LA CROCIATA DI FRANCESCO - Basilica dell`Osservanza

“LA CROCIATA DI FRANCESCO”
CANTO “o signore fa di me uno strumento”
Porziuncola. Alcuni frati, con tono allegro e concitato parlano tra di loro. Solo alla destra del palco
FRATE: fratello hai sentito?
FRATE: no. Di cosa parli?
FRATE: ma come? Dei nostri confratelli in Marocco? Non sai niente?
FRATE: no. Ti prego raccontami
FRATE: era lo scorso gennaio e cinque nostri confratelli sono stai uccisi.
FRATE: ooooo davvero? Coronati dal martirio per aver predicato in terra straniera!!! Come sono
stati fortunati! Eletti dal Signore
Mentre parlano concitati ed emozionati entra Francesco. Si rivolge ai frati con fare serio e secco.
FRANCESCO: fratelli ognuno si glori del proprio martirio e non di quello degli altri.
Francesco va alla sinistra del palco dove si inginocchia per pregare. È turbato. Si avvicina un Illuminato che
si inginocchia vicino a lui.
ILLUMINATO: Francesco…
FRANCESCO: o caro Illuminato! Hai sentito i fratelli parlare poco fa?
ILLUMINATO: si Francesco, li ho sentiti. Perche me lo chiedi? Hanno fatto qualcosa di male forse?
FRANCESCO: no. Non c’è niente di male nel desiderare di servire Cristo fino al fine! È solo che
anche io sento tanto il desiderio di partire, di andare in quelle terre lontane dove volevo andare tanti anni
fa da crociato. Si Illuminato! Vorrei andare crociato ma solo di questa croce! Francesco mostra a Illuminato
il suo crocifisso. Ed ecco la mia spada Francesco alza il Vangelo. La voce aumenta e la concitazione pure. Ed
ecco il mio cavallo. Mostra il rosario. Vorrei andare dai saraceni, vorrei parlare con loro, vorrei raccontare
del nostro Salvatore, vorrei permettere loro di convertirsi al Vangelo di Cristo!
ILLUMINATO: Francesco , ma…
Mentre Illuminato parla Francesco è assorto nei suoi pensieri di viaggio ed esce dalla scena non
ascoltandolo. Anche Illuminato, sconsolato esce
MUSICA LEGGERA DI SOTTOFONDO mentre i personaggi escono e rientrano
Francesco parla al pubblico
FRANCESCO: era il 1212. Erano passati appena sei anni dalla mia conversione ero cosi infiammato
dal desiderio del martirio che decisi di passare il mare per andare in Siria a predicare la fede e la penitenza
ai saraceni. Ad Ancona mi imbarcati di nascosto su una nave, ma …
CANTO 2
Sul palco la stiva di una nave . i marinai stanno mettendo in ordine delle cassette nella stiva. Francesco e un
altro frate si nascondono per non essere visti.
MARINAIO 1 ai frati: eh voi? Cosa ci fate qua?
MARINAIO 2: avete perso la lingua? Voi non potete stare qua! Non potete venire con noi!
FRANCESCO: pace e bene fratelli. Vogliamo solo andare in Siria a predicare il Vangelo. Permetteteci
di stare qua, nella stiva.
ILLUMINATO: non daremo alcun fastidio, e poi la nave è già partita…. Non possiamo più scendere.
Vi prego. Non saremo un problema
I marinai si guardano perplessi e un pò scocciati
MARINAIO 1: ormai è tardi. State qua e non muovetevi per nessun motivo. Non si deve sapere che
siete qua.
Mentre i marinai escono dalla scena, il marinaio 2 ritarda il passo e, guardando di non essere visto, si volta
indietro. Tira fuori dalla giacca un cartoccio e lo porge a Francesco
MARINAIO 2 : padre lo tenga. È del pane e un po’ di formaggio. Me li ha dati mia moglie per il
viaggio, ma teneteli per voi poveri frati
FRANCESCO: grazie. Dio te ne renda merito
La scena si spenge e Francesco rivolto al pubblico
FRANCESCO: la violenza del vento e la forza del mare ci costrinsero a tornare verso Ancona ma ci
impedirono di sbarcare per molti giorni. Le provviste finirono rapidamente. Su tutta la nave era rimasto
solo il fagotto che il marinaio mi aveva dato in elemosina. Fu allora che la Misericordia di Cristo ci venne in
aiuto. Benedissi il pane e la divina potenza lo moltiplicò in modo da soddisfare pienamente la necessità di
tutti.
