Allegato C16 - 12b progettazione delle aree verdi

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1 - Inquadramento ambientale e fitoclimatico
La zona oggetto di intervento si trova in prossimità del confine est del Comune di Parma.
L'area in esame è quindi compresa nel piano altitudinale denominato "piano basale" e
nell'orizzonte "sub-mediterraneo"; comprende la fascia da 0 a 400 metri s.l.m., in cui, fino a
100-150 metri s.l.m., si rileva la presenza di vegetazione di tipo "litoraneo" e "planiziario",
mentre oltre questo limite sono presenti querceti e castagneti.
Nella zona di progetto, la fitoassociazione "climax" è la farnia (Quercus peduncolata,
Quercus robur) e il carpino bianco (Carpinus betulus), associate a numerose altre specie
secondarie come acero campestre (Acer campestre), ecc.
Successivamente nei boschi planiziali si sono introdotte altre specie quali: olmo (Ulmus
minor), frassino (fraxinus excelsior). In tempi più recenti si sono aggiunti anche specie
alloctone tra cui la robinia (Robinia pseudoacacia) e l’ailanto (Ailanthus altissima).
Per quanto riguarda l’inquadramento fitoclimatico della zona, l'area è classificabile nella
"zona medioeuropea" ed inquadrata nella "sottofascia planiziale". In particolare sotto
l'aspetto climatico-forestale, secondo la classificazione proposta da Pavari (1916), la zona
rientra nel "Castanetum", sottozona "calda" (Cc). Tale classificazione si avvale di pochi
parametri climatici, ritenuti più discriminanti di altri ai fini di un corretto inquadramento
fitoclimatico.
2 - Paesaggio vegetale ed uso del suolo
L’area indagata si inserisce in una fascia di pianura rappresentata da un paesaggio piuttosto
uniforme e povero dal punto di vista ambientale. Come si riscontra ormai in tutta la Pianura
Padana, anche in questa zona prevale l’attività agricola e di conseguenza sono ormai quasi
completamente scomparse le formazioni vegetali originarie che occupavano gran parte di
questi territori.
L’intensa opera di bonifica e la messa a coltura dei terreni ha sconvolto nel tempo il
paesaggio, rendendolo omogeneo e monotono, nonché estremamente impoverito sia per
quanto riguarda la varietà di specie vegetali e animali, sia per l’estensione delle fitocenosi
stesse.
All’interno dell’area e nelle zone limitrofe le categorie di uso del suolo individuate sono i
seminativi, i prati monofiti ad erba medica ed i vigneti.
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Per quanto riguarda prati e seminativi, la gestione dei terreni avviene con l’ausilio di
interventi agrotecnologici moderni, tramite il pesante ricorso a lavorazioni del terreno spesso
profonde e al massiccio impiego di fertilizzanti chimici e fitofarmaci.
Sotto l’aspetto naturalistico non sono presenti elementi di rilievo: lungo il confine est è
presente un fosso all’interno del quale si trovano alcuni individui adulti di salice bianco e
pioppo nero tra cui compare sporadico il prugnolo.
3 – Criteri di scelta progettuale
Il progetto prevede la realizzazione di uno spazio verde pubblico e fruibile che si inserisca in
modo armonioso e caratteristico rispetto alla situazione ambientale esistente.
Le scelte progettuali si sono basate quindi su una serie di elementi quali:
-
tipologia dell’ambiente
-
specie caratteristiche dell’ambiente
-
scelta delle formazioni vegetali tipiche dell’ambiente
-
incremento della rete ecologica
-
ambienti favorevoli per lo sviluppo di specie animali importanti nel contenimento dei
parassiti
-
realizzazione di ambienti differenziati tra loro
-
ridotta manutenzione
In un ambito di pianura le specie caratteristiche sono quelle del bosco planiziale, formazione
vegetale
rappresentata da latifoglie, alberi e arbusti, a foglia caduca. Sono state così
preferite specie autoctone tipiche delle zone di pianura e formazioni vegetali come siepi
polispecifiche di diverso spessore e filari, mentre si è evitata la realizzazione di macchie
boscate per motivi di sicurezza.
Uno degli obiettivi del progetto è quello di creare un giardino più accogliente per molte
specie di insetti e animali utili come impollinatori o nemici naturali di organismi dannosi. Per
conciliare questa necessità e le esigenze dell’uomo, sono stati realizzati diversi ambienti
come formazioni vegetali a diversa composizione, prati fioriti e calpestabili, zone gioco, spazi
di ritrovo, ecc.
