Schede di confonto tra le principali religioni CRISTIANESIMO- EBRAISMO-INDUISMO-ISLAMISMO-BUDDISMO OGNI RELIGIONE HA DEI PASTI SPECIALI... Gli ebrei possono mangiare solo il cibo kasher che rispetta le regole alimentari indicate dalla Torah, ovvero la carne dei quadrupedi con l'unghia divisa in due e dei ruminanti. Non si può bere latte di animali che non sono kasher o mangiare latticini assieme alla carne. Tra gli animali acquatici sono kasher solo i pesci con pinne e squame, come il merluzzo, il rombo e il tonno. Sono proibiti molluschi e crostacei. I Buddisti non hanno particolari divieti alimentari. I più osservanti decidono di essere vegetariani. Tra le bevande invece è proibito il consumo di alcool. Gli Induisti non mangiano la carne di mucca, perché viene considerato un animale sacro. Alcuni sono vegetariani, non mangiano né carne, né pesce, né uova, ma solo vegetali e latte. L'alcool è proibito ai bramini (sacerdoti Indù), per gli altri il consumo deve essere limitato. I Cristiani sono tenuti ad astenersi dal consumare la carne due giorni l'anno: il Mercoledì delle Ceneri e i Venerdì di Quaresima, il periodo che precede la Pasqua, in ricordo della passione di Gesù. I Musulmani distinguono il cibo in halàl "permesso" e haràm "proibito". Tutto ciò che viene dal mare è il regno delle acque da cui ogni cosa ha tratto la vita, quini nessun cibo che da esso proviene può far male. Tra gli animali della terra è haràm il maiale e i suoi derivati. Per questo i musulmani non mangiano prosciutto, salame e tutti gli altri insaccati. Tra le bevande sono haràm gli alcolici, perché considerati nocivi alla salute. Inoltre, ogni annoi musulmani osservano un mese di digiuno, chiamato Ramadam, durante il quale non mangiano fino al tramonto. SIMBOLI Il simbolismo religioso indica l'insieme di segni i quali mettono in evidenza alcuni aspetti di una determinata religione. a Ogni religione ha un suo simbolo principale che la identific . CRISTIANESIMO: LA CROCE, simbolo di Gesù Cristo. E' il simbolo cristiano più diffuso, riconosciuto in tutto il mondo; una forma simbolica molto antica che con il Cristianesimo assume il significato del ricordo della passion, morte e risurrezione di Gesù. ISLAMISMO: LA MEZZALUNA. la mezzaluna sarebbe la nuova luna crescente, ovvero la luce che illumina l'oscurità di ogni tipo. EBRAISMO: LA STELLA DI DAVIDE, la stella a sei punte presente nella bandiera dello Stato di Israele. Si chiama così perché era il simbolo rappresentato nello scudo del Re Davide e in ebraico è chiamata: MAGHEN DAVID. L'Ebraismo ha anche altri simboli come: - il MENORAH, candelabro a sette bracci: ricordano i sette giorni della creazione e la capacità di Dio di vedere ogni cosa come se avesse sette occhi. - MEZZUZAH, contenitore affisso agli stipidi delle porte. Contiene la pergamena con due brani dello Shema, la preghiera fondamentale dell'Ebraismo che deve essere recitata ogni giorno, al mattino e alla sera. - TEFFELIN, conosciuti come filattèri. Sono astucci di cuoio nero fissati al braccio per mezzo di cinghie e contengono le pergamene con 4 brani della Torah. - KIPPAH, è il copricapo indossato dagli ebrei maschi, indica che Dio è sopra di loro. - TALLED, è uno scialle in tessuto bianco, con frange lungo i lati chiamate Tzitzit. INDUISMO: l'OM, parola che gli Indù ripetono molte volte al giorno per rivolgersi alle divinità. BUDDISMO: la RUOTA DEL DHARMA a otto raggi; indica il perenne ciclo delle rinascite. Simboleggia il Buddha che fa girare la ruota della verità o della legge. Gli otto raggi sono simbolo di otto sentieri: 1. la retta comprensione 2. il retto pensiero 3. la retta parola 4. la retta azione 5. la retta condotta di vita 6. il retto sforzo 7. la retta