Cancro colorato del Platano Stato dell’arte della lotta contro Ceratocystis platani in Toscana e a Firenze Alessandro Navarra Carlo Campani Servizio Fitosanitario della Regione Toscana Firenze villa Vogel 19/06/2014 1 Il Cancro colorato del Platano 1°parte Cosa è E’ il principale responsabile della morte dei platani E’ causato da un fungo lignicolo, non cariogeno, “ascomicete” di origine americana. Il nome comune della malattia, "cancro colorato del platano", deriva dalla caratteristica colorazione rossiccia che il parassita causa all’esterno degli organi legnosi colpiti (rami, branche, tronco). Asportando la corteccia si evidenziano le macchie di color marrone più o meno scure di tessuto necrotizzato. 2 il nome scientifico Il nome scientifico del cancro colorato è: Ceratocystis platani (J. M. Walter) Engelbr & T. C. Harr. Alcuni autori lo indicano con un nome analogo: Ceratocystis fimbriata Ell. Et Halsted f. sp. platani Walter) Platano ancora vitale differenza tra prelievo di campioni di vecchia data (Analisi positiva) saggi appena fatti e vecchie ferite parzialmente cicatrizzate, notare la diversa colorazione del legno sano e non 3 Da dove proviene Il cancro colorato del platano è stato segnalato negli Stati Uniti (New Jersey) per la prima volta nel 1924. E’ giunto in Europa molto probabilmente con materiale proveniente dagli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale. Platano ancora vitale il danno è visibile anche nella sezione del tronco, la colorazione chiara o rossastra indica legno sano 4 In Italia Le prime segnalazioni in Italia risalgono al 1970 Forte dei Marmi (LU) e Napoli. Diffusione in Italia dal 1972 al 2003 5 In Italia Presenza di Ceratocystis platani in Italia al 2011 6 Sintomatologia Primi sintomi esterni quando la pianta è in vegetazione Scortecciando superficialmente 7 Sintomatologia Primi sintomi esterni quando la pianta è in vegetazione Scortecciando superficialmente 8 Sintomatologia Più in profondità diminuisce la colorazione Incisione del legno su pianta viva con sintomi esterni poco visibili 9 Sintomatologia Quando la pianta è già morta è più difficile vedere i sintomi esterni Incisione del legno su pianta già morta sintomi esterni : corteccia screpolata, sotto la corteccia legno con venature marrone/grigio/nere 10 Sintomatologia Bagnando il tronco e l’incisione si evidenzia il cambio di colore pianta già morta sintomi esterni : corteccia screpolata 11 Sintomatologia Per evitare errori di valutazione 1: consultazione cartografia regionale zone infette/indenni 2: campionamento per referto analitico Sospetti da confermare: pregressa eliminazione di carie e colorazione del fusto con sfumature rossastre 1 platano in comune attualmente indenne 2 analisi strumentale con esito negativo 12 Sintomatologia Stessa pianta: pregressa eliminazione di carie Nonostante l’eliminazione della carie e protezione del taglio con mastice si è sviluppato il carpoforo di Fomes fomentarius 13 Sintomatologia Sospetti infondati: screpolature della corteccia e colorazioni con sfumature rossastre sintomi esterni : corteccia screpolata. Incidendo corteccia ad alburno la pianta è sana 14 Piante attaccate Il fungo attacca specificatamente il genere Platanus: specie orientalis, occidentalis, acerifolia, e loro incroci. Il Platanus x acerifolia è tra i più diffusi per alberature stradali). Platanus orientalis 15 Piante attaccate Platanus occidentalis corteccia tronco e foglie 16 Piante attaccate Platanus acerifolia corteccia tronco e foglia 17 Piante attaccate Platanus x acerifolia corteccia tronco e foglia 18 Riproduzione (Ascomicete) Il fungo si può riprodurre sia per via sessuale che asessuale. Nel caso della riproduzione sessuale gli organi di propagazione sono gli aschi contenenti ascospore di caratteristica forma “a cappello”, i periteci con gli aschi sono invisibili ad occhio nudo, pertanto la Ceratocystis fimbriata f.sp. platani: a peritecio; b basso, sezione con aschi globosi sparsi; presenza di carpofori non alto, particolare dell’opercolo del collo; deve trarre in inganno. c asco con ascospore; d ascospore 19 Alcuni carpofori di funghi cariogeni Quelli appartenenti al genere Ganoderma (sp. resinaceum, lucidum ed applanatum) e quelli del genere Fomes (sp. fomentarius) e Phellinus (sp. Punctatus) sono agenti attivi di marciume radicale ed intensa carie bianca del cilindro centrale. Ganoderma resinaceum G. lucidum Ganoderma applanatum Ganoderma applanatum 20 20 Alcuni carpofori di funghi cariogeni Fomes fomentarius (f. Navarra) Phellinus punctatum (f. Navarra) Fomes fomentarius (f. Gr. micologico P. A. Micheli - FI). 21 Alcuni carpofori di funghi cariogeni Quelli del genere Inonotus (sp. hispidus) e Poliporus (sp. Squamosus) hanno capacità degradativa meno intensa Poliporus squamosus Tessuto di compartimentazione Carie del legno da Inonotus hispidus (foto DiBA-Sez.Pat. veg., Unifi). Inonotus hispidus (foto Navarra). 