Gruppo AFMA – SLIDES Il rapporto affettivo (Marrocchi)

“La relazione della persona affetta da demenza: i
cambiamenti nel linguaggio, le afasie, tecniche di
comunicazione efficace”
Dott.ssa Gloria Marrocchi, psicologa psicoterapeuta
21 Ottobre 2013
Corso di formazione per volontari –Via Velluti, 7 Località Piediripa 62100 (MC) –
termine “comunicare”
“mettere in comune”
condividere con un altro soggetto un messaggio
CONDIVIDERE SIGNIFICATI E SIGNIFICANTI
DI CONSEGUENZA
al fine di comunicare un pensiero è quindi necessario prima
Selezionare le parole adatte ad esprimerlo:
Comporre strutturalmente la frase:
scelta lessicale
sintassi
Articolare meccanicamente tramite gli organi di fonazione
La malattia di Alzheimer colpisce tutti questi livelli della
comunicazione verbale, in modo sequenziale e
progressivo
La comunicazione si basa su tre modalità:
•Verbale (Linguaggio)
•Paraverbale (volume, altezza, intensità della voce, velocità dell’eloquio, fluenza)
•Non verbale (linguaggio del corpo: contatto corporeo, movimenti, gestualità, espressioni del viso,
distanza interpersonale, postura, sguardo, aspetto esteriore)
I DISTURBI DEL LINGUAGGIO NEL MALATO DI ALZHEIMER
Nella demenza di Alzheimer le lesioni cerebrali provocate dall’impoverimento
neuronale creano un danno non omogeneo, graduale e crescente che riguarda
numerose aree e interessa diverse funzioni cognitive, tra queste
IL LINGUAGGIO
AFASIA
Tipica espressione della malattia,
consiste nella perdita progressiva della capacità di utilizzo del linguaggio
prima nell’espressione
poi nella comprensione
Le difficoltà nel capire o comunicare verbalmente con
una
persona affetta da demenza sono di due tipi:
1. Problemi che la persona malata ha nel farsi capire (espressione e
produzione). Es. difficoltà a trovare le parole (nomi di oggetti familiari,
delle persone care)
2. Problemi che la persona ha nel comprendere ciò che gli viene
detto (comprensione). Es. durante la conversazione la persona dimentica
la prima parte della frase prima che essa sia terminata
• Queste difficoltà sono inoltre amplificate da disturbi sensoriali (es.
calo uditivo) e disturbi mnemonici (es. registrazione temporanea
del messaggio).
• Se si accompagna ad ecolalìa (la ripetizione involontaria di parole o
frasi dette da un'altra persona) e alla ripetizione costante di una parola o
di una frase, il risultato può essere una forma di discorso di difficile
comprensione, o una specie di gergo.
COME CAMBIA LA COMUNICAZIONE NEL
DECORSO DELLA M ALATTIA DI
ALZHEIMER
Sebbene esista una notevole variabilità individuale
 Nel momento della comparsa
 Nella velocità di aggravamento
 Nella tipologia dei disturbi della comunicazione
“Profilo” correlato alle tre grandi fasi evolutive
•
•
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FASE INIZIALE: alterazione del contenuto. La scelta lessicale e la
conversione del pensiero in linguaggio. (Difficoltà di tenere a mente,
omissione di informazioni cruciali, intromissioni di frasi irrilevanti o incongrui,
perseverazioni ideative).
FASE INTERMEDIA: contenuto e struttura del discorso. Errori grammaticali,
frasi lasciate in sospeso, uso abnorme di pronomi.
FASE AVANZATA: le risorse linguistiche sono molto scarse. Parla se
stimolato con risposte spesso stereotipate.
FASE INIZIALE
meno coesione nel discorso…
• ANOMIA:
difficoltà di trovare la parola giusta al momento giusto
• PARAFASIA VERBALE:
uso di una parola per un’altra, in base ad
una somiglianza:
o Formale: es. campagna/campeggio, male/mele, cosa/casa.
o Semantica: es. forchetta/cucchiaio, pianoforte/musica, ora/orologio.
o Formale e semantica: es. accappatoio/cappotto.
IL MALATO E’ CONSAPEVOLE
DEI SUOI DIFETTI
Di conseguenza…
• Parole pass-partout: es.
coso/cosa/roba…
• Termini d’incertezza: es.
credo che…secondo me…
• Circonlocuzioni, perifrasi,
giri di frasi, creando la falsa
impressione che il paziente sia
più verboso. Es. anello/
qualcosa che gira intorno,
cravatta/ quella cosa che serve
per vestire elegante…
SUL PIANO RICETTIVO:
o Incapacità di seguire
discorsi lunghi e
complessi, con rumori di
sottofondo.
