IBM i Versione 7.2 Soluzioni di memoria IBM i Versione 7.2 Soluzioni di memoria Nota Prima di utilizzare le presenti informazioni e il prodotto da esse supportato, leggere le informazioni contenute nella sezione “Informazioni particolari” a pagina 185. Questo documento può contenere riferimenti al LIC (Licensed Internal Code). Il LIC (Licensed Internal Code) è un codice macchina concesso in licenza in base alle clausole dell'IBM License Agreement for Machine Code. © Copyright IBM Corporation 2002, 2013. Indice Soluzioni di memoria . . . . . . . . . 1 Novità per IBM i 7.2 . . . . . . . . . . . . 1 File PDF di Soluzioni di memoria . . . . . . . 2 Visualizzazione della memoria . . . . . . . . 2 Disco . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 Nastro . . . . . . . . . . . . . . . . 5 Tipi di soluzioni nastro . . . . . . . . . . 6 Caricatori automatici di cartucce . . . . . . 6 Librerie nastro . . . . . . . . . . . . 7 Tipi di libreria nastro e componenti principali . . . . . . . . . . . . 7 Modalità operative della libreria nastro . . 8 Tipi di configurazione comuni per le librerie nastro . . . . . . . . . . . . . 9 Concetti relativi alle cartucce per le librerie nastro . . . . . . . . . . . . . 9 Confronto della memoria fuori linea . . . . . 13 Pianificazione per una soluzione nastro . . . . 14 Gestione delle risorse nastro mediante BRMS 14 Confronto delle soluzioni nastro . . . . . 14 Compatibilità tra unità nastro e cartuccia DAT 19 Compatibilità unità nastro e cartuccia otto millimetri . . . . . . . . . . . . . 20 Compatibilità unità nastro e cartuccia da un quarto di pollice . . . . . . . . . . . 22 Compatibilità unità nastro e cartucce mezzo pollice e Magstar MP . . . . . . . . . 23 Compatibilità unità nastro e cartucce LTO . . 24 Più prodotti IBM i che condividono una libreria nastro . . . . . . . . . . . 25 Più librerie nastro collegate ad una partizione 26 Più unità nastro in una libreria nastro . . . 26 Configurazione di piattaforme diverse con la libreria nastro 3494 Enterprise . . . . . . 28 Installazione delle unità nastro autonome . . . 28 Condivisione delle unità nastro tra le partizioni . . . . . . . . . . . . . 28 Configurazione dell'indirizzo SCSI per le unità nastro mezzo pollice e Magstar MP . . . . 29 Installazione delle librerie nastro . . . . . . 29 Configurazione delle librerie nastro . . . . . 30 Aggiunta di una libreria nastro ad una LAN 32 Creazione di un collegamento dati. . . . . 32 Condivisione delle risorse della libreria nastro 34 Utilizzo delle unità nastro . . . . . . . . 36 Utilizzo delle cartucce nastro . . . . . . 36 Duplicazione delle cartucce nastro . . . . 36 Formattazione delle cartucce nastro . . . 37 Utilizzo delle unità autonome . . . . . . 38 Indicatori luminosi di stato . . . . . . 38 Visualizzazione delle capacità di un'unità autonoma . . . . . . . . . . . . 42 Utilizzo delle librerie nastro . . . . . . . 42 Utilizzo della libreria nastro senza un'applicazione di gestione dei supporti . . 42 © Copyright IBM Corp. 2002, 2013 Riassegnazione delle cartucce quando si modifica il nome del sistema . . . . . Impostazione di una libreria nastro come unità autonoma . . . . . . . . . . Impostazione di una libreria nastro come unità IPL alternativo . . . . . . . . Controllo delle risorse della libreria nastro mediante gli attributi della libreria nastro . Come rendere le cartucce disponibili per l'inventario della libreria nastro. . . . . Espulsione delle cartucce dall'inventario della libreria nastro . . . . . . . . . Utilizzo della categoria montata per il caricamento di gruppi di nastri in un'unità nastro . . . . . . . . . . . . . Condivisione delle cartucce . . . . . . Fine del volume . . . . . . . . . . Come evitare i file in condizione di stallo durante le operazioni di salvataggio e ripristino con le librerie nastro . . . . . Ottimizzazione delle prestazioni della libreria nastro . . . . . . . . . . Visualizzazione delle capacità di una libreria nastro . . . . . . . . . . Manutenzione delle risorse nastro . . . . . . Memoria e gestione delle cartucce nastro . . Ambiente nastro . . . . . . . . . . Memoria e gestione del nastro . . . . . Protezione dei dati sulle cartucce nastro . . Verifica delle corrette condizioni dei nastri Ripulitura delle unità nastro . . . . . . . Ripulitura delle unità nastro da un quarto di pollice . . . . . . . . . . . . Ripulitura delle unità nastro DAT . . . . Ripulitura delle unità nastro da otto millimetri . . . . . . . . . . . . Ripulitura delle unità nastro da mezzo pollice . . . . . . . . . . . . . Ripulitura delle unità nastro LTO Ultrium Aggiornamenti LIC (Licensed Internal Code) Esecuzione delle operazioni di conservazione per le cartucce nastro . . . . . . . . . Esempio: gestione delle risorse nastro . . . Codifica nastro . . . . . . . . . . . . Codifica del nastro software . . . . . . . Codifica nastro hardware . . . . . . . . Decodifica dei dati . . . . . . . . . . Risoluzione dei problemi relativi alle risorse nastro . . . . . . . . . . . . . . . Verifica del corretto funzionamento dell'unità nastro . . . . . . . . . . . . . . Raccolta delle informazioni sulla libreria per l'analisi dei problemi . . . . . . . . . Gestione dei problemi per le librerie nastro . . RMS (Removable Mass Storage) . . . . . . . Memoria ottica . . . . . . . . . . . . . 44 45 45 46 47 48 49 49 50 50 51 51 51 51 52 52 52 54 55 55 56 57 57 58 59 59 59 69 69 69 69 70 70 70 71 71 72 iii Hardware supportato per la memoria ottica . . 74 Unità ottiche . . . . . . . . . . . . . 76 Tipi di supporti ottici . . . . . . . . . 77 Librerie dei supporti ottici collegate direttamente . . . . . . . . . . . 78 Configurazioni del sistema ottico . . . . 78 Concetti relativi alla memoria ottica . . . . . 78 Volumi ottici . . . . . . . . . . . . 79 File e indirizzari ottici . . . . . . . . . 80 Identificativi dei volumi . . . . . . . . 80 Formati del supporto ottico . . . . . . . . 80 ISO 9660 . . . . . . . . . . . . . 81 Volumi, indirizzari e nomi file . . . . . 81 Interfacce di programmazione per ISO 9660 82 HPOFS (High performance optical file system) 82 Volumi, indirizzari e nomi file per HPOFS 82 Recupero dello spazio . . . . . . . . 82 Interfacce di programmazione (HPOFS) . . 83 Struttura indirizzario e prestazioni (HPOFS) . . . . . . . . . . . . 84 Interscambio di supporti tra librerie collegate via LAN e collegate direttamente . 84 UDF (Universal Disk Format) . . . . . . 84 Volumi, indirizzari e nomi file . . . . . 85 Interfacce di programmazione (UDF) . . . 85 Sicurezza file e indirizzari . . . . . . 86 Interscambio dei supporti . . . . . . 87 Struttura indirizzario e prestazioni (UDF) 87 Supporto dei comandi CL per i formati dei supporti . . . . . . . . . . . . . 87 Configurazione delle unità ottiche . . . . . . 88 Configurazione dell'unità ottica. . . . . . 89 Configurazione delle librerie di supporti ottici collegate direttamente . . . . . . . . . 89 Etichettatura delle cartucce ottiche . . . . . 90 Etichettatura di una nuova cartuccia ottica con volumi non inizializzati . . . . . . 90 Etichettatura di una cartuccia ottica con un volume inizializzato . . . . . . . . 90 Introduzione ai volumi e alle cartucce ottiche 90 Esempio: aggiunta di cartucce ottiche ad una libreria di supporti ottici . . . . . 91 Esempio: inizializzazione dei volumi ottici 91 Esempio: rimozione di una cartuccia del disco ottico . . . . . . . . . . . 93 Utilizzo delle unità ottiche . . . . . . . . 93 Caricamento e scaricamento del supporto CD-ROM e DVD . . . . . . . . . . 94 Assegnazione della descrizione dell'unità . . 95 Assegnazione e rilascio di un'unità ottica . . 95 Utilizzo dei volumi ottici . . . . . . . . . 96 Visualizzazione dei volumi ottici . . . . . 96 Inizializzazione dei volumi ottici . . . . . 97 Ridenominazione dei volumi ottici . . . . 97 Aggiunta di cartucce del disco ottico . . . . 98 Copia dei dati del volume ottico . . . . . 98 Modifica degli attributi del volume ottico . . 99 Visualizzazione e stampa degli attributi del volume ottico . . . . . . . . . . . 100 Duplicazione dei volumi ottici. . . . . . 102 iv IBM i: Soluzioni di memoria Visualizzazione delle informazioni relative a indirizzari e file . . . . . . . . . . Rimozione ed eliminazione dei volumi ottici Controllo del volume ottico . . . . . . Modifica dei parametri dell'ambiente ottico Impostazione della protezione da scrittura Creazione di un CD-ROM master . . . . Backup del volume ottico . . . . . . . . Definizione della strategia di backup . . . Utilizzo del comando DUPOPT (Duplicazione unità ottica) . . . . . . . Miglioramenti . . . . . . . . . . Comando CPYOPT (Copia supporti ottici) Parametri chiave del comando CPYOPT (Copia supporti ottici) . . . . . . . Utilizzo del comando CPYOPT (Copia supporti ottici) per eseguire il backup di un volume . . . . . . . . . . . Tipo di volume *BACKUP . . . . . . Prestazioni del comando CPYOPT (Copia supporti ottici) . . . . . . . . . . Comandi di salvataggio e ripristino . . . . Supporto del comando SAV (Salvataggio) Supporto per il comando RST (Ripristino) Gestione delle prestazioni nelle librerie dei supporti ottici . . . . . . . . . . . . Considerazioni sulle prestazioni per le librerie dei supporti ottici collegate direttamente. . . . . . . . . . . . Espansione Buffer I/E con API HFS . . . Considerazioni sulle prestazioni per la copia e la duplicazione dei volumi ottici . Temporizzatori di pianificazione di montaggio e smontaggio del volume . . Gestione della sicurezza ottica e controllo . . . Utilizzo delle autorizzazioni per le funzioni ottiche. . . . . . . . . . . . . . Specifica di un elenco di autorizzazioni. . . Modifica dell'elenco autorizzazioni per proteggere un volume ottico . . . . . . Conservazione dell'elenco autorizzazioni quando vengono rimossi i volumi ottici . . Corrispondenza dell'elenco autorizzazioni con un volume ottico . . . . . . . . . Gestione della sicurezza a livello di file e di indirizzario . . . . . . . . . . . . Controllo ottico. . . . . . . . . . . Riacquisizione del database dell'indice ottico Riacquisizione dell'indice ottico per un'unità ottica autonoma . . . . . . . . . . Riacquisizione dei tipi . . . . . . . . Sincronizzazione dell'indice del volume con l'indice libreria interno (*SYNC) . . . Aggiornamento dell'indice del volume da un volume ottico (*UPDATE) . . . . . Reimpostazione dell'indice libreria interno e riacquisizione dell'indice del volume (*RESET) . . . . . . . . . . . . Tempo richiesto per completare la riacquisizione dell'indice ottico . . . . Informazioni sull'indice ottico . . . . . . 102 103 103 104 104 105 105 105 106 107 108 108 110 112 116 118 119 120 121 122 122 122 123 124 124 125 126 126 126 127 127 127 128 128 128 128 129 129 130 File di database dell'indice ottico . . . . Indice libreria interno . . . . . . . Scelta del tipo di riacquisizione da utilizzare Ripristino dei file ottici congelati . . . . . . Procedure di utilizzo dei file ottici . . . . File ottici congelati . . . . . . . . Salvataggio e ripristino del supporto ottico . . Concetti relativi al salvataggio e al ripristino del supporto ottico . . . . . . . . . Formati del supporto ottico con le operazioni di salvataggio e ripristino . . Organizzazione dei dati di salvataggio e ripristino sulle unità ottiche . . . . . Visualizzazione delle informazioni sui file di salvataggio e ripristino relative alla memoria ottica . . . . . . . . . . Contenuto dell'elenco di volumi . . . . Elenchi di volumi con il supporto in formato HPOFS . . . . . . . . . Elenchi di volumi con il supporto UDF Salvataggio dei file ottici nella memoria ottica . . . . . . . . . . . . . . Specifica dei nomi percorso del file ottico Eliminazione del contenuto dei supporti Salvataggio in più volumi . . . . . . Linee guida operative in base al tipo di unità ottica . . . . . . . . . . . . . . Risoluzione dei problemi relativi alla memoria ottica . . . . . . . . . . . . . . . FAQ per il supporto ottico . . . . . . . Raccolta delle informazioni . . . . . . . Strutture di supporto dei file di emissione Memoria virtuale . . . . . . . . . . . . Concetti relativi alla memoria virtuale IBM i Vantaggi della memoria virtuale . . . . . Shadow del catalogo . . . . . . . . . Nastro virtuale IBM i . . . . . . . . . . Voce del catalogo immagini per la memoria nastro virtuale . . . . . . . . . . . Estensione del volume per la memoria nastro virtuale . . . . . . . . . . . . . Pianificazione della memoria nastro virtuale Impostazione della memoria nastro virtuale Gestione del nastro virtuale . . . . . . Formattazione di immagini nastro virtuali Trasporto di immagini virtuali su un altro sistema . . . . . . . . . . . . Modifica della protezione da scrittura per le voci del catalogo immagini del nastro virtuale . . . . . . . . . . . . 130 130 131 131 131 132 135 136 136 136 137 137 138 139 139 139 140 140 141 142 142 145 145 150 150 152 152 153 153 154 155 156 157 159 159 Utilizzo delle immagini virtuali in un catalogo immagini . . . . . . . . . Aggiunta di volumi nastro virtuali . . . Messaggi di errore della memoria nastro virtuale . . . . . . . . . . . . . Memoria ottica virtuale IBM i . . . . . . . Modalità del catalogo immagini . . . . . Voce del catalogo immagini per la memoria ottica virtuale . . . . . . . . . . . Accesso . . . . . . . . . . . . . Estensione del volume per la memoria ottica virtuale . . . . . . . . . . . . . Restrizioni della memoria ottica virtuale . . Formattazione di immagini ottiche virtuali Preparazione della memoria ottica virtuale Impostazione della memoria ottica virtuale Gestione della memoria ottica virtuale . . . Modifica della protezione da scrittura per le voci del catalogo immagini del supporto ottico virtuale . . . . . . . . . . . Creazione di un supporto reale da un'immagine virtuale . . . . . . . . . Trasporto di immagini virtuali su un altro sistema . . . . . . . . . . . . . Messaggi di errore della memoria ottica virtuale . . . . . . . . . . . . . Memoria ottica virtuale utilizzando l'NFS (Network File System) . . . . . . . . Requisiti per la memoria ottica virtuale in una rete NFS (Network File System). . . Impostazione di un'unità ottica virtuale in una rete NFS (Network File System). . . Utilizzo delle immagini sul sistema client Unità virtuali client (ottiche e nastro) . . . . Configurazione di un'unità ottica o nastro per l'utilizzo da parte di una partizione client IBM i . . . . . . . . . . . . . . SAN (Storage area network) . . . . . . . . Informazioni correlate per le soluzioni di memoria 161 161 161 163 163 164 164 165 166 166 167 168 170 171 171 173 174 174 175 176 179 179 180 182 183 Informazioni particolari . . . . . . . 185 Informazioni sull'interfaccia di programmazione Marchi . . . . . . . . . . . . . . Termini e condizioni . . . . . . . . . . 187 . 187 . 187 Indice analitico. . . . . . . . . . . 189 160 Indice v vi IBM i: Soluzioni di memoria Soluzioni di memoria Esistono quattro tipi principali di supporti disponibili per il sistema. La raccolta di argomenti Soluzioni di memoria fornisce informazioni per decidere quale formato di supporto è migliore per il proprio ambiente. Include informazioni sulla pianificazione, installazione, configurazione, gestione, utilizzo e risoluzione dei problemi. Con l’aumento della produzione di informazioni aziendali ed il conseguente aumento di valore di tali informazioni, i metodi utilizzati per proteggerle e conservarle costituiscono una strategia aziendale vitale. La memoria non è più una funzione di sistema, ma una entità stessa. Esegue varie funzioni importanti nell'azienda, incluso quanto segue: Disponibilità Le soluzioni di memoria devono consentire all'utente l'accesso ai dati quando necessario, senza eccezioni. In alcune strutture, come ad esempio un ospedale, l'accesso ai dati può significare la differenza tra la vita e la morte. Integrità Quando vengono restituiti all'utente, i dati devono essere esattamente nella stessa condizione in cui sono stati memorizzati. Ciò indica che devono essere protetti da danneggiamenti, perdite o attacchi esterni. Ripristinabilità Le soluzioni di memoria devono garantire il ripristino dei dati in caso di disastri naturali, come incendi, allagamenti o tornado. Informazioni correlate: Preparazione del supporto per il salvataggio del sistema IBM System Storage Novità per IBM i 7.2 Sono riportate le informazioni nuove o modificate in modo significativo per la raccolta di argomenti Soluzioni di memoria. | IBM® Navigator per i | | Vi sono alcune modifiche alle istruzioni per più attività tramite IBM Navigator per i nell'argomento relativo alle soluzioni di memoria. Cataloghi immagini Le istruzioni per la creazione di un catalogo immagini e il trasferimento di un catalogo immagini di nastro virtuale su un sistema remoto IBM sono state aggiornate. Per ulteriori informazioni, consultare gli argomenti Impostazione della memoria nastro virtuale storage e Trasporto di immagini virtuali su un altro sistema. Come individuare le novità o le modifiche Per facilitare l'individuazione delle modifiche tecniche effettuate, l'Information Center utilizza quanto segue: per indicare dove cominciano le informazioni nuove o modificate. v L'immagine v L'immagine per indicare dove terminano le informazioni nuove o modificate. © Copyright IBM Corp. 2002, 2013 1 Nei file PDF, sono riportati degli indicatori di revisione (|) sul margine sinistro delle informazioni nuove o modificate. Per trovare altre informazioni sugli elementi nuovi o modificati in questo release, consultare Memo per gli utenti. File PDF di Soluzioni di memoria È possibile visualizzare e stampare un file PDF di tali informazioni. Per visualizzare o scaricare la versione PDF di questo documento, selezionare Soluzioni di memoria. Salvataggio dei file PDF Per salvare un PDF sulla stazione di lavoro per la visualizzazione o la stampa: 1. Fare clic con il tasto destro del mouse sul collegamento PDF nel browser. 2. Fare clic sull'opzione che consente di salvare il PDF localmente. 3. Passare all'indirizzario in cui si desidera salvare il PDF. 4. Fare clic su Salva. Scaricamento di Adobe Reader È necessario che Adobe Reader sia installato sul sistema per visualizzare o stampare questi file PDF. È possibile scaricare una copia gratuita dal sito Web Adobe (www.adobe.com/products/acrobat/readstep.html) Riferimenti correlati: . “Informazioni correlate per le soluzioni di memoria” a pagina 183 I manuali del prodotto, le pubblicazioni IBM Redbooks, i siti Web e altre raccolte di argomenti dell'Information Center contengono informazioni relative alla raccolta di argomenti Soluzioni di memoria. È possibile visualizzare o stampare qualsiasi file PDF. Visualizzazione della memoria Lo spazio su disco nel sistema e la memoria principale del sistema vengono visualizzati come un'unica ampia area di memoria nota come memoria di livello singolo. L'esempio relativo alla memoria di livello singolo fornisce una rappresentazione visiva del modo in cui una memoria viene visualizzata. La seguente figura mostra in che modo funziona la memoria di livello singolo: 2 IBM i: Soluzioni di memoria Figura 1. Memoria di livello singolo Quando un file viene salvato, non viene assegnato a un'ubicazione di memoria. Invece, il sistema posiziona il file nell'ubicazione che assicura le migliori prestazioni. È possibile, ad esempio, che i dati vengano distribuiti nel file su più unità disco. Quando vengono aggiunti più record al file, il sistema assegna spazio aggiuntivo a una o più unità disco. Disco Le unità disco forniscono molte forme di protezione. È possibile creare lotti di dischi per raggruppare i dischi. Proteggere le unità disco utilizzando la protezione parità unità, creando informazioni ridondanti. In alternativa, è possibile eseguire il mirroring delle unità disco mediante la protezione sottoposta a mirroring, per creare informazioni duplicate. Le unità disco sono unità di memoria solitamente interne al sistema. Tuttavia, è possibile anche collegarle esternamente. È possibile raggruppare le unità disco in gruppi di unità disco sul sistema definiti lotti di dischi, noti anche come lotti di memoria ausiliari o ASP (auxiliary storage pool). Un motivo per eseguire tale operazione consiste nel fornire un livello di protezione per i dati. In caso di errore di una delle unità disco, è necessario ripristinare solo i dati memorizzati nel lotto di dischi di cui era parte l'unità disco mal funzionante. I lotti di dischi, inoltre, consentono di riservare lo spazio su disco per uno scopo particolare, un'applicazione o un tipo di dati. Ad esempio, è possibile creare un lotto di dischi per i backup eseguiti per salvare i file. Quindi, è possibile spostare tali file di salvataggio sul nastro o altri supporti in base alle esigenze. La figura seguente mostra un lotto di dischi composto dalle unità disco 1, 4, 5, 7 e 11. Soluzioni di memoria 3 Figura 2. Lotto di dischi con unità disco Per informazioni dettagliate sui lotti di dischi e sui tipi relativi, e per esempi sull'utilizzo dei lotti di dischi per scopi diversi, consultare la sezione relativa ai lotti di dischi. Per informazioni sulle procedure di configurazione delle unità disco e dei lotti di dischi, consultare la sezione sulla gestione dei lotti di dischi. I lotti di dischi indipendenti sono lotti di dischi che possono essere posti in linea o non in linea senza alcuna dipendenza sul resto della memoria su un sistema. Ciò è possibile in quanto tutte le informazioni necessarie sul sistema associate al lotto di dischi indipendente sono contenute nel lotto di dischi indipendente. I lotti di dischi indipendenti offrono un numero di vantaggi di prestazioni e disponibilità sia negli ambienti con sistemi singoli che in quelli con più sistemi. Per informazioni dettagliate, consultare la sezione sull'utilizzo dei lotti di dischi indipendenti. Oltre ai lotti di dischi, esistono pochi altri modi per proteggere le unità disco e i dati contenuti. La protezione sottoposta a mirroring protegge i dati conservando una copia dei dati su due unità disco separate. In caso di malfunzionamento di un componente relativo al disco, il sistema può continuare le operazioni senza interruzione utilizzando la copia sottoposta a mirroring dei dati fino al ripristino del componente mal funzionante. La protezione parità unità è una funzione hardware che consente al sistema di ricreare i dati in caso di malfunzionamento del disco. È importante ricordare che tali metodi di protezione del disco non costituiscono una garanzia rispetto ai malfunzionamenti o alla perdita dei dati. È comunque necessario disporre di un backup corretto e di una strategia di ripristino per proteggere i dati in modo efficace. Per informazioni dettagliate sui metodi di protezione del disco, consultare la sezione sulla pianificazione della protezione del disco. RMS (Removable Mass Storage) è un tipo separato di memoria che non fa parte del lotto di memoria su disco del sistema. I supporti RDX (removable disk) vengono gestiti come supporti rimovibili simili all'unità ottica e nastro. Per ulteriori informazioni consultare “RMS (Removable Mass Storage)” a pagina 71. Rispetto al nastro o al supporto ottico, il disco è un'opzione di memoria più dispendiosa. Tuttavia, i dati sul disco sono più velocemente accessibili rispetto a quelli su nastro o supporto ottico. È importante bilanciare il costo di memorizzazione dei dati sul disco con la velocità e la convenienza con cui si accede ai dati. Ad esempio, se si dispone di dati più vecchi a cui si accede raramente, è possibile considerare di memorizzarli su nastro o supporto ottico, piuttosto che sul disco. Allo stesso modo, è preferibile che le informazioni correnti a cui si accede frequentemente siano memorizzate sul disco per potervi accedere velocemente. Questo tipo di strategia di memoria è definita gestione della memoria gerarchica. La figura 4 IBM i: Soluzioni di memoria seguente mostra i diversi livelli di gestione della memoria gerarchica: Figura 3. Gerarchia di gestione della memoria I dati presenti nei componenti della memoria ad alte prestazioni non sono sempre gli stessi. I dati sono spostati tra i diversi livelli in base alle esigenze del sistema. Il modo per ottenere una gestione della memoria gerarchica corretta e senza problemi è la gestione e la distribuzione dei dati nei diversi livelli. Per informazioni dettagliate, consultare la sezione sulla gestione della memoria gerarchica. Informazioni correlate: Disk pools Independent disk pool examples Disk protection Nastro Il nastro rappresenta la forma più comune di supporti magnetici per la memoria rimovibili. È ampiamente diffuso e comune. I vantaggi nell'utilizzare il nastro piuttosto che altre unità di memoria sono diversi. Costo Il nastro è conveniente, se confrontato con il disco. Se si abbassa il costo della memoria su disco, lo fa anche quello del nastro in percentuale di GB. Sicurezza È facile proteggere i dati memorizzando in modo sicuro i backup o le copie in una ubicazione Soluzioni di memoria 5 esterna. Con questa operazione, si è anche protetti dal danneggiamento dei dati sul posto a causa di virus, fuoco, disastri naturali, cancellazioni accidentali e altri incidenti di perdita dei dati. Riutilizzabile È possibile ruotare i nastri per i backup, il che significa che l'utente dispone di più di una serie di nastri. Quando una serie scade, è possibile sovrascrivere i dati su essa e utilizzare nuovamente il supporto. Capacità Quando la quantità di dati creati aumenta, è possibile aumentare la capacità aggiungendo ulteriori volumi nastro. Nonostante vi siano molti vantaggi nell'utilizzare il nastro, vi sono anche alcuni inconvenienti: Durata Il nastro è riutilizzabile; tuttavia, i nastri si logorano nel tempo e devono essere sostituiti. Se non vengono sostituiti quando è necessario, è possibile che i dati siano compromessi. Accesso sequenziale ai dati I nastri consentono l'accesso ai dati su essi nell'ordine di registrazione dei dati. Se si sta cercando una determinata voce nel nastro, è possibile che tale operazione richieda alcuni minuti. Tipi di soluzioni nastro In caso vi siano solo poche informazioni di cui eseguire un backup, sono preferibili unità a singolo nastro. Le unità nastro automatizzate sono eccellenti per più cartucce e backup non presidiati. Unità singolo nastro Le unità a singolo nastro consentono di usufruire dei vantaggi del supporto nastro con il sistema. Sono eccellenti per aziende più piccole che non dispongono di tanti dati di cui eseguire un backup o da richiamare. Se un backup completo del sistema rientra in un unico nastro, è possibile eseguire backup non presidiati con un'unità a singolo nastro. Tuttavia, quando per il backup non basta più un solo nastro, è necessario che sia presente qualcuno per cambiare i nastri nell'unità durante l'esecuzione del backup. Molte unità nastro supportano la compressione dei dati, operazione che aumenta la capacità apparente del supporto codificando i dati per l'utilizzo di uno spazio minore. I dati vengono compressi e decompressi dall'hardware ogni volta che vengono letti o scritti sull'unità nastro senza che ciò sia evidente nelle applicazioni. Unità nastro automatizzate Questi argomenti contengono informazioni sull'automazione del nastro e su come può essere di aiuto nella gestione dei dati e nell'esecuzione più efficace della strategia di backup. I due tipi di automazione nastro sono: Informazioni correlate: Tape Offerings Caricatori automatici di cartucce I caricatori automatici di cartucce possono contenere più cartucce ed eseguire operazioni di backup non presidiate. Sebbene dispongano di capacità di automazione inferiori rispetto alle librerie nastro, è possibile utilizzare il software di gestione dei nastri per supportare operazioni di memorizzazione e backup automatizzate, pianificate centralmente e gestite da normative. È possibile utilizzare le cartucce nastro con un caricatore automatico di cartucce in due modi: Modalità manuale Le cartucce nastro vengono inserite una alla volta. 6 IBM i: Soluzioni di memoria Modalità automatica È possibile preinstallare più cartucce nastro. La cartuccia nastro viene caricata automaticamente quando la cartuccia precedente viene scaricata. Informazioni correlate: Tapes Supported on iSeries Librerie nastro Le librerie nastro sono di supporto per eseguire operazioni di salvataggio e ripristino non presidiate, di archivio e richiamo, archivio spool e altre attività relative al nastro. Le librerie nastro sono spesso utilizzate con determinate forme di software di automazione e sono in grado di supportare più sistemi su diverse piattaforme ed elevate quantità di cartucce. In questi ambienti, un'applicazione di gestione dei supporti spesso mantiene l'inventario cartucce e gestisce la maggior parte delle attività della libreria nastro. Tuttavia, è anche possibile utilizzare le librerie nastro senza un'applicazione di gestione dei supporti. In questi ambienti la libreria nastro può ancora supportare alcune funzioni nastro automatizzate. I seguenti argomenti introducono gli elementi principali di una libreria nastro e le informazioni correlate richieste per la creazione di una soluzione libreria nastro. Tipi di libreria nastro e componenti principali: Utilizzare la seguente illustrazione per visualizzare le parti di una libreria nastro. La figura rappresenta alcune delle tipiche librerie nastro, ma non descrive tutte le possibili configurazioni. Soluzioni di memoria 7 Figura 4. Illustrazione delle parti della libreria nastro Modalità operative della libreria nastro: La maggior parte delle unità libreria nastro supporta tre modalità operative di base. La terminologia utilizzata per descrivere tali modalità operative varia a seconda del tipo di libreria nastro, ma i concetti sono i medesimi. Di seguito sono riportate le modalità operative: Modalità manuale Quando una libreria nastro è in modalità manuale, il funzionamento è uguale a quello di un'unità nastro autonoma. È necessario installare manualmente tutte le cartucce. Consultare “Impostazione di una libreria nastro come unità autonoma” a pagina 45 per ulteriori informazioni relative all'utilizzo di una libreria nastro come unità autonoma. Modalità caricatore automatico di cartucce o sequenziale Quando una libreria nastro è in questa modalità, il funzionamento è uguale a quello di un'unità nastro autonoma con un caricatore di cartucce automatico. Quando una cartuccia viene scaricata, viene caricata la cartuccia successiva, fino a quando non sono state utilizzate tutte le cartucce. Modalità libreria In modalità libreria, la libreria nastro fornisce l'automazione completa del nastro. 8 IBM i: Soluzioni di memoria Consultare il manuale dell'operatore della libreria nastro per informazioni specifiche relative alla configurazione di tali modalità sulla libreria nastro. Attività correlate: “Impostazione di una libreria nastro come unità autonoma” a pagina 45 A volte, potrebbe essere necessario utilizzare le risorse nastro in una libreria nastro senza il vantaggio dell'automazione; ad esempio, quando si esegue un IPL alternativo o quando l'automazione della libreria nastro viene disabilitata. Tipi di configurazione comuni per le librerie nastro: Sono disponibili diverse configurazioni comuni per le librerie nastro. Il sistema è collegato all'unità nastro mediante un'interfaccia SCSI, SAS o canale a fibre ottiche. Per comunicare con il gestore libreria, una libreria nastro 3494 richiede una connessione separata, mediante una linea EIA-232 o mediante una LAN (local area network). Per tutte le altre unità libreria nastro, almeno una delle unità nastro collegate deve essere configurata come unità percorso di controllo. Quando è presente più di un'unità con la stessa funzione all'interno di una libreria nastro connessa alla stessa partizione IBM i, le unità possono essere raggruppate in lotti per formare una singola libreria logica. Le unità collegate utilizzando una configurazione basata su IOP non verranno raggruppate in lotti insieme alle unità collegate utilizzando una configurazione senza IOP. Le unità libreria nastro e le unità disco non devono essere collegate allo stesso IOA. Consultare “Configurazione delle librerie nastro” a pagina 30 per ulteriori requisiti di configurazione. IBM i supporta le seguenti configurazioni di libreria nastro: Sistema singolo collegato ad una libreria nastro dedicata Un sistema può essere collegato ad una o più unità all'interno di una libreria nastro. Più sistemi o partizioni logiche collegati alla stessa libreria nastro Per una libreria nastro con più unità, è possibile collegare più sistemi o partizioni logiche alla stessa libreria nastro. Alcune unità libreria nastro limitano a 32 il numero di sistemi host collegati. Più tipi di sistemi collegati alla stessa libreria nastro Differenti tipi di sistemi host possono condividere librerie nastro automatizzate. Quando più di un sistema o partizione logica è collegato alla stessa libreria nastro, utilizzare un'applicazione per la gestione dei nastri, come BRMS (Backup, Recovery and Media Services), per gestire e proteggere le cartucce nastro. Informazioni correlate: Backup, Recovery, and Media Services (BRMS) Concetti relativi alle cartucce per le librerie nastro: La gestione delle cartucce nastro rappresenta una parte importante e di routine del funzionamento della libreria nastro. Stato della cartuccia: Le seguenti informazioni descrivono lo stato di una cartuccia nastro in relazione ad una libreria nastro. Inserito La cartuccia è stata spostata nell'unità libreria nastro ed è stata posizionata nella categoria Inserito. La cartuccia non è disponibile fino a quando non viene aggiunta ad una categoria di cartucce utilizzabile. Soluzioni di memoria 9 Disponibile La cartuccia è presente in una categoria utilizzabile ed è disponibile per l'utilizzo. Montato La cartuccia è presente in una categoria di cartucce utilizzabile ed attualmente si trova in una risorsa nastro. La risorsa nastro potrebbe non essere collegata a questo sistema. Questa situazione è comune per configurazioni di librerie nastro 3494 di grandi dimensioni. Se una cartuccia viene montata in un'unità non collegata a questo sistema, il sistema restituisce un errore quando la cartuccia viene richiesta. Duplicato L'identificativo della cartuccia è presente più di una volta nell'inventario. Per l'identificativo della cartuccia è consentita una sola voce. Questo errore non dovrebbe verificarsi sulla 3494 perché il software Gestore lireria non consente identificativi della cartuccia duplicati nell'unità. Quando un'unità 3590 con caricatore automatico di cartucce è in funzione in modalità casuale e nella descrizione dell'unità è presente il parametro GENCTGID(*VOLID), questo errore può verificarsi spesso. È necessario rimuovere uno degli identificativi della cartuccia duplicati prima che la libreria nastro sia in grado di utilizzare l'altra cartuccia. Non disponibile Il software Gestore lireria 3494 ha determinato che la cartuccia non è disponibile per l'utilizzo. Una possibile causa potrebbe essere che la cartuccia è stata persa o posizionata nell'ubicazione errata nell'inventario. Errore Si è verificato un errore relativo alla cartuccia. Consultare la coda messaggi QSYSOPR per determinare la causa dell'errore relativo alla cartuccia. Espulso La cartuccia è stata rimossa oppure è in fase di rimozione. Concetti correlati: “Categorie di cartucce” Una categoria è un raggruppamento logico di cartucce. Una categoria consente di fare riferimento ad un gruppo di cartucce in base al nome della categoria invece dei singoli identificativi della cartuccia. Attività correlate: “Come rendere le cartucce disponibili per l'inventario della libreria nastro” a pagina 47 Prima di poter utilizzare la libreria nastro, è necessario che i supporti siano caricati e disponibili. Categorie di cartucce: Una categoria è un raggruppamento logico di cartucce. Una categoria consente di fare riferimento ad un gruppo di cartucce in base al nome della categoria invece dei singoli identificativi della cartuccia. Le categorie sono previste per le librerie nastro come la libreria nastro 3494, che dispone della funzione Gestore libreria che utilizza le categorie per fornire la sicurezza e funzioni speciali. Le categorie sono dei seguenti tipi: Inserito La cartuccia è stata spostata nell'unità libreria nastro ed è stata posizionata nella categoria Inserito. La cartuccia non è disponibile fino a quando non viene aggiunta ad una categoria utilizzabile. Non condiviso La cartuccia è stata assegnata ad una categoria disponibile solo per il sistema definito come proprietario principale. Solo le unità libreria nastro con software Gestore libreria che contiene informazioni relative alla categoria (ad esempio, 3494) e dispone di accesso a più sistemi possono garantire che la cartuccia venga utilizzata solo dal sistema del proprietario principale. 10 IBM i: Soluzioni di memoria Condiviso La cartuccia è stata assegnata ad una categoria disponibile a tutti i sistemi System i collegati all'unità libreria nastro. Espulso La cartuccia è stata rimossa dall'inventario ed è in attesa di essere rimossa fisicamente o della ripulitura della stazione di convenienza o dell'area di emissione ad alta capacità. Convenienza La categoria Convenienza è progettata per l'utente che deve utilizzare rapidamente un nastro ed estrarlo dall'unità libreria nastro. Un nastro nella categoria Convenienza viene espulso (rimosso) dopo essere stato montato e quindi scaricato. Il processo di espulsione viene eseguito quando un utente specifica il parametro dell'opzione di fine (ENDOPT) di *UNLOAD. La cartuccia non viene espulsa quando IBM i scarica la risorsa nastro per un'altra richiesta. Riavvio alternativo Questa categoria viene fornita da IBM i per le cartucce nastro che possono essere utilizzate per un IPL dell'origine di caricamento (modalità D). I nastri in questa categoria devono essere gestiti dall'utente. IBM i non garantisce o verifica che le cartucce nastro contengano i dati appropriati. Non etichettato I nastri in questa categoria devono essere nastri senza etichette. Un nastro senza etichetta è un volume nastro senza identificativo del volume logico. Generato dal sistema Gli identificativi della cartuccia vengono assegnati a questa categoria quando il parametro GENCTGID della descrizione dell'unità libreria nastro è impostato su *SYSGEN. Questa funzione consente alle unità libreria nastro senza lettore di codice a barre di superare tutte le verifiche di categoria del sistema sulla cartuccia per un utilizzo rapido delle cartucce stesse. Non è possibile aggiungere o modificare le cartucce in questa categoria. Definito dall'utente Nota: se si utilizza BRMS, non provare ad utilizzare le categorie definite dall'utente. Le categorie definite dall'utente possono essere create ed eliminate. Tali categorie consentono agli utenti di creare i propri raggruppamenti logici di cartucce nastro. Per questa funzione vengono utilizzati i comandi CRTTAPCGY (Creazione categoria nastro) e DLTTAPCGY (Cancellazione categoria nastro). Il comando DSPTAPCGY (Visualizzazione categoria nastro) visualizza un elenco delle categorie definite dall'utente e dal sistema su un determinato sistema. Categorie e nome del sistema Il formato dei nomi delle categorie è nome nomesistema, dove nome è il nome della categoria e nomesistema è il nome del sistema proprietario della categoria. Se il nome del sistema viene modificato, le cartucce nelle categorie associate e nella categoria Non condiviso, non sono disponibili fino a quando non viene creata una categoria con il nome del sistema precedente. Rimuovere tutte le cartucce dalla libreria nastro oppure spostarle nella categoria Condiviso prima di modificare il nome del sistema. Per ulteriori informazioni relative alla modifica del nome del sistema, consultare la sezione relativa all'assegnazione delle cartucce quando il nome del sistema viene modificato. Categorie per le librerie nastro senza un gestore libreria Per le librerie nastro senza gestore libreria, le categorie hanno una funzione limitata. La sicurezza fornita dal gestore libreria nastro non esiste. Le cartucce che vengono aggiunte ad una categoria su un sistema non sono necessariamente nella stessa categoria su altri sistemi collegati. Per questo motivo, quando vengono utilizzate librerie nastro che non dispongono di un gestore libreria, sono valide solo le seguenti categorie: v Inserito Soluzioni di memoria 11 v Espulso v Convenienza v Condiviso La categoria Non condiviso non impedisce ad altri sistemi di accedere alle cartucce. Le categorie rimanenti non sono valide per le librerie nastro senza gestori libreria. Le categorie create per le librerie nastro senza gestore libreria sono riconosciute solo sul sistema su cui vengono create e non su tutti i sistemi collegati. Per tali tipi di librerie nastro, le cartucce devono essere aggiunte su ciascun sistema e gestite su tutti i sistemi mediante il software di gestione dei nastri. Concetti correlati: “Stato della cartuccia” a pagina 9 Le seguenti informazioni descrivono lo stato di una cartuccia nastro in relazione ad una libreria nastro. Attività correlate: “Riassegnazione delle cartucce quando si modifica il nome del sistema” a pagina 44 Quando il nome del sistema viene modificato, è necessario riassegnare le cartucce. “Come rendere le cartucce disponibili per l'inventario della libreria nastro” a pagina 47 Prima di poter utilizzare la libreria nastro, è necessario che i supporti siano caricati e disponibili. Riferimenti correlati: Create Tape Category (CRTTAPCGY) command Delete Tape Category (DLTTAPCGY) command Display Tape Category (DSPTAPCGY) Identificativi della cartuccia ed identificativi di volume: Gli identificativi di volume e della cartuccia vengono utilizzati per etichettare ciascuna cartuccia, in modo che sia possibile tenerne traccia ed individuarle nella libreria nastro. Ciascun ID di volume e della cartuccia può contenere le lettere da A a Z, le cifre da 0 a 9 ed i caratteri $, @ e #. Solo i primi 6 caratteri vengono riconosciuti da IBM i. Per questo motivo, l'identificativo della cartuccia deve essere univoco per quanto riguarda i primi 6 caratteri del nome. I primi 6 caratteri dell'identificativo della cartuccia devono corrispondere all'identificativo di volume per il nastro. Esistono degli identificativi della cartuccia speciali per le librerie nastro che non dispongono di lettore di codice a barre, per cui manca l'etichetta del codice a barre o che non sono in grado di leggere l'etichetta mediante il lettore di codice a barre. Tali identificativo sono: NLTxxx Nastro senza etichetta: questa cartuccia contiene dati scritti in formato etichetta nastro non standard. CLNxxx Ripulitura: questa cartuccia è stata identificata come nastro di ripulitura. BLKxxx Vuoto: questa cartuccia non contiene dati. UNKxxx o U@xxxx Sconosciuto: questa cartuccia non è identificabile. IMPxxx Importazione: fa riferimento ad una cartuccia che si trova in una stazione di immissione/ emissione della libreria nastro. SLTxxx Alloggiamento: fa riferimento alla cartuccia in base al numero di alloggiamento. Se la descrizione 12 IBM i: Soluzioni di memoria dell'unità è creata con il parametro GENCTGID impostato sulla modalità *SYSGEN, le cartucce nell'inventario della libreria nastro vengono visualizzate come SLT xxx dove xxx è il numero dell'alloggiamento. Confronto della memoria fuori linea Per decidere la forma adatta per l'utente, è importante comprendere le differenze tra le varie forme di supporto. Utilizzare la tabella fornita per determinare la forma preferita del supporto. Le forme più comuni di memoria fuori linea sono il supporto nastro e il supporto ottico. Nonostante il supporto ottico stia diventando più diffuso, il supporto nastro è quello più comune. Un'altra opzione che è possibile utilizzare è il supporto virtuale. È possibile utilizzare il supporto virtuale per eseguire il salvataggio su un'immagine virtuale, memorizzata sulle unità disco. Quindi, è possibile copiare tale immagine sul supporto o distribuirla sulla rete. La seguente tabella descrive alcune delle differenze: Caratteristica Confronto Accesso ai dati I supporti ottici e ottici virtuali forniscono un accesso casuale, mentre il nastro fornisce l'accesso ai dati in modo sequenziale. Capacità Il nastro con capacità inferiore dispone di una capacità simile al DVD-RAM, ma i nastri a capacità elevata e di livello medio hanno di solito una capacità da 10 a 50 volte superiore rispetto a quella ottica. Compressione Il sistema utilizza la compressione software per salvare i dati compressi nel supporto ottico. Questo processo utilizza un numero considerevole di risorse unità di elaborazione e può aumentare il tempo di salvataggio e di ripristino. La maggior parte delle unità supporto nastro utilizza la compressione hardware, di solito più veloce. Costo Poiché è possibile memorizzare un'ampia quantità di dati sul nastro, quest'ultimo ha un costo inferiore per GB. Velocità di trasferimento dati Le velocità di trasferimento dati per il nastro tendono ad essere molto più elevate rispetto al supporto ottico, in particolar modo se si utilizza la compressione dell'unità nastro. Numero di passaggi o montaggi del supporto Il supporto ottico può essere montato ovunque da 50000 a 1 milione di volte, a seconda del tipo di supporto utilizzato. Il numero di passaggi del supporto supportato dal nastro varia, ma è di solito inferiore rispetto al supporto ottico. Riutilizzo No tutti i supporti ottici sono riscrivibili. Alcuni supporti ottici sono supporti scrivibili una sola volta, il che significa che una volta scritti, non possono essere riutilizzati. Il nastro è riutilizzabile. Concetti correlati: “Memoria ottica” a pagina 72 Utilizzare le informazioni descritte come panoramica e guida di riferimento per il supporto ottico IBM per un sistema con sistema operativo IBM i. Per memoria ottica si intende qualsiasi metodo di memorizzazione che utilizza un laser per memorizzare e richiamare i dati da un supporto ottico. Soluzioni di memoria 13 Pianificazione per una soluzione nastro Sono disponibili molte considerazioni necessarie per fornire una soluzione nastro. Informazioni correlate: Tapes Supported on iSeries Gestione delle risorse nastro mediante BRMS BRMS (Backup, Recovery and Media Services) è un programma su licenza che consente di creare un approccio disciplinato per la gestione dei backup e di richiamare in modo ordinato i dati persi o danneggiati. L'utilizzo dell'automazione nastro e di BRMS consente di trarre diversi vantaggi. Riduzione dei costi operativi Per il funzionamento delle unità nastro è richiesta minore quantità di intervento manuale, perché la maggior parte delle operazioni del nastro sono automatiche e non presidiate. Miglioramento della disponibilità del sistema BRMS consente di rendere più semplici le operazioni di backup, riducendo il tempo necessario per le operazioni di backup e di montaggio del nastro. Riduzione delle perdite di capitale Le funzioni di archiviazione e richiamo consentono di incrementare la quantità di dati in linea (su disco) che è possibile spostare su supporti nastro meno costosi. Miglioramento dei servizi È possibile ottenere risposte più rapide e precise alle richieste relative ai nastri. È possibile controllare in modo più approfondito le operazioni di gestione dei nastri. Riduzione dei costi di gestione Le operazioni quotidiane, come la gestione delle capacità di nastri e dischi, diventano più automatiche e semplici. Informazioni correlate: Backup, Recovery, and Media Services Confronto delle soluzioni nastro Il sistema supporta varie unità a singolo nastro, caricatori automatici e librerie nastro. Confrontare le varie unità per una soluzione nastro. || | Nome prodotto | Unità singolo nastro | | | | | Sottosistema nastro IBM Magstar 3570 modello C00 Il modello C00 1 tipo di cartuccia 7 GB (21 GB 3570 è un'unità di compressi) per memoria cartuccia compatta e a capacità elevata. 7 MB al secondo (mbps) (15 mbps compressi) | | | | | | | Unità nastro esterna IBM 3580 Ultrium Il 3580 rappresenta un'unità nastro esterna conforme alle specifiche LTO (Linear Tape-Open). Ultrium 1: fino a 1 15 mbps (30 mbps compressi) 14 Descrizione IBM i: Soluzioni di memoria Supporti magnetici Memoria 1 tipo di cartuccia Ultrium 1: fino a 100 GB (200 GB compressi) Ultrium 2: fino a 200 GB (400 GB compressi) Trasferimento dati Ultrium 2: fino a 35 mbps (70 mbps compressi) Unità 1 | | Supporti magnetici Memoria Trasferimento dati Nome prodotto Descrizione | | | | | | | | || || | Unità nastro esterna IBM 3580 Ultrium Il 3580 rappresenta un'unità nastro esterna conforme alle specifiche LTO (Linear Tape-Open). LTO 4 e LTO 5 forniscono la codifica dati. | | | | || | Unità nastro IBM System Storage Enterprise 3592 4 tipi di cartuccia J1A: 300 GB (900 L'unità nastro 3592 fornisce sia GB compressi) un accesso rapido Dati 2 per cartuccia alla memoria sia 2 WORM una memoria a capacità elevata. | | | | | | | Unità nastro IBM System Storage Enterprise 3592 6 tipi di cartuccia L'unità nastro 3592 fornisce un Dati 3 accesso rapido alla memoria, alla 3 WORM memoria a capacità elevata e la codifica dati. | | | | | | | Unità nastro esterna VXA-2IBM 7206 Modello VX2 1 tipo di cartuccia Da 1 a 80 GB (160 6 mbps (12 mbps Il modello VX2 compressi) GB compressi) 7206 rappresenta per cartuccia un'alternativa conveniente e con capacità superiore alla tecnologia nastro DDS. | | | | Unità nastro esterna SLR5 QIC da 4 GB IBM 7207 Modello 122 Il modello 122 7207 è un'unità nastro da un quarto di pollice. | | | | | | | | | | Unità nastro esterna da 8mm IBM 7208 Modello 342 1 tipo di cartuccia 20 GB (40 GB Il modello 342 compressi) per 7208 è un'unità cartuccia nastro esterna. È compatibile con le versioni precedenti con capacità di lettura dei formati nastro da 7 GB, 5 GB e 2,3 GB da 8 mm. 2 tipi di cartuccia Ultrium 3: fino a 400 GB (800 GB Dati 1 compressi) Ultrium 3: fino a 80 mbps (160 mbps compressi) 1 WORM Ultrium 4: fino a 120 mbps (240 mbps compressi) Ultrium 4: fino a 800 GB (1600 GB compressi) Unità 1 Ultrium 5: fino a Ultrium 5: fino a 1500 GB (3000 GB 140 mbps (280 compressi) mbps compressi) J1A: 40 mbps (100 1 mbps compressi) E05: 700 GB (2100 E05: 100 mbps GB compressi) (250 mbps compressi) E06: 1000 GB E06: 120 mbps (3000 GB compressi) (250 mpbs compressi) 1 tipo di cartuccia 4 GB (8 GB compressi) per cartuccia 1 1 Da 1 a 380 KB per 1 secondo (kbps) (760 kbps compressi) Fino a 3.0 mbps (6 mbps compressi) 1 Soluzioni di memoria 15 | | Supporti magnetici Descrizione | | | | | | | | | | | Unità nastro esterna da 8mm IBM 7208 Modello 345 1 tipo di cartuccia 60 GB (150 GB L'unità 345 compressi) per modello 7208 è cartuccia un'unità nastro esterna. È compatibile con le versioni precedenti con capacità di lettura dei formati nastro da 7 GB, 5 GB e 2,3 GB da 8 mm. Fino a 12.0 mbps (20 mbps compressi) | Librerie nastro | | | | | | | | | | Sottosistema nastro IBM 3490E Modello F xx La serie 3490E F è Da 1 a 10 cartucce una famiglia di unità nastro streaming a elevata affidabilità e a prestazioni elevate. Può gestire da 1 a 10 nastri. Fino a 800 MB (2.4 GB compressi) per cartuccia Velocità sostenuta Da 1 a 4 fino a 6.8 mbps con una velocità burst SCSI massima di 20 mbps. | | | | | | | | | | | Libreria nastro IBM System Storage Enterprise 3494 Da 1 a 6240 Il modello 3494 cartucce rappresenta una soluzione di memoria flessibile. È possibile estenderlo da 1 a 16 frame di libreria e può gestire da 1 fino a 6240 nastri. Varia a seconda delle unità Varia a seconda delle unità Da 1 a 76 | | | | | | Sottosistema nastro IBM Magstar 3570 I modelli C01, C02, C11 e C12 3570 forniscono una soluzione di memoria nastro di livello medio. 