La religione nel Medioevo in Europa e nell`Islam. Appunti. Sono stati

La religione nel Medioevo in Europa e nell'Islam.
Appunti. Sono stati usati ampi periodi di Massimo Montanari Università di Bologna Modena, 9
settembre 2005
Nascita e diffusione del cristianesimo.
Quando nacque Gesù la religione dominante nell'Impero romano era quella politeista ma erano presenti
anche culti misterici e messianici. I culti misterici davano vita a comunità in cui si poteva entrare dopo
aver partecipato a riti di iniziazione, durante e dopo i quali si apprendevano le principali verità religiose.
I misteri promettevano ai propri membri la salvezza, cioè il conseguimento di una vita beata dopo la
morte.
L'attesa messianica invece era centrale nella religione ebraica, ma il messia (l'unto del signore) avrebbe
portato il regno di Dio sulla terra.
Per i cristiani il messia è Gesù, che però ha parlato di un regno di Dio nei cieli. Della vita di Gesù non si
hanno molte notizie certe. Quasi tutte le notizie derivano dagli stessi cristiani, i quali comunque non
avevano lo scopo principale di ricostruire una vicenda storica, ma principalmente quello di professare e
diffondere la fede in Gesù come il messia inviato da Dio. La dottrina di Gesù presentata nei vangeli si
innesta sulla tradizione monoteista ebraica, ma si distacca da essa riconoscendo in Gesù il figlio di Dio
che si è incarnato per salvare l'uomo e liberarlo dal peccato originale.
Nei tre - quattro secoli successivi alla morte di Gesù, la religione cristiana venne definita e approfondita
in modo più dettagliato rispetto alla religione dei primi cristiani. Un grande ruolo in questo
approfondimento lo ebbe Paolo di Tarso. Gran parte della dottrina cristiana attuale deriva dal pensiero e
dalla parola di Paolo di Tarso. A Paolo si deve innanzitutto la TRASFORMAZIONE DEL
CRISTIANESIMO IN RELIGIONE UNIVERSALE. Infatti, per primo aprì il messaggio di Gesù a tutta
l'umanità. Dopo Paolo, la dottrina cristiana subì ulteriori evoluzioni sotto l'influenza delle filosofie
greche e romane. In particolare il cristianesimo accettò la credenza, sostenuta dalle religioni misteriche e
da Platone, che l'uomo è costituito dall'unione di corpo e di anima.
La Chiesa Cristiana
Il cristianesimo diede vita non solo a una dottrina religiosa, ma anche a una comunità organizzata: la
Chiesa. Il termine chiesa deriva dal greco ecclesìa, che significa assemblea. Infatti, secondo gli
insegnamenti di Gesù i primi cristiani vivevano in fratellanza, in povertà e dividendo dei beni, in carità e
non violenza. L'uguaglianza tra gli uomini era estesa anche alle donne e agli schiavi.
Ma uno scopo di queste comunità era quello di diffondere la fede cristiana tramite predicazione ed
esempio. Tuttavia, già dal II secolo il cristianesimo, spinto dalla necessità e dalle persecuzioni, si diede
nuove forme di organizzazione. A partire dal 64 fino al 313 le comunità cristiane furono sottoposte a
persecuzioni. In ogni caso, nonostante le persecuzioni, il cristianesimo nel IV secolo divenne la religione
più diffusa nelle città dell'Impero Romano.
Ma a questo punto le comunità cristiane si diedero un'organizzazione di tipo gerarchico. A capo di un
dato territorio vi era un vescovo, che era il capo del clero. Venne introdotta una netta divisione tra laici e
clero. Le donne vennero escluse dal sacerdozio. Un altro cambiamento riguardò i riti e i testi sacri.
Vennero fissati riti di iniziazione: il battesimo e la comunione. Anche la tradizione religiosa romana
venne utilizzata: l'uso dell'incenso e delle processioni. Anche il culto dei santi si innestò sulla
venerazione che i romani portavano agli antenati e ai grandi personaggi del passato. Anche il culto della
Madonna aveva un legame con l'antichissimo culto della Dea Madre. La Chiesa poi definì i propri
dogmi, ossia le verità da accettare per fede. Infine, si accettarono i quattro vangeli sinottici ufficialmente.
Con l'editto di Teodosio del 380 di Tessalonica, il cristianesimo diventava l'unica religione ammessa
nell'impero. La Chiesa finì per legarsi sempre più al potere. Non tutti i cristiani accettarono questo
cambiamento, che sembrava in netto contrasto con l'insegnamento di Gesù. Ma la Chiesa dotata di potere
politico prevalse: pagani e cristiani in disaccordo con le posizioni della Chiesa, i cosiddetti “eretici”,
furono perseguitati.
