Scheda TESS – http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=7862 REGIO VIII, FORO DI CESARE, TEMPIO DI VENERE GENITRICE, OPUS SECTILE – ROMA ( RM) Map Satellite Map data ©2017 Google Terms of Use EDIFICIO: FORO Il Foro di Cesare, primo in ordine di tempo tra i Fori Imperiali, venne costruito su un’area (metri 160 per 75) in precedenza occupata da strutture private. Fu lo stesso Cesare ad acquistare l’area a partire dal 54 a.C. con una spesa che si aggirava intorno agli 80-100 milioni di sesterzi. L’inaugurazione avvenne il 26 settembre del 46 a.C., ma i lavori vennero in realtà ultimati da Augusto. Un intervento di rifacimento si ebbe per ordine di Traiano e un notevole restauro venne realizzato per ordine di Diocleziano dopo l’incendio del 283 d.C. Il Foro era formato da una piazza rettangolare allungata, in mezzo alla quale era situata la statua equestre di Cesare circondata su tre lati da portici e occupata sul lato di fondo da un tempio dedicato a Venere Genitrice. Oggi la parte visibile del Foro, dopo gli scavi e le sistemazioni effettuate intorno al 1930, corrisponde a poco più della metà della superficie originaria. Si accede al Foro dal Clivo Argentario: tramite una scala di travertino si giunge al livello del portico posto sul lato sud-occidentale del Foro, formato da due file di colonne in granito su bassi plinti relativi al restauro di epoca dioclezianea (sul pavimento si possono ancora riconoscere tracce delle basi delle colonne più antiche). Sul lato di fondo del portico erano presenti una serie di tabernae addossate alle pendici del Campidoglio. All’estremità del portico, in epoca traianea, venne costruita la Basilica Argentaria; tale basilica era formata da una duplice fila di pilastri che girava ad angolo retto per un breve tratto ed aveva una copertura a volta. Del Tempio di Venere Genitrice, ristrutturato da Traiano nel 113 d.C., rimangono oggi il nucleo cementizio del podio e tre colonne (in gran parte rifatte) con capitelli corinzi e un tratto della trabeazione. Si accedeva al tempio tramite due scale laterali nel podio (alto 5 metri) che portavano a un ripiano da cui partiva la gradinata frontale del pronao; quest’ultimo era formato da otto colonne corinzie in marmo bianco, mentre la cella era fiancheggiata sui due lati lunghi da otto colonne; il lato di fondo era chiuso. La cella, coperta a volta, era decorata all’interno da colonne di giallo antico addossate alle pareti e sormontate da un architrave; sul fondo era situata un’abside dove era posta la statua di Venere. CRONOLOGIA ESTREMI TEMPORALI: dal secolo I a.C. (3° q) al secolo III d.C. (4° q) MOTIVAZIONE DELLA CRONOLOGIA: dati stilistici ed archeologici AMBIENTE: CELLA Il tempio dedicato nel 46 a.C. da Giulio Cesare era ottastilo di ritmo picnostilo eretto su alto podio (circa 5 m sul livello della piazza del foro); sul fondo della cella vi era un’abside in cui era collocata la statua di culto di Afrodite, opera di Arkesilaos. Sebbene alla fase cesariana appartenga con sicurezza solo una piccola porzione del conglomerato cementizio visibile sul retro dell’abside, quasi tutti gli studiosi sono concordi nel ritenere che la successiva ricostruzione domizianotraianea non alterò la pianta dell’edificio. Nonostante nelle Res Gestae (R.G. 20) Augusto ricordi di aver completato il Foro, è incerto se egli sia intervenuto pure sul tempio; di sicuro a seguito dei danni causati dall’incendio dell’80 d.C. il tempio e il foro vennero restaurati e ridedicati nel 113 d.C. danni causati dall’incendio dell’80 d.C. il tempio e il foro vennero restaurati e ridedicati nel 113 d.C. da Traiano, nello stesso giorno della dedica della colonna coclide. A questa fase appartengono la maggior parte delle strutture visibili e la ricca decorazione architettonico-scultorea prevalentemente in marmo lunense. Un altro devastante incendio, quello del 283 d.C., obbligò Diocleziano a restaurare ampiamente il tempio onde evitarne il crollo. A quest’epoca sono riconducibili le tamponature in laterizio negli intercolumni della facciata e la realizzazione di due pilastri in laterizio davanti all’abside della cella, la cui pertinenza alla fase dioclezianea è stata accertata in occasione di un riesame delle strutture del tempio iniziato a partire dal 2000. CRONOLOGIA ESTREMI TEMPORALI: dal secolo I a.C. (3° q) al secolo III d.C. (4° q) MOTIVAZIONE DELLA CRONOLOGIA: dati archeologico-stratigrafici Regio VIII, Foro di Cesare, tempio di Venere Genitrice, opus sectile SPECIFICHE DI RINVENIMENTO DATA: non documentata PARTE DELL’AMBIENTE: intero ambiente RIVESTIMENTO CON SCANSIONE: a copertura unitaria TIPO DI IMPAGINAZIONE: iterativa CROMIA: bicromo Pavimento in opus sectile marmoreo a grande modulo, conservato in massima parte a livello di impronte. Le lastre superstiti (in tutto tre), sono molto frammentarie e presentano spessore variabile fra 2,5-4 cm. Il motivo decorativo era costituito da uno schema reticolare a maglie rettangolari con lastre rettangolari in giallo antico di 5 x 2 p.r. (1.48 x 0.74), inserite in un reticolo costituito da lastre rettangolari in pavonazzetto larghe un piede e mezzo (0.45) con quadrati alle intersezioni per i quali, sebbene non si abbia nessun indizio sulla qualità del marmo impiegato, è possibile ipotizzare l’utilizzo del giallo antico, come nel riquadro principale. L’analisi condotta ha permesso di appurare che la larghezza di un piede e mezzo (45 cm) delle fasce in pavonazzetto ricorreva regolarmente su tutta la superficie della cella, mentre le lastre rettangolari in giallo antico erano probabilmente di 2 piedi e mezzo di larghezza (0.74) ad eccezione di quelle poste lungo l’asse della pavimentazione, dove forse erano impiegate lastre rettangolari più larghe di circa 0.30, ossia di 3 piedi e mezzo di larghezza (1.04). CRONOLOGIA ESTREMI TEMPORALI: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo II d.C. (1° q) MOTIVAZIONE DELLA CRONOLOGIA: dati stratigrafici CARATTERISTICHE DELLA PREPARAZIONE TIPO DI PREPARAZIONE: malta con frammenti di ardesia BORDO Elemento non presente CAMPO SPECIFICHE TECNICHE IDENTIFICAZIONE DELLA DECORAZIONE: geometrica TECNICA ESECUTIVA: opus sectile (sectile a base marmorea) CONSERVAZIONE OGGETTO CONSERVATO: impronte – CONSERVATO IN: situ BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO VITTI, M. 2006, Le pavimentazioni in marmo del tempio di Venere Genitrice, in Atti dell’XI Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Ancona, 16-19 febbraio 2005), Tivoli, pp. 265-276. CITAZIONE E CONDIVISIONE STRINGA BIBLIOGRAFICA: Angelelli, Claudia, Regio VIII, Foro di Cesare, tempio di Venere Genitrice, opus sectile, in TESS – scheda 7862 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=7862), 2009 INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=7862 DATA SCHEDA: 2009 | AUTORE: Angelelli, Claudia | REF. SCIENT. : Guidobaldi, Federico