ArquatoJazz 2006
SEMINARI E CONCERTI
Per una settimana, uno dei più suggestivi borghi medioevali del nord Italia, sarà lo
scenario di concerti jazz di altissimo livello e nel contempo la dimora di importanti
Seminario Nazionali di ArquatoJazz (ad oggi più di sessanta iscritti).
Questo accadrà tra il 10 e il 17 luglio a Castell’Arquato, sulle colline piacentine, in un
borgo dove il tempo sembra essersi fermato al 1300. Non è un caso che nella Rocca
Viscontea, nella Collegiata di Santa Maria Assunta, nel Palazzo del Podestà, e poi ancora
nei Torrioni del Duca alti trenta metri, palazzi ducali e castelli neogotici, il cinema abbia
trovato il set ideale per girare Lady Hawk (e non c’è da meravigliarsi che per il
protagonista Rutger Hauer l’incanto di Castell’Arquato fu tale da indurre l’attore a ritornare
ogni estate in vacanza!).
ArquatoJazz è organizzato da "Castell'Arquato Cultura e Turismo" e "Piacenza Jazz
Club" in collaborazione con il Comune di Castell'Arquato, la Provincia di Piacenza e la
Regione Emilia Romagna, con il supporto promozionale di Jazzitalia e Editoriale Libertà.
I seminari sono realizzati con il sostegno della "Fondazione di Piacenza e Vigevano", con
il supporto promozionale del Conservatorio "A. Buzzolla" di Adria e del Conservatorio "G.
Nicolini" di Piacenza. Sono patrocinati dalla SIdMA (Società Italiana di Musicologia
Afroamericana), che proprio presso il Conservatorio Villaggi il giorno di apertura del
Festival, terrà la propria Assemblea Nazionale.
In questi luoghi sospesi tra storia e leggenda, e proprio nelle magnifiche sale di Palazzo
Podestà, si svolgeranno i Seminari di Arquato Jazz 2006 che hanno riunito alcuni dei
maggiori didatti del jazz secondo una formula innovativa: suggerire all’allievo una visione
del jazz più articolata, complessa, doppia. Come? Attraverso una sorta di “dual teaching”:
ogni strumento (e gruppo di musica d’insieme) sarà insegnato attraverso l’esperienza
didattica di due diversi docenti che si divideranno gli otto giorni di seminario. Ognuno dei
docenti proporrà la propria visione del jazz. Una strategia didattica probabilmente
spiazzante e per questo crediamo ancora più stimolante ed efficace.
I docenti sono:
Garrison Fewell - Tommaso Lama
Chitarra e musica d’insieme
Tiziana Ghiglioni - Diana Torto
Canto e musica d’insieme
Fabio Petretti – Tino Tracanna
Saxofoni e musica d’insieme
Danilo Rea – Riccardo Zegna
Pianoforte e musica d’insieme
Paolino Dalla Porta – Furio Di Castri
Contrabbasso e musica d’insieme
Massimo Manzi – Francesco Petreni
Batteria e musica d’insieme
Gianni Azzali - Luca Bragalini
Corsi teorici
Masterclass di batteria e percussioni (12-13 luglio) con Michele Rabbia
La sera, oltre alle Jam Session con allievi e docenti, sarà il momento di ascoltarsi i
concerti delle stelle del jazz che quest’anno impreziosiscono in modo particolare il
cartellone del Festival.
Due mostre coloreranno il festival nella sua intera durata; qiella del fotografo Roberto
Cifarelli “Riflessioni musicali”, ospitata all’Enoteca Comunale e i quadri di Adrano Vignola
“Everything’s Jazz” alla Loggetta dei Notari.
Il cartellone di ArquatoJazz 2006 è davvero ricco di proposte interessanti, a cominciare dal
progetto dulle musiche di Sting del quintetto di ANGELO CANELLI (lunedì 10 luglio) con
Kelly Joyce alla voce, Gianluca Esposito, Maurizio Rolli e Massimo Manzi. Martedì 11
luglio sarà la volta di un grande trio tutto italiano: i DOCTOR 3, con Danilo Rea, Enzo
Pietropaoli e Fabrizio Sferra; il concerto dei Doctor 3 sarà accompagnata dalla
performance fotografica di Roberto Cifarelli, Pentafotogramma, che presenterà
praticamente in tempo reale le immagini della giornata, delle prove e del concerto del trio.
