TESI XX La dottrina della trinità esprime la verità dell’evento escatologico dell’identificazione di Dio con Gesù crocifisso Funzione della dottrina trinitaria • La dottrina della Trinità interpreta vita, passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo, facendo trasparire chiaramente in questi eventi la storia di Dio. • La dottrina trinitaria è perciò Summa Evangelii. • L’evento dell’identificazione escatologica di Dio in Gesù crocifisso esige di interpretare in chiave trinitaria l’identità di Dio. Se questo evento rende possibile la rivelazione di Dio (ratio cognoscendi), la distinzione di Dio in Dio è il fondamento (ratio essendi) dell’identificazione di Dio con Gesù Cristo. • Soteriologia, cristologia e dottrina trinitaria si Circolo ermeneutico ratio cognoscendi Teologia Cristologia Soteriologia ratio essendi La dottrina della Trinità interpreta vita, passione e morte di Gesù Cristo, facendo trasparire chiaramente in queste la storia di Dio. Si può quindi dire che la Trinità è Summa Evangelii: tutto ciò che riguarda la buona novella è insito profondamente nella dottrina trinitaria «Questo è il Vangelo: la trinità non è altro che il Dio che si è rivelato nel Vangelo» (O.Bayer) C’è una dottrina trinitaria nel Nuovo Testamento? • La Scrittura non parla mai di tre persone: cf Sant’Agostino nel De Trinitate (7,4,8). • «I vangeli non parlano di “persone” in Dio né lo fanno i primi grandi concili cristologici» (Edward Schillebeeckx) • «Nel Nuovo Testamento non c’è una dottrina trinitaria. Il Nuovo Testamento offre di certo punti di approccio concettuali (specialmente negli scritti giovannei) da cui è potuta scaturire una teologia della Trinità» (Heribert Vorgrimler) • «La Scrittura non presenta esplicitamente in concreto una dottrina sulla Trinità “immanente”» (Karl Rahner) • «Le tradizioni del Nuovo Testamento non conoscono alcuna “dottrina” trinitaria nel senso che rifletterebbero sulla correlazione e sull’unione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo come sul rapporto fra tre persone divine» (Jürgen Werbick) trinità è umanità di Dio • l’umanità di quest’uomo definisce concretamente l’essere di Dio una volta e per sempre: ogni “definizione” teologica di Dio che non mostri di aver integrato l’umanità di quest’uomo, deve ancora dimostrae di essere compatibile con la fede cristiana, ovvero di non essere teologicamente arbitraria (Sequeri) Dio determina e si lascia determinare dalla storia di Gesù Cristo; Quanto più Dio è Dio di questo uomo, tanto più Dio è Padre, Figlio e Spirito Santo. La teologia è orientata essenzialmente all’economia. L’identificazione di Dio con il Gesù morto implica in questo senso un’autodistinzione in Dio. L'essere di questo morto determina l’essere proprio di Dio in modo tale che bisogna parlare di una distinzione tra Dio e Dio (Jüngel) Evento escatologico dell’identificazione di Dio con Gesù • Titoli cristologici • Dottrina trinitaria – mysterium salutis – «I vangeli non parlano di “persone” in Dio né lo fanno i primi grandi concili cristologici» (E. Schillebeeckx) – «Da ciò possiamo già concludere che non dobbiamo partire dalla Trinità per comprendere Gesù, ma viceversa: solo se partiamo da Gesù, la divina pienezza di unità (non tanto unitas trinitatis, quanto trinitas unitatis) diventa in qualche modo accessibile per noi. Solo dalla vita, morte e risurrezione di Gesù sappiamo che la Trinità è il modo divino dell’assoluta unità d’essere di Dio. Solo partendo da Gesù di Nazaret, dalla sua esperienza dell’Abba – fonte e anima del suo messaggio, della sua azione e della sua morte – e dalla sua risurrezione, si può dire qualcosa di significativo su Padre, Figlio e Spirito» Tesi di Rahner: La Trinità “economica” è la Trinità “immanente”, e viceversa • Solo della seconda persona si afferma che si è incarnata; – proprio del Logos … esternarsi: per questo si è incarnata la Parola, né il Padre né lo Spirito Santo • Identità reale: Dio stesso si è comunicato non aliud o qualcosa. • Identità trinitaria (ipostasi = modi di sussistenza): – Il Padre si rivela come principio originario ma non originato e fondato in se stesso, fonte della comunicazione che Dio fa di se stesso; – il Logos è la parola dell’autocomunicazione divina resa comprensibile agli uomini; – lo Spirito è l’avvento dell’autorivelazione di Dio, che induce l’uomo a ritornare a Dio, ed è l’amore eterno ed immanente di Dio verso se stesso Verso l’eschaton • «Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti» (1Cor 15,20); «il primogenito di coloro che risuscitano dai morti» (Col 1,18); «il primogenito fra molti fratelli» (Rm 8,29). • Come per mezzo di Gesù Cristo e in vista di lui sono