quando musica classica si esegue in jeans

Mantanus al "Il tempo ritrovato": quando la musica classica si
esegue in jeans
Giovedì 13 Ottobre 2016
Il giovane Maestro ospite della rassegna letteraria a Palazzo Rasponi dalle Teste per
presentare il suo libro “Beethoven e la ragazza coi capelli blu” e per parlare della sua
attività di divulgatore
Un momento dell'incontro con Matthieu Mantanus
Suonare con leggerezza musica seria e non seriamente musica leggera”: sintetizza così il suo pensiero il giovane e
talentuoso direttore d’orchestra Matthieu Mantanus, noto per la sua attività di divulgatore musicale e per aver portato in
televisione "la classica in jeans".
L’incontro che si è svolto ieri pomeriggio nella bella cornice di Palazzo Rasponi dalle Teste di Ravenna è appena terminato e
il versatile artista svizzero-belga conclude così un incontro che si è svolto in un perfetto silenzio interrotto a tratti dagli applausi
come a sottolineare i passi più belli di un’esecuzione musicale.
L’occasione è la presentazione del suo ultimo libro “Beethoven e la ragazza coi capelli blu” nell’ambito della rassegna
letteraria “Il tempo ritrovato”.
Insieme a lui c’è anche il Maestro ravennate Paolo Olmi.
Dal libro si parte per parlare ovviamente di musica e soprattutto dell’impegno di Matthieu Mantanus per fare crescere in un
pubblico sempre più ampio la passione e l’amore per la musica classica.
Anche con “Beethoven e la ragazza coi capelli blu”, pur essendo unromanzo a tutti gli effetti, sfrutta lo stratagemma
narrativo per affrontare il tema che più gli sta a cuore.
Il romanzo racconta del rapporto fra una famosa rockstar Mark Rochester e la bassista da poco entrata nel gruppo: Anna.
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Anna, che dietro il look alternativo (ciuffo di capelli blu e due grandi cuffie rosse alle orecchie) cela una doppia vita musicale:
bassista rock e serissima contrabbassista della Philharmonia Orchestra.
Tra una sessione in sala di registrazione e l’altra, Mark approfondisce il rapporto con Anna e quest’ultima, giorno dopo giorno,
lo trascina in un viaggio affascinante ed inaspettato nel suo mondo musicale, facendogli capire come quel tipo di musica
abbia a che fare con lui e col suo mondo molto più di quanto avrebbe mai immaginato.
“Il senso del romanzo – spiega Mantanus - è: fate la musica che volete, ma con la consapevolezza che il rock non ci sarebbe
se non ci fossero stati artisti come Beethoven e Mozart”.
Il percorso di divulgatore di Mantanus, inizia qualche anno fa e nasce dalla consapevolezza, maturata nel tempo, che la forma
tradizionale del concerto non sempre favorisce il rapporto fra l’artista e il pubblico.
“Questa forma – spiega – quando sali su un palco che sei ancora adolescente in un certo senso ti protegge. Poi quando
cresci, diventi più spavaldo e scopri che impedisce in parte la tua espressività”.
Ad aprire gli occhi e la mente al giovane Maestro sono i concerti in luoghi insoliti, come le carceri e gli ospedali. Di fronte a
pubblici poco avvezzi a sentir suonare un’orchestra di musica classica, Mantanus si trova nella situazione di dovere trovare
anche un modo “per intrattenere e interessare le persone”, e comincia a raccontare gli autori immortali.
Fino a che, qualche anno fa, dirige un concerto all’interno del carcere di Bollate, il primo di un’ orchestra sinfonica in un istituto
penitenziario italiano. Per lui è una sorta di folgorazione.
“Terminato il concerto – racconta - si avvicina a me un uomo per ringraziarmi: con questo spettacolo ha dato il senso a sette
anni di carcere. Allora mi sono chiesto: perché non fare la stessa cosa in tutti i concerti? Se vogliamo interessare fette di
pubblico sempre più vasto dobbiamo accettare di scendere fra la gente e diventare dei divulgatori”.
Matteo Cavezzali che ha il compito di intervistare gli ospiti, evoca allora l’immagine dei ragazzi fuori dagli stadi in fila per
ascoltare il cantante pop di turno e i teatri al contrario spesso poco frequentati dai giovani in occasione dei concerti della
musica cosiddetta seria.
Se i teatri sono poco frequentati la responsabilità, afferma il direttore d’orchestra, è dell’artista.
In questo senso, sottolinea, “dobbiamo trovare il modo di essere veicoli credibili. Marketing è una parola che negli ambienti
della musica classica fa venire l’orticaria, ma dobbiamo praticare tutte le strade per diventare per riuscire coinvolgere sempre
più persone”.
A questo proposito le nuove tecnologie sono uno strumento prezioso, anzi fondamentale per Mantanus che sogna i concerti
di musica classica in diretta su Facebook perché quest’ultimo è un mezzo che “consente di entrare nella vita di milioni di
persone”.
“In molti affermano che viviamo in una società di analfabeti. Io invece – è la sua teoria - ritengo che viviamo in una società in
cui ci sia la maggior possibilità di accesso alla cultura degli ultimi dieci anni. In tre minuti, grazie ad internet, abbiamo tutte le
informazioni che vogliamo. Non esiste un modello buono, o uno cattivo, ci sono delle evoluzioni che vanno colte”.
Infine, in chiusura, un’ultima domanda maliziosa su alcuni giovani ritenuti compositori di musica classica che godono di un
certo appeal sul grande pubblico. Due nomi a caso: Allevi e Einaudi.
“Non c’è nessuna musica peccaminosa in sé - interviene Paolo Olmi - . La musica che fanno è una musica molto semplice,
elementare che con la classica però non ha niente a che fare. Una delle discriminanti quando si parla di musica è il tempo. Se
la musica dura nel tempo è un buon segnale, significa che è musica di buona qualità. Nel caso in questione il discorso sulla
durata nel tempo è già finito”.
Matthieu Mantanus, al contrario, dice che il successo di Allevi per un certo aspetto lo interessa: “Pensiamo solo,se una
persona così capace di coinvolgere il pubblico riuscisse ad interessare le folle suonando Schumann”.
Già sarebbe una cosa bellissima.
A cura di Ro. Em.
Cultura
Commenti
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Peccato, gli incontri sarebbero anche interessanti ma non è possibile che le interviste agli autori, qualsiasi sia il tema, le
faccia Cavezzali...che noia!! Provate a variare la conduzione, in modo un pò più stimolante. Grazie13/10/2016 - Libero
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