Un magma si forma quando una roccia madre (roccia sorgente o semplicemente “sorgente”) comincia a fondere. Per convenzione, nello studio dell’origine delle rocce ignee (Petrogenesi) in genere vengono identificate due tipi di sorgenti: Rocce (sorgenti) di Mantello Rocce (sorgenti) di Crosta Una roccia comincia a fondere per: Diminuzione di P Aumento di T Aggiunta di volatili Attrito Impatto Aumento di P Le pseudotachiliti si formano in condizioni di elevata T (fino a 1000 °C) causata da calore di frizione in seguito ad elevata deformazione. Il rapido raffreddamento è responsabile della formazione del vetro. Spessore di pochi cm. Attrito Attrito Fusione per attrito anche a scale molto più grandi (decine di km) Frazione di fuso Crosta Holtzman et al., 2003 Profondità (km) Vs (km/s) “Litosfera” Astenosfera Fusi Kawakatsu et al., 2011 Una volta formato, il magma difficilmente arriva in superficie con le stesse caratteristiche chimico-fisiche. Quasi sempre subisce importanti modificazioni della composizione chimica e delle proprietà fisiche. 1. Le rocce ignee formate dalla solidificazione di magmi generati per fusione parziale diretta di sorgenti mantelliche e crostali sono relativamente rare. 2. I vari tipi di rocce ignee esistenti in natura sono legati da processi di differenziazione secondaria che si verificano dopo che il magma si è formato. Un magma derivato dalla fusione parziale di una peridotite in genere non arriva in superficie per INVERSIONE DEL CONTRASTO DI DENSITA’ tra il magma e la roccia incassante. Nel mantello: magma < roccia incassante Nella crosta: magma > roccia incassante Le rocce di MANTELLO sono più dense del fuso che può essere prodotto da esse. La differenza di densità tra fuso e solido fornisce la spinta verso l’alto per “galleggiamento” del fuso stesso. Peridotite = 3,2-3,5 g/cm3 Fuso basaltico = 2,7-2,9 g/cm3 La differenza di densità (0,3-0,8 g/cm3) fornisce la spinta per la risalita del fuso. Le rocce della CROSTA sono tipicamente meno dense dei fusi basaltici. Le rocce della crosta continentale sono tipicamente “più leggere” rispetto alle rocce del mantello e rispetto ai fusi basaltici. Crosta Continentale = 2,3-2,8 g/cm3 Fuso basaltico = 2,7-2,9 g/cm3 I fusi basaltici non riescono ad oltrepassare questa “trappola di densità”. Al livello della crosta inferiore il fuso si ferma nella risalita, staziona e comincia a raffreddarsi… Crosta Alta (Poco densa) Crosta Bassa (Mediamente densa) Mantello (Molto denso) Fuso Basaltico Il fuso risale perchè è meno denso delle rocce di mantello Durante la differenziazione secondaria, i magmi possono subire variazioni chimiche in seguito a: 1. Cristallizzazione frazionata 2. Contaminazione crostale 3. Mescolamento di magmi Differenziazione secondaria 2. Contaminazione crostale 1. Cristallizzazione frazionata 3. Mescolamento di magmi Differenziazione secondaria 1. Cristallizzazione frazionata Differenziazione secondaria 2. Contaminazione crostale Differenziazione secondaria 3. Mescolamento di magmi La principale sorgente delle rocce ignee è il MANTELLO che può subire diversi gradi di fusione parziale per: Diminuzione di P Aumento di T Aggiunta di volatili Genesi dei magmi per fusione da mantello Curva di SOLIDUS Curva di LIQUIDUS Temperatura Pressione Decompressione ADIABATICA o+ lid So ido liqu Solido Solido Liquido Liquido Liquido Solido Una regione del mantello subisce decompressione quando: la litosfera sia continentale che oceanica è in fase di distensione, ossia un continente si sta fratturando o due placche litosferiche si separano. I fusi parziali del mantello possono raggiungere la crosta e anche la superficie. Distensione continentale Rift Continentale La crosta continentale può essere soggetta a fenomeni di distensione, favorendo la decompressione delle rocce del mantello e la formazione di fusi basaltici. Questo è quello che avviene quando placche continentali divergono in zone di rift (es. nell’Africa orientale). East African Rift System Formazione di un oceano Formazione di un oceano Formazione di un oceano Formazione di un oceano ATTENZIONE: Non tutti i rift continentali evolvono in bacini oceanici! Distensione oceanica Fusione per decompressione: Trappola di densità I basalti sono le rocce più comuni della crosta, soprattutto a causa della costante attività ignea delle zone di distensione, come le dorsali medio-oceaniche. Dorsale medio-oceanica Atlantica Subaerea ((es. es. Islanda Islanda)) Sommersa ((es. es. dorsale medio -atlantica) medio-atlantica) A B A 2-3 cm/a 2-3 cm/a B La dorsale dell’Oceano Atlantico è caratterizzata da medi tassi di separazione (2-3 cm/a) -2500 -3500 Metri sotto il livello del mare B -4500 A Faglia A -5500 Trasforme 5-9 c m /a 5-9 c Dorsale mediooceanica m /a B La dorsale dell’Oceano Pacifico è caratterizzata da elevati tassi di separazione (5-9 cm/a) Fusione per aumento di calore Plume di mantello: Punti caldi nella crosta Un Plume di mantello rappresenta una risalita convettiva di mantello allo stato solido. Tale risalita sarebbe causata da