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Scheda TESS – http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=7862
REGIO VIII, FORO DI CESARE, TEMPIO DI VENERE GENITRICE, OPUS SECTILE – ROMA ( RM)
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EDIFICIO: FORO
Il Foro di Cesare, primo in ordine di tempo tra i Fori Imperiali, venne costruito su un’area (metri 160
per 75) in precedenza occupata da strutture private. Fu lo stesso Cesare ad acquistare l’area a
partire dal 54 a.C. con una spesa che si aggirava intorno agli 80-100 milioni di sesterzi.
L’inaugurazione avvenne il 26 settembre del 46 a.C., ma i lavori vennero in realtà ultimati da
Augusto. Un intervento di rifacimento si ebbe per ordine di Traiano e un notevole restauro venne
realizzato per ordine di Diocleziano dopo l’incendio del 283 d.C. Il Foro era formato da una piazza
rettangolare allungata, in mezzo alla quale era situata la statua equestre di Cesare circondata su
tre lati da portici e occupata sul lato di fondo da un tempio dedicato a Venere Genitrice. Oggi la
parte visibile del Foro, dopo gli scavi e le sistemazioni effettuate intorno al 1930, corrisponde a
poco più della metà della superficie originaria. Si accede al Foro dal Clivo Argentario: tramite una
scala di travertino si giunge al livello del portico posto sul lato sud-occidentale del Foro, formato da
due file di colonne in granito su bassi plinti relativi al restauro di epoca dioclezianea (sul pavimento
si possono ancora riconoscere tracce delle basi delle colonne più antiche). Sul lato di fondo del portico erano presenti una serie di tabernae addossate alle pendici del
Campidoglio. All’estremità del portico, in epoca traianea, venne costruita la Basilica Argentaria; tale basilica era formata da una duplice fila di pilastri che girava ad angolo
retto per un breve tratto ed aveva una copertura a volta. Del Tempio di Venere Genitrice, ristrutturato da Traiano nel 113 d.C., rimangono oggi il nucleo cementizio del podio
e tre colonne (in gran parte rifatte) con capitelli corinzi e un tratto della trabeazione. Si accedeva al tempio tramite due scale laterali nel podio (alto 5 metri) che portavano a
un ripiano da cui partiva la gradinata frontale del pronao; quest’ultimo era formato da otto colonne corinzie in marmo bianco, mentre la cella era fiancheggiata sui due lati
lunghi da otto colonne; il lato di fondo era chiuso. La cella, coperta a volta, era decorata all’interno da colonne di giallo antico addossate alle pareti e sormontate da un
architrave; sul fondo era situata un’abside dove era posta la statua di Venere.
CRONOLOGIA
ESTREMI TEMPORALI: dal secolo I a.C. (3° q) al secolo III d.C. (4° q)
MOTIVAZIONE DELLA CRONOLOGIA: dati stilistici ed archeologici
AMBIENTE: CELLA
Il tempio dedicato nel 46 a.C. da Giulio Cesare era ottastilo di ritmo picnostilo eretto su alto podio
(circa 5 m sul livello della piazza del foro); sul fondo della cella vi era un’abside in cui era collocata
la statua di culto di Afrodite, opera di Arkesilaos. Sebbene alla fase cesariana appartenga con
sicurezza solo una piccola porzione del conglomerato cementizio visibile sul retro dell’abside,
quasi tutti gli studiosi sono concordi nel ritenere che la successiva ricostruzione domizianotraianea non alterò la pianta dell’edificio. Nonostante nelle Res Gestae (R.G. 20) Augusto ricordi di
aver completato il Foro, è incerto se egli sia intervenuto pure sul tempio; di sicuro a seguito dei
danni causati dall’incendio dell’80 d.C. il tempio e il foro vennero restaurati e ridedicati nel 113 d.C.
danni causati dall’incendio dell’80 d.C. il tempio e il foro vennero restaurati e ridedicati nel 113 d.C.
da Traiano, nello stesso giorno della dedica della colonna coclide. A questa fase appartengono la
maggior parte delle strutture visibili e la ricca decorazione architettonico-scultorea
prevalentemente in marmo lunense. Un altro devastante incendio, quello del 283 d.C., obbligò
Diocleziano a restaurare ampiamente il tempio onde evitarne il crollo. A quest’epoca sono
riconducibili le tamponature in laterizio negli intercolumni della facciata e la realizzazione di due
pilastri in laterizio davanti all’abside della cella, la cui pertinenza alla fase dioclezianea è stata
accertata in occasione di un riesame delle strutture del tempio iniziato a partire dal 2000.
CRONOLOGIA
ESTREMI TEMPORALI: dal secolo I a.C. (3° q) al secolo III d.C. (4° q)
MOTIVAZIONE DELLA CRONOLOGIA: dati archeologico-stratigrafici
Regio VIII, Foro di Cesare, tempio di Venere
Genitrice, opus sectile
SPECIFICHE DI RINVENIMENTO
DATA: non documentata
PARTE DELL’AMBIENTE: intero ambiente
RIVESTIMENTO CON SCANSIONE: a copertura unitaria
TIPO DI IMPAGINAZIONE: iterativa
CROMIA: bicromo
Pavimento in opus sectile marmoreo a grande modulo, conservato in massima parte a livello di impronte. Le lastre superstiti (in tutto tre),
sono molto frammentarie e presentano spessore variabile fra 2,5-4 cm. Il motivo decorativo era costituito da uno schema reticolare a maglie
rettangolari con lastre rettangolari in giallo antico di 5 x 2 p.r. (1.48 x 0.74), inserite in un reticolo costituito da lastre rettangolari in
pavonazzetto larghe un piede e mezzo (0.45) con quadrati alle intersezioni per i quali, sebbene non si abbia nessun indizio sulla qualità del
marmo impiegato, è possibile ipotizzare l’utilizzo del giallo antico, come nel riquadro principale. L’analisi condotta ha permesso di appurare
che la larghezza di un piede e mezzo (45 cm) delle fasce in pavonazzetto ricorreva regolarmente su tutta la superficie della cella, mentre le
lastre rettangolari in giallo antico erano probabilmente di 2 piedi e mezzo di larghezza (0.74) ad eccezione di quelle poste lungo l’asse della
pavimentazione, dove forse erano impiegate lastre rettangolari più larghe di circa 0.30, ossia di 3 piedi e mezzo di larghezza (1.04).
CRONOLOGIA
ESTREMI TEMPORALI: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo II d.C. (1° q)
MOTIVAZIONE DELLA CRONOLOGIA: dati stratigrafici
CARATTERISTICHE DELLA PREPARAZIONE
TIPO DI PREPARAZIONE: malta con frammenti di ardesia
BORDO
Elemento non presente
CAMPO
SPECIFICHE TECNICHE
IDENTIFICAZIONE DELLA DECORAZIONE: geometrica
TECNICA ESECUTIVA: opus sectile (sectile a base marmorea)
CONSERVAZIONE
OGGETTO CONSERVATO: impronte – CONSERVATO IN: situ
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
VITTI, M. 2006, Le pavimentazioni in marmo del tempio di Venere Genitrice, in Atti dell’XI Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Ancona,
16-19 febbraio 2005), Tivoli, pp. 265-276.
CITAZIONE E CONDIVISIONE
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Angelelli, Claudia, Regio VIII, Foro di Cesare, tempio di Venere Genitrice, opus sectile, in TESS – scheda 7862
(http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=7862), 2009
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=7862
DATA SCHEDA: 2009 | AUTORE: Angelelli, Claudia | REF. SCIENT. : Guidobaldi, Federico
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