::: PROMORAMA ::: PRESS :::
BAND: ILIKETRAINS
TITLE: PROGRESS, REFORM
LABEL: TALITRES
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LIVEROCK
http://www.liverock.it/tuttarec.php?chiave=698&chiave2=ILiKETRAiNS
Gli ILiKETRAiNS hanno alle spalle una storia breve, ma pittoresca: I cinque membri della band, infatti, pare
si siano incontrati nel 2003 alla stazione di Leeds e, accomunati da una comune passione per i treni, hanno
deciso di mettere insieme una band. Dal vivo, per di più, i nostri amano suonare vestiti con le uniformi delle
ferrovie inglesi. Curiosi, quantomeno, vero? Per di più, per quanto gli ILiKETRAiNS siano giovani ed inglesi,
hanno persino deciso di non accodarsi al calderone spillettato di Arctic Monkeys e compagnia, preferendo
ben altre tinte per la loro musica. Gli spunti, infatti, sono molteplici e raggruppano sonorità piuttosto distanti.
La voce di David Martin, innanzitutto, sorta di crooner dalla voce profonda e noir, un Nick Cave un po’ meno
passionale e più solenne, risulta almeno inconsueta in un contesto come questo. Questa particolarità rende
interessante l’accostamento tra voce e musica, fatta –quest’ultima- di chitarre taglienti alla Explosions In The
Sky ed atmosfere piovose dalle tinte, se volete, un po’ barocche. Il disco ci convince e, nonostante qualche
brano non eccessivamente a fuoco, riesce a far segnalare gli ILiKETRAiNS nel suo settore –quello post-rock,
dove è sempre più difficile trovare nuovi spunti- grazie alle sue caratteristiche inconsuete. Buon esordio.
KALPORZ
http://www.kalporz.com/recensioni/progressreform-iliketrains.htm
Gli inglesi sono dei megalomani pieni di sè. Si sapeva. Che adesso però ci vogliano propinare a tutti i costi
musica del genere come solo e unico sottofondo a un viaggio in treno è troppo. Come se li avessero solo
loro, i cazzutissimi convogli che viaggiano sui binari. Ora arrivano questi e sono già un gruppo di culto.
Supportati da un passaparola via internet, un paio di singoli presto esauriti ed esibizioni dal vivo che
ricalcano le orme dei ben più coerenti British Sea Power, la formazione di Leeds arriva all’esordio in long
playing. E che risultati! Una voce che sa di Editors in maniera inequivocabile, musica che “spazia” da un post
rock lento e opprimente al recente revival di wave. Quello che sarebbe stato il primo disco degli Interpol se
tutti i pezzi fossero stati sullo stile di “Untitled 1”. Pronti, si parte. Ed è subito noia.
Diciamolo: questo disco piacerà a chi continua a farsi ingannare da gruppi che hanno ascoltato e abusato di
Joy Division, Chameleons e compagnia bella. Può cambiare la forma, difficilmente la sostanza. Editori e
compagnia bella insegnano. Poco importa che questi adoratori di treni vadano sul palco in uniforme da
vecchi ferrovieri (da qui la precedente menzione Sea Power): dove sta la corrispondenza con la musica? Se
dovessi credere agli iLiKETRAiNS, ogni mio viaggio in treno sarebbe lo strazio più totale. Il canto è un eterno
lamento, tanto per provare a parlare di musica. Altri diranno invece che è toccante e profondo da groppo in
gola. Scegliete voi da che parte stare. Io, la prossima volta che salirò su una carrozza, mi accerterò di non
aver dietro questi nuovi paladini del nulla. A questo punto, meglio spararsi un Travelgum.
SENTIREASCOLTARE
http://www.sentireascoltare.com/CriticaMusicale/Recensioni/2006/recensioni/iLIKETRAINS.htm
Nomen omen: pare che questi cinque ragazzi di Leeds amino esibirsi nelle uniformi delle British Railways,
mentre dietro di essi un proiettore vintage manda immagini di treni, stazioni, tempeste di neve e partite di
scacchi. Un immaginario da antiquariato di primi Novecento, che si riflette anche nelle liriche del frontman
David Martin, intento a raccontare in Terra Nova le avventure del capitano Scott al circolo polare artico nel
1912, o in A Rook House For Bobby la storia dello scacchista Bobby Fischer, o ancora in No Military Parade la
vicenda dell’esploratore norvegese Hjalmar Johansson, o infine in The Beeching Report dei pro e i contro del
progresso; non è un caso se c’è chi parla già di library rock…
Aneddotica a parte, nella sostanza questo mini di presentazione degli iLIKETRAINS, opportunamente
intitolato Progress, Reform e licenziato dalla Fierce Panda (giova ricordarlo, la stessa che lanciò Coldplay e
Keane), è un monolitico - e per lo più godibile - concentrato di atmosfere romantiche e scheletriche in puro
stile revival 4ad, con una voce che rievoca la drammaticità di Richard Butler e Peter Murphy (o è Paul
Banks?), densi crescendo wave-shoegaze e incursioni nel dream pop dei Sigur Ròs, con tanto di inserti di
quartetto d’archi. Come dire: emul sì, ma con tanto stile.
