,64 178P/Hug-Bell Hug & Bell 1999 007,04 179P/Jedicke (Jedicke 1) Jedicke 1995 014,35 180P/NEAT (NEAT 3) NEAT 2001 007,53 181P/Shoemaker-Levy (Shoemaker-Levy 6) C. Shoemaker, E. Shoemaker & Levy 1991 007,53 182P/LONEOS (LONEOS 6) LONEOS 2001 005,02 183P/Korlević-Jurić Korlević & Jurić 1999 009,56 184P/Lovas (Lovas 2) Lovas 1986 006,78 185P/Petriew Petriew 2001 005,49 186P/Garradd (Garradd 1) Garradd 1975 010,64 187P/LINEAR (LINEAR 4) LINEAR 1998 009,45 188P/LINEAR-Mueller LINEAR & Mueller 1998 009,13 Cometa periodica 33 189P/NEAT (NEAT 10) NEAT 2002 004,98 190P/Mueller (Mueller 6) Mueller 1998 008,73 191P/McNaught (McNaught 11) McNaught 2007 006,64 192P/Shoemaker-Levy (Shoemaker-Levy 1) C. Shoemaker, E. Shoemaker & Levy 1990 016,38 193P/LINEAR-NEAT (LINEAR-NEAT 2) LINEAR & NEAT 2001 006,74 194P/LINEAR (LINEAR 9) LINEAR 2000 008,01 195P/Hill (Hill 1) Hill 1993 016,49 196P/Tichý Tichý 2000 007,34 197P/LINEAR (LINEAR 30) LINEAR 2003 004,85 198P/ODAS OCA-DLR Asteroid Survey (ODAS) 1998 006,78 199P/Shoemaker (Shoemaker 4) C. Shoemaker & E. Shoemaker 1999 014,58 200P/Larsen (Larsen 1) Larsen 1997 010,9 201P/LONEOS (LONEOS 13) LONEOS 2001 006,44 202P/Scotti (Scotti 2) Scotti 2001 007,34 203P/Korlevic Korlević 1999 010,0 204P/LINEAR-NEAT (LINEAR-NEAT 3) LINEAR & NEAT 2001 007,02 205P/Giacobini Giacobini 1896 006,66 206P/Barnard-Boattini Barnard & Boattini 1892 005,83 207P/NEAT (NEAT 4) NEAT 2008 007,66 208P/McMillan Robert S. McMillan 2000 008,13 209P/LINEAR (LINEAR 41) LINEAR 2004 005,03 210P/Christensen (Christensen 1) Christensen 2003 005,71 211P/Hill (Hill 3) Hill 2003 006,73 212P/NEAT (NEAT 24) NEAT 2000 007,79 213P/Van Ness (Van Ness 2) Van Ness 2005 006,34 214P/LINEAR (LINEAR 22) LINEAR 2002 006,84 215P/NEAT (NEAT 11) NEAT 2002 008,10 216P/LINEAR (LINEAR 16) LINEAR 2001 007,64 217P/LINEAR (LINEAR 17) LINEAR 2001 007,98 218P/LINEAR (LINEAR 29) LINEAR 2003 006,11 219P/LINEAR (LINEAR 38) LINEAR 2002 006,99 220P/McNaught (McNaught 1) McNaught 2004 005,50 221P/LINEAR (LINEAR 25) LINEAR 2002 006,50 222P/LINEAR (LINEAR 46) LINEAR 2004 004,83 223P/Skiff (Skiff 2) Skiff 2002 008,45 224P/LINEAR-NEAT (LINEAR-NEAT 5) LINEAR & NEAT 2003 006,29 225P/LINEAR (LINEAR 26) LINEAR 2002 006,68 226P/Pigott-LINEAR-Kowalski Pigott 1783 007,30 227P/Catalina-LINEAR Catalina Sky Survey & LINEAR 2004 006,80 IAUC 8974 [2] Cometa periodica 34 228P/LINEAR (LINEAR 21) LINEAR 2001 008,49 229P/Gibbs Gibbs 2001 