RICHIESTE OPPORTUNE
E Gesù, rispondendo, disse: Voi non sapete quel che chiedete (Matteo 20:22)
La madre di Giacomo e di Giovanni aveva formulato una richiesta quanto mai inopportuna, domandando che i suoi figli
sedessero l'uno alla destra e l'altro alla sinistra di Gesù, nel Suo regno. Quei discepoli non erano consapevoli di ciò che stavano
chiedendo.
Sappiamo, infatti, che in un giorno molto triste quei posti furono occupati da due malfattori. Tutti noi spesso domandiamo a Dio
doni che non oseremmo ricercare se conoscessimo il costo che essi comportano.
Una storia della mitologia greca narra di un uomo che chiese la grazia di non morire. Fu esaudito dalle Parche (divinità della
mitologia romana assimilate alle moire greche, che presiedevano al destino dell'uomo. N.d.E.). Sarebbe vissuto in eterno. Si era
dimenticato, però, di chiedere che anche la giovinezza, la salute e la forza lo assistessero per sempre. Così visse felice fin
quando le sue infermità e le sue debolezze non lo schiacciarono, al punto che la vita divenne per lui un peso insopportabile. La
sua esistenza, che non poteva definirsi vita, si era trasformata in un tormento interminabile. Allora desiderò morire, ma non
poteva interrompere la sua immortalità. Aveva chiesto un bene che non fu assolutamente in grado di godere, e dovette portare
le conseguenze di quella richiesta sbagliata, alla quale era stato concesso il consenso.
Quante richieste errate, quante preghiere inopportune, che non rivolgeremmo sicuramente a Dio, se scoprissimo che, dopo
essere stati esauditi, dovremo passare per la sofferenza, il dolore e perdite gravose. Soltanto Cristo è l'eterno presente nel
quale la nostra vita si proietta in avanti soltanto Gesù ricompone tutte le sollecitazioni e gli sforzi finalizzandoli al
perfezionamento del nostro carattere. Il modo più opportuno di pregare è dunque quello che permette a Dio di scegliere per noi,
perché possiamo ricevere ciò che si rivelerà il bene migliore per la nostra vita, nei tempi e nei modi che Egli reputerà più adatti a
noi.