22 Riproduzione (Ascomicete) La riproduzione asessuale avviene tramite conidi: ialini di forma cilindrica o piriformi di colore brunastro o clamidospore a parete spessa che hanno la funzione di organi di conservazione avendo notevole capacità di sopravvivenza nei residui legnosi. Le spore ed i conidi vengono dispersi da vento e pioggia, da insetti ed altri animali. La temperatura ottimale per la loro germinazione è intorno a 20 °C, ma la formazione del tubetto germinativo può avere luogo anche a temperature sensibilmente inferiori. Ceratocystis fimbriata f.sp. platani: b ascospore; c conidi; d clamidospore. Modifica del disegno di Giuseppe Di Giambattista, IS.PA.VE. 23 Come attacca la pianta La Ceratocystis colonizza, oltre ai tessuti corticali, anche quelli legnosi e le ife possono arrivare nei raggi midollari ed all’interno dei vasi xilematici. La penetrazione nei tessuti avviene attraverso ferite dovute a insetti, roditori, uccelli, agenti meteorici ed interventi antropici, specie quelli che riguardano la potatura Platano morto nella sezione si nota il tessuto di compartimentazione per ostacolare la diffusione nei raggi midollari 24 Biologia All’interno dei vasi legnosi, il patogeno rilascia metaboliti tossici che inducono la pianta ospite a difendersi con l'emissione di composti fenolici gommosi che impediscono il passaggio della linfa e causano l’avvizzimento degli organi verdi. Fase iniziale chioma “trasparente”vs normale (Firenze via Pistoiese f. Navarra) Fase finale chioma “assente”vs normale 25 Biologia Oltre alla Ceratocystis possono penetrare altri funghi, i già citati agenti di carie, che sono in grado di rallentare la diffusione della Ceratocystis entrando in competizione con essa. Fomes fomentarius (foto Navarra). Nella foto si notano le macchie scure tipiche del Cancro ed il carpoforo di Fomes. Phellinus punctatum (f. Navarra) Micelio di Fomes f (f. Navarra) 26 Biologia Altri funghi possono instaurarsi successivamente come parassiti secondari. Il Trametes (sin. Coriolus) versicolor ed Armillaria mellea sono agenti di carie bianca fibrosa. Fomes fomentarius (f. Navarra). Armillaria mellea (f. Navarra). Trametes (sin. Coriolus) versicolor (f. Navarra). 27 Biologia Alcuni funghi saprofiti (Auricolaria sp., Schizophyllum sp., Daldinia concentrica ecc) sono in grado di distruggere le spore di Ceratocystis riducendo l’infettività del legno Daldinia Schizophyllum Auricolaria 28 Come si diffonde nella pianta L'infezione da Ceratocystis avviene per germinazione delle spore fungine su di una ferita fresca; la ricettività della stessa tende a diminuire in seguito ai processi di suberificazione e cicatrizzazione. Se la lesione risulta sufficientemente recente ed umida, le spore germinano velocemente e le ife di nuova formazione penetrano all'interno dei tessuti vegetali mostrando una netta predilezione per lo xilema ed i raggi midollari. Taglio di edera con motosega, tessuto cicatrizzato 29 Come si diffonde nella pianta Il fungo migra nella pianta sfruttando l'estensione del fronte miceliare ed arriva a colonizzare anche l’apparato radicale. Da qui si può diffondere dalle piante infette a quelle sane per anastomosi radicale. Purtroppo la diffusione della malattia è favorita anche da errate pratiche colturali: 30 Errate pratiche colturali potature spesso drastiche e ripetute negli anni per limitare lo sviluppo in altezza ed in volume per esigenze di viabilità; piante messe a dimora troppo vicine tra loro, anastomosi dei rami e diffusione tra da piante contigue 31 Errate pratiche colturali - eliminazione di piante infette senza seguire le prescrizioni obbligatorie; - recisioni radicali per scavi di posa e manutenzione (acqua, luce, gas etc.) 32 Errate pratiche colturali - capitozzature selvagge; Prima e dopo potature drastiche 33 Come si diffonde nella pianta - frequenti danneggiamenti (ferite da urti di mezzi meccanici, corpi estranei Anche il censimento delle piante può essere è invasivo 34 Come si diffonde nella pianta - danni volontari; Fori per inserire disseccanti 35 Il miglioramento genetico Le piante utilizzate per le alberature cittadine e stradali derivano da talee autoradicate provenienti, in genere, da poche piante di “Platanus x acerifolia” perciò hanno una mancanza di variabilità (caratteristica della riproduzione da seme) che favorisce la diffusione epidemica della malattia. Il Platanus x acerifolia è stato selezionato per la sua adattabilità al nostro ambiente e per lo sviluppo vegetativo relativamente rapido che riesce ad avere anche nelle zone antropizzate. 36 Il miglioramento genetico Per cercare un rimedio alla mancanza di variabilità genetica alcuni ricercatori francesi hanno selezionato un “clone resistente al cancro colorato” derivato da un incrocio fra Platanus orientalis ed un “clone resistente di Platanus occidentalis” (selezionato da Mc Craken negli Stati Uniti). La sperimentazione ha dato buone speranze per una futura progressiva sostituzione delle piante ormai morte. (che attualmente è autorizzata solamente in zone di contenimento) Impianto di clone resistente a Firenze 37 Il Cancro colorato del Platano Stato dell’arte della lotta contro Ceratocystis platani in Toscana e a Firenze Per contatti: Alessandro Navarra cell. 366 5851157 alessandro.navarra@ regione.toscana.it Fine prima parte Grazie per l’attenzione [email protected] Carlo Campani cell. 335 5603072 carlo.campani@ regione.toscana.it [email protected] 38