Direttamente da Umbria Jazz il trombettista ROY HARGROVE porterà sul palco di
Castell'Arquato il suo quintetto mercoledì 12, mentre giovedì 13 uno speciale "incontro di
Jazz" tra GINO PAOLI, ENRICO RAVA, DANILO REA, ROSARIO BONACCORSO e
ROBERTO GATTO. Venerdì 14 luglio, serata interamente dedicata alle jam session degli
allievi e dei docenti dei Seminari. Sabato 15 luglio un altro incredibile trio, quello del
pianista BRAD MEHLDAU, con Larry Grenadier e Jeff Ballard. Il concerto dei gruppi di
musica d'insieme dei Seminari Nazionali di ArquatoJazz avrà luogo domenica 16 sul palco
centrale, mentre lunedì 17 grande evento di chiusura del Festival: MILTON NASCIMENTO
in quintetto, prodotto in collaborazione con "Jazz Network" e Regione Emilia-Romagna; un
evento eccezionale da non perdere assolutamente.
Tutti i concerti si terranno nella bellissima piazza monumentale di Castell'Arquato alle ore
21.30.
Lunedì 10 Luglio – ore 21.30
ANGELO CANELLI QUINTET
Plays the Music of Sting
(feat. Kelly Joyce)
Angelo Canelli – pianoforte
Kelly Joyce – voce
Gianluca Esposito – sax
Maurizio Rolli – contrabbasso
Massimo Manzi – batteria
Un musicista di grande talento, un pianista jazz tutto italiano (da Vasto) che sta facendo
veri passi da gigante; questa è una delle definizioni più appropriate per il nostro Angelo
Canelli, che in pochi anni ha davvero fatto parlare di sé, sia dal podio dei maggiori
concorsi italiani che con i suoi progetti e le sue idee musicali, sempre fresche e ricche di
profonda incisività emotiva.
"Angelo Canelli plays the music of Sting" documenta l'ultimo lavoro discografico del
pianista jazz italiano che ha gia avuto numerosi riconoscimenti in Italia e all'estero.
La musica di Sting, dai brani più conosciuti come "Fragile" o "Moon over Bourbon Street"
alle vecchie composizioni dei Police quali "Walking on the Moon", viene riletta e
riarrangiata in chiave jazz-funky,
Martedì 11 Luglio – ore 21.30
DOCTOR 3
Danilo Rea – pianoforte
Enzo Pietropaoli – contrabbasso
Fabrizio Sferra – batteria
+
PENTAFOTOGRAMMA
Spettacolo multimediale con proiezione di immagini di Roberto Cifarelli scattate al
backstage e durante lo stesso concerto in tempo reale che raccontano la giornata
del gruppo, delle persone e dei luoghi che circondano l'evento.
La formazione, che nasce nel 1997, può contare su una profonda conoscenza reciproca,
umana e musicale, una sorta di "sintonia" che costituisce la caratteristica del gruppo.
Rea e Pietropaoli hanno debuttato insieme nel '75 con il "Trio Di Roma" (con Roberto
Gatto),in seguito hanno condiviso molte esperienze, tra le quali quella con "Lingomania".
Pietropaoli e Sferra hanno maturato la loro intesa con lo "Space Jazz Trio" di Enrico
Pieranunzi, un gruppo che in circa dieci anni di storia ha ottenuto innumerevoli
riconoscimenti. Il loro primo CD, "The Tales Of Doctor 3", ha la peculiarità di affiancare
alla musica dei racconti fantastici che ne descrivono il percorso in forma di viaggio. Questo
CD ha ottenuto il "Premio Arrigo Polillo" indetto dalla rivista specializzata "Musica Jazz"
come "Miglior Disco Italiano" del 1998.
Nell'ottobre del '99 esce il loro secondo lavoro discografico: "The Songs Remain The
Same", che consegue dalla rivista "Musica e Dischi" il riconoscimento di "Miglior Disco"
nella categoria "Jazz". Nel 1999 la classifica del "Top Jazz" della rivista "Musica Jazz",
vede affermarsi Doctor 3 come "Miglior Gruppo Italiano".
Nel gennaio 2001 il trio, all'interno di una "Italian Jazz All Stars", si esibisce alla Town Hall
di New York riscotendo un notevole successo di pubblico e di critica.
