Esempi di ingratitudine a Cartagine e in Grecia

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Facta et dicta memorabilia  Valerio Massimo
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Facta et dicta memorabilia V, 3, ext. 1-3
Esempi di ingratitudine a Cartagine e in Grecia
Lo stesso tema dell’ingratitudine della patria nei confronti degli uomini migliori che l’avevano servita è svolto per le città straniere. La stessa sorte di Scipione, e anche peggiore, toccò al suo nemico
Annibale a Cartagine e, quanto ai Greci, soprattutto gli Ateniesi si resero responsabili di una quantità infinita di atti del genere a partire dall’età mitica.
(1) Perché le città straniere non debbano insultarci quando confessiamo le nostre
mancanze, ricorderò che i Cartaginesi si risolsero a cacciare Annibale1, che per la loro
incolumità e vittoria aveva sterminato un numero di comandanti ed eserciti romani
che gli avrebbe dato grande gloria anche se si fosse trattato di soldati semplici.
(2) Nessun cittadino generò Sparta più grande e utile di Licurgo2, l’uomo alla
cui richiesta si dice che l’oracolo di Apollo Pizio rispose che non sapeva se annoverarlo tra gli uomini o tra gli dei. Ma né la somma purezza della sua vita né il fedelissimo amor di patria né le leggi salutari da lui inventate gli poterono essere d’aiuto
a trovare meno ostili i suoi concittadini: spesso fu lapidato, talvolta fu cacciato dal
foro, perse un occhio e alla fine fu espulso dalla patria stessa. Che faranno le altre
città se perfino quella che rivendica esimia fama di fermezza, misura e dignità si è
dimostrata così ingrata verso un uomo così benemerito?
(3) Togli agli Ateniesi Teseo e Atene non ci sarà più o almeno non avrà più tanta
gloria, perché egli riunì in una sola città gli abitanti dispersi nei villaggi e diede
forma di grande città al popolo che viveva isolato e in maniera rustica3. Fu sempre
lui, appena adolescente, a eliminare la tetra dominazione del potentissimo re
Minosse e a domare la sfrenata arroganza di Tebe, a portare aiuto ai figli di Ercole4
e a vincere con la forza d’animo e il vigore della sua destra qualunque mostro o
delitto. E tuttavia fu mandato via da Atene e le sue ossa le ebbe Sciro5, un’isoletta
non all’altezza di un così grande esule.
Solone, che diede agli Ateniesi leggi tanto celebri e utili che se avessero voluto
mantenerle in perpetuo avrebbero avuto un impero perpetuo, che recuperò Salamina, che prima incombeva da vicino come una rocca ostile sulla loro sicurezza,
che per primo vide sorgere la tirannide di Pisistrato e solo osò dire che bisognava
reprimerla con le armi, passò la sua vecchiaia a Cipro in esilio6 e non gli toccò
neppure di essere sepolto nella patria di cui aveva tanto bene meritato.
Gli Ateniesi si sarebbero comportati bene con Milziade7 se l’avessero mandato in
esilio subito dopo che aveva sconfitto trecentomila Persiani a Maratona, anziché
costringerlo a morire in carcere e in catene. Si potrebbe pensare che ne abbiano avuto
più che abbastanza di infierire in questo modo su un cittadino benemerito. Invece
1. i Cartaginesi… Annibale: nel 195
a.C. Annibale si ritirò in esilio volontario
presso Antioco III, aiutandolo nella futura guerra contro Roma.
2. Licurgo: leggendario legislatore spartano, sarebbe vissuto nel IX secolo a.C.
3. Togli… in maniera rustica: Teseo è
considerato il fondatore di Atene, a cui
dette leggi, istituzioni e culti.
4. Ercole: secondo il mito Teseo obbligò
Creonte (che reggeva Tebe) a dare sepoltura
a Polinice, figlio di Edipo caduto combattendo contro la sua città; aiutò i figli di Eracle, dopo la morte dell’eroe, contro Euristeo.
5. Sciro: secondo il mito, mentre Teseo si
trovava negli inferi con l’amico Piritoo, i
Dioscuri avevano messo sul trono di Atene Menesteo, che al ritorno dell’eroe lo
mandò in esilio. Spinto da una tempesta
sull’isola di Sciro, Teseo fu ucciso a tradimento dal re dell’isola, Licomede.
6. in esilio: Solone partecipò alla guerra di
Atene contro Megara per il possesso di Salamina nel 594 a.C.; fu esiliato varie volte,
l’ultima da Pisistrato; morì nel 558 a.C.