VOCE FUORI CAMPO: terra! Siamo ad Ancona!
CANTO: 2
Durante il canto cambio di scena. A scena aperta persone portano l’arredo di una cella: una brandina, un
comodino e una sedia. Intanto CANTO:
VOCE FUORI CAMPO: dopo alcuni mesi il padre Francesco tentò nuovamente di raggiungere i saraceni.
FRATE O ILLUMINATO aiutando Francesco a sdraiarsi: padre, non possiamo continuare. Il Marocco è
ancora lontano e lei è troppo debole.
FRANCESCO: fratello mio, sei cosi caro nel prenderti cura di me. Ma sai quanto io desideri arrivare
in terra saracena e siamo cosi vicini! Siamo già in Spagna. Poco ancora e potremo imbarcarci e giungere in
Africa.
FRATE O ILLUMINATO: padre sento, lei ha la febbre alta! Non possiamo continuare. Ora si sdrai e si
faccia curare. Passata la malattia torneremo ad Assisi. Forse la volontà di Dio è che lei ancora non possa
raggiungere le terre che tanto sogna.
FRANCESCO: forse hai ragione caro amico mio. Ora lasciami pregare e riposare.
Mentre il frate esce di scena CANTO 2
VOCE FUORI CAMPO: ASSISI 1919
Cella di Francesco. Mentre è in ginocchiato in terra in preghiera entra Illuminato.
ILLUMINATO: Francesco! Francesco! È tutto pronto. Possiamo partire.
Francesco non si muove
ILLUMINATO: Francesco? Ma sei proprio sicuro di voler intraprendere questo viaggio? Lo sai che si
dice che il Sultano ricompensi chiunque porti la testa di un cristiano con un compenso di un bisante d’oro?
FRANCESCO: non temere Illuminato. Abbi fiducia nel Signore, fratello, perche si sta realizzando in
noi quella parola del Vangelo: ecco vi mando come agnelli in mezzo ai lupi. Anche se cammineremo
nell’ombra della morte, non temeremo perche Lui è con noi.
Francesco si alza e esce con Illuminato
CANTO: 3 userò parole semplici
VOCE FUORI CAMPO: nel 1219 per scelta strategica i crociati, invece di dirigersi direttamente verso
la Terra Santa, invasero l’Egitto e assediarono il porto e la città di Damietta sul delta del Nilo. All’epoca
infatti la Palestina apparteneva al sultanato egiziano del sultano Malik-al Kamil, nipote del Saladino e uomo
mite.
accampamento cristiano. Il legato accoglie i chierici.
CARDINAL LEGATO: benvenuti a Damietta!
FRANCESCO: grazie Padre. È stato un viaggio lungo ma siamo molto felici di essere arrivati
all’accampamento.
CARINAL LEGATO: volete riposarvi? Vi faccio accompagnare ai vostri alloggi!
FRANCESCO: no, no! Posso piuttosto chiederle dove si trova l’accampamento mussulmano e
quando potremmo andare?
CARDINAL LEGATO: andare? dove? Non siete arrivati?
FRANCESCO: reverendissimo noi siamo venuti per andare a predicare il Vangelo al Sultano!
Vorremmo andare il prima possibile
CARDINAL LEGATO: non è possibile, miei cari. ride. È troppo rischioso andare là. Forse non lo
sapevate! AHAHAHAH
ILLUMINATO: reverendissimo, sappiamo bene, ma vogliamo andare lo stesso.
CARDINAL LEGATO: no! No! Non se ne parla neppure! Verrete uccisi senz’altro! Non posso in
nessun modo darvi la licenza per passare.
FRANCESCO: reverendissimo la ringrazio infinitamente per l’attenzione che dedica a noi poveri servi
dei servi. Non ne meritiamo tanta. Vi preghiamo solo di concederci di andare. Voi non avrete alcuna colpa
di ciò che ci accadrà perche non siete voi che ci mandate. Permetteteci di compiere il disegno che Dio ha
per noi e se moriremo per la sua gloria, cosi sia.
