Editoriale Vol. 97, N. 5, Maggio 2006 Pagg. 267-271 Tiroide ed emostasi Massimo Franchini Riassunto. Numerosi studi hanno riportato alterazioni dell’emostasi, sia emorragiche che trombotiche, in pazienti con varie patologie tiroidee. Scopo di questo articolo è quello di discutere brevemente il rapporto tra patologie della tiroide ed emostasi. Dall’analisi dei dati della letteratura appare evidente che la maggior parte delle alterazioni della coagulazione osservate nei disturbi della tiroide è la conseguenza dell’azione diretta degli ormoni tiroidei sulla sintesi dei vari fattori emostatici o di uno squilibrio della funzione immunitaria. Complessivamente, questi dati suggeriscono che nei pazienti con ipertiroidismo è presente uno stato ipercoagulativo, mentre i pazienti con ipotiroidismo moderato sono ad aumentato rischio trombotico, a differenza di quelli con grave ipotiroidismo che presentano una tendenza emorragica. Parole chiave. Emorragia, emostasi, ipertiroidismo, ipotiroidismo, tiroide, trombosi. Summary. Thyroid and hemostasis. Several studies have reported hemostatic abnormalities, both in terms of bleeding or thrombosis, in patients with various thyroid dysfunctions. The aim of this paper is to briefly discuss the relationship between thyroid disorders and hemostasis (i.e., primary hemostasis, coagulation factors and fibrinolytic system). From the analysis of the more recent literature data, it is evident that most of the coagulation abnormalities, associated with thyroid disorders, are a consequence of a direct action of thyroid hormones on the synthesis of various hemostatic factors or a derangement of immune function. On the whole, these data suggest that a hypercoagulable state is present in hyperthyroid patients, while patients suffering from moderate hypothyroidism are at increased risk of thrombosis, contrasting with the bleeding tendency of those presenting severe hypothyroidism. Key words. Bleeding, hemostasis, hyperthyroidism, hypothyroidism, thyroid, thrombosis. Introduzione I dati riportati in letteratura indicano che i disordini dell’emostasi sono un fenomeno comune nei pazienti con patologie tiroidee. Queste anormalità variano da alterazioni di laboratorio subcliniche a coagulopatie clinicamente significanti e, più raramente, a gravi complicanze emorragiche o tromboemboliche1-3. Sebbene sia opinione comune che i pazienti con ipotiroidismo manifestano una tendenza emorragica mentre i pazienti ipertiroidei presentano un aumentato rischio di complicanze tromboemboliche2, la letteratura più recente ha evidenziato che l’interazione tra i disturbi della tiroide e l’emostasi è più complessa di quanto inizialmente creduto. Questa complessa interazione viene analizzata brevemente soffermandosi in particolare sulla patogenesi delle anomalie dell’emostasi associate ai disturbi della tiroide. La tabella 1 riassume le principali anomalie coagulative osservate nei pazienti con patologie tiroidee. Patologie tiroidee e complicanze emorragiche Tra le varie patologie tiroidee, l’ipotiroidismo è quello più frequentemente associato a complicanze emorragiche4,5. Nella maggior parte dei casi, la coagulopatia consiste in un difetto dell’emostasi primaria caratterizzato da una tendenza emorragica per lo più lieve (ad esempio, epistassi o sanguinamento gengivale, menorragia, facilità alle ecchimosi), ma che raramente può diventare grave (ad esempio, emorragie conseguenti a traumi o interventi chirurgici)2. Servizio di Immunoematologia e Trasfusione, Centro Emofilia, Azienda Ospedaliera, Verona. Pervenuto il 2 gennaio 2006. 