007,77 230P/LINEAR (LINEAR?) LINEAR 1997 006,27 231P/LINEAR-NEAT (LINEAR-NEAT 4) LINEAR & NEAT 2003 008,08 232P/Hill (Hill 2) Hill 1999 009,49 233P/LA SAGRA (LA SAGRA) LA SAGRA (LSSS) 2009 005,29 234P/LINEAR (LINEAR?) LINEAR 2001 007,46 235P/LINEAR (LINEAR?) LINEAR 2001 008,00 236P/LINEAR (LINEAR?) LINEAR 2003 007,20 237P/LINEAR (LINEAR?) LINEAR 2002 007,22 238P/Read (Read 3) Read 2005 005,63 239P/LINEAR (LINEAR 11) LINEAR 1999 009,42 240P/NEAT (NEAT 12) NEAT 2002 007,59 241P/LINEAR (LINEAR 7) LINEAR 1999 010,69 242P/Spahr (Spahr 1) Spahr 1997 013,16 243P/NEAT (NEAT 17) NEAT 2003 007,50 244P/Scotti (Scotti 1) Scotti 2000 011,24 245P/WISE WISE 2010 008,03 246P/NEAT (NEAT 20) NEAT 2004 008,04 247P/LINEAR LINEAR 2002 007,98 248P/Gibbs Gibbs 1996 014,64 249P/LINEAR (LINEAR 53) LINEAR 2006 004,63 250P/Larson Larson 2011 007,21 251P/LINEAR (LINEAR 42) LINEAR 2004 006,52 252P/LINEAR (LINEAR 12) LINEAR 2000 005,35 253P/Pan-STARRS (Pan-STARRS 2) Pan-STARRS 2011 006,47 254P/McNaught (McNaught) McNaught 2010 010,09 255P/Levy (Levy 2) David H. Levy 2006 005,29 256P/LINEAR LINEAR 2003 009,89 257P/Catalina Catalina Sky Survey 2006 007,27 258P/Pan-STARRS Pan-STARRS 2012 009,23 259P/Garradd (Garradd 4) Garradd 2008 004,50 260P/McNaught (McNaught 4) McNaught 2005 007,07 261P/Larson (Larson 1) Larson 2005 006,79 262P/McNaught-Russell McNaught-Russell 1994 018,27 263P/Gibbs (Gibbs 3) Gibbs 2006 005,27 264P/Larsen (Larsen 4) Larsen 2004 007,68 265P/LINEAR (LINEAR 32) LINEAR 2003 008,77 266P/Christensen (Christensen 12) Christensen 2006 006,63 Cometa periodica 35 267P/LONEOS (LONEOS 12) LONEOS 2006 005,97 268P/Bernardi Bernardi 2005 009,55 269P/Jedicke (Jedicke 2) Jedicke 1996 19,23 270P/Gehrels (Gehrels 4) Gehrels 1997 17,52 271P/van Houten-Lemmon van Houten-Mount Lemmon Survey 1960 018,28 272P/NEAT (NEAT 19) NEAT 2004 009,42 273P/Pons-Gambart Pons & Gambart 1827 186,60 274P/Tombaugh-Tenagra Clyde William Tombaugh-Osservatorio Tenagra II 2012 009,12 275P/Hermann Hermann 1999 013,83 276P/Vorobjov Vorobjov 2012 012,43 277P/Linear (LINEAR 51) Linear 2005 007,60 278P/McNaught (McNaught 9) McNaught 2006 007,09 279P/La Sagra La Sagra Sky Survey (LSSS) 2009 006,76 280P/Larsen (Larsen 3) Larsen 2004 009.58 281P/MOSS MOSS 2013 010.72 283P/Spacewatch Spacewatch 2013 008,41 284P/McNaught (McNaught 10) McNaught 2007 007,07 285P/LINEAR (LINEAR 36) LINEAR 2003 009,59 286P/Christensen (Christensen 3) Christensen 