Flussi migratori ed internazionalizzazione dell’economia italiana. Marina Murat Prof. di Economia Internazionale Università di Modena e Reggio Emilia [email protected] Migrazioni, immigrati, emigrati. z z z z Migrazioni => immigrati Immigrati: costo o risorsa? Tende a dominare il primo punto di vista: costi sul welfare, concorrenza sui posti di lavoro, sociali, problemi di integrazione, sicurezza, differenze culturali e religiose. Questa relazione: migrazione come potenziale fonte di ricchezza. z Con politiche adeguate. migrazioni z z Spostamenti di popoli tra paesi e regioni. Frequenti nella storia, ma sempre o quasi accompagnati da difficoltà. I migranti portano culture e conoscenze. Conoscenze sul paese di origine, che si sommeranno a quelle sul paese di destinazione. Culture che possono essere diverse da quelle dei popoli che incontrano. Quindi attriti. Migrazioni: culture conoscenze z Ma culture e conoscenze possono anche essere fonte di ricchezza. Possono mettere in contatto paesi e popoli che altrimenti sarebbero distanti e lontani. z Movimenti migratori: sono “world wide webs, the human side of globalization”. z Conoscenze e informazioni: possono essere utili alle imprese Mercati internazionali: (letteratura economica) barriere invisibili z Le imprese incontrano più difficoltà ad operare fuori dal proprio paese che al suo interno. z Le differenze tra paesi nelle culture, norme, istituzioni, religioni, la mancanza di norme internazionali vincolanti, creano incertezze e timori. z Esistono barriere invisibili alle transazioni internazionali. z I mercati comuni, come UE, NAFTA ed altri, abbassano le barriere visibili, quelle invisibili rimangono ed influenzano gli scambi: la loro quantità e la loro direzione. Network di immigrati z I network di immigrati contribuiscono ad abbassare queste barriere (letteratura economica, storicoeconomica, sociologica) z z Gli immigrati hanno conoscenze specifiche sulle opportunità di affari nei loro paesi. Network: z z z informazione transnazionale controllo sociale sull’operato del singolo consumo, scelta dei prodotti del proprio paese. World wide webs z Quindi, le reti di immigrati tendono a creare legami tra le economie dei paesi di provenienza e di destinazione. z Accrescono le opportunità di profitto e di espansione all’estero delle imprese. Network links – evidenza empirica z Indiani in USA o UK. z z z z z Associazioni di laureati nelle università americane: dalla Silicon Valley a Bangalore. UK: investimenti in Asia e Africa. Francesi di origine magrebina in Francia, industria agroalimentare. Immigrati lationamericani in Spagna, delocalizzazioni produttive e IDE della Spagna in AL. Germania-Turchia Evidenza empirica Studi statistici (econometrici) sul commercio e gli investimenti all’estero di USA, UK, Francia, Germania, Spagna, Australia, con molti possibili partner esteri, lungo parecchi anni, mostrano che gli scambi bilaterali (commercio e investimenti) sono maggiori con i paesi di provenienza degli immigrati. z Evidenza empirica z Nostra ricerca: Italia. Gli scambi sono maggiori con i paesi di destinazione degli emigrati Emigrati. Legami con Italia z z z z z z Emigrazione storica (1860-1970): soprattutto per motivi di lavoro. Frequenti rientri Integrazione. Paesi di destinazione, alta crescita ed alta mobilità sociale ed economica Forte coesione nelle comunità di emigrati. Alto tasso di associativismo. Forti legami con l’Italia (governi: sostegno e controllo dell’emigrazione, sussidi, scuole, patronati) Legge sulla cittadinanza. Voto dall’estero. Ora: rappresentanti in parlamento. Emigrati. Evidenza empirica z z z Dati AIRE, dal 1990 ad oggi. 3.500.00 iscritti. Dati sulle associazioni dei Italiani all’estero: MAE (dalla fine dell’800) Nostra ricerca econometrica. Risultati: Gli scambi commerciali dell’Italia sono fortemente influenzati dalla presenza della diaspora nei mercati internazionali. Gli investimenti all’estero dell’Italia seguono decisamente i canali –i link- creati degli emigrati. Immigrati in Italia z z z z z z Saldo migratorio positivo da inizio anni ’70. Crescita rapida. Più del 10% della popolazione, maggior presenza nelle zone produttive. Nostri risultati econometrici: L’impatto degli immigrati sul commercio bilaterale dell’Italia con i loro paesi d’origine e sugli investimenti bilaterali (da e per l’Italia) è debole o inesistente. Differisce dai risultati sugli altri paesi avanzati. E’ un problema? Emigrati ed immigrati z z z I legami internazionali di emigrati ed immigrati in Italia non riguardano gli stessi mercati. Emigrati: mercati occidentali. Immigrati: sud e