consapevolezza 8. la retta concentrazione TESTO SACRO CRISTIANESIMO: Il testo sacro del Cristianesimo è la Bibbia cristiana composta di due parti: l'Antico e il Nuovo Testamento. L'Antico Testamento è essenzialmente costituito dalle sacre Scritture dell' Ebraismo , che tuttavia il Cristianesimo interpreta in modo molto divergente rispetto all'interpretazione ebraica. Alcune chiese, come quella cattolica e quelle ortodosse, ma non quelle protestanti, inseriscono nell'Antico Testamento anche un certo numero di scritti religiosi ebraici che tuttavia gli Ebrei non considerano rivelati da Dio. Il Nuovo Testamento è, invece, composto da 27 opere tutte composte dai cristiani prevalentemente nel I secolo e.v.. Fra esse sono fondamentali i quattro Vangeli: quello di Matteo, di Marco, di Luca e di Giovanni. EBRAISMO: La Bibbia ebraica è composta da 24 libri, ed è suddivisa in tre sezioni: la Torah (o Pentateuco, i primi cinque libri della Bibbia ebraica), i Nevi'im ("Profeti") e i Ketuvim ("Scritti"). Nella Bibbia sono narrate le vicende storiche del popolo ebraico, l'Alleanza instaurata tra il popolo e il suo Dio, e i princìpi che gli ebrei devono seguire per non rompere l'Alleanza. Tutti i libri della Bibbia ebraica sono scritti in ebraico salvo alcune brevi sezioni in aramaico. I libri biblici furono scritti in diverse epoche: le tradizioni più antiche risalgono al 1000 a.e.v., mentre la maggior parte dei testi vennero redatti intorno al VI secolo a.e.v.. Nel mondo antico la Bibbia fu tradotta in greco e i suoi insegnamenti e i suoi princìpi si diffusero velocemente. INDUISMO: I libri sacri Induisti più importanti scritti in Sanscrito (antica lingua Indiana) sono: -I Veda, che vuol dire sapere, contengono inni, preghiere e prescrizioni. -Le Upanishad sono testi strutturali in forma di dialogo tra un maestro e un suo discepolo. -Il Ramayana è un poema che narra le imprese del principe Indiano Rama. -Il Mahabharata è un poema sulle lotte tra famiglie reali. Nel Mahabarata si trova la Bhagavad Gita, "Canto del Signore" cioè un testo sacro popolarissimo nel quale il dio Krishna insegna al nobile Arijuna cercando di dare risposta alle difficoltà e alle angosce umane. ISLAMISMO: il CORANO, che è considerato dai musulmani espresso parola per parola da Dio. I musulmani ritengono che Maometto abbia ricevuto il Corano da Dio attraverso l'Arcangelo Gabriele, che glielo avrebbe rivelato in lingua araba. È per questo che i fondamentali atti liturgici islamici sono recitati in tale idioma in tutto il mondo musulmano. Dopo la Rivelazione ricevuta da Maometto l'Islamismo crede, per dogma, che nessun altro profeta sarà più identificato da Dio fra gli uomini. Volendo fare un paragone con il cristianesimo, il Corano, più che al Nuovo Testamento, è assimilabile al Cristo stesso, in quanto Verbo di Dio. Il Corano non venne messo immediatamente per iscritto: Maometto era analfabeta e lo lesse per grazia divina via via che l'Arcangelo Gabriele glielo srotolava attorno alla testa come una lunga fascia luminosa; lo memorizzò e lo recitò più volte ai suoi seguaci finché essi stessi non lo memorizzarono. Solo più tardi fu messo per iscritto e da allora il testo è immutabile. BUDDISMO: Tutti i buddisti possiedono testi sacri chiamati TRIPITAKA, che significa "tre gerle". Sono scritte in una antico linguaggio Pali e ne esiste anche la versione in sanscritto. Cos’è l’induismo e cosa credono gli induisti? L’induismo è una delle religioni più antiche, difatti i suoi testi sacri risalgono al 1400, 1500 a.c. E’ una religione molto complessa, poichè ha milioni di divinità. Ha inoltre molti principi. E’ la terza religione al mondo. Nacque in India e Nepal. LA DOTTRINA Nell’Induismo la dottrina religiosa è