Conferenza tenuta a S. Jacopino il 27 ottobre 2004
Prof. Paolo Sacchi*
ALLE ORIGINI DEL CRISTIANESIMO - LE RADICI EBRAICHE
IN CHE MODO GESÙ ADEMPIE LE SCRITTURE
E COME IL CRISTIANESIMO È NATO E SI DISTINGUE DALL'EBRAISMO.
(1) LE DIFFERENZE FRA CRISTIANESIMO E EBRAISMO : SONO DUE UNIVERSI.
Crede in Gesù Messia
Trinità
Salvezza come dono
Giudizio? (per i cristiani la salvezza è per
grazia)
Matrimonio indissolubile
Libertà dalle norme di purità (Mc.7,1-23) –
(per il cristiano è il peccato che crea
l’impurità)
Obbligo generalizzato del perdono
Non crede in Gesù Messia (Gesù=rabbino)
Dio unitario
Salvezza per le opere (calcolo matematico/rendiconto
Giudizio sulle opere (calcolo matematico/rendiconto
Divorzio ammesso
Obbligo delle norme di purità (la purità cons iste nel non entrare in contatto – anche accidentalmente – con cose impure)
Perdono solo da parte dell'offeso
D'altra parte per entrambe le religioni Dio è quel Yahweh, che creò il cie lo e la terra, che si rivelò
al monte Sinai a Mosè, che parlò per mezzo dei profeti. Spiritualmente il cristiano è più portato a
chiedere grazie, l'ebreo a impegnarsi personalmente.
(2) IL PROBLEMA DELLA FRATTURA - Q UANDO AVVENNE?
a. opinione tradizionale:
con Gesù stesso, che avrebbe predicato una religione così rivoluzionaria rispetto a quella da
cui proveniva, a buon motivo si può dire che creò una nuova religione. La predicazione di
Gesù fu così dirompente, che gli ebrei non l'accolsero. Così il messaggio cristiano prese vie
più lunghe.
Una religione nuo va, ma che era la vera continuazione della religione dei profeti e dell'AT.
Quindi i veri ebrei erano i cristiani e gli ebrei erano coloro che non avevano voluto ascoltare
la voce di Dio e quindi erano fuori dall'ebraismo, che da quel momento si poteva chiamare
cristianesimo.
Gli ebrei durante i secoli si sono rafforzati nell'idea che sono loro gli eredi dell'AT e i cristiani degli eretici.
Questa interpretazione classica del rapporto ebraismo cristianesimo si fonda su un dato stori1
co, che oggi sappiamo con certezza sbagliato: sappiamo dalle fonti antiche che in Israele c'erano tre sette principali: farisei, sadducei e esseni; però sempre dalle fonti antiche sapevamo
che i sadducei avevano appiattito la loro ideologia su quella dei farisei già durante il secolo
precristiano; che degli esseni non sapevamo nulla di certo. Di fatto dopo la catastrofe del 70 - distruzione del tempio – (questo è un dato di fatto) due soli gruppi ebraici sopravvissero al
disastro: farisei e cristiani. Questo ha favorito l’interpretazione del farisaismo del tempo di
Gesù non come di un gruppo in mezzo ad altri, ma come la punta di diamante, la classe colta
di quell'unica realtà sociale, culturale e religiosa che era l'ebraismo.
Gesù discusse con i farisei, si contrappose alle autorità ebraiche e quindi si distaccò dall' ebraismo.
b. Reimarus: “I frammenti dell'anonimo di Wolfenbüttel” (1788) pubblicati da Lessing, tradotti da F. Parente, Napoli 1977.
Il problema della frattura venne fuori nel XVIII secolo, nell'illuminismo. Nel vangelo Gesù
non dice di voler fondare una nuova religione : sono stati gli apostoli a inventare una nuova
religione, divinizzando Gesù, creando quindi la frattura (in special modo San Paolo).Gesù era
ebreo, i discepoli cristiani.
c. K. F. Bahrdt, Ausfùhrung des Plans und Zwecks Jesu, 11 vol. 1794
pensò invece che la frattura dovesse essere portata indietro nel tempo. La frattura era avvenuta prima di Gesù. Gesù non avrebbe fatto altro che propagandare un'ideologia a lui precedente, un'ideologia segreta, una sorta di massoneria ante litteram.
(3) O GGI CHE POSSIAMO DIRE?
Gesù era ebreo come tutti i suoi discepoli. Il movimento di Gesù fu interno all'ebraismo. Tuttavia
nella storia i due movimenti divennero religioni avverse.
I nuovi documenti (Mar Morto, Qumran) presentano un ebraismo più variegato di quello dei
Vangeli, in cui emerge solo la contrapposizione Gesù/farisei. Vi erano altre correnti più vicine alla predicazione di Gesù (es: esseni, enochici) che con la distruzione del Tempio e la diaspora
scomparvero: i loro testi vennero rifiutati dai farisei e non entrarono a far parte della Bibbia.
Vediamo l'ambiente su cui si mosse Gesù: Gesù tratta sempre di problemi che erano dibattuti a
quel tempo e spesso prende posizione in favore degli uni o degli altri.
Tutti gli ebrei credevano nell'esistenza di Dio e che questo Dio fosse Yahweh, che aveva eletto il
popolo ebraico.
Alcuni gruppi riservavano l'elezione a se stessi escludendo gli altri: potevano attendere il messia,
ma non era chiaro né se fosse unico, né se fosse un re terreno, poteva anche essere un persona ggio superumano.
Era discusso se la Legge di Mosè fosse assoluta, forse c'era una legge eterna ad essa superiore,
non era chiaro che cosa fosse l'impurità, da qualcuno considerata di natura maligna, da altri ne utra, da altri ancora negata come realtà esistente.
Si discuteva se il matrimonio fosse indissolubile o no (rotolo del Tempio - Documento di Damasco); si discuteva, qualora fosse scioglibile, quali fossero i limiti entro i quali poteva essere sciolto. Mc.10,2.
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Qualche volta Gesù innova, ma in genere si trova dalla parte degli avversari dei farisei. Sul problema della resurrezione è dalla parte dei farisei. I sadducei negavano tutto e gli esseni credevano
solo nell'immortalità dell'anima.
M A GESÙ SAPEVA DI ESSERE IL M ESSIA O NO?
1) non voleva essere chiamato così, ma accetta la confessione di Pietro (Mc 8,29): "Tu sei il
Messia".
2) Mt 5,17-18: "Non crediate che io sia venuto a sciogliere (abolire) la Legge o i Profeti
(cioè a far cadere nel vuoto la scrittura). Non sono venuto a sciogliere, ma a realizzare
(dare compimento). In verità vi dico che finché non passeranno il cielo e la terra nemmeno uno iota, nemmeno un apice cadrà dalla Scrittura senza che tutto avvenga.
3) Gesù prende tutta la Scrittur a in riferimento a sé (Lc.24,25-27)
4) E diceva ai discepoli che era necessario che il Figlio dell'Uomo soffrisse molto...
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* Ha svolto il suo impegno lavorativo quale “Docente di filologia biblica” presso l’Università di Torino, attualmente tiene alcuni interventi presso la Facoltà Teologica dell’Italia centrale.
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