REGIONE
SICILIANA
Progetto cofinanziato dal Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani - Priorità 3: Formazione giovani
Anno Formativo 2013-2014 - Progetto Formaz. Permanente - Corso Consulente d'Immagine/Tucco Profess. - Sede Alcamo
Scheda 25
I PRODOTTI SOLARI (1)
LA PELLE E IL SOLE
I piaceri dell'abbronzatura e i benefici effetti della luce solare sono spesso
compromessi dall'azione dei raggi ultravioletti che provocano, se assorbiti in dosi
eccessive, il ben noto eritema solare. I raggi UV sono anche responsabili di
numerose altre modificazioni cutanee che si manifestano tardivamente quando
l'esposizione ai raggi è terminata.
La melanina è un pigmento cutaneo fondamentale che protegge la pelle. La
pigmentazione che segue la produzione di melanina si definisce abbronzatura. I
meccanismi di funzionamento della melanina, la melonagenesi e i vari tipi di pelle
in riferimento alla risposta all'esposizione solare sono stati ampiamente descritti
nelle schede 24 e 25 del modulo di Anatomia Fisiologia e Dermatologia a cui si
rimanda per un approfondimento dell'argomento.
I PRODOTTI SCHERMANTI E I FILTRI SOLARI
Solo eliminando quotidianamente l'azione dei raggi UVA sulle strutture dermiche è
possibile prevenire le fotosensibilizzazioni e il progressivo e precoce invecchiamento della pelle provocato da questi
raggi. La presenza di filtri UVA sia sintetici che derivanti da sostanze naturali, come il gamma-orizanolo presente
nell'olio della crusca di riso, è perciò consigliata in tutte le creme da giorno. Per l'esposizione solare in alta montagna
viene invece data importanza alla massima filtrazione dei raggi UVB e, per la protezione delle mucose labiali o del
naso, si aggiungono anche riflessanti totali, come TiO2 (biossido di titanio) e ZnO (ossido di zinco).
I filtri solari sono molecole di sintesi o naturali, che interagiscono con radiazioni a specifiche lunghezze d'onda
modificando la propria conformazione molecolare ed emettendo l'energia assorbita a un più basso livello energetico. I
principali filtri UVA sono:
• ossibenzone;
• derivati del dibenzoilmetano.
I principali filtri UVB sono: salicilati;
• cinammati;
• benzofenoni;
• derivati del PABA (acido para-amino-benzoico).
Tra i filtri naturali si distinguono tre gruppi:
• schermanti:
svolgono un'effettiva azione
schermante verso i raggi UVA e UVB, quali piante
antrachinoniche (aloe, cascara, frangula) e contenenti flavonoidi (camomilla, iperico, calendula). Possono
rientrare in questo contesto anche piante oleifere contenenti frazione insaponificabile, quali olio di oliva, di
sesamo, di avocado e di crusca di riso;
• stimolatori di melanina: quali i vegetali ricchi di furocumarine (ad esempio il bergamotto);
• coloranti della pelle: sostanze in grado di produrre sulla superficie cutanea una colorazione simile a quella
melanica, quali i naftochinoni, presenti nell'henné e nel mallo di noce, che formano sullo strato corneo complessi
colorati.
PRODOTTI DOPOSOLE
I prodotti doposole hanno sulla pelle un effetto idratante e lenitivo. Infatti, dopo l'esposizione al sole, la pelle è spesso
disidratata: i cosmetici doposole sono ricchi di sostanze grasse che, stratificandosi sulla pelle, impediscono
l'evaporazione dell'acqua dall'epidermide e, di conseguenza, limitano la disidratazione. I prodotti più recenti
contengono anche sostanze ad attività antiossidante (vitamina E), emollienti, decongestionanti (allantoina, calendula
e altri estratti vegetali). Molto spesso si tratta di latti, in quanto sono la forma cosmetica che meglio si adatta a essere
applicata su ampie superfici.
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Dispensa a cura del formatore: Dott. Mario Giurlanda - [email protected] - www.profmarioonline.altervista.org
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Scheda 26
I PRODOTTI SOLARI (2)
GLI AUTOABBRONZANTI
Negli ultimi anni è notevolmente aumentato il consumo dei prodotti
autoabbronzanti o self-tan. Gli autoabbronzanti imitano gli effetti dei
raggi UV sulla pelle, ricreando un'abbronzatura artificiale persistente
grazie alla presenza di DHA (di-idrossi-acetone) e di eritrulosio, molecole
che scuriscono le cellule dello strato corneo.