La chiesa nel Medioevo.
Nel Medioevo la religione aveva un ruolo fondamentale nella vita degli uomini. Possiamo dire che ogni
atto della vita era sotto l'influenza della religione, un uomo senza religione era una rarità Ma non
dobbiamo solo pensare alla religione cristiana. Nel Medioevo erano presenti la religione ebraica e quella
musulmana. Queste religioni hanno comunicato tra esse più di quanto siamo soliti pensare ai nostri
giorni.
Il Medioevo trova nella religione cristiana un elemento di forte unità. Tuttavia quella stessa identità
cristiana era tutt’altro che unitaria. Il cristianesimo medievale (almeno fino ai secoli XII-XIII) si
adatta,ed è capace di convivere con culture diverse, magari per assimilarle, ma in qualche modo anche
per confermarle. Si Pensi al rapporto fra cristianesimo e culti naturalistici “pagani”, forme di religiosità
tradizionale legate ai riti di fecondità dei campi, a figure sciamaniche, a forme di magia protettiva della
vita quotidiana nei suoi vari aspetti. A questi bisogni il cristianesimo medievale rispose inventando le
figure dei santi, per molti versi sostitutivi dei guaritori popolari, di cui i santi riprendevano le funzioni,
con analoghe offerte di protezione riguardo ai raccolti, alle malattie, alla sicurezza alimentare. Solo in età
moderna, soprattutto dopo il Concilio di Trento, la Chiesa comincerà a combattere duramente le forme
che restavano della religiosità popolare, ridefinite come stregoneria diabolica .
Anche la tradizione ebraica è molto presente nel cristianesimo medievale.
Con l’Islam lo scontro è assai più radicale e assume anche caratteri politico militari: l’epopea delle
Crociate, valutata in termini di integralismo e di intolleranza religiosa, è certamente una pagina fra le più
oscure del Medioevo. Ma neppure le Crociate impedirono al mondo cristiano e al mondo islamico di
incrociare un dialogo fecondo e costruttivo.
Sul piano culturale si deve ricordare la centralità dell’Islam nella conservazione, traduzione e
trasmissione di testi antichi, filosofici e scientifici, che a iniziare dal X-XI secolo ricominciarono a
circolare in Europa. Sul piano economico, gli scambi commerciali con l’Oriente – inizialmente garantiti
dai mercanti arabi, prima che i veneziani ne prendessero il monopolio – fecero affluire in Occidente una
quantità di prodotti (spezie e manufatti preziosi) che trovarono largo impiego sulle tavole e nelle case
degli europei ricchi. Certamente il Medioevo è stato insanguinato dalle Crociate ma non mancano esempi
di fortissimo dialogo.
Al Medioevo dei crociati fa eco il Medioevo di Francesco d’Assisi e del sultano Melek che si
incontrano, si parlano, si capiscono: Francesco non cerca lo scontro ma il dialogo; cerca un
linguaggio comune, in grado di avvicinare gli uomini, non di allontanarli. Non a caso, Francesco è
poi diventato una figura carismatica non solo della tradizione cristiana, ma anche di quella
islamica. In quegli stessi anni (siamo agli inizi del XII secolo) il papa scomunicò l’imperatore
Federico II, che, invece di combattere l’Islam, cercò un accordo – sempre con il sultano Melek per
garantire ai cristiani il libero accesso a Gerusalemme e a Betlemme. Eppure anche dagli scontri tra
cristiani e musulmani si costruirono realtà nuove, forme di meticciato culturale forse impensabili. Dopo
tanto sangue e atti di crudeltà, dal XII secolo i rapporti fra cristiani e musulmani in Oriente migliorarono,
e non mancarono forme di tolleranza e di pacifica convivenza.
La religione Islamica.
Come si è visto le tre religioni monoteiste hanno anche dialogato tra di loro nel Medioevo. Seguono
alcuni cenni intorno alla religione musulmana.
La religione islamica nacque dopo il cristianesimo; Maometto, il fondatore e profeta dell'Islam, nacque
sei secoli dopo Cristo. Maometto nacque in Arabia, che allora era abitata da tribù di religione animistica
in lotta tra loro. Come tutti i profeti della tradizione monoteista anche Maometto dichiarò di aver appreso
la propria dottrina mediante un'illuminazione, cioè mediante delle visioni provenienti da Dio. Il risultato
dell'illuminazione è il libro sacro del Corano; per i musulmani la parola di Dio stesso. Oltre al Corano i
musulmani considerano oggetto di fede anche la Sunna, ovvero l'insieme dei detti e delle azioni che la
tradizione attribuisce a Maometto.