2005 008,35 287P/Christensen (Christensen 9) Christensen 2006 008,51 289P/Blanpain Blanpain 1819 005,32 290P/Jäger Jäger 1998 014,97 291P/NEAT (NEAT 16) NEAT 2003 009,72 292P/Li Li 1998 015,17 282P 288P Lista delle comete periodiche non numerate Cometa Scopritori C/1468 S1 = C/1337 M1 [3] C/1861 J1 = C/1500 H1 Tebbutt (1861) C/2012 BJ98 D/1884 O1 (Barnard 1) Barnard P/2001 W2 (BATTeRS) BATTeRS P/2008 J2 (Beshore) Beshore (Mount Lemmon Survey) P/2008 O3 (Boattini 1) Boattini (Mount Lemmon Survey) P/2008 T1 (Boattini 2) Boattini (Mount Lemmon Survey) P/2008 Y1 (Boattini 3) Boattini (Catalina Sky Survey) Cometa periodica 36 P/2009 B1 (Boattini 4) Boattini (Catalina Sky Survey) P/2009 Q4 (Boattini 5) Boattini (Catalina Sky Survey) P/2010 U1 (Boattini 6) Boattini (Mount Lemmon Survey) P/2011 V1 (Boattini 7) Boattini (Mount Lemmon Survey) P/2011 Y2 (Boattini 8) Boattini (Mount Lemmon Survey) C/2011 Y3 (Boattini 9) Boattini (Mount Lemmon Survey) P/1984 A1 (Bradfield 1) Bradfield P/1989 A3 (Bradfield 2) Bradfield D/1886 K1 (Brooks 1) Brooks P/2005 T5 (Broughton) Broughton P/1999 V1 (Catalina 1) Catalina Sky Survey (Hergenrother) P/1999 XN120 (Catalina 2) Catalina Sky Survey P/2005 JQ5 (Catalina 3) Catalina Sky Survey P/2005 JY126 (Catalina 4) Catalina Sky Survey P/2005 N5 (Catalina 5) Catalina Sky Survey P/2007 C2 (Catalina 6) Catalina Sky Survey [4] P/2007 T6 (Catalina 7) Catalina Sky Survey P/2007 VQ11 (Catalina 8) Catalina Sky Survey P/2008 E1 Catalina (Catalina ?) Catalina Sky Survey P/2009 WX51 (Catalina 9) Catalina Sky Survey P/2011 CR42 Catalina (Catalina ?) Catalina Sky Survey P/2005 JD108 (Catalina-NEAT) Catalina Sky Survey & NEAT P/2005 O2 (Christensen 5) Christensen P/2005 T2 (Christensen 6) Christensen P/2005 W2 (Christensen 7) Christensen P/2006 F2 (Christensen 8) Christensen P/2006 S1 (Christensen 10) Christensen P/2006 S4 (Christensen 11) Christensen P/2006 WY182 (Christensen 13) Christensen P/2007 B1 (Christensen 14) Christensen [5] P/2007 C1 (Christensen 15) Christensen [6] D/1894 F1 (Denning) Denning D/1921 H1 (Dubiago) Dubiago P/2007 H3 (Garradd 2) Garradd [7] P/2007 R4 (Garradd 3) Garradd [8] P/2006 U7 (Gibbs 1) Gibbs (Mount Lemmon Survey) P/2006 W1 (Gibbs 2) Gibbs (Catalina Sky Survey) P/2007 K2 (Gibbs 4) Gibbs (Catalina Sky Survey) [9] Cometa periodica 37 P/2007 R2 (Gibbs 5) Gibbs (Catalina Sky Survey) [10] P/2007 R3 (Gibbs 6) Gibbs (Mount Lemmon Survey) [11] P/2007 