Il DIIDROSSIACETONE O DHA
Il DHA (di-idrossi-acetone) è stata la prima molecola utilizzata come
autoabbronzante: negli anni '20, quando veniva utilizzato come zucchero
per diabetici, si scoprì che induceva una colorazione della cute verso il
marrone e che questo colore non poteva essere eliminato in alcun modo.
I self-tan sono in commercio dagli anni '50, ma solo verso gli anni '80 il
loro utilizzo è esploso, grazie anche alle modifiche apportate nelle formulazioni, che hanno reso possibile ottenere
cosmetici che danno alla pelle un aspetto sicuramente più simile ad una abbronzatura.
L'effetto autoabbronzante dipende dalla colorazione prodotta dalla reazione del DHA con alcuni aminoacidi delle
cellule dello strato corneo, che dà origine a dei composti detti melanoidine, i quali conferiscono alla cute un aspetto
abbronzato. L'abbronzatura artificiale conferita dal DHA è totalmente superficiale poiché riguarda esclusivamente le
cellule morte dello strato corneo ed è destinata a scomparire nel giro di 2 o 3 giorni, con l'eliminazione fisiologica delle
cellule morte.
Il risultato della colorazione dipende dalla percentuale di DHA presente nel prodotto, dalla quantità di aminoacidi
liberi presenti sullo strato corneo e dal tipo di pelle. Per questo motivo sono stati messi in commercio prodotti a
concentrazioni di DHA diverse in considerazione del tipo di pelle.
Il DHA, agendo sullo strato più superficiale dello strato corneo e non penetrando nella pelle, risulta innocuo e non
provoca intolleranze.
Tra gli inconvenienti più comuni legati all'utilizzo di prodotti contenenti questa molecola c'è, come detto sopra, la
coloritura della pelle tendente verso l'arancione, la comparsa di macchie, la difficoltà di applicazione, la secchezza
della pelle e l'odore sgradevole del principio attivo.
L'ERITRULOSIO
L'eritrulosio reagisce con la cheratina presente sullo strato
corneo e conferisce un colorito più naturale rispetto al
DHA, in quanto ha tempi di reazione più lunghi (almeno 2
giorni) e ciò favorisce una ripartizione omogenea
dell'abbronzatura, come altrettanto omogenea è la
successiva eliminazione dovuta alla desquamazione dello
strato superficiale della pelle. L'effetto abbronzatura dura
dai 2 ai 10 giorni, a seconda delle condizioni di applicazione
e dal tipo di pelle.
La presenza nelle formulazioni dell'eritrulosio, solo o in
miscela con il DHA, ha notevolmente migliorato i prodotti
self-tan:
L'eritrulosio, costituisce un complemento a diversi prodotti cosmetici:
• nelle creme da giorno permette di ottenere un effetto colore che dura nel tempo e consente al viso di assumere
una colorazione naturale e uniforme;
• nei prodotti solari fa da complemento per la protezione della pelle, anche se già colorata;
• nei prodotti dopo sole consente di mantenere l'abbronzatura.
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Scheda 27
I PRODOTTI SOLARI (3)
I FATTORI DI PROTEZIONE
I fattori di protezione indicano approssimativamente di quanto può essere
prolungata l'esposizione al sole prima che compaiano fenomeni
eritematosici. Si tratta di un numero che va da 2 a 13 nella scalla europea e
da 4 a 26 in quella americana. Più elevato è il fattore di protezione più può
essere elevata l'esposizione ai raggi senza che si manifestino danni evidenti.
Ciò che conta è proteggere la pelle soprattutto nei primi tre giorni di
esposizione (sei giorni per chi ha una carnagione molto chiara). Quando la
melanina è affiorata, abbronzando la pelle, non occorre più usare il filtro
UVB, ma conviene continuare a proteggersi nei giorni successivi con
prodotti contenenti filtri UVA.
All'atto di prescrivere un protettivo solare, la maggiore attenzione andrà
rivolta, pertanto, alla reattività individuale ai raggi solari, direttamente
correlata al fototipo cutaneo e all'anamnesi allergica del soggetto. Alle
persone con carnagione chiara e con occhi cerulei vanno prescritti prodotti solari ad alto indice di protezione e,
possibilmente, idrorepellenti. La stessa precauzione è d'obbligo per i bambini. Uno studio ha infatti dimostrato che se
un bimbo usasse un filtro solare dal primo giorno di vita al diciottesimo anno di età avrebbe una riduzione del 78%
della possibilità di contrarre cancro cutaneo nel corso della propria vita.