CARDINAL LEGATO: non so davvero da quale zelo siete spinti, non conosco quello che avete in
cuore e quali siano i vostri pensieri, se buoni o cattivi; ma se andate guardate che i vostri cuori e i vostri
pensieri siano sempre rivolti al Signore Iddio.
ILLUMINATO: il nostro desiderio è solo quello di fare la volontà di Nostro Signore Gesù.
CARDINAL LEGATO: andate allora, ma che nessuno pensi che vi ho inviato io.
CANTO: 4 Francesco e il sultano
tre quarti del palco sono l’accampamento mussulmano. All’ingresso dell’accampamento due sentinelle.
SENTINELLA : fermi! Chi siete!
ILLUMINATO: siamo due frati cristiani. Veniamo per parlare con il sultano.
SENTINELLA: due frati? Mah… consegnateci le armi
ILLUMINATO: non abbiamo armi con noi. Solo un po’ di pane e il Vangelo
SENTINELLA : Vangelo? Sempre più strani questi due.. vabbè seguiteci. Vi porteremo dal sapiente
Fakhr-ad.din al Farisi cosi potrete portare il vostro messaggio e andarvene velocemente. Andiamo.
Illuminato cerca di replicare ma Francesco lo ferma con un gesto della mano. I frati seguono le sentinelle
dentro l’accampamento
CANTO: 4 con ballo del ventre
stanza decorata con tappeti , tende, tavolini bassi etc etc
SAPIENTE facendo la riverenza: O potentissima magnificenza, due frati italiani chiedono l’onore di
poter parlare con voi. Ho personalmente parlato con loro per accertare che fossero degni di stare al vostro
cospetto,o generosissimo sovrano. Le loro intenzioni mi sembrano inoffensive e i loro cuori puri e le loro
menti brillanti.
Il sultano fa cenno ai frati di avvicinarsi. I frati si avvicinano. Il sultano fa cenno di sedersi sui cuscini posti
davanti a lui. I frati si siedono. Il sultano fa cenno di portare il te e di offrirlo agli ospiti. Cosi avviene.
FRANCESCO: siamo due frati di Assisi. Ci chiamiamo Francesco e Illuminato e siamo venuti a voi per
portare il messaggio dell’Altissimo per la salvezza dell’anima vostra e del vostro popolo. Se non volete
credere, noi consegneremo la vostra anima a Dio, perche vi diciamo in verità che se morirete in questa
legge che ora professate, voi sarete perduti ne mai l’Altissimo avrà la vostra anima.
ILLUMINATO: siamo ambasciatori dell’Altissimo e siamo venuti a salvare le anime pronti a
dimostrare con argomenti irrefutabili che nessuno può salvarsi se non mediante l’osservanza della legge
cristiana.
La luce di spenge e Francesco parla al pubblico
FRANCESCO: molti giorni rimanemmo al campo dei saraceni a parlare delle cose di Cristo Crocifisso.
Parlammo loro della salvezza delle anime per mezzo del sacrificio di Nostro Signore, dell’immensità del suo
perdono e della sua infinita misericordia. Raccontammo la nostra scelta di vita, di quanto amiamo sorella
povertà e i fratelli, specie i più bisognosi e poveri.
Il sultano era mite di cuore e volentieri ascoltava le parole che lo Spirito Santo ci consigliava, ma i
suoi dignitari no,
CANTO: 4: francesco e il sultano
Durante il canto uno dei dignitari, furtivamente stende alle sue spalle un tappeto con disegnata moltissime
croci.
I dignitari entrano con grande opulenza e magnificenza e si siedono alla destra e sinistra del sultano. Sono
tutti intorno al tappeto di croci. Francesco dal lato del palco si avvicina e calpesta il tappeto
DIGNITARIO: mio signore, si chiami ora quell’uomo che sembra essere un cristiano autentico. Se
per venire fino a qua calpesterà il tappeto con i segni di croce gli diremo che fa ingiuria al suo Signore; se
invece si rifiuterà di passare, gli diremo che fa dispetto a tutti noi.
Il sultano fece cenno di far chiamare i frati
SULTANO: cari frati oggi ho convocato un’adunanza dei miei più venerabili saggi e capi d’esercito,
cosi che possiate raccontare anche a loro quanto avete detto a me. Prego avvicinatevi.
Francesco si avvicina al sultano passando proprio sopra il tappeto. si siede davanti a lui.