Maometto pote' aver contatti con i monaci cristiani eremiti e quindi ebbe modo di conoscere la dottrina
cristiana, infatti aveva grande rispetto per Gesù, che chiama Maestro di giustizia e del quale ha scritto
che verrà alla fine dei tempi per giudicare i buoni e i cattivi; tuttavia, affermava che Gesù non era il figlio
di Dio, ma solo un profeta. Maometto era un profeta guerriero che attraverso l'azione politica e militare
riuscì a unificare le tribù arabe. Gli arabi in seguito, dopo la morte di Maometto, conquistarono un
vastissimo territorio, che andava dalla Spagna ai confini dell'India, passando per l'intero Nordafrica, la
Palestina, la Siria, la Mesopotamia e la Persia. Questa enorme espansione fu certamente favorita dalla
religione musulmana e dal principio della guerra santa.
Nei territori musulmani le scienze e la filosofia conobbero, fino al secolo XI – XII, un notevole sviluppo,
che favorì anche la ripresa degli studi filosofici nell'Europa.
Chiesa e potere politico.
Una delle novità più importanti della chiesa cristiana medievale fu l'emergere della figura del papa, cioè
del vescovo di Roma. In origine tra i vari vescovi non era stabilita alcuna gerarchia, e le principali
decisioni relative ai contenuti della dottrina cristiana erano prese da tutti i vescovi riuniti in concilio. Con
la fine dell'Impero romano di Occidente, non rimase alcun potere se non quello dei vescovi e, in
particolare del vescovo di Roma. In seguito, il vescovo di Roma, prestigiosa capitale dell'impero,divenne
il vero e proprio capo della chiesa cristiana d'Occidente e venne chiamato “papa”. Quando si formarono
nuovi regni (i regni romano barbarici) venne sempre più accentuandosi il problema dei rapporti tra stato
e chiesa. Molti vescovi avevano ottenuto feudi in donazione, soprattutto in Germania. Infine vi era la
tradizione dottrinaria risalente a san Paolo, secondo la quale l'autorità politica discende da Dio e le si
deve quindi obbedienza. Però rimaneva aperta una questione: quale rapporto vi doveva essere tra lo stato
(l'impero) e l'autorità del papa e della chiesa?
Durante il periodo del Sacro Romano Impero, quando era al trono Carlo Magno, ci fu collaborazione tra
papato e impero. Ma in seguito sorsero contrasti tra le due istituzioni, per determinare quale delle due
avesse la preminenza in certe questioni. Per esempio sorse il problema della nomina dei Vescovi-conti,
ovvero di quei vescovi che governavano nei feudi. Chi doveva nominarli? Dovevano essere prima Conti
e poi ricevere l'investitura di vescovi dallo stesso imperatore oppure dovevano essere prima vescovi
nominati dal papa e poi ricevere il beneficio del feudo? Questi contrasti diedero luogo alla lotta per le
investiture tra papa e imperatore.
Nel corso del Medioevo vennero prospettate due soluzioni per risolvere il conflitto tra stato e chiesa: la
soluzione cesaropapista e quella teocratica. Secondo il cesaropapismo la chiesa deve dipendere dallo
stato. Questa soluzione si era affermata nella parte orientale dell'Impero romano.
Nella seconda metà dell'XI secolo cominciò ad affermarsi la soluzione teocratica. Teocrazia significa
“potere di Dio” ed è un termine usato per indicare gli stati in cui la chiesa e il clero controllano il potere
politico.
La lotta per la supremazia tra papato e impero è un episodio importantissimo nel Medioevo occidentale.
Questa lotta prende il nome di “lotta per le investiture”. Terminò formalmente con la vittoria della chiesa,
ma i papi dovettero infine scontrarsi con nuovi e più forti poteri: i comuni, le signorie e soprattutto le
monarchie nazionali.
Le eresie.
I movimenti di protesta contro la chiesa.
A partire dall'XI secolo, la corruzione del clero in generale spinse molti fedeli a dar vita a movimenti di
protesta contro la chiesa. Molti esponenti dell'alto clero vivevano nel lusso e praticavano talvolta costumi
disinvolti. I riformatori desideravano che la chiesa ritornasse alla purezza evangelica, volevano una
chiesa egualitaria, gestita dal basso dai fedeli ed estranea al potere politico. Per questo la chiesa, dal XII
al XIV secolo, si scontrò ripetutamente con i movimenti riformatori più radicali, che vennero accusati di
eresia.