7. Milziade: il vincitore di Maratona nel
490 a.C.; accusato di tradimento, morì in
carcere l’anno successivo.
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Questo file è una estensione online del corso A. Perutelli, G. Paduano, E. Rossi, Storia e testi della letteratura latina, © Zanichelli 2010
Facta et dicta memorabilia  Valerio Massimo
non accettarono neppure che il corpo di un uomo costretto a morire così fosse sepolto
prima che suo figlio Cimone8 si consegnasse per essere imprigionato. Questa eredità
paterna, le catene e il carcere poté vantarsi di avere ingrandito il figlio del più grande
generale destinato ad essere a sua volta il più grande generale dei suoi tempi.
Anche Aristide, in cui si riassume tutta la giustizia della Grecia, insigne esempio
di continenza, fu obbligato ad andarsene dalla patria9. Felice Atene, che poté ancora
trovare un cittadino onesto e patriota dopo l’esilio di quello con cui l’onestà stessa
andò in esilio!
Ma l’esempio più famoso di quelli che trovarono ingrata la loro patria, fu Temistocle10: lui dopo averla resa sicura, famosa, ricca, regina della Grecia, la trovò
nemica al punto tale da essere costretto a rivolgersi alla compassione non dovutagli
di Serse, che poco prima aveva distrutto.
Anche Focione11, dotatissimo di quelle qualità che si ritengono le più potenti a
suscitare l’amore degli uomini, la clemenza e la generosità, per poco non fu messo
dagli Ateniesi alla tortura. E dopo la sua morte non trovò una zolla dell’Attica che
si potesse gettare sopra le sue ossa e fu gettato fuori dal territorio dove era vissuto
da ottimo cittadino.
Che cosa manca dunque perché si consideri demenza collettiva punire come gravissimi delitti quelle che per comune consenso sono considerate le massime virtù e ripagare i benefici con le offese? E se questo deve sembrare intollerabile dovunque, tanto
più ad Atene, in cui si previde per legge un’azione contro gli ingrati. E giustamente,
perché chi trascura la gratitudine verso chi la merita elimina la relazione del dare e
ricevere benefici, senza il quale la vita umana a fatica potrebbe sussistere. Quale rimprovero meritano quelli che avendo ottime norme e pessime indoli preferiscono le loro
usanze alle leggi? Se per provvidenza divina potesse darsi che quegli uomini eccellentissimi di cui ho riferito le vicende, appellandosi alla legge contro gli ingrati citassero in
giudizio la loro patria in un’altra città, non avrebbero con ciò ridotto al silenzio questo
popolo ingegnoso e facondo? “I focolari sparsi e i tuguri nei villaggi sono diventati la
colonna della Grecia, Maratona risplende dei trofei persiani, Salamina e l’Artemisio
sono i naufragi di Serse, le mura distrutte da forze superiori sono rinate con opere più
belle. Ma gli autori di queste imprese dove vissero, dove giacciono? Rispondi! Non hai
forse costretto Teseo ad essere seppellito in uno scoglio, Milziade a morire in carcere,
Cimone ad addossarsi le catene paterne, Temistocle vincitore ad abbracciare le ginocchia del vinto, Solone ad abbandonare la sua casa e come lui Aristide e Focione, mentre invece dopo aver disperse vergognosamente le nostre ceneri onori come più sacre
quelle di Edipo, un uomo contaminato dall’uccisione del padre e dalle nozze con la
madre, dedicando loro un altare tra l’Areopago, venerabile sede del dibattito umano e
divino, e la rocca eccelsa di Minerva, custode della città. A tal punto i mali altrui ti sono
più graditi dei tuoi beni. Leggi dunque la legge, che ti obbliga con giuramento, e poiché
non hai voluto conferire i premi dovuti ai benemeriti, paga la giusta pena a quelli che
hai danneggiato”. Tacciono le loro ombre, costrette dalla necessità del fato, ma non
tace, Atene dimentica dei benefici, il rimprovero che può esprimersi liberamente.
8. Cimone: importante il suo ruolo nello
sviluppo della potenza ateniese all’indomani delle guerre persiane.
9. fu obbligato… dalla patria: Aristide
fu esiliato per volontà di Temistocle, suo
rivale politico, nel 483 a.C.
10. Temistocle: il vincitore della famosa
battaglia di Salamina contro i Persiani
(480 a.C.) fu sospettato di tradimento e
quindi esiliato nel 471 a.C.
11. Focione: uomo politico ateniese, accusato di essere filomacedone, fu condannato a morte nel 318 a.C.
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