20 cartucce 7 GB (21 GB compressi) 7 mbps (15 mbps compressi) C01 e C11: 1 | | | | | | | Server dati libreria nastri Magstar 3575 I modelli 3575 sono unità di memoria integrate e a capacità elevata disponibili come unità autonome. Da 1 a 324 cartucce (a seconda del modello) 7 GB Fino a 324 GB per Da 1 a 6 (a ora seconda del modello) | | | | | | | | Caricatore automatico nastro IBM System Storage LTO Ultrium 3581 Il modello 3581 è una soluzione di automazione conforme alle specifiche LTO. Da 1 a 7 cartucce Fino a 100 GB (200 GB compressi) per cartuccia. Fino a 15 mbps (30 mbps compressi) 16 IBM i: Soluzioni di memoria Memoria Trasferimento dati Nome prodotto Memoria totale di 700 GB (1,4 TB compressi). Unità 1 C02 e C12: 2 1 | | Nome prodotto Descrizione | | | | | Caricatore automatico nastro IBM System Storage LTO Ultrium 35812U Il modello 35812U Da 1 a 8 cartucce è una soluzione di automazione conforme alle specifiche LTO. | | | | | | | | | | Libreria nastro IBM System Storage LTO Ultrium 3582 Il modello 3582 è una soluzione ideale di automazione per la gestione delle necessità di memoria di ambienti di piccole o medie dimensioni. | | | | | | | | | | | | | Libreria nastro IBM System Storage Ultrium 3583 Scalable 18, 36, 54 o 72 Il modello 3583 soddisfa un'ampia cartucce gamma di requisiti di memoria dati per backup, archiviazioni e ripristini di emergenza. È conforme alle specifiche LTO (Linear Tape-Open). | | | | | | | | | | | | | | Libreria nastro IBM System Storage TS3100 e TS3200 I modelli TS3100 e TS3200 soddisfano un'ampia gamma di requisiti di memoria dati per backup, archiviazioni e ripristini di emergenza. Sono conformi alle specifiche LTO (Linear Tape-Open). | | | | | | | | | | | | | Libreria nastro IBM System Storage TS3310 Il modello TS3310 soddisfa un'ampia gamma di requisiti di memoria dati per backup, archiviazioni e ripristini di emergenza. È conforme alle specifiche LTO (Linear Tape-Open). Supporti magnetici Memoria Trasferimento dati Varia a seconda delle unità Varia a seconda delle unità 1 Varia a seconda delle unità Varia a seconda delle unità Da 1 a 2 Varia a seconda delle unità Varia a seconda delle unità Da 1 a 6 Da 24 a 48 cartucce (a seconda del modello) Varia a seconda delle unità Varia a seconda delle unità Da 1 a 4 (a seconda del modello) Da 36 a 402 cartucce (a seconda del modello) Varia a seconda delle unità Varia a seconda delle unità Da 1 a 18 (a seconda del modello) Da 1 a 34 cartucce Unità Soluzioni di memoria 17 | | Supporti magnetici Nome prodotto Descrizione | | | | | | | | | | | | Libreria nastro IBM System Storage TS3400 Il modello TS3400 18 alloggiamenti cartucce fornisce una soluzione nastro di classe superiore che consente di raggiungere livelli più elevati di prestazioni e affidabilità con unità nastro di tipo 3592. | | | | | | | | | | | | | Libreria nastro IBM System Storage TS3500 Il modello TS3500 soddisfa un'ampia gamma di requisiti di memoria dati per backup, archiviazioni e ripristini di emergenza. È conforme alle specifiche LTO (Linear Tape-Open). | | | | | | | | | | | | | Sistema nastro IBM System Storage Enterprise 3590 Il modwello 3590 Da 1 a 10 cartucce rappresenta una soluzione nastro di classe superiore che consente di raggiungere livelli più elevati di prestazioni e affidabilità di qualsiasi sottosistema nastro IBM. | | | | | | | | Caricatore automatico IBM 7329 SLR100 Il modello 7329 è un caricatore automatico di nastri a capacità elevata che può fornire backup non presidiati. Informazioni correlate: Tapes Supported on iSeries Tape Offerings 18 IBM i: Soluzioni di memoria Da 58 a 6881 cartucce (a seconda del modello) Da 1 a 8 cartucce Memoria Trasferimento dati Varia a seconda delle unità Varia a seconda delle unità 1o2 Varia a seconda delle unità Varia a seconda delle unità Da 1 a 192 (a seconda del modello) Fino a 60 GB (180 Fino a 14 mbps GB compressi) per cartuccia Unità 1 Fino a 50 GB (100 5 mbps (10 mbps) 1 GB compressi) per cartuccia Compatibilità tra unità nastro e cartuccia DAT Sono fornite la capacità e le funzioni di lettura/scrittura per il tipo di supporto. Tabella 1. Tipo di supporto, numero parte della cartuccia, capacità e velocità di trasferimento dati Tipo di supporto Numero parte della cartuccia Capacità Velocità di trasferimento dati DDS1 21F8754 2 GB DDS2 8191151 4 GB DDS3 59H3465 12 GB DDS4 59H4456 20 GB 3MB/s DAT72 18P7912 36 GB 3MB/s DAT160 23R5635 80 GB 6MB/s DAT320 46C1936 160 GB 12MB/s Cartuccia di verifica DAT72 19P4879 Cartuccia di verifica DAT160 19P4880 Cartuccia di verifica DAT 320 18P6484 Cartuccia di ripulitura DAT72 35L1044 Cartuccia di ripulitura DAT160 59H2678 Cartuccia di ripulitura DAT320 Nota: le unità nastro DDS1, DDS2, DDS3 e DDS4 non sono supportate da IBM i Tabella 2. Funzioni di lettura/scrittura Tipo di supporto DAT72 DAT160 DAT320 DDS1 DDS2 DDS3 L/S DDS4 L/S L/S DAT72 L/S L/S DAT160 L/S DAT 320 Cartuccia di verifica DAT72 Cartuccia di verifica DAT160 Cartuccia di verifica DAT320 L/S L/S L/S L/S L/S Concetti correlati: “Ripulitura delle unità nastro DAT” a pagina 56 Eseguire la ripulitura della testina sulle unità nastro DAT dopo 8 ore di movimento del nastro quando si utilizzano le cartucce nastro IBM. Altri supporti nastro potrebbero richiedere una ripulitura più frequente. Soluzioni di memoria 19 Compatibilità unità nastro e cartuccia otto millimetri Sono fornite la capacità e le funzioni di lettura/scrittura per il tipo di supporto. Tabella 3. Tipo di supporto, capacità e formato Tipo di supporto Numero parte della cartuccia Capacità Formato X6 62m 24R2134 20 GB VXA2/VXA3 X10 124m 24R2136 40 GB VXA2/VXA3 X23 230m 24R2137 80 GB VXA2VXA2/VXA3 Cartuccia di verifica X6 62m 24R2135 20 GB VXA2VXA2/VXA3 Cartuccia di ripulitura X 24R2138 80 GB V6 62m 19P4878 20 GB VXA2 V17 170m 19P4877 59 GB VXA2 V23 230m 19P4876 80 GB VXA2VXA2/VXA3 Cartuccia di verifica V6 62m 19P4879 20 GB VXA2 Cartuccia di ripulitura V 19P4880 20 GB AME 225m con Smart Clean 18P6484 60 GB FMT60GB AME 150m con Smart Clean 09L5323 40 GB FMT60GB AME 75m con Smart Clean 35L1044 20 GB FMT60GB 170m AME 59H2678 45 GB FMT60GB 125m AME 30 GB FMT60GB AME 45m 12 GB FMT60GB AME 22m 5.5 GB FMT60GB AME 170m 20 GB FMT20GB 125m AME 14 GB FMT20GB AME 45m 5.6 GB FMT20GB AME 22m 2.6 GB FMT20GB 160m 7 GB FMT7GB 112m 5 GB, 2.3 GB FMT5GB 112m FMT2GB Cartuccia di pulitura M1/M2 35L1409 Cartuccia di ripulitura 16G8467 Tabella 4. Funzioni di lettura/scrittura Tipo di supporto VXA320 VXA-2 X6 62m L/S L/S X10 124m L/S L/S X23 230m L/S L/S 20 IBM i: Soluzioni di memoria 6390 7208002 72087208-012 222 7208232 72087208-234 342 7208345 Tabella 4. Funzioni di lettura/scrittura (Continua) VXA320 VXA-2 Cartuccia di verifica X6 62m L/S L/S Cartuccia di ripulitura X X Tipo di supporto V6 62m L/S V17 170m L/S V23 230m L/S 6390 7208002 72087208-012 222 7208232 72087208-234 342 7208345 L/S Cartuccia di verifica V6 62m L/S Cartuccia di ripulitura V X AME 225m con Smart Clean L/S AME 150m con Smart Clean L/S AME 75m con Smart Clean L/S AME 170m (FMT60GB) L/S AME 125m (FMT60GB) L/S AME 45m (FMT60GB) L/S AME 22m (FMT60GB) L/S AME 170m (FMT20GB) L/S S/L AME 125m (FMT20GB) L/S S/L AME 45m (FMT20GB) L/S S/L AME 22m (FMT20GB) L/S S/L 160m L/S 112m (FMT5GB) L/S 112m L/S L/S L/S L/S S/L L/S L/S L/S L/S S/L L/S L/S L/S L/S S/L Cartuccia di ripulitura M1/M2 Cartuccia di ripulitura Concetti correlati: “Ripulitura delle unità nastro da otto millimetri” a pagina 57 Le unità nastro da otto millimetri conteggiano il numero di ore di movimento del nastro ed indicano il momento in cui è necessario ripulire l'unità nastro mediante un messaggio e mediante l'attivazione dell'indicatore luminoso dello stato di errore. Soluzioni di memoria 21 Compatibilità unità nastro e cartuccia da un quarto di pollice Sono fornite la capacità e le funzioni di lettura/scrittura per il tipo di supporto. Tabella 5. Tipo di supporto, numero parte della cartuccia, capacità e velocità di trasferimento dati Tipo di supporto Numero parte della cartuccia Capacità Velocità di trasferimento dati SLR100-50GB 35L0968 50 GB 5 Mbps SLR60-37.5GB 24R0146 37.5 GB 4-5 Mbps SLR60-30GB 19P4209 30 GB 4-5 Mbps SLR100-5GB 35L0661 5 GB 4-5 Mbps SLR5-4GB 59H3660 4 GB 0.4 Mbps MLR3-25GB 59H4128 25 GB 2 Mbps MLR1-16GB 59H4175 16 GB 1.5 Mbps MLR1-13GB Non più disponibile 13 GB 1.5 Mbps MLR1-2GB 35L0589 2 GB 1.5 Mbps DC9250 16G8436 2.5 GB 0.3 Mbps DC9120 21F8730 1.2 GB 0.3 Mbps DC6525 21F8697 0.5 GB 0.2 Mbps DC6150 21F8578 0.1 GB 0.1 Mbps Se il formato QIC (quarter-inch cartridge) e la cartuccia nastro non sono compatibili, viene visualizzato un messaggio di errore. Gli errori possono verificarsi per le seguenti condizioni: v Quando si seleziona un formato QIC che non può essere scritto sul nastro. Ad esempio, viene inserita una cartuccia nastro DC6150 e specificato un formato QIC1000. v Quando si tenta di utilizzare una cartuccia nastro ad alta densità in un'unità nastro a bassa densità. Ad esempio, si prova ad utilizzare una cartuccia SLR5-4 GB in un'unità nastro 6381. v Quando si tenta di aggiungere un file e viene selezionato un formato QIC diverso dal formato registrato precedentemente sul nastro. Ad esempio, viene inserita una cartuccia nastro registrata in formato QIC525 e specificato un formato QIC120. Tabella 6. Capacità di lettura/scrittura e sola/lettura Tipo di supporto QIC-120 QIC-525 QIC-100 QIC2GB QIC2GB (DC) 4/8GB SLR5 QIC4GB-DC MLR1 QIC5010-DC MLR1-S QIC5010-DC MLR3 SLR60 SLR100 L/S SLR10050GB (35L0968) Capacità potenziata SLR60 L/S L/S SLR6030GB L/S L/S SLR1005GB L/S L/S L/S L/S L/S MLR325GB MLR116GB L/S L/S L/S L/S S/L MLR113GB L/S L/S L/S L/S S/L 22 IBM i: Soluzioni di memoria Tabella 6. Capacità di lettura/scrittura e sola/lettura (Continua) Tipo di supporto QIC-120 QIC-525 QIC-100 QIC2GB QIC2GB (DC) 4/8GB SLR5 QIC4GB-DC MLR12GB SLR5-4GB DC9250 (formato nastro QIC-2DC) L/S DC9250 (formato nastro QIC-2GB) DC9120 DC6525 DC6150 L/S MLR1 QIC5010-DC MLR1-S QIC5010-DC MLR3 SLR60 SLR100 L/S L/S L/S L/S S/L S/L L/S S/L S/L S/L L/S L/S S/L S/L S/L L/S L/S S/L S/L S/L L/S L/S L/S L/S L/S L/S L/S L/S L/S L/S L/S L/S L/S L/S L/S L/S L/S L/S Concetti correlati: “Ripulitura delle unità nastro da un quarto di pollice” a pagina 55 Per le unità nastro da un quarto di pollice, pulire la testina ogni 8 ore di movimento del nastro quando si utilizzano le cartucce nastro IBM. Altri supporti nastro potrebbero richiedere una ripulitura più frequente. Compatibilità unità nastro e cartucce mezzo pollice e Magstar MP Sono fornite le unità nastro e la compatibilità delle cartucce mezzo pollice e Magstar MP. È necessario prendere in considerazione le linee guida sulla compatibilità quando si utilizzano cartucce e unità nastro 3592. Tabella 7. Tipo di supporto, numero parte e capacità Tipo di supporto Numero parte Capacità nativa JC Advanced Data 46X7452 4000 GB (GEN4) JY Advanced WORM 46X7454 4000 GB (GEN4) JK Advanced Economy 46X7453 500 GB (GEN4) JB Extended Data 23R9830 1600 GB (GEN4) 1000 GB (GEN3) 700 GB (GEN2) JX Extended WORM 23R9831 1600 GB (GEN4) 1000 GB (GEN3) 700 GB (GEN2) JA Data 18P7534 640 GB (GEN3) 500 GB (GEN2) 300 GB (GEN1) JJ Economy 24R0316 128 GB (GEN3) 100 GB (GEN2) 60 GB (GEN1) Soluzioni di memoria 23 Tabella 7. Tipo di supporto, numero parte e capacità (Continua) Tipo di supporto Numero parte Capacità nativa JW Worm 18P7538 640 GB (GEN3) 500 GB (GEN2) 300 GB (GEN1) JR Economy WORM 24R0317 128 GB (GEN3) 100 GB (GEN2) 60 GB (GEN1) Cartucce di ripulitura 18P7535 Tabella 8. Funzioni di lettura/scrittura Unità nastro Cartuccia JC/JK/JY Cartuccia JB/JX Cartuccia JA/JJ/JW/JR Unità nastro 3592-E07 (GEN4) L/S L/S S/L Unità nastro 3592-E06 (GEN3) L/S L/S Unità nastro 3592-E05 (GEN2) L/S L/S Unità nastro 3592-J1A (GEN1) L/S Unità nastro Numero parte della cartuccia Capacità Compressione Lunghezza 3590 05H4434 10 GB 20 GB 30 GB 30 GB 60 GB 90 GB 320 m (1050 ft) 05H3188 20 GB 40 GB 60 GB 60 GB 120 GB 180 GB 634 m (2070 ft) 2.4 GB 05H3302 08l6091 3490E 09G4494 800 MB 335 m (1000 ft) 3480 4479753 200 MB 3570 05H2462 5 GB 15 GB 547 ft (167 m) 7 GB 21 GB 227 m (745 ft) 175 m (575 ft) 08L6187 08L6663 Concetti correlati: “Ripulitura delle unità nastro da mezzo pollice” a pagina 57 Per la ripulitura delle unità nastro da mezzo pollice sono disponibili metodi specifici. Compatibilità unità nastro e cartucce LTO Vi sono linee guida sulla compatibilità da considerare quando si utilizzano le cartucce e le unità nastro Ultrium LTO (Linear Tape Open). Tabella 9. Tipo di supporto, numero parte e capacità Tipo di supporto Numero parte Capacità nativa LTO Ultrium 6 00V7590 2.5 TB LTO Ultrium 6 WORM 00V7591 2.5 TB LTO Ultrium 5 46X1290 1.5 TB 24 IBM i: Soluzioni di memoria Tabella 9. Tipo di supporto, numero parte e capacità (Continua) Tipo di supporto Numero parte Capacità nativa LTO Ultrium 5 WORM 46X1293 1.5 TB LTO Ultrium 4 95P4436 800 GB LTO Ultrium 4 WORM 95P4450 800 GB LTO Ultrium 3 24R1922 400 GB LTO Ultrium 3 WORM 96P1203 400 GB LTO Ultrium 2 08L9870 200 GB LTO Ultrium 1 08L9120 100 GB Cartuccia di ripulitura Ultrium Universal 35L2086 Tabella 10. Funzioni di lettura/scrittura Cartuccia LTO Cartuccia LTO Cartuccia LTO Cartuccia LTO Cartuccia LTO Cartuccia LTO Ultrium 6 Ultrium 5 Ultrium 4 Ultrium 3 Ultrium 2 Ultrium 1 Unità nastro L/S LTO Ultrium 6 L/S S/L Unità nastro LTO Ultrium 5 L/S L/S S/L L/S L/S S/L L/S L/S S/L L/S L/S Unità nastro LTO Ultrium 4 Unità nastro LTO Ultrium 3 Unità nastro LTO Ultrium 2 Unità nastro LTO Ultrium 1 L/S Concetti correlati: “Ripulitura delle unità nastro LTO Ultrium” a pagina 58 Tutte le unità nastro IBM Ultrium sono dotate di un dispositivo di ripulitura integrato che spazzola la testina durante il caricamento e lo scaricamento di una cartuccia. Inoltre, ciascuna unità dispone di una procedura di ripulitura utilizzando una cartuccia di ripulitura speciale. Più prodotti IBM i che condividono una libreria nastro Più sistemi possono condividere una libreria nastro. La libreria nastro 3494 Enterprise IBM System Storage può essere condivisa da vari sistemi, fino a un massimo di 32 sistemi. Ogni sistema richiede una linea di comunicazione e un collegamento all'unità nastro. Con BRMS che controlla la libreria nastro 3494, le cartucce nell'ambito della libreria possono essere condivise tra i sistemi collegati quando si utilizza la funzione di inventario supporto comune di BRMS. Soluzioni di memoria 25 Figura 5. Sistemi che condividono una libreria nastro 3494 Più librerie nastro collegate ad una partizione È possibile collegare ad una partizione più librerie nastro. Ogni libreria nastro deve avere almeno un'unità nastro connessa alla partizione. Per le librerie nastro 3494 deve essere presente almeno un percorso di comunicazione con il sistema. Per le altre librerie nastro, almeno una delle unità collegate deve essere configurata come unità percorso di controllo. BRMS (Backup, Recovery, e Media Services) fornisce il supporto per più librerie nastro collegate ad una singola partizione. Più unità nastro in una libreria nastro I sistemi di dimensioni maggiori possono ridurre la durata dei backup suddividendo l'operazione in più operazioni di salvataggio simultanee su più unità. Non tutte le connessioni tra una partizione e un'unità libreria nastro sono valide. Un sistema singolo può essere connesso a più unità nastro. Tuttavia, una partizione singola nel sistema non può essere connessa più volte alla stessa unità nastro, in quanto ciò crea un conflitto del numero di serie e provoca malfunzionamenti nelle unità. Tale scenario può risultare evidente durante un IPL. 26 IBM i: Soluzioni di memoria Figura 6. Configurazione supportata Soluzioni di memoria 27 Figura 7. Configurazione non supportata Configurazione di piattaforme diverse con la libreria nastro 3494 Enterprise La libreria nastro 3494 Enterprise IBM System Storage può essere condivisa dai sistemi IBM i, System p e ES/9000 per un totale di 16 sistemi. I prodotti IBM i possono condividere le cartucce nella libreria. Gli altri sistemi possono condividere la libreria partizionando la libreria nastro 3494 ed è possibile assegnare le singole cartucce ad un processore particolare. Questa operazione viene eseguita assegnando ogni cartuccia ad una categoria. Installazione delle unità nastro autonome Le istruzioni per l'installazione e la configurazione delle unità nastro variano in base al modello di IBM i di cui si dispone e al tipo di unità nastro che si sta installando. Informazioni correlate: Tape Storage Publications Condivisione delle unità nastro tra le partizioni È possibile assegnare un'unità nastro autonoma ad una partizione oppure lasciare un'unità nastro non assegnata e condividerla tra le partizioni. È possibile scegliere se si desidera assegnare l'unità nastro autonoma ad una partizione quando l'unità nastro è attivata. Assegnando un'unità nastro, quest'ultima viene riservata specificatamente per una 28 IBM i: Soluzioni di memoria partizione. Se non viene assegnata, più partizioni possono condividere l'unità. Per poter essere condivisa, un'unità deve disporre di più porte o deve essere collegata tramite una SAN. Nota: se un nastro SAS o un'unità libreria sono condivisi tra le partizioni, l'esecuzione dell'IPL dell'adattatore o della partizione interromperà qualsiasi operazione utilizzi l'unità dall'altra partizione, anche se l'unità è assegnata all'altra partizione. Per assegnare un'unità nastro a un sistema, effettuare le seguenti operazioni. 1. Utilizzare il comando WRKDEVD *TAP (Gestione descrizione unità) per gestire la descrizione dell'unità nastro. 2. Selezionare 8 (Gestione stato) per visualizzare lo stato unità corrente. Se l'unità è attivata, dovrà essere disattivata prima di poter modificare il valore di assegnazione. Utilizzare l'opzione 2 (Disattivazione) per disattivare l'unità nastro, se necessario. 3. Selezionare 2 (Modifica) per l'unità nastro che si desidera utilizzare ed immettere *YES per il parametro Assegnazione unità ad attivazione. 4. Selezionare 8 (Gestione stato) ed utilizzare l'opzione 1 (Attivazione) per attivare l'unità nastro. Se l'unità nastro viene utilizzata da un'altra partizione, viene visualizzato un messaggio che indica che l'unità nastro è stata assegnata altrove. Prima di poter essere attivata in una nuova partizione, l'unità nastro deve essere disattivata nell'altra partizione. Per lasciare un'unità nastro non assegnata, effettuare le seguenti operazioni. 1. Utilizzare il comando WRKDEVD *TAP (Gestione descrizione unità) per gestire la descrizione dell'unità nastro. 2. Selezionare 8 (Gestione stato) per visualizzare lo stato unità corrente. Se l'unità è attivata, dovrà essere disattivata prima di poter modificare il valore di assegnazione. Utilizzare l'opzione 2 (Disattivazione) per disattivare l'unità nastro, se necessario. 3. Selezionare 2 (Modifica) per l'unità nastro che si desidera utilizzare ed immettere *NO per il parametro Assegnazione unità ad attivazione. 4. Selezionare 8 (Gestione stato) ed utilizzare l'opzione 1 (Attivazione) per attivare l'unità nastro. Un'unità nastro non assegnata può essere in stato Attivata su più partizioni contemporaneamente, ma solo una partizione può utilizzare attivamente l'unità. Configurazione dell'indirizzo SCSI per le unità nastro mezzo pollice e Magstar MP Configurare l'indirizzo SCSI (Small Computer System Interface) per le unità nastro mezzo pollice e Magstar MP. Per un'unità nastro 34xx o 35xx collegata a un adattatore IOA (input/output adapter), è necessario impostare l'indirizzo SCSI su 0 quando l'unità è utilizzata per un IPL (initial program load). L'indirizzo SCSI può essere impostato su qualsiasi indirizzo tranne 7 quando l'unità non viene utilizzata per un IPL. Per un'unità nastro 34xx collegata ad un processore IOP di tipo 2644, è necessario impostare l'indirizzo dell'unità di controllo su 7. L'indirizzo dell'unità deve essere impostato su 0 quando l'unità è utilizzata per un IPL. È possibile utilizzare l'indirizzo 8 quando non sono presenti unità nell'indirizzo 0. È possibile impostare l'unità di controllo e l'unità su qualsiasi valore quando l'unità non viene utilizzata per un IPL. Installazione delle librerie nastro Quando si installano le librerie nastro, il sistema configura automaticamente e attiva una libreria nastro collegata. Concetti correlati: Soluzioni di memoria 29 “Impostazione di una libreria nastro come unità IPL alternativo” a pagina 45 Utilizzare le unità in una libreria nastro per un IPL (initial program load) alternativo quando sono collegate ad un processore IOP (input/output processor) e ad un adattatore IOA (input/output adapter) in una posizione che supporta un IPL alternativo. Informazioni correlate: IBM System Storage and TotalStorage products Support 3494 Tape Library Magstar 3570 Tape Subsystem Magstar 3575 Tape Library Dataserver IBM 3581 Ultrium Tape Autoloader IBM 3583 Ultrium Scalable Tape Library IBM 3584 UltraScalable Tape Library 3590 Enterprise Tape System TS3100 Tape Library Express Model TS3200 Tape Library Express Model TS3310 Tape Library TS3400 Tape Library Configurazione delle librerie nastro Dopo avere impostato la libreria nastro ed averla collegata alla partizione, la partizione la configura automaticamente. Se si modifica la configurazione fisica o logica di una libreria nastro, sarà necessario eseguire nuovamente l'IPL di tutti gli IOP collegati o spegnere e accendere tutti gli IOA collegati, in modo che la partizione IBM i possa eseguire nuovamente la configurazione della libreria nastro. A causa di questo requisito, le unità libreria nastro e le unità disco non devono essere sullo stesso IOA. Il sistema crea una descrizione dell'unità denominata TAPMLB xx, dove xx è il numero di descrizione dell'unità successivo disponibile e configura ogni risorsa nastro associata (MLBRSC) e descrizioni unità nastro (TAP xx). Il sistema crea descrizioni unità nastro per ogni risorsa nastro. Tali descrizioni unità nastro sono utilizzate per le operazioni autonome per il servizio e quando la libreria nastro è in modalità autonoma, automatica (sequenziale) o manuale. Requisiti di configurazione: 1. Una descrizione unità nastro è obbligatoria per ogni risorsa unità affinché l'unità libreria nastro funzioni correttamente. 2. È possibile collegare un massimo di 32 unità da una libreria logica ad una partizione IBM i. 3. Quando la libreria nastro è collegata tramite un adattatore I/E con un IOP, o quando sono in esecuzione release precedenti a IBM i 7.1, le unità con capacità diverse all'interno della stessa libreria nastro devono essere collegate a IOA separati oppure è necessario partizionare la libreria nastro in modo che ciascun tipo di unità si trovi in una partizione logica separata. Quando è in esecuzione IBM i 7.1 o successivo con una configurazione senza IOP, le unità con capacità diverse possono essere collegate allo stesso IOA. Deve essere definita almeno un'unità percorso di controllo per ciascun tipo di unità. Sarà presente una descrizione dell'unità libreria nastro separata creata per ogni tipo di unità nastro nell'ambito della libreria nastro. 4. Se più unità libreria nastro sono collegate ad un adattatore IOA SCSI con più porte, ciascuna unità libreria e unità collegata allo stesso adattatore IOA deve avere un indirizzo SCSI univoco. 30 IBM i: Soluzioni di memoria 5. Le unità libreria nastro e le unità nastro non possono avere più connessioni alla stessa partizione IBM i. 6. Quando è in esecuzione IBM i 6.1 e una configurazione senza IOP, deve essere presente almeno un'unità percorso di controllo per IOA. Non è consigliabile avere più unità percorso di controllo. Tutti i supporti nella libreria nastro devono avere un'etichetta con codice a barre. Il numero massimo di elementi in una libreria logica è limitato a 5000. 7. Quando è in esecuzione IBM i 6.1.1 con una configurazione senza IOP e la PTF MF50093 applicata, deve essere presente almeno un'unità percorso di controllo per porta IOA. Non è consigliabile avere più unità percorso di controllo. Il numero massimo di elementi in una libreria logica è limitato a 5000, a meno che non vengano applicate le PTF MF55406 e MF50093. La PTF MF55406 abilita il supporto per le unità libreria nastro con un massimo di 15.000 elementi di memoria. 8. Quando è in esecuzione IBM i 7.1 con una configurazione senza IOP, deve essere presente almeno un'unità percorso di controllo per porta IOA. È possibile collegare più unità percorso di controllo alla stessa porta IOA e se un'unità percorso di controllo ha esito negativo, le operazioni della libreria passeranno automaticamente ad utilizzare un'unità percorso di controllo diversa. Il numero massimo di elementi in una libreria logica è limitato a 5000, a meno che non venga applicata la PTF MF55409. La PTF MF55409 abilita il supporto per le unità libreria nastro con un massimo di 15.000 elementi di memoria. 9. Se un'unità TS7610/TS7650 (ProtecTIER) verrà utilizzata per un'unità IPL alternativa (modalità D), può essere visibile una sola unità sull'adattatore come unità di riavvio alternativa. Per preparare all'utilizzo una libreria nastro diversa da una libreria nastro 3494, effettuare le operazioni riportate di seguito. 1. Verificare che la libreria nastro sia impostata sulla modalità casuale o libreria. In caso contrario, utilizzare il pannello dell'unità o l'interfaccia GUI per impostare la modalità corretta. 2. Nell'interfaccia basata sui caratteri, immettere WRKMLBSTS e premere Invio. Questo comando consente di gestire lo stato dell'unità. 3. Nel campo dell'opzione accanto a ogni risorsa, selezionare l'opzione 4 (ASSEGNATA) o l'opzione 5 (NON PROTETTA) e premere Invio. Questa operazione rende la risorsa disponibile per la libreria nastro. 4. Aggiungere cartucce alla libreria nastro. Per ulteriori informazioni, consultare la documentazione relativa all'applicazione di gestione del supporto o “Come rendere le cartucce disponibili per l'inventario della libreria nastro” a pagina 47. La libreria nastro 3494 supporta le connessioni a più unità nastro 3490, 3590 e 3592 nella stessa unità fisica. Quando il sistema configura tali unità, crea una descrizione dell'unità univoca per ogni tipo di unità nastro nella libreria nastro 3494 fisica. Quando viene modificata qualsiasi descrizione dell'unità, tutte le unità di quel tipo in tale libreria nastro 3494 saranno associate ad essa. Per preparare all'utilizzo una libreria nastro 3494, effettuare le operazioni riportate di seguito. 1. Verificare che la libreria nastro sia impostata sulla modalità automatica. In caso contrario, utilizzare il pannello dell'unità per impostarla sulla modalità automatica. 2. Creare un collegamento dati per una libreria nastro 3494. La creazione di un collegamento dati definisce la linea di comunicazione associata alla libreria nastro. 3. Nella riga comandi, immettere WRKMLBSTS e premere Invio. Ciò consente di gestire lo stato dell'unità. 4. Nel campo dell'opzione accanto a ogni risorsa, immettere l'opzione 4 (ASSEGNATA) o l'opzione 5 (NON PROTETTA) e premere Invio. Tali opzioni rendono la risorsa disponibile per la libreria nastro. 5. Aggiungere cartucce alla libreria nastro. Attività correlate: “Come rendere le cartucce disponibili per l'inventario della libreria nastro” a pagina 47 Prima di poter utilizzare la libreria nastro, è necessario che i supporti siano caricati e disponibili. Soluzioni di memoria 31 “Riassegnazione delle cartucce quando si modifica il nome del sistema” a pagina 44 Quando il nome del sistema viene modificato, è necessario riassegnare le cartucce. Aggiunta di una libreria nastro ad una LAN Eseguire queste operazioni per aggiungere una LAN alla libreria. Per aggiungere l'host LAN alla libreria nastro 3494, sono necessarie le informazioni di connessione LAN dal sistema. Per ricevere tali informazioni, utilizzare il seguente comando: DSPLANMLB LIND(TRNLINE) OUTPUT(*) Il comando visualizza le informazioni seguenti. Campo Descrizione Protocollo di comunicazione APPC Nome programma di transazione host QMLD/QMLDSTRCC Identificativo rete host APPN Nome ubicazione host SYSNAME Indirizzo adattatore host 0123456789AB Aggiungere l'host LAN alla libreria nastro 3494 mediante il protocollo di comunicazione fornito dal comando DSPLANMLB (Visualizzazione libreria supporti magnetici LAN). Se si ridenomina il nome predefinito dell'ubicazione o il nome del punto di controllo locali sul sistema, viene modificato il tipo di protocollo di comunicazione utilizzato. È necessario riavviare la libreria nastro 3494 per rendere effettive tali modifiche. Concetti correlati: “Creazione di un collegamento dati” È necessario creare una linea di comunicazione tra la libreria nastro e il gestore libreria. Creazione di un collegamento dati È necessario creare una linea di comunicazione tra la libreria nastro e il gestore libreria. La libreria nastro 3494 richiede una linea di comunicazione per le funzioni del gestore libreria. La linea di comunicazione può essere asincrona RS-232 (ASYNC), LAN o TCP/IP. Prima di poter attivare la libreria nastro 3494, è necessario specificare la linea di comunicazione nel parametro ROBOTDEV o ROBOTHOST nella descrizione dell'unità libreria nastro. Per creare il collegamento dati tra la libreria nastro e il gestore libreria, utilizzare il comando CFGDEVMLB (Configurazione unità libreria dei supporti). Tale comando utilizza i parametri di immissione necessari per configurare e collegare la linea di comunicazioni alla descrizione dell'unità libreria nastro e tenta di attivare la libreria nastro. Note: 1. Per utilizzare la connessione LAN, è necessario anche aggiungere l'host LAN al Gestore libreria 3494. Per istruzioni complete, consultare la documentazione 3494. 2. Se nella libreria nastro 3494 è installata l'opzione ad alta disponibilità in modo che la libreria nastro 3494 possa utilizzare due PC del Gestore libreria, è necessario configurare due linee di comunicazione, una per ogni PC del gestore libreria. Utilizzare una delle seguenti procedure per creare un collegamento dati. 32 IBM i: Soluzioni di memoria Creazione di una connessione RS-232 ASYNC Per configurare una connessione RS-232 ASYNC per comunicare con il Gestore libreria 3494, utilizzare il comando seguente: CFGDEVMLB DEV(TAPMLB01) ADPTTYPE(*RS232) RSRCNAME(CMN02) L'elenco di seguito illustra i dettagli di questo comando: DEV(TAPMLB01) Specifica il nome della descrizione dell'unità libreria nastro. ADPTTYPE(*RS232) Indica che questa libreria nastro è connessa attraverso una linea RS-232 ASYNC. RSRCNAME(CMN02) Specifica il nome risorsa della porta RS-232. Utilizzare il comando WRKHDWRSC (Gestione risorse hardware) con TYPE(*CMN) per determinare quale nome risorsa viene utilizzato. Nota: la linea RS-232 ASYNC, l'unità di controllo e le descrizioni unità saranno create come ONLINE(*NO). Non attivarle. Saranno attivate secondo le esigenze dal sistema operativo quando viene attivata la libreria nastro. Creazione di una connessione LAN mediante APPC Per configurare una connessione LAN per comunicare mediante APPC, utilizzare il comando seguente: CFGDEVMLB DEV(TAPMLB01) ADPTTYPE(*LAN) PROTOCOL(*APPC) LIND(TRNLINE) RMTLOCNAME(APPN.MLD01) ADPTADR(0123456789AB) L'elenco di parametri di seguito illustra i dettagli di questo comando: DEV(TAPMLB01) Specifica il nome della descrizione unità MLB (libreria dei supporti). ADPTTYPE(*LAN) Indica che tale MLB è collegata attraverso una linea LAN. PROTOCOL(*APPC) Specifica che l'APPC sarà utilizzato come protocollo delle comunicazioni per la connessione LAN alla libreria nastro 3494. LIND(TRNLINE) Specifica il nome descrizione della linea per la linea LAN utilizzata. Utilizzare il comando WRKCFGSTS (Gestione stato della configurazione) CFGTYPE(*LIN) per visualizzare l'elenco di descrizioni della linea LAN valide. La descrizione della linea per la LAN deve essere creata prima di utilizzare il comando CFGDEVMLB (Configurazione unità libreria dei supporti). RMTLOCNAME(APPN.MLD01) Fa riferimento al nome del Gestore libreria connesso attraverso la linea LAN. È del formato nnnnnnnn.cccccccc dove nnnnnnnn è l'identificativo di rete e cccccccc è il nome dell'ubicazione remota. Se l'identificativo di rete non viene specificato, utilizzare DSPNETA (Visualizzazione attributi di rete) per determinare il valore predefinito. Ottenere questo parametro dalla console del Gestore libreria 3494 utilizzando le opzioni del menu, le opzioni LAN e le informazioni LM LAN. ADPTADR(0123456789AB) Specifica l'indirizzo dell'adattatore LAN del Gestore libreria. È possibile ottenere il parametro dalla console del gestore libreria 3494 selezionando quanto segue: v Comandi v Opzioni LAN v Informazioni LM LAN Soluzioni di memoria 33 Note: 1. Il programma di transazione LAN resta come QMLD/QMLDSTRCC ed è contenuto nel LIC (Licensed Internal Code). 2. Per APPC, ogni router tra il sistema e la libreria nastro 3494 deve consentire il traffico SNA. Per configurare una connessione LAN utilizzando APPC per comunicare con il Gestore libreria 3494, utilizzare il comando seguente: DSPLANMLB LIND(TRNLINE) OUTPUT(*) Per informazioni dettagliate sulla gestione di tali informazioni, consultare la sezione Aggiunta di una libreria nastro ad una LAN. Creazione di una connessione TCP/IP Per configurare una connessione LAN utilizzando TCP/IP per comunicare con il Gestore libreria 3494, utilizzare il comando seguente: CFGDEVMLB DEV(TAPMLB01) ADPTTYPE(*LAN) PROTOCOL(*TCP) ROBOTHOST(MLD01) LCLINTNETA(192.168.5.10) L'elenco di parametri di seguito illustra i dettagli di questo comando: DEV(TAPMLB01) Specifica il nome della descrizione della libreria dei supporti. ADPTTYPE(*LAN) Indica che tale libreria dei supporti è collegata attraverso una linea LAN. PROTOCOL(*TCP) Specifica che TCP/IP è utilizzato come protocollo delle comunicazioni per la connessione LAN alla libreria nastro 3494. ROBOTHOST(MLD01) Specifica il nome host TCP/IP per la libreria nastro 3494. Il nome host può essere un dominio completo e un nome host. LCLINTNETA(192.168.5.10) Specifica l'indirizzo Internet locale dell'interfaccia che si sta collegando al Gestore libreria 3494. Quando è necessario avviare TCP/IP per utilizzare la libreria nastro 3494, il sistema avvia l'indirizzo dell'interfaccia. Nota: solo per TCP/IP, dopo avere configurato la descrizione dell'unità libreria di supporti, utilizzare il comando CHGDEVMLB (Modifica descrizione unità - libreria supporti) per impostare il parametro In linea all'IPL su *NO. Concetti correlati: “Aggiunta di una libreria nastro ad una LAN” a pagina 32 Eseguire queste operazioni per aggiungere una LAN alla libreria. Riferimenti correlati: Configure Device Media Library (CFGDEVMLB) Condivisione delle risorse della libreria nastro È possibile specificare le proprietà per una libreria nastro per condividere le risorse della libreria nastro tra i sistemi. Poiché le unità libreria possono essere condivise tra più sistemi e utenti, è possibile eseguire più lavori che utilizzano una libreria nastro rispetto al numero di risorse nella libreria. | Mano a mano che gli utenti inviano i comandi alla libreria nastro, le richieste per l'utilizzo di una risorsa | vengono inviate a un gestore delle risorse nastro. La richiesta attende che una risorsa diventi disponibile. 34 IBM i: Soluzioni di memoria | Quando una risorsa è disponibile, al lavoro viene assegnata la risorsa per completare tale procedura. La | modalità di gestione delle richieste da parte del sistema dipende dalle Proprietà specificate per la libreria | nastro in IBM Navigator per i oppure tramite il comando CHGJOBMLBA (Modifica attributi libreria | supporti lavoro). Per specificare le proprietà per la libreria nastro, effettuare le seguenti operazioni. | 1. In IBM Navigator per i espandere Configurazione e servizi > Tutte le attività > Unità nastro > | Librerie nastri. 2. Fare clic con il tasto destro del mouse sulla libreria che si desidera utilizzare e selezionare Proprietà. 3. Selezionare Opzioni. 4. Specificare le opzioni desiderate: v Priorità selezione risorsa nastro v Tempo di attesa montaggio iniziale v Tempo di attesa montaggio fine volume L'ordine con cui alle richieste viene fornita una risorsa è determinato dall'opzione specificata per Priorità selezione risorsa nastro. Il tempo durante il quale una richiesta attende che una risorsa diventi disponibile viene controllato dalla durata specificata per la richiesta in Tempo di attesa montaggio iniziale e Tempo di attesa montaggio fine volume. Il tempo specificato in queste proprietà può essere impostato anche nella descrizione dell'unità libreria nastro. L'equivalente, sull'interfaccia basata sui caratteri, di tali proprietà è rappresentato dai seguenti parametri del comando CHGJOBMLBA: v RSCALCPTY (Priorità assegnazione risorse) v INLMNTWAIT (Tempo di attesa montaggio iniziale) v EOVMNTWAIT (Tempo di attesa montaggio fine volume) È possibile utilizzare questi parametri come valore predefinito o per un determinato lavoro utilizzando il comando CHGJOBMLBA o l'API QTACJMA (Modifica attributi libreria supporti lavoro). Questi valori vengono utilizzati al primo invio di una richiesta al gestore risorse. Dopo che una richiesta è stata inviata al gestore risorse ed è in attesa di essere elaborata, è possibile monitorarla e modificarla utilizzando il comando WRKMLBRSCQ (Gestione coda risorse libreria supporti). Il sistema può automatizzare la modalità di condivisione di più risorse libreria. Ad esempio, immaginare l'immissione di dieci operazioni di salvataggio (SAVLIB), con dieci diverse cartucce, in una descrizione dell'unità libreria nastro (TAPMLB01). Se TAPMLB01 dispone solo di quattro risorse nastro disponibili, vengono emesse le prime quattro richieste, una per ciascuna risorsa nastro. Le restanti sei vengono posizionate su una coda e vengono emesse nel momento in cui le risorse nastro diventano disponibili. L'ordine di posizionamento sulla coda si basa sul parametro RSCALCPTY nella descrizione dell'unità libreria nastro. Il gestore risorse elimina qualsiasi tempo di inattività tra i lavori dovuto a un completamento anticipato, a causa di modifiche di dati o errori nel lavoro. È possibile utilizzare il valore INLMNTWAIT (Tempo di attesa montaggio iniziale) per ricevere un avviso in caso di problema. Nell'esempio precedente, le dieci operazioni di salvataggio sono iniziate a una determinata ora ed è noto, in seguito a stime o benchmarking, che verranno completate in sei ore. Impostare il limite di tempo INLMNTWAIT su sei ore. Se le operazioni di salvataggio non vengono completate in sei ore, viene segnalato un messaggio di uscita per i lavori. Con un sistema di cercapersone è possibile monitorare l'arrivo di tali messaggi e contattare un operatore perché determini le azioni di ripristino necessarie. È possibile condividere le risorse libreria nastro tra più di un sistema. Le risorse nastro possono essere impostate su ASSEGNATA, NON PROTETTA o DISASSEGNATA. Per facilitare ulteriormente la condivisione tra i sistemi, è stato aggiunto lo stato NON PROTETTA. Quando la risorsa nastro viene Soluzioni di memoria 35 impostata sullo stato NON PROTETTA, la risorsa nastro non viene assegnata fino a quando non è necessaria. Ciò impedisce a una risorsa nastro di essere assegnata a un sistema che al momento non la utilizza. Quando vengono condivise le risorse nastro tra i sistemi e sullo stesso sistema, su ciascun sistema il gestore risorse e la relativa coda vengono controllati in base ai valori di priorità e supero tempo. Tra i sistemi, le risorse nastro vengono impostate sullo stato NON PROTETTA. Nonostante nella condivisione tra i sistemi non esista il concetto di priorità, lo stato NON PROTETTA e il fatto che le risorse nastro vengono assegnate solo al momento del relativo utilizzo consente ai sistemi di condividere in modo efficace le risorse nastro. Il gestore risorse tenta di ottenere una risorsa cercando di assegnarla. Se un altro sistema dispone della risorsa, il lavoro viene riposizionato nella coda e attende. In pochi secondi, viene ripetuto un altro tentativo di assegnazione del lavoro. Se ora il lavoro ottiene la risorsa, l'operazione del nastro continua. Utilizzo delle unità nastro Utilizzare le informazioni fornite per poter utilizzare l'unità nastro autonoma e le librerie nastro. Informazioni correlate: Tape and Optical Storage Publications Utilizzo delle cartucce nastro Gestione delle cartucce nastro sia per le unità nastro autonome sia per le librerie nastro. Per gestire le cartucce nelle unità autonome, attenersi alla seguente procedura: | 1. Da IBM Navigator per i, espandere Configurazione e servizi > Tutte le attività > Unità nastro > | Unità autonome. 2. Selezionare l'unità autonoma. Per gestire le cartucce nelle librerie nastro, attenersi alla seguente procedura: | 1. Da IBM Navigator per i, espandere Configurazione e servizi > Tutte le attività > Unità nastro > | Librerie nastri > la libreria. 2. Selezionare Cartucce. | Per una descrizione dettagliata della modalità di gestione delle cartucce, consultare le informazioni di | aiuto in linea di IBM Navigator per i. È inoltre possibile gestire le cartucce utilizzando il comando | WRKTAPCTG (Gestione cartucce nastro) dall'interfaccia basata sui caratteri. Duplicazione delle cartucce nastro: È possibile duplicare le cartucce nastro sia nelle unità nastro autonome che nelle librerie nastro. Per duplicare un nastro per le unità autonome, è necessario disporre di due unità nastro ed effettuare le operazioni riportate di seguito: 1. Verificare che le unità nastro siano disponibili (attivate). 2. Caricare il nastro da copiare in un'unità nastro. 3. Caricare il nastro che riceve le informazioni nell'altra unità nastro. Per duplicare un nastro per le unità autonome, queste ultime devono disporre dello stato Disponibile. Eseguire, quindi, le operazioni riportate di seguito: 1. In System i Navigator, espandere sistema > Configurazione e Servizio > Hardware > Unità nastro > Unità autonome. 2. Fare clic con il tasto destro del mouse sull'unità nastro che contiene la cartuccia che si desidera duplicare e selezionare Duplica. 36 IBM i: Soluzioni di memoria Per duplicare un nastro per le unità libreria nastro, è necessario disporre di un'unità libreria con due o più risorse nastro o due unità e completare le operazioni riportate di seguito prima di duplicare un nastro: 1. Assicurarsi che le unità libreria nastro siano disponibili. 2. Verificare che le cartucce che si desidera duplicare siano disponibili per essere utilizzate dall'unità libreria nastro. Se il nastro che riceve le informazioni è nuovo, è necessario formattarlo prima di continuare. Per duplicare le cartucce nastro per le unità libreria nastro, la cartuccia deve disporre dello stato Disponibile o Montato. Eseguire, quindi, le operazioni riportate di seguito: 1. In System i Navigator, espandere sistema > Configurazione e Servizio > Hardware > Unità nastro > Librerie nastri. 2. Espandere la libreria nastro che contiene i nastri che si desidera duplicare. 3. Selezionare Cartucce. 4. Fare clic con il tasto destro del mouse sul nastro che si desidera duplicare e selezionare Duplica. È possibile selezionare più cartucce da duplicare. Attività correlate: “Formattazione delle cartucce nastro” Quando si formatta una cartuccia nastro, viene registrata un'etichetta di volume standard all'inizio del supporto nastro magnetico. Formattazione delle cartucce nastro: Quando si formatta una cartuccia nastro, viene registrata un'etichetta di volume standard all'inizio del supporto nastro magnetico. Quando si formatta un nastro, ogni informazione precedentemente registrata sul supporto magnetico viene cancellata e sovrascritta dalle nuove informazioni. Le informazioni sono sovrascritte anche quando nuovi file di dati sono aggiunti all'etichetta di volume appena registrata. Nota: non riutilizzare un vecchio volume nastro se sono stati rilevati errori di lettura o scrittura permanenti più di due volte. Inoltre, non riutilizzare un vecchio volume nastro in presenza di errori di lettura o scrittura temporanei in numero eccessivo. Per determinare se gli errori temporanei sono in numero eccessivo, fare riferimento alla sezione per la verifica delle corrette condizioni dei nastri. Per formattare un nastro in un'unità autonoma, quest'ultima deve disporre dello stato Disponibile. Eseguire, quindi, le operazioni riportate di seguito: 1. In System i Navigator, espandere sistema > Configurazione e Servizio > Hardware > Unità nastro > Unità autonome. 2. Fare clic con il tasto destro del mouse sull'unità nastro e selezionare Formatta. Per formattare un nastro in un'unità libreria nastro, è necessario che la cartuccia nastro disponga dello stato Disponibile o Montato. Quindi, effettuare le operazioni riportate di seguito per formattare il nastro. 1. In System i Navigator, espandere sistema > Configurazione e Servizio > Hardware > Unità nastro > Librerie nastri > libreria nastro. 2. Selezionare Cartucce. 3. Fare clic con il tasto destro del mouse sulla cartuccia che si desidera formattare e selezionare Formatta. È possibile selezionare più cartucce da formattare. Le opzioni più comunemente utilizzate per la formattazione di una cartuccia nastro sono: v Etichetta di volume Soluzioni di memoria 37 v Controllo file attivi v Densità nastro Attività correlate: “Duplicazione delle cartucce nastro” a pagina 36 È possibile duplicare le cartucce nastro sia nelle unità nastro autonome che nelle librerie nastro. “Verifica delle corrette condizioni dei nastri” a pagina 54 Per garantire che i nastri siano in buone condizioni, tenere traccia delle statistiche del volume nastro sul sistema. Utilizzo delle unità autonome Informazioni sull'utilizzo e sulla gestione delle unità nastro autonome. Esistono diversi tipi di cartucce nastro e di unità nastro autonome comunemente utilizzate su IBM i. Per le istruzioni operative specifiche, consultare il manuale dell'operatore dell'unità nastro. Queste informazioni sono comuni per la maggior parte delle unità autonome. Indicatori luminosi di stato: È possibile utilizzare gli indicatori luminosi di stato per determinare lo stato dell'unità nastro. Indicatori luminosi di stato delle unità nastro da un quarto di pollice: Informazioni relative all'interpretazione degli indicatori luminosi di stato per le unità nastro SLR60 e SLR100. Figura 8. Unità nastro SLR60 e SLR100 I simboli ubicati accanto agli indicatori luminosi di stato sono i simboli ISO (International Organization for Standardization) che definiscono il funzionamento generale degli indicatori luminosi di stato nel modo seguente. 38 IBM i: Soluzioni di memoria Tabella 11. Interpretazione degli indicatori luminosi Operazione LED 2 Pronto (verde) LED 3 Attività (verde) LED 4 Ripulitura (ambra) Test LED di accensione (i LED vengono attivati uno alla volta. Il POST (power-On self test) viene avviato insieme a questa verifica.) Attivo per 2.0 secondi Attivo per 2.0 secondi Attivo per 2.0 secondi Attività diagnostica Lampeggiante Disattivo Disattivo Cartuccia non inserita o nastro non caricato Disattivo Disattivo Disattivo Cartuccia non inserita o nastro non caricato, necessaria ripulitura Disattivo Disattivo Attivo Nastro caricato, nessun movimento del nastro Attivo Disattivo Disattivo Nastro caricato, movimento del nastro Attivo Lampeggiante Disattivo Nastro caricato, nessun movimento del nastro, necessaria ripulitura Attivo Disattivo Attivo Nastro caricato, movimento del nastro, necessaria ripulitura Attivo Lampeggiante Attivo Caricamento o scaricamento del nastro oppure espulsione della cartuccia Attivo Lampeggiante Disattivo Caricamento o scaricamento del nastro oppure espulsione della cartuccia, necessaria ripulitura Attivo Lampeggiante Attivo Ripulitura Disattivo Lampeggiante Attivo Errore unità non recuperabile, errore della cartuccia o errore di scaricamento del microprogramma Disattivo Disattivo Lampeggiante Indicatori luminosi di stato dell'unità nastro da otto millimetri: Informazioni relative all'interpretazione degli indicatori luminosi di stato per le unità nastro VXA2 e VXA320. Soluzioni di memoria 39 Tabella 12. Interpretazione degli indicatori luminosi di stato Operazione LED 1 - Pronto (verde) LED 2 - Attività (verde) LED 3 - Errore (ambra) Attività diagnostica Lampeggiante Disattivo Disattivo Cartuccia non inserita o nastro non caricato Disattivo Disattivo Disattivo Cartuccia non inserita o nastro non caricato, necessaria ripulitura Disattivo Disattivo Attivo Nastro caricato, nessun movimento del nastro Attivo Disattivo Disattivo Nastro caricato, movimento Attivo del nastro Lampeggiante Disattivo Nastro caricato, nessun movimento del nastro, necessaria ripulitura Disattivo Attivo Nastro caricato, movimento Attivo del nastro, necessaria ripulitura Lampeggiante Attivo Caricamento o scaricamento Attivo del nastro oppure espulsione della cartuccia Lampeggiante Disattivo Caricamento o scaricamento Attivo del nastro oppure espulsione della cartuccia, necessaria ripulitura Lampeggiante Attivo Ripulitura Disattivo Lampeggiante Attivo Errore unità non recuperabile, errore della cartuccia o errore di scaricamento del microprogramma Disattivo Disattivo Lampeggiante Test LED di accensione (i LED vengono attivati uno alla volta). 