Le indicazioni presenti nelle confezioni indicano il fattore di protezione con FP oppure SFP (Sun Protector Factor) o IP
(Indice di Protezione) e la resistenza al sudore e all'acqua. Nella scelta del prodotto da utilizzare sarebbe opportuno
tenere conto di queste variabili.
LA RACCOMANDAZIONE N. 23/2009 SUI PROTETTIVI SOLARI
La Raccomandazione n. 23 della Commissione Europea sull'efficacia dei prodotti per la protezione solare e sulle
relative indicazioni, pubblicata nei primi mesi del 2009, mira a uniformare e a semplificare il più possibile il modo in cui
i prodotti sono testati ed etichettati in tutta Europa. Considerando che i prodotti solari devono garantire un livello
elevato di protezione dai raggi UVA e dai raggi UVB, viene stabilito quanto segue:
• i prodotti per la protezione solare, in etichetta, devono accompagnare i numeri Sun Protection Factor con
l'indicazione del tipo di protezione che il prodotto fornisce;
• i prodotti con Sun Protection Factor al di sotto di 6 non devono essere etichettati come prodotti per la protezione
solare;
• non esiste un prodotto solare in grado di fornire protezione
al 100%.
Da qui la necessità di avvertenze e consigli d'uso per il
consumatore:
• non rimanere esposti al sole troppo a lungo anche se si
utilizza un prodotto solare;
• tenere neonati e bambini piccoli lontani dalla luce diretta del
sole;
• un'esposizione eccessiva al sole costituisce grave rischi per la
salute;
• non esporsi al sole nelle ore più calde;
• applicare il prodotto per la protezione solare prima dell'esposizione;
• applicare il prodotto generosamente (6 cucchiaini da tè di prodotto per un adulto medio);
• riapplicare con frequenza per mantenere la protezione, soprattutto dopo aver sudato o essersi bagnati o
asciugati.
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Scheda 28
I COSMETICI DA TRUCCO (1)
La richiesta sempre più crescente del mercato e l'evoluzione tecnologica hanno portato non solo allo sviluppo di
cosmetici di trattamento innovativi, ma anche alla creazione di prodotti decorativi all'avanguardia. Il consumatore
richiede, infatti, un trucco evoluto per ciò che riguarda il colore e la qualità, ma anche la sicurezza in senso eudermico
(che migliora lo stato della pelle) e ortodermico (che rispetta la normalità fisiologica e i naturali equilibri della pelle):
un prodotto costantemente al passo coi tempi e con particolari caratteristiche funzionali, alla moda e di facile
applicazione.
I TRUCCHI PER IL VISO
I trucchi per il viso nascono per migliorare l'aspetto estetico della cute,
migliorandone le imperfezioni e il colorito; tra questi, i fondotinta, i fard
e le ciprie.
I fondotinta sono prodotti destinati alla colorazione e alla copertura
della pelle del viso. Possono essere preparati in diverse forme:
• gel colloidali trasparenti con colori idrosolubili;
• emulsioni con colori idrosolubili: fluidi, semifluidi o consistenti;
• lipidi con pigmenti: fondotinta anidri.
Fondamentali per il fondotinta non sono solo gli emulsionanti, ma
anche le sostanze di scorrimento e gli emollienti (frazioni
insaponificabili), che rendono il prodotto facilmente applicabile: gli
idratanti, gli umettanti e i plastificanti. Le diverse percentuali di miscele di pigmenti bianchi e colorati (biossido di
titanio, talco, silice e ossidi di ferro) classificano il fondotinta in trasparente, mediamente coprente o fortemente
coprente, i cosiddetti mat.
I fard sono preparati in cui la quantità di pigmenti è molto più elevata rispetto ai fondotinta; i loro colori più decisi
consentono la correzione dei toni e la delineazione dei lineamenti. Si trovano sotto forma di fusioni lipidiche in stick,
lipogel, creme e polveri compatte.
