Appunti di Irisophia
«Una croce può essere di legno, o di ferro, o di marmo, ma la sua realtà non è il legno o il ferro o il
marmo che riempie la sua forma, bensí quello che sorge come forma là dove non c’è piú materia. Onde dal
non percepire piú la materia di un oggetto, ai confini della sua materia, sorge la forma, come imagine...».
Massimo Scaligero Segreti dello spazio e del tempo
La luce, come architetto della forma del corpo umano, agisce nell’aria che entra e fuoriesce nei processi
inspiratori ed espiratori del polmone macrocosmico. È un’aria intessuta di Luce che inscrive nell’embriogenesi
i suoi fili direttivi lungo i canali del sistema nervoso a partire dal capo. Il polmone macrocosmico muove
il mantice delle sue grandi ali soli-lunari di farfalla, creatura della Luce, per impulsare il progetto covato
nel cuore delle Gerarchie creatrici ed espanso nell’Universo. L’ingegnere che coordina la forza formatrice
della luce è l’organizzazione sovrasensibile astrale, catalizzatrice della luce cosmica, che si esprime sul piano
sensibile nel sistema nervoso e nei polmoni. Fra le quattro colonne organiche, poste a fondamento dell’organismo umano, sono i polmoni i Signori della Forma. Che l’assumono per se stessi nel corso della prima
respirazione autonoma in occasione della nascita, quando la Luce atterra, e la perdono al momento del
trapasso con il flusso dell’ultimo espiro, quando la Luce decolla.
«Dalla forza del respiro [intessuto di Luce] si forma il polmone, il Mistero dell’organo che si sviluppa ripiegato in un piccolo spazio, che ad un tratto nel primo respiro viene a manifestazione ben formato, proprio come
nel caso della farfalla uscita dalla pupa si dispiegano le ali sgualcite, in tutta la loro bellezza» (Kaspar Appenzeller, La Genesi alla luce dell’evoluzione embrionale umana, Ed. Cambiamenti).
Con il polmone microcosmico torna l’immagine della farfalla insieme al suo precedente stadio preparatorio di pupa, echeggiato nella pupilla oculare, la “bambolina”â,
forma miniaturizzata della corporeità umana.
Lo squarcio della membrana pupillare contrassegna l’inizio dell’apertura della crisalide oculare: alla nascita il primo flusso di luce dell’aria accenderà simultaneamente le pupille e i polmoni. La geometria della Forma ricalca le istruzioni del
polmone macrocosmico attraverso una disposizione secondo i tre piani: sagittale o destro/sinistro, frontale
o antero/posteriore, orizzontale o supero/inferiore.
«L’aria inspiratoria passa attraverso il naso in un arco lungo la laringe nella trachea, si muove perciò qui nel
piano sagittale. La trachea si suddivide nei bronchi, questi giacciono nel piano frontale; in questo piano l’aria
penetra nei polmoni e quando è giunta nelle profondità polmonari, è arrivata al punto di svolta. L’aria respiratoria si muove dall’alto verso il basso sino al momento della svolta, e poi dal basso verso l’alto. Nel movimento dell’inversione si forma, per cosí dire sul diaframma, il piano orizzontale» (Kaspar Appenzeller, ibid.).
I polmoni hanno milioni di occhi negli sferici alveoli per percepire dall’esterno la luce dell’aria, e nel
contempo svolgono attività pensante tramite i due emisferi alati in risposta all’ottusa percezione interiore della
luce del sangue occhieggiata dal cuore. La medusa iridale, “polmone di mare” immerso nell’umor acqueo,
succhia la luce tramite la sferica pupilla e rievoca cosí l’architettura sigillata nei capi invisibili della vita attuale
e della vita successiva. In quei due capi sono condensati gli arcani della forma dei corpi, rispettivamente della
vita precedente e della vita attuale. Per cogliere queste relazioni occorre immergersi meditativamente in tali
processi metamorfici, in altri termini con una fine percezione dello scheletro osseo educata dalla fenomenologia
goetheanistica, cosí come alcuni ricercatori medici nell’ambito della scienza spirituale antroposofica hanno
pionieristicamente aperto il sentiero, sopra a tutti Kaspar Appenzeller nel testo già citato, ispirato alla guida
illuminante di Rudolf Steiner, che cosí si esprime in una frase aforismatica del 28 ottobre 1923: «Per imparare
a conoscere il miracolo del tuo proprio capo, studia nella natura esteriore il miracolo del divenire della farfalla:
è all’incirca questo il grande insegnamento dato dal cosmo all’osservazione chiaroveggente».
Il costituirsi della forma nell’uomo è un processo di isolamento rispetto al mondo esterno, un’aggregazione
coordinata della materia, sintetizzabile nella formazione della conchiglia o del carapace del granchio, simbolo
delle forze zodiacali del Cancro, abbracciate dal polmone macrocosmico che, nell’attraversarle, vi si rattrapisce
con le sue ali soli-lunari per divenire organo microcosmico-terrestre nell’uomo. È il tessuto di luce dell’anima
a guidare, tramite il soffio dei respiri, la composizione della forma. Un estratto di sole e luna va a centrifugarsi
negli occhi e precisamente nelle pupille, le piccole pupe, immagine a matrioska della grande pupa del polmone.
La corona iridale sigilla nel colore dei suoi pigmenti il tessuto di Luce penetrato e condensato nel corpo
delle farfalle incatenate alla terra, appunto i fiori iridali, che ne tramandano fedelmente la memoria cosmica,
non piú solo del capo, poiché «la farfalla rappresenta quello che in un certo senso la funzione del capo mostra
nella sua prosecuzione, cioè le forze del capo estese in un certo senso a tutto l’uomo» (Rudolf Steiner, Uomo
sintesi armonica, O.O. N° 230, del 19 ottobre 1923).
Rosiride
L’Archetipo – Marzo 2010
37