Tutti questi elementi fanno sì che si venga a creare uno spazio verde che non richiede
interventi troppo onerosi dal punto di vista economico e come impegno di manutenzione:
così ad esempio valutando le distanze d’impianto rispetto alle dimensioni delle piante si
evitano costosi e dannosi interventi di potatura; mantenendo le siepi per lo più in forma
libera e ad una densità adeguata si riducono gli interventi di contenimento.
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4 – Interventi di progetto per la realizzazione delle aree verdi
Il
progetto non prevede la realizzazione di un tipico giardino di città in cui vengono
impiegate soprattutto piante esotiche, prati troppo frequentemente tagliati, erbicidi e
diserbanti. In questo caso lo spazio verde richiama nelle sue parti il paesaggio che
caratterizzava la pianura.
Le formazioni vegetali e gli ambienti previsti dal progetto sono:
-
siepi arboreo-arbistive;
-
siepi arbustive;
-
filari;
-
alberi e arbusti a gruppi;
-
alberature per parcheggi;
-
prati
SIEPI ARBOREO-ARBUSTIVE E SIEPI ARBUSTIVE
Lungo il perimetro sud ed est del comparto è prevista la realizzazione di una siepe arboreoarbustiva o di una siepe arbustiva come prescritto nella scheda tecnico-normativa di
subambito.
Va osservato che le siepi rappresentano un ambiente molto importante dove diverse forme
animali trovano la possibilità di insediarsi, riprodursi e svolgere il loro ciclo vitale.
Le siepi incrementano infatti la varietà biologica del paesaggio. I meccanismi di adattamento
di una comunità ricca di specie impediscono che poche specie prendano il sopravvento sulle
altre. In ambienti monotoni e poveri di specie invece, come lo sono i paesaggi privi di siepi,
alcune specie si possono moltiplicare a dismisura e diventare nocive. Nelle siepi vivono
infatti numerosi predatori e parassiti di specie nocive: essi contribuiscono per vie naturali a
prevenire anche i danni alle colture.
La vegetazione arboreo-arbustiva e la lettiera naturale formano inoltre un habitat prezioso
capace di ospitare un gran numero di individui. Essa rappresenta anche un'importante fonte
nutritiva per molti animali ed in particolare per l'avifauna, esercitando inoltre funzioni
microclimatiche, pedologiche ed estetiche.
Per la realizzazione della siepe vengono impiegate specie autoctone, ad esclusione delle
essenze spinose, caratteristiche dell’ambiente di pianura quale l'Acero campestre tra gli
alberi.
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FILARI
Tutta l’area è percorsa da filari costituiti da specie arboree di prima e seconda grandezza
come Acero campestre ed Olmo Campestre.
Tutte le piante sono state inserite in filari monospecifici ed esse vanno a caratterizzare i
diversi spazi all’interno del giardino. Sono stati posizionati tra i percorsi e le zone a prato in
modo tale da ombreggiare entrambe le fasce a protezione di chi transita e di chi sosta.
ALBERI E ARBUSTI SINGOLI E A GRUPPI
Alberi di diverse specie, come Farnia, Frassino maggiore e Carpino bianco, sono stati
inseriti per ombreggiare le zone attrezzate per il gioco dei bambini e le aree di sosta.
ALBERATURE PER PARCHEGGI
In queste aree è importante conciliare la necessità di agevolare il passaggio dei veicoli con
una pavimentazione robusta e le esigenze vegetative delle alberature destinate ad
ombreggiare il parcheggio. E’ fondamentale lasciare un adeguato spazio per gli apparati
radicali, in quanto l’impermeabilizzazione del terreno conseguente alla copertura non
consente all’acqua di penetrare e raggiungere le radici; queste ultime tendono così ad
affiorare in superficie creando gibbosità e spaccature nello strato di pavimentazione. Inoltre
la ripetuta compressione del suolo da parte dei veicoli provoca danni all’apparato radicale
anche da un punto di vista meccanico, come la rottura dei peli radicali, e crea problemi di
stabilità alle piante.
Per l’ombreggiatura delle aree di parcheggio è stata scelta una specie che presenta alcune
caratteristiche:
-
chioma ampia e folta;
-
resistenza agli agenti inquinanti;
-
assenza di frutti voluminosi e pesanti;
-
assenza di produzione di sostanze imbrattanti;
-
una certa rusticità;
-
nel considerare l’aspetto estetico è stata messa a dimora una sola specie in modo
che la fisionomia dell’impianto sia ben delineata, evitando effetti di disordine.