Le ciprie sono costituite da polveri come il talco micronizzato, caolino, silice colloidale, ecc., miscelate a pigmenti
bianchi raffinati per avere strutture impalpabili e leggere. Si producono ciprie in polvere e ciprie compatte: le prime
devono avere caratteristiche di scorrevolezza, aderenza e untuosità, potere assorbente e opacizzante, e devono avere
una profumazione leggera ed essere prive di carica microbica; le seconde sono polveri cui vengono aggiunti emollienti
lipofili e gelificanti idrofili con effetto legante.
I TRUCCHI PER GLI OCCHI
I trucchi per gli occhi sono cosmetici classificabili per la zona perioculare, palpebrale e ciliare. Dato il loro campo di
applicazione, devono obbligatoriamente rispondere a caratteristiche igieniche ed eudermiche particolari onde evitare
fenomeni di sensibilizzazione e irritazioni.
Gli ombretti sono per lo più costituiti da pigmenti inorganici (bianchi o colorati), metallo-organici e polimeri-organici
sotto forma di polveri: si utilizzano in prevalenza talco, caolino, zinco
ossido, biossido di titanio, alluminio stearato e amidi dispersi in varie
forme chimico-fisiche, che possono essere:
• miscele di pigmenti bianchi e colorati con corpi le
• ganti compresse (ombretti compatti);
• emulsioni (ombretti in crema);
• fusioni di oli grassi e cere (ombretti in stick);
• fusioni di grassi e cere ricoperte (matitoni).
Le matite da trucco sono composte da una fusione di cera ricoperta di legno, miscelata a pigmenti di vari colori.
Mascara e delineatori sono prodotti simili che si diversificano dagli ombretti solo per la consistenza. Di base sono
costituiti da un'emulsione fluida o da una dispersione colloidale in cui è dispersa una resina filmogena, atta a fissare il
cosmetico alle ciglia, e da pigmenti, come l'ossido di ferro nero ad alte dosi.
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Scheda 29
I COSMETICI DA TRUCCO (2)
I TRUCCHI PER LE LABBRA
Le labbra sono costituite esternamente da cute e
internamente da mucosa, mantenuta umida dal
continuo contatto con la saliva. Sebbene in misura
minore rispetto agli occhi, anche le labbra possono
essere soggette a irritazioni e a reazioni di
sensibilizzazione o fotosensibilizzazione, per lo più
causate proprio dai rossetti, il cosmetico da labbra più
comune insieme alle pomate protettive e ai glosser.
I rossetti per labbra sono fusioni lipidiche di oli, grassi e
cere (cera d'api, cera di riso, alcol cetilico, paraffina,
olio di ricino, ecc.) miscelate in modo opportuno con
l'aggiunta di aromatizzanti (aromi fruttati, vanigliati) e antiossidanti, in cui vengono dispersi colori, pigmenti e lacche.
L'uso di questi ultimi è regolamentato dalla legge, che indica i dosaggi massimi consentiti per i vari coloranti: il
dosaggio dei vari pigmenti nei rossetti varia tra 1 e 15%.
Tra gli stick e le pomate protettive per labbra, il più usato è il burro di cacao, sebbene sia ormai stato soppiantato da
fusioni di oli, grassi e cere stampate in stick o di tipo più morbido, da applicare con le dita. La composizione è simile a
quella dei rossetti ma priva di pigmenti o lacche, con l'aggiunta di sostanze specifiche come filtri solari, lenitivi, ecc.
I glosser o lucidalabbra sono prodotti sotto forma di stick o unguento e si differenziano dai precedenti per l'effetto
lucidante sulle labbra, dato da un'alta percentuale di olio di ricino o lanolina fluida.
I TRUCCHI PER LE UNGHIE
Gli smalti per unghie utilizzati in cosmetica sono soluzioni di agenti filmanti, resine e plastificanti in miscele di solventi
volatili, che nel loro insieme formano il collodio, in cui vengono aggiunti i coloranti.
Lo smalto ha proprietà meccaniche connesse alla sua superficie, alla massa (spessore) e all'interfaccia con l'unghia, da
cui dipende la resistenza all'usura, lo sfaldamento del film e la durata della brillantezza. Possiede anche caratteristiche
cosmetiche che dipendono dall'equilibrio tra i componenti e che lo portano a essere di più o meno facile applicazione
e di essiccatura rapida (un tempo non superiore ai 5 minuti) e ad avere un film di colore omogeneo e brillante.
I componenti principali dello
smalto sono i filmogeni, i solventi
(acetone, benzene, alcol etilico), i
plastificanti (olio di ricino,
canfora), le resine naturali e
sintetiche (gommalacca, ecc.), le
lacche e i pigmenti (colori
ammessi dalla legge). È bene
ricordare che proprio per la
presenza di tutti questi suoi
particolari componenti, lo smalto
potrebbe causare dermatiti
allergiche.