SUL PIANO DELLA
SCRITTURA:
o Omissioni di lettere (e,l,i)
o Omissioni di gambe di lettere
(n,m,u)
o Sovrapposizione e/o
spaziatura di lettere all’interno
dello stesso vocabolo.
FASE INTERMEDIA
aumento notevole delle difficoltà a livello semantico e strutturale
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Inerzia verbale
Espressione linguistica lenta
Ripetizione sia nelle domande che nelle affermazioni
Spontaneamente parla di ciò che è successo nell’immediato (niente
cronologia degli eventi, né distinzione di ciò che deve ancora
accadere e ciò che è accaduto, né memoria prospettica)
Si accentua l’anomia
Perseverazioni verbali. Es: Ho bevuto il latte … e anche il latte. (Al
posto del caffè).
Violazioni della grammatica: frasi lasciate in sospeso, uso abnorme
di pronomi
Oltre alle suddette parafasie semantiche si aggiungono le parafasie
fonemiche es. gabilotto/gabinetto
neologismi.
EMPTY SPEECH
L’eloquio sussiste ma è VUOTO privo di
CONTENUTO.
Disprosodia affettiva: i gesti non sono più congrui, la
prosodia diventa monotona, il dire non combacia col detto,
l’espressione mimica viene meno.
SUL PIANO RICETTIVO
• Difficoltà a seguire anche
i discorsi semplici
• Scarsa comprensione di
ordini semi-complessi es.
“prendi il latte nel
frigorifero e versalo nella
tazza”
SUL PIANO DELLA SCRITTURA
• Errori sul piano mnemonico e
prassico, non sa più come si
scrivono le parole né come si
formano le lettere. La lettura si
conserva intatta, ma senza la
comprensione di ciò che viene
letto.
IL MALATO E’ BEN CAPACE DI DECODIFICARE:
• I GESTI
• LA PROSODIA AFFETTIVA
• LE ESPRESSIONI FACCIALI
DEL SUO INTERLOCUTORE!
NON ESISTE PIU’ LA CONSAPEVOLEZZA DELLE
PROPRIE CAPACITA’ COMUNICATIVE!!!
FASE AVANZATA
le risorse linguistiche sono molto scarse
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Logopenìa: parla solo se stimolato, è essenziale, conciso.
Risposte stereotipate
Perseverazioni verbali. Es: “Maria chiamo…eh…io mi
chiamo…Enrico…eh”, per dire “Io mi chiamo Maria, mio marito
Enrico”.
Eco risposte, il paziente si appoggia alle parole dell’interlocutore.
Es: “Come stai oggi?” “Come stai, bene!”
Ecolalìe. Es: “Hai fame?” “Hai fame?”
Psittacismo: ripetizione di parole che il malato sente nell’ambiente e
che ripete compulsivamente senza comprenderne il significato.
Logoclonie: ripetizioni anche bisbigliate delle ultime sillabe delle
parole.
FASE AVANZATA
• La comprensione orale è gravemente
compromessa
• Scrittura e lettura non sono più possibili
• Amimìa: volto quasi completamente privo
di espressione
• La prosodia affettiva è pressochè
inesistente
• Il contatto visivo con l’interlocutore è
difficile
CONTROLLARE REGOLARMENTE L’USO CORRETTO E
IL FUNZIONAMENTO DI VARIE PROTESI!
IN CASO DI DUBBIO CONSULTARE:
L’OCULISTA
L’OTORINOLARINGOIATRA
ODONTOIATRA
Regole da rispettare per creare intimità tra malato e
interlocutore:
Principi generali:
Le difficoltà di comprensione e di espressione NON sempre procedono di
pari passo: spesso il malato pur non riuscendo ad esprimersi,
comprende
ciò che gli viene comunicato
- Creare ambiente che faciliti la comunicazione: eliminare rumori o attività
disturbanti
- Utilizzare più canali di comunicazione contemporaneamente (parole +
mimica e gestualità + immagini visive)
- Rimanere sereni, calmi, disponibili
- Non spazientirsi dinanzi a risposte errate o incongrue
- Ignorare il linguaggio scurrile: ricordare che probabilmente è una reazione
automatica a qualcosa che lo ha innervosito, non è intenzionale
- Rispondere alle domande, anche se ripetitive: per il malato è sempre la
prima volta!
