L’ Antibioticoterapia nella Regione Marche: Aspetti clinici, microbiologici e di farmacoutilizzazione ANTIBIOTICO RESISTENZA Nadia Storti Contesto: Europa Italia I batteri resistenti ai farmaci causano circa 25.000 decessi in Europa ogni anno, l’ impatto economico, tra spese sanitarie e perdita di produttività, è stato valutato in circa 1,5 miliardi di euro. La resistenza agli antibiotici è in aumento sia in Europa sia in Italia e con essa aumenta il rischio di non disporre più di cure efficaci anche per le infezioni più lievi. Fonte : Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) e dall’Istituto Superiore di Sanità, 2011 I batteri che destano maggiore interesse sono le Klebsielle pneumoniae ( Gram negativi) il cui tasso di resistenza agli antibiotici carbapenemi è passato dall’1,4% del 2009 al 16% nel 2010, fino a valori compresi tra il 19 e il 28% nel 2012. Anche gli antibiotici di “ultima risorsa”, impiegati nelle infezioni gravi, sono interessati dal fenomeno della resistenza. Per questo la Commissione Europea ha dato il via ad un piano quinquennale che include dodici azioni puntuali con l’obiettivo di eliminare l’uso inappropriato e irrazionale degli antibiotici ad uso umano e l’impiego degli stessi in animali e nell’industria alimentare. Commissione Europea • • • • • • • 7 settori nei quali intervenire l'uso appropriato degli antimicrobici (nell'uomo e negli animali) la prevenzione delle infezioni microbiche e della loro propagazione lo sviluppo di nuovi antimicrobici efficaci o di trattamenti alternativi la cooperazione internazionale per arginare i rischi di aumento della resistenza agli antimicrobici il miglioramento del monitoraggio in medicina umana e animale la ricerca e l'innovazione la comunicazione, l'educazione e la formazione Le 12 azioni concrete • sensibilizzare all'uso appropriato degli anti microbici • migliorare la legislazione europea nel campo dei medicinali veterinari e dei mangimi medicati • formulare raccomandazioni per un uso prudente degli antimicrobici in medicina veterinaria e predisporre rapporti di follow-up • rafforzare le misure di prevenzione e controllo delle infezioni nosocomiali • introdurre nella nuova legislazione veterinaria dell'UE strumenti per rafforzare la prevenzione e il controllo delle infezioni negli animali Le 12 azioni concrete • promuovere nuove forme di collaborazione che consentano di mettere a disposizione dei pazienti nuovi farmaci antimicrobici • condurre un'analisi dei fabbisogni di nuovi antibiotici in medicina veterinaria • sviluppare e/o rafforzare gli impegni multilaterali e bilaterali per la prevenzione e il controllo della resistenza agli antimicrobici • rafforzare i sistemi di sorveglianza della resistenza agli antimicrobici e del loro consumo in medicina umana • rafforzare i sistemi di sorveglianza della resistenza agli antimicrobici e del loro consumo in medicina veterinaria • rafforzare e coordinare le attività di ricerca • informare meglio il pubblico sulla questione della resistenza agli antimicrobici. Rapporto OsMed (AIFA). I farmaci antimicrobici sono diventati la prima categoria in termini di spesa con un valore pari a 4.402 milioni di euro. Il sistema di sorveglianza europeo ECDCI (European Centre for Disease Prevention and Control) stima che in Italia il consumo di antibiotici sistemici, nonostante presenti un lieve calo rispetto al passato, sia superiore alla media europea, sia in ambito ospedaliero che territoriale. Circa l’80-90% dell’utilizzo degli antibiotici avviene a seguito della prescrizione del MMG, pertanto la medicina generale rappresenta il punto focale per il monitoraggio del consumo di questa classe di farmaci appropriatezza prescrittiva Rispetto ai paesi europei l’Italia risulta il paese con più alto consumo di antibiotici, dopo Francia e Cipro consumo doppio rispetto a Germania e Regno Unito. Le classi principalmente utilizzate in Italia: penicilline (15 DDD/1000 ab die), macrolidi (5 DDD 1000/ab die), chinoloni (4 DDD 1000/ab die) cefalosporine (3 DDD 1000/ab die). Queste 4 categorie costituiscono da sole il 90% del consumo totale di farmaci antibiotici in Italia. Italia è il paese dell’Unione Europea con il più elevato consumo di antibiotici in formulazione iniettabile (0,7 DDD/ 1000 ab die) 3% del consumo totale di antibiotici. Il consumo di antibiotici iniettabile in Francia e Belgio, sono da tre a sei volte inferiore. In Italia impiego elevato di cefalosporine e chinoloni, molto meno utilizzate in altri paesi, (limitato al trattamento di infezioni gravi o resistenti). Le infezioni resistenti agli antibiotici più comuni – lo Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA) e l’Escherichia coli multiresistente – hanno causato nel 2007 più di 8.200 decessi in 31 Paesi Europei. Sono stati responsabili di oltre 260.000 infezioni del sangue, che si traducono in più di 370.000 giorni di ricovero extra in ospedale, per un costo complessivo a carico dei servizi sanitari UE che si aggira attorno ai 62 milioni di euro. L’ufficio europeo dell’OMS mette in guardia anche contro i rischi della tubercolosi, in particolare della tubercolosi multi‐resistente (MDR-TB). In Europa abbiamo: 9 paesi con i più alti tassi di antibiotico resistenza al BK (fino al 40%), 6 paesi con i più alti tassi di resistenza tra i pazienti affetti da tubercolosi già trattati in precedenza (fino al 70%). Fonte : OMS Lo Staphylococcus aureus è un batterio Gram-positivo (naturalmente presente nella flora della pelle) che può causare una varietà di infezioni, in particolare infezioni dei tessuti molli, della pelle, delle ossa e sangue, ed è anche la causa più comune di infezioni post-operatorie. In Nigeria, ad esempio, alcuni studi[1] suggeriscono che circa l’88% di infezioni da Staphylococcus aureus non possono essere trattate con meticillina - una volta considerata una potente arma contro questo tipo di batterio. Questo problema sembra essere particolarmente sentito, secondo i dati pubblicati dal Rapporto dell’OMS, nei paesi delle cosiddette economie emergenti: i paesi del "BRIC": Brasile, Russia, India e Cina. In Italia la resistenza alla meticillina supera il 38%, si tratta di un’emergenza non trascurabile, è stato stimato che le persone affette da MRSA (methicillinresistant Staphylococcus aureus) hanno il 64% di probabilità di morte in più rispetto alle persone che non hanno sviluppato un’infezione resistente ai farmaci. Secondo Timothy Walsh, (Università di Cardiff, nel Regno Unito) preoccupante è la diffusione della resistenza ai carbapenemi. Fino al 95% degli adulti tra India e Pakistan hanno sviluppato batteri resistenti agli antibiotici β-lattamici - tra cui i carbapenemi, considerati antibiotici di "ultima generazione" ( ricerca condotta da Walsh, pubblicata su The Lancet). In confronto, solo il 10% degli adulti residenti nella zona del Queens di New York ha sviluppato questo tipo di resistenza. In Italia la percentuale di resistenza ai carbapenemi riportata nel report del WHO è pari a circa il 25%, inferiore solo a quella della Grecia, tra i paesi dell’Europa occidentale. Tali criticità sono aggravate dal fatto che al momento non ci sono nuovi farmaci antimicrobici in fase di sviluppo. L'OMS stima che in Europa si verificano ogni anno circa 81.000 casi di tubercolosi resistente agli antibiotici, il tasso di successo delle terapie per pazienti affetti da tubercolosi è pari solo al 57,4%, con molti pazienti che cessano le terapie o muoiono. L'Italia è il Paese europeo con le più elevate percentuali di resistenza verso quasi tutti gli antibiotici. NUOVO APPROCCIO Dall’European Observatory on Health Systems and Policies: One Health–One Europe–One World. L’Osservatorio rappresenta una partnership ospitata dall’Ufficio regionale europeo dell’Oms che include: i governi di Austria, Belgio, Finlandia, Irlanda, Norvegia, Slovenia, Svezia e Regno Unito; la Regione Veneto (per l’Italia); la Commissione europea; la Banca mondiale; il French National Union of Health Insurance Funds; la London School of Economics and Political Science; la London School of Hygiene & Tropical Medicine. LAVORARE INSIEME Consiglio Ue: l'approccio “one health” nella lotta alla resistenza agli antimicrobici Il Consiglio dell’Unione europea a giugno 2016 ha pubblicato il documento “Council conclusions on the next steps under a One Health approach to combat antimicrobial resistance” nel quale esprime preoccupazione per gli oltre 700 mila decessi annui. Il documento sottolinea che per progredire nel contrasto alla resistenza agli antibiotici, il nuovo Piano d'azione dell'Unione europea dovrebbe contenere obiettivi misurabili (dal punto di vista quantitativo o qualitativo), parametri comparativi e misure efficaci per raggiungere questi obiettivi. Il documento, di carattere politico e strategico, pur non avendo alcun valore vincolante, rappresenta la attuale posizione della Commissione europea. Antibiotico resistenze: il nuovo Risk Assessment A seguito della distribuzione globale del gene mcr-1, gene localizzato su plasmide che codifica per la resistenza all’antibiotico colistina, lo European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) ha pubblicato un Rapid Risk Assessment che fa il punto sulle azioni