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 La gestione della ferita acuta e cronica La gestione delle ferite sia acute sia croniche si differenzia secondo la causa scatenante, la
natura della ferita e la sede anatomica interessata. La finalità principale nella cura di una
ferita è ottenere la sua chiusura, minimizzando il rischio d’infezione e la formazione di cicatrici
(1). Il farmacista svolge un importante ruolo nel consigliare e supportare il paziente con ferita,
indirizzandolo verso le cure più adatte al suo caso. È quindi fondamentale conoscere gli step da
seguire per una corretta gestione delle ferite. Gestione della ferita acuta
Osservazione
Questo primo approccio è necessario per determinarne la localizzazione, la lunghezza, la
profondità, lo stato neurovascolare e funzionale delle strutture adiacenti, e la presenza di
eventuali corpi estranei o detriti da eliminare. Se dall’osservazione della ferita si evince che
le strutture più profonde sono compromesse, quali ad esempio tendini, muscoli o ossa, allora è
necessario l’intervento di uno specialista.
Pulizia della ferita
Una volta esaminata, il primo e più importante step è la pulizia della ferita, che permette
l’eliminazione di eventuali detriti presenti e avviene attraverso l’irrigazione della ferita.
L’irrigazione si effettua tramite un flusso continuo di soluzione sulla superficie della ferita. La
pulizia immediata della ferita è sufficiente con il solo utilizzo dell’acqua potabile. Dopo la
detersione con acqua avviene l’antisepsi della ferita, soprattutto in presenza ferite a
rischio di infezione (se si è in presenza di detriti o particolarmente profonde), tramite
l’applicazione di soluzioni contenenti sostanze con attività antisettica in grado di
eliminare batteri e agenti contaminanti, riducendo così il rischio di infezioni. Esempi di prodotti
antisettici efficaci e comunemente utilizzati sono quelli a base di ipoclorito di sodio, perossido
di idrogeno, iodopovidone e clorexidina.
Sbrigliamento
È la tecnica che prevede la rimozione di tessuto lacerato, devitalizzato o contaminato,
necessaria per permettere la chiusura della ferita. Anche in questo caso l’utilizzo di agenti
antisettici è utile per una corretta pulizia della zona lesa e agevolare lo
sbrigliamento.
Medicazione
Dopo aver accuratamente pulito la ferita da eventuali detriti ed eliminato tessuto lacerato, si
procede con la medicazione della ferita. È necessario procedere mantenendo la ferita in
ambiente umido, seguendo il Wound Moist Healing, cioè la guarigione in ambiente umido.
Infatti, è stato dimostrato che mantenere la ferita umida permette una più veloce e corretta
chiusura della ferita, promuovendo l’angiogenesi e la fagocitosi. Inoltre, migliora il tasso di
riepitelizzazione, riducendo il dolore e migliorando anche l’estetica della ferita (4). Oggi sono
presenti sul mercato diverse medicazioni avanzate con caratteristiche di biocompatibilità,
contenenti sostanze che favoriscono la cicatrizzazione e garantiscono un ambiente
libero da batteri, come ad esempio i prodotti a base di collagene e argento.
Cura antibiotica
La cura antibiotica dipende dalle caratteristiche della ferita e dal suo processo di chiusura. Le
ferite che sono più a rischio d’infezione (come quelle causate da morsi a livello della mano o
facciale, o ferite da punta profonde, o ferite lacero-contuse) necessitano di una terapia
antibiotica, come anche i pazienti immunocompromessi.
In presenza di una ferita acuta è necessario conoscere il tempo intercorso dall’incidente
che l’ha causata e il primo intervento di soccorso, per comprendere se vi possano già
essere delle infezioni in corso. In generale, si ritiene che 6 ore sia il lasso di tempo da
considerare tra quando avviene l’incidente e l’instaurazione della terapia, ma misure più
stringenti considerano 3 ore il tempo entro cui bisogna stabilire se intraprendere una
terapia antibiotica (1).
Gestione della ferita cronica Le ferite croniche, comprese le ulcere da pressione, il piede diabetico e le ulcere venose delle
gambe, sono complesse e richiedono una particolare gestione. La preparazione del letto
della ferita (nota come WBP, Wound Bed Preparation) è un modello utilizzato per la gestione
globale e sistematica delle ferite croniche.
I tre componenti principali della cura locale della ferita cronica sono: sbrigliamento,
controllo dell’infiammazione e dell’infezione e corretto bilancio di umidità (1).
Sbrigliamento
Questo approccio permette la rimozione del tessuto necrotico, minimizzando così la
crescita di microrganismi patogeni.
Pulizia della ferita tramite irrigazione
Il controllo dell’infezione avviene tramite la pulizia della ferita che prevede l’applicazione di una
soluzione sul letto della ferita. A tal proposito la soluzione salina rappresenta la scelta
migliore per effettuare la detersione perché esente da sostanze chimiche citotossiche per il
tessuto. L’utilizzo di antisettici, soprattutto in presenza di ferite croniche, si rende
necessario in caso di infezione. Anche in questo caso esempi di antisettici sono quelli a
base di ipoclorito di sodio, perossido di idrogeno, iodopovidone e clorexidina.
L’irrigazione permette una pulizia accurata della ferita, esercitando la corretta pressione e
utilizzando il giusto volume d’irrigazione. È stato stimato che sono necessari volumi
d’irrigazione compresi tra 50 e 100 ml per cm di lunghezza della lacerazione della ferita.
Inoltre, non bisogna esercitare una pressione eccessiva, perché questo potrebbe causare un
ulteriore danno tissutale, aumentando così la possibilità di infezione (1).
Medicazione avanzata
La medicazione avanzata è un materiale di copertura con caratteristiche di
biocompatibilità; è formata da un rivestimento esterno e uno interno a contatto con la
lesione che ha la funzione di proteggere e mantenere il giusto grado di umidità della ferita.
Nella scelta e applicazione corretta della medicazione avanzata si deve tuttavia evitare
un’eccessiva umidità perché questa può causare la proliferazione batterica. La
medicazione avanzata spesso contiene sostanze con attività antisettica e
biocompatibili che favoriscono il processo di guarigione. Sono esempi le medicazioni
a base di alginati, argento, acido ialuronico.
Bibliografia
1. Nicks BA, Ayello EA, Woo K, et al. Acute wound management: revisiting the approach
to assessment, irrigation, and closure considerations. Int J Emerg Med 2010 Aug
27;3(4):399-407.
2. Fernandez R, Griffiths R. Water for wound cleansing. Cochrane Database Syst Rev 2008
Jan 23;(1):CD003861.
3. Khan MN, Naqvi AH. Antiseptics, iodine, povidone iodine and traumatic wound
cleansing. J Tissue Viability 2006 Nov;16(4):6-10.
4. Fonder MA, Mamelak AJ, Lazarus GS, Chanmugam A. Occlusive wound dressings in
emergency medicine and acute care. Emerg Med Clin North Am 2007 Feb;25(1):23542.
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