LETTURA DELLE IMMAGINI DIAGNOSTICHE FOTOGRAFIA DELLA FLUORESCENZA DA ULTRAVIOLETTI L'esame della fluorescenza da ultravioletti consiste nella documentazione fotografica della risposta cromatica generata da un oggetto sotto stimolazione di radiazioni UV. L'intensità e il colore di tale risposta, nel caso di un tessuto pittorico, variano a seconda del pigmento utilizzato, della sua densità e aumentano in relazione alla presenza di un legante non acquoso. Questa metodica di indagine fornisce quindi importanti informazioni sulla tecnica pittorica e trova un ideale campo di applicazione sui dipinti murali, per i quali i metodi utilizzabili per la pulitura ed il consolidamento del colore variano in modo sostanziale a seconda del tipo di tecnica utilizzata dall'artista ("a fresco", "a secco" o "mista"). Inoltre, la documentazione fotografica della fluorescenza UV consente di finalizzare e mirare in modo più preciso le analisi chimiche, limitando allo stretto indispensabile il campionamento. I risultati emersi da tali analisi possono quindi essere messi in relazione con le immagini UV, fornendo una corretta chiave di lettura estensibile successivamente al resto della superficie pittorica. La documentazione diagnostica fotografica della fluorescenza da UV mette in risalto la presenza di sostanze aggiunte di natura organica, che il campionamento microanalitico in sezione sottile è in grado di confermare. Di specifico interesse è l’osservazione d’insieme dei risultati acquisiti attraverso la mosaicatura delle singole riprese effettuate. In questo contesto, di particolare evidenza, risulta la traccia fluorescente giallo verde visibile nella foto 12 per la parte corrispondente alla porzione inferiore della veste del Cristo, sotto il piano della mensa, che denuncia il trattamento postumo di restauro e profilatura pittorica eseguito utilizzando leganti di natura organica. Fig. 1 – Fluorescenza da ultravioletti Presa n° 12 Analogamente, pur con una minore espressione fluorescente, possono valutarsi i manti azzurri di S. Pietro e dello stesso Cristo, nonché la veste azzurra del terzo apostolo da destra. Presenze organiche imputabili ad aree di rifacimento sono visibili nel pavimento a rombi e riquadri e per la parti architettoniche documentate nelle foto 25, 26, 27, 28 e 29. In quest’ultima immagine (foto n. 29) sono ben evidenziate le tracce fluorescenti sulla base della parasta, sul balaustrino e sulla cimasa della balconata; la presenza di leganti organici utilizzati nella tecnica originaria (particolarmente evidente nel tassello di pulitura) sono altresì evidenti nelle scanalature della lesena, che appare invece totalmente non fluorescente nell’area di rifacimento. Fig. 2 - Fluorescenza da ultravioletti Presa n°27 Fig. 3 - Fluorescenza da ultravioletti Presa n° 29 Analogamente possiamo valutare la presenza di aree originariamente fluorescenti nelle stesure a forti lumeggiature bianche di alcune veste degli apostoli e di alcuni accenti di luce conferiti pittoricamente sugli oggetti della mensa e in parte, ma con minore incidenza a tonalità discontinua, per presenza di sporco e lacune di colore visibili sulla stessa tovaglia. Il fenomeno è inoltre visibile su altri particolari (sia pure in maniera meno estesa rispetto a quelli precedentemente descritti) fra cui si segnalano le diversità apprezzabili soprattutto nel confronto diretto fra le porzioni integre e le lacune di colore, queste ultime caratterizzate dalla totale assenza di fluorescenza. Fra gli esempi più manifesti si veda la testa di S. Pietro con ampie zone di riprese pittoriche. FOTOGRAFIA AD INFRAROSSI IN FALSO COLORE L'esame fotografico ad IR in falso colore ha un ruolo del tutto particolare rispetto alle altre indagini nel campo degli infrarossi. Esso permette in modo molto efficace di visualizzare l'eterogeneità dei materiali diversificando ogni minima differenza cromatica tra i pigmenti. Queste peculiari potenzialità, unite alle più generali caratteristiche delle tecniche agli infrarossi (penetrazione ottica), fanno di quest'esame un prezioso strumento conoscitivo. In particolare, la sua applicazione è strettamente complementare all'esame della fluorescenza da ultravioletti nella ricerca degli interventi di restauro, delle ridipinture e delle alterazioni fisiche e cromatiche del film pittorico, nonché a fornire indicazioni qualitative sul riconoscimento dei pigmenti. La documentazione prodotta conferma l’analisi della fluorescenza ad UV con colori anomali ben apprezzabili nella restituzione a falsi colori IR. Particolarmente evidente la estesa ragnatela di graffiature e piccole mancanze o cadute di colore. I tracciati rosati e bruno rosati, nonché ocra gialla