Il viaggio di Doctor 3 attraverso la musica non conosce confini. Può sembrare
contraddittorio spaziare da George Gershwin a Sting, da Domenico Modugno a Cole
Porter, dai Beatles a Gilbert Beacaud, da Fabrizio De Andrè ai Red Hot Chili Peppers, da
Eric Clapton a David Holst, e poi Elton John, Giuseppe Verdi e molto, molto di più. Ma
esiste una “ferrea logica di gruppo” che rende tutto naturale, coerente: è l'improvvisazione,
sorretta da un linguaggio assai rigoroso e consolidato in decenni di affiatamento e di
"allenamento alla libertà”.
Mercoledì 12 Luglio – ore 21.30
ROY HARGROVE QUINTET
Roy Hargrove – tromba / flicorno
Justin Robinson - alto sax / flauto
Gerald Clayton – pianoforte
Danton Boller – basso
Taru Alexander – batteria
Roy Hargrove è considerato da molti uno tra I più grandi trombettisti viventi. E’ nato nel
1969 in Texas ed è cresciuto in quelli che si possono definire gli anni d’oro del funk. E’
Wynton Marsalis a scoprirlo appena sedicenne nella jazz band della prestigiosa Booker T.
Washington School for the Visual and Performing Arts high school che Roy frequentava a
Dallas. Nel 1988 Hargrove si iscrive al Berklee College of Music di Boston. Fin dal suo
debutto discografico del 1990, Roy ha condotto musicalmente due vite parallele: una come
instancabile jazzman delle più notturne jam session di New York City e un’altra
sperimentando e approfondendo gli aspetti più funk ed elettronici del jazz nero e “jungle”
contemporaneo, lavorando con famosi Dee Jay. Ha inciso 9 dischi a suo nome e 2 come
co-leader; le sue collaborazioni discografiche e dal vivo sono davvero innumerevoli.
Qualcuno lo definisce “il diretto doscendente di Freddie Hubbart”. Nel ’97 vince un
Grammy con “Habana”. Roy è un musicista contemporaneo a tutto tondo, che riesce a
suonare le emozioni della sua terra, dei suoi anni e dei suoi coetanei, senza dimenticare
mai il Jazz e le sue nere e profonde radici.
Giovedì 13 Luglio – ore 21.30
UN INCONTRO DI JAZZ
Gino Paoli – voce
Enrico Rava – tromba / flicorno
Danilo Rea – pianoforte
Rosario Bonaccorso – contrabbasso
Roberto Gatto – batteria
Gino Paoli, autore di alcune tra le più belle pagine della musica italiana di questo secolo,
tra le quali “Senza Fine” e “Sapore di sale”, si presenta con un progetto di grande
interesse, “Un incontro di jazz”, insieme a quattro tra i più importanti musicisti del jazz
italiano: Enrico Rava, Danilo Rea, Rosario Bonaccorso e Roberto Gatto.
Paoli proporrà per l’occasione una rilettura in chiave jazzistica dei suoi grandi successi.
Non mancheranno “Il cielo in una stanza”, “Sassi”, “Che cosa c’è” e qualche standard della
tradizione jazzistica.
Con questo progetto, Gino Paoli si conferma un autentico protagonista della scena
musicale italiana, sempre capace di rinnovarsi, pur mantenendo le forme e i contenuti
cantautoriali che da sempre lo contraddistinguono, coaudiuvato dall’eleganza di Enrico
Rava, dalla liricità di Danilo Rea, dalla precisione di Rosario Bonaccorso e dall’esuberanza
ritmica di Roberto Gatto.
Venerdì 14 Luglio – ore 21.30
JAM SESSION IN ENOTECA COMUNALE
Sabato 15 Luglio – ore 21.30
BRAD MEHLDAU TRIO
Brad Mehldau – pianoforte
Larry Grenadier – contrabbasso
Jeff Ballard – batteria
“L‘arte del trio”. Con questo apparentemente pretenzioso titolo Brad Mehldau si
presentava una decina d’anni fa riscuotendo vasti consensi, ma anche qualche polemica.
Com’era possibile, dopo Bill Evans, Keith Jarrett e Michel Petrucciani dire ancora qualcosa
di nuovo con la formula del trio piano-basso-batteria? Mehldau, nonostante le riserve
iniziali, sembra aver vinto la scommessa.