abbastanza semplice. Non esiste una norma severa. Gli ideali fondamentali sono: purezza interiore; autodisciplina; distacco dalle cose; verità; non-violenza; carità; compassione per gli uomini. L’uomo deve privarsi completamente di desideri e di azioni per non doversi reincarnare. DIVINITA' Nonostante spesso si consideri l’induismo come politeistica, poichè ha 330 divinità riconosciute, ha una divinità che considera suprema, Brahma. Brahma è un’entità che possiede ogni parte della realtà e dell’esistenza dell’universo. Brahma è impersonale, inconoscibile ed esiste in tre forme separate chiamata SACRA TRIMURTI: - Brahma, creatore; - Vishnu, preservatore; - Shiva, distruttore. Queste tre facce di Brahma son visibili anche attraverso la reincarnazione di esse in altre divinità. LA REINCARNAZIONE Gli induisti credono nella reincarnazione la quale dipende dal karma, che ne governa l’equilibrio. Cosa si compie nel passato ha conseguenze nel futuro. Per gli Indù dopo la morte l’anima si reincarna in una persona nuova di casta a seconda di come ha vissuto la propria vita precedentemente. Chi ha fatto del male si reincarna in una persona di casta inferiore e chi ha fatto del bene si reincarna in una persona di casta superiore; si può diventare anche un animale. La legge che determina la rinascita è chiamata Karma. TESTI PRINCIPALI: I testi principali sono I Veda, (considerati i più importanti), i Ramayana, i Upanishadas e i Mahabharata. Questi scritti contengono inni, filosofie, riti, poemi e storie dalle quali gli induisti traggono il loro credo. Vi sono anche altri testi come i Brahmanas, i Sutras e I Aranyakas. I Veda sono molto più che libri teologici. Essi contengono una ricca mitologia sulle divinità che intreccia mito, teologia e storia. Questa mitologia teologica ha radici talmente profonde nella storia e cultura dell’India che rifiutarne la veridicità corrisponde ad opporsi all’India stessa. Luoghi di culto e i grandi cinque sacrifici I luoghi di culto per gli Indù sono i templi e le grotte, dove hanno vissuto i grandi maestri dell’Induismo: i Guru. I templi hanno una configurazione architettonica varia perché caratterizzata da stili diversi legati geograficamente all’ambiente e cronologicamente alle diverse epoche nelle quali sono stati costruiti. Non mancano comunque elementi comuni quali: la pianta quadrangolare, il tetto piramidale a uno o più piani; la zona centrale e principale chiamata Vimana alla quale si accede da una porta - la sola apertura - collocata sul lato orientale; una cavità o nicchia all’interno del vimana dove trova posto o la statua della divinità o un altro simbolo che la rappresenta. Nel recinto esterno si possono trovare sale, colonnati e, in molti casi, anche le stesse abitazioni dei sacerdoti. Oltre il muro di cinta vi sono tettoie e ospizi per i pellegrini. Benares: è la città santa per eccellenza, l’unica al mondo costruita su una sola riva del fiume, il Gange, quella dalla quale si vede il sole sorgere sull’acqua. Qui i pellegrini sono sempre numerosi e li si incontra sui ghat, le scalinate che fiancheggiano il fiume sacro Gange, lungo più di 3000 Km, ha la sua sorgente sul monte Gangotri a 4500 m di altezza nei pressi della frontiera con il Tibet. In esso i fedeli indú scendono per il bagno purificatore. Sempre a lato del fiume si incontrano cataste di legna che brucia per la cremazione dei defunti. Casa: in quasi tutte le famiglie si incontra un tabernacolo nel quale sono collocate o le immagini delle divinità o 5 pietre: una nera che fa riferimento a Vishnu; una bianca a Siva, una rossa a Ganesa, il popolare dio dalla testa di elefante che aiuta a superare gli ostacoli, figlio di Siva, un pezzetto di pirite e un cristallo che richiama