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Un ricordo di Van Allen
Uno dei principali artefici dell’avventura spaziale degli Stati Uniti
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AP Photo/LaPresse
uando si studia la storia della corsa allo
spazio degli Stati Uniti si finisce per imbattersi sempre in un ristretto gruppo di
persone. Da un lato i tedeschi, assolutamente
necessari per la loro esperienza in fatto di propulsione. Dall’altro un manipolo di scienziati,
altrettanto necessari per dare una ragione non
james van allen (a destra)
riceve lo Space Flight Award 1958
della American Astronautical
Society dal vice amministratore
della NASA Hugh L. Dryden (a
sinistra). Tra i padri dell’avventura
spaziale statunitense, lo
scienziato si è spento il 9 agosto
scorso, all’età di 91 anni.
propagandistica alla corsa allo spazio. James
Van Allen era una di queste figure carismatiche, e ha accompagnato l’esplorazione americana dello spazio dal primo satellite fino alle
missioni per Giove e Saturno.
Grazie alla sua esperienza con i palloni per lo
studio delle particelle responsabili delle aurore
boreali, Van Allen può fornire uno strumento da
montare sul primo satellite scientifico. Il conta-
tore Geiger dell’Università dell’Iowa va in orbita il 31 gennaio 1958. La foto di Von Braun e
Van Allen che mostrano orgogliosi il modello in
scala reale dell’Explorer I è su tutti i libri di storia. A prima vista, però, sembra che lo strumento non funzioni così bene: ogni tanto smette di
contare le particelle. La ragione di un comportamento tanto strano verrà svelata dall’Explorer III (il secondo è andato male) che ha a bordo
un registratore dei dati e permette di seguire lo
strumento lungo tutta l’orbita, non solo durante i passaggi sopra le stazioni di terra. I silenzi
dell’Explorer I non erano dovuti a malfunzionamenti, ma all’accecamento del contatore per la
presenza di troppe particelle. Si tratta dei raggi
cosmici imprigionati dal campo magnetico terrestre: le fasce di Van Allen.
L’uso di strumenti semplici, unito al genio di
Van Allen, catapulta un’università di provincia
nella ricerca spaziale e conquista allo scienziato
la prima pagine di «Time», oltre a un posto nella
storia. Van Allen manda i suoi contatori verso
Marte e Venere, poi verso i pianeti esterni. Nel
1973, con Pioneer X, scopre le fasce di radiazione intorno a Giove e, nel 1979, con Pioneer
XI, quelle intorno a Saturno. Le due missioni
avevano poi continuato la loro corsa, e Van Allen, ormai in pensione, ha controllato regolarmente i dati raccolti da Pioneer X, che ha funzionato fino al 2002.
Van Allen è scomparso quando i suoi contatori varcavano i confini del sistema solare.
Patrizia Caraveo
Il Polo Nord si spacca
ESA
In 25 anni di osservazione dallo spazio i satelliti hanno testimoniato
il continuo declino della banchisa polare. Ma le immagini satellitari di
fine agosto svelano, per la prima volta, imponenti fratture nel ghiaccio
che dalle isole Svalbard penetrano fino al Polo Nord. Si tratta di uno
squarcio vasto come le isole britanniche. I satelliti Envisat dell’ESA ed
EOS Aqua della NASA hanno rilevato che il 5-10 per cento del ghiaccio
sopravvissuto all’estate è stato frammentato dalle tempeste di fine
stagione. Secondo i ricercatori il fenomeno è dovuto al cambiamento
climatico. Di questo passo, entro 10-20 anni il passaggio di nord-est
tra Europa e Asia sarà percorribile per periodi più lunghi. E presto
assisteremo a tentativi di navigazione attraverso l’Oceano Artico.
Jacopo Pasotti
459 /novembre 2006