Capitolo 2 LASER PROBLEMA DEL CONFINAMENTO Abbiamo visto la duplice natura del confinamento: fotonico ed elettronico, entrambi suddivisi in confinamento verticale ed orizzontale. La doppia eterostruttura garantisce sia il confinamento elettronico di tipo verticale, in quanto essa impedisce la diffusione dei portatori nei cladding, che quello ottico, sempre di tipo verticale, grazie alla differenza degli indici di rifrazione. La classificazione dei laser, che coinvolge problemi di tecnologie e di costi, riguarda il confinamento ottico ed elettronico di tipo orizzontale. I laser vengono suddivisi in: GAIN-GUIDE: non ha nessuna cura nel realizzare confinamento ottico laterale, ma compie sforzi per realizzare quello elettrico tramite differenze di drogaggi. QUASI-INDEX-GUIDE relizza un buon confinamento ottico ed elettronico, il primo grazie alla modulazione dell’indice di rifrazione di guida, e il secondo tramite l’indroduzione del CAP. STRONGLY-INDEX-GUIDED: realizza un ottimo confinamento, sia ottico che elettrico, grazie alla guida sepolta e la CAP. corrente GAIN-GUIDE LASER area attiva Fig. 2 Fig. 1 spreading di corrente CONFINAMENTO OTTICO LATERALE BLANDO La struttura in figura 1 praticamente non presenta alcun tipo di confinamento ottico laterale, Fig. 2 o almeno lo presenta solo blando, dovuto alla debole differenza di indice di rifrazione grazie alle diverse concentrazioni dei portatori. CONFINAMENTO ELETTRONICO ASSENTE Il confinamento elettronico è altrettanto assente in quanto l’area attiva è definita dalla sola geometria dell’iniezione di corrente. Quello che vorremmo evitare sono le perdite laterali della corrente (linee sottili in figura 2) anche se le linee di flusso sono distanziate, ad indicare una debole densità di corrente, ma si tratta comunque di una corrente persa, ai fini dell’area attiva.. TECNICHE DI CONFINAMENTO ELETTRICO: Si tratta di tecniche non particolarmente raffinate: un’impiantazione nel caso della prima soluzione e una diffusione nel caso della seconda, ma che consentono di confinare quanta più corrente possibile all’interno dell’area attiva evitando le perdite laterali. 1° SOLUZIONE Una prima strategia è quella di definire delle zone altoresistive tramite impiantazione che non deve coinvolgere l’area attiva. Si chiama SCHELL OF IMPLANT cioè impiantazione superficiale che tende a rendere intrinseco il semiconduttore intorno all’area attiva. Queste zone tendono quindi a concentrare tutta l’intensità di corrente nell’area attiva, dato che le zone circostanti presentano una maggior resistenza. Fig. 3 2° SOLUZIONE Questa seconda strategia è praticamente la duale della precedente. Presenta un ulteriore strato, che si chiamo CAP. Si tratta di uno strato di semiconduttore quaternario (dato che lo è lo strato attivo) a basso gap drogato di tipo n. D’ora in poi questo strato sarà praticamente sempre presente. E’ necessario che sia a basso gap in quanto in questo modo la giunzione metallo Fig. 4 semiconduttore, che costituisce un diodo schottky, ha una bassa tensione di soglia, a causa della bassa barriera. Per confinare meglio la corrente inoltre, facciamo una diffusione di tipo p+ che interessa tutto il CAP e parte del claddding: è necessario farla p perché vogliamo costruire un canale di collegamento tra il cladding e la metal, e lo droghiamo pesantemente (+) per diminuire il più possibile la resistenza di contatto. La zona n sarebbe il catodo di un diodo e quindi la giunzione p-n risulterebbe polarizzata inversamente, cosa che comporta il confinamento della corrente nell’area attiva eliminandone gli spreading. Una soluzione di questo tipo è migliore della prima, perché oltre ad un peggior confinamento elettrico nella prima soluzione è presente un gran numero di difetti a causa dell’impiantazione ionica.. MISURE DI