1 Ciao! Abbiamo finora descritto le proprietà dei corpi più interni del

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Ciao!
Abbiamo finora descritto le proprietà dei corpi più
interni del Sistema Solare, cioè i pianeti ed i loro satelliti.
Siamo arrivati a Plutone che è 40 volte più distante dal
Sole di quanto non lo sia la Terra.
Andando oltre Plutone, rispetto al Sole, ci si trova nella
fascia di Kuiper, una sorta di disco spesso, quasi una
ciambella, in cui sono contenuti migliaia di asteroidi,
che si estende fino a congiungersi con la nube di Oort, una grande “sfera” in cui
sono contenuti miliardi di nuclei cometari (cioè nuclei di comete).
Come tutti i corpi del Sistema Solare, anche gli asteroidi e i nuclei cometari della
nube di Oort risentono dell’ azione gravitazionale del Sole, così come del suo
campo di radiazione e del vento solare. Queste azioni, ricordi? Lo abbiamo già
detto, dipendono molto dalla distanza, e quindi oltre Plutone la attrazione
gravitazionale del Sole, il vento solare, il calore sono molto deboli. Diminuiranno
sempre più inoltrandosi prima nella fascia di Kuiper ed ancora di più nella nube di
Oort (infatti ci allontaniamo sempre più dal Sole).
Gli asteroidi sono corpi rocciosi, di forma anche molto irregolare, con dimensioni
che possono andare dal chilometro alle decine di chilometri. Sono sparsi nel
Sistema Solare, ma in particolare sono addensati nella fascia di Kuiper e nella zona
tra Marte e Giove. In particolare questi ultimi sono conosciuti da molti anni, e
hanno fatto pensare che l’ asteroide tipo avesse dimensioni di qualche
chilometro.
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Con il miglioramento dei telescopi da Terra e, soprattutto, con l’invio di satelliti
artificiali con a bordo veri e proprio osservatori astronomici ci si è resi conto che
molti dei satelliti dei pianeti erano probabilmente asteroidi “catturati” dal pianeta,
a causa della sua azione gravitazionale, e costretti ad orbitargli intorno.
I due satelliti di Marte, Phobos e Deimos, una sorta di giganteschi sassi a forma di
“sigaro”, ma anche molti dei satelliti più esterni ad esempio di Giove e Saturno,
scoperti negli ultimi 25 anni, hanno aspetto e dimensioni simili.
Questa forma strana e la osservazione di
crateri sui pianeti solidi (hai visto quelli della
Luna?), ci fa pensare che tanto, ma tanto
tempo fa anche nella zona tra i pianeti, ci
fossero molti più asteroidi. Nel corso di milioni
e milioni di anni questi corpi sono diminuiti di
numero per gli inevitabili urti o perché,
attratti dalla forza gravitazionale del Sole e
dei pianeti, vi si sono schiantati sopra, o
dentro nel caso del Sole e dei pianeti
gassosi.
I “sopravvissuti” sono quelli che sono entrati in orbita attorno al Sole, come nel
caso dei vari gruppi che si trovano fra Marte e Giove, o quelli che sono diventati
satelliti di qualche pianeta.
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Negli ultimi anni si è scoperta l’esistenza di asteroidi con caratteristiche diverse,
soprattutto per le dimensioni. Chirone, ad esempio, ha dimensioni di circa 200
chilometri e la sua orbita sta fra quella di Nettuno e quella di Plutone. Fino a
qualche settimana fa il maggiore di questi asteroidi di grandi dimensioni era
Varuna, con un diametro di circa 1000 chilometri ed una forma quasi sferica.
Circa un anno fa, è stato scoperto Sedna coi suoi 1700 chilometri di diametro.
Ormai l’esistenza di questi corpi, chiamati transplutoniani o Plutini, è stata provata
e questo ci porta a pensare che anche Plutone non sia un vero e proprio pianeta,
ma piuttosto un sistema doppio di grossi asteroidi.
Ma quanto è larga la fascia di Kuiper? Comincia, come abbiamo appena visto
dall’ orbita di Plutone, ma non è ancora conosciuta e definita con precisione.
