Corso di Scienze sperimentali prof. Paolo Tescarollo VISITA ALL’ORTO BOTANICO DI ROMA (16/05/2013 classe 4 B) CENNI STORICI L'Orto Botanico di Roma è situato sulle pendici del Gianicolo e si sviluppa nell'area del giardino storico di Palazzo Corsini. Sotto il dominio papale, in cui si aveva già dal 1278 un organizzato e funzionante Hortus Simplicium, si recepiva indubbiamente meno la necessità di avere un Orto Botanico Universitario: i Professori potevano andare a prendere le piante per l'Ortensio nel Viridarium papale, e nonostante le altre Università fossero provviste di questa istituzione botanica da oltre un secolo, esso in Roma non nacque che nel 1660. Fu in questo anno infatti che Alessandro VII, al secolo Fabio Chigi, fece dono all'Università di un area alle spalle del 'Fontanone dell'Acqua Paola' sul Gianicolo; Dopo aver riposato un secolo e mezzo sulla cima del colle gianicolense, l'Orto Botanico venne investito da una serie di critiche. Così, nel 1820, Michelangelo Poggioli, il maggior denigratore ma forse anche il più pigro, ottenne il trasferimento dell'Orto Botanico nel giardino di Palazzo Salviati alla Lungara. Questa sistemazione però non durò a lungo. Con l'Unità d'Italia e Roma capitale veniva rinnovata e potenziata l'Università e si decideva di riunire sull' Esquilino tutti gli istituti scientifici per dare loro una sede adeguata. L'Orto Botanico cambiò ancora di sede ed andò ad installarsi nell' angusto giardino delle Monache di S. Lorenzo in Panisperna, ma ben presto ci si rese conto quanto fosse poco opportuna quella sistemazione chiusa tra le case del Rione Monti. Fu lo stesso Quintino Sella che pur aveva suggerito questo accorpamento delle scienze su un colle, a indurre il governo ad acquistare il Palazzo Corsini, e insieme allo stabile fu comprata l' annesso giardino che venne affidato all'appena trentenne Pietro Romualdo Pirotta perché ne facesse un Orto Botanico degno della capitale. Era l'11 marzo 1883. Ricapitolando quindi l’Orto Botanico di Roma nel corso di circa 223 anni cambiò le seguenti sedi: Gianicolo, Lungara, Esquilino ed infine giardini Corsini, sua attuale sede. Eravamo partiti in ritardo ma finalmente anche a Roma si aveva un Orto moderno. In compenso Roma, quasi per rifarsi di questo smacco, ha un primato che la onora nella storia della Botanica: con la Costituzione del 4 novembre 1513 Leone X (Giovanni de' Medici) istituisce presso l'Università di Roma la prima cattedra di Botanica, insegnamento fino ad allora compreso in medicina. IL GIARDINO DI PALAZZO CORSINI : fu realizzato, a partire dal 1741, tenendo conto delle idee del cardinale Neri Corsini su progetto dell' architetto F. Fuga. I fasti di questo giardino storico compaiono qua e là in tanti aspetti quale la prospettiva del viale centrale che porta alla "Fontana dei Tritoni", le vasche circolari di cui una con la statua di epoca romana recentemente ben restaurata. Questa è popolarmente chiamata da sempre, il "Ciabattino", probabilmente per l'atteggiamento seduto e la posizione delle braccia rivolta in basso. Nel sec. XVII questa è stata la residenza di Cristina di Svezia dopo la sua abdicazione (1654) e trasferimento a Roma, fino alla morte nel 1689. Una impronta che caratterizza questo Orto Botanico romano è di godere, al centro della città, di una posizione invidiabile che indubbiamente induce anche un particolare microclima: i suoi circa 12 ettari si estendono dalla collina del Gianicolo alle sponde del Tevere ospitando oltre 3000 specie vegetali provenienti da varie zone del mondo. Mentre dall'alto, soprattutto nella zona in cui è stato creato il giardino giapponese si può avere una mirabile visione della città, scendendo il vialetto che costeggia la collezione di 'bambù' e l'ombrosa valletta delle felci si arriva nella zona pianeggiante e, attraverso il viale rettilineo che congiunge la Fontana dei Tritoni con il cortile ovaleggiante detto la "Cavallerizza " si giunge attraverso le arcate del Palazzo Riario-Corsini alla Lungara, sede dell'Accademia Nazionale dei Lincei, il lungo asse rinascimentale voluto da Giulio II (1508-12) e dal quale, se non fossero stati costruiti i muraglioni del Tevere, i romani sarebbero potuti arrivare direttamente sul fiume. PUNTI DI INTERESSE GIARDINO DEGLI AROMI : è un originale percorso ad anello dove dimorano le più diverse essenze odorose offerte alla percezione tattile ed olfattiva degli ospiti. Stropicciando con le dita le foglie delle piante qui presenti si può apprezzarne non solo la morbidezza o la ruvidità