Diversi casi di epatite A sono stati recentemente riportati in bambini

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Malattie prevalenti sul territorio
Diversi casi di epatite A sono stati recentemente riportati in bambini e adulti legati alle
adozioni di bambini provenienti dall'Etiopia. Pertanto coloro che si apprestano ad adottare
un bambino etiope dovrebbero testare la propria immunità nei riguardi delle varie epatiti
virali (A,B e C). Tutti i viaggiatori in Etiopia dovrebbero essere vaccinati contro l'epatite A
data l'alta prevalenza della malattia nella popolazione
https://www.premierinc.com/safety/public-health/downloads/cdc-advisory-hepatitis-a-adoptees-0719-07.pdf.
Per l’epatite B, che ha un'alta prevalenza nella popolazione, è buona norma praticare la
vaccinazione nei confronti di questa infezione o verificare il proprio eventuale stato
immunitario, per proteggersi in caso di eventuale esposizione a situazioni in cui si rendono
necessarie cure mediche o piccoli interventi in loco http://wrap.warwick.ac.uk/775/.
L'epatite C ha una certa rappresentazione nella popolazione locale, dell'ordine del 2-3%
sulla popolazione totale. In assenza di una possibile vaccinazione è consigliabile la
massima prudenza, analogamente a quanto detto a proposito dell'epatite B, in occasione
di cure mediche o piccoli interventi, per far rispettare le condizioni di sterilità.
http://www.leprosy-information.org/resource/survey-antibodies-hepatitis-c-virus-ethiopia
La prevalenza dell'epatite E è elevata in tutta la popolazione ed è favorita dai movimenti
di popolazioni determianti dai conflitti ormai cronicizzatisi nell'area, nei vicini Sudan e
Somalia, dove recentemente sono scoppiati numerosi focolai con vittime. Grande
attenzione deve essere riposta nel rispettare i comportamenti idonei ad evitare infezioni a
trasmissione oro-fecale http://whqlibdoc.who.int/hq/2010/WHO_IVB_10.14_eng.pdf.
http://www.unhcr.org/509cedcd9.html
In Etiopia la febbre tifoide è ancora un problema comune e l'ampio uso di farmaci di
prima linea ha portato allo sviluppo di multipla resistenza al farmaco. I dati sulla
percentuale di pazienti infettati da diversi sierotipi di Salmonella suggeriscono che i
sierotipi di Salmonella non-typhi sono in aumento. I dati pubblicati suggeriscono che la
febbre tifoide è un problema di sanità pubblica in Etiopia. Pertanto il consiglio pratico è
quello di praticare la vaccinazione con vaccino specifico orale
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19745522.
Epidemie di colera si verificano regolarmente in Etiopia. La più recente è stata riportata
nel mese di ottobre 2011 dal comune di Qabridahare in Kebri Dahar, nello Stato regionale
Somalo http://www.ogaden.com/hornnews/ogaden/1316-cholera-outbreak-reported-in-
qabridahare.html . Una epidemia di colera nel mese di agosto 2009 ha causato migliaia di
casi e ha coinvolto molte parti del paese, fra cui Addis Abeba
http://gadaa.com/oduu/768/2009/09/01/voa-thousands-felled-by-diarrhea-outbreak-in-ethiopiancapital/. I principali sintomi di colera sono profusa diarrea acquosa e vomito, che nei casi
più gravi può portare a disidratazione e alla morte. La maggior parte dei focolai sono legati
all'acqua potabile contaminata, in genere in situazioni di povertà, sovraffollamento e
scarsa igiene. La maggior parte dei viaggiatori sono a rischio relativamente basso di
infezione. Il vaccino contro il colera è disponibile ed è consigliato. Tutti i viaggiatori
dovrebbero comunque osservare attentamente le precauzioni per l’assunzione di cibo e
acqua, come indicato di seguito.
La polio è virtualmente assente dall'Etiopia. La vicinanza con il Sudan, Paese in cui non è
stata ancora debellata, e a causa della possibilità di sconfinamenti di popolazione
dovrebbero consigliare al viaggiatore la pratica di un richiamo vaccinico.