40 Attivo IBM i: Soluzioni di memoria Tabella 12. Interpretazione degli indicatori luminosi di stato (Continua) Operazione LED 1 - Pronto (verde) LED 2 - Attività (verde) LED 3 - Errore (ambra) Nota: 1. Alcuni stati di indicazione dei LED sono difficili da individuare a causa della breve durata dell'illuminazione. 2. Gli indicatori luminosi LED sono utilizzati anche per indicare errori gravi durante la fase di accensione. Durante la fase di accensione, gli errori gravi vengono indicati mediante l'accensione di un singolo LED. 3. Il LED di errore lampeggia per indicare un errore non recuperabile. Un errore non recuperabile è una condizione di errore che impedisce il funzionamento dell'unità a meno che non intervenga l'iniziatore, l'operatore o il tecnico dell'assistenza. Generalmente, un errore dell'unità non recuperabile è il risultato di una condizione di errore hardware. Per spegnere il LED di errore lampeggiante, è necessario effettuare una delle azioni riportate di seguito: v Ripristino SCSI hardware v Espulsione della cartuccia v Riavvio alimentazione v Riesecuzione dello scaricamento del microprogramma Generalmente, un errore della cartuccia (supporto magnetico) non recuperabile è il risultato di una cartuccia, di un supporto magnetico o di uno stato della cartuccia difettoso e richiede l'espulsione della cartuccia dall'unità (se possibile) per spegnere il LED lampeggiante. 4. Il LED di errore acceso, fisso, indica che è consigliata l'operazione di ripulitura della testina (quando questo LED è fisso, l'unità è ancora completamente funzionante). Il LED viene attivato dopo 50 ore di esecuzione del nastro oppure in caso di errore di lettura dell'hardware. Il LED viene ripristinato agendo sulla cartuccia di ripulitura nell'unità. Indicatori luminosi di stato del nastro DAT: Informazioni relative all'interpretazione degli indicatori luminosi di stato per le unità nastro Dat72 da 4mm, DAT160 SAS e DAT320 SAS. Consultare Indicatori luminosi (FC 6258) per i dettagli sugli indicatori luminosi di stato di DAT72. Consultare Indicatori luminosi (FC 5619 e EU16) per i dettagli sugli indicatori luminosi di stato di DAT160. Consultare Indicatori luminosi (FC 5661) per i dettagli sugli indicatori luminosi di stato di DAT320. Indicatori luminosi di stato del nastro LTO2: Informazioni relative all'interpretazione degli indicatori luminosi di stato per l'unità nastro LT02 da mezzo pollice. Consultare Indicatori luminosi (FC 5755) per dettagli sugli indicatori luminosi LTO2. Indicatori luminosi di stato del nastro LTO4: Informazioni relative all'interpretazione degli indicatori luminosi per l'unità nastro LTO4 da mezzo pollice. Consultare Indicatori luminosi (FC 5746) per dettagli sugli indicatori luminosi LTO4. Indicatori luminosi di stato del nastro LTO5: Informazioni relative all'interpretazione degli indicatori luminosi di stato per l'unità nastro da mezzo pollice. Soluzioni di memoria 41 Consultare Indicatori luminosi (FC 5638) per i dettagli sugli indicatori luminosi di stato di LTO5. Indicatori luminosi di stato del nastro LTO6: Informazioni relative all'interpretazione degli indicatori luminosi di stato per l'unità nastro LT06 da mezzo pollice. Consultare Indicatori luminosi (FC EU11) per i dettagli sulla gestione delle unità nastro. Visualizzazione delle capacità di un'unità autonoma: | Utilizzare IBM Navigator per i per visualizzare alcune delle capacità di ciascuna unità autonoma. v Capacità di assegnazione v Compressione dati hardware v v v v Se l'unità è configurata automaticamente Le prestazioni istantanee più elevate riportate dall'unità nastro. Densità supportate dall'unità nastro Capacità associate a ciascuna densità Per visualizzare le capacità di un'unità nastro autonoma, attenersi alla seguente procedura: | 1. Da IBM Navigator per i, espandere Configurazione e servizi > Tutte le attività > Unità nastro. 2. Selezionare Unità autonome. 3. Fare clic con il tasto destro del mouse sull'unità nastro con le capacità che si desidera visualizzare e selezionare Proprietà. 4. Selezionare la pagina Capacità. Utilizzo delle librerie nastro È possibile utilizzare le librerie nastro per gestire ampie quantità di dati, come parte di un sistema di ripristino, di archiviazione e di backup o come parte delle normali operazioni IT. Il software di gestione dei supporti, come ad esempio BRMS, automatizza molte funzioni della libreria nastro. Tuttavia, il funzionamento della libreria nastro richiede ancora la gestione sia della modalità di utilizzo delle risorse della libreria nastro sia della modalità di utilizzo, da parte della libreria, delle risorse sul sistema. Inoltre, la manutenzione delle cartucce rappresenta una parte integrante dell'automazione della libreria nastro. Utilizzo della libreria nastro senza un'applicazione di gestione dei supporti: Finché un'applicazione di gestione dei supporti semplifica enormemente ed estende le capacità di una libreria nastro, è possibile eseguire molte funzioni nastro in un ambiente IBM i con i comandi CL (control language), che fanno parte del sistema operativo. La seguente tabella mostra le attività operative e di configurazione tipiche e i comandi CL associati per la libreria nastro. Nota: è necessario utilizzare questi comandi se non si utilizza un'applicazione di gestione dei supporti come BRMS. Attività Comando Creazione di una descrizione dell'unità libreria nastro Configurata automaticamente oppure utilizzare CRTDEVMLB (Creazione descrizione unità - libreria supporti) Visualizzazione della risorsa RS-232/LAN e descrizione DSPHDWRSC (Visualizzazione risorse hardware) 42 IBM i: Soluzioni di memoria Attività Comando Configurazione della comunicazione 3494 (RS232/LAN/TCP) CFGDEVMLB (Configurazione unità libreria supporti) Visualizzazione delle informazioni LAN per 3494 e host LAN DSPLANMLB (Visualizzazione libreria supporti magnetici LAN) Rimozione di una descrizione dell'unità libreria nastro DLTDEVD (Cancellazione descrizione unità) Modifica della descrizione dell'unità libreria nastro CHGDEVMLB (Modifica descrizione unità - libreria supporti) Modifica degli attributi dell'unità libreria nastro per un lavoro Comando CHGJOBMLBA (Modifica gli attributi MLB del lavoro) o API QTACJMA (Modifica attributi MLB del lavoro) Visualizzazione degli attributi dell'unità libreria nastro per un lavoro DSPJOB (Visualizzazione lavoro) OPTION(*MLBA) o WRKJOB (Gestione lavoro) OPTION(*MLBA) Richiamo degli attributi dell'unità libreria nastro per un lavoro API QTARJMA (Richiamo attributi MLB del lavoro) Visualizzazione delle informazioni sulla libreria nastro DSPTAPSTS (Visualizzazione stato nastro) Controllo dello stato della libreria nastro WRKMLBSTS (Gestione stato libreria supporti) Creazione delle categorie utente CRTTAPCGY (Creazione categoria nastro) Montaggio di una categoria SETTAPCGY (Impostazione categoria nastro) OPTION(*MOUNTED) Smontaggio di una categoria SETTAPCGY (Impostazione categoria nastro) OPTION(*DEMOUNTED) Assegnazione della categoria montata a un lavoro differente SETTAPCGY (Impostazione categoria nastro) OPTION(*ASSIGN) Rilascio della categoria montata da un lavoro SETTAPCGY (Impostazione categoria nastro) OPTION(*RELEASE) Cancellazione di una categoria utente. Eliminare tutte le cartucce dalla categoria. Utilizzare il comando DLTTAPCGY (Cancellazione categoria nastro) Elenco di tutte le categorie di sistema o utente DSPTAPCGY (Visualizzazione categoria nastro) Modifica della categoria per le cartucce CHGTAPCTG (Modifica cartuccia nastro) o WRKTAPCTG (Gestione cartucce nastro) Inserimento delle cartucce ADDTAPCTG (Aggiunta cartuccia nastro) o WRKTAPCTG (Gestione cartucce nastro) Espulsione delle cartucce RMVTAPCTG (Rimozione cartuccia nastro) o WRKTAPCTG (Gestione cartucce nastro) Montaggio delle cartucce per i comandi di immissione o emissione Specificare l'unità libreria nastro e l'identificativo cartuccia con i comandi Smontaggio di una cartuccia Lo smontaggio è implicito con ENDOPT(*UNLOAD), uno smontaggio di una categoria o una nuova richiesta di montaggio Gestione di un elenco di cartucce in una libreria nastro WRKTAPCTG (Gestione cartucce nastro) Visualizzazione delle informazioni su una cartuccia DSPTAPCTG (Visualizzazione cartuccia nastro) o WRKTAPCTG (Gestione cartucce nastro) Gestione della coda del gestore risorsa della libreria nastro WRKMLBRSCQ (Gestione coda risorse MLB) Richiamo delle capacità per una risorsa o un'unità libreria nastro API QTARDCAP (Richiamo capacità unità) Soluzioni di memoria 43 Attività Comando Richiamo dello stato di una risorsa o di un'unità libreria nastro API QTARDSTS (Richiamo stato unità) Richiamo delle informazioni per una libreria nastro API QTARDINF (Richiamo informazioni unità) Nota: un'opzione fine del nastro di *UNLOAD per uno qualsiasi dei comandi nastro comporta il ritorno della cartuccia in una cella di memoria quando l'operazione del nastro ha terminato l'elaborazione. È possibile che non venga riportata nella cella di memoria originale. Quando si utilizza il parametro *REWIND, la cartuccia rimane nell'unità dopo il completamento dell'operazione del nastro. Tuttavia, questa cartuccia viene scaricata nel caso sia stata richiesta un'altra cartuccia. Quando si utilizza *LEAVE, la cartuccia rimane nell'unità dopo il completamento dell'operazione del nastro. Informazioni correlate: Control language (CL) Riassegnazione delle cartucce quando si modifica il nome del sistema: Quando il nome del sistema viene modificato, è necessario riassegnare le cartucce. Se si modifica il nome del sistema, è necessario spostare le cartucce dalle categorie di proprietà del nome del sistema precedente alle categorie di proprietà del nuovo nome del sistema. Se non si esegue tale operazione, le cartucce non saranno visualizzate nell'inventario per il nuovo nome del sistema. Per alcuni tipi di librerie, le cartucce possono essere visualizzate quando si utilizza il parametro CGY(*ALL *ALL) per il comando WRKTAPCTG (Gestione cartucce nastro) o DSPTAPCTG (Visualizzazione cartuccia nastro), ma non sarà possibile utilizzarle. Se è già stato modificato il nome del sistema ed è necessario ripristinare le cartucce, effettuare le operazioni riportate di seguito: 1. Immettere DSPTAPCGY (il comando Visualizzazione categoria nastro) per visualizzare tutte le categorie nastro. Prendere nota dei nomi delle categorie definite dall'utente da utilizzare nella fase 3 e quindi uscire. 2. Provvisoriamente, assegnare nuovamente al sistema con il nome precedente utilizzando il comando CHGNETA (Modifica attributi di rete). Importante: non riavviare il sistema. 3. Se sono state utilizzate le categorie definite dall'utente con il nome del sistema precedente, immettere CRTTAPCGY (comando Creazione categoria nastro) per creare le stesse categorie definite dall'utente dalla fase 1 per il nuovo nome del sistema. 4. Immettere WRKTAPCTG (comando Gestione cartucce nastro) per lavorare con tutte le categorie associate al nome del sistema precedente. WRKTAPCTG DEV(mlb-name) CGY(*ALL old_system_name) 5. Modificare il nome sistema della categoria con il nuovo nome sistema selezionando 2 Modifica con il parametro CGY(*SAME new_system_name). 6. Immettere CHGNETA (Modifica attributi di rete) per ripristinare il nuovo nome del sistema. Importante: non riavviare il sistema. Concetti correlati: “Categorie di cartucce” a pagina 10 Una categoria è un raggruppamento logico di cartucce. Una categoria consente di fare riferimento ad un gruppo di cartucce in base al nome della categoria invece dei singoli identificativi della cartuccia. Attività correlate: 44 IBM i: Soluzioni di memoria “Configurazione delle librerie nastro” a pagina 30 Dopo avere impostato la libreria nastro ed averla collegata alla partizione, la partizione la configura automaticamente. Impostazione di una libreria nastro come unità autonoma: A volte, potrebbe essere necessario utilizzare le risorse nastro in una libreria nastro senza il vantaggio dell'automazione; ad esempio, quando si esegue un IPL alternativo o quando l'automazione della libreria nastro viene disabilitata. L'utilizzo della risorsa nastro in questo modo viene indicato come modalità autonoma. In modalità autonoma, la risorsa nastro funziona come le altre unità nastro non presenti in una libreria nastro. La maggior parte delle librerie nastro fornisce le modalità o i comandi per spostare il supporto in una risorsa nastro. Consultare le informazioni dell'operatore della libreria nastro per le diverse modalità operative disponibili. Quando l'automazione non viene utilizzata, la libreria nastro funziona come un caricatore automatico di cartucce per l'unità nastro e carica le cartucce singolarmente o in sequenza nell'unità. Le unità libreria nastro vengono configurate con le descrizioni dell'unità libreria nastro per la libreria nastro. Vi sono anche descrizioni unità nastro separate per le risorse nastro. Queste descrizioni dell'unità nastro sono le unità utilizzate per l'operazione autonoma. Limitazione: per utilizzare le risorse nastro in modalità autonoma, è necessario che la risorsa sia disponibile per la descrizione dell'unità nastro. Effettuare le seguenti operazioni: 1. Disassegnare la risorsa nastro dalla libreria nastro oppure disattivare l'unità libreria nastro. 2. Attivare la descrizione dell'unità nastro e inviare i comandi a questa unità. La risorsa nastro in System i Navigator mostra lo stato Non disponibile. Per questa risorsa nastro, non è attiva nessuna delle funzioni della libreria nastro. 3. Montare manualmente le cartucce, tramite la modalità di un'unità, oppure tramite i comandi del pannello dell'operatore unità. Concetti correlati: “Modalità operative della libreria nastro” a pagina 8 La maggior parte delle unità libreria nastro supporta tre modalità operative di base. Impostazione di una libreria nastro come unità IPL alternativo: Utilizzare le unità in una libreria nastro per un IPL (initial program load) alternativo quando sono collegate ad un processore IOP (input/output processor) e ad un adattatore IOA (input/output adapter) in una posizione che supporta un IPL alternativo. Le unità devono essere impostate sull'indirizzo corretto. È possibile utilizzare un'installazione alternativa per le librerie nastro collegate a un processore IOP e adattatore IOA anche se l'installazione alternativa non è in una posizione che supporta l'IPL alternativo. Concetti correlati: “Installazione delle librerie nastro” a pagina 29 Quando si installano le librerie nastro, il sistema configura automaticamente e attiva una libreria nastro collegata. Informazioni correlate: Recovering your system Managing Devices Soluzioni di memoria 45 Controllo delle risorse della libreria nastro mediante gli attributi della libreria nastro: In base all'ambiente aziendale, è possibile controllare l'utilizzo delle risorse nastro per consentire di terminare rapidamente lavori importanti. IBM i fornisce alcune funzioni relative a tali operazioni. È possibile utilizzare il comando CHGJOBMLBA (Modifica attributi libreria supporti lavoro) per modificare la priorità delle richieste della risorsa nastro per un lavoro particolare e il comando WRKMLBRSCQ (Gestione coda risorse MLB) per gestire la coda del gestore risorsa nastro. Modifica degli attributi del lavoro della libreria nastro Il comando CHGJOBMLBA consente di modificare gli attributi di assegnazione delle risorse per il proprio lavoro o quello di un altro utente se si dispone dell'autorizzazione speciale *JOBCTL. È possibile utilizzare la priorità di assegnazione delle risorse per modificare la priorità delle richieste di utilizzare una risorsa nastro in una libreria nastro. È possibile assegnare una priorità più alta ad alcuni lavori per consentire che ottengano una risorsa nastro appena diventa disponibile. È possibile assegnare una priorità più bassa ai lavori che possono restare in attesa fino a quando gli altri lavori con priorità più alta non rilasciano le risorse nastro. Di solito, alle operazioni nastro con esecuzione breve come il richiamo dinamico di un oggetto salvato con liberazione di memoria, assegnare un'alta priorità di assegnazione delle risorse. Ai lavori con esecuzione lunga che non devono terminare velocemente, come DUPTAP (Duplicazione nastro) o DSPTAP (Visualizzazione nastro), è possibile assegnare una priorità di assegnazione risorsa inferiore. È possibile inoltre, aggiungere *MLBA al comando WRKJOB (Gestione lavori) o DSPJOB (Visualizzazione del lavoro) per visualizzare o regolare gli attributi della libreria nastro. Modifica dell'accesso ad una risorsa nastro in una libreria Il comando WRKMLBRSCQ consente di manipolare le richieste di utilizzare una risorsa nastro in una libreria dei supporti su nastro. Il comando WRKMLBRSCQ mostra le risorse che stanno elaborando attualmente una richiesta con la categoria montata o le richieste in attesa di ricevere l'assegnazione di una risorsa nastro. È possibile modificare gli attributi di assegnazione risorsa per le richieste in attesa di utilizzare una risorsa nastro mediante gli attributi (Modifica richiesta attributi MLB) nel pannello WRKMLBRSCQ (Gestione coda risorse MLB). Gli attributi per la richiesta successiva possono essere modificati mediante il comando CHGJOBMLBA per modificare gli attributi di assegnazione risorse per il lavoro che sta utilizzando attualmente la risorsa nastro. È possibile eseguire tale operazione mediante gli attributi (Gestione lavori) nel pannello WRKMLBRSCQ (Gestione coda risorse MLB) e selezionando gli attributi (Gestione libreria supporti). Esistono circostanze in cui una richiesta mostra una priorità pari a 0. Tali richieste si verificano quando una risorsa nastro viene utilizzata dal sistema per un'operazione nastro. Esempio: un comando nastro che utilizza ENDOPT(*UNLOAD) è completato e il sistema sta ancora scaricando la cartuccia. Informazioni correlate: Control language (CL) Controllo delle risorse della libreria nastro con API: Utilizzare le API QTARJMA (Richiamo attributi libreria supporti lavoro) e QTACJMA (Modifica attributi libreria supporti lavoro) per richiamare e modificare gli attributi della libreria nastro per un lavoro specifico. È necessaria particolare attenzione ai requisiti di autorizzazione durante il richiamo e la modifica degli attributi di assegnazione delle risorse. Di seguito sono riportati degli esempi relativi all'utilizzo di entrambe le API. 46 IBM i: Soluzioni di memoria 1. Un'applicazione che utilizza l'API QTARJMA richiama informazioni relative agli attributi della libreria nastro per il lavoro corrente in cui l'utente che esegue il lavoro non dispone dell'autorizzazione speciale *JOBCTL. Attributi libreria corrente Nome MLB RSCALCPTY INLMNTWAIT EOVMNTWAIT *DEFAULT *DEV *DEV *DEV 2. L'applicazione, quindi, utilizza l'API QTACJMA per modificare il tempo di attesa di montaggio iniziale (INLMNTWAIT) ed il tempo di attesa di montaggio della fine del volume (EOVMNTWAIT). L'applicazione modifica gli attributi della libreria Nome MLB RSCALCPTY INLMNTWAIT EOVMNTWAIT *DEFAULT *DEV *IMMED *NOMAX 3. Un amministratore di sistema con l'autorizzazione speciale *JOBCTL utilizza il comando CHGJOBMLBA per modificare la priorità di assegnazione della risorsa (RSCALCPTY), il tempo di attesa di montaggio iniziale ed il tempo di attesa di montaggio della fine del volume. L'amministratore di sistema modifica gli attributi Nome MLB RSCALCPTY INLMNTWAIT EOVMNTWAIT *DEFAULT 50 *IMMED 500 4. L'applicazione prova ad utilizzare l'API QTACJMA per ripristinare gli attributi della libreria nastro precedentemente richiamati utilizzando l'opzione *REPLACE dell'API QTACJMA. Tuttavia, questa funzione ha esito negativo con il messaggio di errore CPF67B4 perché l'utente non dispone dell'autorizzazione speciale *JOBCTL. Nessun attributo viene modificato. L'applicazione originale non riesce a ripristinare gli attributi Nome MLB RSCALCPTY INLMNTWAIT EOVMNTWAIT *DEFAULT 50 *IMMED 500 Riferimenti correlati: Retrieve Job Media Library Attributes (QTARJMA) API Change Job Media Library Attributes (QTACJMA) API Come rendere le cartucce disponibili per l'inventario della libreria nastro: Prima di poter utilizzare la libreria nastro, è necessario che i supporti siano caricati e disponibili. Se una libreria nastro è vuota, aprire lo sportello ed inserire tutti i supporti disponibili negli alloggiamenti vuoti. È possibile eseguire tale operazione per risparmiare tempo invece di inserire solo un numero ridotto di supporti alla volta attraverso la stazione di immissione/emissione. Quando lo sportello viene chiuso, la libreria nastro esegue l'inventario del contenuto. Ciascun ID cartuccia viene registrato nel sistema operativo e nel Gestore libreria (se presente). La maggior parte delle librerie nastro fornisce una stazione I/E per aggiungere le cartucce senza interrompere le operazioni automatiche. Una stazione I/E può disporre di uno o più alloggiamenti. Alcune librerie nastro non dispongono di stazione I/E. Per tali librerie nastro, le cartucce vengono aggiunte arrestando le operazioni automatiche ed aprendo lo sportello per accedere agli alloggiamenti di memoria. Soluzioni di memoria 47 Le cartucce nastro posizionate nella stazione I/E 3494 vengono spostate in un alloggiamento di memoria dal software Gestore libreria 3494. Per altre librerie nastro, le cartucce nastro restano nella stazione I/E fino a quando non vengono rese disponibili utilizzando System i Navigator. Quando una cartuccia viene resa disponibile, è necessario specificare una categoria di supporti. Inoltre, quando una cartuccia viene resa disponibile ne viene modificato lo stato. Per rendere disponibile una cartuccia, effettuare le operazioni riportate di seguito: 1. In System i Navigator, espandere Connessioni > sistema > Configurazione e servizio > Hardware > Unità nastro > Librerie nastro > libreria nastro. 2. Selezionare Cartucce. 3. Fare clic con il tasto destro del mouse su una cartuccia con lo stato Inserito e selezionare Rendi disponibile. È possibile selezionare più cartucce da aggiungere ad una categoria. Inoltre, è possibile utilizzare il comando ADDTAPCTG (Aggiunta cartuccia nastro) per rendere disponibile una cartuccia. Concetti correlati: “Categorie di cartucce” a pagina 10 Una categoria è un raggruppamento logico di cartucce. Una categoria consente di fare riferimento ad un gruppo di cartucce in base al nome della categoria invece dei singoli identificativi della cartuccia. “Stato della cartuccia” a pagina 9 Le seguenti informazioni descrivono lo stato di una cartuccia nastro in relazione ad una libreria nastro. Attività correlate: “Configurazione delle librerie nastro” a pagina 30 Dopo avere impostato la libreria nastro ed averla collegata alla partizione, la partizione la configura automaticamente. Informazioni correlate: Add Tape Cartridge (ADDTAPCTG) command Espulsione delle cartucce dall'inventario della libreria nastro: Tutte le unità libreria nastro utilizzano System i Navigator per espellere le cartucce. È anche possibile utilizzare il comando RMVTAPCTG (Rimozione cartuccia nastro) per spostare il supporto nella categoria *EJECT. È possibile espellere una cartuccia in una delle tre ubicazioni riportate di seguito: v Ubicazione predefinita della libreria nastro v Stazione di convenienza v Stazione di emissione ad alta capacità Per selezionare i nastri da estrarre dalla cartella Cartuccia, effettuare le operazioni riportate di seguito: 1. In System i Navigator, espandere Connessioni > sistema > Configurazione e servizio > Hardware > Unità nastro > Librerie nastro > libreria nastro. 2. Selezionare Cartucce. 3. Fare clic con il tasto destro del mouse sulla cartuccia che si desidera espellere e selezionare Espelli cartuccia. È possibile selezionare più cartucce da espellere. Nota: se si sta utilizzando l'interfaccia basata su caratteri, le cartucce contenute nella categoria Convenienza (*CNV) vengono esportate quando vengono scaricate da una risorsa nastro per un comando nastro che utilizza ENDOPT(*UNLOAD). Se una cartuccia nella categoria *CNV viene scaricata da una risorsa nastro dal sistema per caricare un'altra cartuccia, la cartuccia nella risorsa nastro non verrà espulsa dalla libreria nastro. 48 IBM i: Soluzioni di memoria Riferimenti correlati: Remove Tape Cartridge (RMVTAPCTG) command Utilizzo della categoria montata per il caricamento di gruppi di nastri in un'unità nastro: La categoria montata consente di caricare automaticamente un gruppo di nastri in un'unità nastro. Il supporto viene montato nell'ordine in cui è stato posizionato nella categoria. Il funzionamento è simile a quello di un caricatore automatico di cartucce nelle unità 3490 autonome. Questa funzione è disponibile con il comando SETTAPCGY (Impostazione categoria nastro). La categoria montata viene fornita per tutte le unità libreria nastro. Caricamento di gruppi di nastri in un'unità nastro Per caricare gruppi di nastri in un'unità nastro per le unità 3494, utilizzare il software Gestore libreria. Per caricare gruppi di nastri in un'unità nastro per le librerie diverse dalla 3494, utilizzare il comando SETTAPCGY. Il software Gestore lireria 3494 carica il nastro successivo appena il nastro precedente viene scaricato. Per tutte le altre librerie, la risorsa nastro non viene caricata fino a quando non viene inviato all'unità libreria nastro un comando nastro che richiede il supporto. Con la categoria montata, una risorsa nastro è dedicata per le operazioni di montaggio della categoria fino a quando non viene immesso il comando SETTAPCGY (*DEMOUNTED). Una volta immesso il comando SETTAPCGY, tutti i comandi IBM i all'unità libreria nastro con VOL(*MOUNTED) verranno indirizzati alla risorsa nastro impostata per la categoria montata. Considerazioni sul montaggio della categoria È possibile montare una categoria di cartucce per risorsa nastro disponibile. Per montare più di una categoria per una libreria nastro, è necessario utilizzare il parametro MNTID con il comando SETTAPCGY per identificare le operazioni della categoria montata. Un lavoro può disporre di una sola sessione della categoria montata attiva alla volta. La sessione della categoria montata può essere rilasciata dal lavoro che ha montato la categoria di cartucce e può essere assegnata ad un altro lavoro utilizzando le opzioni *RELEASE ed *ASSIGN nel comando SETTAPCGY. Note: 1. I sistemi di gestione dei nastri ricevono una notifica quando una categoria di cartucce viene montata e smontata. Quando un comando proviene da un utente a VOL(*MOUNTED), il sistema di gestione dei nastri può accettare o rifiutare l'operazione. 2. BRMS (Backup, Recovery, and Media Services) non utilizza la categoria montata per eseguire la propria elaborazione. Non utilizzare la categoria montata con le funzioni BRMS. Il montaggio di una categoria di cartucce mentre viene utilizzato BRMS per eseguire operazioni del nastro può causare risultati non prevedibili. Riferimenti correlati: Set Tape Category (SETTAPCGY) command Condivisione delle cartucce: È possibile condividere le cartucce in una libreria nastro tra più piattaforme e sistemi. Quando il sistema utilizza una cartuccia in una libreria nastro 3494, la cartuccia deve essere contenuta in una categoria accessibile al sistema. Tale categoria può essere la categoria *SHARE400 oppure una categoria definita dall'utente. Soluzioni di memoria 49 Protezione del volume tra le piattaforme Durante l'inizializzazione di un nastro, il sistema non è in grado di scrivere un indicatore di sicurezza composto da 1 carattere sull'etichetta del nastro. Questa impostazione consente di limitare gli utenti che possono leggere i dati dai nastri inizializzati in questo modo. Anche se la scrittura di tale indicatore di sicurezza non è disponibile in IBM i, è possibile eseguire la lettura dei nastri scritti con l'indicatore di sicurezza nell'etichetta del nastro. Quando IBM i rileva l'indicatore di sicurezza, decide se è possibile leggere i dati, in base alle autorizzazioni speciali di cui l'utente dispone. Quando il nastro contiene dati EBCDIC, tutti gli utenti possono leggere il nastro quando l'indicatore di sicurezza contiene uno spazio (esadecimale 40), uno zero (esadecimale F0) oppure un valore 00 esadecimale. Se l'indicatore contiene un qualsiasi altro valore, è necessario disporre delle autorizzazioni *ALLOBJ e *SECADM per leggere i dati dal nastro. Se il nastro contiene dati ASCII, tutti gli utenti possono leggere il nastro se l'indicatore di sicurezza contiene uno spazio ASCII (esadecimale 20). Se l'indicatore contiene qualsiasi altro valore, è necessario disporre delle autorizzazioni *ALLOBJ e *SECADM per leggere i dati dal nastro. Non è possibile specificare tale indicatore di sicurezza quando un nastro viene inizializzato sul sistema e deve essere letto su un'altra piattaforma. Fine del volume: Se il sistema esaurisce le cartucce nastro specificate nell'elenco dei volumi, viene visualizzato il messaggio di interrogazione CPA6798. Per rappresentare una soluzione automatizzata completa senza un sistema di gestione dei nastri, ciascun volume necessario deve essere specificato nel parametro VOL nel comando. Se il sistema esaurisce le cartucce nastro specificate nell'elenco dei volumi, viene visualizzato il messaggio di interrogazione CPA6798, in cui viene richiesto all'utente di fornire un'ulteriore cartuccia, in modo che sia possibile continuare l'operazione del nastro. Se la cartuccia fornita non viene trovata o non è disponibile, viene visualizzato il messaggio di interrogazione CPA6797, che indica all'utente di fornire una cartuccia alternativa per continuare l'operazione del nastro. I sistemi di gestione dei nastri sono in grado di fornire ulteriori volumi mediante i punti di uscita nelle funzioni nastro IBM i. Concetti correlati: “Come evitare i file in condizione di stallo durante le operazioni di salvataggio e ripristino con le librerie nastro” L'automazione nastro utilizza file speciali presenti nella libreria QUSRSYS. Se questi file non esistono sul sistema, IBM i supporta una serie limitata di funzioni di automazione. Come evitare i file in condizione di stallo durante le operazioni di salvataggio e ripristino con le librerie nastro: L'automazione nastro utilizza file speciali presenti nella libreria QUSRSYS. Se questi file non esistono sul sistema, IBM i supporta una serie limitata di funzioni di automazione. Per l'automazione nelle prime fasi degli scenari di ripristino, è possibile montare le cartucce specificando gli identificativi delle cartucce nel parametro VOL dei comandi IBM i. Tuttavia, questo tipo di automazione non supporta l'utilizzo dei comandi cartuccia come WRKTAPCTG (Gestione cartucce nastro) o DSPTAPCTG (Visualizzazione cartuccia nastro. Quando viene salvata la libreria QUSRSYS, i file che consentono l'utilizzo dei comandi WRKTAPCTG o DSPTAPCTG potrebbero essere posti in uno stato limitato e resi non disponibili per l'uso. Ciò può risultare in una condizione di stallo e terminare l'operazione di salvataggio. Per evitare tale situazione, 50 IBM i: Soluzioni di memoria quando la libreria QUSRSYS viene salvata, non deve superare il limite di un volume. Deve essere adatta al volume montato. In alternativa, è possibile salvare la libreria QUSRSYS utilizzando la funzione Salvataggio-durante-utilizzo. Concetti correlati: “Fine del volume” a pagina 50 Se il sistema esaurisce le cartucce nastro specificate nell'elenco dei volumi, viene visualizzato il messaggio di interrogazione CPA6798. Ottimizzazione delle prestazioni della libreria nastro: Ottimizzare le prestazioni della libreria nastro mediante le tecniche di gestione del lavoro e bilanciamento del carico. È possibile, inoltre, tentare di migliorare le prestazioni mediante configurazioni di connessione diverse. Nota: Se si collega una libreria nastro che contiene risorse unità nastro ad alta velocità (LTO4, LTO5, 3593-E06) evitare di collegare più unità nastro ad alta velocità alla stessa porta IOA se si intende utilizzarle simultaneamente. Per ulteriori informazioni consultare il capitolo Save/Restore Performance di IBM i Performance Capabilities Reference. Per informazioni più dettagliate sulle prestazioni, consultare la sezione relativa alle librerie risorse del sito Web di gestione delle prestazioni. Informazioni correlate: Performance Management Visualizzazione delle capacità di una libreria nastro: È possibile utilizzare IBM Navigator per i per visualizzare le capacità di ciascuna libreria nastro. v v v v v Capacità di assegnazione Compressione dati hardware Se l'unità è configurata automaticamente Le prestazioni istantanee più elevate riportate dall'unità nastro Densità supportate dall'unità nastro v Capacità associate a ciascuna densità Per visualizzare le capacità di una libreria nastro, attenersi alla seguente procedura: | 1. In IBM Navigator per i, espandere Configurazione e servizi > Tutte le attività > Unità nastro > | Librerie nastri. | 2. Espandere la libreria nastro. 3. Selezionare Risorse nastro. 4. Fare clic con il tasto destro del mouse sulla risorsa nastro con le capacità che si desidera visualizzare e selezionare Proprietà. 5. Selezionare la pagina Capacità. Manutenzione delle risorse nastro Queste informazioni indicano in che modo conservare le risorse nastro in buone condizioni. Memoria e gestione delle cartucce nastro Le unità nastro richiedono specifiche condizioni ambientali e di manutenzione per un corretto funzionamento nel tempo. Soluzioni di memoria 51 Per evitare problemi con l'unità nastro IBM, è necessario: v Utilizzare un supporto dati di un livello di qualità elevato. v Gestire e conservare in modo corretto questo supporto v Far funzionare l'unità nastro in un ambiente pulito v Conservare l'unità nastro adeguatamente pulita Livelli del supporto IBM utilizza supporti di due diversi livelli. IBM fornisce le PTF (program temporary fix) su un nastro progettato per essere scritto una sola volta e essere letto poche volte. Questo nastro è progettato per un utilizzo limitato, non come supporto di backup. IBM vende anche supporti progettati a scopo di memorizzazione. Se l'analisi eseguita dal personale di servizio IBM indica un problema con un supporto non IBM, potrebbe essere necessario sostituire il supporto. Ambiente nastro: Le unità nastro sono progettate per funzionare in un ambiente pulito. I fattori che causano problemi sono la sporcizia, la polvere, le fibre e le particelle trasportate dall'aria. Le particelle trasportate dall'aria sono le più difficile da affrontare. Quando si installa un nastro nell'unità nastro, lo spazio tra le testine e il nastro è misurato in micrometri. Le particelle possono danneggiare il nastro o la testina se entrano in contatto con essi. IBM offre un contenitore del filtro dell'unità nastro per risolvere questo problema su alcuni sistemi. Il contenitore aspira aria attraverso un filtro e fornisce aria pulita all'unità nastro. È responsabilità dell'utente fornire un ambiente operativo pulito per l'unità nastro e il sistema. Per i requisiti specifici per le condizioni ambientali come la temperatura e l'umidità, consultare il manuale dell'operatore per la cartuccia nastro. Memoria e gestione del nastro: La maggior parte dei nastri arriva in cartucce sigillate in modo tale che il nastro rimanga in un ambiente pulito. L'apertura della cartuccia consente alla sporcizia e alle particelle trasportate dall'aria di entrare, quindi, diventa una fonte di contaminazione. Solo l'unità nastro dovrebbe aprire la cartuccia, non un operatore. All'interno della cartuccia, il nastro ha una tensione corretta. Se la cartuccia cade, questa tensione diminuisce. L'inserimento di una cartuccia caduta in un'unità nastro può causare un caricamento non corretto e comportare un problema. Ciò rovinerà il nastro e può causare un danno fisico se la cartuccia non viene adeguatamente rimossa. Per sistemare in modo corretto i nastri, inserirli nei relativi contenitori protettivi e riporli appoggiati sulle estremità. L'area di memoria deve essere pulita, asciutta, a temperatura ambiente e lontana da qualsiasi campo magnetico. Protezione dei dati sulle cartucce nastro: Informazioni relative alla protezione dei dati su una cartuccia nastro. Le cartucce nastro dispongono di un interruttore che è possibile utilizzare per proteggere dalla scrittura i dati sul nastro. L'interruttore di solito dispone di una etichetta che indica che è protetto da scrittura come: v Un'icona di un lucchetto v Un punto sull'interruttore 52 IBM i: Soluzioni di memoria v Un'etichetta come SAFE o SAVE. Le istruzioni di seguito sono un'esempio di protezione dei dati dalla sovrascrittura su un nastro da un quarto di pollice. Consultare la guida per l'operatore per istruzioni sulle unità nastro specifiche per la cartuccia nastro di cui dispone. Effettuare una delle seguenti operazioni: v Impostare il puntatore su SAFE per le cartucce nastro di tipo più vecchio, come mostrato nella prima figura. v Impostare il puntatore verso l'icona del lucchetto bloccato per le cartucce nastro di tipo più nuovo, come mostrato nella seconda figura. Per non proteggere i dati, eseguire una delle operazioni di seguito: v Impostare il puntatore lontano da SAFE per le cartucce nastro di tipo più vecchio, come mostrato nella prima figura. v Impostare il puntatore verso l'icona del lucchetto sbloccato, per le cartucce nastro di tipo più nuovo, come mostrato nella seconda figura. SAFE Protetto da scrittura O SAFE Non protetto da scrittura RZAM4515-0 Figura 9. Posizioni di protezione da scrittura per le cartucce nastro di tipo più vecchio Soluzioni di memoria 53 Protetto da scrittura OPPURE Non protetto da scrittura RZAM4516-0 Figura 10. Posizioni di protezione da scrittura per le cartucce nastro di tipo più nuovo da un quarto di pollice Per informazioni sull'unità nastro, consultare la sezione sui nastri supportati in System i. Se l'unità nastro è un'unità nastro LTO, consultare il manuale IBM LTO Ultrium Tape Libraries Guide (SG24-5946). Per istruzioni specifiche sulla protezione dei dati su una cartuccia nastro, consultare il manuale relativo all'unità nastro. Informazioni correlate: Tapes Supported on iSeries IBM System Storage Tape Libraries Guide for Open Systems Verifica delle corrette condizioni dei nastri: Per garantire che i nastri siano in buone condizioni, tenere traccia delle statistiche del volume nastro sul sistema. 1. Immettere STRSST (comando Avvio dei programmi di manutenzione sistema). 2. Selezionare Avvio di un programma di manutenzione nel menu SST (System Service Tools). 3. Selezionare Registrazione attività prodotto nel menu Avvio di un programma di manutenzione. 4. Selezionare Gestire le statistiche per la durata dei supporti amovibili nel menu Registrazione attività prodotto. 5. Selezionare il tipo di supporti amovibili per cui si desidera visualizzare i dati nel pannello Scelta opzioni supporto. 6. Se sono presenti i simboli >> o > che precedono l'ID volume nel pannello Gestione statistiche tempo di uso, eseguire l'azione appropriata come descritto nella tabella successiva all'immagine del pannello Gestione statistiche tempo di uso. Tabella 13. Simboli nel pannello Gestione statistiche tempo di utilizzo Simbolo Spiegazione Azione da intraprendere >> Sostituzione del supporto consigliata Copiare il contenuto del supporto in un nuovo nastro ed eliminare il nastro precedente. 54 IBM i: Soluzioni di memoria Tabella 13. Simboli nel pannello Gestione statistiche tempo di utilizzo (Continua) Simbolo Spiegazione Azione da intraprendere > Avvicinamento del supporto ai criteri v Sostituire il nastro se il formato del di sostituzione nastro è: – QIC-120 – 7208 2.3 GB – Densità bpi 6250 v Se il formato del nastro non soddisfa le precedenti condizioni, continuare a tenere traccia di questo nastro per verificare che la sostituzione del nastro non sia necessaria. Nota: per garantire la precisione delle statistiche, ogni cartuccia nastro o bobina deve disporre di un ID volume univoco. Dopo la sostituzione del supporto, rimuovere la voce delle statistiche tempo di utilizzo con l'opzione 4 (Cancellazione voce). Inoltre, è possibile utilizzare il comando PRTERRLOG (Stampa registrazione errori) per stampare ed eliminare la voce immettendo il comando seguente. PRTERRLOG TYPE(*VOLSTAT) VOLTYPE(xxxx) VOL(xxxxxx) VOLSTAT(*DLT) Attività correlate: “Formattazione delle cartucce nastro” a pagina 37 Quando si formatta una cartuccia nastro, viene registrata un'etichetta di volume standard all'inizio del supporto nastro magnetico. Ripulitura delle unità nastro Indipendentemente dalla pulizia dell'ambiente, sulle testine di qualsiasi unità nastro possono depositarsi polvere ed altre particelle. Ad ogni movimento del nastro, del materiale sulla superficie del supporto entra in contatto con le testine. Nel tempo, tale materiale si accumula e causa errori di lettura e scrittura. La pulizia della testina di lettura/scrittura impedisce l'accumulo di materiale che può determinare errori non recuperabili durante la scrittura o la lettura dei dati. Le cartucce di ripulitura possono essere utilizzate solo per un numero di volte limitato. Quando la cartuccia di ripulitura è stata utilizzata per il numero massimo di volte, non è più utilizzabile. Alla scadenza delle cartucce, sostituirle. Non utilizzare nuovamente una cartuccia di ripulitura scaduta. Una cartuccia di ripulitura scaduta introduce nell'unità nastro il materiale precedentemente rimosso. Una volta ripulita l'unità nastro, contrassegnare l'utilizzo sulla cartuccia, in modo da determinare in modo preciso la scadenza della cartuccia di ripulitura IBM. Quando si utilizzano le cartucce di ripulitura, non utilizzare una matita grassa sull'etichetta della cartuccia di ripulitura. Inoltre, la cartuccia di ripulitura deve essere integra e pulita quando viene inserita in un'unità nastro. Ripulitura delle unità nastro da un quarto di pollice: Per le unità nastro da un quarto di pollice, pulire la testina ogni 8 ore di movimento del nastro quando si utilizzano le cartucce nastro IBM. Altri supporti nastro potrebbero richiedere una ripulitura più frequente. Quando si utilizza una nuova cartuccia nastro, si consiglia di pulire la testina dopo 2 ore di movimento del nastro o prima di caricare ogni nuova cartuccia nastro. Soluzioni di memoria 55 Quando l'unità nastro determina che è necessaria la ripulitura, vengono visualizzati dei messaggi di sistema. Anche le unità nastro MLR1, MLR1-S e MLR3 dispongono di un indicatore luminoso di stato che indica se è necessaria la ripulitura. Quando tali indicatori di ripulitura vengono accesi, è importante ripulire la testina utilizzando un metodo di ripulitura consigliato. Tabella 14. Cartucce di ripulitura IBM consigliate Identificazione unità nastro Numero parte della cartuccia di ripulitura Etichetta bezel anteriore Numeri di codice funzione 35L0844 16G8572 SLR100 4487 4587 4687 Migliore Non utilizzare MLR3 4486 4586 6386 6486 Migliore Non utilizzare SLR60 4584 4684 6384 6484 Migliore Non utilizzare MLR1-S QIC-5010-DC 4483 4583 6383 6483 Migliore Non utilizzare QIC-4GB-DC 4482 4582 6382 6482 7201-122 Migliore Accettabile QIC-2GB (DC) 6381 6481 Migliore Accettabile QIC-2GB 6380 6480 Migliore Accettabile Concetti correlati: “Compatibilità unità nastro e cartuccia da un quarto di pollice” a pagina 22 Sono fornite la capacità e le funzioni di lettura/scrittura per il tipo di supporto. Ripulitura delle unità nastro DAT: Eseguire la ripulitura della testina sulle unità nastro DAT dopo 8 ore di movimento del nastro quando si utilizzano le cartucce nastro IBM. Altri supporti nastro potrebbero richiedere una ripulitura più frequente. Quando l'unità nastro determina che è necessaria la ripulitura, vengono inviati dei messaggi di sistema. Le unità nastro DAT72 e DAT160 dispongono anche di un indicatore luminoso di stato che indica che è necessaria la ripulitura. Quando tali indicatori di ripulitura vengono accesi, è importante ripulire la testina utilizzando un metodo di ripulitura consigliato. Sostituire le cartucce di ripulitura dopo 50 utilizzi. Tabella 15. Cartucce di ripulitura IBM consigliate Etichetta bezel anteriore Numero parte della cartuccia di ripulitura DAT72 21F8763 DAT160 23R5638 56 IBM i: Soluzioni di memoria Tabella 15. Cartucce di ripulitura IBM consigliate (Continua) Etichetta bezel anteriore Numero parte della cartuccia di ripulitura DAT320 46C1937 Concetti correlati: “Compatibilità tra unità nastro e cartuccia DAT” a pagina 19 Sono fornite la capacità e le funzioni di lettura/scrittura per il tipo di supporto. Ripulitura delle unità nastro da otto millimetri: Le unità nastro da otto millimetri conteggiano il numero di ore di movimento del nastro ed indicano il momento in cui è necessario ripulire l'unità nastro mediante un messaggio e mediante l'attivazione dell'indicatore luminoso dello stato di errore. Unità nastro Numero parte della cartuccia di ripulitura 4585 4685 7206-VX2 19P4880 7208-002 16G8467 6390 7208-012 16G8467 7208-222 16G8467 7208-232 16G8467 7208-234 16G8467 7208-342 35L1409 7208-345 35L1409 9427-210 9427-211 16G8467 Concetti correlati: “Compatibilità unità nastro e cartuccia otto millimetri” a pagina 20 Sono fornite la capacità e le funzioni di lettura/scrittura per il tipo di supporto. Ripulitura delle unità nastro da mezzo pollice: Per la ripulitura delle unità nastro da mezzo pollice sono disponibili metodi specifici. Generalmente, ripulire il percorso del nastro su ciascuna unità ogni sette giorni. Se si utilizza una insolitamente elevata quantità di nastro, ripulire il percorso del nastro con una frequenza maggiore. Se l'unità nastro visualizza un messaggio *CLEAN oppure la lettera “C”, ripulire il percorso dell'unità nastro appena possibile. Inoltre, ripulire il percorso dell'unità nastro dopo ciascun IPL (initial program load), dopo il ripristino di un'unità oppure ogni volta che il funzionamento dell'unità nastro è stato interrotto. Per ripulire il percorso del nastro, inserire la speciale cartuccia di ripulitura nello stesso modo in cui viene inserita una normale cartuccia nastro. Tenere traccia del numero di utilizzi sull'etichetta fornita con ciascuna cartuccia di ripulitura. v Sostituire le cartucce di ripulitura 3490 dopo 500 utilizzi. v Sostituire le cartucce di ripulitura 3570 e 3590 dopo 100 utilizzi. v Sostituire le cartucce di ripulitura 3592 dopo 50 utilizzi. v Sostituire le cartucce di ripulitura LTO Ultrium dopo 50 utilizzi Soluzioni di memoria 57 Se l'unità nastro dispone della funzione del caricatore automatico di cartucce, inserire la cartuccia nella posizione di avanzamento e premere il pulsante di avvio. La cartuccia di ripulitura può anche essere inserita nello stack di immissione, in modo da eseguire la procedura di ripulitura ogni volta che la cartuccia di ripulitura viene caricata nell'unità. Se la ripulitura viene avviata durante un lavoro, viene visualizzato un messaggio di interrogazione. Una volta immessa la risposta al messaggio, l'unità inserisce il nastro di ripulitura, ripulisce la testina di lettura/scrittura e quindi riavvolge e scarica la cartuccia di ripulitura. Una volta scaricata la cartuccia, rimuoverla e contrassegnare l'etichetta di utilizzo. Ripulitura delle unità nastro 3490 e 35xx Queste unità nastro forniscono l'accesso casuale alle cartucce nastro. Quando l'unità rileva che è necessaria la ripulitura e se la cartuccia di ripulitura è posizionata nella cella interna riconosciuta solo dal caricatore di cartucce ad accesso casuale, l'unità nastro esegue l'operazione di ripulitura. L'unità nastro tiene traccia del numero di operazioni di ripulitura eseguite dalla cartuccia di ripulitura ed espelle la cartuccia di ripulitura attraverso la cella di priorità una volta esauriti i cicli di ripulitura consentiti per la cartuccia stessa. Le cartucce di ripulitura per le unità nastro da mezzo pollice sono specificate nella tabella riportata di seguito: Unità nastro Numero parte della cartuccia di ripulitura 3490 4780527 3570 05H2463 3590 05H4435 3592 05H3929 LTO2, LTO3, LTO4 35L2086 Concetti correlati: “Compatibilità unità nastro e cartucce mezzo pollice e Magstar MP” a pagina 23 Sono fornite le unità nastro e la compatibilità delle cartucce mezzo pollice e Magstar MP. Ripulitura delle unità nastro LTO Ultrium: Tutte le unità nastro IBM Ultrium sono dotate di un dispositivo di ripulitura integrato che spazzola la testina durante il caricamento e lo scaricamento di una cartuccia. Inoltre, ciascuna unità dispone di una procedura di ripulitura utilizzando una cartuccia di ripulitura speciale. È necessario ripulire l'unità nastro Ultrium solo quando indicato dall'unità stessa. La tabella riportata di seguito indica le cartucce di ripulitura per le unità nastro Ultrium. Tipo Numero parte della cartuccia di ripulitura Ultrium 1 08L9124 Ultrium 2 35L2086 Ultrium 3 35L2086 Ultrium 4 35L2086 Ultrium 5 35L2086 Concetti correlati: “Compatibilità unità nastro e cartucce LTO” a pagina 24 Vi sono linee guida sulla compatibilità da considerare quando si utilizzano le cartucce e le unità nastro Ultrium LTO (Linear Tape Open). 