necessarie per ridurne la diffusione. Tra queste: il miglioramento dei metodi per testare la resistenza alla colistina e per identificare la presenza del gene, il miglioramento delle attività di sorveglianza dell’antibioticoresistenza, scelte di gestione clinica appropriata, e interventi mirati a prevenire la trasmissione in ambito nosocomiale e comunitario. Affrontare le infezioni antibioticoresistenti a livello globale: le raccomandazioni della Review on Antimicrobial Resistance Discutere il crescente problema della resistenza agli antibiotici e il perché della necessità di azioni volte a contrastarlo: questo l’obiettivo della revisione “Tackling Drug-Resistant Infections Globally: final report and recommendations” pubblicata a maggio 2016 dal gruppo di lavoro internazionale della Review on Antimicrobial Resistance. Il documento, commissionato dal governo inglese e da Wellcome Trust, fornisce una panoramica sulle soluzioni che dovrebbero essere implementate per limitare l’uso di questi medicinali e aumentare la fornitura di nuovi antibiotici. Tra i vari aspetti, la pubblicazione si sofferma sul ruolo delle compagne di sensibilizzazione verso la popolazione, sull’importanza di migliorare pulizia e igiene e sul bisogno di migliorare la sorveglianza globale. Resistenze antibiotiche in batteri causanti zoonosi in Europa L’uso di alcuni antibiotici ha portato all’insorgenza di fenomeni di resistenza batterica, su animali e persone. Il documento congiunto Ecdc/Efsa "The European Union summary report on antimicrobial resistance in zoonotic and indicator bacteria from humans, animals and food in 2014", pubblicato a febbraio 2016, analizza i dati del 2014 dei 28 Paesi dell’Unione europea su campioni umani, veterinari e cibo relativi ad alcuni patogeni responsabili di zoonosi. L’antibiotico-resistenza è come un “lento tsunami” Superbatteri uccidono ogni anno 700.000 persone. Entro il 2050 questa cifra potrebbe salire fino a 10 milioni Fonte Direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Margaret Chan La resistenza agli antibiotici emergenza mondiale: il primo rapporto globale del WHO “L’era post-antibiotici – nella quale infezioni comuni e lievi ferite possono diventare mortali – ormai lontana dall’essere considerata una fantasia apocalittica, è diventata invece una reale possibilità del XXI secolo”. Così Keiji Fukuda Vicedirettore per la Sicurezza Sanitaria del WHO apre la prefazione al 1° Rapporto Globale sulla resistenza antimicrobica (AMR), pubblicato lo scorso 30 aprile dalla Organizzazione Mondiale della Sanita’ [OMS - World Health Organization (WHO)]. L’OMS ribadisce la necessità di una rete sinergica che coordini a livello globale il monitoraggio delle antibioticoresistenze e la condivisione dei dati. Solo 129 dei 194 Paesi Membri hanno fornito dati nazionali sulle AMR e, tra questi, solo 42 hanno rintracciato i dati relativi a tutte le 9 coppie "batteri-antibiotici" che le agenzie nazionali hanno indicato come le principali minacce per la salute pubblica, tra queste: Staphylococcus aureus e meticillina, Escherichia Coli e le cefalosporine, Klebsiella pneumoniae e i carbapenemi. Questo convegno è l’occasione per fare il punto, su i "superbatteri“. La resistenza agli antibiotici è un problema allarmante, potenzialmente drammatico, perché cominciamo ad avere situazioni in cui i pazienti sono resistenti a quasi tutti gli antibiotici e questo vuol dire non avere più strumenti per curarli“, ( Walter Ricciardi, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità). CONCLUSIONI • In Italia le infezioni correlate all'assistenza intra-ospedaliera colpiscono ogni anno circa 284.000 pazienti (dal 7% al 10% dei pazienti ricoverati) causando circa 4.500-7.000 decessi. Le più comuni infezioni sono polmonite (24%) e infezioni del tratto urinario (21%). • Necessario attuare una vera e propria "educazione antibiotica", ovvero un utilizzo appropriato degli antibiotici dentro casa ma anche all'interno degli ospedali, per impedire lo sviluppo di nuove resistenze. • L'abuso e l'utilizzo inappropriato degli antibiotici hanno contribuito alla comparsa di batteri resistenti. • Il problema è aggravato dalla auto-prescrizione di antibiotici da parte di individui che ne assumono senza la prescrizione di un medico qualificato, e dall'uso sistematico degli antibiotici come promotori della crescita in zootecnia. CONCLUSIONI Antibiotici naturali …………………………….. • Olio di origano antisettico (stafilococco) • Aglio antisettico battericida • Alga spirulina • Argento colloidale • Curcuma • Semi di pompelmo • ………….. ALCUNE RIFLESSIONI SI RENDONO NECESSARIE