La leishmaniosi viscerale è largamente rappresentata nel Paese, con circa duemila casi
l'anno. È tipica delle zone più basse ed aride, pianeggianti. La Leishmaniosi viscerale è
trasmessa attraverso la puntura di flebotomi infetti femminili. La malattia è caratterizzata
da febbre, perdita di peso, anemia e ingrossamento del fegato e della milza che si
possono verificare nel corso di mesi o anni, ad esito spesso letale. L'infezione può essere
particolarmente grave in quelli con malattia da HIV, stimati ammontare a più di un milione
nel Paese. Negli ultimi anni, un aumento del numero di casi è stato segnalato da sud-est
dell'Etiopia. Per evitare le punture di flebotomi, seguire le stesse precauzioni previste per
le punture di zanzara. Mentre per la forma viscerale possiamo pensare che ci sia una
stima inferiore alla realtà per difetto, per la forma cutanea della leishmania i dati non
sono proprio disponibili e la stima va da 20.000 a 50.000 casi l'anno.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21439603
http://www.who.int/leishmaniasis/resources/Leishmaniasis_hiv_coinfection5.pdf
http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0035671
Focolai di malattia meningococcica si verificano di frequente in Etiopia. Le regioni più
frequentemente colpite sono quelle della parte occidentale
http://www.afro.who.int/en/clusters-a-programmes/dpc/epidemic-a-pandemic-alert-andresponse/outbreak-news/3581-ethiopia-suspected-meningitis-outbreak-situation-as-of-08-march2012-.html. Pertanto la vaccinazione antimeningococcica si impone nel viaggiatore diretto
in Etiopia.
La lebbra è ancora una malattia ad alta prevalenza nel Paese. Ci sono vari distretti nei
quali la prevalenza della lebbra è ben al di sopra sopra del cut-off di 1 caso per 10.000
abitanti. Il tasso di trasmissione nei bambini al di sotto di 15 anni di età è circa del 6%. Sul
totale dei casi di lebbra registrati in Etiopia nel 2002, il 46% si è verificato in Oromia, la più
grande regione amministrativa del paese, seguita dalla regione di Amhara con il 31,5% del
totale dei nuovi casi http://www.geospatialhealth.unina.it/fulltext.php?ida=12
http://www.biomedsearch.com/article/Leprosys-global-statistics-still-room/188159803.html. Il
rischio per il viaggiatore comunque tende allo zero.
Antrace è un rischio legato alla presenza di allevamenti di bestiame ed è stato segnalato
dalla regione di Afar in Etiopia nel luglio 2000
http://www.who.int/csr/don/2000_07_20/en/index.html. Nel luglio 2002, si è verificato un
focolaio di minore entità nella regione di Oromiya nella parte orientale del paese
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15861891. La maggior parte dei viaggiatori sono da
considerare a basso rischio. Conviene comunque astenersi dal toccare pellami o altri
materiali derivanti dalla lavorazione di carcasse di animali, esposizione possibile in coloro
che vanno per lavoro in zone rurali, è similmente ipotizzabile di proteggersi
adeguatamente, in caso di profilassi post esposizione, equipaggiandosi con ciprofloxacina.
La schistosomiasi può essere acquisita da esposizione alle cercarie, stadio infettivo del
parassita a vita libera, degli Schistosomi in acqua dolce, bagnandosi, camminando a piedi
nudi in acque poco profonde, nuotando o compiendo attività lavorative: semina, lavaggio
panni, ecc.. Nel 1981 e nel 1982, la schistosomiasi acuta, la cosiddetta “febbre di
katayama”, si è sviluppata fra i viaggiatori che avevano effettuato escursioni su natanti a
remi lungo il fiume Omo. L'uso di asciugamani dopo l'esposizione ad acque contaminate,
sembra diminuire il rischio di infezione. L'85% dei casi mondiali di schistosomiasi si trova
in 41 paesi di Africa. In Etiopia ed in Eritrea la popolazione che vive a rischio di infezione
da Schistosoma mansoni (S. mansoni) è stata stimata di 19 milioni di persone. Le
sieroprevalenza dell'infezione sostenuta da mansoni è del 20-50 % della popolazione
infantile, mentre quella da haematobium è generalmente più bassa, circa 20%
http://www.scielosp.org/scielo.php?pid=S0042-96862002000300010&script=sci_arttext
http://www.hindawi.com/isrn/id/2013/636103/ http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15996460.
Febbre dengue, si tratta di una malattia simil-influenzale a volte complicata, in caso di
infezioni ripetute con sierotipi diversi, fatto che generalmente si verifica nelle popolazioni
locali, da emorragie sistemiche. La malattia causata da un virus è trasmessa da zanzare
Aedes, che pungono soprattutto di giorno, favorite da aree densamente popolate, anche
se originariamente queste zanzare erano più rustiche ed abitavano esclusivamente
ambienti rurali. Nessun vaccino è disponibile in questo momento. Sono essenziali le
misure di protezione contro gli insetti, è consigliato l’uso di repellenti e di indumenti
coprenti
http://www.hiiraan.com/news4/2013/Jan/27778/world_health_organisation_issues_alert_over_den
gue.aspx.