58 IBM i: Soluzioni di memoria Informazioni correlate: IBM System Storage Tape Libraries Guide for Open Systems Aggiornamenti LIC (Licensed Internal Code) IBM talvolta rilascia il LIC (Licensed Internal Code) aggiornato per le unità nastro. Quando viene sviluppato un aggiornamento LIC (Licensed Internal Code), IBM lo rende disponibile attraverso l'organizzazione del servizio o mediante la distribuzione elettronica. Gli aggiornamenti LIC (Licensed Internal Code) sono disponibili anche scaricando e installando le correzioni mediante l'assistenza clienti elettronica o ordinando e installando pacchetti di correzioni cumulativi da IBM Global Services. Esecuzione delle operazioni di conservazione per le cartucce nastro Informazioni relative all'importanza delle operazioni di conservazione per le cartucce nastro. Per i vecchi tipi di cartucce nastro, le unità nastro da un quarto di pollice eseguono un'operazione di conservazione quando viene caricata una cartuccia nastro. Conservazione indica che l'unità nastro sposta il nastro sulla posizione di fine del nastro e lo riavvolge sulla posizione di inizio. L'operazione di conservazione è parte della sequenza di caricamento. L'unità nastro esegue anche un'operazione di conservazione se una cartuccia nastro è nell'unità nastro quando viene chiuso lo sportello. Quando si utilizzano cartucce nastro MLR3-25GB, DC5010, MLR1-16GB, SLR100 e SLR60, le unità nastro eseguono l'operazione di conservazione solo se necessario (come determinato dall'unità nastro) per mantenere corretta la tensione del nastro. I tempi di conservazione approssimativi sono i seguenti. Tabella 16. Tempi di conservazione per le cartucce nastro da un quarto di pollice Cartuccia nastro Tempo di conservazione approssimativo DC5010 Inferiore a 6 minuti DC6150 Inferiore a 3 minuti DC6320 Inferiore a 3 minuti DC6525 Inferiore a 4 minuti DC9120 Inferiore a 4 minuti DC9250 Inferiore a 4 minuti MLR1-16GB Inferiore a 8 minuti MLR3-25GB Inferiore a 8 minuti SLR5-4GB Inferiore a 8 minuti SLR60 Inferiore a 8 minuti SLR100 Inferiore a 8 minuti Esempio: gestione delle risorse nastro Informazioni sulla gestione delle risorse nastro tramite l'esempio fornito. Ciascun sistema nel seguente esempio riporta due sottosistemi nastro, o risorse. Queste risorse nastro vengono collegate alla risorsa della libreria nastro. In questo esempio, la risorsa della libreria nastro è il server dei dati 3494. Tale server genera quindi una configurazione automatica di una descrizione dell'unità per una MLD (media library device/unità libreria supporti). In questa situazione, qualsiasi richiesta all'unità libreria nastro (il server dei dati 3494) comporta che il gestore risorse della libreria nastro assegni la risorsa nastro da utilizzare. Ciò semplifica le attività di gestione del nastro per la maggior parte degli utenti in quanto il sistema è responsabile della maggior parte di tali attività. Soluzioni di memoria 59 Nota: gli utenti con capacità di collegamento limitato e con più sistemi potrebbero ancora dover forzare l'utilizzo delle risorse specifiche. Il comando WRKMBLSTS (Gestione stato libreria dei supporti) consente di visualizzare le librerie nastro e le risorse nastro associate dal punto di vista della configurazione. L'utilizzo di questo comando su ciascuno dei tre sistemi in questo esempio comporta la visualizzazione dei pannelli riportati di seguito. Figura 11. Visualizzazione della libreria nastro TAPMLB01 dal sistema A 60 IBM i: Soluzioni di memoria Figura 12. Visualizzazione della libreria nastro TAPMLB01 dal sistema B Figura 13. Visualizzazione della libreria nastro TAPMLB01 dal sistema C Soluzioni di memoria 61 Di seguito vengono indicati tre valori possibili per l'assegnazione di ciascuna risorsa. Ciascun valore presume che la libreria nastro sia attivata. ASSEGNATA Una risorsa assegnata viene assegnata a un determinato sistema e nessun altro sistema può accedervi. Lo stato di assegnazione è analogo a quello di un'unità autonoma che viene attivata con il valore ASSIGN(*YES). NON PROTETTA Una risorsa nastro non protetta non viene assegnata a un determinato sistema ed è disponibile per rispondere alle richieste effettuate alla relativa unità libreria nastro. Questo stato non protetto è analogo a quello di un'unità autonoma attivata con il valore ASSIGN(*NO). Se viene eseguita una richiesta all'unità libreria nastro e la risorsa nastro viene selezionata dal gestore risorse dell'unità libreria nastro, la risorsa nastro viene assegnata durante l'utilizzo. DISASSEGNATA Una risorsa nastro disassegnata non viene assegnata a un determinato sistema e non è disponibile per rispondere alle richieste effettuate alla relativa unità libreria nastro. Se la libreria nastro viene disattivata, vengono disassegnate tutte le relative risorse nastro. Lo stato disassegnato consente l'utilizzo di una risorsa nastro in modalità autonoma. Consente anche l'utilizzo temporaneo di una risorsa nastro in caso di malfunzionamento dei componenti automatizzati della libreria nastro. Quando non viene utilizzata, è necessario che una risorsa nastro condivisa tra i sistemi rimanga in uno stato non protetto con l'unità libreria nastro attivata. Se la risorsa nastro viene lasciata in uno stato assegnato o disassegnato, una richiesta comando per l'utilizzo della risorsa potrebbe comportare un errore che indica che non è disponibile alcuna risorsa. 62 IBM i: Soluzioni di memoria Se si utilizza BRMS (backup recovery and media services), non bisogna utilizzare SHARED *YES per le librerie di supporti. Utilizzare NON PROTETTA per condividere le risorse. È inoltre possibile utilizzare una combinazione di NON PROTETTA e ASSEGNATA sulla rete per assicurarsi che ciascun sistema disponga dell'unità corretta richiesta per le operazioni di backup. Lasciare sempre le librerie nastro attivate e utilizzare lo stato di assegnazione per controllare l'utilizzo. Un problema da considerare in questo esempio è quello relativo ai limiti del cavo. È possibile che un sistema impedisca a un altro l'accesso alle risorse nastro anche se ne è disponibile una. La differenza consiste nella modalità con cui un utente può forzare un sistema a utilizzare una risorsa specifica. Un metodo per risolvere questo problema è manipolare le ore di avvio delle operazioni di salvataggio su ciascun sistema. Nell'esempio, il sistema A e il sistema B si contendono la risorsa nastro TAP01. Avviare l'operazione di salvataggio sul sistema B per assicurarsi che quest'ultimo disponga dell'accesso a una risorsa nastro. La seguente tabella mostra la modalità di visualizzazione del grafico delle strategie se questo metodo viene utilizzato nell'esempio. Tabella 17. Pianificazione per soddisfare i vincoli del sistema e dell'unità mediante la gestione dell'ora Ora di inizio Ora approssimativa di completamento Gruppo di backup Sistema Unità 10:05 p.m. 1:00 a.m. 2 A TAPMLB01 TAP01 (TAP02 è occupata sul sistema C) 10:00 p.m. 11:00 p.m. 5 C TAPMLB01 TAP02 11:00 p.m. 1:00 a.m. 6 C TAPMLB01 TAP02 1:05 a.m. 6:00 a.m. 1 A TAPMLB01 TAP02 (TAP01 è occupata sul sistema B) 1:00 a.m. 4:00 a.m. 3 B TAPMLB01 TAP01 4:00 a.m. 6:00 a.m. 4 B TAPMLB01 TAP01 Risorsa nastro forzata Poiché le risorse di tipo ASSEGNATA vengono selezionate per essere utilizzate prima di quelle di tipo NON PROTETTA, è possibile utilizzare questo aspetto a proprio vantaggio. Un'uscita utente (il valore speciale *EXIT) rappresenta un comando CL definito dall'utente che consente l'elaborazione automatica delle routine utente predefinite. Sul sistema A nell'esempio, è possibile utilizzare il valore speciale *EXIT nel gruppo di controllo BRMS per modificare TAP02 da NON PROTETTA a ASSEGNATA. La successiva richiesta di salvataggio tenta di accedere prima a TAP02. Una volta completata l'operazione di salvataggio, utilizzare il valore speciale *EXIT alla fine del gruppo di controllo per modificare la risorsa nuovamente da ASSEGNATA a NON PROTETTA. Per ulteriori informazioni sul valore speciale *EXIT, consultare BRMS (Backup Recovery and Media Services). Per effettuare tale operazione nell'esempio, mantenere tutte le risorse nello stato NON PROTETTA e modificare due gruppi di backup. In questa situazione, è necessario considerare solo i sistemi collegati a più di una risorsa. Solo i sistemi collegati a più di una risorsa possono produrre un conflitto di accesso alla risorsa. In questo esempio, il sistema collegato a più di una risorsa è il sistema A. Quest'ultimo appartiene ai gruppi di backup 1 e 2. 1. Modificare/salvare il gruppo di backup 2: a. Modificare TAP01 da *UNPROTECTED a *ALLOCATED specificando il seguente comando per il valore speciale *EXIT: VRYCFG CFGOBJ(TAPMLB01) CFGTYPE(*MLBRSC) STATUS(*ALLOCATE) RSRCNAME(TAP01) Soluzioni di memoria 63 b. Eseguire l'operazione di salvataggio. c. Modificare TAP01 da *ALLOCATED a *UNPROTECTED specificando il seguente comando per il valore speciale *EXIT: VRYCFG CFGOBJ(TAPMLB01) CFGTYPE(*MLBRSC) STATUS(*UNPROTECTED) RSRCNAME(TAP01) 2. Modificare/salvare il gruppo di backup 1: a. Modificare TAP02 da *UNPROTECTED a *ALLOCATED specificando il seguente comando per il valore speciale *EXIT: VRYCFG CFGOBJ(TAPMLB01) CFGTYPE(*MLBRSC) STATUS(*ALLOCATE) RSRCNAME(TAP02) b. Eseguire l'operazione di salvataggio. c. Modificare TAP02 da *ALLOCATED a *UNPROTECTED specificando il seguente comando per il valore speciale *EXIT: VRYCFG CFGOBJ(TAPMLB01) CFGTYPE(*MLBRSC) STATUS(*UNPROTECTED) RSRCNAME(TAP02) La seguente tabella mostra la modalità di visualizzazione della tabella delle strategie se questo metodo viene utilizzato nell'esempio. Tabella 18. Pianificazione per soddisfare i vincoli del sistema e dell'unità utilizzando ASSEGNATA prima di NON PROTETTA Ora di inizio Ora approssimativa di completamento Gruppo di backup Sistema Unità Risorsa nastro forzata 10:00 p.m. 1:00 a.m. 2 A TAPMLB01 TAP01 10:00 p.m. 11:00 p.m. 5 C TAPMLB01 TAP02 11:00 p.m. 1:00 a.m. 6 C TAPMLB01 TAP02 1:00 a.m. 6:00 a.m. 1 A TAPMLB01 TAP02 (TAP01 è occupata sul sistema B) 1:00 a.m. 4:00 a.m. 3 B TAPMLB01 TAP01 4:00 a.m. 6:00 a.m. 4 B TAPMLB01 TAP01 Inoltre, è possibile utilizzare più descrizioni dell'unità libreria nastro create al momento della configurazione di una libreria nastro. Poiché ciascuna risorsa nastro in una libreria nastro esegue una notifica a un sistema, è possibile creare una descrizione della libreria nastro separata. Di solito, è necessario utilizzare una TAPMLB xx e assegnare a essa tutte le risorse nastro. Tuttavia, il sistema A nell'esempio è differente. Il seguente pannello mostra la configurazione generata sul sistema A. Figura 14. Finestra Gestione stato libreria supporti magnetici 64 IBM i: Soluzioni di memoria Una volta completato il comando CFGDEVMLB(TAPMLB01), è possibile visualizzare entrambe le risorse in TAPMLB01, nonostante TAP02 abbia generato TAPMLB02. Entrambe le risorse sono impostate su NON PROTETTA. Figura 15. Finestra Gestione stato libreria supporti magnetici Soluzioni di memoria 65 Se TAPMLB02 è stata attivata, quest'ultima riconosce anche TAP01 e TAP02. Tuttavia, poiché solo una libreria nastro può utilizzare una risorsa, TAP01 e TAP02 devono essere impostate su DISASSEGNATA in TAPMLB02, come mostrato nel seguente pannello. Figura 16. Finestra Gestione stato libreria supporti magnetici 66 IBM i: Soluzioni di memoria Al fine di utilizzare la descrizione dell'unità TAPMLB02, impostare TAP01 su NON PROTETTA in TAPMLB01 e TAP02 su NON PROTETTA in TAPMLB02, come mostrato nel seguente pannello. Figura 17. Finestra Gestione stato libreria supporti magnetici Soluzioni di memoria 67 La seguente tabella mostra la modalità di visualizzazione del grafico delle strategie se questo metodo viene utilizzato nell'esempio. Tabella 19. Pianificazione per soddisfare i vincoli del sistema e dell'unità utilizzando più descrizioni della libreria nastro Ora di inizio Ora approssimativa di completamento Gruppo di backup Sistema Unità Risorsa nastro forzata 10:00 p.m. 1:00 a.m. 2 A TAPMLB01 TAP01 10:00 p.m. 11:00 p.m. 5 C TAPMLB02 TAP02 11:00 p.m. 1:00 a.m. 6 C TAPMLB02 TAP02 1:00 a.m. 6:00 a.m. 1 A TAPMLB02 TAP02 1:00 a.m. 4:00 a.m. 3 B TAPMLB01 TAP01 4:00 a.m. 6:00 a.m. 4 B TAPMLB01 TAP01 Riferimenti correlati: Work with Media Library Status (WRKMBLSTS) command Informazioni correlate: Backup, Recovery, and Media Services 68 IBM i: Soluzioni di memoria Codifica nastro La codifica del nastro fornisce sicurezza e riduce il rischio di cattivo utilizzo dei dati. Una volta codificato un nastro, i dati non possono essere letti dagli utenti senza una chiave. Codifica del nastro software Utilizzare i prodotti e le applicazioni descritti per codificare i dati. Al fine di eseguire la codifica del nastro software, è necessario che sulla partizione siano installati i seguenti prodotti e applicazioni e che l'utente disponga delle licenze per gli stessi: v Opzione 18 i5/OS - Media and Storage Extensions v Opzione 44 i5/OS - Abilitazione backup codificato Inoltre, sarà necessaria un'applicazione di gestione del nastro per specificare il file di memorizzazione chiavi di codifica e le informazioni sull'etichetta del record per ciascun file da codificare. Per ulteriori informazioni sull'utilizzo di un'interfaccia di uscita nastro, fare riferimento al programma di uscita della gestione del nastro. Fare riferimento all'argomento relativo alla creazione di una normativa del supporto per i dettagli aggiuntivi sull'impostazione della codifica mediante BRMS. Fare riferimento all'argomento relativo alla gestione chiavi servizi crittografici per ulteriori dettagli sui file di memorizzazione chiavi di codifica. Informazioni correlate: Creating a media policy Tape Management Exit Program Cryptographic Services Key Management Codifica nastro hardware La codifica nastro hardware utilizza le unità nastro con capacità di codifica dati e IBM Encryption Key Manager per codificare i dati. i5/OS supporta solo la codifica gestita dalla libreria. Per ulteriori informazioni sulla codifica nastro hardware, fare riferimento alla sezione sulla codifica dati e al componente IBM Encryption Key Manager per la piattaforma Java™. Informazioni correlate: Data encryption IBM Encryption Key Manager component for the Java Platform Decodifica dei dati Esistono due metodi disponibili per leggere o ripristinare i dati del nastro precedentemente codificati. 1. Se i prodotti e le applicazioni utilizzati per la codifica del nastro software vengono installati sulla partizione, l'applicazione di gestione del nastro può specificare il file di memorizzazione chiavi di codifica e le informazioni sull'etichetta del record per ciascun file da decodificare. 2. Utilizzare un'area dati di decodifica per specificare il file di memorizzazione chiavi di codifica e le informazioni sull'etichetta del record da utilizzare per decodificare i nastri. L'area dati deve essere denominata QTADECRYPT e può essere creata nella libreria QTEMP o QUSRSYS. L'area dati deve fornire le seguenti informazioni v Char(10) Nome unità (La decodifica verrà eseguita solo per i nastri all'interno di questa unità) v Char(10) Nome file di memorizzazione chiavi di codifica v Char(10) Libreria memorizzazione chiavi di codifica v Char(32) Etichetta record di codifica Soluzioni di memoria 69 Di a. b. c. seguito viene riportato un esempio di come creare un'area dati di decodifica in QTEMP: CRTDTAARA DTAARA(QTEMP/QTADECRYPT) TYPE(*CHAR) LEN(62) CHGDTAARA DTAARA(QTEMP/QTADECRYPT) VALUE(’TAPMLB01 KEYFILE CHGDTAARA DTAARA(QTEMP/QTADECRYPT (31 32)) VALUE(’RECORD1’) KEYLIB’) Nota: v I valori dell'area dati possono essere sovrascritti da un'applicazione di gestione del nastro. v Il tipo di chiave di codifica deve essere AES. Risoluzione dei problemi relativi alle risorse nastro Questi argomenti forniscono le informazioni per la risoluzione dei problemi relativi alle risorse nastro. Verifica del corretto funzionamento dell'unità nastro Eseguire la procedura indicata per pulire la cartuccia nastro e verificare che l'unità nastro funzioni correttamente. 1. Rimuovere la cartuccia dall'unità nastro. 2. Immettere WRKCFGSTS *DEV *TAP su una riga comandi e rendere l'unità nastro non disponibile per il sistema (disattivazione). 3. Pulire l'unità nastro. Consultare le istruzioni sulla pulizia dell'unità nastro che si sta utilizzando. 4. Immettere il comando VFYTAP (Verifica nastro) su una riga comandi e premere Invio. Raccolta delle informazioni sulla libreria per l'analisi dei problemi Raccogliere i dati della libreria necessari per il rappresentante del servizio per la riparazione della libreria nastro. Quando è necessario eseguire l'analisi o l'isolamento del problema, raccogliere ed inviare le seguenti informazioni al rappresentante del servizio appropriato: v Informazioni su “Scatola nera nastro”. v Informazioni su “Scatola nera BRMS”. v “Registrazioni di transazione del gestore libreria” per una libreria nastro 3494. Scatola nera nastro Utilizzare il seguente comando per raccogliere le informazioni sulla scatola nera del nastro per la propria libreria nastro: CALL QTADMPDV nome_unità Sostituire nome_unità con il nome della propria libreria nastro. Scatola nera BRMS Utilizzare il comando DMPBRM (Dump BRMS) per raccogliere le informazioni relative alla scatola nera BRMS. Registrazioni di transazione del gestore libreria Copiare le registrazioni di transazione, la data e l'ora dell'errore e le informazioni relative ai volumi interessati: 1. Inserire un minidisco vuoto nell'unità A del computer. 2. Selezionare Servizio > Copia file > registrazioni di transazione da copiare > OK > unità A. 3. Immettere il nome del file e la descrizione del problema. 4. Selezionare Copia file. 70 IBM i: Soluzioni di memoria Gestione dei problemi per le librerie nastro Seguire queste istruzioni per la gestione dei problemi per la libreria nastro 3494 Enterprise IBM System Storage. In condizioni operative normali, l'operatore non utilizza spesso il Gestore libreria. Il software gestisce la libreria 3494 dalle richieste inviate da un sistema. Per la maggior parte degli scopi, la funzione migliore da tenere attiva nel pannello del Gestore libreria è la finestra Riepilogo del sistema. Il riepilogo del sistema fornisce le indicazioni sullo stato della libreria 3494, inclusa l'eventuale richiesta di intervento dell'operatore in caso di errori. Se il LED Intervento richiesto nel pannello operatore anteriore lampeggia, controllare la finestra Riepilogo del sistema. Se è richiesto l'intervento, il campo relativo nel lato inferiore destro del pannello mostra Richiesto invece di Nessuno. Per controllare e correggere gli errori, effettuare le operazioni riportate di seguito: 1. Per verificare errori e problemi, fare clic su Comandi e selezionare il comando Intervento dell'operatore. I problemi si verificano in caso di una condizione da cui la libreria 3494 non è in grado di eseguire automaticamente il ripristino. In base al tipo di errore o condizione di eccezione che si verifica, alcune o tutte le operazioni della libreria 3494 sono sospese fino alla correzione del problema. 2. Per correggere un errore, selezionare la condizione dall'elenco nella finestra Intervento dell'operatore e selezionare gli elementi. 3. Selezionare OK dopo avere risolto il problema (spesso con intervento manuale che potrebbe richiedere l'apertura dello sportello anteriore della libreria 3494). 4. Ripetere questi passi fino alla risoluzione di tutte le condizioni di errore. RMS (Removable Mass Storage) RMS è un tipo di unità ad alta capacità, ad accesso casuale e interscambiabile tra i sistemi e le partizioni. I supporti e le unità RMS sono simili alla memoria ottica per quanto riguarda il comportamento e le interfacce di accesso. Vengono gestiti ed utilizzati con le funzioni ed i comandi esistenti delle unità ottiche. Consultare “Memoria ottica” a pagina 72 come guida di riferimento per l'utilizzo di questi supporti e unità. I supporti RMS vegono gestiti nello stesso modo dei volumi ottici e in quanto tali sono accessibili anche tramite il file system QOPT utilizzando le API HFS (hierarchical file system) e IFS (integrated file system). I supporti RMS vengono formattati con lo standard di settore UDF (Universal Disk Format) versione 2.5. Sono supportati due tipi di unità e supporti RMS. Le cartucce RDX (disco rimovibile) sono supporti che contengono un disco rotante. L'altro tipo è un'unità flash, che si presenta come memoria di massa *DEVICE o supporto specifico per l'unità. I supporti e le unità vengono utilizzati come soluzione di backup e di ripristino per i sistemi IBM i che possono trarre vantaggio dalla moderata velocità di trasmissione e dal prezzo inferiore del disco rimovibile o delle unità flash. Le unità RDX possono essere collegate alle interfacce SATA o USB e possono essere ospitate su una partizione client virtuale. Le unità che si presentano come *DEVICE devono essere collegate all'interfaccia USB e possono essere ospitate anche su una partizione client virtuale. Tabella 20. Hardware supportato per la memoria di massa rimovibile Modello e tipo di risorsa hardware Tipo unità 63B8-004 RDX SATA 63B8-005 RDX USB 63B8-0D2 RDX (partizione client virtuale) 63BC-005 USB specifico per unità Soluzioni di memoria 71 Tabella 20. Hardware supportato per la memoria di massa rimovibile (Continua) Modello e tipo di risorsa hardware Tipo unità 63BC-0D2 Specifico per unità (partizione client virtuale) | Tipi di supporto RMS | Le capacità RDX vanno da 160 GB a 1,5 TB. Il supporto RDX viene visualizzato con tipo di supporto | *RDX. | Le unità flash dispongono di una vasta gamma di capacità, ma le unità superiori a 32 GB non sono | supportate da IBM i. IBM i consente l'utilizzo di qualsiasi unità flash conforme alla Universal Serial Bus | Mass Storage Class ed è USB 2.0. Le unità flash vengono visualizzare con tipo di supporto *DEVICE. Formati e interscambio dei supporti RMS I supporti RMS vengono formattati dal sistema operativo IBM i con lo standard del settore UDF (Universal Disk Format) versione 2.5. Anche i supporti registrati con UDF versione 2.0 e 2.01 sono accessibili per la lettura o la scrittura. I supporti registrati con versioni precedenti di UDF sono accessibili in sola lettura. Rimozione di unità di memoria USB Le unità con un pulsante di espulsione, DVD, RDX e unità nastro, assicurano che il supporto venga correttamente reso inattivo e che tutti i dati vengano memorizzati sul supporto prima di espellere l'unità. Le unità flash necessitano di un'operazione che viene eseguita per assicurare che i dati vengano scritti sul supporto per consentire all'unità di essere rimossa in sicurezza. In IBM i utilizzare VRYCFG STATUS(*OFF) o RMVOPTCTG oppure l'opzione 4 in WRKOPTVOL per espellere il supporto. Se il supporto viene espulso in modo logico, la maggior parte delle unità riporta che l'unità è vuota fino a quando l'unità non viene scollegata e ricollegata nuovamente. | Supporto contenitore | Questo supporto attualmente non è disponibile, ma sono presenti riferimenti a *CONTAINER nei pannelli | dei comandi, nel testo dell'aiuto e nei campi di emissione DSPOPT in IBM i 7.2. Memoria ottica Utilizzare le informazioni descritte come panoramica e guida di riferimento per il supporto ottico IBM per un sistema con sistema operativo IBM i. Per memoria ottica si intende qualsiasi metodo di memorizzazione che utilizza un laser per memorizzare e richiamare i dati da un supporto ottico. Esempi di tale supporto sono i CD-ROM (compact disk read-only memory), i DVD-ROM (digital versatile disk read-only memory), i DVD-RAM (digital versatile disk random access memory), le cartucce WORM (write-once read-many), le cartucce ottiche cancellabili e i supporti RMS (Removable Mass Storage (RMS), ovvero dischi rimovibili (RDX) e unità flash. Queste funzioni sono univoche per il supporto ottico: v Unità CD-ROM v Unità DVD v Unità librerie dei supporti ottici collegate direttamente v Unità librerie dei supporti ottici collegate via LAN v Unità ottiche virtuali v RDX 72 IBM i: Soluzioni di memoria v Unità flash Le unità ed i supporti RMS sono considerati una classe di memoria ottica con lo scopo di supportare i comandi e le funzioni su IBM i. Tutti i riferimenti alle unità e ai supporti DVD nella sezione relativa alla memoria ottica possono essere considerati come comprensivi anche delle unità e dei supporti RMS. Per ulteriori informazioni sui supporti e le unità RMS, consultare “RMS (Removable Mass Storage)” a pagina 71. Queste informazioni sono rivolte ai seguenti utenti: v Gli operatori di sistema e gli utenti possono utilizzare queste informazioni come riferimento principale per CD-ROM, DVD, librerie dei supporti ottici e supporto ottico virtuale. v Gli assistenti tecnici possono utilizzare queste informazioni per eseguire attività come indicato dalle guide di servizio unità ottica appropriate. La memoria ottica sul sistema fornisce un modo efficiente ed economico per memorizzare e richiamare elevate quantità di informazioni ad un elevato livello di prestazioni. Le unità di memoria ottica offrono vantaggi importanti rispetto ad altre unità di memoria ad alta capacità, come nastri e microfilm, con tempi di accesso più rapidi e un'organizzazione file di tipo gerarchico. La memoria ottica IBM i utilizza i file che sono memorizzati in indirizzari e in sottoindirizzari come in UNIX o nei file system basati su PC. La capacità, il prezzo e le prestazioni della memoria ottica migliorano continuamente e IBM si impegna a fornire ai clienti tali miglioramenti nel tempo. Anche se sono introdotte nuove unità, i metodi di base di accesso alle informazioni ottiche rimangono coerenti, in quanto queste nuove unità di memoria sono aggiunte in base alle interfacce del file system correnti che i programmi di memoria ottica hanno utilizzato per anni. Di seguito sono riportate alcune considerazioni per l'utilizzo del supporto memoria ottica: Considerazione Motivo per l'uso Durabilità Il supporto ottico può avere una durata superiore a 50 anni. Memoria archivio Il supporto ottico WORM (Write-once read-many) può essere utilizzato per archiviare elevate quantità di dati. Ogni settore sul supporto è scritto solo una volta quando i file e gli indirizzari sono creati e aggiornati. Quando un file è modificato o eliminato, una nuova versione del file viene scritta, tuttavia la versione precedente è ancora presente nel supporto. Tutte le versioni precedenti del file restano registrate sul supporto. Tale funzione è disponibile anche sul supporto cancellabile, ma l'intero disco può essere cancellato e riutilizzato. Trasportabilità Il supporto ottico UDF (Universal Disk Format) può essere letto con ogni altra piattaforma di sistema operativo che supporta l'UDF, vale a dire un file system standard industriale. Il supporto ottico scritto con formato HPOFS (High Performance Optical File System) può essere interscambiato con altre librerie di supporti ottici collegate a un sistema. Accesso casuale Le unità ottiche sono unità ad accesso casuale. Ciò facilita il richiamo di dati importanti su richiesta. L'accesso ai file è indipendente dall'ordine con cui i dati sono stati memorizzati. Inoltre, più utenti possono accedere allo stesso volume contemporaneamente. Soluzioni di memoria 73 Quando si utilizza la memoria ottica virtuale, si creano e si utilizzano immagini ottiche memorizzate sulle unità disco. Tali immagini ottiche sono considerate come se fossero supporti disco ottico reali dalle funzioni interne del file system. Il termine virtuale si applica all'emulazione dei settori del supporto ottico quando utilizzati dalle funzioni di lettura e scrittura. Concetti correlati: “Confronto della memoria fuori linea” a pagina 13 Per decidere la forma adatta per l'utente, è importante comprendere le differenze tra le varie forme di supporto. Utilizzare la tabella fornita per determinare la forma preferita del supporto. Informazioni correlate: Tape and Optical Storage Hardware supportato per la memoria ottica Varie unità ottiche autonome sono disponibili come memoria ottica. Su un sistema sono supportare una varietà di configurazioni hardware per CD-ROM, DVD-ROM e DVD-RAM. La tabella elenca le unità ottiche autonome disponibili. Per visualizzare la capacità del supporto di un'unità, immettere DSPDEVD (Visualizzazione descrizione unità) sulla riga comandi. Tabella 21. Unità ottiche autonome supportate Tipo di unità Modello e tipo di risorsa hardware Unità 632B Backup dell'unità virtuale eseguito dall'IFS (integrated file system) (632B-001) o dall'NFS (network file system) (632B-003) Unità virtuale 632C 632C-002 Unità virtuale ospitata da un'altra partizione. Per ulteriori dettagli, consultare 9406-MMA (IBM i 570) e cercare Partizionamento logico. 6320/6321 6320-002/6321-002 CD-ROM 6330 - DVD-RAM HH 6330-002 DVD-RAM 6331 - DVD RAM Slim 6331-0xx Multi-recorder slim 6333 - DVD RAM HH 6333-002 Multi-recorder HH 6336 - DVD-ROM HH 6336-002 DVD-ROM 6337 - DVD-ROM slimline 6337-00x DVD-ROM 7210-020 6321-002 Unità esterna Bridgebox CD-ROM 7210-025 6330-002 Unità esterna Bridgebox DVD-RAM 7210-030 6333-002 Unità esterna 7212-102 6330 6333 6336 7214 6331 6337 Contenitore unità di memoria 5720 6331 6337 Contenitore unità di memoria Nota: L'unità ottica virtuale client 632C-002 adesso supporta un dispositivo di scambio supporti incorporato quando la partizione server della memoria virtuale è un IBM i. Ad esempio, se l'unità ottica di backup è 632B-001 o 632B-003, il client 632C cambia automaticamente il supporto per le operazioni di installazione e salvataggio e ripristino. Per informazioni sull'abilitazione e l'utilizzo, consultare il sito web della memoria ottica o leggere le informazioni PSP più recenti. Le librerie di supporti ottici vengono fornite con una varietà di configurazioni progettate secondo le diverse forme di supporti e le diverse opzioni di connessione. Le librerie di supporti ottici variano dal 74 IBM i: Soluzioni di memoria modello autonomo a cartuccia singola ai modelli in grado di contenere 638 cartucce ottiche e dodici unità disco. Tali librerie possono essere direttamente collegate al sistema per prestazioni e funzionalità migliori oppure possono essere collegate attraverso una LAN per consentire un accesso indipendente tramite i PC o altri sistemi. Verificare quale adattatore è appropriato per il sistema modello e l'interfaccia di unità. Tabella 22. Unità di memoria ottica al momento supportate Modello Tipo di unità Connessione Capacità cartuccia Numero di unità 3431-705 Multi-funzione LAN 1 1 3995-A23 Multi-funzione LAN 16 1 3995-022 WORM LAN 32 2 3995-023 Multi-funzione LAN 32 2 3995-122 WORM LAN 144 4 3995-123 Multi-funzione LAN 144 4 3995-C20 Multi-funzione LAN 20 1o2 3995-C22 Multi-funzione LAN 52 2 3995-C24 Multi-funzione LAN 104 2o4 3995-C26 Multi-funzione LAN 156 4o6 3995-C28 Multi-funzione LAN 258 4o6 3995-C40 Multi-funzione Diretta 20 1o2 3995-C42 Multi-funzione Diretta 52 2 3995-C44 Multi-funzione Diretta 104 2o4 3995-C46 Multi-funzione Diretta 156 4o6 3995-C48 Multi-funzione Diretta 258 4o6 3996-032 Multi-funzione Diretta 32 2 3996-080 Multi-funzione Diretta 72 o 80 2o4 3996-174 Multi-funzione Diretta 166 o 174 2o4 399F-100 Multi-funzione Diretta 24-80 1-4 399F-200 Multi-funzione Diretta 104-638 2-12 La seguente tabella elenca tutti gli adattatori di collegamento di immissione/emissione che è possibile utilizzare per collegare le librerie ottiche LAN e dirette al sistema. È necessario verificare quale adattatore è appropriato per il sistema modello. Tabella 23. Adattatori di collegamento I/E supportati Tipo di connessione libreria Codice funzione IBM i Descrizione/Commenti Token Ring 2724 4/16 Mbps Ethernet 2723/4723 10 Mbps Ethernet 2838/4838 100/10 Mbps Diretta 2621 Non più supportato Diretta 2729 Supportata Diretta 2749 Supportata Diretta 5702, 5712 Supportata Diretta 6534 Supportata Diretta 5736/5766/5775 Supportata Soluzioni di memoria 75 Unità ottiche Il sistema viene fornito con un'unità CD-ROM o DVD-ROM installata nel rack. Come opzione, è possibile ordinare un'unità DVD-RAM per sostituire l'unità interna oppure per aggiungerla all'unità interna. Più utenti possono accedere contemporaneamente a tutte le unità ottiche. Nota: le unità ottiche sul sistema non sono abilitate per i dischi audio digitali. Per caricare e scaricare un disco ottico, effettuare le operazioni riportate di seguito. 1. Come illustrato nella figura riportata di seguito, rimuovere il disco dalla relativa custodia. 2. Far scorrere il disco nel carrello con l'etichetta rivolta verso l'alto. Se l'unità ottica è posizionata verticalmente, accertarsi che il disco sia fissato mediante le due linguette poste nella parte inferiore del carrello, come illustrato nella parte sinistra della figura riportata di seguito. 3. Una volta posizionato correttamente il disco nel carrello, premere il tasto di espulsione o spingere il carrello nell'unità, come illustrato nella figura riportata di seguito. 4. Per rimuovere il disco dall'unità, premere il pulsante di espulsione, come indicato nella figura riportata di seguito. 76 IBM i: Soluzioni di memoria Per l'unità ottica non è necessaria alcuna operazione di manutenzione preventiva. Afferrare sempre i dischi ottici per i bordi, per evitare di lasciare impronte. Per pulire i dischi ottici, è possibile utilizzare un panno soffice o un fazzoletto per lenti. Durante la pulizia, muovere il panno dal centro verso la parte esterna, in linea retta. Il sistema supporta unità libreria dei supporti ottici collegate via LAN e SCSI (small computer system interface) collegate direttamente. Tali unità rappresentano un'eccellente alternativa alla memorizzazione dei dati tradizionale su carta, minidischi, microfilm, microfiche e nastro. Le librerie ottiche sono unità ad alta capacità ed accesso casuale che consentono di accedere rapidamente ad un'elevata quantità di dati. Inoltre, la memorizzazione su supporto ottico fornisce caratteristiche di archiviazione permanenti a lungo termine non paragonabili a quelle di altri supporti di memorizzazione. Il sistema supporta il collegamento delle librerie ottiche IBM 3995 e 3996 e di unità libreria ottica non IBM. Informazioni correlate: Optical Drives Tipi di supporti ottici Sono disponibili sei categorie di supporti ottici per soddisfare la maggior parte dei requisiti di memoria: CD-ROM, DVD-ROM, DVD-RAM, supporto registrabile, cartucce ottiche WORM (write-once read-many) e cartucce ottiche cancellabili. v CD-ROM è un formato di sola lettura ottimizzato per le prestazioni di lettura. I CD-ROM sono ideali per la distribuzione su ampia scala di programmi e dati. Il formato dati CD-ROM è identico a quello utilizzato con i PC (personal computer). Ciò rende possibile lo sviluppo di CD-ROM da utilizzare sia sui PC che sul sistema. È possibile leggere i CD-ROM in un'unità CD-ROM o DVD. v DVD-ROM è un formato di sola lettura che fornisce una capacità superiore rispetto al CD-ROM. Come i CD-ROM, i DVD-ROM sono ideali per la distribuzione su ampia scala di programmi e dati. È possibile leggere i DVD-ROM solo in un'unità DVD. v DVD-RAM è un supporto ottico scrivibile disponibile sia nei formati a doppia facciata (Tipo I) che a facciata singola (Tipo II), con capacità compresa tra 2.6 GB per cartuccia e 9.4 GB per cartuccia. È possibile accedere ad entrambi i tipi mediante un'unità DVD-RAM e il supporto Tipo II può essere letto in un'unità DVD-ROM quando il supporto viene rimosso dalla cartuccia. v CD-R, CD-RW, DVD-R, DVD+R, DVD-RW e DVD+RW sono supporti registrabili. Il comando DUPOPT (Duplicazione unità ottica) può essere utilizzato con il supporto registrabile se il volume di origine fa parte di un catalogo immagini e l'unità di destinazione supporta la registrazione. La registrazione è possibile solo con le unità 6331 e 6333 senza un processore IOP. Per vedere se il tipo di unità è in grado di registrare, utilizzare il comando Visualizzazione descrizione unità (DSPDEVD). v La memoria WORM è un modo economico di archiviare i dati, tuttavia è possibile accedere ad essi facilmente e velocemente. Il supporto WORM è disponibile nelle capacità 1x (650 MB), 2x (1.3 GB), 4x (2.6 GB), 8x (5.2 GB) e 14x (9.1 GB o 8.6 GB). È disponibile anche in UDO (Ultra Density Optical) da 30 GB e 60 GB. v Una cartuccia cancellabile offre la maggiore flessibilità possibile con capacità simili alla memoria magnetica. Il supporto cancellabile è disponibile nelle capacità 1x (650 MB), 2x (1.3 GB), 4x (2.6 GB), 8x (5.2 GB) e 14x (9.1 GB o 8.6 GB). È disponibile anche in UDO (Ultra Density Optical) da 30 GB e 60 GB. Entrambe le cartucce WORM e cancellabile devono disporre di una dimensione di settore di 1024 byte per settore per il supporto 1x, 2x e 4x. Per il supporto 8x, WORM permanente deve disporre di una Soluzioni di memoria 77 dimensione settore di 2048. I supporti CCW (continuous composite write-once), WORM e il supporto cancellabile possono essere di 1024 o 2048 per settore. Il supporto 14x è disponibile in CCW e cancellabile in 2048 or 4096 byte per settore. Il supporto UDO è disponibile in 8192 byte per settore. Librerie dei supporti ottici collegate direttamente: Un metodo per la connessione delle librerie dei supporti ottici è di collegare direttamente la libreria dei supporti ottici al sistema. Un cavo multiplo collega la libreria ad una scheda IOP o IOA (I/O adaptor). Le librerie dei supporti ottici collegate direttamente supportano le seguenti funzioni: v API (application programming interface) HFS (Hierarchical file system). v La maggior parte dei comandi IFS (integrated file system). v Molti comandi di salvataggio e ripristino IBM i. v Altri sistemi collegati via LAN possono accedere alle librerie dei supporti ottici mediante l'IFS (integrated file system). Configurazioni del sistema ottico: Tutti i sistemi includono un'unità CD-ROM o DVD installata nel rack, ideale per la distribuzione di programmi e dati. L'unità CD-ROM o DVD è anzitutto intesa come unità di distribuzione di dati e programmi. Anche se, potenzialmente, molti utenti possono accedervi simultaneamente, è possibile accedere solo ad un supporto per volta. Un'unità DVD-RAM è disponibile per la sostituzione dell'unità di sola lettura esistente o per essere aggiunta come un'altra unità interna. Tale unità può leggere il supporto CD-ROM o DVD e può leggere o scrivere il supporto DVD-RAM. Le unità CD e DVD supportate sul sistema non possono essere utilizzate per scrivere nei supporti CD-R, CD-RW, DVD-R, DVD-RW o DVD+RW mediante le API HFS (Hierarchical File System) o le API IFS (Integrated File System). Tuttavia, è possibile registrare su alcune unità DVD-RAM con il comando DUPOPT (Duplicazione unità ottica). Utilizzare il comando DSPDEVD (Visualizzazione descrizione unità) per visualizzare le funzioni di registrazione dell'unità Una libreria dei supporti ottici è un'unità che contiene almeno un'unità disco ottico e può contenere molte cartucce ottiche. Le librerie dei supporti ottici possono gestire grandi numeri di cartucce ottiche e utenti. Le librerie dei supporti si collegano direttamente al sistema. Un cavo multiplo collega la libreria ad una scheda IOP (input/output processor) o IOA (input/output adaptor). Le librerie dei supporti ottici supportano tutte le seguenti funzioni: v API (application programming interface) HFS (Hierarchical file system). v La maggior parte dei comandi IFS (integrated file system). v Molti comandi di salvataggio e ripristino IBM i. v Altri sistemi collegati via LAN possono accedere alle librerie dei supporti ottici mediante l'IFS (integrated file system). Concetti relativi alla memoria ottica Questa sezione illustra i volumi ottici, gli indirizzari ottici e i file e gli identificativi di volume. È possibile visualizzare il menu principale per il supporto ottico immettendo GO OPTICAL nella riga comandi IBM i. Gli amministratori di sistema e i programmatori possono accedere alla maggior parte dei comandi ottici attraverso tale menu. È preferibile immettere molti dei comandi ottici direttamente nella riga comandi. Tali comandi offrono le seguenti funzioni: 78 IBM i: Soluzioni di memoria v Visualizzazione dei volumi ottici in una MLD (media library device) ottica, un'unità CD, un'unità DVD o un'unità ottica virtuale. v Visualizzazione di file e di indirizzari contenuti in qualsiasi indirizzario in qualsiasi volume ottico. v Visualizzazione degli attributi di qualsiasi file ottico. v Importazione o esportazione del supporto in una libreria di supporti ottici collegata direttamente, un'unità CD-ROM, un'unità DVD o un'unità ottica virtuale. v Esecuzione di copie di backup di volumi, indirizzari o file contenuti in un'unità ottica direttamente collegata o un'unità ottica virtuale. v Inizializzazione di un volume contenuto in un'unità DVD-RAM, in una libreria di supporti ottici collegata direttamente o in un'unità ottica virtuale. v Gestione delle unità che rappresentano le librerie dei supporti ottici, i sistemi ottici, le unità CD, le unità DVD e le unità ottiche virtuali. v Aggiunta, rimozione o verifica dello stato di qualsiasi sistema ottico collegato via LAN. v v v v Visualizzazione di conversazioni attive di sistema collegato via LAN. Duplicazione di un volume ottico su un altro. Copia di file e indirizzari da un volume ottico in un altro. Ricerca di indirizzari e file danneggiati in un volume ottico. Quando si immette GO CMDOPT nella riga comandi, viene visualizzato un elenco completo di comandi ottici. Molti di tali comandi sono accessibili attraverso il menu precedente GO OPTICAL. Volumi ottici Tutti i dati ottici sono memorizzati in un'unità definita volume a prescindere dal tipo di supporto, il tipo di unità di memoria ottica e il modo in cui l'unità di memoria si collega al sistema. Un singolo disco CD-ROM o DVD-ROM contiene un volume. Le cartucce ottiche cancellabili e WORM sono a due facciate e contengono due volumi per cartuccia (uno per lato). DVD-RAM può essere a una o a due facciate. Il supporto ottico virtuale contiene un volume. A ogni volume è assegnato un nome scelto dalla persona che inizializza il volume. Il nome scelto deve essere univoco rispetto ai nomi di tutti gli altri volumi sul sistema. Due volumi con lo stesso nome non possono essere attivi contemporaneamente. Il nome volume di solito non cambia mai dopo la creazione del volume, anche se la ridenominazione del volume è supportata. Il creatore dei CD-ROM e DVD-ROM sceglie i nomi, che non possono essere modificati. HFS (hierarchical file system), IFS (integrated file system) e le funzioni di salvataggio e ripristino utilizzano tutti i nomi volume per l'accesso o la creazione dei dati sul volume. È possibile visualizzare e gestire i volumi ottici dal sistema operativo IBM i mediante il comando WRKOPTVOL (Gestione volumi ottici). HFS (hierarchical file system) e IFS (integrated file system) includono il nome volume nel nome percorso per selezionare quale volume utilizzare. Un percorso ottico tipico risulta simile al seguente: /QOPT/VOLUMENAME/MYDIR/MYFILE.EXT Dove: v /QOPT è il nome del file system ottico. v /VOLUMENAME è il nome volume scelto per il volume. v /MYDIR è il nome di un indirizzario sul volume. v /MYFILE.EXT è il nome di un file nell'indirizzario. Soluzioni di memoria 79 File e indirizzari ottici Le informazioni relative a un volume ottico sono organizzate in unità definite indirizzari e l'elemento di base della memoria ottica è il file ottico. Un indirizzario è una partizione logica che può contenere file e altri indirizzari definiti sottoindirizzari. Ogni volume contiene almeno un indirizzario definito indirizzario root. Non è obbligatorio disporre di altri indirizzari sotto l'indirizzario root. Gli indirizzari rappresentano un modo conveniente per tenere i file organizzati. Tutti i dati disponibili per i programmi applicativi possono essere memorizzati o richiamati dai file ottici in formato di flusso di dati. I file ottici presentano le seguenti caratteristiche: v I dati sono memorizzati in un file di flusso. v I dati sono indipendenti dalle strutture di record e formato. v Ai dati si accede attraverso gli scostamenti e le lunghezze byte. v I dati sono identificati e gestiti dall'applicazione che crea il file. Identificativi dei volumi Il caricamento del supporto CD-ROM o DVD in un'unità causa la lettura automatica delle informazioni dal supporto. L'identificativo del volume fa parte di queste informazioni. L'identificativo del volume è un nome fornito ad un volume ottico quando viene creato o inizializzato. A seconda del formato del supporto, l'identificativo del volume può avere una lunghezza massima di 32 caratteri. Sul sistema, le applicazioni che accedono ai dati dal volume ottico spesso vi fanno riferimento tramite il relativo identificativo del volume. Ad esempio, un identificativo volume del CD-ROM potrebbe essere VOLID01. Le applicazioni che devono accedere ai dati del file da qualsiasi supporto ottico devono fare riferimento all'identificativo del volume. Ad esempio, è possibile scrivere un programma C per utilizzare le API IFS (integrated file system) per leggere il file /DIR1/FILE sul volume ottico VOLID01. In questo caso, l'applicazione specifica il percorso /QOPT/VOLID01/DIR1/FILE sulla richiesta di apertura. Formati del supporto ottico Esistono vari tipi e formati di supporti ottici utilizzati per il sistema operativo IBM i. Il formato di supporto è l'architettura del file system presente sul supporto per gestire le informazioni su file, indirizzari e volumi. Il supporto ottico scrivibile (come WORM, cancellabile, DVD-RAM) è inizializzato in IBM i mediante il comando INZOPT (Inizializzazione supporti ottici). Il supporto WORM deve utilizzare il formato HPOFS (High Performance Optical File System). Il supporto DVD-RAM deve utilizzare UDF (Universal Disk Format). Il supporto cancellabile può utilizzare HPOFS o UDF in base ai requisiti dell'utente. È possibile specificare il formato mediante la parola chiave MEDFMT nel comando INZOPT (Inizializzazione volume ottico). I seguenti argomenti forniscono le informazioni sui diversi formati di supporto e un confronto, in modo da poter selezionare il formato di supporto più adatto alle proprie esigenze. Concetti correlati: “Inizializzazione dei volumi ottici” a pagina 97 È necessario inizializzare il supporto ottico scrivibile prima che il sistema possa creare indirizzari e file. “Gestione della sicurezza a livello di file e di indirizzario” a pagina 127 La sicurezza a livello di file e di indirizzario è disponibile per i volumi UDF (Universal Disk Format). “Salvataggio e ripristino del supporto ottico” a pagina 135 Il supporto ottico è una soluzione di memorizzazione a lungo termine vantaggiosa dal punto di vista economico. È possibile salvare e ripristinare i dati mediante il supporto ottico in vari modi. È possibile eseguire salvataggi con BRMS, operazioni di salvataggio e comandi di ripristino e il comando di 80 IBM i: Soluzioni di memoria Caricamento ed esecuzione. ISO 9660 Questo formato di supporto standard industriale è stato progettato originariamente per specificare le strutture di file e volumi dei dischi ottici CD-ROM (compact-disk read-only memory) ed è un formato di supporto di sola lettura. Il formato ISO 9660 è utilizzato attualmente sui supporti di sola lettura CD e DVD. Il supporto ISO 9660 creato con PVD (primary volume descriptor) è supportato. Le estensioni ISO 9660 che utilizzano SVD (supplementary volume descriptor) non sono supportate. Inoltre, esistono alcuni supporti per le estensioni ISO 9660 definiti come specifiche IEEE P1281 (System Use Sharing Protocol) e P1282 (Rock Ridge Interchange Protocol). Tali estensioni sono note anche come Rock Ridge. Le strutture del nome alternativo Rock Ridge attraverso PVD sono supportate. Questo supporto fornisce il riconoscimento e la gestione di nomi file lunghi e con lettere maiuscole e minuscole, come il sistema UNIX. Altre strutture definite da Rock Ridge non sono supportate nel sistema operativo IBM i. Per abilitare il supporto alla lettura della struttura del nome alternativo Rock Ridge (se esistente), immettere CHGOPTA EXTMEDFMT(*YES) prima di importare il supporto. Se le strutture del nome alternativo Rock Ridge non esistono, l'immissione di questo comando non avrà effetto. Volumi, indirizzari e nomi file: L'identificativo del volume per il descrittore del volume principale può contenere fino a 32 caratteri. L'identificativo del volume deve contenere solo caratteri alfabetici (da A a Z), caratteri numerici (da 0 a 9) o il carattere di sottolineatura (_). Sebbene non obbligatorio, è possibile includere uno o più indirizzari nel nome percorso. Ogni elemento del percorso può contenere fino a 32 caratteri, con la lunghezza massima totale del percorso uguale a 256 caratteri. Un nome percorso può contenere qualsiasi carattere alfabetico (da A a Z), caratteri numerici (da 0 a 9) o il carattere di sottolineatura (_). Per il supporto ISO 9660 che contiene le estensioni Rock Ridge, la lunghezza di ogni nome elemento non è limitata, ma la lunghezza massima totale del percorso è ancora di 256 caratteri. I caratteri del nome percorso non sono limitati, ma si consiglia la serie di caratteri nome file portatile POSIX con i caratteri da A a Z, da a a z, da 0 a 9, punto (.), sottolineatura (_) o trattino (-). Per il supporto ISO 9660 che contiene le estensioni Rock Ridge, le ricerche file sono sensibili al minuscolo e al maiuscolo. Se non viene rilevata nessuna corrispondenza sensibile al minuscolo e al maiuscolo, viene restituita una corrispondenza in caratteri maiuscoli e minuscoli, se esistente. Se esistono più corrispondenze in caratteri maiuscoli e minuscoli sul volume, verrà restituito un errore che indica la presenza di nomi ambigui sul supporto. Alcuni comandi ottici, come CPYOPT (Copia supporti ottici), non sono supportati quando esistono nomi file ambigui e duplicati. Ad esempio, Rock Ridge consente l'esistenza dei file ABC.ext e abc.EXT nello stesso indirizzario. Ciò non è supportato dal comando CPYOPT e può produrre risultati non previsti. Le ricerche del nome file non sono sensibili al minuscolo e al maiuscolo, quindi è possibile utilizzare sia caratteri maiuscoli che minuscoli per accedere ai file esistenti. Sicurezza file e indirizzari Non esiste alcuna sicurezza a livello di file o di indirizzario per il supporto ISO 9660. La sicurezza a livello di volume è disponibile mediante elenchi di autorizzazione. Soluzioni di memoria 81 Interfacce di programmazione per ISO 9660: Il sistema può leggere i file su supporto ISO 9660 utilizzando l'API (application programming interface) HFS (hierarchical file system) o l'API (application programming interface) IFS (integrated file system). HPOFS (High performance optical file system) HPOFS (High Performance Optical File System) è un'architettura formato di supporto sviluppata da IBM disponibile per l'uso quando si inizializza il supporto ottico. Utilizzare la versione di HPOFS basata su WORM. Questo formato del supporto è progettato (e richiesto) per il supporto WORM, ma è possibile utilizzarlo (ed è il formato predefinito) quando si inizializza un supporto ottico eliminabile. HPOFS è un formato del supporto WORM. È possibile scrivere ogni settore del supporto solo una volta quando si creano e si aggiornano i file e gli indirizzari. Questa caratteristica univoca di non