Primo Quarto: l`Innocenza La Ragazza Vergine Primo quarto di luna

Primo Quarto: l’Innocenza
La Ragazza Vergine
Primo quarto di luna
Significato
L’archetipo della Vergine rappresenta una donna che sta con se e non appartiene a nessuno.
Sensuale, amante virginale, eternamente impenetrabile, appare come una gemma, brillante e
accesa dal fuoco della fertilità e della sessualità. Emana vitalità e purezza d’intento, bellezza e
armonia, profumi e colori, ma anche fragilità. Questo archetipo corrisponde al ciclo della
pubertà, dell’adoescenza. Il menarca segna la fine della figlia e l’inizio del ciclo di donna, ma
prima che tale passaggio si concluda, devono passare diversi anni. Il modo in cui viene vissuto
il menarca, i messaggi che lo accompagnano assumono una forte valenza rituale che inciderà
sulle future esperienze di se come donna, sulla sessualità e sulla procreazione. Se il menarca è
onorato, la ragazza è più capace di integrare la trasformazione tra bambina e adulta. La sua
autostima e capacità di indipendenza nelle future tappe della vita si accresceranno.
Tradizionalmente il menarca viene interpretato come fine dell’innocenza e i messaggi rituali
con i loro divieti e tabù che lo accompagnano fanno sentire la ragazza impura e a rischio di
“inquinamento”. L’archetipo, invece, in questa fase della vita segna l’energia della purezza e
dell’integrità alla sua massima concentrazione. Anche se il bocciolo comincia a dispiegare i
suoi petali, il nucleo centrale attorno alla corolla rimane ancora chiuso. La ragazza vergine
rimane impermeabile e impenetrabile nella sua essenza, anche se comincia ad avere rapporti
sessuali.
La ragazza in questa fase può percepirsi come intoccabile, invulnerabile in una dimensione di
onnipotenza, una condizione che oggi spesso viene sfruttata e produce delle ferite, le quali
portano fuori dall’innocenza, facendola crescere forse prematuramente. Il bisogno profondo
sarebbe quello di essere protetta da aggressioni, inquinamenti e interferenze, per potersi
aprire gradualmente alla vita in sicurezza, proprio come succede al momento del parto.
Nella nostra società però è esposta troppo presto agli stimoli che precedono le tappe cicliche
dello sviluppo. Il rapporto sessuale e di coppia precede la tappa delle sorelle di sangue e
spesso la ragazza lo vive in modo sconnesso, poiché non è ancora in grado di accoglierlo
dentro di se. Infatti oggi i giovani non fanno più l’amore, ma fanno sesso. Si è verificato un
fenomeno nelle donne tra i 20 e i 30 anni chiamato “anoressia sessuale”. Guardando le tappe
del cerchio è vicina l’ipotesi che si tratti della necessità di recuperare delle fasi precedenti non
vissute.
L’eccesso di scelte con cui la ragazza si deve confrontare, l’assenza di limiti e la tendenza a
dover “provare tutto” la espongono a esperienze per cui non possiede ancora le basi né gli
strumenti di elaborazione e di giudizio. Uno dei significati dell’archetipo della vergine è la
“donna fondata in se stessa”, che decide, sceglie centrata su di se, sui propri bisogni e con i
propri tempi e modalità. Scegliere è un processo difficile che si apprende gradualmente e
richiede la comprensione dei propri bisogni. Oggi le scelte illimitate a disposizione
disorientano molto le ragazze. Diventa allora più facile seguire dei modelli stereotipati, il
gruppo, la maggioranza.
L’archetipo della ragazza vergine si attiva nella vita ogni qual volta la donna sente il bisogno di
tornare alla sua integrità, di radicarsi dentro di se, quando ricerca la sua essenza e si basa sui
propri bisogni per aprirsi a qualcosa di nuovo. E’ l’archetipo dell’autodeterminazione che
trova come suo complemento l’autorevole matriarca. Così come può “morire” tante volte nella
vita, la donna può tornare vergine tante volte durante la sua vita. La madre vergine trova una
collocazione in questo archetipo: gravida, ma impenetrabile e inviolabile, fondata in se.
I vissuti
Nell’esperienza, questo quadrante del cerchio, quindi questo archetipo, viene scarsamente
occupato e suscita molta discussione. Negli imprinting mestruali emerge una chiara differenza
generazionale. Le donne nate dagli anni 40 fino ai 60-70 hanno per la maggior parte
imprinting negativi. Disorientamento, spiegazioni rapide delle madri su come usare i
pannolini, commenti laconici come “questo ora ti succederà tutti i mesi”, rituali come lo
schiaffo tradizionale da parte della nonna alla ragazza, per indicarle la sua impurità,
avvertimenti e divieti rispetto a pericoli oscuri, caricano di paura l’evento del ciclo e
pregiudicano la capacità di abbandono nella sessualità e nel futuro parto.
Per contro, le donne nate dopo gli anni 70 hanno spesso potuto godere di spiegazioni maggiori
e addirittura di festeggiamenti “tra donne”, insieme alle donne adulte.
Il concetto di innocenza in questa fase della vita risulta di difficile comprensione, ma molte
donne sentono di essersi esposte in modo improprio. Oggi sembra che il bisogno della ragazza
di sentirsi donna si esprima più attraverso l’uso di contraccettivi e la conquista di un ragazzo
piuttosto che attraverso il prendersi cura di bambini piccoli e di se stesse, come accadeva in
tempi non lontani, nelle famiglie più numerose. Allora, l’iniziazione alla pubertà poteva essere
quella di poter assistere alla nascita di un fratellino o sorellina. Il modello materno proponeva
la maternità. Oggi, le madri offrono un modello di donna legato alle attività sociali e alla vita di
coppia e l’imitazione della madre da parte della figlia la porta ad assumerne i valori e i
comportamenti. Allora l’iniziazione alla pubertà può essere quella di usare un contraccettivo,
anche se non ce n’è ancora bisogno, di trovare un ragazzo, piuttosto che accudire.
Si è creato un vuoto di significato sociale ed educativo rispetto a tutti gli interrogativi del
passaggio di età. La stessa educazione sessuale nelle scuole è rara e incerta sui contenuti. I
ragazzi vivono il tema delle scelte come estremamente difficile. Quello che manca nella nostra
società è l’iniziazione alla vita adolescente da parte di persone più esperte, così come
mancano modelli di vita da imitare che sappiano rispondere alle alte aspirazioni di questo
ciclo. Il modello per la sessualità è la pornografia, ampiamente disponibile per i ragazzi sui
vari media. Una formazione specifica a scuola sui cambiamenti in atto sarebbe estremamente
importante.
Tratto da "Apprendere la maternità" di Verena Schmid, a sua volta tratto da "The Circle of Life, Thirteen
Archetypes for every woman" di Elisabeth Davis e Carol Leonard