L'eresia nell'ambito del cristianesimo, è una dottrina che si oppone apertamente e direttamente ad una
verità rivelata o, per estensione, a quella di qualsiasi altra chiesa, credo o sistema religioso considerato
come ortodosso.
Con il termine “movimenti ereticali” vengono storicamente definiti alcuni movimenti che misero in
discussione la dottrina e/o la teologia della Chiesa Cattolica, discostandosene, spesso per criticarne al
contempo alcuni aspetti come ad esempio l'eccessiva ricchezza o il coinvolgimento nella politica attiva
(wikipedia).
Tra i movimenti ereticali ricordiamo i valdesi e i catari. I valdesi sostenevano la necessità di un ritorno
alla chiesa originaria, povera, pacifica e senza distinzione tra laici e clero.
I catari ritenevano che esistesse una divinità malvagia legata alla materia, mentre Gesù era ritenuto uno
spirito inviato dal dio buono per liberare l'umanità dalla schiavitù della carne. La chiesa reagì in due
modi contro le eresie:
1) repressione, talvolta vere e proprie crociate;
2) esempio e propaganda.
La repressione consisteva nell'eliminazione fisica degli eretici, talvolta con vere e proprie stragi di
massa. Nel tredicesimo secolo la chiesa organizzò veri e propri organismi giudiziari: i tribunali
dell'inquisizione.
Per quanto riguarda l'esempio la chiesa cattolica introdusse nuovi ordini monastici: l'ordine francescano
(fondato da san Francesco D'Assisi) e l'ordine domenicano (fondato da san Domenico).
L'ordine francescano era un ordine mendicante, cioè praticava e predicava la povertà evangelica, ma
obbediva rigorosamente alla chiesa cattolica. Ciò scongiurò il pericolo di venire accusato di eresia.
La riforma protestante
La Riforma protestante è il nome dato al movimento religioso, con rivoluzionari risvolti politici, che ha
interessato la Chiesa cattolica nel XVI secolo e che ha portato alla nascita del protestantesimo.
L'origine del movimento è da attribuire al monaco agostiniano Martin Lutero, ma altri protagonisti
importanti saranno Giovanni Calvino, Ulrico Zwingli, Thomas Müntzer e Filippo Melantone.
La Riforma Protestante ha una data di inizio ufficiale, che coincide con l'affissione delle 95 tesi da parte
di Martin Lutero sulla porta della chiesa di Wittemberg, nel 1517. Tuttavia la Riforma Protestante ebbe
origine nei numerosi movimenti che possiamo definire di rinascita o riforma spirituale medievale che
attraversarono tutta l'Europa nei secoli precedenti.
La causa occasionale fu la polemica sorta a seguito delle 95 tesi pubblicate da Lutero contro la vendita
delle indulgenze in Germania. La Chiesa cattolica per far fronte alle sue notevoli spese (costruzione di
chiese, attività politica e persino militare in italia) cercava di ottenere denaro in vari modi, tra i quali il
più praticato era la vendita delle indulgenze. Ovvero la riduzione delle pene causate dai peccati
commessi attraverso la penitenza e la donazione di beni o denaro alla chiesa.
fu contro questa pratica, che mescolava genuine questioni religiosi con con gli interessi economici della
chiesa che si schierò Martin Lutero(1483 -1546).
Martin Lutero
(Martin Luther), il grande riformatore tedesco, nacque il 10 novembre 1483 ad Eisleben in Germania.
Suo padre, Hans Luther, originariamente un contadino, fece fortuna come imprenditore nelle miniere di
rame, mentre la madre, Margarethe Ziegler era una massaia.
Nel 1484, proprio poco dopo la nascita del piccolo Martin (primogenito di sette fratelli), i genitori si
trasferirono nel vicino paese di Mansfeld, in seguito alla nomina del padre a magistrato - grazie alla
rilevante fortuna acquisita - di quella cittadina. A Mansfeld Lutero frequentò la scuola di latino mentre
nel 1497 si recò a Magdeburgo per intraprendere gli studi presso la scuola dei Fratelli della Vita Comune,
fondati dal mistico Geert de Groote.
Nel 1501 il padre lo inviò ad iscriversi all'università della città imperiale di Erfurt dove il giovane
studiò arti liberali, conseguendo il baccalaureato nel 1502 e il titolo di magister artium nel febbraio 1505.
Luther si fa monaco.