riscrivere mai lo stesso settore consente a tutte le versioni precedenti di ogni file di rimanere nel supporto. Uno svantaggio consiste nel fatto che il consumo del supporto continua a crescere quando si esegue l'aggiornamento e anche quando si eliminano i file. Questa sezione contiene informazioni dettagliate relative a HPOFS per le librerie dei supporti ottici direttamente collegate. Questa sezione non illustra le caratteristiche HPOFS per le librerie dei supporti ottici collegate via LAN. Informazioni dettagliate relative all'implementazione di HPOFS per le librerie dei supporti ottici direttamente collegate sono disponibili nel supporto del comando per i formati del supporto. Concetti correlati: “Supporto dei comandi CL per i formati dei supporti” a pagina 87 Utilizzare questi comandi per salvare e ripristinare i dati. Inoltre, consultare le limitazioni per i supporti ISO 9660, HPOFS (High Performance Optical File System) ed UDF (Universal Disk Format). Volumi, indirizzari e nomi file per HPOFS: Gli identificativi dei volumi HPOFS (High Performance Optical File System) possono contenere fino a 32 caratteri e devono contenere solo caratteri alfabetici (dalla A alla Z), caratteri numerici (da 0 a 9), un trattino (-) o un punto (.). Il primo carattere dell'identificativo del volume deve essere alfabetico o numerico e l'identificativo non può contenere spazi incorporati. Sebbene non obbligatorio, è possibile includere uno o più indirizzari nel nome percorso. Ogni elemento del percorso può contenere fino a 255 caratteri, con la lunghezza massima totale del percorso uguale a 256 caratteri. Un nome percorso può contenere qualsiasi carattere EBCDIC eccetto 00-3F esadecimale, FF esadecimale, virgolette ("), apostrofo ('), il simbolo maggiore di (<), il simbolo minore di (>), punto interrogativo (?)e barra retroversa (\). Il sistema memorizza tutti i caratteri alfabetici per i nomi file e indirizzari nel supporto in maiuscolo. Le ricerche del nome file non sono sensibili al minuscolo e al maiuscolo. Sicurezza file e indirizzari Non esiste alcuna sicurezza a livello di file o di indirizzario per il supporto HPOFS (High Performance Optical File System). La sicurezza a livello di volume è disponibile mediante elenchi di autorizzazione. Recupero dello spazio: È possibile aggiornare o cancellare i file nonostante HPOFS (High Performance Optical File System) sia un formato di supporto di tipo WORM (write-once read-many). Quando un file viene modificato o cancellato, viene scritta una nuova versione del file e la versione precedente continua a esistere sul supporto. Ciò è valido per il WORM e il supporto cancellabile. Le 82 IBM i: Soluzioni di memoria precedenti versioni dei file saranno sempre presenti nel WORM e nel supporto cancellabile fino a quando non verrà reinizializzato l'intero volume. Quando si modifica o cancella un file, il sistema non riacquista lo spazio utilizzato dal precedente file. Il consumo del supporto continua ad aumentare sul supporto HPOFS fino alla reinizializzazione del volume (per il supporto cancellabile). Non è mai possibile riacquistare uno spazio cancellato per il supporto WORM. Interfacce di programmazione (HPOFS): È possibile creare o leggere i file su supporto HPOFS (High Performance Optical File System) utilizzando l'API (application programming interface) HFS (hierarchical file system) o l'API (application programming interface) IFS (integrated file system). Di seguito sono riportati gli elementi specifici per l'implementazione del formato del supporto HPOFS che gli sviluppatori dell'applicazione devono conoscere. NLS (National Language Support) Le interfacce IFS (integrated file system) prevedono che il CCSID (coded character set identifier) rappresenti il percorso effettivo per il lavoro. Il sistema, quindi, converte il percorso dal CCSID del lavoro a un CCSID utilizzato internamente. L'interfaccia HFS non presuppone alcun elemento relativo al CCSID del percorso; quindi, il sistema non esegue alcuna conversione della serie di caratteri nel percorso. Ciò può produrre effetti collaterali indesiderati, come la lettura del file o indirizzario non corretto, se un'applicazione è passata dall'utilizzo di una serie di API all'altra. Un programma non dovrebbe creare i file mediante HFS e poi provare a leggerli utilizzando le API IFS (integrated file system). In base ai caratteri utilizzati nel nome percorso, ciò può risultare in un errore di tipo File non trovato. Questo tipo di problema può essere evitato se l'applicazione utilizza solo caratteri invarianti (ad esempio, lettere (A-Z), numeri (0-9), segno più (+), segno uguale (=), segno percento (%), e commerciale (&), spazio ( ), virgola (,), sottolineatura (_), punto (.), due punti (:) e punto e virgola (;) per i nomi dei percorsi. I caratteri invarianti sono caratteri grafici correlati allo stesso punto di codice in tutte le serie di caratteri. File ottici congelati Quando il sistema scrive un file ottico che non può essere chiuso normalmente, può creare un file ottico congelato. Il file congelato risiede nella memoria disco interna IBM i e contiene i dati scritti nel file. È possibile, quindi, salvare o rilasciare il file congelato attraverso un'API o un'interfaccia comandi. Il sistema crea file congelati solo quando non è possibile archiviarli su un supporto HPOFS. Operazioni di scrittura sincrone È possibile aprire i file in HPOFS attraverso HFS specificando che tutte le operazioni di scrittura siano sincrone. Quando specificato, le operazioni di scrittura saranno sincrone per la memoria disco interna IBM i, non per il supporto ottico. In caso di un'interruzione dell'alimentazione, i dati sono ripristinabili da un file ottico congelato. Come per l'API Forzatura dei dati memorizzati in buffer HFS e l'API fsync() IFS (integrated file system), i dati sono forzati nella memoria disco interna IBM i, non nel supporto ottico. Nuovamente, in caso di un'interruzione dell'alimentazione, i dati sono ripristinabili da un file ottico congelato. Condivisione dei file Più lavori o sottoprocessi possono condividere file. Il sistema riconosce completamente i file che condividono le modalità come specificato nella richiesta di apertura. Ad esempio, supporre che un lavoro apra un file che specifica la sola condivisione con i lettori. Ciò indica che è possibile eseguire altre operazioni di apertura solo purché l'accesso richiesto resti di sola lettura. Attributi file estesi Il sistema supporta attributi file estesi per i file su supporto HPOFS. Gli attributi estesi possono essere scritti nei file che utilizzano l'API Attributi di modifica voce indirizzario HFS come pure mediante alcune interfacce IFS (integrated file system). Soluzioni di memoria 83 Struttura indirizzario e prestazioni (HPOFS): I volumi HPOFS (High Performance Optical File System) dispongono di una struttura indirizzario doppia per accedere ai file. Esistono una struttura gerarchica e una casuale per fornire un percorso principale e secondario ai dati del file. Se la struttura indirizzario principale viene danneggiata, si utilizza il percorso secondario. La struttura indirizzario casuale è progettata per ridurre la quantità di I/E del supporto richiesta, migliorando le prestazioni per l'accesso ai file. A causa di questa struttura indirizzario casuale, la profondità dell'indirizzario ha un effetto minore sulle prestazioni rispetto ai casi in cui la ricerca nell'indirizzario viene eseguita in modo gerarchico. Ad esempio, se /DIRECTORY1 contiene 1000 file e /DIRECTORY2 contiene 100 file, il tempo di ricerca necessario per i file in /DIRECTORY1 generalmente non sarà superiore a quello necessario per le ricerche dei file in /DIRECTORY2. Ciò dipende dal fatto che il sistema esegue le ricerche di file utilizzando la struttura casuale e non la struttura gerarchica. La profondità dell'indirizzario ha un effetto minore sulle prestazioni per la ricerca casuale rispetto alla ricerca gerarchica. Tuttavia, le profondità dell'indirizzario generali e il numero totale di file su un volume influirà sulle prestazioni. In generale, un volume con un numero inferiore di file avrà prestazioni file migliori rispetto a un volume con più file. Interscambio di supporti tra librerie collegate via LAN e collegate direttamente: Informazioni sull'accesso a un supporto ottico HPOFS (High Performance Optical File System) creato in una libreria ottica collegata via LAN. È possibile accedere al supporto ottico formattato HPOFS creato in una libreria ottica direttamente collegata da una libreria ottica collegata via LAN purché il tipo di supporto sia supportato. Al contrario, è possibile accedere al supporto creato in una libreria ottica collegata via LAN da una libreria ottica direttamente collegata se il tipo di supporto è riscrivibile o WORM. I volumi ottici riscrivibili inizializzati come supporti riscrivibili non sono intercambiabili tra le librerie collegate via LAN e quelle collegate direttamente. Non è possibile accedere al supporto UDF (Universal Disk Format) creato in una libreria ottica direttamente collegata da un'unità libreria ottica collegata via LAN. UDF (Universal Disk Format) UDF (Universal Disk Format) appartiene al gruppo di standard ISO/IEC 13346 supportato da OSTA (Optical Storage Technology Association). L'UDF rispetta anche gli standard ECMA-167, che equivalgono a ISO 13346. UDF è un formato file scrivibile che fornisce efficaci capacità di recupero dello spazio e anche la sicurezza a livello di indirizzario e file. Questa sezione contiene le informazioni dettagliate sull'implementazione di UDF per le librerie di supporti ottici 3995 (C4x) direttamente collegati e per un'unità DVD-RAM. Nota: nonostante non sia accessibile mediante il sistema operativo IBM i, è possibile accedere al supporto CD e DVD creato utilizzando l'SVD (supplementary volume descriptor) di ISO 9660 in un sistema. È possibile accedervi mediante un sistema integrato. Il supporto formattato con UDF supporta il concetto di fusi orari. Prima della V6R1, i5/OS memorizzava le date dei file e dei volumi sul supporto ottico utilizzando l'ora della macchina, senza alcun riferimento al fuso orario. A partire dalla V6R1, l'UTC (Coordinated Universal Time) viene registrato sul supporto ottico con il formato supporto UDF, e gli orari memorizzati nei release precedenti alla V6R1 vengono considerati come UTC. Di conseguenza, tali orari memorizzati nei precedenti release sul supporto UDF potrebbero discostarsi fino a un massimo di 23 ore. Informazioni correlate: Windows environment on System i 84 IBM i: Soluzioni di memoria Volumi, indirizzari e nomi file: Gli identificativi dei volumi possono essere di massimo 30 caratteri e devono contenere solo caratteri alfabetici (A-Z), caratteri numerici (0-9), un trattino (-) o un punto (.). Il primo carattere deve essere alfabetico o numerico e l'identificativo non può contenere spazi incorporati. Sebbene non obbligatorio, è possibile includere uno o più indirizzari nel nome percorso. Ogni elemento del percorso può contenere fino a 254 caratteri e la lunghezza massima totale del percorso uguale a 256 caratteri. Un nome percorso può contenere qualsiasi carattere EBCDIC eccetto x00-x3F, xFF, le virgolette ("), l'asterisco (*), il simbolo minore di (<), il simbolo maggiore di (>), il punto interrogativo (?)e la barra retroversa (\). Il sistema memorizza tutti i caratteri alfabetici per i nomi file e indirizzari nel supporto in maiuscolo quando creati mediante le interfacce HFS o di salvataggio di IBM i. Il sistema memorizza tutti i caratteri alfabetici per i nomi file e indirizzari nel supporto in caratteri maiuscoli e minuscoli quando creati tramite le interfacce IFS. Le ricerche del nome file non sono sensibili al minuscolo e al maiuscolo, quindi è possibile utilizzare sia caratteri maiuscoli che minuscoli per accedere ai file esistenti. Le ricerche file sui volumi UDF (Universal Disk Format) creati da IBM i non sono sensibili al maiuscolo e al minuscolo. Per il supporto UDF creato o aggiornato da un'altra piattaforma di sistema operativo, viene eseguita una ricerca sensibile al maiuscolo e al minuscolo. Se non viene rilevata alcuna corrispondenza sensibile al maiuscolo e al minuscolo, viene restituita una corrispondenza non sensibile al maiuscolo e al minuscolo, se esistente. Se esistono più corrispondenze sul volume UDF non sensibili al maiuscolo e al minuscolo, viene restituito un errore che indica la presenza di nomi ambigui sul supporto. Alcuni comandi ottici, come CPYOPT (Copia supporti ottici), non sono supportati quando esistono nomi file ambigui e duplicati. Ad esempio, un UDF creato su un altro sistema operativo potrebbe consentire l'esistenza dei file ABC.ext e abc.EXT nello stesso indirizzario. Ciò non è supportato dal comando CPYOPT e può produrre risultati non previsti. Interfacce di programmazione (UDF): È possibile creare o leggere i file su un supporto UDF (Universal Disk Format) utilizzando le API (application programming interface) HFS (Hierarchical File System) o le API IFS (Integrated File System). Vi sono elementi specifici dell'implementazione IBM i di UDF che gli sviluppatori dell'applicazione devono conoscere. NLS (National language support) Le interfacce IFS (integrated file system) prevedono che il CCSID (coded character set identifier) rappresenti il percorso effettivo per il lavoro. Il sistema, quindi, converte il percorso dal CCSID del lavoro a un CCSID utilizzato internamente. Le API HFS non presuppongono alcun elemento relativo al CCSID del percorso; quindi, il sistema non esegue alcuna conversione della serie di caratteri nel percorso. Ciò può produrre effetti collaterali indesiderati se un'applicazione è passata dall'utilizzo di una serie di API all'altra. Non creare i file mediante HFS e poi provare a leggerli utilizzando le API IFS (Integrated File System). In base ai caratteri utilizzati nel nome percorso, è possibile che si verifichi un errore per cui viene emesso il messaggio File non trovato. Questo tipo di problema può essere evitato se l'applicazione utilizza solo caratteri invarianti (ad esempio, lettere (A-Z), numeri (0-9), segno più (+), segno uguale (=), segno percento (%), e commerciale (&), virgola (,), sottolineatura (_), punto (.), due punti (:) e punto e virgola (;)) per i nomi dei percorsi. I caratteri invarianti sono caratteri grafici correlati allo stesso punto di codice in tutte le serie di caratteri. Poiché il formato di supporto UDF è uno standard industriale, la compatibilità con l'NLS diventa un elemento importante come conseguenza dell'aumento delle possibilità di scambio dei supporti tra piattaforme di sistemi operativi differenti. Ciò comporta che il sistema limita le interfacce HFS ai supporti UDF. Inoltre, il sistema utilizza i caratteri invarianti per ridurre la possibilità di problemi di scambio del supporto relativi ai nomi file. Supporre che un'applicazione basata su HFS richieda in modo assoluto l'utilizzo dei caratteri invarianti. È possibile utilizzare il comando Soluzioni di memoria 85 CL CHGOPTA (Modifica attributi ottici) per consentire i caratteri varianti nell'interfaccia HFS specificando CHGOPTA ALWVRNT(*YES). Una volta che il sistema consente i caratteri varianti nell'HFS, non vi è alcuna certezza che i nomi percorso vengano interscambiati in modo corretto se si esegue l'accesso da un altro sistema operativo. Non vi è alcuna certezza che i nomi percorso siano coerenti tra le interfacce HFS e IFS (integrated file system). File ottici congelati Il sistema non crea i file congelati per il supporto UDF. Quando un file non si chiude su UDF, il sistema segnala un errore all'applicazione. Questo errore chiude quindi il file senza scrivere i dati sul disco ottico. L'applicazione deve riscrivere il file (aprire, scrivere, chiudere) per assicurarsi che i dati si trovino sul disco ottico. L'eccezione a ciò è se l'applicazione esegue un'API di forzatura dei dati memorizzati in buffer (QHFFRCSF) o un'API fsync() prima dell'operazione di chiusura. Queste API forzano la scrittura dei dati nel disco ottico. Condivisione dei file Più lavori o sottoprocessi possono condividere i file per un'operazione di lettura, ma i programmi di scrittura sono sempre esclusivi. Se un lavoro o un sottoprocesso scrive in un file su UDF, non è possibile utilizzare nessun altro lavoro o sottoprocesso per aprire tale file. Quindi, quando si utilizza l'API open() o open64() IFS, le modalità di condivisione O_SHARE_RDONLY, O_SHARE_WRONLY e O_SHARE_RDWR non forniscono il livello richiesto di condivisione quando la modalità di accesso è O_RDWR o O_WRONLY. Quando il metodo di accesso è O_RDWR o O_WRONLY, la modalità di condivisione risultante sarà uguale a O_SHARE_NONE. Quando si utilizza l'API Apertura file di flusso HFS, le modalità di blocco Nessuno negato, Scrittura negata e Lettura negata non forniscono il livello richiesto di condivisione quando la modalità di accesso è di la sola scrittura o di lettura/scrittura. Quando il metodo di accesso è di sola scrittura o di lettura/scrittura, la modalità di blocco che ne deriva è Lettura/scrittura negata. Nome file con caratteri maiuscoli e minuscoli Quando creati mediante le interfacce IFS (integrated file system), i file e gli indirizzari creati sui volumi UDF conservano il carattere specificato nell'operazione di creazione. Ad esempio, se il file Abc viene specificato sull'API open(), Abc verrà creato sul supporto nel formato con caratteri maiuscoli e minuscoli. Nonostante il sistema conservi i caratteri del nome file, le ricerche file non sono sensibili al maiuscolo e al minuscolo, il che significa che il sistema può leggere il file che utilizza qualsiasi carattere, come ad esempio ABC o abc. Quando creati mediante l'HFS o le interfacce di salvataggio e ripristino, il sistema memorizza i file e gli indirizzari creati sui volumi UDF in maiuscolo. Ad esempio, se si specifica il file Abc sull'API QHFOPNSF (Apertura file di flusso), il sistema crea ABC sul supporto. Le ricerche file non sono sensibili al maiuscolo e al minuscolo, quindi, è possibile specificare qualsiasi carattere per leggere il file. Le ricerche file sui volumi UDF creati da IBM i non sono sensibili al maiuscolo e al minuscolo. Per il supporto UDF creato o aggiornato da un'altra piattaforma di sistema operativo, viene eseguita una ricerca sensibile al maiuscolo e al minuscolo. Se non viene rilevata alcuna corrispondenza sensibile al maiuscolo e al minuscolo, viene restituita una corrispondenza non sensibile al maiuscolo e al minuscolo, se esistente. Se esistono più corrispondenze sul volume UDF non sensibili al maiuscolo e al minuscolo, viene restituito un errore che indica la presenza di nomi ambigui sul supporto. Sicurezza file e indirizzari: Non è disponibile alcuna sicurezza a livello di file o di indirizzario per i volumi UDF (Universal Disk Format). Il sistema gestisce le autorizzazioni ai dati dei file e degli indirizzari ottici e i file per tre gruppi di utenti: proprietario, gruppo e pubblico. La sicurezza a livello di volume è disponibile anche mediante elenchi di autorizzazione. 86 IBM i: Soluzioni di memoria La sicurezza a livello di file e di indirizzario non è garantita quando i volumi vengono rimossi e trasportati verso e da altri sistema. Le informazioni sulla sicurezza registrate nelle strutture UDF sul supporto potrebbero non avere lo stesso significato su un altro sistema di quello del sistema su cui sono state scritte. Concetti correlati: “Gestione della sicurezza ottica e controllo” a pagina 124 È possibile proteggere le informazioni relative al supporto ottico mediante le funzioni di sicurezza IBM i. “Supporto dei comandi CL per i formati dei supporti” Utilizzare questi comandi per salvare e ripristinare i dati. Inoltre, consultare le limitazioni per i supporti ISO 9660, HPOFS (High Performance Optical File System) ed UDF (Universal Disk Format). Interscambio dei supporti: Il supporto UDF (Universal Disk Format) creato sul sistema operativo IBM i è della versione 2.01 di UDF. Questo supporto può essere interscambiato su altri sistemi operativi che supportano questa versione di UDF. Il supporto compatibile con UDF creato con la versione 1.5 o precedente di UDF è accessibile per la sola lettura. Il supporto creato con la versione 2.0 di UDF e la versione 2.01 è accessibile per la lettura e la scrittura. Il supporto ottico creato con la versione 2.5 di UDF è accessibile per la sola lettura. Il supporto RMS (Removable Mass Storage) creato con la versione 2.5 di UDF è accessibile per la lettura e la scrittura. Struttura indirizzario e prestazioni (UDF): I volumi UDF (Universal Disk Format) dispongono di una struttura a singolo indirizzario (gerarchica) per accedere ai file. A causa di questa struttura indirizzario gerarchica, la profondità di un albero dell'indirizzario ha un effetto diretto sulle prestazioni del file. Ad esempio, se /DIRECTORY1 contiene 1000 file e /DIRECTORY2 ne contiene 100, i tempi di ricerca per i file in /DIRECTORY1, di solito, sono più lunghi rispetto alle ricerche file in /DIRECTORY2. Ciò dipende dal fatto che il sistema esegue le ricerche di filein modo gerarchico, operazione che potrebbe richiedere l'analisi di ciascuna voce nell'indirizzario. In generale, le prestazioni file sono migliori per i volumi UDF se i file vengono distribuiti uniformemente tra vari indirizzari e sottoindirizari. Supporto dei comandi CL per i formati dei supporti Utilizzare questi comandi per salvare e ripristinare i dati. Inoltre, consultare le limitazioni per i supporti ISO 9660, HPOFS (High Performance Optical File System) ed UDF (Universal Disk Format). ISO 9660 È possibile utilizzare i comandi di ripristino di IBM i per ripristinare i dati dai supporti ISO 9660. Ciò è possibile solo quando il supporto è stato correttamente gestito da un'immagine di salvataggio su nastro. Esistono alcune limitazioni relativamente a quali comandi ottici sono supportati per i supporti ISO 9660. HPOFS È possibile utilizzare i comandi di salvataggio e ripristino di IBM i per salvare e ripristinare i dati su supporti ottici HPOFS. Fare riferimento a “Salvataggio e ripristino del supporto ottico” a pagina 135 per ulteriori informazioni relative alle operazioni di salvataggio e ripristino su volumi HPOFS. Non esiste alcuna limitazione relativamente a quali comandi ottici sono supportati dal sistema per i supporti HPOFS. UDF È possibile utilizzare i comandi di salvataggio e ripristino di IBM i per salvare e ripristinare dati su supporti ottici UDF. Esistono alcune limitazioni relativamente a quali comandi ottici sono supportati per i volumi UDF. Ad esempio, il sistema non supporta i comandi WRKOPTDIR (Gestione indirizzari ottici) e WRKOPTF (Gestione file ottici). Per il comando DSPOPT Soluzioni di memoria 87 (Visualizzazione supporti ottici) esistono alcune limitazioni quando tale comando viene utilizzato per i volumi UDF. Utilizzare i comandi IFS (integrated file system) WRKLNK (Gestione collegamenti oggetto) e DSPLNK (Visualizzazione collegamenti oggetto) invece dei comandi ottici. Alcuni comandi ottici non hanno alcun significato quando utilizzati con alcuni formati di supporti ottici. Non esiste alcun supporto per altri comandi con alcuni formati di supporti ottici. La tabella riportata di seguito indica tutti i comandi ottici relativi ai volumi ed i formati dei supporti a cui vengono applicati. Comando ISO 9660 UDF Unità collegata direttamente HPOFS HPOFS su unità collegata mediante LAN CHGOPTVOL Parzialmente supportato 1 Parzialmente supportato Supportato Parzialmente supportato CHKOPTVOL Supportato Supportato Supportato Non supportato CPYOPT Supportato Supportato Supportato Non supportato CVTOPTBKU Non applicabile Non applicabile Supportato Non applicabile DSPOPT Supportato Parzialmente supportato Parzialmente supportato Parzialmente supportato DSPOPTLCK Supportato Supportato Supportato Parzialmente supportato DUPOPT Non supportato Supportato Supportato Non supportato INZOPT Non applicabile Supportato Supportato Non supportato WRKHLDOPTF Non applicabile Non applicabile Supportato Non applicabile WRKOPTDIR Supportato Non supportato Supportato Parzialmente supportato WRKOPTF Supportato Non supportato Supportato Parzialmente supportato WRKOPTVOL Supportato Supportato Supportato Parzialmente supportato Parzialmente supportato indica che alcuni parametri dei comandi potrebbero non essere applicati quando utilizzati con l'unità indicata. Concetti correlati: “HPOFS (High performance optical file system)” a pagina 82 HPOFS (High Performance Optical File System) è un'architettura formato di supporto sviluppata da IBM disponibile per l'uso quando si inizializza il supporto ottico. “Sicurezza file e indirizzari” a pagina 86 Non è disponibile alcuna sicurezza a livello di file o di indirizzario per i volumi UDF (Universal Disk Format). Il sistema gestisce le autorizzazioni ai dati dei file e degli indirizzari ottici e i file per tre gruppi di utenti: proprietario, gruppo e pubblico. La sicurezza a livello di volume è disponibile anche mediante elenchi di autorizzazione. Configurazione delle unità ottiche Configurare le unità CD-ROM, DVD-ROM e DVD-RAM e le librerie dei supporti ottici. I sistemi vengono forniti con un'unità CD-ROM o DVD-ROM installata nel rack. Come opzione, è possibile ordinare un'unità DVD-RAM per sostituire l'unità interna oppure per aggiungerla all'unità interna. Tutte le unità ottiche sono unità a cui possono accedere più utenti contemporaneamente. 88 IBM i: Soluzioni di memoria Le librerie di supporti ottici collegate direttamente sono collegate al sistema mediante l'interfaccia SCSI (small computer system interface). In IBM i, più utenti possono accedere contemporaneamente ai dati contenuti nelle librerie di supporti ottici. Per accedere ai dati sulle unità CD e DVD e sulle librerie di supporti ottici sono disponibili le seguenti interfacce: v Interfaccia di salvataggio e ripristino v HFS (hierarchical file system) v API (application programming interface) v Interfacce IFS (integrated file system) v Comandi ottici e pannelli dei programmi di utilità Nota: le unità CD-ROM e DVD-ROM sul sistema non sono abilitate per il formato disco audio digitale. Connettività delle unità librerie non IBM Oltre alle librerie ottiche IBM, è possibile collegare al sistema alcune unità libreria ottica non IBM. Per ulteriori informazioni relative alle unità supportate ed ai requisiti di configurazione del sistema, consultare il sito Web relativo alla memoria ottica. Informazioni correlate: Optical Storage Web site Configurazione dell'unità ottica In base al modello del sistema, è possibile posizionare l'unità CD-ROM o DVD in orizzontale oppure in verticale. Prima di utilizzare l'unità CD-ROM o DVD, è necessario disporre di una descrizione dell'unità. Il sistema è in grado di creare la descrizione dell'unità automaticamente durante un IPL se è attiva la funzione di configurazione automatica. In alternativa, creare la descrizione manualmente utilizzando il comando CRTDEVOPT (Creazione descrizione unità ottica). Una volta creata la descrizione dell'unità, è possibile modificare lo stato della configurazione utilizzando il comando VRYCFG (Variazione stato della configurazione). La descrizione della configurazione per l'unità CD-ROM o DVD è *OPT. Quando la descrizione dell'unità viene attivata, viene visualizzato lo stato ATTIVO. Configurazione delle librerie di supporti ottici collegate direttamente Per creare una descrizione dell'unità per un'unità libreria dei supporti ottici, utilizzare il comando CRTDEVMLB (Creazione descrizione unità - libreria supporti). Specificare la classe unità *OPT. Ad esempio: CRTDEVMLB DEVD(OPTMLB01) DEVCLS(*OPT) RSRCNAME(OPTMLB01) La descrizione della configurazione per un'unità libreria dei supporti ottici (MLD) è *OPTMLB. Inoltre, è possibile utilizzare i seguenti comandi per utilizzare le descrizioni delle unità: v Per modificare la descrizione dell'unità, utilizzare il comando CHGDEVMLB (Modifica descrizione unità - libreria supporti). v Per attivare o disattivare la descrizione dell'unità, utilizzare il comando VRYCFG (Variazione stato della configurazione). v Per eliminare la descrizione dell'unità, utilizzare il comando DLTDEVD (Cancellazione descrizione unità). v Per gestire lo stato della configurazione, utilizzare il comando WRKCFGSTS (Gestione stato della configurazione). Soluzioni di memoria 89 Etichettatura delle cartucce ottiche Ogni cartuccia del disco ottico contiene due lati. Ogni lato corrisponde ad un volume ottico. Esistono due tecniche per associare un'etichetta ID volume al lato corretto della cartuccia ottica. Ciò è importante quando si imposta l'interruttore di protezione da scrittura. La cartuccia ottica deve essere etichettata la prima volta che viene aggiunta ad una libreria di supporti ottici. Ciò impedisce eventuale confusione quando si tenta di determinare a quale volume associare il lato. Concetti correlati: “Esempio: aggiunta di cartucce ottiche ad una libreria di supporti ottici” a pagina 91 Questo esempio fornisce le informazioni sull'aggiunta di cartucce ottiche ad una libreria di supporti ottici. Etichettatura di una nuova cartuccia ottica con volumi non inizializzati: Sono necessarie alcune operazioni per etichettare una cartuccia nuova (entrambi i volumi non sono inizializzati). Le opzioni sono selezionate dal pannello Gestione volumi ottici. 1. Etichettare i lati A e B con i nomi del volume che verranno utilizzati quando i volumi verranno inizializzati. 2. Posizionare la cartuccia nella stazione di immissione/emissione con il lato A rivolto verso l'alto. 3. Selezionare l'opzione 1 (Aggiunta). Dopo avere aggiunto la cartuccia, i nomi del volume sono visualizzati nel pannello Gestione volumi ottici come ID creati dal sistema e contengono la data e l'ora del sistema. L'ora meno recente corrisponde al lato rivolto verso l'alto nella stazione di immissione/emissione. Quindi, se il lato A era rivolto verso l'alto nella stazione di immissione/emissione, il lato A avrà la data e l'ora meno recenti tra i due volumi. 4. Inizializzare il volume che corrisponde al lato A selezionando l'opzione 10 (Inizializzazione) accanto all'ID volume creato dal sistema. Utilizzare il nome etichettato. Ripetere questa operazione per il lato B. Etichettatura di una cartuccia ottica con un volume inizializzato: Per etichettare una cartuccia che dispone di almeno un volume inizializzato su di essa, effettuare le operazioni riportate di seguito. Le opzioni sono selezionate dal pannello Gestione volumi ottici. 1. Se la cartuccia si trova in una libreria di supporti ottici, rimuoverla selezionando Elimina accanto all'ID volume. 2. Dopo aver rimosso la cartuccia, impostare un lato della cartuccia come protetto da scrittura e l'altro come abilitato alla scrittura. 3. Aggiungere la cartuccia ad una libreria di supporti ottici selezionando Aggiungi. 4. Premere F11 (Vis 2) per visualizzare lo stato protetto da scrittura dei volumi appena aggiunti. 5. Determinare quale volume è protetto da scrittura e creare un record di questo ID volume. 6. Rimuovere la cartuccia ottica selezionando Elimina accanto all'ID volume. 7. Etichettare il lato protetto da scrittura della cartuccia sull'ID volume precedentemente registrato. Attività correlate: “Impostazione della protezione da scrittura” a pagina 104 La funzione di protezione da scrittura impedisce la scrittura su disco. Una finestra di protezione da scrittura mostra quando tale protezione è attiva o disattiva. Introduzione ai volumi e alle cartucce ottiche Leggere le informazioni sulle funzioni di supporto ottico e prendere dimestichezza con l'utilizzo delle cartucce ottiche e dei volumi. Attraverso questi esempi, è possibile effettuare le seguenti attività: 90 IBM i: Soluzioni di memoria v v v v Gestire i volumi ottici Aggiungere cartucce ottiche ad una libreria di supporti ottici Inizializzare i volumi ottici Rimuovere le cartucce ottiche da una libreria di supporti ottici Nota: i nomi di indirizzari, volumi e unità utilizzati in questi esempi sono solo a scopo illustrativo. Le applicazioni possono richiedere nomi di volumi o di indirizzari differenti. Inoltre, le unità ottiche possono avere nomi diversi. In questa sezione, sono illustrati solo alcuni dei comandi ottici disponibili. Non utilizzare questi argomenti come riferimento principale per tali comandi in quanto non descrivono tutte le funzioni disponibili. Tali argomenti forniscono un supporto didattico introduttivo per cominciare a utilizzare i programmi di utilità ottici. Negli esempi seguenti si suppone che sia disponibile una nuova cartuccia disco ottico e che la libreria di supporti ottici sia vuota. Esempio: aggiunta di cartucce ottiche ad una libreria di supporti ottici: Questo esempio fornisce le informazioni sull'aggiunta di cartucce ottiche ad una libreria di supporti ottici. Per aggiungere una cartuccia ottica alla libreria di supporti ottici collegata al sistema, posizionare la cartuccia ottica con il lato A rivolto verso l'alto nella stazione di immissione/emissione del server dei dati della libreria ottica. Verificare che la cartuccia sia inserita correttamente. Utilizzare una nuova cartuccia ottica se disponibile. 1. Digitare 1 (Aggiunta) nel campo delle opzioni e premere Invio. Viene visualizzato il pannello Aggiunta cartuccia ottica. 2. Immettere il nome della libreria di supporti ottici a cui si desidera aggiungere la cartuccia. Questo è il nome della descrizione della libreria creata durante l'installazione. Se si dispone di più di una libreria, è necessario conoscere l'associazione della libreria di supporti ottici e la relativa configurazione. Per visualizzare le configurazioni ottiche, immettere WRKMLBSTS MLB(*OPTMLB). 3. Quando tutti i parametri sono immessi, premere Invio. Concetti correlati: “Etichettatura delle cartucce ottiche” a pagina 90 Ogni cartuccia del disco ottico contiene due lati. Ogni lato corrisponde ad un volume ottico. Esistono due tecniche per associare un'etichetta ID volume al lato corretto della cartuccia ottica. Ciò è importante quando si imposta l'interruttore di protezione da scrittura. Esempio: inizializzazione dei volumi ottici: Questo esempio fornisce le informazioni sull'inizializzazione dei volumi ottici in una libreria di supporti ottici. Se la cartuccia aggiunta è nuova, di essa sono disponibili due volumi non inizializzati. Un volume non inizializzato è un volume ottico che non è mai stato formattato o inizializzato. È simile ad un nuovo minidisco che deve essere formattato. Se un volume non è stato inizializzato, il relativo tipo è *UNFORMATTED (non inizializzato). Un volume non inizializzato non dispone di un nome scritto su di esso. Quando un volume non inizializzato è aggiunto ad una libreria di supporti ottici, gli viene assegnato un nome volume costituito dalla data e dall'ora (AAMMGGHHMMSS). I volumi ottici non possono essere scritti o letti se non vengono inizializzati. Soluzioni di memoria 91 Nel pannello Gestione volumi ottici, è possibile notare che sono stati aggiunti due volumi, uno per ogni lato della cartuccia del disco ottico. Se uno dei volumi è inizializzato, il tipo di volume indica *PRIMARY o *BACKUP e probabilmente l'ID volume sarà diverso da quelli nell'esempio. Un disco ottico può contenere un volume inizializzato e un volume non inizializzato. I volumi sono considerati indipendentemente anche se presenti sulla stessa cartuccia. Se non sono inizializzati entrambi i volumi, la data e l'ora meno recenti per i nomi volume indicano il volume rivolto verso l'altro nella stazione di immissione/emissione. In questo esempio, il lato A era rivolto verso l'alto quando è stata eseguita l'operazione di aggiunta. È importante conoscere tali informazioni in modo che il volume possa essere etichettato correttamente quando viene rimosso dalla libreria. Per inizializzare il volume determinato come lato A, immettere l'opzione 10 (Inizializzazione) nel campo Opz accanto al volume. Premere il tasto Invio. Nota: l'inizializzazione di un volume precedentemente inizializzato rende inaccessibili tutti i dati presenti su tale volume. Se è stato immesso 10 accanto a un volume già inizializzato e non si desidera perdere i dati su tale volume, non continuare con questa funzione. Utilizzare un volume non inizializzato. Completare i seguenti campi nel pannello di inizializzazione del volume ottico: Identificativo volume Questo è l'ID volume esistente del volume che si sta per inizializzare. Per volumi non inizializzati, questo nome è un nome generato dal sistema costituito da una data ed un'ora. Questo è solo un nome temporaneo finché il volume non è inizializzato. Identificativo volume Immettere il nuovo nome per il volume specificato. Questo è il nome che gli utenti e le applicazioni utilizzeranno per fare riferimento al volume. Soglia volume totale Lasciare l'impostazione sul valore predefinito. Utilizzare questo valore per fornire al volume una soglia volume totale logico. Controllo per un volume attivo Lasciare l'impostazione su *YES per verificare se il volume ottico è stato precedentemente inizializzato. Annullamento Lasciare l'impostazione su *NO. Questo specifica se i dati esistenti sul volume saranno eliminati durante il processo di inizializzazione. Questo parametro si applica solo quando il tipo di supporto volume è *DVD-RAM. Se si specifica CLEAR(*YES), tale operazione può richiedere fino ad un'ora. Testo descrittivo Immettere una breve descrizione del volume. In questo campo è possibile immettere fino a cinquanta caratteri. Premere il tasto Invio per inizializzare il volume. Nota: l'inizializzazione di un volume ottico cancellabile può richiedere fino a 30 minuti. Dopo avere inizializzato il volume, viene visualizzato di nuovo il pannello Gestione volumi ottici e il volume precedentemente non inizializzato ora lo è. Il tipo è stato modificato da *UNFORMATTED in *PRIMARY e il volume ora è disponibile per la lettura e scrittura di indirizzari e file. Da questo pannello, è possibile selezionare le opzioni riportate di seguito: 1. Aggiunta di una cartuccia ottica 2. Modifica degli attributi del volume 92 IBM i: Soluzioni di memoria 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. Copia di un volume Rimozione di una cartuccia ottica Visualizzazione informazioni del volume Stampa informazioni del volume Ridenominazione di un volume Gestione degli indirizzari sul volume Eliminazione delle informazioni del volume per un volume precedentemente rimosso Inizializzazione o reinizializzazione di un volume Gestione di indirizzari e file sul volume Duplicazione di un volume su un altro supporto ottico Verifica della presenza di file danneggiati nel volume e restituzione di un conteggio di indirizzari e file Esempio: rimozione di una cartuccia del disco ottico: Questo esempio mostra come rimuovere la cartuccia del disco ottico dalla libreria dei supporti ottici. Poiché esistono due volumi su una cartuccia, la rimozione di una cartuccia, in realtà, rimuove due volumi. Quindi, specificando Elimina su qualsiasi volume mostrato nell'esempio si ottiene lo stesso risultato. Prima di rimuovere una cartuccia, verificare che la stazione di immissione/emissione sia vuota. La libreria dei supporti ottici non può rimuovere una cartuccia se la stazione di immissione/emissione è occupata da un'altra cartuccia. 1. Immettere 4 (Eliminazione) nel campo Opzione, visualizzato accanto alla cartuccia che si desidera rimuovere e premere il tasto Invio. Viene visualizzato il pannello Rimozione cartuccia ottica. Completare i campi del pannello Rimozione cartuccia ottica come riportato di seguito: Identificativo volume Questo è il volume selezionato nel pannello Gestione volumi ottici. Opzione descrizione volume Specificare *REMOVE per questo campo per rimuovere le descrizioni del volume dai file di database dell'indice ottico dopo che la cartuccia è stata rimossa. Specificare *KEEP per questo campo per salvare le descrizioni del volume per i volumi inizializzati nei file di database dell'indice ottico. In tal modo, il sistema considera i volumi come *REMOVED. 2. Premere il tasto Invio per rimuovere la cartuccia del disco ottico. La cartuccia del disco ottico ora è stata spostata nella stazione di immissione/emissione del server dei dati della libreria ottica. 3. Premere F3 (Fine) per tornare al menu principale del supporto ottico. Il pannello risultante mostra che la cartuccia del disco ottico non è più disponibile. 4. Premere di nuovo F3 per tornare alla riga comandi IBM i. Utilizzo delle unità ottiche È possibile visualizzare il menu principale per il supporto ottico immettendo GO OPTICAL nella riga comandi IBM i. Gli amministratori di sistema e i programmatori possono accedere alla maggior parte dei comandi ottici attraverso tale menu. È preferibile immettere molti dei comandi ottici direttamente nella riga comandi. Tali comandi offrono le seguenti funzioni: v Visualizzazione dei volumi ottici in una MLD (media library device) ottica direttamente collegata o collegata via LAN, un'unità CD, un'unità DVD o un'unità ottica virtuale. Soluzioni di memoria 93 v Visualizzazione di file e di indirizzari contenuti in qualsiasi indirizzario in qualsiasi volume ottico. v Visualizzazione degli attributi di qualsiasi file ottico. v Importazione o esportazione del supporto in una libreria di supporti ottici collegata direttamente, un'unità CD-ROM, un'unità DVD o un'unità ottica virtuale. v Esecuzione di copie di backup di volumi, indirizzari o file contenuti in unità ottiche direttamente collegate o unità ottiche virtuali. v Inizializzazione di un volume contenuto in un'unità DVD-RAM, in una libreria di supporti ottici collegata direttamente o in un'unità ottica virtuale. v Gestione delle unità che rappresentano le librerie dei supporti ottici, i sistemi ottici, le unità CD, le unità DVD e le unità ottiche virtuali. v v v v Aggiunta, rimozione o modifica dello stato di qualsiasi sistema ottico collegato via LAN. Duplicazione di un volume ottico su un altro. Copia di file e indirizzari da un volume ottico in un altro. Ricerca di indirizzari e file danneggiati in un volume ottico. Quando si immette GO CMDOPT nella riga comandi, viene visualizzato un elenco completo di comandi ottici. Molti di tali comandi sono accessibili attraverso il menu precedente GO OPTICAL. I seguenti argomenti forniscono le informazioni sulla configurazione dell'unità CD-ROM, DVD-ROM o DVD-RAM e i suggerimenti per il caricamento e lo scaricamento del supporto. Caricamento e scaricamento del supporto CD-ROM e DVD Caricando un supporto CD-ROM o DVD in un'unità, il sistema legge il supporto per richiamare l'identificativo del volume. Il sistema memorizza questo identificativo del volume in un file di database dell'indice ottico per rendere più rapido l'accesso futuro al supporto. Dopo che l'identificativo del volume è nell'indice ottico, è possibile accedere al supporto mediante le opzioni di salvataggio e ripristino e alle API (application programming interface). Lo scaricamento del supporto dall'unità rimuove l'identificativo del volume dall'indice ottico. Il sistema aggiunge l'identificativo del volume al database dell'indice ottico in uno dei due modi riportati di seguito: v Quando il CD-ROM o DVD è caricato in un'unità attivata, un CD-ROM o DVD può essere caricato in un'unità disattivata. Tuttavia, l'indice ottico non è aggiornato fino all'attivazione della descrizione dell'unità. v Quando l'utente attiva una descrizione dell'unità CD-ROM o DVD con il supporto inserito. Una volta chiuso il carrello, l'elaborazione supplementare può richiedere alcuni secondi prima che il CD-ROM o DVD possa essere utilizzato. Ciò vale anche per l'attivazione. Anche se le operazioni di attivazione vengono completate correttamente, il CD-ROM o DVD non può essere utilizzato fino a quando il sistema non legge e memorizza le informazioni sul supporto nell'indice ottico. Ciò può richiedere alcuni secondi dopo il completamento dell'operazione di attivazione. Quando l'utente carica correttamente un CD-ROM o DVD in un'unità, il sistema invia il messaggio seguente alla coda messaggi QSYSOPR: Volume VOLID01 aggiunto all’unità ottica. Quando un CD-ROM o DVD è rimosso correttamente da un'unità, il sistema invia il messaggio seguente alla coda messaggi QSYSOPR: Volume VOLID01 rimosso dall’unità ottica. È possibile utilizzare il comando WRKOPTVOL (Gestione volumi ottici) per verificare la corretta aggiunta o rimozione del CD-ROM o DVD. 94 IBM i: Soluzioni di memoria È possibile anche utilizzare il comando DSPOPT (Visualizzazione supporti ottici) per visualizzare le informazioni sul volume ottico. Talvolta il caricamento del supporto nell'unità ha esito negativo. L'elenco riportato di seguito mostra alcune delle cause possibili per un caricamento non riuscito: v Si è verificato un errore nell'unità o nel supporto. v Il formato del supporto non è supportato (CD-ROM audio digitale). v Il sistema ha rilevato un identificativo del volume duplicato. In base all'errore, il carrello dell'unità potrebbe anche non essere espulso se il caricamento di un CD-ROM o DVD ha esito negativo. Un errore del caricamento del CD-ROM o DVD potrebbe non essere ovvio. La prima indicazione potrebbe essere la visualizzazione di uno dei messaggi seguenti quando si tenta di accedere al CD-ROM: Formato volume ottico non riconosciuto. Volume ottico non trovato. Se si verifica un errore durante il caricamento del supporto o l'attivazione dell'unità, il sistema segnala un messaggio di errore alla coda messaggi QSYSOPR. Questo messaggio descrive il motivo del malfunzionamento. L'elaborazione per le operazioni di caricamento, scaricamento e attivazione viene eseguita nel lavoro QJOBSCD. Se gli errori si verificano durante tali operazioni, visualizzare la registrazione lavori di QJOBSCD per messaggi dettagliati. Assegnazione della descrizione dell'unità Il processo di caricamento del supporto CD-ROM o DVD richiede l'utilizzo dell'aggiornamento condiviso (*SHRUPD) della descrizione dell'unità. Il lavoro QJOBSCD deve essere in grado di ottenere un blocco *SHRUPD sulla descrizione dell'unità per completare correttamente il caricamento. Se un altro lavoro detiene un blocco in conflitto sulla descrizione dell'unità, l'elaborazione del caricamento avrà esito negativo con i seguenti errori nella registrazione lavori QJOBSCD. Unità ottica xxxxx in uso. Aggiunta della cartuccia del disco ottico completata con esito negativo. Ad esempio, si supponga che un lavoro assegni OPT01 con un blocco che consente la sola lettura, come riportato di seguito: ALCOBJ OBJ((OPT01 *DEVD *EXCLRD)) Fino a quando il sistema detiene tale blocco, i caricamenti di CD-ROM e DVD avranno esito negativo nel lavoro QJOBSCD. Assegnazione e rilascio di un'unità ottica È possibile assegnare e rilasciare un'unità in una libreria dei supporti. Le librerie dei supporti ottici variano dai modelli che dispongono di una singola unità ai modelli che dispongono di dodici unità. Utilizzare il comando WRKMLBSTS (Gestione stato libreria supporti) per visualizzare lo stato di assegnazione di ciascuna unità in una libreria di supporti. Lo stato di assegnazione per un'unità può essere ASSEGNATA, DISASSEGNATA oppure *SCONOSCIUTO. Lo stato di assegnazione predefinito per un'unità ottica è ASSEGNATA, che indica che l'unità è disponibile per l'utilizzo da parte della libreria dei supporti ottici. Il sistema imposta tale valore predefinito al momento dell'IPL. È possibile modificarlo solo utilizzando il comando WRKMLBSTS Soluzioni di memoria 95 (Gestione stato libreria). Il valore DISASSEGNATA indica che l'unità diventa non disponibile per l'utilizzo da parte della libreria dei supporti ottici. Lo stato di assegnazione per le unità in una libreria dei supporti ottici disattivata è *SCONOSCIUTO. In alcuni casi, è necessario rendere non disponibile un'unità per la libreria dei supporti ottici, come, ad esempio, nel caso in cui sia necessario eseguire operazioni di riparazione. Per effettuare tale operazione, è necessario modificare lo stato di assegnazione dell'unità in DISASSEGNATA. In questo modo, l'unità viene resa non disponibile per l'utilizzo da parte della libreria dei supporti ottici. Per rilasciare un'unità, selezionare l'opzione 6 (Rilascio risorsa) sull'unità o la risorsa. Lo stato di assegnazione Disassegnata resta attivo fino a quando l'unità non viene assegnata nuovamente o viene eseguito un IPL del sistema. Utilizzo dei volumi ottici Questi argomenti descrivono le opzioni Gestione volumi ottici nel menu principale Programmi di utilità del supporto ottico. Queste opzioni vengono organizzate gerarchicamente, con i volumi come elemento superiore nell'ordine e i file come elemento inferiore. È possibile utilizzare il comando di gestione appropriato per accedere a questi pannelli direttamente senza dover utilizzare il menu principale Programmi di utilità del supporto ottico. Ciascun pannello presenta le informazioni selezionate e le opzioni disponibili. Alcune opzioni potrebbero non essere applicabili a tutti i volumi ottici o le unità ottiche. Il menu principale per la gestione dei volumi ottici è il pannello Gestione volumi ottici. Esistono diverse varianti del pannello per contenere i formati alternativi e le informazioni sugli attributi estesi. È possibile selezionare il pannello Gestione volumi ottici selezionando Gestione volumi ottici sul menu Programmi di utilità del supporto ottico. Inoltre, è possibile eseguire il comando WRKOPTVOL (Gestione volumi ottici) sulla riga comandi. Il comando WRKOPTVOL (Gestione volumi ottici) è valido per i seguenti volumi: v Volumi in unità CD-ROM o DVD v Volumi nelle MLD (media library device) ottiche v Volumi nelle unità ottiche virtuali v Volumi nelle unità libreria ottica collegate via LAN Visualizzazione dei volumi ottici Quando il pannello Gestione dei volumi ottici viene visualizzato per la prima volta, include un elenco di tutti i volumi nelle unità CD-ROM e DVD, nelle librerie dei supporti ottici e nelle unità collegate via LAN. I nomi dei volumi visualizzati sono determinati dalle immissioni nei parametri DEV (unità) e CSI. Le opzioni seguenti sono valide per il parametro DEV: Nome Il nome di un'unità specifica. Elenca tutti i volumi nell'unità specificata. *ALL L'elenco di tutti i volumi in tutte le unità. I volumi sono visualizzati in ordine alfabetico a prescindere dall'unità in cui sono contenuti. È possibile premere F11 (Vis 2) nel pannello Gestione dei volumi ottici per visualizzare la variazione di testo del pannello. Premere F11 (Vis 1) per tornare alla variazione dello stato. 