Probabilmente si confonde con la nube di Oort dove troviamo miliardi di nuclei
cometari cioè i nuclei, solidi, delle comete.
E’ una zona lontanissima dal Sole, qui la sua attrazione e la sua radiazione diventa
più debole e questi nuclei cometari, quasi “sassi” ricoperti di ghiaccio, restano
nelle loro orbite assai lontane dal centro del Sistema Solare (hanno diametri di una
diecina di chilometri: ad esempio quello della famosa cometa di Halley, osservato
da vicino dal satellite Giotto, ha dimensioni di 16x8x8 chilometri). Alcuni di questi
nuclei possono avere orbite che li portano vicini ai limiti della fascia di Kuiper, o
che comunque puntano verso il centro del Sistema Solare.
In queste condizioni, man mano che si avvicinano, risentono sempre più
fortemente dell’attrazione gravitazionale del Sole e ne vengono attratti.
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(a) Il nucleo della cometa di Halley fotografato dalla sonda Giotto nel 1986.
(b) Una rappresentazione schematica del nucleo della cometa.
Quando oltrepassano il limite dell’orbita di Plutone e si avvicinano al Sole la
pressione della radiazione ed il vento diventano più forti e fanno vaporizzare lo
strato più superficiale dei ghiacci di cui è ricoperto il nucleo cometario formando
una sorta di involucro gassoso, denso e luminoso, detto “chioma”. Si tratta di
particelle di piccolissime dimensioni che, avvicinandosi al Sole, vengono sospinte
lontano dal nucleo. Le particelle della coda riflettono anch’esse la luce solare. In
realtà si tratta di una sorta di “nebbia” che la cometa lascia dietro di sé, anche
per centinaia di milioni di chilometri, e che ci può dare importanti informazioni sulla
composizione di questi ghiacci.
Quindi le comete formano la coda dal momento che entrano nella zona più
interna del Sistema Solare, cioè nella zona tra il Sole e Plutone. Alcune vanno a
sfracellarsi sul Sole o su Giove, che le attraggono perchè sono più grandi degli altri
corpi del Sistema Solare, altre vengono “catturate” dal Sole e costrette in un’
orbita periodica, come la cometa di Halley che gira attorno al Sole in un’ orbita
molto ellittica e con un periodo di 76 anni circa, altre ancora vengono respinte
fuori dal Sistema Solare.
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Ma che cosa succede alle particelle che costituiscono la coda delle comete?
Anche le particelle che formano la coda restano in orbita attorno al Sole. Quando
la Terra passa attraverso zone di questo genere abbiamo il fenomeno delle
cosiddette “stelle cadenti”. Niente stelle però, ma granelli di polvere che,
entrando nell’atmosfera della Terra, si surriscaldano per attrito e vaporizzano in
pochi attimi, dando luogo a strisce luminose che possono durare qualche
secondo.
Vediamo ancora un po’ di ragionare sulle dimensioni. Questo Sistema Solare è
decisamente grande!
Immaginiamo di fare un viaggio Dal Sole a... in satellite
Il nostro satellite va veloce: viaggia ad una
velocità media di crociera di 30.000 chilometri
all’ora (tanto per fare un confronto un’auto di
Formula 1 arriva a punte massime di 350 km
all’ora!!!)
1 tappa: la Terra - tempo impiegato 208 giorni.
2 tappa: Plutone -tempo impiegato 23 anni.
3 tappa: ultimo nucleo cometario della nube di
Oort e quindi limite del Sistema Solare – tempo
impiegato 20.000 anni!
E fuori dal Sistema Solare?
4 tappa: Alpha del Centauro (la stella più vicina
al Sole) – tempo impiegato altri 20.000 anni!
E da qui il Sistema Solare sembrerà solo un puntolino sperso nello spazio.
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Ma perché il sistema solare ha una forma sferica? Esistono altri “sistemi solari”
attorno ad altre stelle? Come possiamo pensare siano fatti?
Per rispondere a queste domande dobbiamo capire come sono fatte le stelle,
come il nostro Sole, come si formano e quale è la loro “evoluzione”. Ne parliamo
nella sezione "Stelle"
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