I luoghi del Cimitero cinese: la Normandia Flavia Zerilli e Jasmine Colamesta Mario Pomilio Mario Pomilio nasce il 14 gennaio 1921 ad Orsogna. Dopo qualche tempo, dal momento in cui la sua famiglia decise di stabilirsi ad Avezzano, egli frequentò il liceo classico. Nel 1945 si laureò in Lettere alla Scuola Normale di Pisa, con una tesi sulla narrativa di Luigi Pirandello. Conseguita la laurea, decise di seguire i corsi di specializzazione all’estero. Grazie a una borsa di studio, Pomilio ebbe la possibilità di frequentare le università di Bruxelles e di Parigi. Riuscì infine a esser nominato insegnante di Lettere in un liceo napoletano. Dopo una lunga malattia si spense nell’aprile del 1990. La sua carriera letteraria iniziò con i saggi: Il mondo morale di Italo Svevo e Letture di Pirandello che pubblicò nel 1943 sulla rivista romana «Lettere d’oggi». Dopo la sua passione per l’indagine critica egli si accostò alla lirica e si scoprì poeta: si fanno risalire i suoi primi versi al 1948. Dopo gli anni Cinquanta, i suoi interessi artistici si rivolsero alla narrativa grazie alla vicinanza con un gruppo di scrittori napoletani come Incoronato, Pacini, Rea, Pullini con i quali più tardi fonderà e dirigerà la rivista «Le Ragioni Narrative». Esordì nel 1954 con L'uccello nella cupola, che lo porrà subito all'attenzione della critica e del grande pubblico con la vittoria nel Premio Marzotto. Nel 1975 pubblicò il suo libro più famoso Il quinto Evangelio. La fase lirica La sua produzione poetica si caratterizza per esser stata realizzata in sedi disparate e con una moltitudine di varianti, tagli, modifiche, stesure. Il progetto poetico di Pomilio venne realizzato dal figlio Tommaso che decise di raccogliere i versi, in parte inediti, del padre scritti tra il 1949 e il 1953, nel volume Emblemi, rispettando il titolo che il padre avrebbe voluto per quella raccolta. Emblema posto tra intermedio e impossibile, fra parola e figura. Nei versi è lampante la volontà dell’autore di tradurre le proprie impressioni visive attraverso le parole usate. Nella lettera del 27 Agosto del 1956 indirizzata al poeta Giovanni Cristini, egli manifesta il suo pensiero relativo alla sua poetica: «La lirica ha sempre a che fare con la realtà di pensiero, con un’esperienza rielaborata ormai dal pensiero. Essa non fa che manifestare la realtà. Lo fa ripercorrendo e facendo ripercorrere, con le sue immagini, proprio il cammino attraverso cui si è fatta.». Tra le liriche dell’autore ricordiamo Paris Plage poiché troviamo uno dei luoghi rievocati poi nel cimitero cinese. Venne scritta durante il periodo che Pomilio trascorse tra Francia e Belgio. Furono proprio le visite che fece nel 1951 a Dunkerque, Calais e Paris Plage a dargli lo spunto per la stesura di alcune delle sue poesie, ma soprattutto a fornirgli i luoghi, dove poter ambientare un romanzo, che poi si concretizzerà nel cimitero cinese. Venne pubblicata per la prima volta nel 1957 ma come tutte le poesie di Pomilio fu soggetta a rivisitazioni successive e non solo nei versi ma anche nel titolo che mutò in “Europa” per poi tornare ad essere Paris Plage. Di seguito ne proponiamo un estratto, che dal nostro punto di vista, risulta essere significativo e strettamente legato alle tematiche cardini del progetto. Paris Plage Europa, Europa antica, ove non tornano quelli che partono, il bunker di cemento confitto nella duna, tra lo scroscio insaccato del mare, è il solo fiore, nudo segno al rancore, che si cresce di te. Amara Europa, vie logore agli adii, terre esotiche al rombo dei migranti stormi pei cieli dalla lunga luce Il cimitero cinese In questo volume troviamo riuniti tre testi scritti da Mario Pomilio in tempi diversi della