96 IBM i: Soluzioni di memoria Una terza variazione del pannello Gestione dei volumi ottici è il pannello di informazioni estese. Per visualizzare tale pannello, premere F14 (Visualizzazione informazioni per esteso) nel pannello Gestione dei volumi ottici o utilizzare il comando WRKOPTVOL (Gestione volumi ottici) e impostare il parametro relativo alle informazioni estese su *YES. Diversamente dalle variazioni di testo e stato, questo pannello richiede che l'unità ottica sia attivata. Se un'unità ottica non è attivata, viene restituito il seguente messaggio. OPT1520, I dati visualizzati possono non essere correnti Inizializzazione dei volumi ottici È necessario inizializzare il supporto ottico scrivibile prima che il sistema possa creare indirizzari e file. Quando si inizializza un volume, deve essere fornito un nuovo identificativo del volume, che viene scritto nel supporto. Inizializzare un volume ottico utilizzando il comando INZOPT (Inizializzazione unità ottica). Per selezionare questo comando dal pannello Gestione volumi ottici, selezionare l'opzione 10 (Inizializzazione) nella colonna Opz (Opzione) accanto al volume che si desidera inizializzare. Viene visualizzato il pannello di inizializzazione del volume ottico in cui viene richiesto di immettere le informazioni necessarie. Il parametro del formato del supporto determina il formato del supporto del volume. *MEDTYPE è il valore predefinito, vale a dire che il tipo di supporto determina il formato del supporto. I due formati disponibili sono UDF (Universal Disk Format) e HPOFS (High Performance Optical File System). | | | | | Il parametro Tipo di volume specifica il tipo di volume ottico in fase di inizializzazione. I volumi ottici per le applicazioni utente vengono inizializzati come volumi principali. I volumi ottici di backup possono essere scritti utilizzando la seguente serie di comandi di backup unità ottiche: CVTOPTBKU, CPYOPT e DUPOPT. I volumi contenitore attualmente non sono supportati e i volumi non possono essere inizializzati con il tipo di volume *CONTAINER. Attenzione: quando si inizializza un volume ottico, tutte le informazioni scritte precedentemente nel volume diventano inaccessibili. Il comando INZOPT si applica ai volumi seguenti: v Volumi nelle librerie dei supporti ottici collegate direttamente v Volumi su supporti scrivibili nelle unità DVD v Volumi in unità ottiche virtuali. Ridenominazione dei volumi ottici È possibile ridenominare un volume ottico senza perdere le informazioni sul volume. Per ridenominare un volume, selezionare Ridenomina nella colonna Opz (Opzione) nel pannello Gestione volumi ottici. I campi in questo pannello mostrano le informazioni di seguito per la ridenominazione dei volumi ottici: v Volume: il nome corrente del volume ottico da ridenominare viene visualizzato in questo campo. v Nuovo nome: specificare il nuovo nome del volume ottico. Il nuovo nome diventa automaticamente il nome volume corrente. Nota: è possibile ridenominare volumi non formattati (non inizializzati e sconosciuti). Quando viene ridenominato un volume non formattato, il nuovo nome agisce da alias per il volume non formattato. Il nuovo nome non verrà scritto nel supporto e non verrà mantenuto se il volume è esportato dall'unità. Il nome è solo un identificativo del volume temporaneo utilizzato per fare riferimento a questo volume. Soluzioni di memoria 97 Aggiunta di cartucce del disco ottico Utilizzare questa procedura per aggiungere una cartuccia del disco ottico ad un volume ottico. Per aggiungere una cartuccia del disco ottico, effettuare le operazioni riportate di seguito: 1. Nel pannello Gestione volumi ottici, selezionare Aggiunta nella colonna Opz accanto al nome del volume vuoto. 2. Nel pannello Aggiunta cartuccia ottica, immettere: v Unità libreria di supporti ottici (obbligatoria) v Elenco autorizzazioni v Indice indirizzario ricostruito v Ubicazione supporto Nota: v Specificando il valore *NO per la richiesta Indice indirizzario ricostruito, è possibile migliorare le prestazioni del comando ADDOPTCTG (Aggiunta cartuccia ottica) rimandando la ricostruzione dell'indice dell'indirizzario ottico a un momento successivo. v Alcuni modelli 399F supportano l'aggiunta di più supporti mediante il contenitore di massa. È possibile specificare *MAGAZINE per utilizzare tale funzione, se disponibile per l'unità. Non è necessario fornire un identificativo del volume. Il sistema fornisce una registrazione data/ora come identificativo del volume. La registrazione data/ora viene utilizzata per eseguire la traccia di ciascun volume fino a quando ne viene eseguita la lettura. Se il volume non è inizializzato, la registrazione data/ora viene utilizzata come identificativo fino a quando il volume non viene inizializzato con un nome fornito dall'utente. Nota: il comando ADDOPTCTG (Aggiunta cartuccia ottica) viene applicato a: v Librerie di supporti ottici collegati direttamente v Unità CD e DVD v Unità ottiche virtuali Copia dei dati del volume ottico I file ottici possono essere copiati da uno o più volumi o indirizzari in altri volumi o indirizzari. Per copiare i file ottici in uno o tutti gli indirizzari in un volume in un altro volume o indirizzario, selezionare Copia nella colonna Opz nel pannello Gestione dei volumi ottici accanto al volume con l'indirizzario che si desidera venga copiato. Questo comando non è consentito per le unità ottiche collegate via LAN. Se si tenta di utilizzare un'unità ottica collegata via LAN, viene emesso un messaggio di errore. Nel pannello viene visualizzato il nome del volume. È necessario specificare il nome dell'indirizzario da cui eseguire la copia e il volume di ricezione della copia. Nota: è necessario inizializzare il volume prima della copia. Se si sta copiando un volume intero, specificare un volume non utilizzato per ricevere i file copiati per essere certi che sia disponibile spazio sufficiente. Questo comando non elimina automaticamente i file. Quindi, se si utilizza questo comando per eseguire copie aggiuntive, è necessario eliminare i file dal volume di destinazione che sono stati eliminati dal volume di origine. Quando la richiesta di copia è completata, viene aggiunto un messaggio alla registrazione lavori in cui sono indicati il numero di file che sono stati copiati correttamente e il numero di file che non sono stati 98 IBM i: Soluzioni di memoria copiati. Per ogni file che non viene copiato, viene aggiunto un messaggio contenente il nome file completo alla registrazione lavori. Per ogni indirizzario elaborato, viene aggiunto un messaggio alla registrazione lavori in cui è indicato il numero di file che sono stati copiati correttamente e il numero di file che non sono stati copiati. Parametro SLTFILE (Selezione dei file da copiare) Il parametro SLTFILE (Selezione dei file da copiare) indica il modo in cui i file devono essere selezionati per la copia. È possibile selezionare se sostituire i file già esistenti nel volume in cui si sta eseguendo la copia. Il valore *CHANGED specifica che un file viene copiato se non esiste nel volume di destinazione o se il file è più recente rispetto a quello sul volume di destinazione. Il valore *NEW specifica che vengono copiati solo i file che non esistono già nel campo relativo all'identificativo del volume di destinazione. Il valore *ALL specifica che vengono copiati tutti i file, anche se esistono con la stessa data di creazione. Parametro COPYTYPE (Opzione di copia) Il parametro COPYTYPE (Opzione di copia) indica quali risorse sono utilizzate per eseguire l'operazione di copia. Il valore *IOP specifica che l'operazione di copia avrà risultati migliori ma rallenterà le altre richieste alla libreria dei supporti ottici. Il valore *SYSTEM specifica che la richiesta di copia condividerà le risorse della libreria dei supporti ottici con altre richieste, ma per la richiesta di copia occorrerà più tempo. Parametro FROMTIME (Data e ora inizio) Il parametro FROMTIME (Data e ora inizio) è facoltativo e può essere utilizzato per limitare ulteriormente il numero di file che vengono copiati. Vengono selezionati per essere copiati i file dal volume di origine la cui data e ora di creazione o modifica sono successive o uguali alla data e ora immesse in questo parametro. Esempio: copia dei dati del volume ottico Per eseguire una copia completa di VOLA su VOLB, utilizzare il comando seguente: CPYOPT FROMVOL(VOLA) FROMDIR('/') TOVOL(VOLB) TODIR(*FROMDIR) SLTFILE(*CHANGED) CPYSUBDIR(*YES) CRTDIR(*YES) ALWCPYOPP(*NO) COPYTYPE(*IOP) Il comando CPYOPT (Copia supporti ottici) si applica a quanto riportato di seguito: v Volumi nelle librerie dei supporti ottici collegate direttamente v Volumi in unità CD-ROM o DVD v Volumi in unità ottiche virtuali Modifica degli attributi del volume ottico È possibile modificare gli attributi del volume ottico con il comando CHGOPTVOL (Modifica volume ottico). È anche possibile modificare gli attributi di un volume immettendo il valore 2 (Modifica) nella colonna Opz (Opzione) del pannello Gestione volumi ottici. Con questo comando, è possibile modificare gli attributi riportati di seguito: v Percentuale soglia volume totale per i volumi nelle librerie di supporti collegate direttamente v Elenco autorizzazioni utilizzato per proteggere il volume Nota: se il volume si trova in un'unità autonoma (unità CD-ROM o DVD), l'elenco autorizzazioni protegge il volume per l'intervallo di tempo durante il quale il supporto si trova nell'unità. Espellendo il supporto dall'unità ed inserendolo nuovamente immediatamente, l'elenco autorizzazioni viene ripristinato sul valore predefinito QOPTSEC. Il sistema non conserva l'elenco autorizzazioni per i Soluzioni di memoria 99 volumi rimossi da un'unità ottica autonoma. Per i volumi in un'unità libreria dei supporti ottici (MLD), è possibile conservare l'elenco autorizzazioni solo quando il supporto viene rimosso specificando VOLOPT(*KEEP) nel comando RMVOPTCTG (Rimozione cartuccia ottica). L'elenco autorizzazioni non viene scritto sul disco ottico ma conservato internamente sul sistema. v Descrizione del volume per i volumi DVD-RAM ed i volumi nelle librerie di supporti collegate direttamente Visualizzazione e stampa degli attributi del volume ottico Questi argomenti forniscono le informazioni sulla visualizzazione e stampa degli attributi di un volume. Attributi del volume ottico Figura 18. Visualizzazione attributi del volume ottico (finestra 1) Figura 19. Visualizzazione attributi del volume ottico (finestra 2) 100 IBM i: Soluzioni di memoria Non è possibile modificare le informazioni relative a tali pannelli. Un terzo pannello è possibile se il tipo di volume ottico è *BACKUP. Se il pannello indica Segue nell'angolo inferiore destro, premere il tasto Pagina giù per visualizzare il terzo pannello. Nota: questo pannello mostra le informazioni univoche per i volumi ottici di backup. Premere F14 per visualizzare il pannello Attributi volume aggiuntivo. Stampa degli attributi del volume ottico È possibile stampare gli attributi del volume digitando 6 (Stampa) nella colonna Opz accanto ad un volume elencato nel pannello Gestione dei volumi ottici. L'emissione è scritta in un file di spool, presente nella coda di emissione per il lavoro. Il comando DSPOPT (Visualizzazione supporti ottici) si applica a quanto riportato di seguito: v v v v Volumi Volumi Volumi Volumi in unità su supporto ottico CD-ROM o DVD nelle librerie dei supporti ottici collegate direttamente in unità ottiche virtuali nelle librerie dei supporti ottici collegate via LAN Soluzioni di memoria 101 Duplicazione dei volumi ottici Un metodo efficace per creare un backup di un volume ottico è l'utilizzo del comando DUPOPT (Duplicazione unità ottica). Tale comando esegue una copia dei settori per creare un volume identico all'origine eccetto l'identificativo del volume e la data e ora di creazione. È v v v v possibile immettere le informazioni per i campi seguenti nel pannello Duplicazione unità ottica: Identificativo volume di origine Identificativo volume di destinazione Identificativo volume Annullamento Il supporto di destinazione deve essere grande almeno quanto il supporto di origine quando il supporto è stato duplicato. Se il supporto di origine è formattato con *UDF, il comando DUPOPT tenta di rendere disponibile più spazio sul supporto di destinazione quando questo è più grande dell'origine. La dimensione utilizzabile del supporto di destinazione dopo la duplicazione è la più piccola di: v La dimensione utilizzabile del supporto di destinazione. v Due volte la dimensione del supporto di origine. v Due volte la dimensione del supporto di origine in cui il volume di origine è stato inizialmente formattato. Ad esempio, quando un supporto da 1 GB viene duplicato in un supporto da 2 GB, la dimensione utilizzabile del supporto di destinazione dopo la duplicazione è 2 GB. Quando un supporto da 1 GB viene duplicato in un supporto da 2 GB e il supporto da 2 GB viene duplicato in un supporto da 4 GB, la dimensione utilizzabile del supporto di destinazione finale dopo la duplicazione è 2 GB. Visualizzazione delle informazioni relative a indirizzari e file Per visualizzare le informazioni relative a indirizzari e file mediante i pannelli del supporto ottico, sono disponibili due comandi: il comando WRKLNK (Gestione collegamenti oggetto) e il comando WRKOPTDIR (Gestione indirizzari ottici). WRKLNK Il comando WRKLNK funziona con gli indirizzari e i file. Questo comando fornisce una vista gerarchica simile al PC di indirizzari e file sul volume. Sia gli indirizzari che i file ad un determinato livello nella gerarchia del percorso sono visualizzati nel pannello Gestione collegamenti oggetto. Il sistema mostra gli indirizzari come tipo DIR e i file come tipo DSTMF. Il v v v comando WRKLNK si applica alle seguenti condizioni: Volumi in unità CD-ROM o DVD Volumi in unità librerie dei supporti ottici collegate direttamente Volumi in unità ottiche virtuali WRKOPTDIR Il comando WRKOPTDIR funziona solo con gli indirizzari. È possibile visualizzare tutti gli indirizzari e i sottoindirizzari oppure visualizzare solo alcuni livelli. Questo comando richiede la creazione di un indice di indirizzario ottico se non è stato creato durante l'aggiunta di una cartuccia ottica. Il comando WRKOPTF (Gestione file ottici) funziona con i file ottici. Il comando WRKOPTDIR e il comando WRKOPTF si applicano alle seguenti condizioni: v Volumi in unità librerie dei supporti ottici collegate direttamente 102 IBM i: Soluzioni di memoria v Volumi CD-ROM in unità CD-ROM o DVD v Volumi in unità librerie dei supporti ottici collegate via LAN v Volumi WORM e ERASE in unità ottiche virtuali Nota: i volumi creati in UDF (Universal Disk Format) non supportano i comandi WRKOPTDIR e WRKOPTF. Rimozione ed eliminazione dei volumi ottici È possibile rimuovere i volumi ottici da una cartuccia del disco ottico e, quindi, eliminare i volumi rimossi dal database dell'indice ottico. Per rimuovere un volume, selezionare (Elimina) nella colonna Opz (Opzione) accanto al volume che si desidera rimuovere nel pannello Gestione volumi ottici. È possibile, quindi, rimuovere un volume ottico eliminando fisicamente la cartuccia del disco ottico dal server dei dati della libreria ottica. Viene visualizzato il pannello Rimozione cartuccia ottica in cui viene richiesto di immettere le informazioni supplementari. Immettere le informazioni nei campi seguenti: v Identificativo volume v Opzione descrizione volume v Ubicazione cartuccia rimossa Nota: se è specificata l'opzione *KEEP, il record viene conservato quando viene rimosso il volume. v Ubicazione del supporto: alcuni modelli 399F supportano la rimozione del supporto per il contenitore di massa. È possibile specificare *MAGAZINE per utilizzare tale funzione, se disponibile per l'unità. Il contenitore può essere rimosso specificando VOL(*MAGAZINE) su questo comando. Poiché esistono due volumi su ogni disco ottico, le opzioni selezionate nel pannello Rimozione cartuccia ottica si applicano ad entrambi i volumi. Il comando RMVOPTCTG (Rimozione cartuccia ottica) si applica a: v Volumi nelle librerie di supporti ottici collegate direttamente v Volumi nelle unità CD-ROM e DVD v Volumi nelle unità ottiche virtuali v Unità di supporto RMS Eliminazione dei volumi rimossi dal database dell'indice ottico Se è stato rimosso (*REMOVED) il volume ma sono state salvate le informazioni descrittive del volume, è possibile eliminare successivamente tali informazioni selezionando l'opzione 9 di eliminazione. L'opzione di eliminazione può anche essere utilizzata se un volume è stato contrassegnato come presente in un'unità fuori linea. L'opzione di eliminazione rimuove un volume singolo e non entrambi i volumi di una cartuccia ottica. L'opzione di eliminazione si applica a quanto riportato di seguito: v Volumi rimossi dalle librerie dei supporti ottici v Volumi nelle librerie dei supporti ottici fuori linea v Volumi nelle unità LAN ottiche fuori linea Controllo del volume ottico È possibile utilizzare il comando CHKOPTVOL (Controllo volume ottico) per convalidare l'integrità di indirizzari e file su un volume. Soluzioni di memoria 103 È possibile utilizzare il comando CHKOPTVOL per verificare che sia possibile leggere tutti i file. Il comando visualizza un elenco degli eventuali file danneggiati. Inoltre, in base al valore del parametro OUTPUT, il comando è in grado di visualizzare un conteggio dei file danneggiati e non danneggiati. Nel pannello Controllo volume ottico, immettere le informazioni per i campi riportati di seguito: v Identificativo volume v Unità ottica: richiesta solo se il parametro dell'identificativo del volume è *MOUNTED Nota: il comando CHKOPTVOL è valido per i seguenti volumi: v Volumi nelle librerie di supporti ottici collegate direttamente v Volumi nelle unità CD-ROM e DVD v Volumi nelle unità ottiche virtuali Modifica dei parametri dell'ambiente ottico È possibile utilizzare il comando CHGOPTA (Modifica attributi ottici) per modificare parametri di configurazione ottici specifici che influiscono su tutti i lavori che utilizzano il file system ottico. È possibile impostare i seguenti parametri in base alla propria configurazione. Copia attributi Questo parametro specifica se copiare gli attributi del file di origine durante la copia o lo spostamento dei file tra i file system QDLS e QOPT mediante le API Copia HFS o Spostamento file di flusso. Questo parametro viene ignorato durante la copia o lo spostamento dei file all'interno del file system ottico e non è valido per le librerie ottiche collegate alla LAN. Questo valore deve essere impostato su *NO quando le applicazioni non richiedono che gli attributi del file vengano conservati durante la copia tra i file system QOPT e QDLS. L'utilizzo di questa opzione migliora le prestazioni delle operazioni di spostamento e copia e riduce i requisiti di memoria ottica durante la scrittura su disco ottico. Attributo file congelato Questo parametro indica se il supporto per il file ottico congelato è abilitato o disabilitato per il file system QOPT. Quando il supporto per il file ottico congelato è disabilitato, è responsabilità dell'utente verificare che vengano seguite le procedure di ripristino corrette in caso di condizione di errore del file. Consentire caratteri variante Questo parametro indica se è possibile specificare caratteri variante per i nomi percorso durante l'accesso ai file o ai volumi ottici in formato UDF (Universal Disk Format) mediante le interfacce HFS (hierarchical file system). Il parametro non ha effetto sull'accesso ai volumi ottici formattati in HPOFS (High Performance Optical File System) o ISO 9660. Inoltre, non ha alcun effetto sulle interfacce IFS (integrated file system) per tutti i formati dei supporti ottici. Supporto formati supporto esteso Questo parametro indica quale formato utilizzare quando il supporto viene aggiunto ad un'unità ottica. Alcuni supporti dispongono di un formato supporto esteso e principale. Ad esempio, un disco UDF-Bridge ha ISO 9660 come formato di base e UDF come formato esteso. Un altro formato supportato è quello delle strutture dei nomi alternativi Rock Ridge. Con questo parametro, è possibile scegliere il formato da utilizzare quando il supporto viene aggiunto ad un'unità. Concetti correlati: “Ripristino dei file ottici congelati” a pagina 131 Un file ottico congelato è un file ottico che non può essere chiuso normalmente. Impostazione della protezione da scrittura La funzione di protezione da scrittura impedisce la scrittura su disco. Una finestra di protezione da scrittura mostra quando tale protezione è attiva o disattiva. 104 IBM i: Soluzioni di memoria Per utilizzare la funzione di protezione da scrittura, effettuare le seguenti operazioni: 1. Individuare l'interruttore di protezione da scrittura posizionato sulla cartuccia. 2. Impostare il disco su lettura/scrittura o solo lettura. v Per impostare il disco su lettura/scrittura, spostare l'interruttore di protezione da scrittura nella posizione di disattivazione. La finestra relativa alla protezione da scrittura viene chiusa ed è possibile scrivere i dati sul disco. v Per impostare il disco sulla sola lettura, spostare l'interruttore di protezione da scrittura nella posizione di attivazione. La finestra relativa alla protezione da scrittura viene visualizzata e non è possibile scrivere i dati sul disco. Per ciascun volume (lato) sulla cartuccia, esiste un interruttore di protezione da scrittura separato. Attività correlate: “Etichettatura di una cartuccia ottica con un volume inizializzato” a pagina 90 Per etichettare una cartuccia che dispone di almeno un volume inizializzato su di essa, effettuare le operazioni riportate di seguito. Le opzioni sono selezionate dal pannello Gestione volumi ottici. Creazione di un CD-ROM master I collegamenti forniti servono come riferimento per le istruzioni relative alle operazioni da eseguire prima della creazione del CD. Consultare la pagina Web relativa alla memoria ottica o Creazione di un supporto reale da un'immagine virtuale per le istruzioni sulle operazioni da eseguire prima della creazione del CD. Attività correlate: “Creazione di un supporto reale da un'immagine virtuale” a pagina 171 Utilizzare queste istruzioni per copiare un'immagine virtuale su un disco ottico. Informazioni correlate: Optical Storage Backup del volume ottico Utilizzare le informazioni fornite per definire la strategia di backup, conoscere le opzioni del backup e apprendere i comandi relativi. Definizione della strategia di backup Non esiste una strategia di backup perfetta che soddisfa ogni esigenza. Quindi, è importante definire i requisiti del backup prima di decidere la strategia di backup. Utilizzare le domande in questo argomento per determinare i requisiti del backup. v Sono necessari i backup? – È possibile ricreare facilmente le informazioni? – Se non si dispone di backup, in che modo risulta interessata l'attività aziendale? – È richiesto ufficialmente di disporre di backup? v Con quale frequenza è necessario eseguire i backup? – Giornaliera – Settimanale – – v In – – – Mensile Solo quando un volume è pieno che modo sono eseguiti i backup? Backup incrementale Backup parziali o selettivi Backup completi Soluzioni di memoria 105 v Quando il sistema deve eseguire i backup? – Durante il primo, il secondo o il terzo turno – Durante il fine settimana – Saranno presenti altre contese per le unità ottiche? v Il volume di destinazione conterrà i backup per uno o più volumi? v Per quanto tempo è necessario conservare le informazioni di origine dopo il completamento dei backup? v Quale tipo di disponibilità è necessaria per i volumi? – Nella libreria di supporti ottici – All'esterno della libreria di supporti ottici, ma in sede – All'esterno della libreria di supporti ottici, ma non in sede Questo non rappresenta un elenco completo di elementi da considerare quando si decide una strategia di backup, quanto piuttosto una base di partenza. Utilizzo del comando DUPOPT (Duplicazione unità ottica) Il comando DUPOPT (Duplicazione unità ottica) può essere utilizzato per creare un volume ottico duplicato. Il volume duplicato creato è identico al volume originale eccetto per l'identificativo del volume e l'ora di creazione. Le prestazioni migliorano in modo significativo quando si utilizza il comando DUPOPT invece di CPYOPT per eseguire il backup di un intero volume dall'inizio. Di seguito sono riportati i requisiti del comando DUPOPT: v Sono richieste due unità ottiche. Una delle unità può essere un'unità virtuale. v I volumi di origine e di destinazione devono disporre della stessa dimensione di settore. v I volumi di origine e di destinazione non possono trovarsi su lati opposti della stessa cartuccia. v I tipi di unità di origine e di destinazione devono essere dello stesso tipo (ad esempio, libreria ottica e libreria ottica o unità ottica autonoma e unità ottica autonoma). v Se il tipo di supporto di origine è *WORM, il tipo di supporto di destinazione può essere *WORM o *ERASE. v Se il tipo di supporto di origine è *ERASE, il tipo di supporto di destinazione deve essere *ERASE. v Se il tipo di supporto di origine è *DVD-RAM, il tipo di supporto di destinazione deve essere *DVD-RAM. v Se il tipo di supporto di destinazione è *WORM, non deve essere inizializzato. v Se il tipo di supporto di destinazione è *ERASE, tutti i dati attualmente presenti sul volume di destinazione andranno persi. v Quando il comando DUPOPT comincia l'operazione, il sistema non interromperà il processo. Il sistema non pianificherà alcun altro lavoro nelle unità fino al completamento del comando. v Se il volume di origine per il comando DUPOPT è un catalogo immagini, il supporto di destinazione può essere registrabile. I tipi di supporti registrabili sono CD-R, CD-RW, DVD-R, DVD+R, DVD-RW e DVD+RW. Utilizzare il comando DUPOPT quando si desidera copiare l'intero volume o per backup incrementali del volume di origine. Per un backup intero, attendere che il volume di origine sia pieno prima di utilizzare il comando DUPOPT. Il comando DUPOPT esegue sempre una copia completa del volume di origine. Tuttavia, è possibile utilizzarlo per creare backup incrementali dei volumi ottici nel modo seguente: 106 IBM i: Soluzioni di memoria 1. Determinare la frequenza con cui si desidera eseguire i backup dell'origine e quanti backup si desidera conservare. 2. Utilizzare il comando DUPOPT per duplicare il supporto di origine in un supporto di destinazione che dispone di un tipo di supporto *ERASE. In tal modo verrà fornita una copia esatta del supporto di origine. 3. Continuare a creare i duplicati del volume di origine con la frequenza desiderata fino al riempimento del volume di origine. 4. Quando il supporto di origine è pieno e si dispone di una copia finale corretta, è possibile riutilizzare tutti i supporti di destinazione precedenti per i backup di altri supporti di origine. 5. Se il tipo di supporto di origine è *WORM, prima del backup finale, determinare se il tipo di supporto di destinazione finale deve essere un tipo di supporto *WORM o *ERASE. Questo comando costituisce un esempio di duplicazione di un volume ottico virtuale su un volume ottico registrabile. Il volume ottico VIRTVOL è duplicato nel volume DVDRW. Il volume nell'unità OPT02 sarà scaricato dopo il completamento del processo di duplicazione e disporrà di un identificativo del volume VIRTVOL DUPOPT FROMVOL(VIRTVOL) TOVOL(DVDRW) NEWVOL(*FROMVOL) CLEAR(*YES) TODEV(OPT02) TOENDOPT(*UNLOAD) Attenzione: se il comando DUPOPT non viene completato correttamente o termina per qualsiasi motivo durante l'elaborazione, il backup non sarà corretto. Inoltre, se il tipo di supporto di destinazione è *WORM, il volume di destinazione potrebbe non essere più utilizzabile. Attività correlate: “Creazione di un supporto reale da un'immagine virtuale” a pagina 171 Utilizzare queste istruzioni per copiare un'immagine virtuale su un disco ottico. Miglioramenti: Sono stati apportati alcuni miglioramenti dall'introduzione del comando DUPOPT. v Il comando DUPOPT non richiede più che i volumi di origine e di destinazione si trovino nella stessa libreria ottica. v Per il supporto di destinazione con il formato *HPOFS, la capacità del supporto di destinazione non deve più essere identica alla capacità del supporto di origine. Ora può essere uguale o superiore a quella del supporto di origine. v Per il supporto *WORM il tipo di supporto di destinazione non deve più essere *WORM. È possibile utilizzare il supporto *WORM o *ERASE. v Ripristino dagli errori unità migliorato. v Prestazioni migliorate. v L'aggiunta del supporto unità incrociato (da libreria a libreria, da autonomo ad autonomo). v L'aggiunta del supporto di scaricamento per le unità autonome. v Quando si duplica un volume in un'unità virtuale o autonoma, è possibile creare una copia esatta con lo stesso identificativo del volume dell'origine. Nell'esempio seguente, il sistema duplica il volume nell'unità ottica OPT01 nel volume nell'unità ottica OPT02. Dopo il completamento, l'identificativo del volume di destinazione sarà MYBACKUP e il sistema scarica il supporto dall'unità. Nota: il sistema supporta solo l'opzione di scaricamento per le unità autonome. > DUPOPT FROMVOL(*MOUNTED) TOVOL(*MOUNTED) NEWVOL(MYBACKUP) FROMDEV(OPT01) TODEV(OPT02) FROMENDOPT(*LEAVE) TOENDOPT(*UNLOAD) Soluzioni di memoria 107 Comando CPYOPT (Copia supporti ottici) Utilizzare il comando CPYOPT (Copia supporti ottici) per copiare i file ottici e gli indirizzari da un volume ottico all'altro. È v v v possibile utilizzare il comando CPYOPT per copiare uno qualsiasi degli elementi seguenti: Tutti i file e gli indirizzari per un intero volume Tutti i file e i sottoindirizzari per un indirizzario Tutti i file per un indirizzario v Un singolo file I due tipi di volumi ottici sono *PRIMARY e *BACKUP. *PRIMARY è il tipo di volume normale, in cui le applicazioni utente possono scrivere. *BACKUP è un tipo di volume speciale, in cui solo speciali comandi ottici possono scrivere. È possibile utilizzare il comando CPYOPT per copiare i file tra i seguenti tipi di volume: Dal volume Al volume *PRIMARY *PRIMARY *PRIMARY *BACKUP *BACKUP *PRIMARY Concetti correlati: “Considerazioni sulle prestazioni per la copia e la duplicazione dei volumi ottici” a pagina 122 Esistono varie considerazioni sulle prestazioni che è necessario conoscere quando si copiano e si duplicano i volumi ottici. Parametri chiave del comando CPYOPT (Copia supporti ottici): È necessario specificare alcuni parametri per la selezione dei file che si desidera copiare. I parametri includono: v SLTFILE (Selezione dei file da copiare) v CPYSUBDIR (Copia sottoindirizzari) v FROMTIME (Data e ora inizio) È possibile utilizzare CPYOPT per eseguire un backup dei volumi ottici, tuttavia è un metodo sconsigliato. Tenere presente che CPYOPT funziona su una base di file; quindi, se si sta copiando un numero elevato di file, il completamento della richiesta CPYOPT può impiegare delle ore. Le opzioni specificate possono anche influire sulla durata dell'esecuzione della richiesta di copia. Riesaminare gli esempi riportati di seguito per un confronto delle opzioni e del modo in cui influiscono sulla richiesta di copia. È possibile utilizzare il parametro SLTFILE (Selezione dei file da copiare) per selezionare quali file si desidera copiare. Sono disponibili le opzioni seguenti: v *CHANGED è l'opzione predefinita. Il sistema determina se il file di origine già esiste nel volume di destinazione. In caso affermativo, il sistema copia il file di origine solo se esso è stato modificato dall'esecuzione dell'ultima operazione di copia. Due serie di date e orari determinano se un file è stato modificato: la data e l'ora dell'ultima modifica del file o la data e l'ora dell'ultima modifica degli attributi del file. Se si specifica DATA(*FILATR) nel comando DSPOPT (Visualizzazione supporti ottici), è possibile visualizzare tali date e orari. v *ALL indica che il sistema copia tutti i file nel volume di origine. Il sistema sostituisce ogni file che potrebbe già esistere nel supporto di destinazione con una nuova copia dal volume di origine. v *NEW indica che il sistema copia solo i file che non sono attualmente presenti sul volume di destinazione. 108 IBM i: Soluzioni di memoria Se il volume di destinazione già contiene i file, scegliendo l'opzione *CHANGED o *NEW, l'esecuzione della richiesta CPYOPT potrebbe richiedere più tempo. Ciò accade in quanto il sistema deve creare un elenco di file per entrambi i volumi di origine e di destinazione e, quindi, confrontarli. Il tempo necessario per tale operazione risulta eccessivo quando i volumi contengono migliaia di file. È anche possibile utilizzare il parametro CPYSUBDIR (Copia sottoindirizzari) per indicare se elaborare i file nei sottoindirizzari del percorso di origine specificato. Le opzioni sono le seguenti: v *NO indica che solo i file nel percorso di origine specificato sono adatti per essere copiati. Questa è l'opzione predefinita. v *YES indica che i file in tutti i sottoindirizzari del percorso di origine specificato sono adatti per essere copiati. Il sistema crea i sottoindirizzari nel volume di destinazione nel caso in cui non esistano. I sottoindirizzari appena creati hanno lo stesso nome che avevano nel volume di origine, anche se il nome dell'indirizzario principale può essere diverso. Un sistema esegue una verifica prima dell'operazione di copia per verificare che qualsiasi nuovo nome percorso risultante non superi la lunghezza massima del nome percorso. Il sistema impedisce la copia dei sottoindirizzari di un indirizzario in un sottoindirizzario di tale indirizzario sullo stesso volume. Il sistema utilizza il parametro FROMTIME per determinare se un file è adatto per la copia in base alla data di creazione o di modifica. Tutti i che sono stati creati, modificati o i cui attributi sono stati modificati alla data e ora di inizio o successivamente, sono adatti alla copia. È possibile determinare l'ultima creazione o modifica di un file specificando DATA(*FILATR) nel comando DSPOPT (Visualizzazione supporti ottici). I valori predefiniti *BEGIN per la data di inizio e *AVAIL per l'ora di inizio, indicano che tutti i file soddisfano il requisito per la data e ora di inizio. La specifica della data e ora di inizio identifica solo i file creati o modificati a partire da tale data e ora come idonei per la copia. È possibile utilizzare questo parametro per limitare in modo significativo il numero di file che richiedono l'elaborazione mediante CPYOPT. Ciò fa diminuire il tempo richiesto per elaborare i file. È possibile unire questo parametro e il parametro SLTFILE per limitare il numero di file da verificare prima della copia. È possibile selezionare solo i file *CHANGED o *NEW dopo un valore data e ora specificato. Di seguito è riportato un esempio che illustra come copiare tutti i file dal volume di origine VOL001 ad un volume che attualmente non contiene alcun file o indirizzario. Il sistema elabora tutti i sottoindirizzari del volume di origine, crea i sottoindirizzari nel volume di destinazione e copia tutti i file. Copiare tutti i file dal volume di origine dall'ultima richiesta di copia: CPYOPT FROMVOL(VOL001) FROMPATH(/) TOVOL(CPYVOL001) + SLTFILE(*ALL) CPYSUBDIR(*YES) CRTDIR(*YES) Per questo esempio esistono opzioni che possono richiedere tempi diversi. v La prima opzione è quella di emettere la stessa richiesta dei primi esempi, ma con un volume di destinazione diverso. Il sistema copia tutti i file e gli indirizzari nel nuovo volume di destinazione. v La seconda opzione è quella di utilizzare l'opzione *CHANGED nel parametro SLTFILE. CPYOPT FROMVOL(VOL001) FROMPATH(/) TOVOL(CPYVOL001) + SLTFILE(*CHANGED) CPYSUBDIR(*YES) CRTDIR(*YES) Nota: in base alla quantità di file attualmente presenti nel supporto di origine e di destinazione, questa richiesta potrebbe richiedere molto tempo per l'elaborazione. Innanzitutto, è necessario ottenere un elenco di tutti i file nel supporto di origine e in quello di destinazione. Confrontare, quindi, i file per determinare se qualche file è stato modificato dall'ultima richiesta CPYOPT. Eseguita tale operazione, il sistema copia solo i file che sono stati modificati. v La terza opzione è quella di utilizzare l'opzione *NEW nel parametro SLTFILE, purché non sia stato modificato alcun file esistente ma aggiunto al volume di origine. CPYOPT FROMVOL(VOL001) FROMPATH(/) TOVOL(CPYVOL001) + SLTFILE(*NEW) CPYSUBDIR(*YES) CRTDIR(*YES) Soluzioni di memoria 109 Nota: è necessario prima creare un elenco di tutti i file che si trovano su entrambi i volumi di origine e di destinazione e, quindi, confrontare i file prima di copiare qualsiasi file nuovo. v La quarta opzione è quella di utilizzare una delle opzioni SLTFILE unitamente alla specifica della data e ora di inizio. CPYOPT FROMVOL(VOL001) FROMPATH(/) TOVOL(CPYVOL001) + SLTFILE(*CHANGED) CPYSUBDIR(*YES) CRTDIR(*YES) FROMTIME('04/01/99' '00:00:00') Specificando l'ora di inizio, il sistema copia solo i file creati o modificati dopo il 1 Aprile 1999 nel volume di destinazione. Utilizzo del comando CPYOPT (Copia supporti ottici) per eseguire il backup di un volume: È possibile utilizzare il comando CPYOPT (Copia supporti ottici) per creare una copia completa o parziale del volume. Di seguito viene descritta l'elaborazione speciale del comando CPYOPT quando la destinazione è un volume *PRIMARY o *BACKUP. Fare riferimento al seguente elenco per decidere il migliore utilizzo del comando. v Eseguire una copia completa o parziale. È possibile copiare un file, un indirizzario, un indirizzario con tutti i relativi sottoindirizzari o un volume intero. v Eseguire una copia incrementale. È possibile copiare solo quanto è stato modificato dalla precedente richiesta CPYOPT. v Eseguire una copia specificando una data di inizio per la selezione dei file. È possibile copiare solo i file creati o modificati nella o dopo la data specificata. v Replicare la struttura gerarchica del volume di origine sul volume di destinazione. Requisiti CPYOPT per il tipo di volume *PRIMARY Quando il volume di destinazione è di tipo *PRIMARY, il comando CPYOPT ha i seguenti requisiti univoci: v Il volume di origine può essere di tipo *PRIMARY o *BACKUP. v Poiché il volume di destinazione è *PRIMARY, tutte le richieste API e la maggior parte dei comandi ottici e dei programmi di utilità possono accedere al volume. v Poiché i programmi di utilità e i programmi dell'utente possono aggiornare il volume, è necessario determinare in che modo proteggere gli indirizzari e i file dalla cancellazione o dalla modifica non autorizzate. v Il volume di destinazione può contenere le informazioni per uno o più volumi *PRIMARY ottici. Un modo semplice per gestire più volumi su un singolo volume di destinazione è disporre di un nuovo indirizzario di primo livello. Il nome di tale indirizzario può essere il nome del volume principale di origine. v È necessario tenere traccia di quando è stato eseguito l'ultimo backup di un volume o di un indirizzario. Utilizzare il comando CPYOPT per fare in modo che questa operazione venga eseguita automaticamente. v Non è necessario che la struttura gerarchica sul volume di destinazione sia identica a quella del volume ottico. v L'ora e la data di creazione e di modifica del file sul volume di destinazione saranno diverse da quelle dei file sul volume ottico principale. L'ora e la data di creazione del file sul volume di destinazione è la data in cui il file è stato scritto. v È possibile utilizzare gli indirizzari e i file direttamente sul volume di destinazione. Non è necessario copiare le applicazioni nuovamente su un volume ottico. v È possibile richiedere che il sistema copi solo i nuovi file sul volume di origine nel volume di destinazione. Ciò potrebbe essere utile se i file presenti sul volume di origine non vengono mai modificati, ma ne vengono creati solo di nuovi. 110 IBM i: Soluzioni di memoria Requisiti di CPYOPT (Copia supporti ottici) per il tipo di volume *BACKUP: Quando il volume di destinazione è di tipo *BACKUP, il comando CPYOPT ha i seguenti requisiti univoci: v Il volume di origine deve essere di tipo *PRIMARY. v Solo i comandi CPYOPT e CVTOPTBKU (Conversione backup ottico) possono scrivere sul volume di backup di destinazione. Le API, i programmi di utilità e i programmi dell'utente non possono scrivere su un volume di backup ottico. v Un volume di backup ottico può contenere le informazioni solo per un volume ottico principale. Ciò impedisce a due volumi principali di condividere lo stesso volume di backup ottico. v Non è possibile cancellare gli indirizzari o i file da un volume di backup ottico. Ciò garantisce l'integrità dei dati del volume di backup ottico. v Il sistema conserva l'ora e la data di creazione e di modifica del file per il volume principale sul volume di backup ottico. v Un'applicazione utente non può utilizzare direttamente un file o un indirizzario su un volume di backup. Innanzitutto, è necessario copiare il file o l'indirizzario in un volume ottico principale utilizzando il comando CPYOPT. v Se il volume ottico principale è danneggiato o perso, è possibile convertire il volume di backup ottico in un volume ottico principale. È possibile eseguire questa operazione utilizzando il comando CVTOPTBKU. v Per conservare le informazioni di controllo sullo stato delle richieste dei backup, i volumi di backup ottici richiedono un utilizzo aggiuntivo del supporto. A causa di ciò, un volume principale utilizzato al 100% potrebbe non adattarsi a un volume di backup ottico. v Il sistema inizializza sempre i volumi di backup con una soglia volume del 99%. Suggerimenti su quale tipo di volume utilizzare con il comando CPYOPT: Di seguito vengono elencati gli elementi che è possibile utilizzare per determinare se utilizzare un volume di destinazione di tipo *PRIMARY o *BACKUP. v In generale, l'utilizzo del volume di tipo *PRIMARY con il comando CPYOPT consente una maggiore flessibilità, ma richiede una maggiore gestione dei volumi di backup. v Il comando CPYOPT per un volume di tipo *BACKUP fornisce una maggiore gestione e sicurezza per i volumi di backup ottici, ma è meno flessibile. v Utilizzare il comando CPYOPT e specificare un volume di tipo *PRIMARY se si desidera copiare i dati da diversi volumi su un singolo volume. v Utilizzare il comando CPYOPT e specificare un volume di tipo *BACKUP se si desidera una migliore sicurezza per i volumi di backup. Il sistema non può scrivere su volumi con il tipo *BACKUP con comandi ottici o programmi utente normali. v Utilizzare il comando CPYOPT e specificare un volume di tipo *BACKUP per salvare le informazioni, come ad esempio quando il sistema copia gli indirizzari e i volumi e lo stato di riuscita di tali copie. v Il vantaggio maggiore nell'utilizzare il comando CPYOPT per un volume di tipo *BACKUP è che il sistema memorizza le informazioni di controllo dei backup relative al volume di backup. Queste informazioni includono la relazione tra i file sul volume di backup e i file sul volume principale. Queste informazioni possono essere utili nel caso sia necessario ripristinare dal volume di backup i dati di origine persi. v Utilizzare il comando CPYOPT e specificare un volume di tipo *BACKUP se si desidera che le date del file di origine e di destinazione (creazione e modifica) siano uguali. v Uno svantaggio nell'utilizzo del comando CPYOPT su un volume di tipo *BACKUP è che il sistema utilizza uno spazio aggiuntivo sul volume di backup per memorizzare le informazioni di controllo. La quantità utilizzata è circa tre volte la dimensione del settore per ciascun indirizzario. Quindi, se il comando copia 100 indirizzari da un volume principale su un volume di backup in cui la dimensione del settore sul volume di backup è di 2 KB, il volume di backup utilizza ulteriori 600 KB di spazio. In questo esempio, vengono utilizzati 600 KB di spazio ogni volta che il comando viene eseguito. Soluzioni di memoria 111 Tipo di volume *BACKUP: Questa sezione presenta il tipo di volume *BACKUP e il processo univoco del backup associato a un volume *BACKUP. Tenere presente che l'utilizzo del comando CPYOPT (Copia supporti ottici) su un volume *BACKUP non rappresenta più il modo consigliato per eseguire il backup dei volumi a causa del tempo richiesto. Il comando DUPOPT (Duplicazione unità ottica) rappresenta il modo consigliato per eseguire il backup dei volumi. Il tipo di volume *BACKUP supporta il backup e la protezione delle informazioni dai volumi ottici principali. Il sistema non consente ai programmi utente o alle API di scrivere sui volumi di backup ottici. Solo una serie limitata di comandi ottici può aggiornare i volumi di backup. Dopo che il sistema ha creato un indirizzario o un file su un volume di backup ottico, l'unico modo per cancellarlo è reinizializzare il volume. Ciò impedisce una cancellazione accidentale o intenzionale. Gli indirizzari e i volumi di backup contengono un file dell'intervallo di backup completo, che contiene le informazioni sulle date relative alle precedenti richieste di copia sul volume di backup ottico. Queste date sono utili per determinare il contenuto degli indirizzari e dei volumi di backup rispetto a quello delle relative controparti principali. Queste date di controllo rendono più semplice il ripristino fornendo un checkpoint dell'ora. Ciascun indirizzario del backup dispone delle proprie date di controllo. Anche ciascun volume di backup dispone delle proprie date di controllo, che includono: v La data e l'ora di inizio del completamento v La data e l'ora di fine del completamento v La data e l'ora dell'ultima modifica Il sistema scrive queste date sui volumi di backup in un file riservato all'interno di ciascun indirizzario del backup. Poiché il sistema scrive le date sul supporto, i volumi di backup sono inclusi. Sul supporto non sono presenti solo i dati del backup, ma anche le informazioni sul ripristino. Completamento dell'intervallo di backup: Quando un volume ottico principale viene copiato su un volume ottico di backup, nel volume di backup viene scritto un file speciale denominato intervallo di backup completo. Questo file indica l'ultima volta in cui è stato eseguito un backup. Il sistema conserva informazioni di controllo del backup per il volume e per ciascun indirizzario sul volume. Se il backup del volume o dell'indirizzario è stato eseguito correttamente, il file dell'intervallo di backup completo contiene una data ed un'ora iniziali e finali. Quando esiste un intervallo per un indirizzario o volume ottico di backup, tale intervallo ha un significato specifico: il volume o l'indirizzario di backup contiene una copia di tutti i file creati o modificati durante l'intervallo di date che corrisponde al volume o indirizzario principale. Ad esempio, il volume BVOL1 è un volume ottico di backup per il volume principale PVOL1. BVOL1 contiene l'indirizzario /DIR1 che dispone di un intervallo di backup completo come riportato di seguito: v Data di avvio: 1/1/99 v Ora di avvio: 09:00:00 v Data di fine: 1/30/99 v Ora di fine: 22:00:00 Ciò significa che il sistema ha eseguito il backup di tutti i file creati o modificati in /DIR1 su PVOL1 a partire dalle 9:00 a.m. del giorno 1 gennaio 1999. Il sistema ha eseguito il backup dei file in /DIR1 su BVOL1 alle 10:00 p.m. del 30 gennaio 1999. Per tutti i file creati o modificati sul volume principale PVOL1 nell'indirizzario /DIR1 dopo le 10:00 p.m. del giorno 30 gennaio 1999 non è stato eseguito il backup. 