Est del mondo PRIMI 10 PAESI Emigrati ed immigrati z z I link di emigrati ed emigrati non sono sostituibili. Se le imprese prediligono i canali degli emigrati, perdono opportunità importanti, proprio con la parte emergente dei mercati mondiali. Ormai può trattarsi di un fenomeno di trade diversion più che di trade creation. Immigrati in Italia z Perché in Italia gli immigrati non hanno un impatto significativo su scambi e investimenti con i loro paesi d’origine? z Quali politiche per renderlo efficace? Perché? z z z z z z z z Non politiche attive per l’immigrazione. Ingressi in buona parte irregolari. Poi regolarizzati. Spesso difficili i viaggi frequenti nel paese d’origine Difficile acquisizione della cittadinanza e diritto al voto. Lavoratori a basse qualifiche (low skilled) o con competenze e titoli d’istruzione non riconosciuti Scarsa mobilità sociale ed economica. Difficoltà di integrazione. Squilibri di genere per i gruppi con maggiori livelli di istruzione (paesi dell’Est: colf e badanti) Poche aggregazioni ed associazioni riconosciute. Associazioni dirette da italiani tendono a sostituire quelle degli immigrati. Opportunità di politiche attive z Molti gruppi etnici provengono da paesi ad alta crescita, che rappresentano una opportunità per le imprese e l’economia italiana. politiche z z Politiche d’immigrazione. Fino ad ora: mano d’opera a basso prezzo dall’estero. Principale obiettivo: contenimento dei costi nell’industria, servizi, agricoltura. Necessario z z z z z politiche attive, tendenti a favorire l’ingresso di lavoratori anche qualificati ed istruiti (hanno maggiore impatto sulla internazionalizzazione dell’economia). Facilitazione dell’inserimento e della integrazione. Facilitazione dell’acquisizione della cittadinanza. Mobilità sociale ed economica: imprenditorialità degli immigrati. Ruolo attivo degli immigrati nella ‘conquista’ dei mercati esteri. z Un esempio positivo: Ghanacoop. z ‘Ghanacoop, è una cooperativa che nasce a Modena nel 2005 all'interno dell'Associazione Nazionale del Ghana onlus ed è una delle prima imprese sociali gestite da immigrati sul territorio italiano. Il principale obiettivo di Ghanacoop è quello di valorizzare il fenomeno della diaspora ghanese residente in Italia (oltre 40.000 persone) come fattore di sviluppo in Italia e nel paese di origine, in Ghana.’ http://euler.consorzioineco.it/CMS/joomla1d2/ Conclusioni z z z z L’economia italiana è indietro nella corsa alla internazionalizzazione. Questo rallenta la crescita di reddito e dell’occupazione. Un importante veicolo di incremento degli scambi con i mercati esteri sono le reti transnazionali degli immigrati ed emigrati. Veicolano informazioni e conoscenze. Fino ad ora l’Italia si è fortemente appoggiata alla diaspora degli italiani all’estero. Conclusioni z z z z Gli immigrati non hanno impatto sugli scambi dell’Italia. Ma molte delle popolazioni immigrate provengono da paesi in forte crescita, che rappresentano opportunità per la nostra economia. Le politiche migratorie, nazionali e locali, devono tenere conto del potenziale di ricchezza rappresentato dai network transnazionali degli immigrati. Questo è particolarmente importante in Italia, che non ha una storia importante di espansione internazionale e dove la dimensione media delle imprese è piccola. z Il progetto di Cooperazione Decentrata promosso da IOM –International Organization for Migrations, in partnership con la Comunità Ghanese di Modena (circa 3,500 persone), il Comune di Modena, Confcooperative Modena e la cooperativa Arcadia, si è proposto di creare, nell’arco di 20 mesi e a partire da dicembre 2004, le premesse per la costituzione di Ghanacoop, un’impresa cooperativa di diritto ghanese di import-export di frutta esotica. Da un lato sono stati attivati percorsi di formazione per i rappresentanti della comunità ghanese di Modena nel settore del commercio di frutta e, dall’altro, sono state gettate le basi concrete per la creazione di imprese sociali in Ghana, col contributo anche finanziario delle comunità immigrate. La scelta di costituirsi con la formula cooperativa è basata su un intento di mutualità da estendersi, dal punto di vista operativo e delle relazioni, anche tra Italia e Ghana : anche a questo scopo è stata costituita Ghanital, cooperativa controllata in Ghana da dicembre 2005 per lo sviluppo e l'economia sociale del Ghana. Dal mese di Marzo ha avviato l’importazione in Italia di ananas certificati Fairtrade e già da Febbraio 2006 ha avviato l’esportazione verso il mercato ghanese di prodotti agroalimentari tipici dell’area emiliano- romagnola italiana