sua vita. Si tratta di una vera e propria trilogia sulla memoria dei tragici eventi della Seconda Guerra Mondiale. Il cimitero cinese è ambientato, quattro anni dopo la fine del conflitto, nella Francia del Nord dove sono ancora tangibili le ferite impresse nel paesaggio, segni in grado di disturbare la vista. La bellezza di quei luoghi immacolati deturpata dall’eredità della guerra sarà una tematica costante in tutto il romanzo. Pomilio fece realmente un viaggio nei luoghi normanni. Come egli stesso dichiarò durante una intervista rilasciata a Fulvio Scaglione: «Quel viaggio mi restò impresso nella memoria in maniera decisiva, tanto è vero che il racconto, pur trasformando certe cose, pur aggiungendo qualcosa che in realtà non esiste, ne ripercorre fedelmente le tappe.». Non si può comprendere appieno il romanzo e le sensazioni che Pomilio, in prima persona, provò senza approfondire e soffermarsi sugli avvenimenti storici legati eternamente a queste terre. Normandia: teatro di scontri Il 6 Giugno del 1944 avvenne lo Sbarco in Normandia, meglio noto come D-Day. Le truppe alleate, nel tentativo di penetrare nell’Europa occupata, sbarcarono sulle spiagge francesi dando vita all’operazione Overlord. Si trattò della più grande offensiva militare della storia alla quale presero parte decine di migliaia di soldati inglesi, americani e canadesi. Scopo dell’operazione era quello di iniziare la liberazione dell’Europa dalla Germania nazista e, dal punto di vista strategico militare, lo sbarco in Normandia ebbe una notevole rilevanza poiché segnò le sorti della seconda guerra mondiale infliggendo un grave colpo alla Germania. Fu la prima volta che un così alto numero di uomini e mezzi veniva trasportato oltre oceano e paracadutato in terra europea. Nella conferenza di Quebec, dell’agosto del 1943, si decise che l’azione militare si sarebbe svolta in Normandia e fu sempre in quest’occasione che si stabilirono le spiagge che avrebbero fatto da scenario all’operazione Overlord. Gli alleati decisero di avviare un piano diversivo con l’intento di far credere ai tedeschi che lo sbarco sarebbe avvenuto nella zona di Calais. A tal proposito, si arrivò al punto che, mentre la flotta di invasione navigava verso il luogo prefissato, un’altra flotta finta scortata da aerei si dirigeva a Calais. I tedeschi furono talmente ingannati che continuarono a credere che la vera invasione sarebbe avvenuta a Calais dove continuarono a concentrare le proprie forze armate. Si trattò di una strategia vincente. Alla vigilia lo stesso generale Eisenhower, capo del comando supremo delle forze alleate, titubante sulla riuscita dell’operazione, si premunì facendo preparare due comunicati, in uno veniva annunciato la riuscita dello sbarco mentre nell’altro veniva data la notizia del suo fallimento. «Full victory… nothing else» (“vittoria completa... nient’altro”) pronunciò il generale alla vigilia per incoraggiare i suoi. Arrivati al giorno prestabilito, le truppe anglo- americane sbarcarono su quelle spiagge che avevano ribattezzato con nomi in codice in modo che i messaggi intercettati non permettessero di capire di quale zona si trattasse: Sword (Ouistreham, Benouville...), Juno (Courseulles, Asnelles...), Gold (Arromanches, Longues...), Omaha (St Laurent, Colleville, Vierville...), Utah (Ste Mère Eglise, Ste Marie du Mont...). Fu Utah Beach a passare alla storia per essere la spiaggia dello sbarco visto che vi atterrò per primo il tenente Poole. In seguito all’operazione sbarco, ci furono ancora 77 giorni di battaglia in Normandia e numerosissime furono le perdite militari e civili registrate. Il termine dell’operazione si ebbe con la progressiva liberazione dei territori francesi ma