4/7/2014 Febbre di Wine Club? | I Grandi Vini venerdì , 4 luglio 2014 News Chi siamo GuestPost La rivista Interviste Contatti Eventi Enoturismo Vini naturali Vini pregiati Birra WebTv Le cantine Consorzi Home > Newsinprimopiano > Febbre di Wine Club? Febbre di Wine Club? Ne parliamo con Stefano Capurso, direttore commerciale e marketing presso la Barone Ricasoli NewsLetter Sempre più si parla di wine club. Lo stesso Vinitaly ne ha lanciato uno proprio lo scorso anno. Molti i siti dislocati nel web che ne assumono la fisionomia e i connotati, proponendo ai soci prezzi vantaggiosi o bottiglie esclusive. Addirittura ci si è messo anche il New York Times, con il suo spazio di vendita online dedicato ad etichette pregiate provenienti da tutto il mondo e vente-privee.com, anche se di wine club non si tratta ma piuttosto di colosso dell’ecommerce. Poi ci sono le aziende: Sella&Mosca, Fonterutoli, Tenuta Argentiera, tanto per dirne alcune, che “adottano il club per fidelizzare la clientela, soprattutto estera”, come ci racconta Stefano Capurso della Barone Ricasoli, dove il wine club è nato in tempi non sospetti. In effetti, mentre parlare di wine club per un sito di ecommerce significa parlare di una community virtuale che, se associata (con o meno una fee di ingresso), può accedere a dei benefits, non è esattamente la stessa cosa quando guardiamo ad un’azienda (o ad un ristorante o un’enoteca). “Alla Barone Ricasoli esistono due livelli del Wine Club – continua Capurso – uno denominato Amici della Barone Ricasoli e l’altro Club 1141. Il primo è più basic, l’altro più esclusivo. La filosofia però è la stessa, ovvero proseguire il rapporto con i nostri clienti. A Brolio, ogni anno, arrivano circa 40 mila turisti: perchè abbandonare i rapporti, una volta che se ne sono andati? Si tratta di un lavoro di pura comunicazione che, almeno nel nostro caso, si inserisce in un progetto ben più ampio che include anche un certo tipo di offerta, con degustazioni esclusive e servizi ospitality di classe”. I benefici? “Scontistica sui prodotti, possibilità di prenotare annate future o acquistare bottiglie pregiate, diritti di degustazione e di pernottamento presso la nostra Guest House”. Chiediamo a Capurso se a suo avviso tutte le aziende potrebbero dotarsi di un wine club: “sulla carta sì, ma c’è da dire che affinché una simile iniziativa sia efficace serve una storia e dei contenuti, così da far affezionare gli appassionati ai luoghi, alla tradizione e ai prodotti. Un’altra difficoltà è legata al reclutamento dei contatti e al loro mantenimento in attività: ad esempio, dei nostri associati più della metà sono dormienti, con un’importante tasso di turnover. Bisogna essere in grado di rendere interessante e efficace la comunicazione, attraverso newsletter e social media. E coinvolgere prima di tutto gli appassionati, affinché non si tratti di un interesse spot legato solo al momento”, aggiunge Capurso. La Barone Ricasoli sarà presto online con un nuovo sito e sta lavorando ad un potenziamento della comunicazione via social network. Condividi! Tw eet 0 Like 3 0 @Follow Me Nuovi progetti nel mondo del vino: giovani, preparati, enocentrici. http://t.co/zrMtRyrcNk @settembremag @firsthand_it 01/07/2014 @MyTailoredWine @lauria_wineR @grangustoNapoli @jimbeam2240 grazie per il follow! 01/07/2014 RT @ConsBrunello: Consorzio: approvate le modifiche ai Disciplinari #Brunello 30/06/2014 http://t.co/USTyNqCydU About Claudia Cataldo Appassionata di marketing e vino, è cresciuta con la penna in mano, poi è arrivato anche il bicchiere. Ha studiato comunicazione, marketing dell'agroalimentare e infine un master in marketing del vino. Per lei il vino è sentori e http://www.igrandivini.com/febbre-di-wine-club/ 1/3