Protocollo d`intesa: le critiche dei Comitati

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Novembre 2005
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IN-FORMAQ4firenze
n ELETTROSMOG
Ricorsi fino al 25 novembre
Protocollo d’intesa:
le critiche dei Comitati
PUBBLICATA
LA GRADUATORIA
PROVVISORIA
DEL BANDO CASA
La rappresentanza dei cittadini non è un optional
di Rosanna Pratellesi
L’Amministrazione comunale e i
gestori di telefonia mobile hanno
appena sottoscritto un Protocollo
d’Intesa per pianificare e razionalizzare le installazioni per il
rilancio del segnale. Abbiamo
chiesto una valutazione in proposito ad una rappresentante dei
Comitati contro l’inquinamento
elettromagnetico del Q4.
Il coordinamento Comitati
contro l’inquinamento elettromagnetico osserva che dopo
anni di lavoro e di propositiva
collaborazione con l’Amministrazione comunale, quest’ultima ha siglato un’intesa con i
gestori della telefonia mobile
che però non tiene conto delle
principali proposte fatte dai comitati. In particolare si evidenzia che il protocollo prevede la
creazione di una nuova figura,
il cosiddetto Nucleo Tecnico di
Valutazione (NTV), deputato a
svolgere un’importante funzione decidente sia per la procedura autorizzativa delle nuove
Stazioni Radio Base che per la
pianificazione generale annuale. Purtroppo, però, la partecipazione di un rappresentante
del coordinamento dei comitati
in tali delicate procedure è solo
eventuale, essendo rimessa alla
mera discrezionalità del coordinatore del NTV. Inoltre, dalla
prima lettura del protocollo,
non si capisce quale sia il ruolo
che il suddetto rappresentante
possa esercitare all’interno del
NTV. Tenendo conto di questi
elementi riteniamo inopportuno e prematuro salutare con
soddisfazione il protocollo
per la prevista partecipazione
dei comitati. Entrando poi nel
merito del suddetto protocollo
d’intesa si evidenzia come i
rappresentanti della Asl, della
Sovrintendenza e dei comitati o
associazioni ambientaliste non
siano ritenuti membri di diritto
del NTV cui spetta il compito
del rilascio delle autorizzazioni.
Potranno parteciparvi solo se
invitati.
La rappresentanza dei cittadini
è vaga e imprecisa in quanto è
affidata ad un esponente dei
comitati cittadini designato
da un’assemblea associativa
o dalle associazioni ambientaliste più rappresentative.
In realtà non si capisce chi
deve designare chi. favorita
la condivisione dei siti per
l’installazione delle antenne, il
cosiddetto co-siting, ma non è
fatto alcun riferimento
all’effetto combinato che ne
consegue (recentemente a
Monte Morello sono stati rilevati picchi altissimi proprio
in corrispondenza dell’affollamento delle antenne ndr).
Quanto previsto dal solo
Regolamento Edilizio può
essere realmente sufficiente? Inoltre la costituzione
del Catasto degli impianti
radio base è formulata in
maniera generica, senza
alcuna definizione dei tempi
e dei vincoli. Per concludere
auspichiamo che il comune
voglia veramente attuare forme efficaci di coinvolgimento
dei cittadini in questo settore
così delicato.
n MOSTRA A VILLA VOGEL
Quel certo modo di stare nel mondo…
Quattro artiste raccontano il talento della donna per la ‘cura’ e la pace
di Gabriele Vannini
Nel libro ‘Etica della cura e
progetto’ l’architetto Annalisa
Marinelli sostiene che il ‘lavoro
di cura’ rappresenta una competenza femminile, uno strumento
formidabile elaborato nei secoli
e trasmesso da madre a figlia
come un modo specifico di stare
al mondo, un modo che, se generalizzato, potrebbe rivoluzionare
la gerarchia e la qualità dei rapporti sociali.
Quattro donne si sono cimentate
nel delicato ed entusiasmante
compito di interpretare ‘la sapienza della cura’ attraverso i
linguaggi dell’arte. Antonella
Brandi, Maria Cristina Lucca,
Fiorella Macchioni e Maria
del Carmen Farah hanno così
allestito a Villa Vogel (Chiostro
e Limonaia), dal 2 al 9 ottobre,
la mostra “Dall’etica della cura
alla pace”.
La visita alla mostra, guidata con
passione e squisita accoglienza
dalle stesse artefici, è stata fonte
di notevoli stimoli sia intellettuali che, soprattutto, emozionali.
Si tratta di percorsi artistici
molto diversi l’uno dall’altro, per
tecnica e per ricerca formale,
ma con un elemento unificante
di grande interesse: l’attitudine
all’elaborazione e alla strutturazione complessa di una varietà
di materiali, in perfetta coerenza
con il principio ispiratore della
mostra, ‘la cura’.