268 Recenti Progressi in Medicina, 97, 5, 2006 namento mucoso. I dati coagulativi di laboratorio mostrano un allungamento del tempo di emorragia Patologia tiroidea Alterazione emostatica e ridotti livelli di fattore Ipotiroidismo ITP; ridotti livelli dei fattori della coagulazione VII, VIII (FVIII:C), fattore di VIII, IX, X, XII, VWF:Ag, VWF:RCo; aumentati livelvon Willebrand (VWF:Ag) li di FPA, fibrinogeno e ATIII; ridotta attività fibrie cofattore ristocetinico nolitica nell’ipotiroidismo di grado moderato ed au(VWF:RCo), mentre l’anamentata attività fibrinolitica nell’ipotiroidismo di lisi multimerica mostra un grado severo; emofilia A acquisita; VWD acquisita pattern simile ai sottotipi Ipertiroidismo ITP; aumentato turnover dei fattori della coagulazio1 o 2 della malattia di von ne II, VII, X; aumentati livelli di fibrinogeno, FPA, Willebrand. TM e dei fattori della coagulazione VIII, IX, VWF:Ag, Tuttavia, la diagnosi di VWF:RCo; emofilia A acquisita; sindrome da antifoquesta coagulopatia rimasfolipidi; ridotta attività fibrinolitica ne molto difficile, dal moNeoplasia tiroidea VWD acquisita; stato ipercoagulativo nelle forme lomento che usualmente calizzate e metastatizzate non è rilevata dagli esami di laboratorio routinari e ITP= porpora trombocitopenica immune; VWF:Ag= fattore von Willebrand-antigene; l’ipotiroidismo spesso ha VWF:RCo= fattore von Willebrand-cofattore ristocetinico; FPA= fibrinopeptide A; ATIII= antitrombina III; TM= trombomodulina; VWD= malattia di von Willebrand un esordio clinico insidioso. Così, la corretta diagnosi è frequentemente misconosciuta, fintantoSebbene la conta piastrinica sia usualmente ché non si verifica una grave emorragia consenormale nei pazienti ipotiroidei, in rari casi la meguente ad un trauma o ad un intervento chirurgacariocitopoiesi può essere gravemente inibita6. gico. Comunque, la maggior parte degli studi riUna bassa conta piastrinica in pazienti con ipotiporta che la malattia di von Willebrand acquisita rodismo può anche essere conseguenza di una diassociata all’ipotiroidismo si risolve completastruzione periferica su base autoimmune (porpora mente dopo terapia sostitutiva con l’ormone titrombocitopenica immune o ITP)7, sebbene queroideo13. In rari casi, tale complicanza può essesta associazione sia osservata più frequentemenre associata con l’ipotiroidismo post-partum, un te nei pazienti con morbo di Graves8. Difetti quadisturbo autoimmune relativamente comune che si sviluppa nel 2-4% delle donne post-partum16. litativi piastrinici sono stati inoltre riportati in La malattia di von Willebrand acquisita insorge pazienti con deficit tiroideo9,10. Palareti e coll.10 hanno studiato 21 pazienti con ipotiroidismo actipicamente entro un anno dal parto e scompare quisito dopo tiroidectomia totale ed hanno rilevadopo terapia sostitutiva tiroidea. Dal momento to una ridotta reattività piastrinica non solo alla che la malattia di von Willebrand acquisita può ristocetina ma anche al collagene ed epinefrina; rappresentare la manifestazione clinica iniziale questo difetto si correggeva completamente dopo dell’ipotiroidismo, secondo noi i pazienti giunti terapia sostitutiva con L-tiroxina. Myrup e coll.11 all’osservazione per una malattia di von Willebrand dovrebbero essere studiati anche per la hanno studiato l’emostasi primaria in pazienti con ipertiroidismo e ipotiroidismo e, tra i parametri possibile presenza di un sottostante ipotiroidismo17. analizzati (tempo di emorragia, conta piastrinica, β-2 macroglobulina, fibrinogeno fibronectina, agLa patogenesi della malattia di von Willebrand gregazione ed agglutinazione piastrinica), hanno acquisita associata ad ipotiroidismo, sebbene anritrovato un tempo di emorragia significativacora poco chiara, sembra che sia differente da quella delle forme associate ad altre patologie (ad mente più lungo ed una agglutinazione indotta esempio, neoplasie ematologiche) e caratterizzata dalla ristocetina significativamente ridotta nei dallo sviluppo di uno specifico autoanticorpo antipazienti ipotiroidei non trattati rispetto ai conVWF che si lega al VWF formando così un comtrolli normali. Inoltre, i livelli del fattore di von plesso immune che viene rapidamente rimosso dal Willebrand (VWF:Ag) nei pazienti ipotiroidei