opportunità per il settore dell`arredamento

Materiali innovativi e
trasferimento tecnologico:
opportunità per il settore dell’arredamento
Quando si parla di arredamento si fa riferimento ad un
numero piuttosto ampio e diversificato di prodotti, inseriti nei
diversi ambienti domestici - la cucina, il salotto, la camera, lo
studio, il bagno o anche il giardino – e realizzati con materiali
che conferiscono ai prodotti prestazioni tecniche ed estetiche
diverse. Per l’innovazione di prodotto in questo settore sono
quindi possibili molteplici scelte di materiali alternativi a quelli
tradizionali.
Si può sicuramente affermare che il materiale
maggiormente impiegato oggi in questo settore è il legno,
che continua a confermarsi un valido materiale, sia per le sue
prestazioni meccaniche sia per la sua versatilità, lavorabilità e
per il suo costo. Attualmente però, a causa di una sensibilità
crescente sull’impatto ambientale dei prodotti e dell’esigenza
crescente di realizzare prodotti originali, il legno comincia a
essere sostituito da materiali alternativi che hanno permesso
l’adozione di soluzioni maggiormente ‘eco-friendly’.
Ne sono un esempio i legni tecnologici, ovvero
materiali termoplastici naturali realizzati a partire da fibre di
legno, spesso derivate da scarti di lavorazione, legate assieme
da una resina polimerica tradizionale, talvolta anch’essa da
riciclo. In miscela con un’elevata percentuale di carica fibrosa,
che può arrivare anche al 60%-70%, si possono impiegare
plastiche come il polietilene (PE), il polipropilene (PP), il
polivinilcloruro (PVC), l’acrilonitrile-butadiene-stirene (ABS),
il polistirene (PS) e, in alcuni casi, anche il PLA, polimero
biodegradabile di derivazione naturale. Il tutto può essere
estruso, come una plastica tradizionale, oppure iniettato
Legni estrusi
Priorità nella gestione dei rifiuti
© PST Galileo - Febbraio 2012
per ottenere rispettivamente profili (pieni o cavi) o oggetti
dalle geometrie complesse. Questi prodotti rispetto al
legno offrono superiori rigidità, resistenza alla flessione e
all’abrasione, ottima impermeabilità e resistenza al freddo. La
possibilità di ottenere forme cave li rende non solo più leggeri
ma anche più versatili e adatti ad ospitare al loro interno
materiali isolanti oppure cavi elettrici.
La loro stabilità dimensionale è paragonabile a quella
dell’alluminio; resistono inoltre ai raggi UV e anche all’acqua
salata. Grazie a queste proprietà sono utilizzati e utilizzabili,
soprattutto nella forma estrusa, in varie applicazioni nel
settore edilizio sia per interni che per esterni (pavimentazioni,
mobili, finestre e steccati).
Adottando invece le stesse tecniche utilizzate con il
legno, si possono impiegare dei pannelli ottenuti al 100% con
materiali di recupero post-consumo: si tratta, nello specifico,
di espansi rigidi in poliuretano raccolti e recuperati dai residui
di fabbricazione con l’aggiunta di particelle ultrasottili in
alluminio.
Questi materiali hanno l’aspetto di un tradizionale
pannello di fibre di legno ma hanno il vantaggio di essere
leggeri e assolutamente impermeabili all’acqua. Offrono
proprietà di isolamento termico migliori rispetto ai pannelli
strutturali in fibra di legno o a quelli compatti in plastica e
resistenza meccanica superiore rispetto ai pannelli isolanti
espansi.
Pannello da sansa esausta e plastiche riciclate
Dai residui della lavorazione dell’olio d’oliva e dal
riciclo di imballi in plastica (vaschette per yogurt e gelato,
vassoi) si ottengono invece dei pannelli con una durata
molto superiore a quella del legno. Sono infatti impermeabili
all’acqua e umidità, inattaccabili da sostanze chimiche e agenti
batteriologici.
Miscelando carta riciclata al 100% e resina fenolica
‘bio’ si sono realizzati dei compositi con buone proprietà
meccaniche e chimiche, resistenti ad alte temperature (fino
a 175°C), idrofobici e certificati Classe A per la resistenza al
fuoco. Grazie alla loro superficie non porosa, facile da pulire
e resistente alle macchie, essi vengono utilizzati per piani
di cucine e tavoli sia ad uso residenziale che commerciale
(ristoranti o bar). La loro resistenza al graffio e all’abrasione
li rende idonei per la realizzazione di taglieri. Esistono
applicazioni anche per uso esterno.
L’attenzione all’impiego di risorse naturali o derivate
da riciclo si impone anche nei rivestimenti di poltrone e
divani che oggi possono essere realizzati a partire dagli scarti
delle pelli, grazie ad un particolare processo di estrazione,
pressatura e lavorazione delle fibre di cuoio ricavate dagli
sfridi. Il profumo tipico della pelle è mantenuto e le varianti di
colori, texture e finiture disponibili sono molteplici.
Quando la tecnologia incontra la tradizione vengono
realizzati prodotti come il composito di pietra naturale
(soprattutto granito) laminata con tessuti resinati in fibra di
carbonio. In questo modo la pietra diventa flessibile e può
essere impiegata in spessori più sottili evitando, nella sua
movimentazione, rotture fragili.
Questo prodotto, oltre ad offrire un aspetto estetico
gradevole, permette l’assorbimento di vibrazioni e oscillazioni
e presenta un basso coefficiente di espansione termica e peso
ridotto, considerando che il granito ha una peso specifico
Cuoio da sfridi
© PST Galileo - Febbraio 2012
simile a quello dell’alluminio (2,7 ÷ 2,9 g/cm3). Trova utilizzo
in architettura e nel design di interni (piastrelle o gradini delle
scale), nell’automotive, nel settore navale (carrozzeria), nella
costruzione di fornelli high-tech, nello sport system (sci) e
nell’ingegneria meccanica.