Surya, il sole. Gange: fiume sacro che è personificato da una dea, Ma Ganga. Questa, turbolenta e capricciosa, viene mandata per castigo sulla terra dal padre Himalaya. Ella allora rivela che vuol vendicarsi spazzando via tutti gli abitanti della terra. Ed ecco allora che Siva la rende inoffensiva legandola tra le sue trecce e trasformandola in un fiume, il Gange. Non esistono sacerdoti. Ogni famiglia fa in casa la sua venerazione: un rito di offerte e preghiere alla divinità. Il credente Indù è tenuto a compiere questi sacrifici: agli dei: il capo famiglia offre latte, burro, cereali, accompagnando l’offerta con formule proprie agli antenati: offrono bevande agli antichi saggi: si leggono testi sacri in favore degli uomini: si pratica ospitalità a persone più bisognose alle creature viventi: si trattano con molta premura gli animali. DIVISIONE IN CASTE Per la religione Indù gli uomini sono stati divisi in caste per ordine di importanza e sono quattro: Brahamini o sacerdoti; I brahmani rappresentano la casta sacerdotale e costituiscono la prima delle quattro caste: a loro spetta la celebrazione dei rituali religiosi più significativi. Soldati e governanti; Commercianti; Lavoratori manuali. Coloro che non appartengono a queste caste rappresentano la fascia di popolazione più povera e più numerosa che non assume nessuna importanza e viene detta “intoccabile”o paria. Gandhi ha abolito questa legge. Le caste sono una differenza che distacca il Buddhismo dall’Induismo. La strada della meditazione e dello yoga Per comprendere bene il significato di questo percorso bisogna essere consapevoli, per l’Induismo l’uomo è schiavo di aspetti materiali e contrastanti e così perde il controllo sulla propria persona, ma ha anche la possibilità di riprendere il controllo su di se attraverso pratiche sia della mente (la meditazione) sia del corpo (attraverso esercizi che permettono una perfetta padronanza). Lo yoga è un mezzo per raggiungere Dio. Le esercitazioni consistono nell’assumere posizioni del corpo che diano un senso di pace e benessere interiore. Lo yoga viene praticato in luoghi isolati. Lo Yoga, conosciuto ormai in tutto il mondo e praticato anche nelle nostre palestre nasce anticamente proprio dall'induismo e da alcune delle regole di vita e di esercitazione spirituale. SIMBOLO Simbolo dell'nduismo è l'OM, parola che gli Indù ripetono molte volte al giorno per rivolgersi alle divinità. LOTO PIANTA SACRA Fra le piante più cariche di valenze nell’induismo e in tutto il pensiero indiano il posto d’onore spetta al loto. Rappresenta, in primo luogo, la crescita vegetale, il rigoglio della vita organica, la fertilità delle acque e della terra da queste fecondata. La dea che incarna queste qualità è Lakshmi, “Segno di buon auspicio”, chiamata anche Shri, “Fortuna”, “Gloria”. Poiché sviluppa nel suolo il suo rizoma, attraversa l’acqua con lo stelo e fiorisce all’aria e al sole, il loto percorre e unifica tutti gli elementi. A livello cosmico, evoca la creazione stessa, l’universo, e perciò su di esso siede Brahma quando si tratta di dare l’avvio alla creazione del mondo. Altri concetti espressi dal loto sono la purezza e la trascendenza, dato che nonostante sorga dal fango non ne è contaminato, e nel suo slancio verso l’alto esso emerge sempre immacolato e turgido. Perciò nell’arte indiana gli dei sono raffigurati in piedi o seduti sopra piedistalli o un trono a forma di corolla di loto. "In India il fior di loto è un antico simbolo divino: il dischiudersi dei suoi petali suggerisce l'espandersi dell'anima ; l'affiorare della sua pura bellezza dal fango in cui ha origine contiene una benevola promessa spirituale." Paramhansa Yogananda INDUISMO E CRISTIANESIMO L’induismo è