E fu proprio il 1505 un anno cruciale per Lutero: secondo i suoi biografi, il 2 luglio, ritornando ad Erfurt
dopo una visita ai genitori, vicino al villaggio di Stotternheim incappò in un violento temporale durante il
quale fu quasi ucciso da un fulmine. Si racconta che nella tormenta Lutero, terrorizzato, fece voto a
Sant'Anna che se fosse sopravvissuto avrebbe preso i voti. Il temporale passò e lo studioso mantenne la
promessa due settimane più tardi. Naturalmente, l'episodio del temporale affrettò probabilmente
un'evoluzione già in corso da tempo e non fu, come si vuol troppo semplicisticamente credere, un'
illuminazione improvvisa. Ad ogni modo entrò, contro la volontà paterna, nel convento agostinianoeremitano di Erfurt, dove pronunciò i voti nel 1506, e dove venne ordinato sacerdote il 3 Aprile 1507. La
regola dell'Ordine prescriveva una sistematica lettura della Bibbia. In breve Lutero acquistò una
conoscenza straordinaria della Sacra Scrittura. In convento, inoltre, si dedicò allo studio degli scritti di
Aristotele, Sant'Agostino, Pietro Lombardo e del filosofo scolastico Gabriel Biel, commentatore del
pensiero nominalista di Guglielmo di Ockham, il cui orientamento teologico era dominante presso gli
agostiniani.
Luther diventa professore di Teologia.
Nel 1508 gli venne assegnata una cattedra di filosofia morale ed etica aristotelica all'università di
Wittenberg. Nelle sue riflessioni stava prendendo corpo la convinzione che le nostre opere non possono
essere altro che peccaminose, perché la natura umana è solo peccato. Il corollario, sul piano delle fede, è
che la salvezza è concessa da Dio per la sola fede e la sola grazia.
Il viaggio a Roma -Da Wittenberg il futuro riformatore si recò nel 1510 a Roma, per una per portare una
lettera di protesta in merito ad una diatriba interna all'ordine agostiniano. Lutero ne approfittò per visitare
la città, facendo il giro dei luoghi santi, per guadagnare, come era consuetudine, indulgenze.
La prassi delle indulgenze, nata durante le crociate, prevedeva inizialmente che chi non poteva
rispondere fisicamente all'appello dei Papi per la liberazione dei luoghi santi, si concedeva la possibilità
di una partecipazione mediante un contributo in denaro accompagnato da pratiche spirituali. In seguito il
principio andò estendendosi ad altre opere buone. Le indulgenze si trasformarono poi in un grosso affare
bancario. La concessione dell'indulgenza ai vivi e ai defunti era dilatata al massimo ed era liberata in
gran parte degli obblighi spirituali riducendosi al puro versamento del denaro.
Le 95 tesi- L'affissione delle 95 tesi da parte di Martin Lutero sulla porta della chiesa di Wittemberg, nel
1517 dà inizio alla riforma protestante. Le testi non respingono del tutto la dottrina delle indulgenze, ma
ne limitano molto l'efficacia, soprattutto sottraendola al solo atto formale dell'offerta. Le 95 tesi, tuttavia,
non sembrarono ancora un aperto invito alla ribellione (vi affiora infatti l'immagine di un Papa non
informato a sufficienza degli abusi).
Nell'ottobre del 1518, però, Lutero invitava il Papa a convocare un Concilio, riconoscendo ancora
implicitamente un'autorità della Chiesa superiore al Papa. L'anno seguente, il 1519, Lutero negava pure
l'autorità dei Concili. La Sola Scrittura, in pratica solo la Bibbia, e non il Magistero della Chiesa,
dovevano considerarsi fonte di verità, tutte considerazioni poi approfondite in alcuni celebri scritti. Con
il presentare sulla base del principio "Sola fede, sola grazia, sola Scrittura", intendendo cioè il rapporto
tra Dio e l'uomo come diretto e personale, Lutero eliminava la Chiesa quale mediatrice mediante i
Sacramenti. Essi, infatti, erano ridotti al solo Battesimo e alla sola Eucarestia, sia quale detentrice del
magistero. Affermazioni che non potevano non provocare un enorme scandalo, che infatti diede origine
alla scissione da Santa Romana Chiesa e diede il via a quell'enorme rivoluzione culturale che va sotto il
nome di Protestantesimo. Dopo aver sconvolto con la sua Riforma l'Europa e l'equilibrio fra gli Stati,
Lutero muore a Eisleben, sua città natale, il 18 febbraio 1546.
Il protestantesimo si diffuse in Europa, dando vita a nuove chiese protestanti, che in parte si rifacevano
alla dottrina luterana, radicalizzandone le idee. In Svizzera nacque la chiesa calvinista. In Inghilterra la
chiesa anglicana.