T4 (Gibbs 7) Gibbs P/2009 K1 (Gibbs 8) Gibbs P/2012 F5 (Gibbs 9) Gibbs P/2007 Q2 (Gilmore) Gilmore D/1978 R1 (Haneda-Campos) Haneda & Campos D/1952 B1 (Harrington-Wilson) Harrington & Wilson D/1766 G1 (Helfenzrieder) Helfenzrieder P/2006 D1 (Hill 4) Hill (Catalina Sky Survey) P/2006 S6 (Hill 5) Hill P/2007 V2 (Hill 6) Hill P/2008 L2 (Hill 7) Hill P/2008 T4 (Hill 8) Hill P/2009 O3 (Hill 9) Hill P/2009 Q1 (Hill 10) Hill P/2010 A1 (Hill 11) Hill P/2010 A3 (Hill 12) Hill P/2013 D1 Holvorcem Holvorcem P/2010 V1 Ikeya-Murakami Ikeya & Murakami P/2010 E2 (Jarnac) Osservatorio Jarnac P/1997 B1 Kobayashi Kobayashi P/2005 W3 (Kowalski 1) Kowalski (Catalina Sky Survey) P/2006 F1 (Kowalski 2) Kowalski (Mount Lemmon Survey) P/2007 T2 (Kowalski 3) Kowalski (Catalina Sky Survey) P/2009 QG (La Sagra) La Sagra Sky Survey P/2009 T2 LA SAGRA La Sagra Sky Survey P/2010 R2 LA SAGRA La Sagra Sky Survey P/2012 NJ LA SAGRA La Sagra Sky Survey P/1996 R2 Lagerkvist Lagerkvist P/1997 T3 (Lagerkvist-Carsenty) Lagerkvist & Carsenty P/2004 C1 (Larsen 2) Larsen P/2007 R1 (Larson 2) Larson (Mount Lemmon Survey) [12] P/2007 V1 (Larson 3) Larson P/2011 FR143 (Lemmon) Lemmon P/2011 VJ5 (Lemmon) Lemmon P/2013 TL117 (Lemmon) Lemmon P/1991 L3 (Levy 1) Levy D/1770 L1 (Lexell) Messier (Lexell ha calcolato l'orbita) Cometa periodica 38 P/1999 E1 (Li 2) Li P/1998 G1 (LINEAR 1) LINEAR P/1998 VS24 (LINEAR 2) LINEAR P/1998 Y1 (LINEAR 3) LINEAR P/1999 G1 (LINEAR 5) LINEAR P/1999 S3 (LINEAR 6) LINEAR P/1999 XS87 (LINEAR 8) LINEAR P/2000 G2 (LINEAR 13) LINEAR P/2000 D2 (LINEAR 14) LINEAR P/2000 R2 (LINEAR 15) LINEAR P/2002 A1 (LINEAR 18) LINEAR P/2002 A2 (LINEAR 19) LINEAR P/2002 B1 (LINEAR 20) LINEAR P/2002 AR2 (LINEAR 23) LINEAR P/2002 EJ57 (LINEAR 24) LINEAR P/2002 T5 (LINEAR 27) LINEAR P/2003 F1 (LINEAR 28) LINEAR P/2003 KV2 (LINEAR 30) LINEAR P/2003 HT15 (LINEAR 31) LINEAR P/2003 O3 (LINEAR 33) LINEAR P/2002 CE10 (LINEAR 34) LINEAR P/2003 R1 (LINEAR 35) LINEAR P/2003 U1 (LINEAR 37) LINEAR P/2003 W1 (LINEAR 40) LINEAR P/2004 WR9 (LINEAR 45) LINEAR P/2005 Q4 (LINEAR 47) LINEAR P/2004 FY140 (LINEAR 48) LINEAR P/2005 SD (LINEAR 49) LINEAR P/2000 QJ46 (LINEAR 50) LINEAR P/2008 A2 (LINEAR 54) LINEAR P/2008 WZ96 (LINEAR 55) LINEAR P/2010 A2 (LINEAR 56) LINEAR P/2010 A5 (LINEAR 57) LINEAR P/2010 WK (LINEAR ?) LINEAR P/2003 WC7 (LINEAR-Catalina) LINEAR & Catalina Sky Survey P/2010 TO20 (LINEAR-Grauer) LINEAR & Grauer P/2004 V5 (LINEAR-Hill) LINEAR & Hill P/2001 BB50 (LINEAR-NEAT 1) LINEAR & NEAT P/2004 R3 (LINEAR-NEAT 6) LINEAR & NEAT Cometa periodica 39 P/2004 T1 (LINEAR-NEAT 7) LINEAR & NEAT P/2001 R6 (LINEAR-Skiff) LINEAR & Skiff P/2000 S4 (LINEAR-Spacewatch) LINEAR & Spacewatch P/1999 RO28 (LONEOS 1) LONEOS P/2000 S3 (LONEOS 2) LONEOS P/2001 R1 (LONEOS 4) LONEOS P/2001 OG108 (LONEOS 5) LONEOS P/2004 A1 (LONEOS 8) LONEOS P/2004 VR8 (LONEOS 9) LONEOS P/2005 GF8 (LONEOS 10) LONEOS P/2005 SB216 (LONEOS 11) LONEOS P/2006 Q2 (LONEOS 12) LONEOS P/2005 RV25 (LONEOS-Christensen) LONEOS & Christensen P/2005 XA54 (LONEOS-Hill) LONEOS & Hill P/1998 QP54 (LONEOS-Tucker) LONEOS & Tucker P/2004 R1 (McNaught 2) McNaught P/2005 J1 (McNaught 3) McNaught P/2005 L1 (McNaught 5) McNaught P/2005 Y2 (McNaught 6) McNaught P/2006 G1 (McNaught 7) McNaught P/2006 H1 (McNaught 8) McNaught P/2008 J3 (McNaught 11) McNaught P/2008 S1 (McNaught ?) McNaught P/2009 Q5 (McNaught 12) McNaught P/2009 S2 (McNaught 13) McNaught P/2011 G1 (McNaught 14) McNaught P/2011 P1 (McNaught 15) McNaught P/2011 Q3 (McNaught 16) McNaught C/2012 H2 (McNaught 17) McNaught P/2012 O1 (McNaught 18) McNaught P/2012 O2 (McNaught 19) McNaught P/2012 O3 (McNaught 20) McNaught P/1994 N2 (McNaught-Hartley) McNaught & Hartley P/1917 F1 (Mellish) Mellish P/1997 G1 (Montani) Montani P/2001 F1 (NEAT 1) NEAT P/2001 H5 (NEAT 2) NEAT P/2001 M10 (NEAT 5) NEAT P/2001 Q6 (NEAT 6) NEAT Cometa periodica 40 P/2001 Q11 (NEAT?) NEAT P/2001 T3 (NEAT 7) NEAT P/2002 K4 (NEAT 9) NEAT P/2003 E1 (NEAT 13) NEAT P/2003 F2 (NEAT 14) NEAT P/2003 QX29 (NEAT 15) NEAT P/2003 U3 (NEAT 18) NEAT P/2005 R1 (NEAT 23) NEAT P/2002 T6 (NEAT-LINEAR) NEAT & LINEAR P/2003 SQ215 (NEAT-LONEOS) NEAT & LONEOS P/1998 X1 (ODAS) ODAS P/2011 T2 (Pan-STARRS 3) Pan-STARRS P/2011 U1 (Pan-STARRS 4) Pan-STARRS P/2011 W1 (Pan-STARRS 5) Pan-STARRS P/2012 B1 (Pan-STARRS 6) Pan-STARRS P/2012 X2 (Pan-STARRS 7) Pan-STARRS P/2013 N5 (Pan-STARRS 8) Pan-STARRS P/2013 O2 (Pan-STARRS 9) Pan-STARRS P/2013 P1 (Pan-STARRS 10) Pan-STARRS P/2005 S3 (Read 1) Read (Spacewatch) P/2005 T3 (Read 2) Read D/1918 W1 (Schorr) Schorr P/2003 L1 (Scotti 3) Scotti P/2010 C1 (Scotti 4) Scotti P/2010 H4 (Scotti 5) Scotti P/2010 H5 (Scotti 6) Scotti P/2013 A2 (Scotti 7) Scotti P/1994 J3 (Shoemaker 4) C. Shoemaker & E. Shoemaker D/1993 F2 (Shoemaker-Levy 9) C. Shoemaker, E. Shoemaker & Levy P/2004 V3 (Siding Spring 1) Siding Spring Survey P/2006 