FAR-FIELD Il Gain-guide resta comunque un oggetto “da battaglia”, in quanto la sua area attiva ha dimensioni rettangolari, per una questione di tecnologie: area attiva 0.4 m lo spessore dell’area attiva può essere fatto piccolo a piacere in quanto formato per epitassia; la dimensione laterale è determinata dalla risoluzione 2 m più litografica della geometria planare. La larghezza della zona che emette è quindi comunque grande dello spessore. Questo comporta una perdita di coerenza spaziale E intensità di campo elettrico 2 1 1 2 Anziché avere uno spot circolare ho un’emissione di tipo ellittica, con la conseguente necessità di rifocalizzare il mio sistema. Questo tipo di radiazione non è dovuto soltanto a motivi geometrici ma se interpretiamo il sistema come una guida dielettrica, vediamo che per una polarizzazione verticale (2) la guida può ammettere un solo modo di propagazione, mentre per una polarizzazione orizzontale (1) il sistema potrebbe ammetterne più d’uno: 1 2 STRONGLY INDEX GUIDED Fig. 5 Questa struttura, molto importante, detta BRS Struttura a Ridge (guida) Sepolta, è caratterizzata dal fatto che il cladding di tipo p e quello di tipo n di toccano, ed hanno in mezzo una struttura costruita di materiale diverso: l’area attiva costituita da un materiale quaternario, completamente affogato nel materiale binario. PROCESSO TECNOLOGICO per realizzare il BRS: E’ necessario crescere per epitassia uno strato quaternario uniforme, realizzare un attacco selettivo anisotropo, in modo da lasciare le pareti dell’area attiva verticali, depositare quindi per epitassia il cladding p in modo riplanarizzante tale da smussare gli angoli. OTTMO CONFINAMENTO OTTICO La differenza strutturale dello strongly index guided è costiruita dal fatto che l’area attiva è concepita come una guida effettiva, non blanda, dato che essendo fatta con un materiale diverso realizza un ottimo confinamento ottico. Il che significa che anche in senso laterale ho una netta differenza tra gli indici di rifrazione. BUON CONFINAMENTO ELETTRICO Potremmo essere portati a pensare che il drogaggio di tipo p+ del CAP comporti una netta perdita di confinamento elettrico e causa dell’allargamento della corrente. Al contrario, questa struttura realizza anche un buon confinamento elettrico, anche se una certa dispersione della corrente è comunque presente. Ma perché il confinamento elettrico è comunque buono? Perché il quaternario dell’area attiva conduce meglio del binario che lo circonda. Se pensiamo di rappresentare la struttura con uno schema elettrico troviamo la seguente situazione: La struttura può essere rappresentata come il parallelo di tre diodi, dei quali quello al centro ha una V minore rispetto agli altri due in quanto è fatto con un materiale a gap minore. In condizioni di bassa iniezione conduce solo il diodo centrale, a causa della sua bassa V, mentre gli altri due hanno una tensione applicata insufficiente ad accenderli. Le correnti di perdita, quindi, intervengono soltanto in condizioni di alta iniezione quando cominciano a condurre gli altri due diodi. Per bassi livelli di iniezione quindi, si riesce a garantire un buon confinamento elettronico, mentre ad alte iniezioni, il confinamento è minore. Fig. 6 Questa struttura, detta MUSHROOM (a causa della sua struttura a fungo) è costituita da uno strato superiore (la cappella del fungo) di n-cladding, al di sotto si trova l’area attiva di quaternario e tutto attorno c’è uno strato di dielettrico. E’ importante sottolineare che a differenza delle altre strutture, l’n-cladding sta sopra! PROCESSO TECNOLOGICO per realizzare il MUSHROOM Si tratta di un processo molto più complicato di quello necessario per realizzare il BRS, e quindi molto più costoso. In pratica infatti viene usato pochissimo, si tratta piuttosto di una struttura