COMPITO DI SCIENZE PER LUNEDÍ 19 – DA PAG. 101 A PAG. 103

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COMPITO DI SCIENZE PER LUNEDÍ 19 – DA PAG. 101
A PAG. 103
8.3
 La teoria della TETTONICA A ZOLLE: la litosfera non forma
un guscio continuo, ma si presenta fratturata, divisa in
una serie di zolle (o PLACCHE).
 Le zolle galleggiano sulla sottostante astenosfera e sono
mobili.

Le principali zolle della crosta terrestre:
 Il mantello è composto da materiale fluido, il magma, che
è riscaldato dal basso a causa delle levate temperature.
Anche nel mantello quindi si verificano dei moti
convettivi, cioè dei movimenti ciclici di materiali
provocati dal calore.
 All’interno del mantello si stabiliscono così correnti
ascendenti e discendenti di materia. Le prime provocano
la risalita del magma; le correnti discendenti permettono
il ritorno di materia verso l’astenosfera, in corrispondenza
delle fosse oceaniche.
 Due zolle confinanti possono allontanarsi, scorrere l’una
accanto all’altra in direzioni opposte, oppure scontrarsi.
L’ALLONTANAMENTO DELLE ZOLLE porta alla formazione di
nuova crosta terrestre. I margini di queste due zolle
vengono detti margini divergenti o anche margini
costruttivi. Attualmente la zolla eurasiatica e quella
africana si stanno allontanando dalle zolle nord e
sudamericane e ciò provoca l’espansione dell’oceano
Atlantico.
Lo SCORRIMENTO DI DUE ZOLLE l’una accanto all’altra, in
direzioni opposte, avviene lungo fratture chiamate faglie
trasformi. Questo movimento provoca attriti, fatturazione
delle rocce in profondità, terremoti e risalita di materiale
fuso. Poiché lungo i margini di scorrimento delle zolle la
crosta terrestre non si accresce né viene distrutta, si
parla di margini conservativi.
Lo SCONTRO TRA DUE ZOLLE avviene lungo margini
convergenti:
- nel caso in cui si scontrano una zolla oceanica e una
zolla continentale, la zolla oceanica, più densa, scivola
sotto la zolla continentale e ritorna nel mantello. A
questo processo si dà il nome di subduzione. Con la
subduzione, parte della crosta terrestre viene distrutta.
Per tale motivo, i margini delle zolle che vengono a
contatto si chiamano anche margini distruttivi. Le rocce
che costituiscono la zolla continentale, sottoposte a forti
pressioni, si corrugano, si piegano e possono formare
una catena montuosa: si ha cioè un fenomeno di
orogenesi. In questo modo, per esempio, si sono
formate le Ande;
- quando lo scontro avviene tra due zolle oceaniche, la
subduzione è in pieno oceano. Perciò i vulcani che si
formano costituiscono archi vulcanici insulari e si
generano profonde fosse oceaniche;
-in seguito allo scontro tra due zolle continentali, la
litosfera si può corrugare e sollevare, fino a formare una
nuova catena montuosa. Le Alpi e l’Himalaya sono
esempi di catene montuose formatesi per lo scontro di
due zolle continentali.
COMPITO DI SCIENZE PER LUNEDÍ 26 – DA PAG. 82
A PAG. 89
7.2
 I vulcani sono fratture presenti nella crosta terrestre,
dalle quali fuoriesce in modo discontinuo il magma, una
massa di materiale fuso incandescente. Quello che noi
vediamo è un edificio a forma di monte detto CONO
VULCANICO.
 Immaginando di sezionare un vulcano, si possono
riconoscere le altre parti da cui esso è formato: al di sotto
della superficie terrestre si trova la CAMERA MAGMATICA.
Il magma risale poi in superficie attraverso uno o più
condotti chiamati CAMINI e fuoriesce attraverso aperture
dette CRATERI: quello posto sulla cima del cono vulcanico
si chiama cratere centrale, quelli che si trovano sulle
pendici del vulcano sono i crateri secondari.
