PROGRAMMA DI RICERCA STM RELAZIONE SCIENTIFICA FINALE Proponente: Dr Gianluca Corno Il Fruitore: Dr Gianluca Corno Istituto di afferenza : CNR-ISE Verbania Istituto ospitante: Leibniz Institute for Freshwater Ecology and Inland Fishery (IGB), Neuglobsow - Germany Titolo del programma: Impact of antibiotic resistant bacteria on organic matter degradation efficiency in natural aquatic bacterial communities Il progetto di ricerca pianificato è stato svolto interamente, utilizzando le strutture dell’IGB Berlino presso i quali lo studio sperimentale approfondito di comunità batteriche naturali includenti ceppi potenzialmente antibioticoresistenti è stato effettutato in esperimenti in batch dove le condizioni naturali dono state modificate attraverso l’addizione di una dose pari a tre volte il carico naturale tipico di un lago della Germania settentrionale di chitina, composto organico refrattario. Si è deciso di promuovere la trasmissione genica, e quindi anche il potenziale sviluppo di antibioticoresistenze, fornendo un substrato fisico aggiuntivo, al fine di favorire la produzione di biofilm, e quindi di costituire hot-spot di produttività nel sistema. Il substrato selezionato è stato polistirolo duro, in dischetti del diametro di 3 mm, in quantità di 3600 dischetti per bottiglia, al fine di eguagliare la quantità di superficie offerta ai batteri dalla bottiglia stessa. L’utilizzo di microplastiche, e del polistirolo duro (affondante) in particolare, ci permette di ricostruire le condizioni di ambiente inquinato del Mar Baltico centrale, e quindi di ampliare la possibilità di risposte della nostra comunità, verso una situazione che è già oggi presente in natura. Si è deciso inoltre di utilizzare anche trattamenti con la presenza di un protista (Ochrmonas danica) che è osmotrofo, e che funge da predatore di batteri nelle condizioni date. Gli esperimenti, eseguiti in bottiglie poste al buio su rulli (2.5 rotazioni al minuto) della durata di 4 giorni (+3 di acclimatazione dei ceppi), sono stati effettuati in 6 diversi trattamenti (3 repliche ciascuno): TR1: solo acqua di lago filtrata (FLW) + chitina (CH) TR2: FLW + CH + dischetti in microplastica (MP) TR3: FLW + CH + comunità batterica (BC, 200000 cellule per millilitro) TR4: FLW + CH + BC + MP TR5: FLW + CH + BC + predatori (Pr) TR6: FLW + CH + BC + MP + Pr E’ stato misurato il carbonio organico totale, disciolto e particellato al tempo zero e alla fine dell’esperimento, l’ossigeno disciolto (ogni 24 ore), l’abbondanza batterica e dei predatori sia in forma plactonica che in sessile sui dischetti di microplastica, che sul vetro. Si sono inoltre recuperati campioni di DNA dal popolamento planctonico e dai dischetti di polistirolo, che ci permetteranno a breve di avere ulteriori risultati sulla composizione filogenetica delle comunità, e sulla distribuzione dei diversi ceppi batterici. I primi dati a disposizione dimostrano inequivocabilmente l’importanza della presenza di più livelli trofici nel mantenimento e nello sviluppo delle attività di degradazione della sostanza refrattaria. I trattamenti 1 e 2 (controlli axenici) hanno dimostrato che non si ha rilascio significativo di sostanza organica dai dischetti nei primi 10 giorni di esposizione in acqua. Il trattamento 3, con i batteri liberi di crescere planctonicamente ha dimostrato di poter raggiungere abbondanze attorno al milione per millilitro, senza lo sviluppo di particolari morfologie ne di complesse interazioni sociali. Lo stesso dicasi per il trattamento 4, dove la presenza di microplastiche non ha stimolato crescita ulteriore, ed il numero di batteri sul substrato è paragonabile a quello free living. Il trattamento 5 ha visto una forte attività dei predatori cresciuti in pochi giorni dalla concentrazione iniziale di 400 cellule per millilitro a circa 2000. Il popolamento batterico (prede) è risultato fortemente condizionato dall’attività di grazing e di è risotto a meno di 2-300 mila cellule per millilitro, senza organizzare difese attive contro il predatore. Il trattamento 6 invece ha visto la crescita importante del predatore (oltre 4000 cellule per millilitro), dei batteri planctonici (oltre 4 milioni) e di un eccezionalmente complesso biofilm di soli batteri sui dischetti di polistirolo. Questi che fungono evidentemente da rifugio verso la predazione, rilasciano costantemente cellule batteriche in acqua libera, che sono quindi predate, ma attraverso la predazione si produce un rilascio di essudati che rifornisce nuovamente i batteri permettendo loro una crescita ulteriore. Le prossime analisi ci permetteranno di chiarire meglio questo importante risultato, e abbiamo già previsto una visita dei ricercatori dell’IGB presso l’ISE di Verbania entro fine ottobre. Firma del Proponente ……………………………………………………..