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Scheda 30
L'ODORE UMANO
L'ODORE CORPOREO
L'odore del corpo, e l'odore delle ascelle in particolare, può essere
considerato un mezzo di comunicazione. Le sorgenti comuni degli odori
corporei sono le bromidrosi delle ghiandole eccrine e apocrine, l'alitosi e
l'odore genitale.
La più comune di queste manifestazioni è senz'altro la bromidrosi delle
ghiandole apocrine, caratterizzata da perspirazione eccessiva con
conseguente emanazione di cattivo odore, provocato dall'azione dei batteri. Il
cattivo odore deriva infatti dalle alterazioni delle secrezioni, provenienti
soprattutto dalle ghiandole apocrine ed eccrine. La bromidrosi eccrina, che si
sviluppa sul palmo delle mani e dei piedi, proviene dall'azione batterica delle
cheratine idratate. È riscontrabile a qualsiasi età e in entrambi i sessi.
L'alitosi è l'odore sgradevole dell'alito causato da patologie respiratorie o metaboliche. Alcuni ceppi di batteri
anaerobi (cioè che prolifernano in assenza di ossigeno) in determinate condizioni proliferano ad una velocità anomala
decomponendo rapidamente le sostanze proteiche presenti nei residui di cibo, muco e saliva e sprigionando i
cosiddetti CVS (composti volatili solforati), responsabili del cattivo odore.
L'odore genitale, meno frequente di quello ascellare, è un odore caratteristico sia nell'uomo che nella donna ed è
legato alla produzione di speciali composti volatili detti ferormoni. Nella donna l'intensificarsi del cattivo odore può
essere legato a particolari secrezioni vaginali, provocate da forme tumorali o da fenomeni infiammatori, che ne
alterano la normale composizione.
IL SUDORE
Il sudore appena emesso ha un odore caratteristico ma non sgradevole, ed è
incolore. E percentualmente costituito da 99 parti di acqua. Assume odore
sgradevole dopo qual che tempo per decomposizione batterica dei suoi
componenti organici, ad opera delle lipasi batteriche e di alcuni enzimi. Contro
l'odore sgradevole del sudore secreto in quantità normale o in eccesso, si usano
deodoranti cutanei, confezionati sotto forma di liquidi, di spray, di creme o di
polveri.
Questi prodotti agiscono come astringenti sulle ghiandole sudoripare inibendo i batteri responsabili della
decomposizione, o reagendo e inattivando le sostanze maleodoranti, o assorbendo l'odore sgradevole, o coprendolo
con un profumo forte dall'odore decisamente più gradevole.
COSMETICI CHE COMBATTONO IL CATTIVO ODORE
Poiché la detersione con acqua e sapone non è sufficiente a eliminare il cattivo odore del sudore, si impiegano
generalmente sostanze antitraspiranti che provocano la diminuzione di sudore sulla superficie cutanea, o sostanze
antibatteriche che distruggono la flora batterica della pelle. L'eliminazione della normale flora rende però possibile
l'invasione della cute da parte di altri batteri opportunisti e dannosi, responsabili di molte malattie cutanee.
L'equilibrio della flora batterica fa parte infatti del sistema di difesa dell'organismo, quindi la composizione dei
deodoranti deve essere attentamente valutata per non turbare l'ecosistema cutaneo. Nella dermatologia cosmetica,
per diminuire contemporaneamente sia l'odore che le secrezioni sudorali, si utilizzano deodoranti antibatterici e
antitraspiranti.
Gli antitraspiranti sono sostanze che non agiscono solo sul meccanismo di formazione dell'odore, ma anche
sull'attività escretrice delle ghiandole sudoripare, riducendola fino al 50%. Sono quasi sempre a base di sali di
alluminio. Sembrerebbero agire provocando una parziale occlusione, dell'uscita del sudore: si tratta perciò di sostanze
che vanno contro la normale fisiologia cutanea. Per interrompere la sequenza di eventi che portano alla formazione
del sudore vengono utilizzate sostanze ad alta attività enzimatica, capaci di agire a livello dell'enzima prodotto dal
batterio, inattivandolo. Tali prodotti possono essere associati ad agenti antiossidanti che ne migliorano l'effetto.
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