Sin dal primo volume “The art of a trio vol. 1”, pubblicato dalla Warner Bros, Mehldau
affianca all’interpretazione di vari standard jazz, dei brani appartenenti al mondo del poprock. Gli autori prediletti sono Nike Drake, i Beatles, i Radiohead.
Ma anziché commettere l’errore di “swingare“ i brani pop (errore spesso commesso da
musicisti jazz in cerca di consenso senza reali urgenze espressive) Mehldau interpreta
con molto rispetto queste composizioni restituendocene la poesia originale ed
aggiungendovi attraverso la sua sensibilità una magica atmosfera evocativa.
Dopo i severi studi classici e l’esordio jazzistico nel quartetto di Joshua Redman, Mehldau
ha creato un universo parallelo dove gli standards, le composizioni originali e le pop songs
contemporanee si prendono per mano per realizzare un nuovo cammino musicale ricco di
emozioni.
Domenica 16 Luglio – ore 21.30
CONCERTO DEGLI ALLIEVI E DEGLI INSEGNANTI
DEI SEMINARI DI ARQUATOJAZZ
Lunedì 17 Luglio – ore 21.30
Grande concerto finale del Festival con
MILTON NASCIMENTO
Evento coprodotto da:
ArquatoJazz, Jazz Network, Piacenza Jazz Club e Regione Emilia Romagna.
Milton Nascimento - voce
Lincoln Continentino – tastiere
Gastão Villeroy – basso
Lincoln Cheib – batteria
Wilson Lopes – chitarre
Grazie alla collaborazione con l’Associazione “Jazz Network” al prezioso contributo
dell’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, la serata finale di
ArquatoJazz 2006 sarà un’evento di grande rilievo: il quintetto del grande e inimitabile
Milton Nascimento; una delle stelle della musica brasiliana. Compositore di grande talento,
sempre pronto a collaborare con grandi artisti (vedi Wayne Shorter) e altri. Milton è una
vera icona del moderno Brasile musicale, in grado di emozionare ed esaltare decine di
migliaia di fans in tutto il mondo. Il suo concerto nella piazza monumentale di
Castell’Arquato sarà un evento indimenticabile.
Milton Nascimento è nato a Rio de Janeiro nel 1942. All'età di 2 anni, il figlio carioca di
un'impiegata domestica cresciuto da genitori adottivi nella città di Tres Pontas, nello stato
di Minas Gerais, si divertiva a suonare il piano di casa. Poco dopo gli offrivano una
fisarmonica e si appropriava di una chitarra destinata ad un parente. In seguito si
trasferiva a Belo Horizonte, la capitale dello Stato, per dividere la giornata tra un impiego
di dattilografo e i bar notturni dove iniziava a suonare il contrabbasso in piena moda del
binomio jazz-bossa nova.
Autodidatta che amava ascoltare musica – e suonare la chitarra – in cucina davanti al
forno a legna ancora caldo, Milton Nascimento inizia la sua educazione musicale
ascoltando molta radio. Più tardi farà anche il DJ solo per programmare le sue musiche
preferite, in particolare il canto intimista di Joao Gilberto e le orchestrazioni
cinematografiche del maestro Henry Mancini. “Ma la gente ascoltava di tutto, molta musica
latina, spagnola, che io associo al clima Mineiro”, dichiara il cantante. Per la mancanza di
insegnamento, è obbligato a supplire la parte armonica con invenzioni sue, più tardi
considerate come innovative da musicisti più esperti.
Compagno di questi primi tempi il pianista e maestro Wagner Tiso, suo amico d'infanzia,
con il quale fa parte di vari gruppi come “Luar de Prata”, sorta di “Platters” di Minas Gerais,
poi diventati W's Boys, altra influenza americana che obbliga Milton a usare lo
pseudonimo Wiler.
Con l'esplosone dell'era dei festival e della generazione di astri post bossa-nova come
Edu Lobo, Caetano Veloso, Gilberto Gil e Elis Regina, si trasferisce a Sao Paulo, la Mecca
delle novità. Nel 1965 partecipa ad un concorso in un festival difendendo una
composizione del genio della chitarra Baden Powell, con parole di Lula Freire, “Cidade
Vazia” e nello stesso anno il gruppo Tempo Trio registra per la prima volta una sua musica
“...E a gente sonhando”. Arrivato al quarto posto nel festival, si sente a disagio per il clima
di competizione esistente. Fa quasi la fame nella grande città, malgrado la star in ascesa
Elis Regina registri l'anno dopo “Canção do Sal” nel suo secondo disco.