La specie individuata è l’Acer platanoides “globosum”.
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L’asfalto è a ridosso della pianta. Sono evidenti
spaccature e gibbosità provocate dalle radici.
Le radici sono state fortemente ridotte per la
realizzazione del cordolo del marciapiede.
PRATI
Le aree che si inseriscono tra i percorsi vengono destinate a prato. Si preferisce la semina di
un miscuglio fiorifero, ricco di fiori con diversa epoca di fioritura e di nettare. Questi prati
attirano numerose farfalle offrendo un importante contributo alla salvaguardia di questi insetti
sempre più rari a causa della continua distruzione degli habitat a loro più congeniali. In
alcune zone più marginali è auspicabile osservare alcuni accorgimenti per favorire
maggiormente la presenza di questi insetti: limitare i tagli dell’erba a non più di 3 all’anno, in
primavera e in autunno; evitare i tagli durante la fioritura; non tagliare mai l’erba al di sotto
dei 5 cm da terra; evitare concimazioni con fertilizzanti chimici e le irrigazioni frequenti.
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Nella tabella che segue vengono indicate la frequenza specifica delle diverse essenze
impiegate e il numero di piante totale di piante.
Specie
Frequenza
n° piante
%
Quercus robur
4
3
38,5
29
Fraxinus excelsior
3
2
Ulmus campestre
24
18
Carpinus betulus
4
3
Acer platanoides “globosum”
26,5
20
Totale
100
75
Acer campestre
Esempi di siepi polispecifiche vengono rappresentate nelle figure che seguono:
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Sui confini sud ed est del comparto sono previste siepi arbustive composte da: Nocciolo,
Fusaggine, Sanguinello, Ligustro, Pallon di maggio, Lantana. Le piante dovranno essere
distribuite in un’unica fila ad una distanza media di 1 1,5 m.
Nelle aree destinate a verde sono previsti filari a diversa composizione specifica inseriti
lungo i percorsi. La distribuzione delle piante avviene sulla base delle dimensioni degli alberi
a maturità e in particolare valutando l’ampiezza delle chiome. Le piante devono poter avere
uno sviluppo armonico, senza entrare in competizione tra loro nei confronti della luce e una
volta raggiunto lo stadio adulto devono avete chiome che si toccano ma non si
compenetrano. Per questi motivi le distanze d’impianto previste variano da 8 a 10 m per un
totale di 55 piante.
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Gli alberi sono in contenitori di 50-70 cm e presentano una circonferenza intorno ai 18-20
cm; vengono messi a dimora in buche aperte preventivamente e delle dimensioni doppie
rispetto a quelle del pane di terra. Le piante vengono ancorate con 2 pali tutori di conifera
del diametro di 8 cm e altezza 2,5 m, fissati nel terreno non smosso e legate con materiale
elastico all’altezza di 1,7 m; i fusti vanno protetti con stuoia in cannicciato fino all’altezza di 2
m per evitarne l’ustione per effetto della radiazione solare e al colletto posto un collare in pvc
di altezza non inferiore a 20 cm.
E’ importante ricordare a questo proposito la necessità di verificare lo stato delle legature
lungo il tronco degli alberi, rinnovandole almeno una volta all’anno e variandone
leggermente la posizione; vanno assolutamente evitati sia danni irreversibili alle piante che
crescendo tendono ad inglobare la legatura con ripercussioni letali, sia possibili attacchi
parassitari a causa del ristagno d’acqua nella zona di contatto tra corteccia e materiale di
legatura.
Esempio di nuovo impianto con pali
tutori e fasciatura del tronco.
Esempio di danno da legatura.
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Quanto detto per i filari vale anche per gli alberi inseriti a gruppi. Nel caso delle zone gioco
i gruppi di alberi risultano più ravvicinati ed è quindi probabile che le chiome si
compenetrino; in questo caso lo scopo è quello di ombreggiare lo spazio durante i periodi
più caldi ed è quindi necessario creare una barriera più fitta. Complessivamente gli alberi a
gruppi sono 8.
Le alberature inserite per ombreggiare le zone a parcheggio vengono messe a dimora in
parte sul prato adiacente, in parte in aiuole realizzate negli spazi tra i posti auto. In questo
caso la superficie disponibile per le piante va da 2,25 (1,5x1,5) a 5 mq (2X2,5 m). La
distribuzione delle piante avviene sulla base delle dimensioni degli alberi a maturità e in
particolare valutando l’ampiezza delle chiome. Le piante devono poter avere uno sviluppo
armonico, senza entrare in competizione tra loro nei confronti della luce e una volta
raggiunto lo stadio adulto devono avete chiome che si toccano ma non si compenetrano.