eracircolo ad opera del sistema reticolo-endoteliale. no meno della metà di quelli riscontrati nei paNell’ipotiroidismo, la più probabile spiegazione è zienti ipertiroidei. Il tempo di emorragia, l’aggluuna ridotta sintesi di VWF indotta dall’assenza di tinazione indotta dalla ristocetina ed il VWF: Ag si adeguati livelli di tiroxina. La risoluzione della normalizzavano durante terapia sostitutiva con L-tiroxina, suggerendo che il difetto dell’emostasi malattia di von Willebrand in seguito alla terapia primaria osservato nell’ipotiroidismo è una diretsostitutiva con l’ormone tiroideo potrebbe essere la conseguenza di due effetti: l’aumentato rilascio ta conseguenza dello stato ormonale tiroideo. Anodi VWF dalle cellule endoteliali dovuto all’aumalie dell’emostasi primaria somiglianti alla mamentata sensibilità all’epinefrina dopo terapia con lattia di von Willebrand acquisita rappresentano l’ormone tiroideo ed una stimolazione non-specifiil più frequente disturbo coagulativo osservato ca della sintesi epatica proteica da parte dell’ornell’ipotiroidismo.12-15 I sintomi alla diagnosi includono facilità alle ecchimosi, epistassi o sanguimone tiroideo. Tabella 1. - Le più importanti alterazioni coagulative nei pazienti con patologie tiroidee. M. Franchini: Tiroide ed emostasi L’associazione tra emofilia acquisita e ipotiroidismo è un’evenienza estremamente rara. Meiklejohn et al.18 hanno descritto l’insorgenza di un inibitore ad alto titolo diretto contro il fattore VIII in un paziente con ipotiroidismo su base autoimmune, trattato con successo con ciclofosfamide e metilprednisolone. Gli esami coagulativi nei pazienti con deficit di ormone tiroideo usualmente mostrano un allungamento del tempo di tromboplastina parziale attivata (APTT) ed un normale tempo di protrombina (PT), che riflettono anomalie dei rispettivi fattori della coagulazione 19-21. Il fatto che l’ipotiroidismo sia associato ad una riduzione di vari fattori della coagulazione è stato osservato per la prima volta da Egeberg22 e Simone1, i quali notarono una significativa riduzione dei livelli dei fattori VIII, IX e XI nei pazienti ipotiroidei. Altri studi hanno confermato questi dati ed hanno inoltre descritto bassi livelli plasmatici dei fattori della coagulazione VII, X e XII4,23. Inoltre, alcuni studi hanno riportato che l’emivita dei fattori della coagulazione II, VII, IX e X può essere aumentata nei pazienti con ipotiroidismo, spiegando così perché in questi pazienti sono richieste dosi maggiori di warfarin per raggiungere un effetto anticoagulante4. Per quanto riguarda la tendenza emorragica nei pazienti con ipertiroidismo, alcuni autori hanno osservato significative alterazioni piastriniche24. Kurata e coll.25 hanno studiato 214 pazienti con morbo di Graves e hanno trovato che circa la metà di essi avevano una ridotta conta e sopravvivenza piastrinica che ritornavano nella normalità dopo trattamento antitiroideo. Similmente, Panzer et al.26 hanno studiato 15 pazienti con ipertiroidismo e hanno riscontrato una bassa conta piastrinica media, un aumentato volume piastrinico medio ed una ridotta sopravvivenza piastrinica. Dal momento che solamente in tre pazienti la ricerca delle immunoglobuline associate alle piastrine risultava positiva, gli autori concludevano che le anomalie piastriniche rilevate nei pazienti ipertiroidei erano mediate da fenomeni metabolici piuttosto che immunologici. Comunque, come riportato sopra, l’associazione tra porpora trombocitopenica immune e l’ipertiroidismo è ben nota8 ed è stata confermata da Cordiano et al.27 che hanno riscontrato che l’83% dei pazienti con ipertiroidismo e trombocitopenia aveva autoanticorpi anti-piastrine. Altri autori hanno descritto numerosi casi di ITP in pazienti con morbo di Graves e tiroidite di Hashimoto2. Un’associazione tra morbo di Graves ed emofilia A acquisita è stata inoltre descritta28, confermando così la predisposizione