anche con un vero e proprio massacro. Bunker: cicatrici indelebili I bunker sono costruzioni militari in cemento armato realizzati a scopo difensivo. Sulle spiagge della Normandia venne costruita una grande varietà di bunker seguendo un certo numero di modelli standard per cui alcuni erano semplici siti di osservazione costiera altri sarebbero stati utilizzati come posto di difesa dagli attacchi nemici. Le due tipologie più diffuse realizzate sono: quello monoarma costituito da una sola camera di sparo che aveva una funzione antiuomo e veniva posizionato sul litorale e equipaggiato con armi automatiche leggere come mitragliatrici e fucili mitragliatori; quello pluriarma che risultava essere più complesso in quanto dotato di diverse camere da sparo e adibito anche per la difesa dei mezzi corazzati. Generalmente i bunker erano protetti da mimetizzazioni che potevano variare da semplici teli stesi sopra di essi a complesse opere di muratura che prevedevano l’uso della pietra locale. Fu Hitler, in previsione dell’attacco degli anglo-americani, a predisporre la loro edificazione lungo tutto il litorale francese che avvenne tra il 1942 e il 1944 e qui venne concentrato un quarto dell’intero esercito. Tutto ciò non bastò ad impedire lo sbarco degli anglo-americani che avvenne come stabilito il 6 Giugno del 1944. Per la generazione che ha vissuto in prima persona la guerra, i bunker rappresentarono il simbolo dell'occupazione tedesca e fu la voglia di dimenticare le atrocità di quella guerra a spingere tanti prima a distruggerli e poi a disinteressarsene totalmente. Nonostante tutto, sulla costa normanna possiamo trovare ancora oggi, alcuni dei resti di queste costruzioni perfettamente conservati. Oggi la loro valenza storica è indiscussa poiché consentono uno studio approfondito dal punto di vista militare e architettonico e sono considerati soprattutto quasi un’attrazione turistica conosciuti a livello mondiale, in grado di rievocare il D- Day e tutta l’offensiva che ne seguì. Sulle spiagge dello sbarco è stata organizzata una vera e propria industria del turismo di guerra. I bunker in Pomilio Proprio i bunker presenti nelle vaste spiagge normanne sono fonte di ispirazione per Pomilio: Davanti a questi bunker spettrali, quasi immodificabili nella loro sostanza di cemento scuro, grigiastro, intravidi come un personaggio femminile che poi sarebbe diventato la Inge del racconto. Mi dissi: come sarebbe bello poter ambientare qui una storia d’amore, l’incontro tra una giovane tedesca e un giovane italiano. Le vicende Il romanzo vede come protagonisti due giovani, una tedesca e un italiano, che frequentano l’Università di Bruxelles quattro anni dopo il termine del conflitto mondiale. I due si incontrano in un club universitario e si avvicinano poiché accomunati dal medesimo senso di solitudine. Si sentono spaesati ma soprattutto isolati poiché appartengono ai paesi ritenuti i maggiori responsabili della guerra. Già dal primo incontro compare una evidente tematica ricorrente nel romanzo ossia l’odio nei confronti degli artefici della guerra che si traduce in vero e proprio razzismo. «Come vi chiamate? Posso domandarlo?» «Inge. Mi chiamo Inge.» «Svedese?» «No, non svedese.» «Eppure il vostro nome fa pensare ad una svedese.» «Il mio nome? Non mi pare. Del resto , sono tedesca. Dovreste averlo capito , ormai.» «Capito? E perché?» «Ma dunque, non avete visto come m’hanno isolata?» Alla fine della serata Inge invita il giovane italiano a passare con lei un weekend in Francia, al Pas de Calais. Lui accetta non immaginando quanto quella gita avrebbe prodotto dense emozioni e sarebbe stata così carica di significati al punto che avrebbe cambiato i loro destini. Ben