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MUSICAROMA
http://www.musicaroma.it/nerds/articolone.asp?ID=5880
Gli iLiKETRAiNS vengono da Leeds, Inghilterra. Il loro mini album (appena trentadue minuti di durata)
"Progress Reform" rappresenta una delle migliori produzioni in campo musicale di questo 2006. Non ci sono
dubbi sul fatto che questi ragazzi ci sappiano fare. Amanti dei treni, la loro musica è paragonabile alla quiete
che precede una tempesta. Nasce scarna, poche note, poi cresce, si gonfia, fino ad esplodere, ad infarngersi
contro la scogliera delle membrane timpaniche dell'ascoltatore, per poi finire ritirandosi, fino a sfumare. La
voce cupa di David Martin ben s'intesse con le trame musicali composte dai cinque inglesi per raccontare
storie di eventi dannati e delittuosi. "Terra Nova" è la storia che apre il disco. Una storia che risale al 1912,
ai tempi in cui si facevano spedizioni per esplorare gli angoli più remoti del pianeta terra. E' la storia della
spedizione di Sir Robert Falcon Scott, salpato da Londra con la Terra Nova, la sua imbarcazione, il primo
giugno 1910, con destinazione Polo Sud. Voleva anticipare il suo collega/rivale norvegese Roald Amunsen,
ma venne battuto sul tempo da quest'ultimo, e dovette arrendersi alla violenza della natura quando, nel
1912, il capitano Scott e i suoi compagni, morirono assiderati. In "A Rook House For Bobby" viene narrata la
vicenda di Bobby Fischer, misterioso campione del mondo di scacchi che ebbe non pochi problemi con il
governo americano, e di cui oggi si è praticamente persa ogni traccia. Il disco si chiude con la bellissima
"The Beeching Report", atto d'accusa dedicato al Dr. Beeching, responsabile durante gli anni 60 di
un'enorme riforma del sistema ferroviario inglese, che costò il posto di lavoro a quasi settantamila persone.
Sembra di sentrile, le vittime del Dr. Beeching, quando verso la fine della canzone si alza il coro Reform,
Reform/You are taking apart what we made with our hands and our hearts. "Progress Reform" è un disco
assolutamente imperdibile, perfettamente costruito da un gruppo che, speriamo, farà ancora molta strada.
Ancheamepiaccionoitreni.
LOSING TODAY ONLINE
http://www.losingtoday.com/it/reviews.php?review_id=3267
Doveva ancora colpirci un suono che sapesse unire le esplosioni chitarristiche dei Mogwai e dei Sigur Ros
con le melodie new wave di Interpol e Editors. Ora possiamo finalmente riempirci le orecchie e lo stomaco
con tanta potenza sonora grazie al CD d'esordio degli inglesi iLIKETRAiNS: poco più di mezz'ora di musica
divisa in sette canzoni ricche di uncini melodici e deflagrazioni soniche che lasciano senza respiro. Si parte
con “Terra Nova” ed è subito un intrecciarsi di chitarre che glissano lacrime sotto la potente voce di Dave
Martin. “No Milatary Parade” parte leggera come le nenie cantate dai Sigur Ros e poi come quelle cresce in
arpeggi circolari accumulando energia fino ad esplodere sotto i colpi di una poderosa batteria in un
arcobaleno di colori abbaglianti. In questo senso, l'apice del disco è raggiunto dagli otto minuti di “Stainless
Steel”, una cavalcata epica che si tinge di tinte gotiche grazie ai profondissimi toni di Martin. iLiKETRAiNS
sono tra le più gradite sorprese di questo 2006.
VELVET GOLDMINE
http://velvetgoldmine.iobloggo.com/
Cinque ragazzi con la fissazione per i treni, si sono conosciuti nel 2003 alla stazione di Leeds, hanno deciso
di esternare la loro passione e la loro voglia di suonare (vestiti con le uniformi delle ferrovie inglesi).
