Auditorium di Milano Fondazione Cariplo Largo Gustav Mahler venerdì 15 aprile 2016 ore 20.00 domenica 17 aprile 2016 ore 16.00 Barbatelle ovvero Una di vino commedia Divertimento buffo su testi di Francesca Verducci e Giancarlo Cignozzi (adattamento dell’omonima opera satirica e buffa scritta da Giancarlo Cignozzi) Musica di Luis Bacalov In occasione di Vinitaly 2016 Dedicata a Luigi Veronelli OFFERTA RISERVATA AIS Biglietti: € 13.00 (anziché 35.00) Per usufruire della riduzione è indispensabile prenotarsi scrivendo a [email protected] e specificando il giorno scelto entro e non oltre giovedi’ 14 aprile alle ore 13 (le biglietterie non sono autorizzate ad effettuare il tipo di riduzione proposta) in scena: Malvy, Syrah, Dolcetta Pinot Noir, Nebiolo, Gwandar Burattinaio, Duka, Amarone Cabernet Franc, Petit Verdot Caberlot, Merlot, Sangiò, Aglianico Regia Carlos Branca Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi Maestro del Coro Erina Gambarini Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi Direttore Luis Bacalov Una di vino commedia è un’opera con prosa (Singspiel, divertimento buffo) tratta liberamente dalla commedia Barbatelle di Giancarlo Cignozzi, con la collaborazione per le arie di Francesca Verducci. Dedicata al celebre enologo Luigi Veronelli scomparso nel 2004, l’opera è un inno alla biodiversità delle Barbatelle Autoctone contro tutti i tentativi di omologazione, di massificazione e di alchimie del gusto, in perfetta sintonia con l’amore che Veronelli ha sempre mostrato per i piccoli vignaioli e per il “terroir” che essi esaltano nei loro vini. Barbatelle - una di vino commedia, sarà eseguita venerdì 15 aprile (ore 20.00) e domenica 17 aprile (ore 16.00), all’Auditorium di Milano in largo Mahler, dall’ Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi, diretti rispettivamente da Luis Bacalov ed Erina Gambarini, oltre a un cast internazionale di solisti. La trama si gioca su un diverbio fra i maggiori vini francesi e italiani: il duca di Cabernet – Sauvignon, che non è altro che il vitigno omonimo che ha inondato il mondo di sé – dall’Europa alle Americhe, dall’Australia al Sud Africa - a sua volta non vuole avere vitigni autoctoni, a cominciare dagli italiani (Nebbiolo, Sangiovese, etc.) che gli facciano ombra. Ma neanche francesi, come il Pinot Noir, del quale il duca è fortemente geloso, al punto di trovare un escamotage per sminuirlo, fino a farlo sparire dal mercato. Trattandosi del tiranno del grande impero bordolese, l’ostilità a questa supremazia del duca raccoglie il consenso sia dei vini italiani sia di alcuni vini francesi dissidenti e malcontenti - Merlot e Cabernet Franc tra gli altri - i quali, per una ragione o per l’altra, non ne possono più del duca,.Intanto i vini italiani, che si sono costituiti in una gran loggia vinicola, organizzano una congiura, usando Malvasia come spia (una specie di Mata Hari), che va come ospite a un direttorio del grande impero bordolese, convocato dal duca, invitata da Merlot.Seguono tutta una serie di storie, fino a che scoppia la rivoluzione: il duca viene fatto prigioniero dai francesi dissidenti, i quali proclamano l’impero bordolese decaduto, con beneplacito degli italiani (vini autoctoni) e dei francesi sminuiti dal cabernet sauvignon. Il tutto, all’insegna del buffo in senso operistico. ll compositore – il Premio Oscar Luis Bacalov - per scrivere quest’opera ha lavorato anche con spunti e sequenze delle musiche strumentali mozartiane. La morale dell’opera risulta chiara allo spettatore: bisogna lasciare la biodiversità fiorire senza imposizioni; bisogna accettarle senza pregiudizi e, anzi, favorirle, coltivarle, diffonderle, perché costituiscono una ricchezza per l’uomo e per il pianeta... …e se di Luis Bacalov, sappiamo che è pianista, compositore, autore di molte colonne sonore di successo, molto poco sappiamo del librettista, Giancarlo Cignozzi. Che, abbandonato il lavoro di avvocato, in pensione ha fondato l’azienda vitivinicola Il Paradiso di Frassina, ma era già esperto di Brunello di Montalcino da anni. Un purista della coltivazione: del Brunello come del ‘Sangiovese Grosso’, unico e indiscusso vitigno del Brunello e del Rosso di Montalcino. Non solo. Scrive un libro, L’uomo che sussurra alle vigne (Rizzoli nel 2011, ora reperibile su Amazon book) che racconta il suo progetto di musicoterapia applicato alla vigna, divenuto oggetto di ricerca delle Università di Firenze e di Pisa: quattro ettari di ‘Sangiovese di Brunello’ vengono messi a dimora a Il Paradiso di Frassina e crescono coccolati con musiche sacre e barocche diffuse da alcune casse acustiche. Per dare un tono unico, geometrico e discreto al tessuto armonico, nel 2008 i ricercatori scelgono la musica di Mozart come unico manto protettivo dei vigneti di Brunello. Guarda il video