La qualità del suo lavoro inizia a circolare nel settore e se ne interessa Agostinho dos
Santos, un cantante di fama internazionale grazie alla registrazione di “Manhã de
Carnaval”, inserita nel film “Orfeu Negro”, del francese Marcel Camus. Agostinho ottiene
una registrazione di tre musiche di Milton che iscrive al Festival Internazionale della
Canzone di Rio de Janeiro nel 1967. Tutte le tre sono classificate e una di loro,
“Travessia” arriva al secondo posto, diventando una sorta di inno dell'epoca. Nello stesso
Festival Milton vince il trofeo di miglior interprete con la sua musica “Morro Velho”.
Inizialmente la carriera di Milton e dei suoi colleghi di Minas Gerais - Wagner Tiso,
Toninho Horta, Beto Guedes, Lô Borges – pilastri di quello che sarà conosciuto come il
“Clube da Esquina” grazie ai due dischi lanciati nel 1972 e 1978 – sembrava confinata in
una sorta di “ghetto del buon gusto”. Dall'inizio acustico con la chitarra, strumento di base
della MPB, lui aggiungerà una sonorità pop/rock con chitarre elettriche e tastiere dal
concerto “Ah!... e o Som Imaginário”.
I capelli inizialmente lisci adesso esplodevano ricci, con decine di trecce… ha causato la
stessa sorpresa di quando Bob Dylan, dal suo folk armonica e chitarra, passava ai suoni
elettrici.
L'artista, etichettato come elitario, si guadagna la massa prima della metà della decade dei
70. Si esibisce nei bar e piccoli teatri, nei campus universitari, negli stadi e nelle piazze. La
sua voce scolpita nel bronzo delle chiese di Minas, inizia ad essere ascoltata da tutti. E
nessuno la poteva fermare, neanche la censura che mutila le parole del disco “Milagre dos
Peixes” (1973), riducendole a grida e sussurri.
Gli inni si succedono nelle bocche delle moltitudini: “San Vicente”, “Maria, Maria”, “Nada
Será como Antes”, “Fé Cega, Faca Amolada”, “Raça”, “Canção da América”, “Nos Bailes
da Vida”, “Encontros e Despedidas”, ecc. la dimensione continentale del Clube da Equina
annunciata dal “Canto Latino” e da “Dos Cruces” incorporerà la fraternità spagnola con
l'argentina Mercedes Sosa (“Volver a los 17”, di Violeta Parra), un adattamento del folclore
cileno per la stessa Violeta con un ultima strofa di Polo Cabrera (“Casamiento de Negros”)
e ancora una canzone di Chico Buarque interpretata con il cubano Pablo Milanés
(“Canción por la Unidad de Latin America”).
E Milton si apre al mondo, con successive escursioni internazionali e concerti in tempi
come il Blue Note, Carnegie Hall, Avery Fischer Hall, Royal Albert Hall, Le Palace, festival
di Montreux, Montreal e il JVC di New York, tra molti altri. Il lato rock ereditato dai Beatles
si riflette in duetti e partecipazioni nei suoi dischi e concerti di artisti come Peter Gabriel,
James Taylor, Paul Simon, Jon Anderson (Yes), Sting e perfino Warren Cuccurulo (Duran
Duran).
Iniziata con il disco “Courage”, con arrangiamenti di Eumir Deodato alla fine degli anni 60.
la carriera americana di Milton Nascimento è sempre stata una questione di incontri.
Con il sassofonista Wayne Shorter ha registrato tanto negli Stati Uniti (“Native Dancer”,
“Milton”), quanto in Brasile (“A Barca dos Amantes”, “Angelus”). Altri jazzisti del calibro di
Herbie Hancock, Hubert Laws, Ron Carter, Pat Metheny, Jack DeJohnette aderiranno al
suono che sarà definito in un festival europeo semplicemente come “Milton”. Vince due
volte il titolo di “World Beat Artist of the Year” della rivista down Beat e arriva primo nella
lista di World Music della rivista “Billboard” con il disco “Txai” (90). Ed è sotto questa
definizione che Milton porta un Grammy in Brasile, nel '98, con l'album “Nascimento”,
ricevendo un Grammy Latino nel 1999 con il disco “Crooner” nella categoria miglior disco
Pop Contemporaneo Brasile e nel 2003 e 2004 rispettivamente nella stessa categoria:
miglior canzone brasiliana con “Tristesse” e “a Festa”.