presto i due dovranno fare i conti con l’odio, con il rancore che li accompagnerà nel loro viaggio. Giunti alla frontiera, l’agente doganale francese comincia ad assumere degli atteggiamenti discriminatori e altamente accusatori nei loro confronti. I pregiudizi lo portarono a tenere un comportamento rigido ed eccessivo e, al momento della perquisizione, li multa per pochi pacchetti di sigarette. Da questo episodio i due iniziano a riflettere sulla guerra, sulle sue atrocità e sulle conseguenze che dopo quattro anni ancora riesce a causare. La guerra era troppo avvertibile: con i segni irreparabili che aveva lasciato ovunque al suo passaggio: le macerie di una casa o di un gruppo di case, una casamatta smantellata, i resti di una trincea che deturpavano il verde dei prati, un campo d'aviazione col suo immenso riquadro di terra polverosa e in fondo un groviglio di hangar sventrati, verso il mare le prime dune irte di palizzate e ferro spinato e, netto in distanza, come stagliato nel sole, un cimitero di guerra, col suo biancore di pietra, con le sue nude file di croci anonime. La prima giornata del viaggio la trascorrono a Dunkerque, Calais, Boulogne, Etaples. Paesaggi tristi e spogli e ricchi di malinconia. I due giovani, fermandosi per la notte a Etaples, hanno modo di incontrare la padrona della locanda che inizialmente, scambiandoli per belgi, li accoglie calorosamente e, dopo aver visionato i documenti, riserva loro uno sguardo rigido e freddo. Il secondo giorno i due si dirigono a Paris Plage. Qui, dopo aver scoperto lo splendore del mare, notano i primi bunker. Questa vista risveglia sentimenti contrastanti che fanno rabbuiare Inge. Riprendendo il cammino, si imbattono in una casa solitaria per cercare un po’ di ristoro ma qui li attende un dramma che li sconvolgerà profondamente. Involontariamente, una volta arrivati, spaventano un ragazzo, che poi si scoprirà essere il figlio della padrona di casa, che vedendoli fugge insieme al suo cane: la donna spiega loro che si tratta di suo figlio rimasto traumatizzato da quando anni addietro i nazisti lo portarono via insieme a suo fratello. Il fratello morì e lui venne torturato. Da allora ogni qualvolta sente qualche rumore, anche il più piccolo, rivive in lui il momento della cattura. La donna indica loro una radura con un gruppo di croci lignee collocate in modo confusionario e in completo stato di abbandono e dice che una volta in mezzo a quelle croci c’era anche il figlio che poi ha provveduto a far portar via pensando di soffrire di meno. Tutto inutile: quel luogo è troppo vicino per poter dimenticare e la sua vista riapre perennemente la ferita. Questo incontro porta i due a isolarsi e a tormentarsi fino a quando, lungo la strada del ritorno, si fermano in un cimitero cinese. Qui sono stati seppelliti cinesi assoldati come ausiliari dall’esercito inglese nella prima guerra mondiale e caduti sul fronte belga mentre scavavano trincee. I due vengono colpiti dal luogo, così distante dall’idea di cimitero e di morte a cui erano stati abituati. Nel cimitero regnava l’ordine con lapidi tutte uguali disposte simmetricamente ai due lati del sentiero. Quell’armonia era opera di un vecchietto cinese rimasto lì a curare e custodire i sepolcri. Quel cinese con il suo sorriso mite e dimesso e con quel suo tono così pacato trasmette ai giovani una sensazione di pace. Forte è la commozione per quell’anziano signore che con dedizione, prosegue il suo lavoro così lontano dalla propria terra d’origine, in un luogo europeo. Egli con le sue parole prive di odio riesce a commuovere e a scalfire nell’animo Inge. Lasciando il luogo, il giovane la rincuora facendole notare che i morti sono stati tanti ma che ogni popolo