Appunti di Scienze della Terra prof. Paolo Tescarollo LE BASI DELLA TETTONICA DELLE PLACCHE La tettonica a zolle o tettonica delle placche (dal tektōn che significa "costruttore") afferma che la litosfera non è un involucro unico ma è divisa in una serie di zolle (o placche) di dimensioni notevoli; esse sono a stretto contatto tra loro e non esistono spazi vuoti tra l'una e l'altra. Le zolle litosferiche sono rigide, hanno uno spessore variabile e galleggiano sulla sottostante astenosfera (parte semifluida del mantello), entro la quale si realizzano lenti moti di materiale con correnti circolari ascendenti e discendenti (moti convettivi). Sono questi movimenti convettivi che causano la frattura e lo scorrimento della rigida litosfera. I continui movimenti inoltre generano attrito e instabilità lungo i margini delle zolle; infatti è proprio in corrispondenza dei margini delle zolle, sottili e allungate, che si localizza l'attività vulcanica e sismica. Possiamo vedere ora la terra come un enorme puzzle composto da circa 15 placche, delle quali 8 sono quelle principali. Questo modello ha preso spunto dalla precedente teoria della deriva dei continenti enunciata da A. Wegener nel 1912. I margini di zolla sono di tre tipi: Margini a scorrimento laterale ("conservativi'") lungo i quali la crosta non viene mai né creata né distrutta e le zolle scorrono lateralmente l'una rispetto all'altra. Essi sono rappresentati principalmente dalle faglie trascorrenti e dalle faglie trasformi (faglia di Sant’Andrea California). Margini divergenti (di accrescimento, "costruttivi"), lungo i quali le zolle si allontanano l'una dall'altra e lo spazio creatosi viene occupato da nuova litosfera oceanica Un esempio lampante è dato dalla dorsale medioatlantica che corre al centro dell'oceano Atlantico e che separa le zolle americane a ovest da quella euroasiatica e africana a est. Un margine divergente può essere presente anche su litosfera continentale generando quello che viene definito un rift ("Rift Valley" in Africa orientale). Una volta che è stata completata la rottura della litosfera un rift evolve in una dorsale oceanica, come avviene nel caso del Mar Rosso. Margini convergenti ("distruttivi") lungo i quali le zolle si avvicinano l'una all'altra. In questa sede avvengono fenomeni diversi a seconda del tipo di zolle che entrano in collisione. 1) Se a convergere sono una placca continentale e una oceanica la seconda sottoscorre alla prima attraverso il cosiddetto fenomeno di subduzione e la litosfera oceanica viene trascinata in profondità nel mantello. In queste aree troviamo le fosse abissali e si viene così a creare in superficie un arco vulcanico sul continente. Un esempio di questo tipo è costituito delle Ande. 2) Se a convergere sono due placche continentali si ha la collisione continentale con il conseguente innalzamento di una catena montuosa (Alpi, Himalaya). 3) Se a convergere sono due litosfere oceaniche una delle due scorre sotto l'altra generando questa volta un arco vulcanico insulare (Giappone). OCEANO-CONTINENTE CONTINENTE-CONTINENTE OCEANO-OCEANO I Punti caldi Sulla crosta terrestre si hanno limitate aree vulcaniche anche al di fuori dei limiti tra le placche chiamate "punti caldi" (es. isole Hawaii) o in inglese "Hot spots" in corrispondenza dei quali si ha una risalita diretta di materiale fuso dalle regioni più profonde del mantello.