Morfologia Dall' Indoeuropeo al Protoslavo Che cos'è la morfologia? ● ● Dal greco “morphé” (forma) e “logos” (studio) La morfologia si occupa della struttura grammaticale delle parole, dei cambiamenti di forma esterna che riflettono funzioni diverse Caratteristiche e funzioni della struttura del linguaggio Categorie nome persona verbo Forme delle parole Forme della flessione numero genere modo tempo persona Verbi = Coniugazione Nomi = Declinazione Che cos'è un morfema? È l'unità minima di significato, è composto da fonemi ed è portatore di un significato proprio. Come la fonologia, anche la morfologia basa il suo funzionamento sulla scomposizione e sostituzione delle unità. Data una parola, possiamo scomporla fino ad ottenere le unità minime dotate di significato autonomo, unità cioè di prima articolazione. Esempio: "danza" = danz + a Danz => morfema lessicale A => morfema grammaticale ● Il morfema "a" indica che si tratta di un sostantivo femminile singolare. ● Se "a" lo si sostituisce con "are" si avrà "danzare" e in questo caso il morfema mi indica che si tratta di un verbo. ● Per formare il plurale invece userò il morfema "e" (danz + e): in questo caso dunque il nuovo morfema non cambia la parte del discorso ma il numero. Esistono diversi tipi di morfemi in base alla loro funzione: Morfemi lessicali Morfemi grammaticali Morfemi flessionali Morfemi derivazionali Italiano> fare/ contraffare/ disfare faccio/ fai/ fa Latino> facere/ conficere/ factum facio/ facis/ facit Inglese> known/ unknown/ knowledge I know/ you know/ he knows Morfologia Indoeuropea Le categorie linguistiche Genere ● Numero ● Caso ● Il genere La maggior parte delle lingue indoeuropee possiede un sistema a tre generi: maschile, femminile e neutro. Il neutro serve ad indicare per lo più oggetti inanimati e concetti astratti. Il numero Alcune lingue indoeuropee hanno un singolare e un plurale, altre anche un duale per indicare coppie di oggetti e persone (ad esempio il gotico, il greco antico, il sanscrito e il paleoslavo) Alcune nozioni importanti ● ● ● Nell'Indoeuropeo troviamo le stesse desinenze per nomi e aggettivi L'articolo non veniva usato (molte lingue lo svilupperanno grazie a prestiti da pronomi, altre, come il russo, non lo faranno) L'indoeuropeo non aveva preposizioni, avverbi e congiunzioni I verbi nell'indoeuropeo I modi: indicativo, congiuntivo, ottativo, imperativo. I tempi: presente, imperfetto, aoristo, perfetto, piuccheperfetto. Non c'era il tempo futuro. Flessione L'insieme delle regole che determinano la funzione logica di una parola attraverso l'uso di desinenze diverse. La flessione dei verbi si chiama coniugazione, quella degli elementi nominali declinazione. La desinenza La desinenza è un elemento variabile che si aggiunge al tema ed esprime il numero, il genere e il caso per i nomi, la persona, il tempo e il numero per i verbi. Ciò che resta della parola, eliminata la desinenza, è il tema. Questo è composto dalla radice e da eventuali suffissi. (N.Marcialis, 111) Amare : am > radice, a > tema, re > desinenza Dal tema risaliamo alla declinazione di un nome e alla coniugazione di un verbo. I casi L'antico indoeuropeo comprendeva otto casi: il nominativo, il genitivo, il dativo, l'accusativo, il vocativo, l'ablativo, lo strumentale e il locativo (sicuramente usati erano il N, G, D e A). Degli otto casi indoeuropei, il greco ne conserva cinque, il latino sei. Nominativo: indica il soggetto, cioè chi compie l'azione (Mario ha un libro), oppure il nome del predicato (Mario è un ragazzo), è uno dei casi diretti; Genitivo: indica una specificazione (il libro di Mario è interessante); Dativo: indica il complemento di termine, e risponde alla domanda "A chi?" (Mario dà un libro a Luigi); Accusativo: indica l'oggetto dell'azione (Mario legge un libro), è l'altro caso diretto; Vocativo: indica l'oggetto invocato (“Mario, prendi il libro”); Ablativo: complementi di moto da luogo (Mario viene da scuola), allontanamento, complementi di stato in luogo, e di tempo determinato, complementi di mezzo, causa, modo, compagnia (funzione di allontanamento, separazione). I casi nelle lingue moderne Nell'italiano di oggi sopravvivono marginalmente solo Acc e Dat: lei viene - Nom la vedo – Acc le dico – Dat ● In