- Ricordare sempre che il malato è lui
Comunicazione verbale
- Presentarsi
- Chiamare per nome
- Trattare le persone come adulti (evitare linguaggio infantile)
- Utilizzare un tono della voce dolce e pacato, un volume moderato
- Formulare frasi brevi, precise, composte da parole semplici e chiare
- Parlare lentamente e dare tempo per rispondere
- Evitare di contraddire
- Fare una domanda per volta
- Chiedere di svolgere un compito per volta
- Informare su ciò che si sta facendo
- Inventare nuovi linguaggi: canto, dialetto, suono onomatopeico, parole
straniere, preghiere, poesie
oEvitare di dargli due compiti contemporaneamente quando parla. La
stessa cosa vale per colui che parla.
oRispettare il bisogno del malato di stare in silenzio. La stessa cosa vale
anche per colui che parla.
Comunicazione non verbale
- Espressione del volto distesa, serena, sorriso
- Vicinanza fisica
- Gestualità rassicurante, evitare movimenti bruschi
- Contatto visivo
- Assumere una posizione frontale di dialogo
- Recuperare l’attenzione toccando la mano, accarezzando,
chiamando per nome
- Se necessario abbracciare o prendere sottobraccio il malato
- Sorridere, prendere la mano, esprimere affetto
- Indicare, toccare, dare degli oggetti
CONSIDERARE la PERSONA in termini
RELAZIONALI
anche quando la compromissione cognitiva
è severa, può essere ancora possibile la relazione
“IO – TU”
CREDERE CHE LA RELAZIONE POSSA E
DEBBA ESSERE TERAPEUTICA
PERSONA come ESSERE SOCIALE
vive in un mondo in cui i significati sono condivisi
INTERAGISCE
 riflessione
 anticipazione
 aspettative
 creatività
INTERAZIONISMO SIMBOLICO
(parola, un gesto, emozione)
“COMUNICARE COL CUORE”
• EMPATIA
• RUOLO DELLA COMUNICAZIONE NON
VERBALE
• IL MALATO RIMANE UNA PERSONA
ADULTA CON UN PROPRIO PASSATO
INFANTILIZZARE/DENIGRARE/IGNORARE
Come migliorare l’espressione del
malato?
NELLA FASE INIZIALE
• MAI interrompere il malato mentre parla,
favorendo la concentrazione
• Tutte le difficoltà espressive VANNO SEMPRE
RISPETTATE con buon senso, rispettando i
tempi
• Quando il malato si trova in mezzo ad UNA
CONVERSAZIONE con più persone, è
opportuno FARLO PARTECIPARE IL PIU’
POSSIBILE
NELLA FASE INTERMEDIA
• ASSOLUTAMENTE INUTILE CORREGGERE le
parafasie fonemiche e gli eventuali neologismi,
solo se non si riesce a capire la vera parola.
• Se le difficoltà del malato sono notevoli e
l’anomia è molto frequente, è compito
dell’interlocutore TROVARE LA PAROLA
GIUSTA.
COSA PUO’ FARE LA FAMIGLIA?
STIMOLARE
•
•
•
SFOGLIARE VECCHI ALBUM DI FAMIGLIA PER FAVORIRE LE
REMINISCENZE (parlare dei parenti deceduti al “passato”, mai
riportare il malato bruscamente alla realtà!)
LEGGERE INSIEME GIORNALI, QUOTIDIANI E RIVISTE
GIARDINAGGIO, FESTIVITA’, MALATTIE, SPORT…
ANCHE SE CIO’ CHE VIENE DETTO DAL
MALATO NON HA NESSUNA LOGICA O
NESSUN SENSO, APPREZZARE SEMPRE IL
SUO CONTRIBUTO PERCHE’ ARRICHISCE LA
RELAZIONE!
NELLA FASE AVANZATA
• ASSOLUTAMENTE NECESSARIO
CONTINUARE A CERCARE CONTATTO con
il malato e parlargli, evitando che si senta
escluso da tutti e tutto.
• ASCOLTARE insieme al malato ogni tanto un
po’ di MUSICA.
COMUNICARE CON UN MALATO
DI ALZHEIMER FA PARTE DELLA
“CURA”
“contribuisce ad una dignitosa qualità di vita
dell’ammalato e di coloro che l’hanno vicino”
PERSONHOOD
Concetto psico-sociale
Intuito da Kitwood
“Status che entra in essere proprio nel momento in cui
una persona la conferisce ad un’altra, riconoscendola
appunto COME PERSONA considerandola degna di
rispetto”
LE NECESSITA’ PSICOLOGICHE DELLE PERSONE:
LE CATEGORIE CHE LE SMINUISCONO
E QUELLE CHE LA VALORIZZANO
INCLUSIONE
COMFORT
AMORE
IDENTITA’
OCCUPAZIONE
ATTACCAMENTO
BISOGNI: entità parziali che confluiscono nell’unico vero bisogno.