da portare in congresso, per mostrare le nostre capacità tecnologiche. Si realizza il cladding di tipo n, binario, poi si cresce il n-clad quaternario dell’area attiva, quindi il cladding di tipo p. A questo punto arrivati ad una situazione del genere in figura 7 p-clad è necessario erodere lo strato dell’area attiva. Questo è possibile solo immergendo la struttura in un attacco acido SUB selettivo che eroda solo il quaternario e non il binario. Fig. 7 Questo agente chimico deve essere in grado di penetrare n-clad anche negli interstizi, consumando il quaternario. Si raggiunge in questo modo la struttura in figura 8. p-clad Il problema è definire per bene la geometria dell’area attiva, in quanto in un processo di attacco umido non si riuscirà mai ad avere, ad esempio delle superfici laterali Fig. 8 SUB perfettamente verticali, anche perché stiamo parlando di un’area attiva della larghezza del m. A questo punto tutta la struttura deve essere posta in un ambiente reattivo che deposita dappertutto il dielettrico. Data la difficoltà di processo la resa tecnologica di questo procedimento è molto bassa, può darsi che si riesca a costruirne correttamente uno su dieci Attenzione alla polarizzazione dato che l’n sta sopra,; questo è dovuto a motivi tecnologici, in quanto “forse” è più facile attaccare con l’acido il Fosfuro di Indio drogato n piuttosto che quello drogato p. CONFINAMENTO ELETTRICO TOTALE Questo è il grosso vantaggio della struttura Mushroom, in quanto realizza un confinamento elettrico ben superiore al BRS, dato che a causa del dielettrico, la corrente non può far altro che passare tutta dalla zona attiva, il che comporta un confinamento elettronico totale. Le applicazioni di questa struttura sono principalmente quelle che riguardano la modulazione analogica. CARATTERISTICHE PORENZA-CORRENTE A parità di fattori elettrici, fattori fisici ed ottici. P Saturazione MSH Po BRS Il Mushroom segue bene la curva ideale lineare dato che in questa struttura tutta la corrente passa dalla zona attiva. Mentre il BRS si discosta dalla linearità, ma satura agli stessi livelli. Il che significa che per alte iniezioni il BRS per ottenere la stessa potenza ottica Po deve sobbarcarsi anche la corrente di perdita I (corrente di “leackage”). I I I La saturazione del materiale è dovuta ad alti livelli di iniezione. Aumentando ulteriormente le corrente, la potenza fornita viene convertita in calore, mentre le potenza ottica non aumenta più. La spesa di tecnologia dovuta al mushroom, quindi non è altro che la ricerca di eliminare questa perdita di linearità, per un range di correnti il più ampio possibile. Per modulazioni digitali è infatti tollerabile questa perdita di linearità, ma così non è per le modulazioni analogiche nelle quali comporterebbe una distorsione del segnale. Il MUSHROOM ed il BRS costituiscono due esempi caratteristici, di strutture fortemente guidate a indice, in cui è esplicito il confinamento ottico laterale. Si tratta infatti di effettive guide dielettriche in quanto un materiale ad alto indice di rifrazione è confinato, anche lateralmente, e non solo superiormente ed inferiormente da un materiale ad indice di rifrazione minore. La struttura a BRS è quella che va per la maggiore, non solo per i laser ma anche per gli amplificatori ottici. Il vantaggio di avere un laser all’interno della guida dielettrica si ripercuote essenzialmente sulla coerenza di tipo spaziale PARENTESI: GUIDA DIELETTRICA La propagazione della luce può avvenire nella guida solo se l’angolo di congruenza critico Ma non tutti gli angoli sono permessi, ne n1 esiste un lotto discreto: è sempre permesso = 0 e via dicendo… Ad ogni valore di corrisponde un modo di n2 propagazione. Innescando un certo numero di fotoni all’inizio della fibra essi la attraverseranno con modi