Italiano i sostantivi, gli aggettivi e gli avverbi assumono sempre la stessa forma, mentre è l'articolo ad esprimere la loro funzione all'interno della frase. ● I pronomi personali assumono una forma diversa a seconda del ruolo svolto; queste sono le ultime tracce delle declinazioni latine. I casi nelle lingue slave Orientali (russo, ucraino, bielorusso) Occidentali (polacco, ceco, slovacco, sorabo o lusaziano superiore e inferiore, casciubo, polabo) Meridionali (serbo-croato, sloveno, bulgaro, macedone) Ad eccezione del bulgaro e del macedone (che conservano solo tracce dei casi nei pronomi), oggi, nelle lingue slave, si usano ancora i casi. Al posto dell'ablativo troviamo i casi del Prepositivo e dello Strumentale. Morfologia: il Paleoslavo Le parti del discorso ● Nome I nomi si declinano ● Il nome muta secondo la categoria del caso. ● ● Verbo I verbi si coniugano ● Il verbo muta secondo le categorie di: persona, tempo e modo. ● ● Genere - maschile - femminile - neutro ● Numero - singolare - duale - plurale Il nome ● ● Alla categoria del nome appartengono Sostantivi e Aggettivi Flessione Nominale articolata in: - tre generi, - tre numeri, - sei casi (+1). Nominativo (N) Genitivo (G) Dativo (D) Accusativo (A) Strumentale (S) Locativo (L) N.B. Al singolare la flessione nominale conosce una particolare forma allocutiva: il caso Vocativo (V). (“Oh Giovanni”, “Иоане”) Sistema della flessione nominale paleoslava I nomi si classificano in nove tipi flessivi Sono i Suffissi tematici (vocalici o consonantici) a determinare l'appartenenza dei nomi a diverse classi ● Quattro classi vocaliche (*ā, *ŭ, *ī, *ō) ● Una classe intermedia (*ū) ● Quattro classi consonantiche (*n, *nt, *s, *r) Classi più ricche e produttive: *Ŏ, *Ᾱ ● Presto i nomi tendono a migrare verso queste classi Temi in *Ā ● Classe comprendente nomi femminili e alcuni nomi maschili (formati con l'ausilio dei suffissi tematici *ā, *jā) (*ā> tipo duro, *jā> tipo molle) *ā Il suffisso forma il cosiddetto tipo duro. Comprende Nomi Femminili (Жєна, Дѹша) (aggettivi e sostantivi) Qualche sostantivo Maschile (ad esempio Cʌѹгa) N Жєнa G ЖєнЫ D Жєнѣ A Жєнѫ L Жєнѣ S Жєнoѭ V Жєнo NA Жєнѣ GL Жєнѹ DS Жєнaмa N Жєны G Жєнъ D Жєнaмъ A Жєны L Жєнaхъ S Жєнaми Temi in *Ŏ ● Questa classe comprende nomi maschili e neutri ● Anche questa classe si divide in due tipi di declinazione: Tipo duro e tipo molle ( *ŏ, *jŏ ) Tipo duro: *Ŏ ● Nomi maschili (Nom sg - ● ъ; градъ, богъ) Nomi neutri (Nom sg – о; млѣко, cєло) N Столъ G Столa D Столѹ A Столъ L Столѣ S Столoмь V Столe NA Столa GL Столѹ N Столи G Столъ D Столoмъ A DS Столoмa Столы L Столѣхъ S Столы Temi in *Ĭ Piccolo gruppo di nomi maschili e femminili che escono al N sg in -Ь ● Tendono a migrare verso la classe in *ŏ ● ● ● I femminili costituiscono il gruppo più numeroso Troviamo sostantivi concreti (Соль, Ножь, Ѹчитель) e astratti ( Боль) I pronomi personali Аӡъ-Яӡъ “io” ● Ты “tu” ● Mы “noi” ● Bы “voi” ● Riflessivo Сѧ “sé” ● I pronomi personali in Paleoslavo indicano il soggetto e l'interlocutore. ● L'oggetto di cui si parla è indicato con i pronomi dimostrativi ● Сь,“questo qui vicino a me che parlo” ● Тъ, “codesto lì vicino a te che ascolti” ● Più frequentemente: *И (flessione tipo molle) e Онъ (flessione tipo duro) “quello lì lontano da tutti e due” Esso assume la funzione di 3a persona: и = lui N Аӡъ N Вѣ G Мєнє GD Наю D Мънѣ; ми LS Нама A Мѧ A На; Ны S Мъноѭ L Мънѣ N Мы G Насъ D Намъ; Нъ׀ A Нъ׀ S Нами L Насъ N Ты G Тебе D Тебѣ, Ти A Тѧ L Тебѣ S Тобоѭ N Ва GD Ваю LS Вама A Ва, Вы N Вы G Васъ D Вамъ, Вы A Вы L Васъ S Вами N Тъ NA Ta N Tи G Того D Томѹ A Tъ GL Toю G Tѣхъ DS Tѣма D Тѣмъ A Ты L Томь S Тѣмь L Тѣхъ S Тѣми N Oнъ(*И), N Oна, N Oни Оно (ѥ), Она (Ѩ) Онѣ, Онѣ G Ѥго Ѥѩ A Я G Ихъ D Ѥмѹ Ѥи GL Ѥю D Имъ A И, Ѥ Ѭ DS Има A Ѩ, IЯ L Ѥмь Ѥи S Имь Ѥи Она, Оны L Ихъ S Ими Gli aggettivi Inizialmente aggettivi e sostantivi avevano le stesse desinenze: Дoбpɑ жєнɑ XI sec. Innovazioni linguistiche nello Slavo Orientale: + pronome И + analogia con TЪ N Новъ + и > новыи G Нова + ѥго > новааго > новаго > Russo = нового (Per analogia con “того”) D Новѹ + ѥмѹ > новѹѥмѹ > новѹѹмѹ > новѹмѹ > Russo = новомy (Per analogia con “томѹ”) A=N L НовѢ + ѥмь > новѢѥмь > новѢмь > Russo = новомь (Per analogia con “томь”)