Nodo: PoesiaWord b) Esempio Testo originale LA CUCITRICE L’alba per la valle nera sparpagliò le greggi bianche: tornano ora nella sera e s’arrampicano stanche: una stella le conduce. Torna via dalla maestra la covata, e passa lenta: c’è del biondo alla finestra tra un basilico e una menta: è Maria che cuce e cuce. Per chi cuci e per che cosa? un lenzuolo ? un bianco velo ? Tutto il cielo è color rosa, rosa e oro, e tutto il cielo sulla testa le riluce. Alza gli occhi dal lavoro: una lagrima? un sorriso? Sotto il cielo rosa e oro, chini gli occhi, chino il viso, ella cuce, cuce, cuce. Trascrizione con rime evidenziate e versi giustificati per effetto di rime (l’ultimo di ogni strofa al centro) L’alba per la valle nera sparpagliò le greggi bianche: tornano ora nella sera e s’arrampicano stanche: una stella le conduce Torna via dalla maestra la covata, e passa lenta: c’è del biondo alla finestra tra un basilico e una menta: è Maria che cuce e cuce. Per chi cuci e per che cosa? un lenzuolo ? un bianco velo ? Tutto il cielo è color rosa, rosa e oro, e tutto il cielo sulla testa le riluce. Alza gli occhi dal lavoro: una lagrima? un sorriso? Sotto il cielo rosa e oro, chini gli occhi, chino il viso, ella cuce, cuce, cuce. Trascrizione “in prosa” L’alba per la valle nera sparpagliò le greggi bianche: tornano ora nella sera e s’arrampicano stanche: una stella le conduce. Torna via dalla maestra la covata, e passa lenta: c’è del biondo alla finestra tra un basilico e una menta: è Maria che cuce e cuce. Per chi cuci e per che cosa? un lenzuolo ? un bianco velo ? Tutto il cielo è color rosa, rosa e oro, e tutto il cielo sulla testa le riluce. Alza gli occhi dal lavoro: una lagrima? un sorriso? Sotto il cielo rosa e oro, chini gli occhi, chino il viso, ella cuce, cuce, cuce. Controllo del vocabolario (quante parole usate dal poeta non ci sono?) L’alba per la valle nera sparpagliò (non trovato) le greggi bianche: tornano ora nella sera e s’arrampicano (non trovato) stanche: una stella le conduce. Torna via dalla maestra la covata (non trovato), e passa lenta: c’è del biondo alla finestra tra un basilico e una menta: è Maria che cuce e cuce. Per chi cuci e per che cosa? un lenzuolo ? un bianco velo ? Tutto il cielo è color rosa, rosa e oro, e tutto il cielo sulla testa le riluce (non trovato). Alza gli occhi dal lavoro: una lagrima (non trovato)? un sorriso? Sotto il cielo rosa e oro, chini gli occhi, chino il viso, ella cuce, cuce, cuce. Inserimento note (2 a titolo d’esempio) LA CUCITRICE1 L’alba per la valle nera sparpagliò le greggi bianche: tornano ora nella sera E’ una poesia di Giovanni Pascoli tratta dalla raccolta Myricae. La scelta di versi brevi, ottonari per la precisione, dà alla composizione un ritmo cadenzato. Inoltre, la presenza della stessa rima in - uce alla fine di ogni strofa introduce una specie di rallentamento, quasi un blocco della sequenza. Io che ho scritto questa nota trovo suggestiva questa soluzione: anche soltanto l’andamento metrico mi fa “vedere” quello che avviene sulla scena, quello che Pascoli ha raccontato in questa breve, cantilenante ma commovente poesia. 1 e s’arrampicano stanche: una stella le conduce. Torna via dalla maestra la covata, e passa lenta: c’è del biondo2 alla finestra tra un basilico e una menta: 3 è Maria che cuce e cuce. Per chi cuci e per che cosa? un lenzuolo ? un bianco velo ? Tutto il cielo è color rosa, rosa e oro, e tutto il cielo sulla testa le riluce. Alza gli occhi dal lavoro: una lagrima? un sorriso? Sotto il cielo rosa e oro, chini gli occhi, chino il viso, ella cuce, cuce, cuce. Ulteriori attività (da verificare ogni volta a seconda del tipo di poesia e, naturalmente, degli obiettivi da raggiungere) 2 Trascrizione “libera”: il testo viene smontato in versi e rimontato diversamente, con l’unico limite costituito dalla punteggiatura. Selezione di una parola e ricerca dei sinonimi. Allestimento progressivo del dizionario specifico di quel poeta. Generazione di un sommario, utile per organizzare un’antologia dei testi del poeta. Commenti personali degli studenti (oltre alle note). Uso di segnalibri e rimandi ipertestuali. Nella nota precedente ho scritto che questa poesia è fatta di ottonari, cioè di versi di otto sillabe, ma se voi contate le sillabe di questo verso scoprite che sono nove. Allora, che è successo? Avete contato male o Pascoli si è sbagliato? Niente di tutto ciò: lui ha fatto quello che i poeti possono fare, le licenze poetiche: ha usato un trucco che si chiama sinalefe, che sembra il nome di una malattia e invece è la “fusione” apparente di due vocali, quella finale e quella iniziale di due parole vicine nel verso: in questo verso qui la sinalefe c’è tra -do (di bion-do) e -al (di alla). Ciò vuol dire che si contano come una unica sillaba. Se vi interessa provare a fare esercizio di Caccia alla sinalefe (e al suo contrario, la dialefe) potete andare al nodo Il sillabario del poeta. 3 Questi due versi per me sono belli: fanno vedere una scena luminosa e fresca, un po’ romantica. Quel “c’è del biondo” è una metonimia (doppia: il biondo sta per capelli, la testa bionda sta per Maria) che fotografa una scena o vista dal basso, oppure di fronte (immaginando rigogliosi cespugli di basilico e menta): in tutti e due i casi l’effetto oltre che visivo è emotivo: dà l’idea che Maria sia timida, e la sua solitudine e la sua concentrazione inquietino affettuosamente il poeta che (veramente o immaginando) passa del tempo ad osservarla facendosi domande sui suoi pensieri. Vediamo ora cosa dice la mia antologia: etc. etc.