Per questi motivi le distanze d’impianto previste variano da 5 a 12,5 m per un totale di 20
piante.
Nella progettazione di un prato che sia fruibile e adatto ad accogliere insetti come le farfalle
è fondamentale una corretta creazione del tappeto erboso utilizzando una comunità di
specie vegetali erbacee, perenni e ricche di specie a fiore. Il prato deve essere inoltre fitto, di
colore verde intenso, con specie erbacee robuste e resistenti al calpestio.
Affinché si ottenga un tappeto erboso con queste caratteristiche è necessaria l’azione
contemporanea di una serie di fattori ed una precisa serie di operazioni.
Una volta riportato il suolo vegetale bisogna prevedere le analisi del terreno in modo tale da
effettuare adeguati interventi di correzione e concimazione. Per la crescita ottimale del prato
è necessario che gli elementi minerali siano presenti nel giusto rapporto. Si procede poi
all’eventuale livellamento del terreno portando il suolo alla quota utile.
La
semina
viene
eseguita
meccanicamente
con
seminatrice
che
provvede
contemporaneamente a seminare, rastrellare e rullare. Dopo la semina si interviene con la
rullatura per comprimere i semi e per assicurare un leggero compattamento del terreno e
renderlo più agibile ai passaggi delle macchine operatrici.
7 – Cure colturali e manutenzione
Al termine dei lavori di impianto è importante prevedere una serie cure colturali da attuare
nei tre anni successivi all’intervento, finalizzate all’eliminazione delle specie infestanti e allo
sfalcio delle erbe che potrebbero entrare in competizione con le piante messe a dimora. Si
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tratta di interventi da eseguire almeno due - tre volte l’anno soprattutto nel periodo
primaverile.
Vanno comunque programmati interventi periodici di manutenzione dell’area verde da
effettuare tenendo presenti i criteri che hanno condotto ad una serie di scelte progettuali. In
alcune situazioni è opportuno lasciare spazio anche all’evoluzione naturale degli ambienti:
così ad esempio nelle zone a prato più marginali si potranno rinnovare naturalmente le
specie arboree ed arbustive messe a dimora. Tutto questo non dovrà essere oggetto
indiscriminato di ripuliture, ma sarà opportuno valutare periodicamente la possibilità di
rilasciare o meno queste nuove essenze.
Per quanto riguarda la pratica di asportare le foglie dai tappeti erbosi e sotto le piante si
ritiene opportuno fare un’osservazione: l’albero possiede un ciclo di vita “chiuso”, ossia
perde le foglie, queste si decompongono sul terreno durante l’inverno e gli elementi che le
costituiscono vengono poi riassorbiti dalla pianta stessa in primavera. Con questa pratica si
interrompe questo ciclo e l’albero non è più in grado di trovare gli elementi nutritivi di cui ha
bisogno a meno di non intervenire con opportune concimazioni. In alternativa si può
prevedere l’utilizzo di compostiere e una volta ottenuto il compost maturo distribuirlo alle
piante; in ogni caso è consigliabile rilasciare le foglie sui tappeti erbosi evitando inoltre
onerosi interventi di raccolta e smaltimento di un prodotto sicuramente utile per l’equilibrio
dello spazio verde.
8 – Preparazione del terreno e modalità d’impianto
La preparazione del terreno prima della messa a dimora delle piante è una fase
estremamente importante per la buona riuscita dell’impianto. Trattandosi di coltivi e prati, al
momento di intraprendere i lavori di costruzione degli edifici è opportuno conservare uno
spessore non inferiore a 50 cm di terreno attualmente coltivato che viene stoccato in altro
sito e riutilizzato per realizzare la copertura finale delle zone da recuperare, dato che il
passaggio dei mezzi pesanti danneggerà in parte il suolo presente.
Il terreno viene accatastato nella zona immediatamente adiacente l’area e disposta in cumuli
che devono essere dimensionati in modo appropriato al fine di ridurre il più possibile la
perdita di struttura e fertilità del suolo. In generale si possono adottare forme trapezoidali
con una larghezza alla base fino a 3 m e altezza fino a 1,5 m, sagomando la superficie dei
cumuli con un leggero avvallamento. Diversamente i cumuli possono avere larghezza alla
base superiore a 3 m, ma in questo caso è opportuno non superare 1 m in altezza.