fortemente diverso dal Cristianesimo. Il crisitanesimo ha un solo Dio, che è sia persona, sia conoscibile; ha un solo libro di Scritture; Dio ha creato il mondo e tutto ciò che vi vive; l’uomo è stato creato da Dio, a Sua imagine e somiglianza e l’uomo vive una sola volta; insegna che la salvezza è attraverso Gesù Cristo. L’induismo non riconosce Gesù come unica incarnazione di Dio come unico Salvatore per l’umanità. PENSIERO DELLA CHIESA CATTOLICA SULL'INDUISMMO La chiesa ha espresso un giudizio positivo nei confronti della religione induista. La chiesa apprezza molto nell’Induismo: - l’importanza che viene assegnata alla realtà interiore dell’uomo; - alla preghiera; - alla ricerca di Dio; che sono valori che in Occidente si rischia di dimenticare. Il Papa Giovanni Paolo II afferma in questi valori i “semi del Verbo” cioè i “semi di Cristo”. CURIOSITA' Tra gli dei due sono marito e moglie: Shiva con Kalì dea delle tempeste, delle malattie e della vendetta. Quando si muore il cadavere viene lavato, rasato e bruciato su una catasta di legna perchè deve purificarsi. Non c’è cremazione per i bambini al disotto di 2 anni e per gli asceti. In passato veniva bruciata anche la vedova, oggi solo animali o oggetti del defunto. L’animale sacro è la vacca che non si può mai uccidere. Vengono usate per i lavori agricoli, per il latte e per il letame da essiccare. Le vacche vengono macellate nel Karsala e nel Bengala. L’Om indica il divino da cui deriva tutto e simboleggia la triade divina Brahma, Shiva e Visnù. Viene pronunciato prima e dopo tutte le preghiere. Per gli Indù lingue e dialetti sono circa 800. La Costituzione riconosce solo 14 lingue: una per ogni stato. Il fiume sacro,per gli indù, è il Gange. In esso bisogna bagnarsi per purificarsi (almeno una volta nella vita). LUOGHI SACRI CRISTIANESIMO: la chiesa EBRAISMO: la sinagoga. Ogni sabato si riuniscono per pregare, leggere testi sacri e ascoltare gli insegnamenti della Torah letti dal RABBINO, maestro della legge e capo religioso. ISLAMISMO: la moschea. In questi edifici si entra scalzi dopo aver fatto delle abluzioni (lavaggi rituali) in segno di purificazione. Il venerdì è il giorno dedicato alla preghiera. Sui tappeti dove pregano si possono trovare decori geometrici molto raffinati; a volte vi è raffigurato il profilo del MIHRAB, la nicchia all'interno della moschea che indica in quale direzione si trova La Mecca e, dunque, come bisogna posizionarsi per pregare. INDUISMO: il Tempio, luogo per la meditazione. La casa dove si adora con canti e preghiere una statua o un'immagine di divinità. BUDDISMO: la Pagoda, costruzioni arroccate in cima a montagne. Festività Ogni religione ha delle feste diverse. Andiamo a studiare le varie festività in ognuna delle religioni più diffuse. CRISTIANESIMO: La festa del Natale, la quale celebra la nascita di Gesù, figlio di Dio, che si fa uomo nel grembo di Maria, per portare a compimento le promesse di Dio fatte ad Abramo e ai profeti dopo di lui. La festa della Pasqua, la quale celebra la risurrezione di Gesù che realizza la salvezza degli uomini dal peccato e dalla morte. La festa di Pentecoste, la quale celebra la discesa dello Spirito Santo su Maria, la mamma di Gesù, e sugli apostoli che trovano così il coraggio di annunziare a tutti gli uomini il Vangelo di Gesù. EBRAISMO: La festa più grande degli ebrei è la Pasqua, PESACH, che viene celebrata quasi nello stesso periodo di quella cristiana; non commemora solo la liberazione degli ebrei dalla schiavitù d’Egitto, ma è «memoria» che rende attuale la liberazione oggi per ogni pio israelita. Nelle case si tiene un pasto speciale detto seder= ordine. La festa del Capodanno, ROSH HASHANA, si celebra il 1° Tishri (settembre-ottobre). E