scura, denotano l’esistenza di ridipinture che sono peraltro evidenziate anche da un profilo pittorico più grossolano ed abbozzato del ductus rispetto al tratto elegante della pittura originale. Da notare anche la ripresa pittorica sulle stuccature delle lesioni (ad esempio, il particolare di Giuda nella foto IR 13). Di specifico interesse l’osservazione di particolari della tecnica pittorica, quali lo spolvero, che appaiono all’infrarosso fotografico ben apprezzabili rispetto al visibile. Una chiara tavolozza dei colori utilizzati ad integrazione e/o ridipinture sono osservabili nella foto n. 28 che documenta l’area di rifacimento del soffitto a cassettoni e del fregio che decora l’architrave. Fig. 4 - Fotografia a infrarossi in falso colore Presa n°13. Giuda Fig. 5 - Fotografia a infrarossi in falso colore Presa n°28 FOTOGRAFIA A LUCE RADENTE Questo esame consiste nella ripresa fotografica di dettagli illuminati da una sorgente di luce posta in posizione tangente rispetto alla superficie, allo scopo di fornire la documentazione "esasperata" delle caratteristiche morfologiche del tessuto pittorico e del supporto. Le fotografie a luce radente sulle pitture murali consentono l'esemplificazione di dati importanti relativi allo stato di conservazione, quali sollevamenti, cadute di colore, abrasioni, stuccature, rigonfiamenti, restauri, efflorescenze saline, fessurazioni dell'intonaco, chiodature, graffi, nonché allo studio della tecnica esecutiva con l'evidenziazione di incisioni, linee di separazione delle giornate, tipo di pennellata, spolvero, etc. La documentazione fotografica a luce radente, specialmente nei montaggi eseguiti con l’ausilio dello strumento informatico, ci rende evidente l’andamento morfologico ed altimetrico della superficie pittorica, della modalità seguite nella stesura dell’intonaco con la possibilità di leggere le “giornate di lavoro” e le diverse applicazioni e lisciature della colla finale con il film pittorico e, persino, le aree recanti gli strati più consistenti di sostanze protettive. Sono pure visibili le alterazioni subite nel tempo dalla parete sotto forma di lesioni, fratture, allentamenti di intonaci, sollevamento del colore, cadute del film pittorico o mancanze di intonaco, e depositi sotto forma di cristalli o grani di materiali diversi. La perfetta calibrazione delle immagini a luce radente sulla restituzione fotogrammetrica delle superfici consente di disporre di un strumento analitico indispensabile per la conduzione del restauro. Fig. 6 – Fotografia a luce radente Fig. 7 – Fotografia a luce radente INDAGINE TERMOGRAFICA Gli aspetti legati all’assetto murario sono: I.1 Diverse tipologie strutturali; I.2 Stato di conservazione (plessi fessurativi, ecc.) I.3 Anomalie materiche. Gli aspetti legati alle finiture sono: II.1 Tipologie; II.2 Stato di conservazione (allentamenti e distacchi, fessure). Dal punto I.3 deriva che la parete ha una forte presenza di fessurazioni ad andamento verticale (quasi a schiacciamento). Si individuano due fasi costruttive la cui linea di separazione è riscontrabile nella parte bassa del capitello. Al di sotto di essa vi è un filaretto regolare e compattato, al di sopra pietrame misto. Entrambe presentano varie manomissioni, in particolare la parte basamentale verso il fonte esterno. La parete del Cenacolo, come la parete opposta, potrebbe essere una parete esterna su cui è stata innestata la volta. Dalle termografie si deduce che se vi era un vecchio volume era certamente con una copertura diversa. Sembrano individuarsi due finestre tonde tamponate simmetriche corrispondenti al centro delle lunette. La bonifica della muratura sembra sia finalizzata alla decorazione pittorica e sembra realizzata in un tempo poco precedente. Le lesioni del muro sono risarcite con grande cura e infatti ad esse risultano sull’intonaco pochi effetti corrispondenti. Nella parte destra vi è la presenza di sofferenze successive al dipinto e lesioni determinate da fenomeni di cedimento del terreno verso il giardino. Questo dato è evidenziato da lesioni varie e particolarmente da una lesione che attraversa la testa di Giuda e la veste di Gesù. Termograficamente tale lesione continua fino alla chiave della lunetta di sinistra. Appaiono due tracce di possibili buche pontate, una in basso a sinistra e una più alta a destra. Sotto la lunetta sinistra, circa al limite della muratura a filaretto, è visibile al centro una lesione consistente a taglio risarcita con malta, che segue il limite di tre blocchi che determinano un fuori piombo. Il terzo è particolarmente aggettante; accanto la malta si è distaccata. Intorno al peduccio la muratura che risarcisce il muro può essere in mattoni.