state create infatti tutte le cose (Col 1,16-17), così in lui saranno ricapitolate. Questa ricapitolazione è incominciata nella risurrezione di Gesù Cristo dai morti (cf Col 1,18). • Nell’evento escatologico della croce non è stata rivelata solamente l’identificazione del Figlio di Dio con l’uomo Gesù, ma in lui con ogni uomo. La Gaudium et Spes al n. 22 afferma che «con l’incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo a ogni uomo». • La dinamica escatologica dell’incarnazione non si è quindi conclusa con la resurrezione dai morti di Gesù di Nazaret ma continua finché Dio non sarà tutto in tutti (1Cor 15,28). • L’evento escatologico dell’autocomunicazione di Dio non si esaurisce con Gesù Cristo ma in lui e attraverso di lui anche Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli (hyioi) di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi (hyiothesìa) per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre! . Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli (tekna) di Dio. E se siamo figli (tekna), siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria (Rom 8,14-17) «Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio (hyiòs), nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli (hyioi). E che voi siete figli (hyioi) ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio (hyiòs) che grida: Abbà, Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio (hyiòs); e se figlio (hyiòs), sei anche erede per volontà di Dio» (Gal 4,47). Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli (tekna) di Dio, e lo siamo realmente! La ragione per cui il mondo non ci conosce è perché non ha conosciuto lui [= il Figlio]. Carissimi, noi fin d'ora siamo figli (tekna) di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è (1Gv 3,1-2). Sant’Agostino Del combattimento cristiano (cap. 20, n.22) • Altro è divenire sapiente solamente per la Sapienza di Dio ed altro è portare la Persona stessa della Sapienza di Dio. Sebbene la natura del corpo della Chiesa sia la stessa, tuttavia chi non capisce che c’è molta differenza tra il Capo e le altre membra? • Se infatti il Capo della Chiesa è quell’uomo, per la cui assunzione il Verbo si è fatto carne ed ha abitato fra noi; le altre membra sono • E perciò la Sapienza di Dio, e il Verbo in principio per il quale tutto è stato fatto , non assunse quell’uomo come gli altri santi, ma in modo molto più eccellente e sublime: come fu necessario che fosse assunto solo colui nel quale la Sapienza doveva mostrarsi agli uomini, così conveniva che quella si mostrasse in maniera visibile. • Perciò altra è la sapienza del resto degli uomini, quali che siano, o poterono essere, o lo potranno; e altro quell’unico Mediatore di Dio e degli uomini l’uomo Cristo Gesù, che della stessa Sapienza per la quale divengono sapienti tutti gli altri uomini, non solo ha il beneficio, ma porta anche la persona. • Degli altri spiriti sapienti e spirituali rettamente si può dire che abbiano in sé il Verbo di Dio per il quale tutte le cose sono state create. Ma in nessuno di essi rettamente si può dire che il Verbo si è fatto carne ed ha abitato fra noi, cosa che molto rettamente si dice solo del Signore nostro Gesù Figli nel Figlio Figlio di Dio secondo natura per grazia figli di Dio Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato! (1Cor 15,3 ) Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti (1Cor 15,20). Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo (1Cor 15,21-23). E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti (1Cor 15,28) Una o due alleanze? • Cristologia della discontinuità – Chiesa è il Nuovo Israele – Sostituzione dell’Alleanza dell’AT con una Nuova • Cristologia della continuità – Quando si parla di antica e nuova alleanza non si intendono due alleanze contrapposte o giustapposte l’una all’altra. – Nuova… • non secondo una visione evoluzionistica al superamento dell’antico, di ciò che ormai è sorpassato, ma mette «di nuovo» in luce l’originale. • La promessa di Geremia (31, 31-34) è quella di un’alleanza definitiva con Dio. Oltre a questa promessa non c’è altro: il massimo, che Dio può offrire Cosa c’è di nuovo nell’alleanza? • Con nuova alleanza s’intende la piena e duratura realizzazione di ciò che una volta è stato dato. • «Noi cristiani a questo punto crediamo che un tale cuore ci sia stato e indichiamo Gesù di Nazaret, il “cuore di Gesù”. E siamo anche convinti che tutti coloro che si legano nella fede a questo cuore, anche se continuamente falliscono e sempre di nuovo sono bisognosi di perdono, hanno parte alla forza di fedeltà alla Torà di questo cuore e alla sua conoscenza di Dio, radicata nella più profonda intimità. Ed