IL TUO CAVALLO E’ UN ALBERGO?
II PARTE: “OSPITI” POCO GRADITI: ARTROPODI ED ELMINTI
Gasterophilus intestinalis
Oxyuris equi
Nel numero precedente il nostro amico cavallo è stato paragonato a un “Albergo a 5 stelle” per
centinaia tra parassiti, virus e batteri. In questo articolo cercheremo di spiegare che cos’è un
parassita, come e perché instaura dei rapporti con il cavallo, che danni può provocare alla sua
salute.
Parassita deriva dal greco para’:vicino e sitomai: mi nutro, cioè un organismo che si nutre a spese
di un essere vicino. La definizione stessa, pertanto, è sufficiente a comprendere il perché un
parassita che vive all’interno (endoparassita) o sulla superficie (ectoparassita) di qualsiasi altro
organismo possa svolgere un’azione patogena più o meno intensa. In linea generale il ciclo
biologico di un parassita si svolge attraverso la maturazione delle uova, lo sviluppo delle fasi
larvali, il raggiungimento della fase adulta, la riproduzione con conseguente deposizione delle uova.
Per compierlo in pieno o in parte il parassita ha bisogno di uno o più ospiti che possono essere
intermedi o definitivi. L’ospite intermedio permette lo svolgimento della o delle fasi larvali, l’ospite
definitivo il raggiungimento della fase adulta e la riproduzione sessuale. Il cavallo per nostra
sfortuna, rappresenta sempre l’ospite definitivo: la residenza perfetta per il parassita; mentre altri
organismi, come mosche, ditteri e acari coprofagi, rivestono il ruolo di ospiti intermedi.
Ma come fanno i parassiti ad entrare in contatto con il cavallo?
Il ciclo è quasi sempre oro-fecale, ovvero il cavallo ingerisce uova o larve per poi espellerne altre
con le feci. Le feci parassitate contaminano il terreno, dove cresce l’erba, che il cavallo mangia.
Ecco come nasce la credenza comune che tutti cavalli che si nutrono al pascolo hanno i vermi,
mentre quelli che passano la maggior parte del tempo in box no. Sicuramente un cavallo al pascolo
è più a rischio di contrarre parassitosi, ma allo stesso modo un cavallo stabulato, soprattutto se box
e mangiatoia non vengono adeguatamente puliti, può esserne vittima. Oxyuris equi ad esempio,
parassita dell’intestino crasso che tanto prurito provoca attorno alla zona anale può resistere
nell’ambiente esterno solo alcune settimane, di conseguenza è molto più facile che colpisca i cavalli
tenuti in stalla. In ogni caso non bisogna dimenticare gli insetti siano essi ospiti intermedi o
semplici vettori. Habronema muscae non potrebbe arrivare allo stomaco del cavallo senza le
mosche.
Alcuni parassiti possono entrare nell’ospite definitivo anche per via transcutanea o transmammaria;
è il caso di Strongyloides esteri in grado, per le sue caratteristiche, di parassitare puledri attraverso
il latte materno.
Che cosa succede una volta a contatto con il cavallo?
Le azioni del parassita sull’ospite sono molteplici e in nessun caso benefiche. Innanzitutto
dipendono dalle caratteristiche anatomiche del parassita (per es.: lunghezza e/o presenza di bocca
dentata, larve migranti), dall’organo di elezione (intestino tenue, intestino crasso, stomaco, fegato,
polmoni, cute, ecc.) e dalla carica parassitaria. Possono essere di tipo:
• Meccanico: per es. occlusione del tratto intestinale;
• Traumatico: per es. ferimento delle pareti intestinali (fig.1);
• Spoliatrice: per es. con sottrazione di chimo o sangue;
• Necrotizzante e ulcerativo: causata per es. dal tragitto delle larve migranti o dagli adulti da un
organo all’altro;
• Allergico;
di più di un tipo o di tutti messi insieme.
Lascio a voi immaginare quali possano essere
le conseguenze sulla salute del cavallo.
La sintomatologia clinica è estremamente
variabile: perdita dell’appetito, dimagrimento
e/o diminuzione dell’incremento ponderale,
diarrea, anemia, cattivo stato del mantello,
reazioni cutanee, tosse, febbre, per arrivare alla
temutissima sintomatologia colica fino alla
morte.
Fig.1 - Strongilo attaccato alla mucosa intestinale di un cavallo-
Penso che queste ultime righe siano sufficienti a sottolineare quanto anche i piccoli segnali risultino
estremamente utili per eliminare gravissimi problemi prima che sia troppo tardi.
Fortunatamente noi possiamo giocare una carta ancora più utile per vincere la partita contro i
parassiti: la prevenzione. Parlo di pulizia, di rotazione dei pascoli quando possibile, ma soprattutto
di sverminazione. Ma a questo importantissimo argomento dedicheremo l’intero articolo sul
prossimo numero di questa rivista.
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