l’anniversario della creazione e inaugura il periodo in cui Dio giudica l’operato degli uomini nell’anno appena trascorso; tutti sono chiamati a rendere conto del creato affidato alle loro cure. Gli ebrei si salutano reciprocamente: «Possa tu essere iscritto e segnato per un buon anno». La festa adombra anche il futuro verso il quale si muove tutto il creato. Durante il culto solenne si suona lo shofar (corno d’ariete) il cui suono proclama l’inizio della redenzione messianica di Israele e dell’umanità. Siamo nel 5758 al sett. ‘96. La festa dell’Espiazione KIPPUR. Viene celebrata il 10 di Tishri ed è un giorno di pentimento e di espiazione per le impurità del popolo, della nazione e dei singoli fedeli. Il gran sacerdote, con un complesso rito espiatorio, offre sacrifici per la purificazione sua e del popolo dalle impurità e dai peccati, pronuncia, l’unica volta nell’anno, il nome di Dio (Jhwh), ed entra, l’unica volta nell’anno, nel «Santo dei Santi» del tempio per offrire il sangue e l’incenso. Si ritiene che a Kippur Dio decida i destini degli uomini secondo il loro pentimento. La festa delle Capanne o tende SUKKOTH. Si celebra alla fine della vendemmia per ringraziare Javè dei suoi doni generosi. Inizia il quindici di Tishri (settembre-ottobre) e dura sette giorni. Vi è l’usanza di agitare verso i quattro punti cardinali il frutto del cedro e i rami della palma, del salice e del mirto, e di recitare Salmi. I rami vengono portati poi in processione verso la sinagoga. Secondo la tradizione giudaica, rappresentano gli uomini di ogni razza uniti in collaborazione. Le capanne dal tetto di rami o di paglia, nelle quali si consumano i pasti durante la festa, ricordano l’amore costante con il quale Dio assistette gli Israeliti nel deserto. La capanna della festa è stata sempre considerata un simbolo della capanna divina sotto il cui tetto saranno, un giorno, radunati tutti gli uomini. La nota gioiosa della festa è determinata dallo studio della Torah. All’ottavo giorno termina, e ricomincia, la lettura annuale del Pentateuco. La festa della consacrazione HANUKKAH. Di origine post-biblica, fu istituita per ricordare la vittoria degli ebrei contro i dominatori della Siria nel 165, quando Giuda Maccabeo liberò Gerusalemme, ripulì il tempio da ogni contaminazione, riaccese il sacro candelabro e ristabilì il culto del vero Dio. Si celebra, con l’accensione progressiva di otto luci, il 25 Kislev (dicembre). La festa del PURIM. Ha i caratteri profani tipici del capodanno persiano (con feste di tipo carnevalesco, sospensione della vita normale, interruzione del potere costituito, elezione del re Carnevale...), ma è anche la commemorazione della vittoria di Israele grazie alla donna-eroe Ester. La casa viene illuminata in modo particolare. Si legge il libro di Ester e nelle famiglie è occasione di incontri, banchetti, mascherate. Viene celebrata nel periodo di febbraio-marzo. INDUISMO: Numerosissime sono le feste e i pellegrinaggi soprattutto negli alti luoghi santi (Bénarès, Hardwar, Gaya, Prayag...) e nei diversi templi del paese. “L’anno indiano é diviso in feste che corrispondono alle stagioni: Anno nuovo primo giorno dell’anno. Festa di Holi fine marzo, primavera nel nord dell’India. Festa di Dussehra settembre-ottobre, fine dei monsoni. Festa del Pongal a metà gennaio, raccolta del riso nel sud dell’India. Si festeggia il primo raccolto dell’anno. Unica festa induista che segue il calendario solare. Festa di Ganesha in settembre nel sud. Festività dedicata alla divinità che viene invocata prima di intraprendere una nuova attività, un nuovo viaggio, un nuovo lavoro, un rito, ecc. Molto presente nella religiosità popolare. Festa di Diwali, ottobre-novembre, festa