Istituto Italiano di Psicoterapia Relazionale Società Italiana Milton Erickson presentano una CONFERENZA sulla NEUROBIOLOGIA DELL’ESPERIENZA INTERPERSONALE Venerdi 12 Settembre 2008 Ore 9.30‐13.00 Massimo Biondi Direttore Dipartimento di Scienze Psichiatriche e Medicina Psicologica Università di Roma “Sapienza” BIOLOGIA DELLA RELAZIONE E DELLA PSICOTERAPIA Venerdi 12 Settembre 2008 ore 14.30‐17.30 Sabato 13 Settembre 2008 ore 9.30‐13.00 e 14.30‐17.00 Vittorio Gallese Dipartimento di Neuroscienze Università di Parma DAI NEURONI SPECCHIO ALL'EMPATIA: MECCANISMI NEUROFISIOLOGICI DELL’INTERSOGGETTIVITÀ Università S. Tommaso d’Aquino Largo Angelicum, 1 ROMA Per informazioni e iscrizioni: ISTITUTO ITALIANO DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE Via Tagliamento 25 ‐ 00198 Roma Tel. 06.8542130 – Fax 06.8542006 e‐mail: [email protected] web: www.psicoterapiafamiliare.it Massimo Biondi BIOLOGIA DELLA PSICOTERAPIA E DELLA RELAZIONE TERAPEUTICA La psicoterapia e più in generale il processo di comunicazione e relazione terapeutica sono di norma descritti e concepiti soprattutto in chiave psicologica e umanistica. Vi sono tuttavia evidenze crescenti di come vi sia anche una dimensione biologica dell’interazione/relazione, della comunicazione e più in generale proprio della psicoterapia stessa. I recenti dati di visualizzazione cerebrale dimostrano come interventi psicoterapici abbiano correlati ben definiti – sebbene ai primi passi di studio – a livello di circuiti e centri cerebrali. Molti sono rimasti sorpresi e colpiti a riguardo. In realtà questa non è una novità dal punto di vista concettuale, senz’altro lo è dal punto di vista della concreta visualizzazione degli effetti che una psicoterapia ha di fatto sul cervello. Lo stupore di molti è legato ad una visione storicamente dicotomica favorita da modelli teorici – validi ‐ ma che non avevano sviluppato le “parole per dirlo”, ovvero per rappresentare realtà complesse come l’interazione mente‐corpo e mente‐cervello. La terminologia per la rappresentazione dei fenomeni in psicologia, psichiatria, psicoterapia è spesso stata basata su concetti e parole che contrappongono l’organico e lo psichico, il fisico e il mentale, la spiegazione neurochimica e quella psicologica. Vi è una crescente serie di evidenze che rende necessario rivedere questo orientamento e potrebbe suggerire come esista un comune principio organizzatore delle diverse terapie – farmacologiche e psicoterapiche ‐ e una matrice finale comune di esse, sebbene attuate secondo metodi differenti. Secondo questa nuova prospettiva, ho sostenuto in alcune occasioni che la terapia più “biologica” a livello fine neuronale, di plasticità molecolare, di rimodulazione di circuiti e reti neurali, non sia in realtà quella farmacologica bensì la psicoterapia. Vittorio Gallese DAI NEURONI SPECCHIO ALL'EMPATIA: MECCANISMI NEUROFISIOLOGICI DELL’INTERSOGGETTIVITÀ La capacità di comprendere gli altri in quanto agenti intenzionali, lungi dal dipendere esclusivamente da competenze mentalistico‐linguistiche, è fortemente dipendente dalla natura relazionale del comportamento. Secondo questa ipotesi, è possibile conseguire una comprensione esperienziale diretta del comportamento altrui sulla base di un’equivalenza motoria tra ciò che gli altri fanno e ciò che fa l’osservatore. Il sistema dei neuroni specchio è verosimilmente il correlato neurale di questo meccanismo, descrivibile in termini funzionali come “simulazione incarnata”. L’azione tuttavia non esaurisce il ricco bagaglio di esperienze coinvolte nelle relazioni interpersonali. Ogni relazione interpersonale implica infatti la condivisione di una molteplicità di stati quali ad esempio l’esperienza di emozioni e sensazioni. Recenti evidenze empiriche suggeriscono che le stesse strutture nervose coinvolte nell’analisi delle sensazioni ed emozioni esperite in prima persona sono attive anche quando tali emozioni e sensazioni vengono riconosciute negli altri. Un simile meccanismo sembra inoltre essere attivo anche durante l’apprendimento imitativo e la comunicazione linguistica. Sembra quindi che una molteplicità di meccanismi di “rispecchiamento” siano presenti nel nostro cervello. Introdurrò uno strumento concettuale che possa rendere conto della ricchezza e della molteplicità delle esperienze che condividiamo ogni volta che ci mettiamo in relazione con gli altri: la “consonanza intenzionale”. E’ grazie alla consonanza intenzionale che riconosciamo gli altri come nostri simili e siamo in grado di stabilire una comunicazione intersoggettiva ed una comprensione implicita degli stati mentali altrui. L’architettura funzionale della simulazione incarnata, originariamente scoperta con i neuroni specchio nel dominio delle azioni, potrebbe costituire una caratteristica di base del nostro cervello, rendendo così possibili le nostre ricche e diversificate esperienze intersoggettive. Le implicazioni psicopatologiche di questo modello verranno discusse.