ha avuto i propri. Inge a quelle parole, si sente così liberata dal peso che l’ha oppressa fino in quel momento e si abbandona a un bacio. Questo è il gesto di riconciliazione. Il viaggio di Pomilio attraverso lo sguardo di un italiano e di una tedesca Dunkerque Prima tappa del viaggio è una città della Francia del Nord, semidistrutta durante la seconda guerra mondiale, tanto che i due giovani la percepiscono subito come triste, spoglia, silenziosa e stracolma di macerie erbose. Oggi è una meta che attrae per la sua bellezza inusuale in quanto è stata ricostruita secondo un nuovo piano urbanistico che lascia spazio a viali e a giardini, con il suo porto, le sue spiagge sabbiose e due campanili classificati come patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco. Il campanile medievale di St. Eloi è uno dei pochi edifici sopravvissuti ai bombardamenti della seconda guerra mondiale e merita di essere visitata la riserva naturale nazionale delle dune di Marchand. Calais Dopo Dunkerque giungono a Calais che si presenta nuda e dispersa con le sue case grigie e le sue strade larghe. La città di Calais con un’ampia varietà di paesaggi e mete storiche è nota per le sue eleganti stazioni balneari e le lunghe spiagge di sabbia fine. Luogo scelto dai turisti per il relax, lo svago e le attività sportive. È considerato il primo porto francese per l’intenso traffico marittimo. Boulogne sur Mer Da Calais si spostano in questa città di mare e di cultura allo stesso tempo. Qui troviamo la basilica di Notre Dame de l’Immaculée Conception, il Castello, il faro e diversi musei. Etaples Appena arrivati videro la facciata di una chiesa e i barconi sul fiume. Etaples è una città ricca di luoghi da ammirare. Dai musei alla antica chiesa, dal cimitero militare agli innumerevoli siti naturali. Paris Plage Paris Plage apparve loro tersa e malinconica con le sue spiagge, la sua pineta, gli chalet, le dune, gli alberghi di lusso ancora chiusi. Ai loro occhi «il paesaggio era bello le dune arse e lucenti punteggiate da qualche raro ciuffo d'erba spinosa, i grandi pini slabbrati che non lasciavano passare se non una luce scagliosa, anche se di quella bellezza priva d'armonia che non ristora e può rendere tristi.» Paris Plage è la prima stazione turistica del Nord della Francia grazie al suo patrimonio naturale e architettonico è considerato il paradiso degli amanti dello sport e del relax e ospita molti alberghi di lusso in quanto meta frequentata da ricchi parigini. Numerosi gli eventi che vengono ogni anno, organizzati. Flussi turistici in Francia Il turismo in Francia risulta essere il primo settore economico con oltre 30 miliardi di incassi che registra annualmente fra il settore alberghiero e ristorativo, il commercio e tutte quelle attività legate al tempo libero. La Francia, già da diversi anni, si posiziona come prima destinazione mondiale per numero di arrivi internazionali. Seguita da Stati Uniti, Cina, Spagna ed Italia. Gli stessi francesi, quasi il 75%, prediligono trascorrere il proprio periodo di vacanza all’interno della loro nazione spinti dal desiderio di esplorare l’eccezionale ed indiscusso patrimonio storicoculturale che tutto il mondo invidia. Principali destinazioni del turismo internazionale Graduatoria Arrivi internazionali (milioni) Introiti (miliardi di US$) Paesi 2011 2012 var. % Paesi 2011 2012 var. % 1 Francia 81,6 83,0 1,8 USA 116,1 128,6 10,7 2 USA 62,7 - - Spagna59,9 55,9 1,2 3 Cina 57,6 57,7 0,3 Francia 54,5 53,7 6,7 4 Spagna 56,2 57,7 2,7 Cina 48,5 50,0 3,2 5 Italia 46,1 46,4 0,5 Italia 43,0 41,2 3,8 Fonti: UNWTO World Tourism Barometer - April 2013 Francia: sinonimo di diversità La Francia, chiamata anche “hexagone” per la sua forma