di questo disturbo tiroideo autoimmune ad associarsi con altre patologie autoimmuni. Infine, altri studi hanno riportato una tendenza emorragica nei pazienti con cancro tiroideo. Infatti, Rosen et al.29 hanno trovato un’associazione tra deficit del fattore XI della coagula- 269 zione e neoplasia tiroidea e noi, in un precedente studio, abbiamo riportato due pazienti con un cancro tiroideo localizzato (un paziente con carcinoma midollare ed un altro con carcinoma papillare della tiroide) e malattia di von Willebrand acquisita sottoposti a tiroidectomia previa somministrazione di desmopressina come profilassi anti-emorragica14. Patologie tiroidee e complicanze trombotiche Non tutti gli studi pubblicati hanno prodotto risultati concordi riguardo l’associazione tra ipotiroidismo e tendenza emorragica. Infatti, Müller e coll.30 hanno investigato il profilo emostatico (PT, APTT, fibrinogeno, fattore VII attività [FVII:C] ed antigene [FVII:Ag], FVIII:C, VWF:Ag, VWF:RCo, antitrombina III, cofattore eparinico II, proteina C, proteina S, plasminogeno, antiplasmina, inibitore dell’attivatore del plasminogeno tipo 1 [PAI-1], attivatore del plasminogeno tessutale [t-PA]) in 42 donne con ipotiroidismo subclinico ed hanno trovato che solamente il FVII:C ed il rapporto FVII:C/FVII:Ag erano più elevati nei pazienti con ipotiroidismo rispetto al gruppo di controllo eutiroideo. Questi risultati suggerivano la presenza di uno stato di ipercoagulabilità piuttosto che una tendenza emorragica nei pazienti con insufficienza tiroidea, confermando così le osservazioni da parte di Hak et al.31 di un aumentato rischio di complicanze cardiovascolari nei pazienti con ipotiroidismo subclinico. Chadarevian et al. 32 hanno osservato un differente pattern di alterazioni della fibrinolisi in accordo con la severità dell’ipotirodismo, rivedendo così le precedenti osservazioni di un generalizzato incremento dell’attività fibrinolitica nell’ipotiroidismo. Infatti, in confronto ai controlli, i pazienti con ipotiroidismo moderato avevano un aumentato rischio di sviluppare patologie cardiovascolari a causa di una ridotta attività fibrinolitica (più alti livelli di α2-antiplasmina, t-PA e PAI-1 e più bassi livelli di D-dimero), mentre i pazienti con ipotiroidismo grave avevano una aumentata tendenza emorragica (più bassi livelli di α2-antiplasmina, t-PA e PAI1 e più alti livelli di D-dimero). Comunque, lo stato iperfibrinolitico dell’ipotiroidismo grave si correggeva durante trattamento con levotiroxina33. Il fatto che il rischio trombotico differiva in accordo con la differente espressione clinica della patologia tiroidea era stato osservato anche da Özcan et al.34, i quali hanno studiato i livelli plasmatici dell’inibitore del fattore tessutale libero in pazienti con vari disturbi tiroidei ed hanno riscontrato livelli significativamente più elevati nel gruppo con ipotiroidismo clinicamente manifesto rispetto al gruppo con ipotiroidismo subclinico. Erem et al.5 recentemente hanno riportato un aumentato rischio trombotico causato da uno stato ipofibrinolitico ed aumentati livelli plasmatici di fibrinogeno, antitrombina III e PAI-1. 270 Recenti Progressi in Medicina, 97, 5, 2006 Svariate alterazioni dei parametri emostatici in senso ipercoagulativo sono stati inoltre evidenziate nei pazienti ipertiroidei, inclusi un elevato titoli di anticorpi anticardiolipina35. Comunque, nonostante gli anticorpi antifosfolipidi siano stati ritrovati in circa il 30% di pazienti con morbo di Graves, una sindrome da antifosfolipidi (una condizione caratterizzata dalla concomitante presenza di anticorpi antifosfolipidi e trombosi arteriose e/o venose) è stata riportata solo raramente nei pazienti ipertiroidei. Per quanto riguarda i fattori della coagulazione, ci sono evidenze in letteratura che l’ipertiroidismo aumenti il turnover dei fattori della coagulazione II, VII e X ed incrementi l’effetto degli anticoagulanti