Ascoltare "Progress, Reform" è un po' come guardare fuori dal finestrino, durante il viaggio, mentre la testa
inizia a vagare tra i ricordi e le persone a te più care; al leader David Martin vengono in mente storie di
esploratori (il grande space rock di "Terra Nova") o di campioni di scacchi (come Bobby Fisher in "A Rook
House for Bobby").
Testi intensi, e c'è chi parla già di miracolo, e musiche in crescendo con esplosioni cristallinee di piatti e di
chitarre; sembrano un incontro tra Explosion in the Sky, Mogwai e Sigur Ros, convincono senza stancare.
Non griderò al miracolo, non è questo il disco giusto, ma tutti noi abbiamo bisogno di queste canzoni,
almeno una volta all'anno come antidoto a qualcosa; chi ha orecchie per intendere, intenda.
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IL POPOLO DEL BLUES
http://www.ilpopolodelblues.com/rev/agosto06/anteprima/iLIKETRAiNS.html
Si sono incontrati alla stazione di Leeds nel 2003 I musicisti di questa indie rock band inglese, che sta
conquistando il pubblico underground tenendo concerti vestiti con la divisa delle ferrovie inglesi. Il loro
secondo singolo, “A Rook House for Bobby”, dedicato al campione di scacchi Bobby Fisher, ha venduto tutte
le sue 500 copie in due giorni. Progress-reform è un album di rock dai toni scuri e gotici, introverso e
introspettivo, carico di buoni spunti creativi. Dopo l’apertura dai toni saturi di Terra Nova si viene trasportati
nell’atmosfera sussurrata di No Military Parade, che ricorda Lambchop, Low, qualcosa del John Cale solista.
Sono i momenti estremi quelli migliori di questo album. Da una parte abbiamo le canzoni quasi parlate,
circondate da un alone da murder ballads alla Nick Cave come quella appena citata o come la bella e
conclusiva Beeching Report. Dall’altra psichedeliche, ruggenti e aggressive digressioni strumentali come
quelle del brano Stainless Steel. Nel mezzo un indie rock un po’ legato ai canoni classici del genere e a volte
un po’ uguale a se stesso, che rende l’album nel suo complesso, ascoltandolo dall’inizio alla fine, forse più
pesante dei buoni spunti presi singolarmente. Siamo però sempre nella dimensione di un buon disco, e di un
gruppo al suo debutto che dimostra idee chiare e forte personalità.
KDCOBAIN
http://www.kdcobain.it/pagine/recensioni/iliketrains.htm
Se si ascoltassero le atmosfere glaciali di questa formazione senza sapere la loro provenienza, diremmo
subito che sono sicuramente islandesi. Ma come succede spesso nella musica, i suoni non corrispondono al
luogo che viene più naturale associare. Gli Iliketrains sono infatti di Leeds e le loro sonorità si avvicinano a
quelle dei Sigur Ròs, evidenziando una passione per uno stile altamente evocativo come questo.
Per chi non li conoscesse, questi musicisti sono già una sorta di band di culto in Inghilterra e non solo, grazie
anche alle ottime recensioni di NME e Drowned In Sound che hanno decretato il loro precedente lavoro "A
rook house for Bobby" un vero capolavoro. E noi possiamo dire che anche questo successivo capitolo non è
da meno. "Progress-Reform" infatti continua ad evocare paesaggi malinconici che parlano di treni, neve e
scacchi, ben narrati dalla voce baritonale di "David Martin".
Il dark incontra le nuove sonorità post-rock e vi danza insieme disegnando magnifiche murder ballads che
appassionano al primo ascolto. Se gli Editors abbandonassero il loro stile tremendamente accattivante e
ritmato, e abbracciassero sonorità più romantiche ed introspettive, avrebbero sicuramente lo stesso impatto
di questa formazione. "Progress-Reform" è un disco bellissimo, intenso ed avvolgente come poche altre band
hanno saputo fare negli ultimi tempi.
VELVET GOLDMINE
http://velvetgoldmine.iobloggo.com/archive.php?eid=244
Cinque ragazzi con la fissazione per i treni, si sono conosciuti nel 2003 alla stazione di Leeds, hanno deciso
di esternare la loro passione e la loro voglia di suonare (vestiti con le uniformi delle ferrovie inglesi).
Ascoltare "Progress, Reform" è un po' come guardare fuori dal finestrino, durante il viaggio, mentre la testa
inizia a vagare tra i ricordi e le persone a te più care; al leader David Martin vengono in mente storie di
esploratori (il grande space rock di "Terra Nova") o di campioni di scacchi (come Bobby Fisher in "A Rook
House for Bobby").