la malaria è presente su tutto il territorio dell’Etiopia, sono relativamente indenni dal
pericolo di contagio solo le aree al disopra dei 2500-2.700 mt. di altitudine. Vengono
stimati 556 casi per 100.000 abitanti all’anno. Circa i due terzi della popolazione vivono
comunque in aree a rischio di trasmissione della malaria. Questa situazione di apparente
tranquillità però è sottoposta a radicali mutamenti in brevi archi di tempo. Anche se il
rischio complessivo infatti risulta basso, si risvegliano con una cadenza di sette-otto anni
di intervallo dei focolai epidemici che tendono a diffondersi rapidamente, favoriti da
spostamenti di popolazioni da zone a tasso di trasmissione più alto e/o da andamenti
stagionali di maggiore entità piovosa. Poiché la configurazione della trasmissione della
malattia è di tipo classicamente instabile, l'immunità nella popolazione è bassa, in modo
che tutti gli individui sono a rischio di malattia grave, non solo le donne incinte e i bambini
sotto i cinque anni. Sebbene la maggior parte delle infezioni da malaria sono dovute al
parassita della malaria Plasmodium falciparum, una seconda specie, P. vivax, si trova nel
40 percento dei casi. Alla luce di questi fattori, la sorveglianza dei casi e la gestione delle
informazioni sono fondamentali per il paese. Pertanto il consiglio del MET è di praticare la
chemioprofilassi con doxiciclina, bassado, una compressa da 100 mg al giorno per tutta la
durata del soggiorno e fino ad una settimana dal ritorno in Patria. E di mettere in pratica le
misure di protezione individuale basate sull’uso di sostanze repellenti e indumenti coprenti
http://www.fightingmalaria.gov/countries/profiles/ethiopia_profile.pdf.
HIV (virus dell'immunodeficienza umana) è largamente presente nel Paese, vengono
infatti riportati 759.268 sieropositivi con 296.491 maschi e 462.777 femmine, con una
prevalenza totale dell’1,5% (1% maschi e 1,9% femmine), l’incidenza annua fra gli adulti è
dello 0,03%. ma i viaggiatori non sono a rischio a meno che non abbiano rapporti sessuali
non protetti o ricevano iniezioni o trasfusioni di sangue.
http://www.etharc.org/resources/healthstat/hivaids-estimates-and-projections-in-ethiopia-20112016
la “malattia da altitudine”, chiamata anche “mal di montagna” colpisce le persone che
salgono a quote superiori ai 2.500 mt sul livello del mare. In Etiopia l’altopiano spesso si
trova sopra questo livello, compresa la Capitale, Addis Abeba. In questo caso si consiglia
l’uso di acetazolamide, diamox, un diuretico, alla dose di 125-250 mg, fino a due volte al
giorno. Si comincia in genere 24 ore prima di salire e poi si prosegue fino a 48 ore dopo
aver raggiunto l’altezza voluta. Se si è allergici alla predetta sostanza, l’acetazolamide è
pur sempre un solfone, che non deve essere somministrato alle donne in gravidanza, si
può assumere desametazone, 4 mg 3-4 volte al giorno.
La tripanosomiasi Africana è endemica in larghe zone del Paese e si calcola che
almeno 100.000 persone siano esposte al rischio di contrarla. Al momento pare che la
trasmissione abbia subito un arresto. http://www.ehnri.gov.et/publication-documentation/research-and-abstract?view=publication&task=show&id=357
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15189461
http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs259/en/ . Per il turista la prevenzione in situazioni
di esposizione a rischio, ad esempio nel corso di battute di caccia, può consistere nell’uso
di sostanze repellenti e nell’indossare indumenti largamente coprenti.
L'Etiopia è uno dei primi sedici paesi del mondo, e uno dei primi tre in Africa, per quanto
riguarda il numero di pazienti affetti da tubercolosi (TB). Più di un terzo della popolazione
è stata esposta a TB. Il rischio annuale di infezione TB (ARTI) è al 2,2%. Si stima che
circa 377.030 etiopi (0,62% della popolazione) abbiano una TB attiva di tutti i tipi clinici,
con più di 120.000 nuovi casi nell'ultimo anno controllato (2003/04), di cui un terzo con
striscio positivo. Quasi un terzo di tutti i casi di tubercolosi sono fatali, determinando il
decesso di più di 42.000 persone in Etiopia per anno. La prevenzione per il viaggiatore si
basa sull'evitare di permanere per lunghi periodi di tempo in ambienti chiusi a contatto con
moltitudini di locali o soggiornare per molti giorni presso nuclei familiari in evidenti
condizioni di carenze igienico-sanitarie.
http://cnhde.ei.columbia.edu/programs/tuberculosis.html
http://www.plusnews.org/IndepthMain.aspx?InDepthID=90&ReportID=92271
mappa di distribuzione malaria in Etiopia 2010
(scheda aggiornata al 18 aprile 2013)
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