esagonale, è sinonimo di diversità con le sue variegate destinazioni. Castelli, musei, cattedrali, monumenti caratterizzano l’intero territorio francese e sono ben 38 i siti dichiarati patrimonio mondiale dall’Unesco. Ogni regione, città e comune è testimone delle ricchezze non solo culturali ma anche paesaggistiche del paese in grado di offrire a tutti i turisti, scenari affascinanti ed estremamente diversificati: le ampie spiagge del nord, le calette selvagge del sud, le immense foreste della Lorena, il gran numero di parchi naturali e aree protette possedute fino ad arrivare alla celebre Valléè Blanche situata nel cuore del massiccio del Monte Bianco. L’ufficio del turismo di Parigi ha pubblicato le statistiche riguardanti la classificazione dei siti francesi più visitati nel 2012 secondo le rilevazioni dell’ONT (Osservatorio Nazionale del Turismo). • • • • • • • • • • • Disneyland Paris (15 600 000 visitatori) Notre-Dame de Paris (13 650 000 visitatori) La Foresta di Fontainebleau (13 000 000 visitatori) Basilica del Sacro Cuore di Montmartre (10 500 000 visitatori) Museo del Louvre (8 800 000 visitatori). La reggia di Versailles (7 500 000 visitatori) Tour Eiffel (7 100 000 visitatori) Mont Saint-Michel (3 250 000 visitatori) Rouen (2 900 000 visitatori) Cimitero di Omaha Beach (1 600 000 visitatori) Cimitero americano di Colleville (800 000 visitatori) Esaminando l’elenco, salta subito all’occhio che i siti di maggiore attrazione turistica siano localizzati nella città di Parigi anche se nella lista stilata troviamo diverse aree appartenenti alla Normandia sebbene con un flusso turistico nettamente inferiore rispetto alla capitale. Source : Observatoire national du tourisme, 2008. Perché visitare la Normandia? La Normandia è una regione che ha affascinato e continua ad affascinare i milioni di turisti che ogni anno si spingono fino al Nord della Francia per meglio ammirarla e viverla. Si tratta di un territorio affascinante grazie alla sua natura indomita e incontaminata e ai molteplici borghi che conservano il loro fascino pittoresco. I turisti non possono che rimanere stupefatti dai 600 chilometri di costa dalla sabbia dorata in cui si alternano scogliere, falesie e faraglioni. A questo si aggiunge, la storia che ha lasciato la sua impronta riflessa nei favolosi castelli, nei villaggi, nelle maestose cattedrali medievali e nelle spiagge che fecero da scenario al più famoso sbarco della storia. Quando si parla di Normandia non si può che pensare alle innumerevoli tele dei pittori impressionisti che hanno trovato in questa terra l’ispirazione per dare vita a magnifiche e immortali opere. Possiamo citare ad esempio Claude Monet che rimase talmente colpito dalla cattedrale di Rouen che decise di immortalarla per 31 volte nei diversi orari della giornata e dell’anno evidenziando le differenze cromatiche tra le varie condizioni atmosferiche. La Normandia vanta una vasta gamma di specialità locali che deliziano il palato dei turisti tanto che soprattutto negli ultimi anni vengono organizzati periodicamente tour enogastronomici a risaltarne le qualità. La Normandia risulta essere la meta ideale per gli amanti della natura, dell’arte, della storia e dell’enogastronomia e oggi è destinazione prediletta per i weekend dei parigini che vogliono evadere dal caos della città e vivere due giorni di pace e di relax. Non viene chiaramente consigliata a tutti quei viaggiatori che ricercano il sole ed il bel tempo e per coloro che vogliono una vacanza basata sul divertimento e sulla ricerca di locali cool. Un fattore critico è la scarsa accessibilità della regione. Essa non è servita da collegamenti aerei diretti ma è raggiungibile con un volo su uno dei tre