Testi intensi, e c'è chi parla già di miracolo, e musiche in crescendo con esplosioni cristallinee di piatti e di
chitarre; sembrano un incontro tra Explosion in the Sky, Mogwai e Sigur Ros, convincono senza stancare.
Non griderò al miracolo, non è questo il disco giusto, ma tutti noi abbiamo bisogno di queste canzoni,
almeno una volta all'anno come antidoto a qualcosa; chi ha orecchie per intendere, intenda.
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BAND: ILIKETRAINS
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KALPORZ
http://www.kalporz.com/recensioni/progressreform-iliketrains.htm
Gli inglesi sono dei megalomani pieni di sè. Si sapeva. Che adesso però ci vogliano propinare a tutti i costi
musica del genere come solo e unico sottofondo a un viaggio in treno è troppo. Come se li avessero solo
loro, i cazzutissimi convogli che viaggiano sui binari. Ora arrivano questi e sono già un gruppo di culto.
Supportati da un passaparola via internet, un paio di singoli presto esauriti ed esibizioni dal vivo che
ricalcano le orme dei ben più coerenti British Sea Power, la formazione di Leeds arriva all’esordio in long
playing. E che risultati! Una voce che sa di Editors in maniera inequivocabile, musica che “spazia” da un post
rock lento e opprimente al recente revival di wave. Quello che sarebbe stato il primo disco degli Interpol se
tutti i pezzi fossero stati sullo stile di “Untitled 1”. Pronti, si parte. Ed è subito noia.
Diciamolo: questo disco piacerà a chi continua a farsi ingannare da gruppi che hanno ascoltato e abusato di
Joy Division, Chameleons e compagnia bella. Può cambiare la forma, difficilmente la sostanza. Editori e
compagnia bella insegnano. Poco importa che questi adoratori di treni vadano sul palco in uniforme da
vecchi ferrovieri (da qui la precedente menzione Sea Power): dove sta la corrispondenza con la musica? Se
dovessi credere agli iLiKETRAiNS, ogni mio viaggio in treno sarebbe lo strazio più totale. Il canto è un eterno
lamento, tanto per provare a parlare di musica. Altri diranno invece che è toccante e profondo da groppo in
gola. Scegliete voi da che parte stare. Io, la prossima volta che salirò su una carrozza, mi accerterò di non
aver dietro questi nuovi paladini del nulla. A questo punto, meglio spararsi un Travelgum.
INDIEFORBUNNIES
http://www.indieforbunnies.com/2006/10/18/iliketrains-progress-reform/
Gli iLiKETRAiNS sono senz’ altro la sorpresa più gradita del mese di Ottobre, almeno per quanto mi riguarda;
e poco importa se la Fierce Panda li cataloga fra le uscite del 26 di Giugno scorso, io sugli scaffali li vedo solo
ora e per me sono di Ottobre! Lo premetto subito, gruppo inglese con la fissa dei Joy Division; ora, se hai
dei pregiudizi sui novelli Ian Curtis allora siamo in due. Ma qui c’è (finalmente) qualcosa in più, non semplice
tributo, non semplice citazionismo revivalista ma qualcosa di tremendamente personale. Il quintetto di
Leeds, mette in pista infatti un inedito ibrido New Wave / Post Rock. Immaginate un frullato omogeneo fra
Mogwai ed Explosion In The Sky da una parte e Joy Division dall’ altra. Atmosfere nervose, cariche di
elettricità irrisolta che cercano sfogo in un crescendo che monta ma non trova il senso del vero. La valvola
fischia ma il tappo non salta, la frustrazione è quella della New Wave più classica e meglio riuscita, ma la
classe è d’ altro stampo, di un’ altra epoca. Il cantato baritonale di Dave Martin ha più a che fare con le
profondità alla Nick Cave o con l’ austerità malinconica di Mark Kozelek (Red House Painters) che con certi
ragazzetti che giocano a fare i “money for nothin get your chicks for free”. Manca all’ appello la prova del
nove live, ma certe code cariche di feedback ricordano violentemente gli Yo La Tengo dal vivo e questo
rappresenta un ottimo presagio, ma aspettiamo di sentirli dal vero.
Infine gli perdoniamo anche qualche abbozzo di self-made-marketing, la fantasiosa storia che si siano
conosciuti “casualmente” alla stazione della natia Leeds fa davvero fatica a reggere. Ma pazienza, in un
mondo in cui anche la Emi si butta sull’ indie-non-indie e Badly Drawn Boy gira ad ore diurne su Mtv, la
fantasia è l’ unica arma in cui sperare.
Sicuramente assieme ai Televise il miglior debutto inglese dell’ anno.