 Vengono considerati ATTIVI i vulcani attualmente in
eruzione o che lo sono stati fino a tempi recenti; si dicono
QUIESCENTI i vulcani che non danno segni di attività
eruttiva da tempi talmente lunghi da essere considerati
non pericolosi. I vulcani quiescenti possono però
emettere gas o vapori.
7.3
 Il magma è un materiale denso e viscoso, formatosi in
seguito alla fusione di rocce, contenente anche gas e
vapor acqueo; la lava è il materiale fluido emesso dai
vulcani e privo di gas, con temperatura più bassa rispetto
al magma.
 Oltre al magma un vulcano emette anche gas e materiali
solidi. Tra i GAS emessi dai vulcani ricordiamo l’idrogeno,
l’anidride carbonica, l’anidride solforosa e anche il vapor
acqueo. I MATERIALI SOLIDI vengono divisi in base alle
loro dimensioni: le CENERI sono particelle finissime, i
LAPILLI hanno un diametro tra 1 e 4 cm, le BOMBE sono
blocchi di notevoli dimensioni.
7.4
 Quando il magma fuoriesce dal cratere avviene
un’ERUZIONE.
L’eruzione può avvenire in modo tranquillo o violento. Se
il magma è fluido, esce dal cratere senza incontrare
ostacoli e dà luogo a un’eruzione effusiva. Se il magma
è molto denso, fa più fatica a uscire e avviene
un’eruzione esplosiva. In base al tipo di eruzione e dei
materiali emessi, si formano coni vulcanici di tipo diverso.
VULCANI A SCUDO: tipici delle isole Hawaii, sono vulcani
bassi con fianchi poco ripidi, poiché la lava che fuoriesce
è molto fluida e scorre velocemente sulle pendici,
allontanandosi di molto dal cratere.
CONI DI CENERE: si formano se le eruzioni sono di tipo
esplosivo ed emettono soprattutto materiali solidi, quali
ceneri e lapilli. Un esempio è il vulcano Paricutin, in
Messico, formatosi in seguito alle eruzioni iniziate il 20
febbraio 1943 e proseguite fino al 1952.
STRATOVULCANI: alternano eruzioni esplosive a eruzioni
effusive. Esempi sono il Vesuvio, l’Etna e lo Stromboli.
VULCANI LINEARI: la fuoriuscita di lava non avviene da un
cratere, ma da una spaccatura lineare nella crosta
terrestre. Sono anche detti di tipo islandese poiché sono
molto diffusi in Islanda. La lava che fuoriesce da un
vulcano lineare si espande lateralmente alla fessura
creando una struttura piana, detta plateau basaltico:
l’altopiano del Deccan ha avuto questa origine.
7.5
 Il terremoto (o SISMA) è una rapida e improvvisa
vibrazione della crosta terrestre, causata da deformazioni
e rotture che si verificano nelle rocce.
 La frattura che si verifica nelle rocce in seguito a un
terremoto prende il nome di faglia. La SISMOLOGIA è la
scienza che studia i terremoti.
 Il terremoto ha origine in un punto al di sotto della
superficie terrestre, detto ipocentro; l’energia del
terremoto si propaga dall’ipocentro sotto forma di
vibrazioni che originano delle onde, chiamate onde
sismiche. Il terremoto si avverte prima nell’epicentro,
che è il punto sulla superficie terrestre posto
direttamente sopra l’ipocentro.
 Dall’ipocentro si originano due tipi di onde sismiche:
-le onde longitudinali, dette anche onde primarie (P),
possono propagarsi nei solidi, nei liquidi e nei gas;
-le onde trasversali, od onde secondarie (S), non si
propagano nei liquidi. Esse vibrano perpendicolarmente
alla loro direzione di propagazione.
Anche dall’epicentro si originano delle onde sismiche,
dette onde superficiali. Esse si propagano sulla superficie
terrestre facendola sussultare e provocando i maggiori
danni alle costruzioni.
 La scala Mercalli indica l’INTENSITÁ di un terremoto,
valutata sulla base degli effetti che esso provoca.
La scala Richter indica invece il MAGNITUDO del
terremoto, cioè l’energia che esso sprigiona.
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