HR30 Siding Spring (Siding Spring 3) Siding Spring Survey P/2006 R1 (Siding Spring 4) Siding Spring Survey P/2000 S1 (Skiff 1) Skiff P/2004 V1 (Skiff 3) Skiff P/2005 S2 (Skiff 4) Skiff D/1977 C1 (Skiff-Kosai) Skiff & Kosai P/1999 R1 = 2003 R5 = 2007 R5 (SOHO) SOHO [13] P/1999 X3 = 2004 E2 = 2008 K10 (SOHO) SOHO [14] P/1997 J6 = 2001 D1 = 2004 X7 = 2008 S2 (SOHO) SOHO [15] Cometa periodica 41 P/1996 X3 = 2002 S7 = 2008 N4 (SOHO) SOHO [16] P/2003 T12 SOHO SOHO P/2005 JN (Spacewatch 2) Spacewatch P/2006 F4 (Spacewatch 3) Spacewatch P/2006 XG16 (Spacewatch 4) Spacewatch [17] P/2004 DO29 (Spacewatch-LINEAR) Spacewatch & LINEAR P/2011 JB 15 (Spacewatch-Boattini) Spacewatch & Boattini P/2011 UA134 (Spacewatch-Pan-STARRS) Spacewatch & Pan-STARRS P/2005 T4 SWAN SWAN strumento del satellite SOHO (Matson e Mattiazzo) D/1895 Q1 (Swift) Swift P/2005 E1 (Tubbiolo) Tubbiolo P/1942 EA (Väisälä 2) Väisälä P/2010 H2 (Vales) Vales P/2002 Q1 (Van Ness 1) Van Ness P/1937 D1 (Wilk) Wilk P/2010 B2 (WISE) WISE P/2010 D1 (WISE) WISE P/2010 D2 (WISE) WISE P/2010 K2 (WISE) WISE P/2009 L2 (Yang-Gao) Yang & Gao P/2007 S1 (Zhao) Zhao[18] Voci correlate •• Cometa •• Cometa periodica SOHO •• Grande cometa •• •• •• •• Cometa perduta Cometa non periodica Famiglia di comete Famiglia di comete quasi-Hilda Cometa periodica 42 Note [1] Dati tratti dal sito http:// cometography. com/pergroup1.html [2] http:// www. cfa.harvard.edu/iauc/08900/08974.html [3] Publ. of the Astronomical Society of Japan, v.47, p.699-710. Periodic Comets Found in Historical Records (http:// adsabs.harvard.edu/abs/ 1995PASJ.. .47..699H) [4] http:// www. cfa.harvard.edu/mpec/K07/ K07C54.html [5] http:// www. cfa.harvard.edu/mpec/K07/ K07B25.html [6] http:// www. cfa.harvard.edu/mpec/K07/ K07C69.html [7] http:// www. cfa.harvard.edu/mpec/K07/ K07H55.html [8] http:// www. cfa.harvard.edu/mpec/K07/ K07S04.html [9] http:// www. cfa.harvard.edu/mpec/K07/ K07K52.html [10] http://www. cfa.harvard.edu/iau/Ephemerides/Comets/2007R2.html [11] http://www. cfa.harvard.edu/mpec/K07/ K07S02.html [12] http://www. cfa.harvard.edu/mpec/K07/ K07R36.html [13] http://www. cfa.harvard.edu/mpec/K07/ K07S16.html [14] http://www. cfa.harvard.edu/mpec/K08/ K08S49.html [15] http://www. cfa.harvard.edu/mpec/K09/ K09H56.html [16] http://www. cfa.harvard.edu/mpec/K09/ K09J14.html [17] http://www. cfa.harvard.edu/mpec/K07/ K07B79.html [18] http://www. cfa.harvard.edu/iauc/08800/08873.html