Antonella Brandi ha sviluppato
l’applicazione della funzione
‘generativa’ della donna alla vita
quotidiana. Il corpo della donna
è proposto come ‘architettura
vivente’, una forma che trasmette vita e la accoglie, in grado
dunque di farsi anche oggetto di
arredamento e di uso comune,
come una lampada o un tavolo.
Per realizzare questo poliedrico
linguaggio espressivo (quadri,
design, bassorilievi, mosaici,
graffiti) Antonella combina sapientemente vetro, terracotta,
ceramica, metalli, oggetti di
recupero, prodotti industriali,
pietre, fossili, con soluzioni
eleganti che si accompagnano
ad una forte autopercezione
femminile e sembrano fissare
fisicamente la dignità e l’autorevolezza dell’essere ‘donna’.
I quadri e le installazioni di
Maria Cristina Lucca presentano un’elaborazione dei quattro
elementi naturali (acqua, aria,
terra, fuoco), sotto forma di un
impetuoso coacervo di forze generative e distruttive, scandito
dal dosaggio di colori primordiali e da repentini squarci di luce.
In questa materia magmatica e
incandescente si colgono, come
guizzi vividi e improvvisi, le tracce della presenza e della vitalità
femminile, quasi a sottolineare
l’eterna ripartenza della speranza e della costruttività, chiamate
a farsi strada in mezzo alle forze
indifferenti del caos.
Fiorella Macchioni è approdata, dopo una lunga ricerca
espressiva, alla riscoperta dell’icona, un modello figurativo
generalmente liquidato come
primitivo oppure relegato nel
limbo delle fascinazioni orientaleggianti. Eppure l’incontro con
l’icona corrisponde al recupero
di una dimensione spirituale
lasciata indietro dal classicismo
umanistico-rinascimentale. La
struggente tenerezza del risultato fa tutt’uno con il rigore
formale (solo la preparazione
della superficie da dipingere
richiede un processo di alcune
settimane); lo schiacciamento
della prospettiva è solo apparente perché la profondità è tutta,
misticamente, volta verso l’interno e non si perde nelle vie di
fuga dello sfondo. Anche questa
vocazione al raccoglimento, alla
tensione spirituale, all’essenzialità senza fronzoli, appartiene
a pieno titolo al patrimonio
della ‘cura’ e rappresenta uno
specifico sguardo della donna
sul mondo.
Maria del Carmen Farah ha
guidato alcuni suoi allievi al pianoforte in un viaggio musicale
attraverso l’Argentina. Questa
volta è toccato alla musica di
farsi veicolo di comunicazione,
trasmissione di emozioni, ponte
di conoscenza interculturale.
Senza dimenticare, beninteso,
che la suggestione del suono,
il prodotto finale, è solo l’ultima
risultante di una paziente tessitura e di un amorevole lavoro di
preparazione.
Adesso che la mostra è finita,
che ne sarà di tutto questo?
Perché non provare a lasciare
un segno tangibile che imprima
nel territorio una traccia della
donna come artefice di cura e
di pace?
Nel conciliabolo del commiato,
ecco farsi strada l’idea. E se collocassimo alcune di queste opere nelle rotonde che si stanno
moltiplicando agli incroci? Non
sarebbe un bel modo per inserire un segno di costruttività e di
pazienza nel cuore stesso delle
nostre tensioni quotidiane?
Etica della cura (scheda)
“Platone sosteneva che insegnare ad avere cura di sé significava
insegnare ad avere cura della
polis, ad assumersi la responsabilità della vita sociale e politica
della città. Quello che probabilmente Platone non aveva previsto, è che dietro il lavoro di cura
vi è una competenza femminile
sul mondo che si propone come
un vero e proprio paradigma
(differente) del pensiero. Muoversi all’interno di questo paradigma conduce ad un agire politico che ribalta completamente
l’ordine esistente nel lavoro,
nella politica, nel governo delle
cose, nella pianificazione, nelle
relazioni, nei progetti…
Riassumendo, il paradigma
della cura si articola in: complessità, flessibilità, gestione
dell’imprevisto, senso di responsabilità, capacità di ascolto e di adattamento al contesto,
valorizzazione della relazione,
autorevolezza, senso della
misura. Tutte insieme queste
caratteristiche
costituiscono
una formidabile attrezzatura
che nei secoli le donne si sono
tramandate di madre in figlia
e che oggi risultano di straordinaria efficacia se proposte
come paradigma culturale per
la lettura e la gestione della
complessità che caratterizza il
nostro tempo.
Oggi la sapienza della cura può
essere capitalizzata e proporsi
come un diverso modo di agire
nel mondo”.
Annalisa Marinelli
Etica della cura e progetto
Dal 27 ottobre è in pubblicazione la graduatoria provvisoria
del bando per l’assegnazione in locazione degli alloggi
di edilizia residenziale pubblica, meglio noti come
‘case popolari’. C’è tempo fino al 25 novembre per la
presentazione degli eventuali ricorsi da parte dei richiedenti
che ritengano di non aver ottenuto un punteggio adeguato
alla loro situazione.