di propagazione diversi (possiamo immaginarli su dei tapis-roulants) e con conseguenti velocità diverse, dovute soprattutto alla diversità del cammino percorso. Della velocità del fotone mi interessa solo la proiezione lungo l’asse longitudinale, che schematizzo come velocità intrinseca del modo di propagazione. Supponiamo che il fotone sia rappresentato con l’onda: A0 cos(t-kx) Dove k è il fattore di propagazione spaziale k= 2/= 2n/c= k0n Ogni modo ha il suo vettore d’onda. n2 Supponiamo che quello al centro viaggi alla velocità della luce (ma come vedremo così non è): il modo fondamentale avrà vettore d’onda: k1=n1k0 il modo superiore associato a i : kin1k0 (1) Poniamo ki= ngk0 n1k0 Dobbiamo fare un passaggio mentale che prevede di immaginare che la luce che viaggia in un certo modo superiore associato all’angolo i si propaghi in un altro mezzo, fittizio, con indice di rifrazione ng detto indice di rifrazione di guida (ce n’è uno per ogni i, e non esiste veramente, è solo una posizione ingegneristica). Sappiamo che un modo di propagazione superiore può istaurarsi in una guida solo se la frequenza di lavoro è al di sopra della frequenza di taglio del modo, quindi se riusciamo a fare sì che la frequenza di taglio del primo modo superiore sia mantenuta al di sopra della nostra frequenza di lavoro, essa impedisce la propagazione del primo modo ed a maggior ragione di tutti gli altri. Così si riesce a realizzare una guida monomodale. Ma da cosa dipende la frequenza di taglio dei modi superiori? Dipende dalle stesse cose da cui dipendeva il fattore di confinamento: dalle dimensioni geometriche della guida e dalla differenza tra gli indici di rifrazione dei due mezzi. Per realizzare guide monomodali è necessario fare delle guide strette, così i fotoni devono incanalarsi in un unico modo di propagazione. Quanto detto vale anche per i laser, in modo tale che i fotoni che nascono diano luogo, all’uscita, un solo lobo centrale, e non due. Supponiamo quindi di aver realizzato un laser che ha all’interno una guida modomodale, in cui è ammesso il solo modo di propagazione fondamentale. Le relazioni (1) valgono ancora perché il fattore di propagazione assiale di questo modo non coincide con n1k0 perché non siamo in uno spazio libero, con coefficiente di rifrazione n1,ma siamo in una guida limitata. La potenza elettromagnetica coinvolge, come abbiamo detto a suo tempo a proposito del fattore di confinamento, sia il core che i cladding, quindi il modo di propagazione assiale, in funzione sia della larghezza della guida che della differenza degli indici di rifrazione, possiede un indice di rifrazione di guida intermedio, minore di quello che si avrebbe nello spazio libero. Di fatto, posso variare l’indice di rifrazione di guida ng del modo fondamentale, unico che si può instaurare, variando lo spessore della guida o la differenza tra n1 ed n2 , senza dover cambiare effettivamente materiale. In questo modo quindi riesco ad esaltare la differenza tra gli indici di rifrazione n g 1 ed n g 2 di guida (non quelli effettivi, che mi permettono di far finta che la luce si stia propagando il un mezzo illimitato, ma di fatto sono minori di quelli effettivi). A questo punto abbiamo le basi per comprendere la strategia della situazione intermedia. QUASI-INDEX-GUIDE Il quasi sta ad indicare che, in termini di confinamento ottico laterale, non c’è un materiale diverso per realizzarlo, come abbiamo visto nelle due strutture dello STRONGLY INDEX GUIDED, ma non si lascia nemmeno che il confinamento ottico laterale sia blando come nel GAIN GUIDED, dovuto solo alla debole differenza di indice di rifrazione a causa della differenza di concentrazione dei portatori. x Fig. 9 La struttura più semplice da realizzare è il RIB (fossato”forse) in figura 9, nel quale modulando lo