della luce nel nord. Si festeggia l’arrivo della dea Lakshmi, dea dell’abbondanza nel duplice senso di spirituale e materiale. Dato che non c’è distanza tra lo spirituale e il temporale, la vitalità della fede religiosa si accorda con la celebrazione esuberante della vita". Nella cultura dell'induismo, che è molto complessa ed articolata, vengono a coesistere diversi sistemi di calcolo del tempo e svariati calendari legati a differenti tradizioni religiose, tradizioni spirituali e culti di appartenenza. Questa molteplicità di punti di vista crea conseguenti differenze nelle date dell'inizio di ogni mese, nelle date delle varie ricorrenze e nella loro durata, differenze linguistiche nei nomi dei giorni, nei nomi dei mesi, nei nomi delle festività, differenze nel giorno settimanale ritenuto più sacro. RIPORTIAMO DI SEGUITO IL CALENDARIO 2014 Kaliyuga anno 5115 BUDDISMO: Il Vesak è la festività più importante del buddhismo ed è la festa comune a tutte le tradizioni. Si celebra il giorno della nascita, dell’illuminazione e della morte del Buddha. Buddha, secondo la tradizione buddhista, sarebbe nato nel giorno di luna piena del mese lunare del Vesak (il secondo mese del calendario buddhista, precisamente il quindicesimo giorno di questo mese), il 623 a.C. Sempre secondo la tradizione, nello stesso giorno avrebbe ottenuto l’illuminazione (all’età di 35 anni) e nel medesimo giorno (nell’anno 543 a.C.) all’età di 80 anni sarebbe avvenuto il maha-pari-nibbana (la grande estinzione definitiva, la morte del Buddha). L’anno della morte del Buddha, il 543 a.C., è anche l’anno da cui inizia il calendario buddhista (il corrispettivo quindi del nostro anno 0). Il mese lunare di Vesak coincide col periodo che va dalla seconda metà di aprile alla prima metà di maggio.Essendo il calendario buddhista lunare e il nostro solare, naturalmente non c’è una perfetta coincidenza e ogni anno il giorno della celebrazione del Vesak, nel calendario gregoriano muta. Comunque, secondo l’accordo firmato dallo Stato italiano e dall’Unione Buddhista Italiana, in Italia viene celebrato l’ultima domenica di maggio, ogni anno in una città diversa. « Molte feste legate a eventi della vita del Buddha si osservano in numerosi paesi secondo calendari e conmodalità diverse in ciascuno di essi ». (Dizionario delle religioni, Buddismo, p.296) ISLAMISMO: Sono quattro le principali feste religiose dell’Islam, anche se non tutte ugualmente importanti: ‘Id al-Adha, la Grande Festa, (detta anche ‘Id al-Qurbân o al-‘Id al-kabîr) è la festa che commemora il sacrificio di Abramo, ha luogo il 10 del mese di Dhû-l-Hijja (12˚ mese lunare durante il quale ha luogo il pellegrinaggio alla Mecca secondo un rituale immutabile). In questo giorno si sacrifica per lo più un montone e lo si condivide nel seguente modo: 1/3 con la famiglia, 1/3 con gli amici, 1/3 con i bisognosi. ‘Id âl-Fitr, detta anche la Piccola Festa, la festa della “rottura del digiuno” di Ramadân, ha luogo il primo giorno del mese di Shawwâl. In questo giorno si ripete spesso il “takbîr” : Allah akbar (Dio è il più grande/Dio è grande), si dà l’elemosina ai poveri prima della preghiera (salât al- ‘îd) che si recita molto presto al mattino. “Al-Mawled al-nabawi”: la Natività del Profeta. Si celebra 71 giorni dopo l’inizio dell’anno dell’Egira, il 12 di Rabî’ al-Awwal. Festa popolare, ma di probabile imitazione del Natale cristiano. ‘Ashûrâ: festa del “Decimo Giorno”, come indicato dal nome, perché si celebra il 10 di Moharram, il primo mese dell’anno dell’Egira. Di importanza particolare per gli sciiti per i quali è il punto culminante del lutto collettivo in memoria del martirio di Hossein a Karbalâ’ (Iraq), il cui pellegrinaggio mobilita milioni di fedeli.