in ciò vediamo un compimento della promessa della “nuova alleanza” che sorpassa tutti i precedenti, in altre C’è un «non-essere» nell’evento di Gesù Cristo? • La kénosis della croce di Cristo: nel nonessere della croce, si manifesta l’essere-per di Gesù. • L’assenza di Gesù in quanto risorto – «Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista» (Lc 24,31) • «Con l’incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo [...] Lo Spirito Santo da a tutti la possibilità di venire in contatto, nel modo che Dio conosce, col mistero pasquale» (GS 22). • La mancanza escatologica dell’evento di Cristo – Il già e non ancora Conferenza episcopale tedesca • «Il cristianesimo sa bene che le promesse dei profeti dell’Antico Testamento con Gesù di Nazaret non si sono ancora tutte compiute: la giustizia universale non si è ancora stabilita nel mondo, la pace tra tutti i popoli non si è ancora realizzata, la morte continua ad esercitare il suo potere distruttivo. Pertanto il cristiano deve aver comprensione se gli ebrei fanno riferimento proprio a questa mancata “realizzazione delle promesse” e se, proprio per tale mancanza, stentano a vedere in Gesù di Nazaret “il promesso”» F. Mussner • «Le promesse dei profeti di Israele si sono adempiute solo parzialmente in Gesù di Nazareth. Resta dunque un’ “eccedenza”, un grosso resto, che deve essere ancora condotto a compimento, e sul quale gli ebrei tornano sempre, forse con ironia e sarcasmo: Gesù non avrebbe realmente adempiuto le promesse del tempo messianico, e perciò egli non sarebbe il Promesso, come affermano i cristiani». Religioni Chiesa Cattolica Numeri di aderenti 1,100,000,000 Musulmani sunniti 875,000,000 Ortodossi 225,000,000 Comunione Anglicana 77,000,000 Assemblee di Dio (Pentecostali) 50,000,000 Avventisti del 7° giorno 16,811,519 Testimoni di Geova 15,597,746 Mormoni 12,275,822 Chiesa apostolica 10,260,000 Ahmadiyya 10,000,000 Bahai 6,000,000 Una alleanza o due? YHWH Gesù Cristianesimo o molte? Dio teologia delle religioni • Modelli teologici: – esclusivismo: nulla salus extra ecclesiam – inclusivismo: semina Verbi – pluralismo: un solo Dio e molte religioni • Dominus Iesus: unicità e assolutezza della mediazione cristologica • Logica dell’identico nei tre modelli: – esclusivismo: l’altro è negato – inclusivomo: l’altro è assorbito o è in-potenza – pluralismo: l’altro è omologato all’unum (manifestazioni dell’identico) • distinzione tra Gesù e Cristo; tra Gesù e Logos. • Cristo/Logos «non-è» Gesù: semper maior. • finitum non capax infiniti • Logica dell’identità relazionale: – particolarità del crocifisso (questo Gesù) – Dio di questo uomo: Dio relativo. – «non-essere» non come oltre ma come altro di Dio: Gesù è il Figlio mediazione di Cristo • «Tutte le mediazioni intercomunicative salvifiche sono collegate alla loro mèta unica e alla loro definitività escatologica in Cristo, ma proprio per questo sono tali e non invece conseguenze secondarie e a ben guardare superflue, della funzione di mediatore di salvezza che spetta a Cristo» (Rahner) • mediazione esterna (cf Gesù prepasquale) tertium quid D u • mediazione interna (cf Gesù postpasquale) – non tertium quid tra Dio e l’uomo, e tra gli uni e gli altri, – ma tende propriamente a sottrarsi (kénosi) e a far spazio all’A/altro (essere-per-altri) in virtù della sua identità. Dio uomo universalità di Gesù Cristo • mancanza decisa e decisiva dell’evento pasquale • mancanza di Gesù Cristo (gen. soggettivo) come desiderio dell’altro di cui manca, ma che lo fa essere. L’identità di Gesù Cristo è segnata da una «mancanza» che non costituisce un deficit cristologico, ma è la modalità voluta dalla kenosi mediatrice di Cristo. «[Il] cristianesimo è fondato su un’assenza originaria ed è sempre la coscienza di una mancanza che è la condizione di un rapporto all’altro, al diverso, all’estraneo. Così, il cristianesimo, invece di essere una globalità inglobante tutto, una totalità chiusa, è, per le sue stesse origini, una religione dialogale, una religione in relazione a ciò che esso non è. La vera identità cristiana deve esprimere questa mancanza che è la condizione di un rapporto reale all’altro» (Geffré) Omelia sul Sabato Santo • Alla fine dei tempi saremo introdotti nella sala dove tutto sarà allestito, la mensa sarà addobbata, i forzieri saranno aperti. In altre parole, sarà preparato per l’uomo dai secoli eterni il regno dei cieli. Alla fine dei giorni sarà allora come alle Querce di Mamre, quando il Signore apparve ad Abramo. «Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra» (Gen 18,1-2). Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto sicut erat in principio nunc et semper et in