Lanciato nel 1997, questo disco da origine ad una grande tournée: “Tambores de Minas”
segna l'incontro di due maestri della cultura di Minas Gerais, Milton Nascimento e Gabriel
Villela e unisce – tra altre nuove composizioni di Milton - “Janela para o Mundo” e “Louvaa-Deus” a desi classici della sua carriera come “Caçador de Mim” e “Canção da América”.
Il successo è così grande che lo spettacolo diventa disco. “Tambores de Minas” sarà
registrato da vivo al Teatro João Caetano (RJ), quando, ancora sul palco, Milton riceve
dalle mani del produttore americano Russ Titelman il recente Grammy, durante il '98, il
concerto percorre il Brasile con 80 repliche davanti un totale di 200.000 persone.
Non mancano titoli e trofei. Da “Cittadino Onorario di Minas Gerais” a “Ordine del Rio
Branco” (la più prestigiosa decorazione brasiliana) nel grado di Ufficiale e “Chevalier des
Arts et des Lettres” con pranzo privato all'Eliseo con il presidente francese François
Mitterand.
Con l'album “Crooner”, del 1999, Milton Nascimento rende omaggio al suo proprio passato
di musicista anonimo. Nel repertorio, mischia canzoni che cantava negli anni '50, di
cantanti dell'epoca dei quali era un semplice ammiratore, a musiche più recenti. Da
Frenesi” a “Only You” e di Dolores Duran e Tamba Trio a Nando Reis / Samuel Rosa e
Lulu Santos / Nelson Motta…
I fans rispondono positivamente… “Crooner” vende più di 300.000 copie e la WEA
festeggia con un'edizione speciale di platino. Nel 2000, Milton vince con questo disco il
Grammy Latino del miglior album Pop Contemporaneo.
Subito dopo il lavoro di promozione di “Crooner”, Milton si dedica ad uno dei progetti più
attesi della storia della MPB: un intero disco insieme a Gilberto Gil. Il progetto “Gil &
Milton” nel 2000, diventa una super-produzione discografica dove – oltre a musiche
proprie – il duo rivisita musiche di Dorival Caymmi, Luiz Gonzaga e Ary Barroso, Fito
Paez e George Harrison. La tournée del progetto durerà fino al 2001, percorrendo tutto il
Brasile, l'Europa e l'America Latina.
Nel 2002, Milton si dedica al lancio della sua propria etichetta discografica, “Nascimento”
distribuita allora dalla WEA. Il primo prodotto in negozio sarà l'album doppio “Trilhas de
Ballet”, che contiene brani come “Maria, Maria” e “Último Trem”, specialmente composte
per il gruppo Corpo.
Nel dicembre dello stesso anno, quando festeggia il suo 60mo compleanno e il trentesimo
dal primo disco “Clube da Esquina”, il disco inaugurale della carriera di Milton. “Travessia”,
del 1967 ritorna sul mercato in una edizione lussuosa dell'etichetta Dubas del suo partner
Ronaldo Bastos.
Nel disco “Pietà”, considerato da Milton come il quarto volume del Clube da Equina, il
terzo essendo “Angelus” (1993), ripesca uno scarto di studio, il brano “Cantaloupe Island”,
dove integra voce e chitarra al piano dell'autore, Herbie Hancock e all'altra chitarra di Pat
Metheny.
Con gli arrangiamenti di Eumir Deodato che lo ha lanciato sul mercato americano con
“Courage”, Milton dialoga con le cantanti Marina Machado, Simone Guimaraes e la allora
debuttante figlia della sua madrina artistica Elis Regina, Maria Rita, la quale in un
movimento di eterno ritorno, diventa la sua figlioccia. Non a caso, il CD apre con il brano
“A feminina voz do cantor”, scritto con Fernando Brant, un manifesto del clima del disco e
dei concerti che seguiranno: “Feminino é o dom/ que o leva a entoar/ a canção que sua
alma sente no ar” (“Femminile è il dono/che gli porta a cantare/la canzone che la sua
anima sente nell'aria”)
E l'opera aperta di questo gigante della creazione musicale brasiliana segue il suo corso in
permanente trasformazione…
Un evento di portata nazionale da non perdere assolutamente.