aeroporti di Parigi (Orly, Charles de Gaulle, Beauvais) a cui, per giungere verso le terre normanne, occorre aggiungere un paio d’ore di auto o di treno. Tipologie di turismo in Normandia Non si può attribuire alla Normandia un tipo di turismo legato unicamente al patrimonio storicoartistico e questo perché negli ultimi anni la regione si sta impegnando nello sviluppo e nell’affermazione di tipologie turistiche in grado di attrarre nuovi segmenti di mercato. Riportiamo un breve elenco che comprende le ultime tendenze turistiche normanne. Ecoturismo Con il termine ecoturismo si intende il viaggiare in aree naturali relativamente incontaminate con lo specifico obiettivo di studiare, ammirare e apprezzare il paesaggio ricco di piante e di animali. Questa è la terra ideale per gli amanti della natura poiché dotata di affascinanti e incontaminati luoghi naturalistici. I turisti qui si ritemprano e sfuggono dal caos quotidiano del lavoro e della città, riuscendo a godere del relax e della pace che regna in questi magnifiche aree che non conoscono rumori e traffico. Qui per coloro che volessero vivere una vera e propria esperienza a contatto con la natura innumerevoli sono i campeggi perfettamente attrezzati e che rispondono ad ogni tipo di esigenza del fruitore. Turismo enogastronomico La cucina normanna pur essendo abbastanza semplice, vanta una ricca tradizione gastronomica caratterizzata da notevoli specialità tra tutte, spiccano i formaggi, la panna, il latte e naturalmente le famosissime mele di cui la Normandia è una grande produttrice, Anche la produzione alcolica normanna si fonda sulle mele e infatti tra i principali liquori vanno ricordati il sidro, il Calvados e il Pommeau. Turismo scolastico La Normandia si presta per gite scolastiche organizzate visto l’immenso patrimonio culturale di cui è dotata. Diverse sono le attività didattiche proposte dalla regione tra cui i soggiorni in fattoria permettendo ai bambini la riscoperta delle antiche tradizioni agricole e nello stesso tempo di entrare a stretto contatto con gli animali e con l’ambiente che li circonda approfondendone la conoscenza. Altri luoghi ideali per lo svago e il divertimento dei più piccoli sono gli zoo, il planetario di Ludiver con i suoi spettacoli interattivi e i parchi di divertimento quali Festyland e il villaggio magico di Bellefontaine che consiste in un parco naturale con valli fatate, boschi magici, giardini, cascate, fontane e castelli. Turismo di guerra Consiste nell’esplorazione di tutti quei luoghi toccati dalla storia recente. La Normandia è una destinazione della memoria con i percorsi della grande guerra,dal forte impatto psicologico e con le spiagge dello sbarco. Si possono visitare i cimiteri militari, i numerosi musei di guerra, le steli, i campi di battaglia, i bunker che testimoniano l’orrore umano che qui si è consumato. Ogni anno in occasione dell'Anniversario dello Sbarco si ritorna indietro nel tempo e numerose sono le cerimonie commemorative, le rievocazioni storiche, le celebrazioni e le esposizioni, che hanno un forte impatto psicologico su un enorme seguito di pubblico. Turismo sportivo Si riferisce ad un insieme di pratiche legate allo sport. In Normandia è altamente diffuso: • Il cicloturismo è una forma di turismo praticata in bicicletta che fuoriesce dai consueti itinerari del turismo di massa. In Normandia gli appassionati delle due ruote possono fruire di 500 chilometri di piste ciclabili che si sviluppano nei pressi della costa o tra le affascinanti cittadine normanne. • Il turismo equestre consiste in tutte quelle attività turistiche, ludico-addestrative e sportive effettuate con i cavalli. La Normandia è la regione ideale per gli amanti