Le pratiche per il ricorso vanno effettuate
direttamente presso l’Ufficio Casa, viuzzo della
Calvane 3, tel.055.3282451-85, aperto al pubblico:
martedì, ore 8,30-13 e 15-17, mercoledì, ore 8,30-13, e
giovedì, ore 15-17.
4.029 sono state le domande presentate
complessivamente. Nel 1997, nel precedente bando
generale, i nuclei familiari che fecero richiesta furono
4.060. Una variazione quasi impercettibile, a conferma
della persistenza dell’emergenza abitativa in città.
Ricordiamo che la graduatoria degli aventi diritto
all’assegnazione viene formata in base all’attribuzione di
un punteggio corrispondente a diverse categorie di disagio
economico, sociale e abitativo: età oltre 65 anni; famiglia
numerosa (oltre 5 persone); genitore solo con figli a carico;
basso reddito pro-capite; giovane coppia in formazione
o appena formata; presenza di portatori d’invalidità non
inferiore al 67%; canone d’affitto eccessivo in rapporto al
reddito; pendolarismo; alloggio improprio o antigienico;
sovraffollamento; coabitazione in uno stesso alloggio
con altre famiglie; intimazione di sfratto con sentenza già
pronunciata dal giudice.
La graduatoria è consultabile anche presso l’Ufficio
Relazioni con il Pubblico di Villa Vogel, via delle Torri 23,
055.2767120, aperto tutti i giorni dal lunedì al sabato, ore
9-13, e anche giovedì pomeriggio, ore 14,30-17,30.
Influenza
I CONSIGLI
DELLA FARMACISTA
MEGLIO IL VACCINO
O GLI ANTI-VIRALI?
Cos’è l’influenza aviaria
L’influenza aviaria è una malattia dei volatili selvatici
e domestici che, una volta infettati eliminano il
virus attraverso le feci e le secrezioni respiratorie. La
trasmissione della malattia avviene prevalentemente
da animale ad animale ma i casi di persone infettate
da questo virus (circa 118, nel sud-est asiatico, il primo
dei quali rilevato nel 1997) dimostrano che è possibile
il passaggio animale-uomo anche se, per adesso, il
contagio sembra avvenire con relativa difficoltà. Quello
che preoccupa maggiormente è la possibilità (ad oggi
sospettata per 1-2 casi) che il virus vada incontro a
cambiamenti tali da rendere facile il passaggio uomouomo. Come possono verificarsi tali cambiamenti? Gli
esperti spiegano che la convivenza del virus in questione
con un virus che normalmente può infettare l’umano,
come quello dell’influenza, potrebbe essere la molla
scatenante del cambiamento.
I vaccini. Per adesso non ci sono vaccini anti-aviaria in
commercio disponibili per l’uomo anche se gli studi sono
già partiti e la speranza è che presto si possa disporre
di quest’importante misura preventiva. Per coloro che
vogliono vaccinarsi a scopo precauzionale il periodo
indicato va dalla metà di ottobre alla fine di novembre;
una sola dose è sufficiente per gli adulti, due dosi (a
distanza di 4 settimane l’una dall’altra) sono consigliate
per bambini di età inferiore ai 9 anni mai vaccinati in
precedenza.
Alla frequente domanda -meglio la vaccinazione o
l’antivirale?- rispondo abitualmente che la vaccinazione
è in questo momento una precauzione non dannosa
mentre, al contrario, l’assunzione di antivirali, senza una
precisa indicazione medica che rispetti le direttive delle
autorità sanitarie, è ingiustificata se non addirittura
dannosa.
Gli antivirali. Ma cosa sono questi antivirali di cui ormai
sono piene le pagine dei giornali ma completamente
vuote le nostre farmacie? I nomi da ricordare sono
pochi; tra questi ormai tutti avranno sentito parlare di
amantadina, zanamivir e oseltamivir.
Amantadina. Questa molecola agisce impedendo al virus
di moltiplicarsi una volta che è entrato nell’organismo
umano. Purtroppo, dall’analisi di alcuni virus aviari isolati
nel 2004 da pollame infetto, sono emersi fenomeni di
resistenza all’amantadina.
Zanamivir e oseltamivir I due farmaci presentano
un meccanismo di azione simile poiché entrambi
impediscono che i virus, moltiplicatisi all’interno delle
cellule umane, escano andandosene liberamente a giro
per il nostro corpo con conseguente peggioramento dei
sintomi influenzali.
L’uso degli antivirali è previsto anche a scopo preventivo
ma il “fai da te” è altamente sconsigliato.La prudenza e la
calma come sempre saranno i nostri più fedeli alleati.
Buona salute a tutti!
INFO: Ufficio Cultura Q.4, 055.27671132767135, [email protected]
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dott.ssa Giovanna Navarrini
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