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Prima di procedere al riporto della terra di coltura, la superficie deve essere adeguatamente
preparata mediante misure generali di drenaggio e scarificazione per renderla idonea
all’imbibizione ed evitare i ristagni.
Al termine dei lavori il terreno vegetale viene nuovamente movimentato e distribuito sul
suolo nudo in modo uniforme e con uno spessore di circa 50-60 cm, cercando di evitare
l’eccessivo rimescolamento. Risulta infine necessario procedere alle lavorazioni del terreno
con un’aratura e successiva erpicatura, che consente anche la contemporanea e uniforme
introduzione di ammendante.
L’aratura viene eseguita ad una profondità di circa 40 cm e seguita da una erpicatura che ha
lo scopo di completare il lavoro dell’aratro ossia amminutare, livellare e pulire dalle malerbe
il terreno arato.
La concimazione prevede sia l’utilizzo di composti organici che minerali la cui quantità e
concentrazione dipendono dalle condizioni del terreno al momento del suo riutilizzo.
L’apporto di tali sostanze ha la funzione di favorire la formazione di humus attivando la
microflora e la microfauna del suolo ed aumentare quindi in tempi brevi la fertilità del terreno.
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ALLEGATO
SCELTA DEL MATERIALE VIVAISTICO
GARANZIA DI ATTECCHIMENTO
SOSTITUZIONE DELLE PIANTE
E
CARATTERISTICHE DELLE SPECIE INSERITE NEL PROGETTO
PUA VIA MARCONI - SUB AMBITO 20 S4
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Scelta del materiale vivaistico
L’albero
da
mettere
a
dimora
deve
presentare
alcuni
requisiti
fondamentali:
- apparato radicale ben accestito, ricco di piccole ramificazioni e di radici capillari fresche e
sane; per quanto riguarda gli alberi in zolla, questi devono avere subito almeno 2 “trapianti”
in vivaio prima della posa a dimora definitiva (l’ultimo da non più di due anni); gli alberi in
contenitore devono presentare radici pienamente e uniformemente compenetrate in questo,
senza fuoriuscirne, né avvolgersi in prossimità della parete e del fondo; la zolla o il
contenitore devono essere di dimensioni proporzionate allo sviluppo dell’albero, (il diametro
del pane di terra dovrà superare di almeno 3 volte la circonferenza del fusto); il pane di terra
deve aderire uniformemente alle radici e queste non devono essere sfilacciate in prossimità
della superficie di taglio;
- fusto dritto, ben lignificato, privo di ramificazioni, deformazioni, ferite, grosse cicatrici o
segni conseguenti a urti, grandine, scortecciamenti, legature o ustioni da sole;
-
chioma equilibrata ed uniforme, ben ramificata,
sufficientemente densa, sottoposta in
vivaio a uno o più interventi di potatura di allevamento consistenti in riprese dei rami appena
evidenti eseguiti con la tecnica del “taglio di ritorno”; non devono rilevarsi rami primari sottili,
rami codominanti o corteccia interclusa; non devono rilevarsi inoltre vuoti laterali per
ombreggiamento o per densità di coltivazione; il ramo di prolungamento del fusto deve
essere centrale nella chioma, intero o sottoposto anche esso a uno o due riprese appena
evidenti, bilanciato e dominante sugli altri; non devono rilevarsi attacchi (in corso o passati)
di insetti, di malattie crittogamiche, batteriche e virali.
Gli arbusti, anche se riprodotti per via agamica, devono essere ben accestiti, di altezza non
inferiore a quella prescritta e possedere minimo tre ramificazioni in prossimità del colletto; il
loro apparato radicale deve essere ricco di piccole ramificazioni e di radici capillari; la zolla o
il contenitore, infine, deve essere di dimensioni proporzionate allo sviluppo della parte aerea.
Garanzia di attecchimento
La Ditta che esegue l’impianto deve prevedere una garanzia di attecchimento delle piante, la
quale scade al momento della ripresa vegetativa, ovvero, quando è possibile certificare
l'avvenuto attecchimento (o meno) delle piante in questione.
Sostituzione delle piante
Al termine del periodo di garanzia la Ditta dovrà sostituire le piante non attecchite con altri
esemplari della medesima specie e con le stesse caratteristiche.