dell’equitazione che con i suoi oltre 90 centri equestri offrono l’opportunità a chi lo desidera di esplorare la regione a cavallo. • Il turismo del mare è motivato dalle risorse marine e anche questo settore comprende molteplici attività ludiche e sportive: barca a vela, catamarano, surf, kit surf, canoa, regate internazionali. Non bisogna dimenticare anche l’attività della pesca dal momento che la regione è considerata un vero e proprio paradiso per i pescatori assai numerosi. • Il Golf, per gli appassionati della disciplina è impossibile non recarsi in Normandia, che secondo una classifica internazionale figura tra le prime dieci destinazioni mondiali di golf grazie ai suoi numerosi impianti all’avanguardia. Eventi Il Festival del cinema americano di Deauville Istituito nel 1975, si tratta di un festival cinematografico dedicato al cinema statunitense che si svolge annualmente nella cittadina normanna di Deauville. È l'unica manifestazione al mondo in grado di assicurare una proiezione continua di film e pellicole 24 ore su 24. Negli ultimi anni sono stati più di 50.000 gli spettatori. Festival della Normandia Impressionista È il principale evento culturale dell’estate in Francia. Si organizzano per l’occasione pranzi in campagna nello stile dei déjeuners sur l'herbe, si ripopolano le vecchie balere e i luoghi protagonisti dei quadri impressionisti. Il festival vede l’impressionismo come un punto di partenza per poi celebrare una vasta gamma di espressioni artistiche odierne: musica, fotografia, teatro, cinema, danza, letteratura e arte contemporanea. Armada: “Tutti i mari portano a Rouen.” Si tratta di uno dei più illustri raduni nautici al mondo che anima i moli di Rouen. Ogni anno il numero dei visitatori si aggira intorno ai 2 milioni. La durata del festival è di 10 giorni e in questo arco di tempo vengono organizzate molteplici attività come la visita delle imbarcazioni, concerti e spettacoli dal vivo, escursioni in barca sulla Senna, i magnifici fuochi artificiali e spettacoli di animazione sull’acqua. L’evento si conclude annualmente con la Parata dei battelli dove i visitatori si posizionano sugli argini, da Rouen all’estuario, per salutare queste navi leggendarie che veleggiano in pompa magna. Anniversario sbarco di Normandia Ogni anno risulta essere l’evento più sentito all’interno della regione e non solo. Nel 2014 la Normandia celebra il 70° Anniversario dello sbarco degli Alleati avvenuto il 6 Giugno del 1944. Viene inoltre proiettato, per l’occasione, il premiato film sullo sbarco in Normandia: Salvate il soldato Ryan diretto da Spielberg nel 1998. Diverse sono le manifestazioni commemorative per ricordare e onorare i 150 mila soldati che hanno rischiato o dato la vita nelle giornate dell’invasione. Annualmente presenziano all’evento veterani di guerra che, in modo commovente, rispolverano le loro vecchie uniformi con appuntate le medaglie al valore. A loro viene affidato il compito di deporre una corona di fiori al memoriale edificato vicino a quella che era chiamata in codice Omaha beach. Diversi nel corso della giornata sono i concerti, le proiezioni di documentari, i concorsi fotografici, gli spettacoli pirotecnici. Ma la vera attrazione è data dalle parate di mezzi militari e di soldati che rendono originale la manifestazione perché i soldati indossano l’uniforme onorevole dell’epoca. L’evento richiama milioni di visitatori che scelgono di far visita ai luoghi dello storico sbarco, ai cimiteri e ai musei di guerra proprio in occasione dell’anniversario. È talmente importante l’evento da far realizzare pacchetti turistici e tour storici venduti in tutto il mondo. L’anniversario ha così, un grandissimo ritorno economico per la regione.