che le contraddistingue, ma anche le loro essenze profumate. Tra le più note: la salvia, la mentuccia, il rosmarino e la menta. Questa è l’unica parte dell’Orto Botanico dove è consentito – anzi necessario - toccare le specie vegetali. VALLETTA DELLE FELCI : è un luogo particolarmente ombroso e umido, percorso da piccoli corsi d’acqua, dove il particolare microclima permette uno sviluppo ottimale delle pteridofite, legate al mezzo liquido per la riproduzione tramite spore. Tra le specie osservate gli Asplenium, i Polypodium, la Felce aquilina (Pteridium aquilinum), l' Alsophila e la rara Woodwardia. BOSCHETTO DEI BAMBÙ: la collezione di bambù (piante originarie dell’Asia Orientale) dell'Orto Botanico è una fra le più ricche in Europa (70 specie). I generi più rappresentati sono Phyllostachys, Sasa, Bambusa e Pleioblastus. Si sottolinea la presenza di Phyllostachys nigra (Bambù nero), Phyllostachys pubescens (20-25 metri di altezza e 20-30 cm di diametro) e Sinarundinaria nitida (di altezza ridotta, fonte di cibo per i Panda). GIARDINO GIAPPONESE: è stato realizzato su un progetto dell'Architetto Ken Nakajima ed è caratterizzato, secondo un modello orientale, da giochi d'acqua, piccole cascate e dalla presenza di due laghetti. E' un luogo destinato alla contemplazione della natura dove si possono osservare specie come Acer palmatum (acero giapponese) e Camelia sinensis (pianta del thè). Notevole la vista su Roma. ALBERI MONUMENTALI: All'interno dell'Orto sono presenti numerosi individui arborei centenari. La nostra attenzione si è soffermata su due individui ultracentenari di Platanus orientalis, posti ai lati della 'Fontana degli 11 Zampilli con una età stimata tra i 400 e i 500 anni. COLLEZIONE DI IRIS: Nella parte alta, in piena fioritura la coloratissima collezione di Iris con circa 30 specie diverse. Emblema della città di Firenze e dei re di Francia, l’Iris è un’elegante pianta rizomatosa dal portamento eretto, ma mai rigido, con fiori dalle mille sfumature. Gli antichi chiamavano Iris la dea che scendeva sulla terra lungo l’arcobaleno recando messaggi agli uomini. COLLEZIONE DI GIMNOSPERME: Le gimnosperme occupano parte della zona collinare. Si sottolinea la presenza di Taxodium distichum (2 esemplari centenari in prossimità del ruscello), Abies nebrodensis (2 esemplari di 10-15 anni), endemismo dei Monti Nebrodi, Sequoia sempervirens (esemplare centenario). É, inoltre, da ricordare la presenza di Ginkgo biloba, specie appartenente all'unico genere vivente della famiglia delle Ginkgoaceae, coltivata in Giappone e rinvenuta di recente allo stato spontaneo nelle foreste della Cina. SERRA MONUMENTALE: costruita dalla ditta Mathian di Lione nel 1877; all'interno è presente una collezione di euforbie succulente, provenienti dalla Somalia e dalla Regione del Sahara, che comprende un individuo centenario di Euphorbia abyssinica alto più di 7 m. Collegata a tale Serra si trova uno spazio adibito alla coltivazione di orchidee. SERRA CORSINI: realizzata nel 1800, rappresenta la prima serra calda del giardino Corsini e ospita una collezione di gran pregio di specie succulente. Le famiglie maggiormente rappresentate sono le Cactaceae, le Agavaceae, le Euphorbiaceae e le Crassulaceae. Da notare la collezione di Lithops (piante sasso). ORTO DEI SEMPLICI: Con il termine 'Semplici' si indicano le piante medicinali, dette anche 'officinali' da 'officina', ossia laboratorio farmaceutico. Il disegno dell'Orto dei 'Semplici' riecheggia quelli del 1500; le specie medicinali sono organizzate in vasche in mattoni. Sono presenti circa 300 specie tra le quali tabacco (Nicotiana tabacum), belladonna (Atropa belladonna), ruta (Ruta graveolens), papavero da oppio (Papaver somniferum), borragine (Borago officinalis), camomilla (Matricaria camomilla), elicriso (Helychrisum italicum) e molte altre. SERRA TROPICALE: Di recente realizzazione (anni 70'), ospita specie tropicali e subtropicali. All'interno della Serra l'umidità rimane costantemente su valori elevati (circa 80%), mentre la temperatura varia fra i 18° e i 20°C in inverno e oscilla intorno ai 30°C in estate, in modo da riprodurre le condizioni dell'ambiente tropicale. La Serra è organizzata in aree come ad esempio l’area delle vasche che ospitano Victoria cruziana, una ninfeacea con foglie galleggianti, larghe fino a 2 metri. Questa collezione, che rappresenta solo un piccolo esempio della biodiversità delle foreste tropicali, vuole sensibilizzare i visitatori ai problemi della conservazione dell'ambiente.