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ALBERI
ACER CAMPESTRE
Genere
Acer
Specie
campestre
Varietà
Italiano
Oppio, Acero campestre
Famiglia
Aceraceae
Origine
Europa, Asia occidentale
Tipo
caducifoglia
Portamento
albero medio arrotondato
Dimensioni
altezza fino 15 m; diam. chioma 6 m
Foglie
Fiori
Epoca fioritura
Frutti
Terreno
Clima
palmate, verde opaco, giallo chiaro in autunno
giallo
5
samare doppie
qualunque soprattutto calcareo
temperato o freddo
Esposizione
pieno sole
Temp. Minima
-30/-20 °C
Nota
adatto per siepi, sopporta siccità, potature e inquinamento
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CARPINUS BETULUS
Genere
Carpinus
Specie
betulus
Varietà
Italiano
Carpino bianco
Famiglia
Carpinaceae
Origine
Europa, Asia minore
Tipo
caducifoglia
Portamento
albero globoso tronco scanalato
Dimensioni
altezza fino a 15-20 m; diam. chiome 8 –12 m
Foglie
Fiori
Epoca fioritura
Frutti
Terreno
ovali con nervature prominenti verde scuro, giallo-arancio in
autunno che rimangono sulla pianta fino a primavera
amenti verde
2-3-4
alati a mazzi
fertile e ben drenato
Clima
temperato
Esposizione
pieno sole
Temp. Minima
-30/-20 °C
Nota
alberature stradali, viali, siepi, sopporta le potature
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FRAXINUS EXCELSIOR
Genere
Fraxinus
Specie
excelsior
Varietà
Italiano
Frassino maggiore
Famiglia
Oleaceae
Origine
Europa
Tipo
caducifoglia
Portamento
albero grande, sferico
Dimensioni
altezza fino a 30-35 m; diam. chioma 10-15 m
Foglie
Fiori
composte, ellittico-lanceolate
giallo-verdastro che precede le foglie
Epoca fioritura
4; 5
Frutti
alati
Terreno
Clima
Esposizione
Temp. Minima
Nota
non esigente
dal livello del mare fino a 1500 m
sole; mezz’ombra
-30 °C
viali, alberature stradali, resistente all’inquinamento
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QUERCUS ROBUR (Q. PEDUNCOLATA)
Genere
Quercus
Specie
robur
Varietà
Italiano
Farnia
Famiglia
Fagaceae
Origine
Europa, Caucaso, Asia minore, Nord Africa
Tipo
caducifoglia
Portamento
albero grande longevo chioma ampia
Dimensioni
altezza fino a 30 m; diam. chioma 15-20 m
Foglie
sessili con ampi lobi di colore verde scuro
Fiori
maschili ben sviluppati; femminili poveri
Epoca fioritura
Frutti
Terreno
Clima
4-5
ghiande peduncolate a gruppi di 3
profondi umidi
continentale
Esposizione
pieno sole
Temp. Minima
-30/-20 °C
Nota
tipica di pianura
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ULMUS CAMPESTRIS (U. MINOR)
Genere
Ulmus
Specie
campestris
Varietà
Italiano
Olmo campestre
Famiglia
Ulmaceae
Origine
Tipo
Europa centrale e meridionale, Asia centrale e centrooccidentale, Africa settentrionale
caducifoglia
Portamento
albero grande
Dimensioni
altezza fino a 20 m; diam. chioma 7-9 m
Foglie
Fiori
Epoca fioritura
Frutti
Terreno
Clima
alterne a base asimmetrica, pelosa nella pagina inferiore
semplici, compaiono prima delle foglie
3; 4
alato; matura in aprile-maggio
qualsiasi terreno ma non calcareo
dalla pianura fino a 1200 m
Esposizione
pieno sole
Temp. Minima
-20/-15 °C
Nota
resistente all’inquinamento e alla potatura
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ACER PLATANOIDES “GLOBOSUM”
Genere
Acer
Specie
Platanoides
Varietà
“globosum”
Italiano
Acero platanoide
Famiglia
Aceraceae
Origine
Europa, Caucaso
Tipo
caducifoglia
Portamento
albero piccolo rotondo chioma globosa
Dimensioni
altezza fino 15 m; diam. chioma 6 m
Foglie
Fiori
Epoca fioritura
Frutti
palmate, verde bronzo, giallo oro in autunno
Gialli in grappoli
4
samare doppie
Terreno
Fertile ben drenato
Clima
temperato o freddo
Esposizione
Temp. Minima
Nota
pieno sole
-30 °C
Piccoli giardini e viali in aree ristrette
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