orali 36 . Rogers e coll. 37 hanno riscontrato che 21 dei 22 (95%) pazienti con ipertiroidismo non trattati avevano aumentati livelli di FVIII:C, VWF:Ag e VWF:RCo, i quali ritornavano nella norma in tutti e 10 i pazienti trattati con farmaci antitiroidei. Burgraaf et al.38 hanno studiato marker endoteliali (t-PA, PAI-1, VWF:Ag, trombomodulina, fibronectina cellulare, VCAM-1 e E-selectina), marker di funzionalità coagulativa/fibrinolitica (tPA-attività, complessi plasmina-antiplasmina, frammenti di trombina 1+2, tumor necrosis factor-α, interleukina-6) e marker infiammatori (plasminogeno, α2-antiplasmina, fibronectina plasmatica, fibrinogeno, proteina C-reattiva) in 14 pazienti ipertiroidei ed hanno accertato elevati livelli della maggior parte delle proteine endotelio-associate e di alcune proteine a sintesi epatica (fibronectina plasmatica e fibrinogeno), ma non evidenza di attivazione della coagulazione/fibrinolisi. Come suggerito dagli autori, una possibile spiegazione di questi risultati potrebbe essere un’aumentata sintesi endoteliale indotta dagli ormoni tiroidei. Comunque, dal momento che l’ormone T3 incrementa numerose risposte biologiche alle catecolamine ed il rilascio di VWF è regolato dalle catecolamine stesse (attraverso i recettori β2-adrenergici), un’altra possibilità potrebbe essere che questo ormone determina una secrezione catecolamino-indotta di VWF. Così, questi dati relativi alla presenza di “un’endoteliopatia” sono congruenti con la presenza nell’ipertiroidismo di uno stato procoagulante. La presenza di una disfunzione vascolare endoteliale è stata successivamente confermata da Erem et al.39 nei loro studi su 41 pazienti ipertiroidei. Paragonati con i controlli eutiroidei, i pazienti con ipertiroidismo avevano livelli di fibrinogeno, fattore IX, antitrombina III e PAI-1 significativamente più elevati e livelli più bassi di fattore X e t-PA, suggerendo una ridotta capacità fibrinolitica. Altri studi hanno rilevato che l’equilibrio tra t-PA e PAI-1 nei pazienti ipertiroidei è alterato in favore del PAI-1, creando così uno stato ipofibrinolitico. Infine, uno stato di ipercoagulabilità è stato inoltre descritto nei pazienti con cancro della tiroide, sia nelle forme localizzate che in quelle più avanzate metastatizzate (fenomeno paraneoplastico)40. Conclusioni 1. In accordo con i dati riportati in letteratura, i disturbi dell’emostasi sembrano essere un fenomeno comune nei pazienti con patologie tiroidee. Per quanto riguarda l’ipertiroidsmo, la maggior parte degli autori è concorde nel ritenere che via sia una predominanza di uno stato ipercoagulativo. 2. La situazione emostatica nell’ipotiroidismo è invece più complessa: infatti, sembra che l’ipotiroidismo di grado moderato sia associato con una tendenza procoagulante, mentre i pazienti con ipotiroidismo grave presentano un quadro clinico di tipo emorragico. 3. Infine, complicanze sia emorragiche che trombotiche sono state descritte nei pazienti con neoplasie tiroidee. 4. Va comunque detto che la maggior parte dei dati qui riportati è derivata da studi su piccole casistiche di pazienti. Ulteriori studi su più ampie popolazioni di pazienti sono pertanto necessari al fine di chiarire il grado ed il tipo di alterazioni dell’emostasi nelle varie patologie tiroidee. Bibliografia 1. Simone JV, Abildgaard CF, Schulman I. Blood coagulation in thyroid dysfunction. N Engl J Med 1965; 273: 1057-61. 2. Franchini M. Hemostasis and thyroid diseases revisited. J Endocrinol Invest 2004; 27: 886-92. 3. Marongiu F, Cauli C, Mariotti S. Thyroid, hemostasis and thrombosis. J Endocrinol Invest 2004; 27: 1065-71. 4. Ford HC, Carter JM. Haemostasis in hypothyroidism. Postgrad Med J 1990; 66: 280-84. 5. Erem C, Kavgaci H, Ersöz H, et al. Blood coagulation and fibrinolytic activity in hypothyroidism. Int J Clin Pract 2003; 57: 78-81. 6. Savage RA, Sipple C. 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