spessore del core, facciamo in modo che lo spessore dell’area attiva sia maggiore del resto del core. In questo modo, per quanto sopra detto, nel verso longitudinale (in figura la direzione x) abbiamo ottenuto una modulazione dell’indice di rifrazione di guida (vedi fig 10) PROCESSO TECNOLOGICO per realizzare il RIB Una volta deposto per epitassia l’ n cladding tramite litografia vi si ricava in esso un fossato. Tramite poi una crescita epitassiale perfettamente ripianante ottengo un core più spesso al centro e più sottile ai lati.. Nota: è importante che la crescita sia perfettamente ripianante, altrimenti non funziona più nulla. p-cl Fig.10 area attiva BUON CONFINAMENTO OTTICO n-cl In questo modo, grazie alla differenza di indice di rifrazione si riesce a realizzare un buon confinamento ottico, sempre meglio del Gain guided, ma non perfetto come nello Strongly index guided. x ng ng1 ng1 ng2 x Completamente diverse sono le struttura a RIDGE. Vediamo prima il RIDGE RWL. z x y Fig. 11 Sia cladding n e p che l’area attiva sono fatti con il quaternario InGaAsP, rispettivamente di =1.1m (quindi gap=1.13eV) e =1.3m (quindi gap=0.95eV) il che significa che questa struttura è adatta a lavorare in seconda finestra. Il buffer e il substrato sono di binario InP. CONFINAMENTO OTTICO Qui il cladding di tipo p, lo strato attivo e il cladding di tipo n sono molto sottili, e quindi praticamente attaccati alla superficie. Osserviamo in figura 12 l’andamento degli indici di rifrazione effettivi dei materiali lungo le due diverse direzioni: x e y: n Dielettrico Fig. 12 n pclad area nattiva clad buffer x buffer p pclad area nattiva clad buffer n y Ai lati dell’area attiva, quindi lungo la direzione x, il materiale che c’è prima dello 0, ovvero subito prima del p-cladding è dielettrico, quindi con un indice di rifrazione infimo. Dato che l’area attiva si ritrova alle spalle un indice di rifrazione tanto basso, l’indice di rifrazione di guida, in questa zona, sarà basso. Nella parte centrale, quindi lungo la direzione y, invece, si ha una ricrescita molto spessa, che serve anche da incanalamento della corrente, di binario InP drogato p; qui l’andamento dell’indice di rifrazione effettivo diventa simmetrico. Di fatto cambiando la differenza di indice di rifrazione abbiamo cambiato il modo guidante, ovvero l’indice di rifrazione di guida che qui al centro risulta essere maggiore. La strategia di confinamento ottico qui, non è quella di ng cambiare la geometria della struttura, ma cambiare soltanto Fig. 13 l’indice di rifrazione di guida, agendo sulla differenza dei gap invece che sullo spessore della guida stessa. La situazione in termini di indice di rifrazione di guida che ritroviamo lungo l’asse z riportato in figura 11 è quello di figura 13. CONFINAMENTO ELETTRICO Da notare che le strutture a RIDGE realizzano anche un ottimo z confinamento elettrico in quanto tutta la corrente viene ad essere convogliata a passare nel CAP. La funzione del CAP, immancabilmente presente, è tutta di tipo ohmico, e non è solamente quella di diminuire la resistenza di contatto (diodo schottky), ma anche quella di migliorare il contatto ohmico sul fosfuro di indio. Infatti la deposizione della metal su InP drogato p comporta dei buoni contatti ohmici in certi punti, ma peggiori in altri; questo comporterebbe una densità di corrente completamente sbilanciata sulla superficie. La funzione del CAP p+, tanto fortemente drogato da essere equiparato ad un metallo, contribuisce ad uniformare la caduta di potenziale, e quindi lo spreading di corrente al di sopra dell’area attiva, in modo tale che la densità di corrente risulta uniformemente distribuita in essa. La struttura a RIDGE OVERGROWN di figura 14 è praticamente identica alla precedente ma presenta difficoltà tecnologiche maggiori. Fig. 14