Nell’arredamento vengono spesso introdotti
elementi translucidi, in grado di creare effetti visivi e ottici
particolari. In questo ambito si può collocare un particolare
tipo di cemento che è in grado di far intravvedere corpi od
oggetti, forme e colori.
Ciò è dovuto a fibre ottiche di elevata qualità
annegate al suo interno che permettono la trasmissione della
luce e il concretizzarsi di effetti ottici originali. Insensibile a
temperatura e agli agenti atmosferici, può essere utilizzato
sia all’interno che all’esterno. Questo materiale si trova sul
mercato in pavimenti, pareti, lavelli, pannelli per loghi, scritte
o immagini.
Nel caso in cui sia richiesta resistenza meccanica
unita ad elevata leggerezza, la schiuma di alluminio offre
buone opportunità di impiego. Con densità pari al 10-15%
dell’alluminio, è disponibile in pannelli molto rigidi, ignifughi
e completamente riciclabili. Accoppiabile a lastre trasparenti
o riempita con resine da colata, la schiuma di alluminio è
semplice da impiegare anche nel settore dell’arredamento, per
la realizzazione ad esempio di pareti autoportanti per stand
fieristici, tavoli translucidi dal look molto tecnico, pavimenti e
scaffali.
In alternativa a soluzioni tradizionali rigide, opache
e ruvide, sono disponibili materiali morbidi, trasparenti e
flessibili in grado di rendere il prodotto più accattivante,
grazie alle emozioni che i nostri sensi (e in particolare il tatto)
possono trasmettere.
Schiume di alluminio
Gel colorati e morbidi, adatti a distribuire in modo
uniforme i carichi e a donare comfort, sono utilizzati per
imbottiture di selle da bici o di spallacci di zaini, per suolette di
calzature o per tappetini mouse; è immediato il trasferimento
tecnologico al settore dell’arredamento e alle diverse tipologie
possibili di prodotto dove l’attenzione all’aspetto ergonomico
è sicuramente apprezzato e richiesto, come nel caso di sedute,
tappeti, impugnature, braccioli, ecc.
L’elettronica, unita alla tecnologia delle pellicole
conduttive trasparenti, consente la realizzazione di soluzioni
di vetro “intelligente”, come, ad esempio, i vetri on/off, dove
un semplice interruttore ne cambia l’aspetto da trasparente a
opaco (e viceversa), garantendo la discrezione dell’ambiente
interno.
La variazione di trasparenza è regolabile ed è resa
possibile grazie alla presenza di un film a cristalli liquidi: senza
impulso elettrico le molecole di cristallo liquido sono disposte
in modo disorientato e quindi fanno apparire il vetro come
opaco, mentre all’attivazione di corrente elettrica le molecole
si dispongono in modo orientato lasciando passare la luce.
Il vetro può diventare anche un altoparlante dal design
decisamente originale; grazie ad una lega magnetostrittiva, in
grado di trasferire o convertire energia magnetica in lavoro
meccanico e viceversa, un segnale audio viene trasformato in
vibrazione (onda meccanica) e quindi in suono. Appoggiando
questo metallo su una superficie rigida, questa diventa un
diffusore uniforme del suono. Si può quindi parlare di muri,
vetrate, tavoli, finestre, laminati convertibili in altoparlanti.
Spesso nell’arredamento, così come in qualsiasi altro
settore, l’aspetto estetico è affidato a speciali trattamenti
superficiali, in grado di conferire al prodotto un nuovo
look. Tra questi si vogliono evidenziare alcuni rivestimenti
che donano un particolare aspetto metallico a substrati di
Rivestimenti in pelle di pietra
© PST Galileo - Febbraio 2012
diversa natura (legno, metallo, calcestruzzo, lastre MDF, vetro,
materiale plastico, carta) oltre a conferire impermeabilità e
buona resistenza al calore.
Alcune vernici speciali riescono a riprodurre la
texture della pelle vera e la sua piacevolezza al tatto, offrendo
quindi l’opportunità di impreziosire il prodotto con un coating
similpelle. Altri materiali invece sono in grado di conferire
look molto innovativi alle superfici (interne ed esterne) che
rivestiscono: per esempio i tessuti di pietra, cioè strati sottili
e flessibili di pietra vera, strappati dalla montagna grazie ad
una tecnologia brevettata, che possono essere applicati in
continuo su legno o muratura e riproporre così le venature
naturali della roccia.
Sul mercato esistono già alcune applicazioni su vani
scale, vasche da bagno, sedute, vasi, rivestimenti di pareti,
superfici piane e anche curve.
Il rivestimento superficiale è però spesso sinonimo
non solo di aspetto estetico ma anche di funzionalità; alcune
proprietà sono infatti aggiunte al prodotto semplicemente
trattando la sua superficie, che può diventare antibatterica,
più facile da pulire, in grado di non appannarsi in condizioni
di forte umidità oppure di non evidenziare le impronte. Si
tratta per lo più di coating trasparenti, depositati con tecniche
diverse, che non alternano il colore o l’aspetto dell’oggetto.
In molti casi si ricorre a processi o a soluzioni
nanotecnologiche, come nel caso dei rivestimenti fotocatalitici
con biossido di titanio; si tratta di trattamenti ‘autopulenti’
che, grazie alla presenza di luce, sono in grado di trasformare
le sostanze organiche, responsabili dello sporco, in elementi
volatili o più facili da eliminare. Questi materiali si possono
trovare su pareti esterne, vetrate ma anche supporti metallici,
plastici o tessili.
Trattamenti ‘nano’ antimacchia