un’anomalia termica alla base del mantello (contatto mantello-nucleo). Il mantello più caldo (e più leggero) a causa del contrasto in densità subirebbe una spinta verso l’alto. La teoria dell’Hot Spot (Punto Caldo), cerca di spiegare tre fenomeni molto importanti: 1.Elevata produttività magmatica (attività magmatica molto voluminosa in tempi geologici relativamente molto brevi); 2. Immobilità dei vari Punti Caldi; 3. Catene lineari di isole oceaniche. Direzione di Vulcani estinti più antichi movimento della Vulcano “Hot Spot” placca In rosso sono identificati gli espandimenti basaltici ritenuti essere generati in conseguenza dell’impatto di un mantle plume con la superficie terrestre. a doi ne n o Z sizi n Tra Mantello Inferiore Nucleo Esterno Litosfera Continentale Mantello Primitivo Mantello litosferico oceanico Componente FOZO (Focal Zone) Crosta Oceanica Deidratazione I plume di mantello sono modellizzati come fenomeni mossi da una spinta al galleggiamento intrinseca, legata alle elevate temperature di origine (al contatto del nucleo). In realtà questo tipo di fenomeni, limitato al solo mantello superiore, può verificarsi semplicemente come risposta alla tettonica delle placche e all’arrivo di placche subdotte che creano una risalita passiva di mantello. Numerosi sono i problemi riguardanti l’ipotesi dei mantle plumes : 1. Ci sono poche evidenze che i mantle plumes siano regioni effettivamente “calde”. In pratica gli HotSpots non sono particolarmente “Hot”. 2. La temperatura misurata in aree ritenute “calde” o Hot-Spot non è più elevata rispetto ad aree senza attività vulcanica; 3. Lo studio geochimico dei prodotti generati da HotSpot indica la possibilità di un’origine molto più superficiale. 4. Zone anomalmente calde dovrebbero essere caratterizzate da velocità delle Vp e Vs più basse, ma questo non si registra sempre; In alternativa all’ipotesi dei mantle plumes, si propongono dei processi superficiali legati alla tettonica delle placche (Plate Tectonic Processes) Plume di mantello classico Placca in subduzione Risalita passiva di mantello sublitisferico Fluido raffreddato dall’alto Risalita passiva di mantello Fusione per aggiunta di volatili (H2O + CO2): Zone di subduzione: convergenza di placche oceaniche La crosta oceanica è più densa e meno spessa della crosta continentale. SUBDUZIONE Questo vuol dire che, in fase di scontro, la crosta (e l’intera litosfera) oceanica tenderà a sottoscorrere rispetto alla litosfera) continentale. In genere la litosfera oceanica viene riciclata o subdotta (dal latino sub [sotto] ducere [condurre], ossia “portata sotto”). Tettonica delle Placche – Riciclaggio Globale Arco oceanico (subduzione intra-oceanica) Arco continentale (subduzione oceano-continente) Collisione continentale Fusione per aggiunta di volatili (H2O + CO2): Volatili e fusi rilasciati dalla placca in subduzione Cuneo di mantello (dove avviene la fusione indotta dall’abbassamento della T di solidus) L’H2O rilasciata permea il cuneo di mantello che in questo modo comincia a fondere Assenza di H2O Presenza di H2O La stella rappresenta una roccia del cuneo di mantello al disopra del piano di subduzione. Distribuzione delle placche Noi siamo qui Nord America Eurasia Arabia Filippine Caraibi Cocos Pacifico Africa Indo-Australiana Nazca Sud America Scozia Antartide Distribuzione dei piani di subduzione ~80% dell’attività magmatica lungo le dorsali oceaniche ~15% delll’attività magmatica lungo il Ring of Fire <5% delll’attività magmatica in zone “intraplacca” Lunghezza: ~65mila km! Cintura di fuoco: distribuzione dei vulcani della zona di arco prodotta da subduzione di crosta oceanica sotto crosta continentale e oceanica Groenlandia Cina Nord America Oceano Atlantico Sud America Australia Oceano Pacifico Tettonica delle placche - Genesi Ignea 1. Mid-ocean Ridges 5. Back-arc Basins (Bacini di retroarco) (Dorsali medio-oceaniche) 2. Intracontinental Rifts (Fessure intracontinentali) (Basalti di isole oceaniche) 3. Island Arcs (isole di arco) 4. Active Continental Margins (Margini continentali attivi) 5 3 1 400 ? 600 km 7. Miscellaneous IntraContinental Activity (Attività ignea continentale varia; es. kimberliti, carbonatiti, anortositi, etc.) 6 C. Continentale 200 km 6. Ocean Island Basalts 7 4 2 ? C. Oceanica Mantello Litosferico Mantello sub-litosferico Sorgente dei fusi ? ? ? Da: An Introduction to Igneous and Metamorphic Petrology, by John Winter Margini di placca divergenti (COSTRUTTIVI) 200 km 400 ? 600 km ? ? ? Da: An Introduction to Igneous and Metamorphic Petrology, by John Winter Formazione di nuova Crosta Oceanica dove le placche divergono (Dorsali Oceaniche) Margini di placca convergenti (DISTRUTTIVI) 200 km 400 ? 600 km ? ? ? Da: An Introduction to Igneous and Metamorphic Petrology, by John Winter Distruzione di Crosta Oceanica, Formazione di Crosta Continentale (catene montuose) dove le placche si scontrano Punti Caldi/Hot Spots (MAGMATISMO INTRAPLACCA) Risalita di magmi mantellici al disotto della crosta oceanica e continentale