Collegamenti esterni • (EN) Minor Planet Center Periodic Comet Numbers (http:/ /www. cfa. harvard. edu/iau/ lists/ PeriodicCodes. html) • (EN) Cometography.com Periodic Comets (http:/ /www. cometography. com/ periodic_comets. html) • (EN) Seiichi Yoshida's Comet Catalog (http:/ / www. aerith. net/ comet/ catalog/ index-periodic. html) • (EN) Periodic comets on the Planetary Data System Small Bodies Node (http:/ /pdssbn. astro. umd. edu/ comet_data/ periodic_comets. html) • (EN) Periodic Comet Recoverers (http:/ / pirlwww. lpl. arizona. edu/~jscotti/comets. dir/comrec. pdf) • (EN) MPC: Dates of Last Observation of Comets (http:/ / www. cfa. harvard. edu/ iau/ lists/ LastCometObs. html) (periodic and non-periodic) • (EN) Cometary Designation System (http:// www. cfa.harvard. edu/iau/ lists/ CometResolution. html), Minor Planet Center. URL consultato il 6 ottobre 2009. Il Sistema solare Stella: Sole (Eliosfera · Corrente eliosferica diffusa · Campo magnetico interplanetario) Pianeti: (☾ = luna/e ∅ = anelli) Mercurio • Venere • Terra (☾ ) • Marte (☾ ) • Giove (☾ ∅) • Saturno (☾ ∅) • Urano (☾ ∅) • Nettuno (☾ ∅) Pianeti nani e plutoidi: Cerere • Plutone (☾ ) • Haumea (☾ ) • Makemake • Eris (☾ ) Corpi minori: Asteroidi (NEA · Fascia principale · Troiani · Centauri) • TNO (Fascia di Kuiper · Disco diffuso) • Comete (Radenti · Periodiche · Non periodiche · Damocloidi · Nube di Oort) Argomenti correlati: Sistema planetario • Pianeta extrasolare • Definizione di pianeta • Pianeti ipotetici Questo box: vedi · disc. ·mod. (http://it.wikipedia.org/ w/ index.php?title=Template:Sistema_solare&action=edit) Portale Sistema solare: accedi alle voci di Wikipedia sugli oggetti del Sistema solare Fonti e autori delle voci Fonti e autori delle voci Rosetta (sonda spaziale) Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=63685137 Autori: Adert, Alexandros13, Alexyan, Alfio, Gspinoza, Guybrush Threepwood, Harlock81, Hellis, Kirk39, Klone123, LBorgo, LucaDetomi, Metralla, Negadrive, NicFer, Poweruser, Sassospicco, Simo82, Simone, Sky, WK, WinstonSmith, Zurzaza, 17 Modifiche anonime Cometa Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=63560484 Autori: Alessio Rolleri, Alfio, Archenzo, Ary29, AttoRenato, Beta16, Black Shadow, Blackcat, Carnby, Centurion.e75, Cloj, Codas, Crisarco, DanGarb, Diegos79, Esculapio, Eumolpo, F. 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