DIGNITARIO: voi cristiani, adorate la croce, come segni speciali del vostro Dio; perche dunque non
avete avuto timore a calpestare questi segni della croce?
FRANCESCO: dovete sapere che insieme al Signore nostro furono crocifissi anche dei ladroni. Noi
possediamo la vera croce di Dio Salvatore e questa noi l’adoriamo e la circondiamo della più profonda
devozione. Ora, mentre, questa santa e vera croce del Signore fu consegnata a noi, a voi furono lasciate
quelle dei ladroni. Ecco perche non ho avuto paura di camminare sui segni della croce dei ladroni.
DIGNITARIO AL SULTANO: Sire, tu sei la spada della legge: a te il dovere di custodirla e di difenderla.
Noi ti comandiamo, da parte di Dio e di Maometto, che ci ha dato questa legge, di far subito decapitare
costoro. Quanto a noi, non ascolteremo mai quello che dicono. Ma anche voi mettiamo sull’avviso di non
ascoltarli, perche la legge proibisce di prestare orecchio ai predicato di altra religione. Se poi c’è qualcuno
che voglia predicare o parlare contro la nostra legge, questa stessa stabilisce che gli sia mozzata la testa.
Per questo ti comandiamo, da parte di Dio e della legge, che tu faccia subito tagliar loro la testa, come è
prescritto dalla legge.
I dignitari, stizziti, escono. Rimangono solo i frati e il sultano
CANTO 4: Francesco e il sultano
SULTANO: signori miei, avete sentito cosa hanno detto. Ma io, per questa unica volta, andrò contro
la legge; non vi farò decapitare. Sarebbe una ricompensa malvagia farvi morire , proprio voi che avete
voluto scientemente affrontare la morte per salvare l’anima mia e del mio popolo. Ascoltare le vostre
parole è cosi soave e dolce che vi prego di rimanere qui all’accampamento.
FRANCESCO: intendete quindi convertirvi?
SULTANO: o no Francesco! Non potrei neppure volessi! Temo che mi lapidino!
FRANCESCO: allora noi dobbiamo ripartire. La ringraziamo molto per tutte le gentilezze, i cibi e le
bevande che generosamente avete dotano a noi servi dell’Altissimo
SULTANO: mo no! Non cosi presto! Rimanete ancora un po’! Posso donarvi oro, argento, terre,
cibo.. ditemi voi cosa volete! Tutto mi è possibile
FRANCESCO: Noi non abbiamo bisogno di niente ma se volete farci un ultimo dono permetteteci di
tornare al nostro accampamento senza pericoli.
SULTANO: ebbene sia! Accompagnate questi saggi alle porta dell’accampamento, date loro del
pane per il viaggio e assicuratevi che non succeda loro niente!
FRANCESCO: pace e bene
SULTANO: Buon viaggio. Prega per me perche Dio si degni di rivelarmi quale legge e fede gli è più
gradita.
Francesco si incammina ma il sultano lo ferma
SULTANO: Francesco se io ora mi convertissi, condannerei a morte me e te. Io devo ancora
compiere molto cose di grande peso e non voglio indurre la morte ne a me ne a te, ma insegnami com’io
possa salvarmi.
FRANCESCO: ora parto da voi, ma poi ch’io sarò tornato nel mio paese e andato in cielo, dopo la
mia morte, secondo il piacere di Dio, ti manderò due dei miei frati dai quali riceverai il santo battesimo di
Cristo.
Francesco si incammina. La scena si spenge e Francesco parla al pubblico.
FRANCESCO: tornai all’accampamento e operai secondo l’ispirazione che Dio mi mandò. Rimasi fino
a quando la città fu presa. Vidi che molto male e molto peccato cresceva tra quella gente e fui molto
addolorato cosi che ripartii per tornare ad Assisi. Dopo la mia morte corporale, il sultano si ammalò. La
grande Misericordia di Dio mi inviò in sogno a due fratelli chiedendo loro di adempiere alla mia promessa.
Il sultano vedendoli arrivare capì che Iddio mi aveva mandato per la salvezza della sua anima. Da allora i
pellegrini di tutto il mondo possono visitare i luoghi della salvezza in sicurezza e senza pagare alcun dazio. I
miei confratelli, per volontà di papa Giovanni XXII, dal 1300 custodiscono quei luoghi santi per la salvezza
nostra e di tutti.
CANTO: Francesco vai