112 IBM i: Soluzioni di memoria Completamento dell'intervallo di backup per gli indirizzari L'intervallo di backup completo per un indirizzario non comprende tutti i sottoindirizzari dell'indirizzario. In altre parole, ciascun indirizzario dispone del proprio intervallo di backup completo univoco. Ad esempio, si supponga che l'indirizzario /A disponga di un intervallo di backup completo che inizia il giorno 1 marzo 1999 e termina il giorno 1 maggio 1999. Ciò non significa necessariamente che l'indirizzario /A/B abbia lo stesso intervallo completo. Infatti, l'indirizzario /A/B potrebbe non avere alcun intervallo di backup completo. L'intervallo completo non riflette un intervallo gerarchico su tutti gli indirizzari in tale albero secondario. Il sistema aggiorna l'intervallo di backup completo per un indirizzario di backup una volta copiati tutti i file idonei nell'indirizzario principale. Nota: utilizzare il parametro SLTFILE nel comando CPYOPT per determinare se un file è idoneo. Se si utilizza *ALL, tutti i file sono idonei per la copia. Se si utilizza *CHANGED, sono idonei solo i file creati o modificati dopo l'ultima esecuzione del comando CPYOPT. Se è stato specificato *NEW, il sistema copia i file solo se essi non esistono sul volume di destinazione. Ad esempio, il file FILE.001 viene copiato il giorno 1 marzo 1999 come risultato del backup completo dell'indirizzario /DIR1. In questo momento, all'indirizzario /DIR1 viene assegnato l'intervallo finale 1 marzo 1999. Nel giorno 1 aprile 1999, l'utente esegue nuovamente il backup dell'indirizzario /DIR1 specificando SLTFILE(*CHANGED). Tuttavia, il backup riguarda solo i file modificati. Se FILE.001 non è stato modificato dopo l'esecuzione del comando CPYOPT precedente, non è idoneo per la copia. Tuttavia, il sistema aggiorna l'intervallo finale di /DIR1 al giorno 1 aprile 1999 se nessuna copia dei file idonei ha esito negativo. Intervallo di backup completo per i volumi ottici L'intervallo di backup completo per un volume ottico è simile a quello di un indirizzario ottico. L'intervallo completo per un indirizzario rappresenta la relazione tra i file in un indirizzario di backup e quelli nell'indirizzario principale. Allo stesso modo, l'intervallo completo per un volume ottico di backup rappresenta la relazione tra i file su un volume ottico di backup e quelli sul volume principale. È necessario eseguire il backup di tutti i file idonei su un volume per aggiornare l'intervallo completo del volume. È possibile aggiornare l'intervallo completo per un volume solo se il comando CPYOPT specifica le variabili FROMPATH(/) e CPYSUBDIR(*YES). Ciò garantisce che il sistema elabora tutti i file sul volume principale. Completamento dell'intervallo di backup: data ed ora di inizio: È possibile specificare una data ed un'ora di inizio nel comando CPYOPT (Copia supporti ottici). La data e l'ora di inizio di un intervallo di backup completo per un indirizzario o volume ottico di backup sono i valori meno recenti specificati nel comando CPYOPT quando tutti i file idonei sul volume o sull'indirizzario sono stati copiati correttamente. Il sistema utilizza l'ora per selezionare i file del volume principale da copiare sul volume ottico di backup. Il sistema copia tutti i file creati o modificati a tale ora o successivamente. Innanzitutto, il sistema deve copiare correttamente tutti i file idonei per un indirizzario o volume. Quindi, il sistema imposta la data e l'ora di inizio per l'indirizzario o il volume ottico di backup sull'ora specificata. La definizione indica che tale valore è il valore meno recente specificato nel comando CPYOPT. Considerare il seguente esempio. Soluzioni di memoria 113 Scenario: Data ed ora di inizio Un utente esegue il comando CPYOPT per l'indirizzario /DIR1 specificando il giorno 1 maggio 1999 come data di inizio. Se tutti i file idonei vengono copiati correttamente, il sistema imposta il giorno 1 maggio 1999 come data di inizio completa per l'indirizzario di backup /DIR1. Ora, si supponga che l'utente esegua nuovamente il comando CPYOPT per /DIR1. Questa volta, il sistema imposta il giorno 1 aprile 1999 come data di inizio. Questa richiesta copia i file modificati dopo l'ultima esecuzione del comando CPYOPT. Inoltre, vengono copiati tutti i file creati tra i giorni 1 aprile 1999 ed 1 maggio 1999 non selezionati nella richiesta precedente. Se tutti i file idonei vengono copiati correttamente, la data di inizio per l'indirizzario di backup /DIR1 diventa 1 aprile 1999. Le copie successive che specificano date di inizio precedenti producono risultati simili. Utilizzare *BEGIN e *AVAIL per la data e l'ora di inizio nel comando CPYOPT. In questo modo, vengono copiati tutti i file da un volume o un indirizzario principale, indipendentemente dall'ora di creazione o modifica del file. Completamento dell'intervallo di backup: ora e data di fine: Il comando CPYOPT non consente di specificare una data ed un'ora di fine. Il sistema utilizza sempre la data e l'ora della richiesta di copia come data ed ora di fine. Per questo motivo, il sistema utilizza la data e l'ora della richiesta come data ed ora di fine complete per un volume o un indirizzario di backup. La data e l'ora di fine di un intervallo di backup completo per un indirizzario o volume ottico di backup corrispondono ad una delle condizioni riportate di seguito: v l'ultima volta in cui il comando CPYOPT è stato completato v quando il sistema copia correttamente tutti i file in tale indirizzario o volume v quando la data ed ora di inizio della richiesta non sono successive all'intervallo completo esistente La definizione del campo relativo alla data ed ora di fine è composta da due parti. Innanzitutto, la data indica l'ultima volta in cui il comando CPYOPT è stato completato per l'indirizzario o il volume senza errori. Quindi, la data e l'ora di fine complete non vengono aggiornate se l'intervallo della richiesta non si sovrappone all'intervallo esistente. Ciò è vero anche se tutti i file idonei vengono copiati correttamente. Scenario: Data ed ora di fine Il giorno 1 luglio 1999, l'utente ha eseguito il comando CPYOPT per l'indirizzario /DIR1 che specifica il giorno 1 febbraio 1999 come data di inizio. Se tutti i file idonei vengono copiati correttamente, il sistema imposta il giorno 1 febbraio 1999 come data di inizio completa per l'indirizzario di backup /DIR1. Il sistema imposta la data di fine completa sul giorno 1 luglio 1999. Il sistema esegue un secondo comando CPYOPT per l'indirizzario /DIR1 nel giorno 15 settembre 1999, specificando il giorno 1 giugno 1999 come data di inizio. Se tutti i file idonei vengono copiati correttamente, la data di inizio completa per l'indirizzario di backup /DIR1 resta 1 febbraio 1999. La data di fine completa viene spostata al giorno 15 settembre 1999. Questa è la situazione normale che considera solo la prima parte della definizione precedente. Il giorno 1 dicembre 1999, l'utente esegue nuovamente il comando CPYOPT per l'indirizzario /DIR1. Questa volta viene specificato il giorno 1 ottobre 1999 come data di inizio. Anche se tutti i file idonei vengono copiati correttamente, l'intervallo completo non viene modificato. Non è possibile espandere l'intervallo completo in modo da includere la nuova data di fine. Ciò si verifica perché i file creati o modificati tra i giorni 15 settembre 1999 e 1 ottobre 1999 non vengono presi in considerazione. 114 IBM i: Soluzioni di memoria Completamento dell'intervallo di backup: data ed ora dell'ultima modifica: Quando viene utilizzato il comando CPYOPT, il sistema scrive la data e l'ora dell'ultima modifica di un indirizzario o volume ottico di backup. Sono inclusi tutti i casi in cui il sistema ha eseguito la scrittura di attributi di indirizzario o file nell'indirizzario o volume. La data e l'ora dell'ultima modifica per tale indirizzario o volume indicano sempre la data e l'ora della richiesta. Ciò è valido anche se il sistema scrive un file in un indirizzario di backup. Scenario 1: Data ed ora dell'ultima modifica Il giorno 1 luglio 1999, l'utente esegue il comando CPYOPT per l'indirizzario /DIR1 specificando *BEGIN come data iniziale. Se il sistema copia correttamente tutti i file appropriati, le date sono quelle riportate di seguito: v Il sistema imposta la data iniziale completa per l'indirizzario di backup /DIR1 su *BEGIN. v Il sistema imposta la data di fine completa sul giorno 1 luglio 1999. Se il sistema copia almeno un file in /DIR1 come risultato di tale richiesta, anche la data dell'ultima modifica è 1 luglio 1999. Il sistema non aggiorna necessariamente la data e l'ora dell'ultima modifica come risultato di una copia eseguita correttamente. Se il sistema non scrive alcun file nell'indirizzario di backup, il sistema può aggiornare l'intervallo completo, ma non la data dell'ultima modifica. Scenario 2: Data ed ora dell'ultima modifica In “Scenario 1: Data ed ora dell'ultima modifica”, l'indirizzario di backup /DIR1 ha le seguenti date dopo la richiesta: v Data iniziale: *BEGIN v Data finale: 1 luglio 1999 v Data dell'ultima modifica: 1 luglio 1999 Il giorno 1 ottobre 1999, l'utente esegue nuovamente il comando CPYOPT per l'indirizzario /DIR1. Questa volta, il comando specifica SLTFILE(*CHANGED), in modo da copiare solo i file modificati dopo l'ultima richiesta CPYOPT. Si supponga che a partire dall'ultimo backup eseguito il giorno 1 luglio 1999, non sia stato modificato alcun file. Poiché nessun file è idoneo per la copia, il sistema non scrive alcun file nell'indirizzario di backup /DIR1. Quindi, la data dell'ultima modifica resta 1 luglio 1999. Tuttavia, poiché nessuno dei file idonei ha determinato un errore, l'intervallo completo relativo a /DIR1 si espande, in modo che la data finale sia 1 ottobre 1999. La data e l'ora dell'ultima modifica diventano importanti quando impostate successivamente all'intervallo completo. Ciò si verifica se alcuni file vengono realmente copiati ma altri file idonei non vengono copiati per qualsiasi motivo. Scenario 3: Data ed ora dell'ultima modifica In “Scenario 2 - Data ed ora dell'ultima modifica”, l'indirizzario di backup /DIR1 ha le seguenti date dopo la richiesta: v Data iniziale: *BEGIN v Data finale: 1 ottobre 1999 v Data dell'ultima modifica: 1 luglio 1999 Il giorno 1 dicembre 1999, l'utente esegue nuovamente il comando CPYOPT per l'indirizzario /DIR1. Si supponga che, dopo l'ultima richiesta CPYOPT eseguita il giorno 1 ottobre 1999, 10 file siano stati modificati o aggiunti all'indirizzario principale /DIR1. Si supponga che solo otto file siano stati copiati Soluzioni di memoria 115 correttamente in /DIR1 e che per due dei file idonei si siano verificati degli errori. Poiché il sistema non ha copiato tutti i file idonei, l'intervallo completo non viene modificato e resta con la data iniziale *BEGIN e la data finale 1 ottobre 1999. Tuttavia, poiché l'indirizzario /DIR1 è stato modificato, la data dell'ultima modifica viene aggiornata al giorno 1 dicembre 1999. Poiché la data dell'ultima modifica non è compresa nell'intervallo completo, la copia completa dell'indirizzario /DIR1 dalla data *BEGIN al giorno 1 ottobre 1999 potrebbe non esistere. Una copia più recente in base alla modifica del giorno 1 dicembre 1999 potrebbe aver sostituito uno di tali file. Esempio: copia nel volume di tipo ottico *BACKUP: Questo esempio mostra il sistema che esegue il backup del volume principale VOL01 nel volume di backup BKP-VOL01. In tal modo verranno copiati tutti i file in tutti i sottoindirizzari. Una volta eseguita la scrittura nel volume BKP-VOL01, il sistema utilizzerà il volume in uno dei modi seguenti: v Per ulteriori backup del volume VOL01 v Per la conversione dal volume di backup BKP-VOL nel volume VOL01 *PRIMARY. CPYOPT FROMVOL(VOL01) FROMPATH(/) TOVOL('BKP-VOL01' + *BACKUP) SLTFILE(*ALL) CPYSUBDIR(*YES) Conversione di un volume di tipo ottico *BACKUP: Utilizzare il comando CVTOPTBKU (Conversione backup ottico) per convertire un volume ottico *BACKUP in un volume ottico *PRIMARY. Utilizzare questa funzione quando il volume ottico principale è danneggiato o mancante. La conversione elimina la necessità di copiare tutte le informazioni da un volume ottico di backup in un nuovo volume principale. Dopo che il sistema ha convertito il volume in un volume principale, consentirà tutte le richieste di scrittura nel volume. Dopo che il sistema ha convertito un volume ottico di backup in un volume principale, non è possibile convertirlo nuovamente in un volume ottico di backup. Per convertire i volumi di backup, selezionare l'opzione 6 (Conversione volume di backup ottico) dal pannello Backup/Ripristino ottico o utilizzare il comando CVTOPTBKU. Prima di tentare la conversione, verificare il nome del volume principale di cui questo volume rappresenta un backup. È possibile eseguire tale operazione visualizzando gli attributi del volume ottico di backup. Questa azione può essere eseguita utilizzando il comando DSPOPT (Visualizzazione attributi del volume ottico) o selezionando (Visualizzazione) dal pannello Gestione volumi. È possibile che nel volume ottico di backup esistano indirizzari e file del volume principale eliminato precedentemente. Quindi, quando si converte il volume ottico di backup in un volume principale, potrebbe essere necessario eliminare manualmente gli indirizzari e i file dal volume. Eseguire tale funzione per riflettere accuratamente quali elementi si trovavano nel volume principale. Se non si eliminano indirizzari e file da un volume principale, ciò non costituisce un problema. Prestazioni del comando CPYOPT (Copia supporti ottici): Le prestazioni costituiscono un argomento complesso con molti componenti interdipendenti. Modificando un componente, è possibile influenzarne un altro negativamente. Questa interdipendenza ed altri fattori che influiscono sulle prestazioni impediscono di fornire una formula per calcolare il tempo necessario per copiare un determinato numero di file. È una linea guida di supporto nella stima del tempo richiesto dal comando CPYOPT. 116 IBM i: Soluzioni di memoria Può essere necessario stimare il tempo richiesto per copiare un intero volume ottico quando si utilizza il comando CPYOPT. È possibile iniziare copiando un singolo indirizzario che contiene un numero noto di file di medie dimensioni. Quindi, considerare la differenza tra l'orario di fine e quello di inizio per determinare il tempo trascorso. Dividere il tempo trascorso per il numero di file copiati per dedurre la media di secondi per file. È possibile utilizzare tale numero come base per determinare la quantità di tempo necessaria per copiare l'intero volume di file di medie dimensioni. Per aumentare le prestazioni dell'operazione di copia, utilizzare la serie seguente di linee guida come punto di inizio: v Un numero troppo basso di indirizzari con troppi file può influire sulle prestazioni. Anche un numero troppo elevato di indirizzari con pochi file può influire sulle prestazioni. Provare a tenere il numero di file in un indirizzario su un valore inferiore a 6000 file. v Considerare le prestazioni quando si determina la dimensione del file. v Evitare l'utilizzo di attributi estesi nei file. Quando un file dispone di attributi estesi, vengono memorizzati separatamente dai dati. Quando si copiano i dati, il sistema deve copiare anche gli attributi. È un'operazione simile alla copia di un secondo file per ogni file utente copiato. v Tenere i volumi di origine e destinazione nella stessa libreria. v Evitare di copiare la parte opposta di una cartuccia ottica. v Se i processi di copia possono disporre di un utilizzo dedicato delle unità ottiche, utilizzare il parametro COPYTYPE *IOP nel comando CPYOPT. v Evitare la contesa dell'unità ottica da altri processi ottici. v Dedicare l'utilizzo di due unità ottiche per l'attività di copia. Le seguenti condizioni possono influire gravemente sulle prestazioni dell'operazione di copia: v Disporre di una sola unità. v Copiare da un lato della cartuccia ottica nel lato opposto. v Eseguire altri processi ottici che tentano di utilizzare le unità disponibili. v Un numero elevato di file nel volume di origine. Il processo di rimozione di un volume, memorizzazione in un alloggiamento, richiamo di un nuovo volume e relativo montaggio richiede dagli 8 ai 15 secondi. Provare a eseguire le richieste di copia quando il processo può disporre di un uso dedicato delle unità ottiche. Non provare a copiare un numero elevato di file da un lato all'altro della cartuccia ottica. Le unità ottiche dispongono solo di una testina di lettura/scrittura. Le condizioni seguenti si verificano quando si copia da un lato all'altro di una cartuccia ottica: v Il sistema monta il volume di origine. v Un numero limitato di file da copiare viene letto e memorizzato nella memoria temporanea IBM i. v Il volume di origine viene rimosso e il sistema monta il volume di destinazione girando la cartuccia ottica. v I file sono letti dalla memoria temporanea IBM i e scritti nel volume di destinazione. v Se sono presenti più file da copiare, il sistema rimuove il volume di destinazione e monta il volume di origine nuovamente girando la cartuccia ottica. v Il sistema ripete questo processo finché non vengono copiati di tutti i file. Può essere necessario girare la cartuccia ottica molte volte per copiare tutti i file. Le prestazioni dell'operazione di copia sono sempre migliori quando sia il volume di origine che quello di destinazione si trovano nella stessa libreria e quando si imposta il parametro COPYTYPE per tale unità di controllo della libreria su *IOP. Esistono due condizioni che richiedono un'ulteriore fase di elaborazione. La prima è che i volumi di origine e di destinazione siano in librerie diverse. La seconda implica l'impostazione del parametro COPYTYPE su *SYSTEM e che i volumi siano presenti nella stessa libreria. Questa fase ulteriore richiede lo spostamento dei file che si desidera copiare nella memoria Soluzioni di memoria 117 temporanea sul sistema prima di scriverli nel volume di destinazione. Non è necessario utilizzare la memoria temporanea quando il sistema soddisfa entrambe le condizioni seguenti: v Entrambi i volumi ottici sono nella stessa libreria. v Si imposta il parametro COPYTYPE del comando CPYOPT su *IOP. Ciò consente il trasferimento diretto di dati tra le due unità ottiche. Comandi di salvataggio e ripristino Il comando SAV (Salvataggio) può essere utilizzato per creare un backup di un'immagine volume ottico. L'immagine volume viene ripristinata mediante il comando RST (Ripristino). Un'immagine volume ottico rappresenta una copia dell'intero volume ottico in formato *SAVRST. Mediante il comando SAV, è possibile salvare l'immagine del volume in qualsiasi unità di salvataggio/ripristino supportata, incluse le unità nastro, minidisco, ottiche o il file di salvataggio. In seguito, una volta ripristinata l'immagine volume tramite il comando RST, è necessario ripristinare l'intera immagine su un volume ottico esistente in un'unità autonoma oppure in una libreria di supporti ottici. Un'immagine volume ottico dispone di proprietà univoche che richiedono il salvataggio o il ripristino dell'intera immagine volume in una singola operazione. Una volta eseguito il salvataggio, non è possibile ripristinare i singoli file o indirizzari. Una volta salvata un'immagine volume ottico, è possibile visualizzarla mediante DSPTAP (Visualizzazione nastro), DSPDKT, DSPOPT (Visualizzazione supporti ottici) o DSPSAVF (Visualizzazione file salvataggio), a seconda dell'unità di salvataggio/ripristino utilizzata. Quando viene visualizzata la voce di salvataggio/ripristino del volume, è possibile utilizzare l'opzione 8 per visualizzare il pannello relativo alle informazioni aggiuntive, che include le informazioni specifiche sul supporto come ad esempio le informazioni sul tipo di supporto, sulla capacità del volume, sulla dimensione del settore e sugli attributi di sicurezza. Non è possibile visualizzare i singoli file o indirizzari che compongono l'immagine volume. L'utilizzo del comando SAV generico per il salvataggio dei dati ottici può essere facilmente inserito in una strategia di backup del sistema esistente senza dover richiedere un comando separato, come ad esempio DUPOPT, per eseguire l'operazione di salvataggio. Il comando SAV rappresenta una valida alternativa al comando DUPOPT in quanto consente il salvataggio di un volume da una libreria di supporti ottici composta da un'unità oppure da un'unità autonoma senza dover richiedere l'assegnazione di una seconda unità ottica. Il comando SAV fornisce una possibile soluzione di backup incrementale effettuando un backup periodico dei volumi che non dispongono ancora della capacità in un'unità di salvataggio/ripristino, come ad esempio un nastro. Quando il volume è pieno, è possibile duplicarlo per l'archiviazione ripristinando l'intero volume per creare una copia oppure immettendo il comando DUPOPT per duplicare il volume. Salvando e, quindi, ripristinando un volume ottico, l'immagine crea una copia esatta del volume salvato, incluso il nome del volume. Il comando DUPOPT crea una copia del volume di origine, ma il nome del volume viene modificato. Per salvare e ripristinare un volume ottico, è necessaria la seguente autorizzazione: v L'autorizzazione *USE per l'unità ottica. v L'autorizzazione speciale *SAVSYS o l'autorizzazione *OBJEXIST nell'elenco delle autorizzazioni dei volumi ottici. v Se il formato del supporto è UDF (Universal Disk Format), viene richiesta anche l'autorizzazione *RWX per l'indirizzario root del volume. L'unità verrà bloccata in lettura condivisa (LSRD) quando SAV o RST sono attivi. 118 IBM i: Soluzioni di memoria Record di controllo creati durante una richiesta SAV o RST. OR Oggetto ripristinato RZ Modifica del gruppo principale durante il ripristino. Il valore salvato è diverso dalla destinazione. Il valore nella destinazione non viene modificato. (Solo UDF) RO Modifica del proprietario durante il ripristino. Il valore salvato è diverso dalla destinazione. Il valore nel supporto di destinazione non viene modificato. (Solo UDF) O1 Apertura riuscita per il salvataggio S/R/S (Storage/Read/Save-Memoria/Lettura/Salvataggio). Apertura riuscita per il ripristino S/U/R (Storage/Update/Restore-Memoria/Aggiornamento/ Ripristino). Supporto del comando SAV (Salvataggio): È possibile utilizzare il comando SAV per salvare i volumi formattati HPOFS (High Performance Optical File System) o i volumi UDF (Universal Disk Format). Questa funzione non supporta il backup del supporto formattato ISO 9660. Selezionare un volume o i volumi da salvare. Il comando SAV impedisce il salvataggio implicito di tutte le immagini volume ottico nel file system QOPT quando il parametro OBJ include la voce ’/*’. Il file system QOPT non può essere salvato; tuttavia, è possibile salvare i volumi contenuti nel file system. Se si desidera salvare tutti i volumi nel file system QOPT, è necessario specificare in modo esplicito ’/QOPT/*’ nel parametro OBJ. Se vengono selezionati tutti i volumi, tenere presente che il completamento di questa operazione SAV può richiedere molto tempo a seconda del numero di volumi salvati. Per specificare che si desidera salvare un'immagine volume, specificare il valore *STG nel parametro SUBTREE. Il salvataggio di un'immagine volume ottico in un altro volume ottico è consentito; tuttavia, il volume di destinazione non può essere il lato opposto del volume salvato. Le prestazioni del comando RST sono paragonabili a quelle del comando DUPOPT, anche se dipendono dall'unità di destinazione selezionata. Parametri OBJ Specificare uno o più nomi percorso. Non è possibile estendere il nome percorso oltre il livello del volume. Alcuni esempi di nomi percorso non validi sono ’/QOPT/VOL/*’ o ’/QOPT/VOL/DIR/FILE’. SUBTREE Deve essere *STG durante il salvataggio delle immagini volume ottico. CHGPRIOD I parametri Data inizio, Data fine e Ora fine devono essere tutti *ALL. UPDHST Deve essere *NO. SAVACT Questo parametro viene ignorato quando si tenta di salvare le immagini volume ottico. PRECHK Deve essere *NO. TGTRLS Il valore non può precedere V5R2M0. Soluzioni di memoria 119 Esempi v Salvare tutti i volumi all'interno del file system QOPT in un file di salvataggio. SAV DEV('/qsys.lib/xyz.lib/xzysavfile.file') + OBJ(('/qopt/*')) SUBTREE(*STG) v Salvare tutti i volumi che iniziano con vola e volb in un file di salvataggio. SAV DEV('/qsys.lib/xyz.lib/xzysavfile.file') + OBJ(('qopt/vola*') ('/qopt/volb*')) SUBTREE(*STG) v Salvare un volume vol1 in un'unità nastro. SAV DEV('/qsys.lib/tap01.devd') OBJ(('/qopt/vol1')) SUBTREE(*STG) Supporto per il comando RST (Ripristino): Il comando RST può essere utilizzato per selezionare uno o più volumi da ripristinare. Il protocollo del comando RST richiede che tutti i file system fisici rispettino una serie determinata di regole predefinite sulla gestione del ripristino, in base all'esistenza o meno dell'oggetto sul sistema. Allo scopo di ripristinare un'immagine volume ottico, il supporto di destinazione deve esistere sul sistema, montato in un'unità autonoma o importato in una libreria dei supporti ottici. Inoltre, deve essere accessibile per il nome specificato nel parametro OBJ - Nuovo nome percorso. OBJ - Nuovo nome percorso deve corrispondere al nome del parametro OBJ o essere *SAME. Tale restrizione richiede che i volumi non formattati siano ridenominati prima di elaborare il comando RST. I volumi non formattati possono essere ridenominati mediante l'opzione 7 dal pannello WRKOPTOL, WRKLNK o immettendo il comando generico RNM. Quando viene ridenominato un volume non formattato, il nuovo nome agisce da alias per il volume non formattato. Il nuovo nome non verrà scritto nel supporto e non verrà mantenuto se il volume è rimosso dall'unità. Il nome è solo un identificativo del volume temporaneo utilizzato per fare riferimento a questo volume fino al relativo ripristino. I volumi salvati possono essere ripristinati sia nei volumi non formattati che in quelli formattati. Se si esegue il ripristino in un volume formattato che contiene file e indirizzari attivi, viene visualizzato un messaggio di indagine. Se si procede con il ripristino, tutti i dati nel supporto di destinazione andranno persi. I volumi salvati in formato HPOFS (High Performance Optical File System) possono essere ripristinati nel supporto cancellabile con dimensioni settore corrispondenti e una capacità uguale o superiore a quelli del volume salvato. I volumi salvati in formato UDF (Universal Disk Format) su DVD e supporto cancellabile possono essere ripristinati nei DVD o nel supporto cancellabile, ma la capacità del supporto e la dimensione settore devono essere identici a quelli del volume salvato. I volumi WORM possono essere ripristinati nel supporto cancellabile o WORM purché la capacità del supporto di destinazione sia maggiore o uguale alla capacità del volume salvato e la dimensione settore sia identica a quella del volume salvato. Quando si ripristina in WORM, il volume di destinazione non deve essere formattato. Le prestazioni del comando RST sono paragonabili a quelle del comando DUPOPT, anche se dipendono dall'unità di destinazione selezionata. Parametri Nome OBJ Il nome dell'immagine o immagini del volume ottico da ripristinare da un'unità di salvataggio/ripristino. 120 IBM i: Soluzioni di memoria OBJ - Nuovo nome percorso Specificare un nome percorso singolo o multiplo. Il nome percorso non può essere esteso oltre il livello del volume. Esempi di nomi percorso non validi sono, ’/QOPT/VOL/*’ o ’/QOPT/VOL/DIR/FILE’. Specificare i nomi dei volumi esistenti o *SAME. SUBTREE Deve essere *STG quando si ripristinano le immagini volume ottico. OPTION Deve essere *ALL o *OLD. ALOWOBJDIF Selezionare *OWNER, *PGP, *AUTL, *NONE, *ALL. Il valore selezionato determina quali differenze saranno tollerate tra il volume salvato e il volume di destinazione formattato. Se le modifiche sono consentite, verrà eseguito un tentativo di conservare gli attributi di sicurezza UID, GID e PERMS di un indirizzario root del volume di destinazione UDF. I valori *OWNER e *PGP non sono verificati quando si ripristina in un volume non inizializzato o in un volume HPOFS inizializzato. Esempi v Ripristinare tutti i volumi nel file system QOPT da un file di salvataggio. RST DEV('/qsys.lib/xzylib.lib/xzysavefile.file') OBJ((* *INCLUDE *SAME)) SUBTREE(*STG) v Ripristinare tutti i volumi che iniziano con vola e volb da un file di salvataggio. RST DEV('/qsys.lib/xzylib.lib/xzysavefile.file') + OBJ(('/qopt/vola*' *INCLUDE *same) ('/qopt/volb*' *INCLUDE *same)) SUBTREE(*STG) v Ripristinare un volume, vol1 in vol1. RST DEV('/qsys.lib/tap01.devd') OBJ(('/qopt/vol1' *INCLUDE *same)) SUBTREE(*STG) Nota: OBJ - Nuovo nome percorso deve corrispondere al nome del parametro OBJ o essere *SAME. Tale restrizione richiede che i volumi non formattati siano ridenominati prima di elaborare il comando RST. Gestione delle prestazioni nelle librerie dei supporti ottici Alcuni fattori possono influire sulle prestazioni ottiche sia delle librerie dei supporti ottici collegate direttamente che di quelle collegate via LAN. Montaggio e smontaggio del volume Il montaggio e lo smontaggio del volume sono fattori importanti che influiscono sulle prestazioni ottiche. Sono richiesti da 8 a 15 secondi circa per rimuovere un volume, memorizzarlo in un alloggiamento, richiamare un nuovo volume e montarlo. Se è possibile ridurre il numero di montaggi e smontaggi di volumi richiesti dall'applicazione, le prestazioni ottiche risulteranno migliorate. Contesa dell'unità Le prestazioni possono risultare gravemente influenzate dalla contesa dell'unità. Le seguenti condizioni aumentano la contesa dell'unità e dovrebbero essere evitate: v È disponibile solo un'unità per le librerie delle applicazioni. v Sono in esecuzione molti processi ottici che tentano di utilizzare diversi volumi ottici contemporaneamente. Numero di indirizzari e file Un numero troppo basso di indirizzari con troppi file può influire sulle prestazioni. Gli indirizzari raggruppano le informazioni correlate per fornire un accesso più rapido. Solitamente, si ottengono prestazioni migliori da più indirizzari con un numero inferiore di file. Sebbene non esista un limite Soluzioni di memoria 121 definito per la quantità di file che possono essere presenti in un indirizzario, è preferibile non averne più di 6000 per non influire sulle prestazioni. Dimensione dei file La dimensione di un file ha un effetto diretto sulla quantità di tempo richiesta per scrivere, leggere o copiare il file. In generale, più grande è il file, maggiore è il tempo previsto necessario per l'operazione. Prestazioni di Aggiunta cartuccia ottica Se si specifica *NO per Indice indirizzario ricostr., è possibile migliorare le prestazioni del comando ADDOPTCTG (Aggiunta cartuccia ottica) posticipando la creazione dell'indice indirizzario ottico. Informazioni correlate: Performance considerations Volume, directory, and file considerations Expanding buffer I/O through HFS Considerazioni sulle prestazioni per le librerie dei supporti ottici collegate direttamente Sono riportate le considerazioni sulle prestazioni specifiche per le librerie dei supporti ottici collegate direttamente. Quando un file dispone di attributi estesi, vengono memorizzati separatamente dai dati. Quando i dati sono scritti o copiati, è necessario copiare o scrivere anche gli attributi. Se gli attributi file non sono richiesti, è possibile non eseguire la copia degli attributi tra i file system QOPT e QDLS utilizzando il comando CHGOPTA (Modifica attributi ottici). Impostando il valore CPYATR (Copia attributi) nel comando CHGOPTA su *NO, la copia degli attributi tra i file system QOPT e QDLS non viene eseguita. Espansione Buffer I/E con API HFS: Gli utenti delle API HFS possono migliorare le prestazioni traendo vantaggio dall'opzione di espansione buffer I/E. Le impostazioni di Espansione Buffer I/E consentono il controllo della quantità di dati letti da un supporto ottico quando è necessario leggere solo parti dell'intero file. Informazioni correlate: Expanding buffer I/O through HFS Considerazioni sulle prestazioni per la copia e la duplicazione dei volumi ottici: Esistono varie considerazioni sulle prestazioni che è necessario conoscere quando si copiano e si duplicano i volumi ottici. Le prestazioni dei comandi CPYOPT (Copia supporti ottici) e DUPOPT (Duplicazione unità ottica) sono un argomento complesso con molti componenti interdipendenti. Modificando un componente, è possibile influenzarne un altro negativamente. A causa di questa interdipendenza e altri fattori che influiscono sulle prestazioni di copia e backup, fare riferimento a Backup del volume ottico, per ulteriori informazioni. Concetti correlati: “Comando CPYOPT (Copia supporti ottici)” a pagina 108 Utilizzare il comando CPYOPT (Copia supporti ottici) per copiare i file ottici e gli indirizzari da un volume ottico all'altro. “Utilizzo del comando DUPOPT (Duplicazione unità ottica)” a pagina 106 Il comando DUPOPT (Duplicazione unità ottica) può essere utilizzato per creare un volume ottico duplicato. 122 IBM i: Soluzioni di memoria Temporizzatori di pianificazione di montaggio e smontaggio del volume: Individuare in che modo un sistema gestisce le richieste di lavoro alle unità libreria ottica direttamente collegate. È possibile utilizzare il comando CHGDEVMLB (Modifica descrizione unità) per modificare la logica di accodamento e pianificazione utilizzata da un sistema per le librerie di supporti ottici direttamente collegate. Alle librerie di supporti ottici vengono associati due valori temporizzatore che influenzano la pianificazione del montaggio del volume e degli smontaggi preventivi. È possibile modificare entrambi i valori temporizzatore utilizzando il comando CHGDEVMLB. Il primo valore temporizzatore (UNLOADWAIT) è il tempo di attesa dello scaricamento. Questo valore determina il tempo di attesa del sistema di una nuova richiesta per un volume montato prima di rimuoverlo. Il secondo valore temporizzatore (MAXDEVTIME) è il tempo massimo di attesa dell'unità. Questo valore determina per quanto tempo un volume con le richieste attive rimane in un'unità mentre le altre richieste accodate attendono di utilizzare l'unità. Utilizzando questi due valori temporizzatore, è possibile ottimizzare la pianificazione di montaggio del volume utilizzata dalla libreria di supporti ottici per soddisfare l'utilizzo dei volumi ottici da parte della propria applicazione. È possibile modificare questi valori temporizzatore in qualsiasi momento; tuttavia, i nuovi valori temporizzatore non saranno effettivi fino alla successiva attivazione dell'unità. La priorità del lavoro del sistema e i temporizzatori di limite vengono utilizzati per pianificare il montaggio del volume. Il numero massimo di volumi che è possibile montare è uguale al numero delle unità nella libreria di supporti ottici. Tenere presenti questi punti durante la pianificazione del montaggio del volume: v Un volume può rimanere montato in un'unità ottica per il tempo massimo di attesa dell'unità se si ricevono le richieste di lavoro con la stessa priorità di lavoro o inferiore per un diverso volume. Un'eccezione a questa condizione si ha quando si inizializza un volume riscrivibile oppure quando si utilizza il comando DUPOPT; il volume rimane nell'unità fino al completamento dell'operazione. v Le richieste di lavoro per i volumi montati vengono soddisfatte prima delle richieste della stessa priorità di lavoro o inferiore per i volumi non montati. v Per un ambiente a più lavori, i volumi vengono montati in base alla priorità di lavoro per la richiesta. Una richiesta da un lavoro con una priorità più elevata di lavoro di sistema causa il montaggio del volume richiesto per gestire tale richiesta. Il volume rimane montato per il tempo massimo di attesa dell'unità se le richieste di lavoro continuano, viene smontato dopo l'inattività del tempo di attesa di scaricamento oppure viene sovrascritto da una richiesta proveniente da un lavoro con priorità più elevata. Se si inizializza un volume riscrivibile o si utilizza il comando DUPOPT, il volume rimane montato fino al completamento dell'operazione. v Se il lavoro su un'unità viene interrotto a causa di una richiesta di priorità più elevata, il temporizzatore del tempo massimo di attesa dell'unità per il volume al momento montato viene annullato. Tutte le future richieste per tale volume vengono accodate per una normale elaborazione in base alla priorità. v Se il volume richiesto per una richiesta di lavoro non viene montato entro il supero tempo del sistema (di solito 30 minuti), il lavoro ha esito negativo a causa di un supero tempo. Modifica della priorità di lavoro nei lavori attivi A causa del metodo di gestione del lavoro utilizzato dal supporto ottico IBM i, la modifica delle proprietà di esecuzione di un lavoro ottico attivo al livello dell'utente può comportare la perdita di assegnazione temporale e, a volte, causa il supero tempo dei lavori. Soluzioni di memoria 123 Gestione della sicurezza ottica e controllo È possibile proteggere le informazioni relative al supporto ottico mediante le funzioni di sicurezza IBM i. Il livello di sicurezza disponibile dipende dal formato del supporto ottico del volume. È possibile utilizzare un elenco autorizzazioni per proteggere tutti i volumi ottici. Ciò include tutti i volumi nelle unità CD-ROM, DVD, collegate via LAN, collegate direttamente e le unità ottiche virtuali. I volumi UDF (Universal Disk Format) forniscono la sicurezza a livello di file e di indirizzario oltre alla sicurezza dell'elenco autorizzazioni. Il supporto ottico fornisce i modi per impedire l'accesso non autorizzato e l'elaborazione di dati memorizzati sui volumi ottici. Il supporto ottico esegue tale operazione verificando i diritti del richiedente per i volumi ottici specifici prima di tentare le richieste seguenti: v Aprire un file o indirizzario v Creare un indirizzario v Eliminare un file o indirizzario v Ridenominare un file v Inizializzare o ridenominare un volume v v v v v v Rimuovere una cartuccia Modificare o richiamare gli attributi Copiare Eseguire il backup o convertire il backup Salvare o rilasciare i file congelati Leggere i settori v Salvare la memoria volume ottico v Ripristinare la memoria volume ottico v Ricercare i file danneggiati sul volume ottico È disponibile anche il controllo accessi agli oggetti ottici insieme alla sicurezza di volumi ottici, indirizzari e file. Concetti correlati: “Sicurezza file e indirizzari” a pagina 86 Non è disponibile alcuna sicurezza a livello di file o di indirizzario per i volumi UDF (Universal Disk Format). Il sistema gestisce le autorizzazioni ai dati dei file e degli indirizzari ottici e i file per tre gruppi di utenti: proprietario, gruppo e pubblico. La sicurezza a livello di volume è disponibile anche mediante elenchi di autorizzazione. Utilizzo delle autorizzazioni per le funzioni ottiche Per eseguire determinate funzioni ottiche sono necessarie autorizzazioni specifiche. Fare riferimento alle descrizioni per determinare il livello di autorizzazione necessario. È necessario disporre dell'autorizzazione *USE a un volume ottico per utilizzare le seguenti funzioni ottiche: v Apertura file per la lettura v Apertura dell'indirizzario v Richiamo degli attributi file o indirizzario v Lettura del settore v Elenco dei percorsi o dei file v Ricerca di file danneggiati nel volume ottico È necessario disporre dell'autorizzazione *CHANGE a un volume ottico per utilizzare le seguenti funzioni ottiche: v Apertura per scrittura o lettura e scrittura 124 IBM i: Soluzioni di memoria v v v v Creazione o cancellazione indirizzario Creazione, cancellazione o ridenominazione file Modifica degli attributi file o indirizzario Salvataggio o rilascio file ottico congelato È necessario disporre dell'autorizzazione *ALL a un volume ottico per utilizzare le seguenti funzioni ottiche: v v v v Inizializzazione volume (richiede *CHANGE per il supporto DVD-RAM) Ridenominazione volume (richiede *CHANGE per il supporto DVD-RAM) Conversione di un volume di backup in uno principale Duplicazione volume (richiede *CHANGE per il supporto DVD-RAM) È necessario disporre dell'autorizzazione *USE al volume ottico di origine e dell'autorizzazione *CHANGE al volume ottico di destinazione per utilizzare le seguenti funzioni ottiche: v Copia file v Copia indirizzario È necessario disporre dell'autorizzazione *CHANGE al volume ottico di origine e dell'autorizzazione *CHANGE al volume ottico di destinazione per utilizzare la funzione di spostamento file: È necessario disporre dell'autorizzazione *AUTLMGT a un volume ottico per utilizzare le seguenti funzioni ottiche: v Modifica dell'elenco di autorizzazioni utilizzato per proteggere il volume v Aggiunta della cartuccia ottica (se si sovrascrive un elenco di autorizzazioni esistente) È necessario disporre dell'autorizzazione *OBJEXIST al volume di origine per utilizzare la funzione ottica di salvataggio del volume ottico. È necessario disporre dell'autorizzazione *OBJEXIST al volume di destinazione per utilizzare la funzione di ripristino del volume ottico. Nota: tutti i programmi vengono forniti con l'autorizzazione PUBLIC(*EXCLUDE) e la maggior parte dei comandi viene fornita con l'autorizzazione PUBLIC(*USE). I seguenti comandi vengono forniti con l'autorizzazione PUBLIC(*EXCLUDE). v v v v v v ADDOPTCTG (Aggiunta cartuccia ottica) RMVOPTCTG (Rimozione cartuccia ottica) ADDOPTSVR (Aggiunta server ottico) RMVOPTSVR (Rimozione server ottico) RCLOPT (Riacquisizione supporti ottici) CHGOPTA (Modifica attributi ottici) Specifica di un elenco di autorizzazioni Proteggere i volumi con un elenco di autorizzazioni durante il processo di importazione. Il parametro AUTL (elenco autorizzazioni) sul comando ADDOPTCTG (Aggiunta cartuccia ottica) consente ai volumi da importare in una libreria di supporti ottici di essere automaticamente protetti con un elenco di autorizzazioni come parte dell'elaborazione dell'importazione. Se non viene specificato alcun elenco di autorizzazioni per un nuovo volume ottico (uno non rimosso con l'opzione VOLOPT(*KEEP)), per proteggere il volume viene utilizzato l'elenco autorizzazione ottica predefinita (QOPTSEC). Se il volume è stato rimosso con l'opzione VOLOPT(*KEEP), per proteggere il volume viene utilizzato l'elenco di autorizzazioni che precedentemente proteggeva il volume. Soluzioni di memoria 125 L'utente che aggiunge la cartuccia ottica non deve disporre di alcuna autorizzazione per i dati sul volume protetto dall'elenco di autorizzazioni, fino a quando l'utente non sovrascrive l'elenco di autorizzazioni che precedentemente proteggeva un volume che è stato rimosso con l'opzione VOLOPT(*KEEP). Questo metodo è diverso dal modo in cui gli elenchi di autorizzazioni vengono utilizzati per proteggere gli oggetti di sistema. Ad esempio, un operatore del sistema dovrebbe essere in grado di aggiungere il disco ottico PAYROLL alla libreria di supporti ottici e di proteggerlo con l'elenco di autorizzazioni PAYROLL, ma non dovrebbe poter accedere ai dati sul disco ottico PAYROLL. Per modificare l'elenco di autorizzazioni utilizzato per proteggere un volume ottico precedentemente rimosso con l'opzione VOLOPT(*KEEP), l'utente che emette il comando ADDOPTCTG deve disporre dell'autorizzazione *AUTLMGT all'elenco di autorizzazioni che precedentemente proteggeva il volume o dell'autorizzazione speciale *ALLOBJ. Utilizzo dell'assegnazione dell'elenco di autorizzazioni e del comando ADDOPTSRV (Aggiunta server ottico) Il comando ADDOPTSRV (Aggiunta server ottico) protegge tutti i volumi presenti nel sistema con l'elenco di autorizzazioni ottiche predefinito (QOPTSEC). Viene utilizzato l'elenco autorizzazione ottica predefinita a meno che un volume non sia stato precedentemente protetto con un diverso elenco di autorizzazioni e in seguito rimosso mediante l'opzione VOLOPT(*KEEP) sul comando RMVOPTSVR (Rimozione server ottico). Modifica dell'elenco autorizzazioni per proteggere un volume ottico È possibile modificare l'elenco autorizzazioni utilizzato per proteggere un volume ottico in un'unità CD-ROM o una libreria di supporti ottici. È possibile modificare l'elenco autorizzazioni per un volume ottico utilizzando il comando CHGOPTVOL (Modifica volume ottico). L'utente che prova a modificare l'elenco autorizzazioni utilizzato per proteggere un volume ottico deve disporre dell'autorizzazione *AUTLMGT nell'elenco autorizzazioni che attualmente protegge il volume oppure dell'autorizzazione speciale *ALLOBJ. Se viene specificato il valore *NONE come nome dell'elenco autorizzazioni, l'elaborazione della verifica degli accessi per il volume viene ignorata nelle successive richieste di accesso al volume. Se il nuovo elenco autorizzazioni non esiste, il comando CHGOPTVOL viene rifiutato e viene visualizzato un messaggio che indica che il nuovo elenco autorizzazioni non esiste. Ogni volta che l'elenco autorizzazioni utilizzato per proteggere un volume viene modificato con un elenco autorizzazioni differente oppure viene utilizzato il valore *NONE, viene registrata una voce di controllo se è attiva la funzione di controllo ottico. Conservazione dell'elenco autorizzazioni quando vengono rimossi i volumi ottici La relazione tra un volume ottico e un elenco autorizzazioni è gestita nel database dell'indice ottico. Tale relazione viene persa quando un volume è esportato con l'opzione *REMOVE in quanto il record è eliminato. Se è specificata l'opzione *KEEP quando un volume è rimosso, il record viene conservato. Specificando *PREV nel comando ADDOPTCTG (Aggiunta cartuccia ottica), l'elenco autorizzazioni che proteggeva il volume ottico prima che fosse rimosso con l'opzione *KEEP, viene utilizzato per proteggere il volume quando viene aggiunto nuovamente. La relazione tra un volume CD-ROM e l'elenco autorizzazioni di protezione viene persa quando il CD-ROM è rimosso dall'unità. Corrispondenza dell'elenco autorizzazioni con un volume ottico Il nome dell'elenco autorizzazioni utilizzato per proteggere un volume ottico è conservato in un file di database dell'indice ottico. Se un elenco autorizzazioni utilizzato per proteggere un volume ottico non viene trovato quando si tenta di accedere al volume, l'accesso è negato e viene emesso un messaggio che indica che l'elenco autorizzazioni per il volume non può essere individuato. Se è specificato *NONE come elenco 126 IBM i: Soluzioni di memoria autorizzazioni utilizzato per proteggere un volume ottico, non viene eseguita alcuna verifica di accesso. È possibile determinare l'elenco autorizzazioni che protegge un volume ottico mediante il comando WRKOPTVOL (Gestione volumi ottici). Gestione della sicurezza a livello di file e di indirizzario La sicurezza a livello di file e di indirizzario è disponibile per i volumi UDF (Universal Disk Format). Il sistema gestisce le autorizzazioni ai dati dei file e degli indirizzari ottici e i file per tre gruppi di utenti: proprietario, gruppo e pubblico. È possibile visualizzare, modificare e gestire tali autorizzazioni mediante i comandi di autorizzazione IFS (Integrated File System) DSPAUT (Visualizzazione autorizzazione), CHGAUT (Modifica autorizzazione) e WRKAUT (Gestione autorizzazione). Per modificare il gruppo principale e il proprietario per i file e gli indirizzari, utilizzare i comandi IFS (Integrated File System) CHGOWN (Modifica proprietario) e CHGPGP (Modifica gruppo principale). È possibile, inoltre, accedere a tali comandi mediante il pannello Gestione volumi ottici selezionando l'opzione 11 (Gestione collegamenti oggetto) sul volume selezionato. Concetti correlati: “Formati del supporto ottico” a pagina 80 Esistono vari tipi e formati di supporti ottici utilizzati per il sistema operativo IBM i. Controllo ottico È possibile controllare molte operazioni ottiche. Per abilitare il controllo ottico, il valore di sistema QAUDCTL deve essere impostato su *AUDLVL e *OPTICAL deve essere specificato nel valore di sistema QAUDLVL. Utilizzare il valore *SEC nel parametro SYSVAL del comando WRKSYSVAL (Gestione valori di sistema) per modificare tali valori di sistema. Per modificare tali valori, è necessaria l'autorizzazione speciale *AUDIT. È v v v v possibile controllare le seguenti operazioni ottiche: Creazione, copia o eliminazione di un indirizzario Apertura di file, inclusa la modalità di accesso (sola lettura, sola scrittura, lettura e scrittura) Copia, spostamento, ridenominazione o eliminazione di file Modifica o richiamo degli attributi dell'indirizzario v v v v v v v Opzioni Control file system (salvataggio o rilascio di file congelati, lettura settore) Apertura di un indirizzario Backup dei volumi ottici Inizializzazione o ridenominazione di un volume ottico Conversione di un volume ottico di backup in uno principale Aggiunta o rimozione di una cartuccia ottica Modifica elenco autorizzazioni utilizzato, protezione di un volume ottico v Salvataggio di un volume ottico v Ripristino di un volume ottico v Ricerca di file danneggiati nel volume ottico Riferimenti correlati: Riferimento alla sicurezza Riacquisizione del database dell'indice ottico Un indice a livello di sistema, definito database dell'indice ottico, tiene traccia di tutti i volumi ottici e gli indirizzari riconosciuti dal sistema. Soluzioni di memoria 127 Il database dell'indice ottico include i file fisici di indice del volume ottico (QAMOVAR) e dell'indice dell'indirizzario ottico (QAMOPVR). È possibile utilizzare il comando RCLOPT (Riacquisizione supporti ottici) per ricreare il database dell'indice ottico in caso di danneggiamento o eliminazione o qualora i volumi noti per essere presenti in una libreria dei supporti ottici, unità CD-ROM o DVD, sono segnalati come non trovati. Per eseguire il comando RCLOPT, selezionare l'opzione 2 (Riacquisizione indice ottico) nel pannello Backup/Ripristino ottico o immettere il comando RCLOPT. In entrambi i casi viene visualizzato il pannello RCLOPT (Riacquisizione supporti ottici). Nota: il comando RCLOPT (fornito con un'autorizzazione pubblica *EXCLUDE) si applica alle librerie dei supporti ottici collegate direttamente, e alle unità ottiche DVD e CD-ROM. Non è possibile immettere il comando RCLOPT per le librerie dei supporti ottici collegate via LAN. Per ricreare un database dell'indice ottico per le librerie dei supporti ottici collegate via LAN, utilizzare il comando ADDOPTSVR (Aggiunta server ottico). Riacquisizione dell'indice ottico per un'unità ottica autonoma Il database dell'indice ottico ricrea le voci per le unità CD-ROM e DVD ogni volta che l'unità viene attivata con il supporto nell'unità. Il modo più facile per riacquisire un indice ottico per un'unità ottica autonoma è di disattivare la descrizione dell'unità e, quindi, riattivarla mediante il comando VRYCFG (Variazione stato della configurazione). L'espulsione e il reinserimento del supporto hanno lo stesso effetto. È possibile immettere il comando RCLOPT (Ripristino supporti ottici) per le unità ottiche autonome. Riacquisizione dei tipi È possibile selezionare tre tipi: *SYNC, *UPDATE e *RESET. Ogni tipo di riacquisizione successivo descritto in questi argomenti viene illustrato più dettagliatamente e richiede più tempo per l'esecuzione. I tipi di riacquisizione *UPDATE e *RESET consentono di riacquisire facoltativamente l'indice dell'indirizzario ottico. Il tipo di problema relativo all'indice che si è verificato determina quale opzione di riacquisizione eseguire. Concetti correlati: “Scelta del tipo di riacquisizione da utilizzare” a pagina 131 Determinare il tipo di riacquisizione da utilizzare e quando utilizzare le diverse opzioni. Sincronizzazione dell'indice del volume con l'indice libreria interno (*SYNC): L'opzione di sincronizzazione verifica che le voci presenti nel database dell'indice ottico siano presenti anche nell'indice libreria interno. Le voci presenti in entrambi gli indici non vengono modificate. Solo i volumi ottici che sono presenti nell'indice libreria interno, ma non nel database dell'indice ottico, vengono montati in un'unità ottica. Se una voce si trova nell'indice libreria interno, ma non nell'indice del volume ottico, viene creata una voce per il volume nell'indice del volume ottico. Viene emesso il messaggio OPT2105 Voce di indice ottico creata per il volume &2; che indica la creazione di un indice del volume ottico per il volume. Se il volume viene inizializzato, vengono create anche le voci dell'indice dell'indirizzario ottico per ciascun indirizzario nel volume. Se una voce è presente nell'indice del volume ottico, ma non nell'indice libreria interno, viene emesso il messaggio OPT2115 Volume ottico &1; contrassegnato con *REMOVED. Ciò indica che lo stato del volume, per tale volume, è stato modificato in *REMOVED. Aggiornamento dell'indice del volume da un volume ottico (*UPDATE): L'opzione di aggiornamento ricrea le voci dell'indice del volume ottico per tutti i volumi in una libreria di supporti o in uno specifico volume leggendo i dati del volume dal supporto. Inoltre, è facoltativamente possibile ricreare l'indice dell'indirizzario ottico utilizzando il parametro DIR. Se viene specificato *ALL nel campo dell'identificativo del volume, l'indice del volume ottico viene 128 IBM i: Soluzioni di memoria recuperato per tutti i volumi nella libreria di supporti ottici. Se viene inserito un nome volume specifico nel campo dell'identificativo del volume, l'indice del volume ottico viene recuperato solo per tale volume. L'indice del volume ottico viene aggiornato solo per i volumi e le librerie selezionati. Le informazioni sull'indice per gli altri volumi e le altre librerie non vengono modificate. Ciascun volume ottico il cui indice viene recuperato verrà montato in un'unità ottica. Se vengono specificati tutti i volumi in una libreria di supporti ottici e una voce si trova nell'indice libreria interno, ma non nell'indice del volume ottico, viene creata una voce per il volume nell'indice del volume ottico e viene emesso il messaggio OPT2105. Se il volume viene inizializzato, vengono create anche le voci dell'indice dell'indirizzario ottico per ciascun indirizzario nel volume. Se una voce è presente nell'indice del volume ottico, ma non nell'indice libreria interno, viene emesso il messaggio OPT2115. Questo messaggio indica che lo stato del volume, per tale volume, è stato modificato in *REMOVED. Reimpostazione dell'indice libreria interno e riacquisizione dell'indice del volume (*RESET): L'opzione di reimpostazione esegue, fondamentalmente, la stessa elaborazione dell'opzione di aggiornamento, con l'eccezione che l'indice libreria interno è riacquisito prima che sia riacquisito l'indice del volume ottico. È possibile richiedere che l'indice libreria interno e il database dell'indice ottico siano ricreati o aggiornati per una libreria dei supporti ottici specifica o per tutte le librerie dei supporti ottici. L'indice del volume ottico è aggiornato solo per le librerie selezionate. Le informazioni di indice per le altre librerie non sono modificate. Specificando l'opzione *RESET viene sempre riacquisito l'indice dell'indirizzario ottico. Ogni cartuccia nella libreria dei supporti ottici deve essere montata almeno una volta per poter utilizzare l'opzione *RESET. Il sistema esegue tale operazione per verificare che l'indice libreria interno sia corretto. Se una voce è presente nell'indice libreria interno ma non nell'indice del volume ottico, il sistema monta e legge di nuovo il volume. Il sistema crea una voce per il volume nell'indice del volume ottico ed emette il messaggio OPT2105. Se una voce è presente nell'indice del volume ottico ma non nell'indice libreria interno, il sistema emette un messaggio OPT2115. Tale messaggio indica che il volume non è stato individuato dopo la ricreazione dell'indice libreria interno e che lo stato di tale volume è stato modificato in *REMOVED. Utilizzo dell'opzione di riacquisizione dell'indice dell'indirizzario ottico L'opzione di reimpostazione consente di riacquisire il file (QAMOPVR) indice dell'indirizzario ottico. I valori seguenti sono disponibili per il parametro DIR: v *YES indica che l'indice dell'indirizzario ottico è riacquisito per ogni volume nella libreria specificata. v *NO indica che il sistema non riacquisisce l'indice dell'indirizzario ottico per il volume. Il tipo *RESET richiede l'utilizzo esclusivo di tutte le librerie che vengono riacquisite. Inoltre, quando si utilizza il tipo *RESET, non viene utilizzato il campo Identificativo volume. Tempo richiesto per completare la riacquisizione dell'indice ottico: Quando vengono selezionati *RESET e VOLUME(*ALL) o *UPDATE e VOLUME(*ALL), è possibile che il completamento del comando RCLOPT (Riacquisizione supporti ottici) richieda diverse ore. Tale tempo è necessario poiché ogni volume nella libreria di supporti ottici specificato deve essere montato e quindi letto. I database richiesti vengono quindi aggiornati prima di montare il volume successivo. I seguenti fattori influenzano la durata di completamento del comando: v Il numero di librerie da riacquisire Soluzioni di memoria 129 v Il numero di volumi in ciascuna libreria v Il tipo di riacquisizione richiesta v Il numero di indirizzari su ciascun volume Una volta avviato un comando di riacquisizione, non deve essere annullato prima del completamento. Se un comando di riacquisizione viene annullato prima del completamento, potrebbe essere necessario eseguire nuovamente il comando RCLOPT prima di poter utilizzare la libreria di supporti ottici. Informazioni sull'indice ottico Le informazioni sull'indice ottico relative ai volumi presenti in una particolare libreria dei supporti ottici e agli indirizzari presenti in ogni volume sono conservate a livelli diversi nel sistema. I file di indice ottico sono utilizzati per potenziare le prestazioni eliminando la necessità di accedere alla libreria dei supporti ottici o al supporto fisico ogni volta che l'ubicazione di un volume o un indirizzario è necessaria. Errori, aggiornamenti del sistema e lo spostamento fisico delle unità libreria ottica da un sistema all'altro possono fare in modo che tali file di indice non siano sincronizzati con il contenuto reale di un particolare volume o libreria dei supporti ottici. Quando ciò si verifica, sono inviati dei messaggi che indicano che l'indice ottico deve essere riacquisito, come OPT1245, OPT1825 o OPT1330. Tali messaggi indicano all'utente di eseguire il comando RCLOPT (Riacquisizione supporti ottici). I seguenti argomenti descrivono i file di indice ottico conservati in livelli diversi del sistema. La comprensione dei diversi indici ottici è utile quando si decide quale tipo di riacquisizione dell'indice ottico eseguire. File di database dell'indice ottico: Gli indici ottici risiedono nei file fisici QAMOVAR e QAMOPVR. Il file QAMOVAR è l'indice del volume ottico. Contiene le informazioni su tutti i volumi ottici noti al sistema. Ciò include i volumi precedentemente rimossi dalla libreria dei supporti ottici con l'opzione di descrizione del volume *KEEP. Il file QAMOPVR è l'indice dell'indirizzario ottico. Contiene le informazioni relative agli indirizzari sui volumi nelle librerie dei supporti ottici collegate direttamente o nelle unità DVD. Ciò include i volumi precedentemente rimossi dalle librerie collegate direttamente con l'opzione di descrizione del volume *KEEP. Le informazioni per i volumi che sono *OFFLINE o *REMOVED sono conservate dall'esecuzione dell'operazione di riacquisizione dei supporti ottici, ma non è possibile ricrearle o verificarle in quanto i volumi fisici non sono più accessibili. Se il database dell'indice ottico viene eliminato, le informazioni sui volumi *REMOVED possono essere ripristinate aggiungendo la cartuccia che contiene i volumi ad una libreria dei supporti ottici mediante il comando ADDOPTCTG (Aggiunta cartuccia ottica). Indice libreria interno: Ogni libreria di supporti ottici detiene un indice libreria interno di ogni volume che contiene. L'indice libreria interno per ogni libreria di supporti ottici è controllato da LIC (Licensed Internal Code). Le informazioni in questo indice, generalmente, non sono accessibili agli utenti o ai programmi applicativi. Tuttavia, è necessario che tale indice sia sincronizzato con il database dell'indice ottico. Questo indice viene ricreato quando si specifica il tipo di ricostruzione *RESET. Per selezionare la libreria di supporti ottici o le librerie che richiedono la ricostruzione, immettere il nome della libreria di supporti ottici nel campo relativo nel pannello RCLOPT (Riacquisizione supporti ottici). Il nome immesso deve corrispondere ad una libreria di supporti ottici attualmente configurata sul sistema. Per acquisire più di una libreria di supporti ottici, immettere comandi RCLOPT separati per ogni unità anziché utilizzare MLB(*ALL). L'utilizzo in modo sequenziale del comando MLB(*ALL) acquisisce tutte le 130 IBM i: Soluzioni di memoria librerie di supporti ottici una alla volta. L'immissione di comandi RCLOPT separati consente l'esecuzione delle operazioni di acquisizione in parallelo, vale a dire un'esecuzione più veloce. Scelta del tipo di riacquisizione da utilizzare Determinare il tipo di riacquisizione da utilizzare e quando utilizzare le diverse opzioni. La maggior parte dei messaggi di errore del supporto ottico che indicano di eseguire il comando RCLOPT (Riacquisizione supporto ottico) specifica il tipo di ricostruzione da utilizzare per ripristinare il sistema dopo l'errore. Tuttavia, in alcuni casi, è possibile che si desideri riacquisire l'indice ottico anche se non è stato visualizzato alcun messaggio di errore. In questo caso, è necessario determinare il tipo di riacquisizione da eseguire. Se non si è certi del tipo di riacquisizione da utilizzare, eseguire il comando RCLOPT con l'opzione *SYNC e provare nuovamente la richiesta che ha avuto esito negativo. Se la richiesta ha ancora esito negativo, eseguire il comando RCLOPT con l'opzione *RESET. *SYNC Utilizzare questa opzione quando vengono visualizzati messaggi che indicano che non è possibile trovare un volume (OPT1331 oppure OPT1330 - codice di errore 2) o che un volume è stato rimosso (OPT1460), mentre invece il volume è presente nella libreria dei supporti ottici. Utilizzare questa opzione dopo l'aggiornamento ad un nuovo release di IBM i oppure quando un'unità libreria ottica collegata direttamente viene spostata da un sistema ad un altro. *UPDATE Utilizzare prima questa opzione se viene visualizzato un messaggio che indica che le tabelle ottiche non sono corrette (OPT1825). È possibile utilizzare questa opzione nel caso in cui un particolare volume non visualizzi tutti gli indirizzari quando viene utilizzato il comando WRKOPTDIR (Gestione indirizzari ottici). *RESET Utilizzare questa opzione quando viene visualizzato il messaggio OPT1330 con codice errore 01. Se non indicato diversamente in un messaggio ottico, utilizzare questa opzione come ultima risorsa. Generalmente, per essere completata, questa opzione richiede più tempo rispetto alle due opzioni precedenti, ma garantisce che il database dell'indice ottico e l'indice della libreria interna siano corretti. Specificare DIR(*NO) a meno che non sia necessario creare l'indice dell'indirizzario ottico. Le uniche operazioni che richiedono l'indice dell'indirizzario sono WRKOPTDIR (Gestione indirizzari ottici) e DSPOPT (Visualizzazione supporti ottici) quando viene utilizzato DATA(*DIRATR). Se si specifica DIR(*NO), l'indice dell'indirizzario viene ricostruito su richiesta quando viene utilizzata una di tali funzioni. Ripristino dei file ottici congelati Un file ottico congelato è un file ottico che non può essere chiuso normalmente. Il file contiene dati memorizzati in buffer che non possono essere scritti nel disco ottico. Se la gestione del file aperto è ancora valida, il file è ancora aperto; diversamente, è considerato chiuso. I file ottici congelati sono creati solo per il formato del supporto *HPOFS quando il campo di attributo File congelato CHGOPTA (Modifica attributi ottici) è impostato su *YES. I file ottici congelati non sono creati per il formato del supporto *UDF o quando il campo di attributo File congelato per il comando CHGOPTA è impostato su *NO. Concetti correlati: “Modifica dei parametri dell'ambiente ottico” a pagina 104 È possibile utilizzare il comando CHGOPTA (Modifica attributi ottici) per modificare parametri di configurazione ottici specifici che influiscono su tutti i lavori che utilizzano il file system ottico. Procedure di utilizzo dei file ottici Un'applicazione può manipolare i dati dei file ottici utilizzando le API di tipo UNIX o l'HFS (hierarchical file system). Soluzioni di memoria 131 Un'applicazione apre un file, esegue operazioni e infine lo chiude. Quando un'applicazione modifica i dati del file o gli attributi, il file system ottico memorizza tali modifiche in un oggetto di sistema temporaneo nella memoria IBM i. Il file system ottico non aggiorna il disco ottico fino a quando l'applicazione non chiude il file. Quando due o più applicazioni modificano contemporaneamente i dati del file o gli attributi, il file system ottico aggiorna il disco ottico quando l'ultima applicazione di aggiornamento chiude il file. L'applicazione può forzare i dati del file e dell'attributo in un disco ottico emettendo l'API Forzatura dei dati memorizzati in buffer HFS o le funzioni di tipo UNIX fsync(). L'esecuzione di questo processo comporta i seguenti vantaggi: v Simulazione dell'accesso di lettura e scrittura ai file ottici v Blocco e condivisione dei file v Blocco e condivisione dei byte v Elaborazione casuale dei dati dei file ottici v Scrittura dei buffer di dati di lunghezza variabile nel file ottico v Riduzione delle operazioni di lettura e scrittura sul disco ottico Informazioni correlate: Application programming interfaces (APIs) File ottici congelati: Se il file system ottico non riesce ad aggiornare il disco ottico durante una funzione di chiusura, l'operazione ha esito negativo e il file è contrassegnato come congelato. Il file system ottico potrebbe ancora considerare il file come aperto. In tal caso, il file system ottico consente ad ogni applicazione che già dispone di un file aperto di continuare ad eseguire le operazioni. In ogni caso, nessuna nuova applicazione può aprire un file congelato. Se il sistema può correggere la condizione che ha provocato l'errore e il file è ancora aperto, l'applicazione può tentare di chiudere il file di nuovo. Se la funzione di chiusura viene eseguita correttamente, il sistema non congela più il file. Note: 1. Se un'applicazione HFS ha specificato un tipo di apertura normale, non può più accedere al file attraverso l'API HFS. Consultare le informazioni della guida in linea relative ai tipi di apertura che riguardano il comando Apertura file di flusso. 2. Il sistema non crea file congelati quando la chiusura dei file ha esito negativo sul supporto UDF (Universal Disk Format). Riferimenti correlati: Application programming interfaces (APIs) Ripristino di un file ottico congelato: Consultare le istruzioni fornite per il ripristino di un file ottico congelato. Se un'operazione di chiusura ha esito negativo per un file ottico aperto e il file viene congelato, il file congelato può essere gestito in uno o entrambi i modi riportati di seguito: v È possibile tentare una richiesta di salvataggio. v È possibile rilasciare il file per consentire che venga riaperto. Tuttavia, se la causa dell'errore di chiusura è stata corretta, è possibile ora chiudere il file, senza prima salvarlo o rilasciarlo. In questa situazione, il file viene salvato e rilasciato automaticamente e lo stato congelato è revocato. Dopo avere rilasciato un file congelato, è possibile chiuderlo se la gestione del file aperto è ancora valida. 132 IBM i: Soluzioni di memoria Prima di salvare o di rilasciare un file ottico congelato, è possibile visualizzare tutte le istanze aperte relative selezionando Visual. informazioni sull'utilizzo dal pannello WRKHLDOPTF (Gestione file ottici congelati). È una fase importante per la determinazione delle azioni appropriate per il file. Ad esempio, prima di decidere di non salvare la versione più recente di un file, è utile conoscere se altre applicazioni stanno eseguendo aggiornamenti simultanei allo stesso file. È necessario eseguire il rollback degli aggiornamenti per tutti gli utenti se il file è stato solo rilasciato e non è stato eseguito nessun altro aggiornamento prima della chiusura del file da parte dell'ultima applicazione di aggiornamento. Salvataggio di un file ottico congelato: Il salvataggio di un file ottico congelato scrive fisicamente i dati e gli attributi file nel disco ottico. È possibile scegliere se salvare nel volume, indirizzario e nome file originale specificato all'apertura o in un nuovo percorso file ottico. In certe situazioni, è possibile salvare il file nella destinazione di memoria originale. Ad esempio, se il file è stato aperto con un tipo di apertura normale, il file ora è inaccessibile mediante l'API HFS e, quindi, la gestione del file aperto non è più valida. Tuttavia, la condizione che ha provocato il congelamento del file potrebbe essere stata corretta, fornendo la possibilità di salvare i dati specificando i file congelati come destinazione. Se l'applicazione specifica un percorso file diverso come destinazione, il file non deve essere già esistente. Se necessario, è possibile eliminare tale file prima di tentare di salvarlo in tale volume, indirizzario e nome file. Dopo averlo salvato, un file ottico congelato deve essere rilasciato per consentire al file di essere utilizzato da applicazioni future. Rilascio di un file ottico congelato: Un file congelato può essere rilasciato solo se, al momento, non è imposto alcun blocco sul file da altri lavori attivi. Il rilascio di un file ottico congelato elimina lo stato congelato e consente a nuove applicazioni di aprire il file. Dispensa anche il file system ottico dall'obbligo di aggiornare il disco ottico, a meno che un'applicazione non esegua ulteriori aggiornamenti al file. Una volta rilasciato il file, è possibile chiuderlo se il processo dell'utente è ancora attivo. Se una o più applicazioni continuano a modificare un file dopo il relativo rilascio, il file system ottico tenta di aggiornare il disco ottico quando l'ultima applicazione di aggiornamento chiude il file. Tuttavia, se la causa dell'errore di chiusura non è stata corretta, è possibile che il file torni nuovamente allo stato congelato. È possibile rilasciare un file congelato dopo un'operazione di salvataggio o senza alcuna operazione di salvataggio. Se non è possibile eseguire correttamente un'operazione di salvataggio, è possibile rilasciare il file per confermare che non è possibile scrivere i dati sul disco e che questo risultato viene accettato senza eseguire ulteriori azioni ad eccezione della chiusura del file. Se non si rilascia il file ottico congelato, lo stato rimane congelato anche se il processo termina, a meno che un'operazione di chiusura automatica non riesca a salvare correttamente il file in quel momento. Per i file congelati, ciò può verificarsi solo se il tipo apertura è permanente e se la causa dell'errore di chiusura precedente è stata risolta. Implementazione delle funzioni del file ottico congelato: Prima di decidere se salvare o rilasciare un file ottico congelato, se si desidera, è possibile visualizzare le informazioni che possono influenzare tale decisione. Soluzioni di memoria 133 Il pannello Gestione file ottici congelati fornisce tale possibilità, oltre a quella di salvare e rilasciare i file ottici congelati. Le funzioni di salvataggio e rilascio sono, inoltre, disponibili come funzioni specifiche del supporto ottico dell'API Control File System HFS. Il pannello Gestione file ottici congelati fornisce un modo appropriato per elencare e gestire tutti i file ottici congelati sul sistema. Utilizzare il comando WRKHLDOPTF (Gestione file ottici congelati) per accedere al pannello Gestione file ottici congelati. Le opzioni nel pannello Gestione file ottici congelati sono selezionate per visualizzare l'utilizzo (istanze aperte) di file e per salvare e rilasciare i i file congelati. Per impostazione predefinita, l'utilizzo di Salva nel pannello Gestione file ottici congelati provoca il rilascio automatico di un file congelato dopo averlo salvato. Le funzioni fornite da Salva e Rilascia sono disponibili anche come funzioni specifiche del supporto ottico, Salv. Congel. file ottico e Rilascio cong. file ottico dell'API Control File System nella sezione di programmazione. Diversamente da Salva, la funzione Salv. Congel. file ottico dell'API Control File System non rilascia automaticamente un file congelato dopo averlo salvato. Quindi, successivamente è necessaria una richiesta di rilascio esplicita. Informazioni correlate: Programming Disabilitazione del supporto file ottico congelato: IBM i è fornito con il supporto file ottico congelato abilitato. Se si desidera, è possibile disabilitarlo utilizzando il comando CHGOPTA (Modifica attributi ottici). Quando il supporto file ottico congelato viene disabilitato, non viene creato un file congelato quando l'archiviazione di un file in un disco ottico ha esito negativo. Quando si utilizza questa opzione, l'applicazione utente gestisce le procedure di ripristino per i file la cui archiviazione ha esito negativo. Considerare gli scenari seguenti: Scenario 1 L'applicazione apre un file ottico per un'operazione di scrittura e scrive i dati nel file. Quando si tenta di chiudere il file, l'operazione ha esito negativo in quanto il disco ottico è pieno. Supporto file ottico congelato abilitato Il file è ancora aperto, ma viene congelato. Il file viene chiuso quando termina il lavoro se non viene mai chiuso correttamente prima della fine del lavoro. Il file resterà congelato fino al relativo rilascio. Supporto file ottico congelato disabilitato Il file è ancora aperto, ma non viene congelato. Il file viene chiuso quando termina il lavoro se non è stato mai chiuso correttamente prima della fine del lavoro. Il file non verrà congelato e tutte le risorse (file ottico virtuale) associate al file congelato verranno rilasciate. Scenario 2 L'applicazione apre un file ottico per la scrittura e scrive i dati nel file. L'applicazione, quindi, emette un'API di forzatura dei dati memorizzati in buffer per garantire che i dati siano sicuri nella memoria non volatile. Il sistema perde, quindi, di potenza. Supporto file congelato abilitato Dopo il completamento dell'IPL (internal program load) del sistema, il file esiste come un file ottico congelato. Tutti i dati correttamente forzati nel disco sono recuperabili. In altre parole, 134 IBM i: Soluzioni di memoria quando si salva il file congelato nella memoria ottica, tutti i dati scritti prima della richiesta di forzatura dei dati memorizzati in buffer saranno salvati. Supporto file congelato disabilitato Dopo il completamento dell'IPL del sistema, il file non esiste come un file ottico congelato. Tutti i dati scritti in questo file nell'istanza aperta precedente vanno persi. La richiesta di forzatura dei dati non ha effetto. È importante notare che quando il supporto file ottico congelato è disabilitato, la forzatura dei dati nella memoria non volatile non ha rilevanza. Ciò dipende dal fatto che i dati sono scritti nella memoria ottica dopo che il file viene chiuso correttamente. La funzione di forzatura dei dati memorizzati in buffer forzerà i dati nel disco IBM i ed è possibile utilizzare il file ottico congelato per ripristinare i dati dopo una perdita di alimentazione. I file congelati sono l'unico meccanismo per ripristinare i dati forzati nella memoria non volatile dopo una perdita di alimentazione o altri errori non previsti. Il supporto file congelato è necessario per ripristinare tutti i dati da un'istanza aperta che viene chiusa in modo non corretto. Ciò influisce sulle seguenti API (application programming interface). v API QHFFRCSF (Forzatura dei dati memorizzati in buffer) HFS Tale API è consentita quando il supporto file congelato è disabilitato, tuttavia non avrà effetto. v API fsync() del file system integrato di sincronizzazione delle modifiche file Tale API è consentita quando il supporto file congelato è disabilitato, tuttavia non avrà effetto. v API QHFOPNSF (Indicatore di scrittura sincrono su Apertura file di flusso) HFS Questo valore è consentito, ma verrà trattato come un indicatore di scrittura asincrono. Utilizzare il comando CHGOPTA (Modifica attributi ottici) per abilitare, disabilitare o determinare lo stato corrente del supporto file ottico congelato. Una volta disabilitato, il supporto file ottico congelato resta disabilitato per tutti gli utenti ottici. È necessario abilitare il supporto file congelato relativo per renderlo nuovamente attivo. Riferimenti correlati: Change Optical Attributes (CHGOPTA) command Salvataggio e ripristino del supporto ottico Il supporto ottico è una soluzione di memorizzazione a lungo termine vantaggiosa dal punto di vista economico. È possibile salvare e ripristinare i dati mediante il supporto ottico in vari modi. È possibile eseguire salvataggi con BRMS, operazioni di salvataggio e comandi di ripristino e il comando di Caricamento ed esecuzione. I comandi IBM i di salvataggio e ripristino supportano le unità libreria supporto ottico direttamente collegate, le unità autonome CD-ROM, DVD-ROM, DVD-RAM e le unità ottiche virtuali. L'utilizzo migliore delle unità di memoria ottica è la protezione per il ripristino da problemi gravi. La straordinaria durata di un supporto ottico si adatta bene alla memoria a lungo termine dei dati critici. È possibile fornire una protezione supplementare mediante il supporto WORM permanente, in quanto non è possibile modificare i dati sul supporto. Le unità nastro possono fornire il meccanismo di backup giornaliero ottimale. Ciò dipende dalla quantità di dati di cui si desidera eseguire il backup e dalla quantità di tempo del sistema disponibile per il backup. Anche i supporti CD-ROM e DVD-RAM sono adatti alla distribuzione software. L'interfaccia comandi di salvataggio/ripristino può essere utilizzata come parte delle procedure di installazione per programmi, dati e correzioni del programma. Le unità ottiche autonome CD-ROM e DVD-RAM supportano, inoltre, il comando LODRUN (Caricamento ed esecuzione). BRMS (Backup, Recovery, e Media Services) è un programma su licenza per un approccio corretto alla gestione dei backup. Il supporto ottico è supportato da BRMS. Fare riferimento all'argomento BRMS per ulteriori dettagli. Concetti correlati: Soluzioni di memoria 135 “HPOFS (High performance optical file system)” a pagina 82 HPOFS (High Performance Optical File System) è un'architettura formato di supporto sviluppata da IBM disponibile per l'uso quando si inizializza il supporto ottico. “Sicurezza file e indirizzari” a pagina 86 Non è disponibile alcuna sicurezza a livello di file o di indirizzario per i volumi UDF (Universal Disk Format). Il sistema gestisce le autorizzazioni ai dati dei file e degli indirizzari ottici e i file per tre gruppi di utenti: proprietario, gruppo e pubblico. La sicurezza a livello di volume è disponibile anche mediante elenchi di autorizzazione. Riferimenti correlati: Save Restore (SAVRST) command Informazioni correlate: Backup, Recovery, and Media Services (BRMS) Concetti relativi al salvataggio e al ripristino del supporto ottico Le unità ottiche supportano molti dei comandi di salvataggio e ripristino più utilizzati di IBM i. L'unità ottica autonoma DVD-RAM rappresenta un'alternativa economica al nastro magnetico per le operazioni di salvataggio e ripristino sui sistemi entry-level. L'unità autonoma DVD-RAM supporta tutte le funzioni principali di salvataggio e ripristino. L'unità libreria automatica semplifica ulteriormente l'utilizzo delle operazioni di salvataggio e ripristino che richiedono gli elenchi di volumi. Formati del supporto ottico con le operazioni di salvataggio e ripristino: L'elaborazione del salvataggio e ripristino dell'elenco di volumi varia per ogni formato del supporto ottico. Un elenco di volumi è utilizzato su una richiesta di salvataggio o ripristino quando sono richiesti più volumi ottici per l'operazione, creando in tal modo, una serie di volumi. Tutti i volumi in una serie di volumi devono disporre dello stesso formato del supporto ottico. Le serie di volumi non sono supportate per il supporto CD formattato con ISO 9660. È necessario inizializzare il supporto di tipo WORM e CCW WORM permanente con il formato del supporto HPOFS (High Performance Optical File System). È possibile inizializzare il supporto di tipo riscrivibile con il formato HPOFS o UDF (Universal Disk Format). È necessario inizializzare il tipo DVD del supporto utilizzato dalle unità autonome DVD-RAM con UDF. Organizzazione dei dati di salvataggio e ripristino sulle unità ottiche: Salvare e ripristinare i dati su un'unità ottica in base alla lunghezza del nome percorso, convenzione di denominazione e livelli di indirizzario. I dati di salvataggio su un supporto ottico sono identificati in modo univoco da un nome percorso. Questo nome percorso ha il formato: /nome indirizzario/nome sottoindirizzario/../nomefile. È possibile creare e specificare tutti i livelli di indirizzario necessari per organizzare i dati di salvataggio secondo le esigenze. Se non è specificato alcun livello di indirizzario, il file di dati di salvataggio è posto nell'indirizzario root del volume ottico specificato. Il nome percorso ottico può contenere fino a 256 caratteri alfanumerici. I nomi del volume ottico possono contenere fino a 32 caratteri alfanumerici. Sono necessarie alcune precauzioni quando si utilizzano nomi lunghi. Molti pannelli di salvataggio e ripristino, messaggi, prospetti, file di emissione e descrizioni oggetti IBM i, supportano fino a 6 caratteri per i nomi dei volumi e 17 caratteri per i nomi percorso. I 136 IBM i: Soluzioni di memoria nomi più lunghi risulteranno troncati in tali istanze. Inoltre, alcuni software di gestione dati automatica potrebbero non gestire correttamente i nomi lunghi di volumi e percorsi. Salvataggio di una libreria nella memoria ottica È possibile salvare la libreria IBM i DEVLIB01 nel volume ottico SRVOL1 contenuto nell'unità libreria OPTMLB02. Eseguire questa operazione mediante il comando seguente: SAVLIB LIB(DEVLIB01) DEV(OPTMLB02) VOL(SRVOL1) ('/DEVLIB01') Verrà creato un file ottico contenente i dati salvati, denominato DEVLIB01, nell'indirizzario root del volume SRVOL1. Visualizzazione delle informazioni sui file di salvataggio e ripristino relative alla memoria ottica: È possibile utilizzare vari comandi per salvare e ripristinare le informazioni sui file. Ad esempio, le informazioni relative ai file di salvataggio e ripristino contenuti in un determinato volume ottico possono essere visualizzate mediante il comando DSPOPT (Visualizzazione supporti ottici). Il seguente comando visualizza le informazioni per tutti i file di salvataggio e ripristino presenti nell'indirizzario root del volume ottico SRVOL1: DSPOPT VOL(SRVOL1) DATA(*SAVRST) PATH(/) Utilizzo del parametro OPTFILE Il parametro OPTFILE è utilizzato nei comandi di salvataggio e ripristino per indicare il nome del percorso del file ottico da utilizzare per contenere i dati di salvataggio. Il sistema crea dinamicamente qualsiasi nome di indirizzario specificato non esistente. Il parametro OPTFILE dispone del valore predefinito (*). Utilizzando il valore del parametro predefinito, il file verrà inserito nell'indirizzario root del volume ottico specificato dal parametro VOLUME. Inoltre, nei comandi diversi da SAV, il nome file è il nome della libreria IBM i che contiene gli oggetti salvati. Per il comando SAV, OPTFILE(*) genera un nome file del formato SAVaaaammgghhmmssmmm, dove aaaammgghhmmssmmm rappresenta la data e l'ora correnti. Utilizzo dell'opzione di espulsione del supporto Per le unità autonome collegate mediante adattatori IOA PowerPC, è possibile aprire automaticamente il carrello del supporto al termine dell'operazione di salvataggio e ripristino. È possibile fare ciò specificando il parametro ENDOPT(*UNLOAD). Il sistema ignora questo parametro per le unità libreria ottica. I parametri ENDOPT(*LEAVE) o ENDOPT(*REWIND) non hanno effetto sulle unità ottiche autonome o sulle unità libreria di supporti ottici. Contenuto dell'elenco di volumi: Gli elenchi di volumi consentono a una singola operazione di salvataggio e ripristino di utilizzare molte parti del supporto ottico per completare l'operazione richiesta. È possibile visualizzare le informazioni relative ai volumi ottici che fanno parte di un elenco di volumi di salvataggio e ripristino utilizzando il comando DSPOPT (Visualizzazione supporti ottici). Campi relativi alle informazioni sugli elenchi di volumi: Indicatore Continua dal volume precedente v Questo campo si applica solo al supporto UDF. Soluzioni di memoria 137 v Questo indicatore segnala che il file di salvataggio e ripristino continua dal volume precedente nell'elenco di volumi. v Solo un file su un determinato volume può disporre di questo indicatore attivato. v È possibile utilizzare il comando DSPOPT DATA(*FILATR) per visualizzare questo indicatore. Indicatore Continua sul volume successivo v Questo campo si applica solo al supporto UDF. v Questo indicatore segnala che il file di salvataggio e ripristino continua sul volume successivo nell'elenco di volumi. v Solo un file su un determinato volume può disporre di questo indicatore attivato. v È possibile utilizzare il comando DSPOPT DATA(*FILATR) per visualizzare questo indicatore. Indicatore In grado di eseguire l'IPL v Questo indicatore segnala che il comando SAVSYS (Salvataggio sistema) ha creato questo volume e che è possibile utilizzarlo per l'IPL in modalità D. v È possibile utilizzare il comando DSPOPT DATA(*VOLATR) per visualizzare questo indicatore. Indicatore Ultimo volume nell'elenco di volumi v Questo indicatore segnala che il volume è il volume finale in un elenco di volumi. v Per i volumi in formato HPOFS (High Performance Optical File System), il sistema non consente, sul volume finale, i file di salvataggio che non hanno alcuna relazione con l'elenco di volumi. La capacità restante non influisce su questa situazione. I volumi UDF consentono i file di salvataggio senza alcuna relazione sul volume se vi è uno spazio su disco sufficiente. v È possibile utilizzare il comando DSPOPT DATA(*VOLATR) per visualizzare questo indicatore. ID volume d'inizio v L'ID volume del primo volume in una serie di più volumi all'interno di un elenco di volumi si trova nel campo relativo all'ID del volume d'inizio. Per i volumi UDF, l'elenco di volumi può contenere molti file di salvataggio diversi. Di conseguenza, questo campo non specifica il volume d'inizio di alcun file fornito contenuto nella serie. v È possibile utilizzare il comando DSPOPT DATA(*VOLATR) o DATA(*FILATR) per visualizzare questo indicatore. Elenchi di volumi con il supporto in formato HPOFS: Solo un file in una serie di più volumi si estende logicamente nei volumi. L'ultimo volume nella serie non accetta ulteriori richieste di salvataggio. Il sistema non conserva gli indicatori continuativi. v Volume1 (Numero di sequenza=1, ID volume d'inizio=Volume1, Ultimo volume nella serie=No) – File1 (Continua dal volume precedente=NO, Continua sul volume successivo=NO) – File2 (Continua dal volume precedente=NO, Continua sul volume successivo=NO) – File3 (Continua dal volume precedente=NO, Continua sul volume successivo=NO) v Volume2 (Numero di sequenza=2, ID volume d'inizio=Volume1, Ultimo volume nella serie=No) – File3 (Continua dal volume precedente=NO, Continua sul volume successivo=NO) v Volume3 (Numero di sequenza=3, ID volume d'inizio=Volume1, Ultimo volume nella serie=Sì) – File3 (Continua dal volume precedente=NO, Continua sul volume successivo=NO) Note: v Per Volume1, Volume2 o Volume3, non è più consentita alcuna operazione di salvataggio. Il sistema non consente ulteriori file di salvataggio per Volume3, indipendentemente dallo spazio su disco sufficiente. v L'accesso ai precedenti dati di salvataggio viene perso da Volume1, Volume2 e Volume3. v Tutte le operazioni di ripristino devono iniziare su Volume1. 138 IBM i: Soluzioni di memoria Elenchi di volumi con il supporto UDF: Più di un file in una serie di più volumi può estendere logicamente i volumi, ma solo un file per volume può estendersi al volume successivo nell'elenco di volumi. L'ultimo volume nella serie accetta le ulteriori richieste di salvataggio se lo spazio è disponibile. Il sistema conserva gli indicatori continuativi per i file estesi. v Volume1 (Numero di sequenza=1, ID volume d'inizio=Volume1, Ultimo volume nella serie=No) – File1 (Continua dal volume precedente=NO, Continua sul volume successivo=NO) – File2 (Continua dal volume precedente=NO, Continua sul volume successivo=NO) – File3 (Continua dal volume precedente=NO, Continua sul volume successivo=Sì) v Volume2 (Numero di sequenza=2, ID volume d'inizio=Volume1, Ultimo volume nella serie=No) – File3 (Continua dal volume precedente=Sì, Continua sul volume successivo=NO) – File4 (Continua dal volume precedente=NO, Continua sul volume successivo=NO) – File5 (Continua dal volume precedente=NO, Continua sul volume successivo=Sì) v Volume3 (Numero di sequenza=3, ID volume d'inizio=Volume1, Ultimo volume nella serie=No) – File5 (Continua dal volume precedente=Sì, Continua sul volume successivo=Sì) v Volume4 (Numero di sequenza=4, ID volume d'inizio=Volume1, Ultimo volume nella serie=Sì) – File5 (Continua dal volume precedente=Sì, Continua sul volume successivo=NO) – File6 (Continua dal volume precedente=NO, Continua sul volume successivo=NO) Nota: 1. Se lo spazio lo consente, su Volume4 sono consentiti ulteriori salvataggi. 2. Un'operazione di ripristino inizia sul volume che contiene la prima ricorrenza del file specificato. Ad esempio, è possibile ripristinare i dati da File4 su Volume2 senza dover elaborare Volume1. 3. La serie di volumi per il supporto UDF descritta in questa sezione non è correlata alla serie di volumi o al supporto di più volumi definiti nelle specifiche del formato per UDF (ECMA 167 terza edizione o UDF Revisione 2.01). Il supporto per le serie di volumi definito da queste specifiche non è al momento fornito da IBM i. Concetti correlati: “Eliminazione del contenuto dei supporti” a pagina 140 Specificando CLEAR(*ALL), vengono eliminati tutti i file presenti sul supporto. Salvataggio dei file ottici nella memoria ottica È possibile salvare i file ottici nel supporto DVD-RAM, UDF e HPOFS. Specifica dei nomi percorso del file ottico: Informazioni sulla specifica di un nome percorso per il file ottico utilizzato per l'operazione di salvataggio. La memoria ottica funziona in modalità casuale e utilizza una struttura di file gerarchica durante la scrittura dei file sul supporto. A partire dall'indirizzario root del volume, è possibile specificare un nome percorso per il file ottico utilizzato per l'operazione di salvataggio. La specifica di un asterisco (*) comporta la creazione, da parte del sistema, di un nome file ottico nell'indirizzario root (/). Se si specifica nome_percorso_indirizzario_ottico/*, il sistema genera un nome file ottico nell'indirizzario specificato del volume ottico. Se si specifica nome_percorso_file_ottico, viene creato un nome file ottico. Ad esempio, se si specifica SAVLIB LIB(MYLIB) DEV(OPT01) OPTFILE(’/mydir/*’), viene creato il nome file ottico mydir/MYLIB. Se l'indirizzario mydir non esiste, il sistema lo crea. Quando si utilizza il supporto DVD-RAM per salvare le informazioni IBM i, il sistema ricerca i file attivi utilizzando il parametro CLEAR sui comandi di salvataggio. Specificare CLEAR(*NONE) per fare in Soluzioni di memoria 139 modo che il sistema ricerchi, nel volume DVD-RAM, i file ottici attivi con lo stesso nome. Se esiste un file ottico con lo stesso nome, il sistema visualizza un messaggio di interrogazione. È possibile annullare l'elaborazione, sovrascrivere il file esistente nel volume oppure inserire una nuova cartuccia. Se non esiste alcun file attivo del file ottico specificato e vi è spazio disponibile nel volume DVD-RAM, il sistema scrive il file nel supporto DVD-RAM. Se il sistema non trova alcuno spazio disponibile nel supporto, richiede l'inserimento di un volume DVD-RAM nell'unità. Eliminazione del contenuto dei supporti: Specificando CLEAR(*ALL), vengono eliminati tutti i file presenti sul supporto. Specificando CLEAR(*AFTER), viene automaticamente eliminato il contenuto di tutto il supporto dopo il primo volume. Quando viene rilevato il file ottico specificato sul primo volume, il sistema invia un messaggio di interrogazione. Ciò consente di terminare l'operazione di salvataggio o di sostituire il file. Specificando CLEAR(*REPLACE), vengono automaticamente sostituiti sul supporto i dati attivi del file ottico specificato. L'unica opzione del parametro CLEAR che elimina tutti i file è CLEAR(*ALL). In caso contrario, il sistema invia un messaggio di interrogazione per ciascun nome file ottico specificato rilevato. Specificando CLEAR(*NONE), viene inviato un messaggio di interrogazione per ciascun nome file ottico specificato rilevato, non solo per il primo. Per evitare di ricevere un messaggio di interrogazione durante l'operazione di salvataggio, è possibile effettuare una delle operazioni riportate di seguito: v Inizializzare prima il volume ottico (INZOPT). v Specificare un'opzione utilizzando il parametro CLEAR nel comando di salvataggio. Nota: non utilizzare il parametro CLEAR(*NONE) perché viene inviato un messaggio di interrogazione. Consultare le informazioni dell'aiuto in linea relative all'utilizzo del parametro CLEAR con i comandi di salvataggio. Concetti correlati: “Elenchi di volumi con il supporto UDF” a pagina 139 Più di un file in una serie di più volumi può estendere logicamente i volumi, ma solo un file per volume può estendersi al volume successivo nell'elenco di volumi. Salvataggio in più volumi: Se il sistema scrive i dati in un secondo volume DVD-RAM, il sistema lo considera una serie DVD. Una serie include due o più volumi. Il sistema può scrivere le informazioni solo sull'ultimo volume nella serie. In una serie DVD-RAM di tre volumi, il sistema non può scrivere le informazioni nel primo o nel secondo volume. La tabella di seguito fornisce le informazioni di supporto del comando in base all'unità ottica. Comando Supportato dall'unità ottica SAVSTG Nessuna SAVS36F Nessuna SAVS36LIBM Nessuna SAVUSFCNR Nessuna RSTS36F Nessuna RSTS36FLR Nessuna RSTS36LIBM Nessuna 140 IBM i: Soluzioni di memoria Comando Supportato dall'unità ottica RSTUSFCNR Nessuna SAVLICPGM DVD (nessuna libreria ottica) SAVSYS DVD (nessuna libreria ottica) RSTLICPGM DVD (nessuna libreria ottica) SAVCHGOBJ di più di una libreria, incluso LIB(*ALLUSR) Unità libreria ottica e DVD con supporto UDF (Universal Disk Format) SAVDLO di più di un ASP Unità libreria ottica e DVD con supporto UDF SAVLIB di più di una libreria, incluso LIB(*ALLUSR), LIB(*IBM), AND LIB(*NONSYS) Unità libreria ottica e DVD con supporto UDF SAVCFG Tutte le unità ottiche scrivibili SAVCHGOBJ di una libreria Tutte le unità ottiche scrivibili SAVDLO di un ASP Tutte le unità ottiche scrivibili SAVLIB di una libreria Tutte le unità ottiche scrivibili SAVOBJ di una libreria Tutte le unità ottiche scrivibili SAVSAVFDTA Tutte le unità ottiche scrivibili SAVSECDTA Tutte le unità ottiche scrivibili RSTCFG Tutte le unità ottiche RSTLIB Tutte le unità ottiche RSTOBJ Tutte le unità ottiche RSTUSRPRF Tutte le unità ottiche SAVAPARDTA Non applicabile, il comando non utilizza un'unità RSTAUT Non applicabile, il comando non utilizza un'unità Linee guida operative in base al tipo di unità ottica Esistono linee guida operative per tipo di unità per i server dei dati della libreria ottica e unità ottiche autonome CD-ROM, DVD-ROM e DVD-RAM. Server dei dati della libreria ottica v Non è possibile utilizzare il valore predefinito, *MOUNTED, per l'identificativo del volume. v I volumi forniti in un elenco di volumi devono essere tutti nella stessa unità libreria. v Un singolo file di dati di salvataggio può estendersi su vari volumi in un elenco di volumi. v Per il supporto HPOFS (High Performance Optical File System), ogni volume utilizzato in un elenco di volumi non può essere utilizzato da qualsiasi operazione di salvataggio o ripristino diversa dall'operazione che ha elaborato originariamente l'elenco di volumi. Ad esempio: – Il comando di salvataggio A scrive il fileA di dati di salvataggio nel volume volA. – Il comando di salvataggio B scrive il fileB di dati di salvataggio nell'elenco di volumi: volC, volB, volA. – Il comando di ripristino A non è in grado di ripristinare dal fileA nel volume volA. – Il comando di ripristino B è in grado di ripristinare dal fileB nell'elenco di volumi: volC, volB, volA. Unità ottiche autonome CD-ROM e DVD-ROM v CD-ROM e DVD-ROM sono unità di sola lettura. Il sistema non supporta i comandi di salvataggio per tali unità. Soluzioni di memoria 141 v I file di salvataggio non possono estendersi su più supporti CD-ROM o DVD-ROM che contengono il formato supporto ISO 9660. v È possibile specificare il valore predefinito, *MOUNTED, per l'identificativo del volume. Verrà elaborato il volume ottico attualmente presente nell'unità autonoma specificata. Unità ottiche autonome DVD-RAM v Le unità DVD-RAM sono unità di lettura e scrittura. I comandi di salvataggio e ripristino sono supportati per le unità DVD-RAM. v È possibile specificare il valore predefinito, *MOUNTED, per l'identificativo del volume. Verrà elaborato il volume ottico attualmente presente nell'unità autonoma specificata. v Più file di dati di salvataggio possono estendersi su vari volumi in un elenco di volumi DVD_RAM specificato. Nota: la compressione e la decompressione software possono aumentare il tempo di salvataggio e ripristino. Vengono utilizzate risorse di elaborazione considerevoli che possono influire sulle prestazioni generali del sistema. Risoluzione dei problemi relativi alla memoria ottica In questa sezione è possibile trovare le risposte a molte tra le domande più comuni, i passi da seguire quando si verifica un problema e le informazioni necessarie per l'analisi del problema. FAQ per il supporto ottico Le FAQ per il supporto ottico forniscono informazioni di aiuto per problemi comuni e domande rilevati con le unità ottiche. 1. 2. 3. 4. 5. Quando si scrivono oggetti, si riceve un messaggio che indica che lo spazio disponibile sul supporto ottico non è sufficiente. Tuttavia, il volume non è pieno. Come individuare l'errore? Il volume di backup è pieno prima che siano memorizzati tutti gli oggetti dal volume principale. Quale elemento sta utilizzando lo spazio supplementare? Durante l'esecuzione del backup, l'attività termina in modo anomalo. Quando si riavvia il backup, si riceve un messaggio OPT1210 che indica che l'indirizzario già esiste. Tuttavia, l'indirizzario non è elencato quando si utilizza il comando WRKOPTDIR (Gestione indirizzari ottici). Quali sono le cause? Viene ricevuto un messaggio OPT1115 che indica che il file non è stato trovato quando si tenta di richiamare un oggetto. Quando si utilizza il comando WRKOPTF (Gestione file ottici), l'oggetto viene visualizzato. Quali sono le cause che impediscono di richiamare l'oggetto? L'applicazione sembra memorizzare gli oggetti correttamente, ma quando si utilizza il comando WRKOPTF (Gestione file ottici), non sono visualizzati tutti gli oggetti. Dove sono memorizzati gli oggetti? Il programma applicativo ha esito negativo con il messaggio CPF1F83 che indica che il nome del file system /QOPT non è stato trovato durante il tentativo di copiare un file di flusso mediante il comando CPYSF. Come individuare l'errore? 7. Si desidera utilizzare un volume esistente, ma non è possibile accedervi. Quali operazioni eseguire? 8. Vengno visualizzati messaggi che indicano di eseguire il comando RCLOPT (Riacquisizione supporti ottici). Un comando RCLOPT di tipo *RESET può richiedere molto tempo. Esiste un modo più rapido per il ripristino? 6. Qual è la differenza tra i volumi contrassegnati come *OFFLINE e quelli contrassegnati come *REMOVED? 10. Quando si aggiungono volumi ottici interi nella libreria dei supporti ottici mediante il comando ADDOPTCTG (Aggiunta cartuccia ottica), l'operazione richiede molto tempo. Suggerimenti? 9. 11. 142 Una volta immesso un volume CD-ROM nell'unità CD-ROM, viene visualizzato un messaggio che informa che il volume non è stato trovato quando si è stato eseguito il tentativo di accesso. Non è stato visualizzato alcun messaggio di errore. Come individuare l'errore che si è verificato? IBM i: Soluzioni di memoria Quando si scrivono oggetti, si riceve un messaggio che indica che lo spazio disponibile sul supporto ottico non è sufficiente. Tuttavia, il volume non è pieno. Come individuare l'errore? La soglia non è imposta correttamente, l'oggetto memorizzato è maggiore dello spazio disponibile o l'area di riserva è piena. Visualizzare gli attributi del volume su cui si sta scrivendo utilizzando il comando DSPOPT (Visualizzazione supporti ottici). Verificare che i valori della soglia e dello spazio disponibile siano validi. Inoltre, verificare che l'accesso al volume sia di scrittura e non di sola lettura. Se è di sola lettura, l'area di riserva potrebbe essere piena. L'area di riserva è una serie di settori in cui sono scritti i dati quando il settore originale è danneggiato. Il volume di backup è pieno prima che siano memorizzati tutti gli oggetti dal volume principale. Quale elemento sta utilizzando lo spazio supplementare? La causa può essere una delle seguenti situazioni: v Possono essersi verificati errori unità quando solo una parte di un file è stata scritta. Quando l'operazione di backup è stata riavviata, l'intero file è stato riscritto. v Se il tipo di volume di backup è WORM, potrebbe essere stato inizializzato più volte prima dell'operazione di backup, consumando in tal modo, dello spazio del volume. v Se si sta eseguendo un'operazione di backup incrementale, è possibile che sia stata selezionata l'opzione errata nel parametro SLTFILE (*ALL invece di *CHANGED). v Se è stato creato il volume principale su un sistema precedente alla Versione 2 Release 3 Modifica 0 e il volume principale è pieno per oltre il 98%, il comando DUPOPT (Duplicazione unità ottica) potrebbe essere l'unica scelta per eseguire il backup di questo volume. v Il volume principale è un supporto 2X e il volume di backup è 1X. Durante l'esecuzione del backup di un volume, l'attività termina in modo anomalo. Quando si riavvia il backup, si riceve un messaggio OPT1210 che indica che l'indirizzario già esiste. Tuttavia, l'indirizzario non è elencato quando si utilizza il comando WRKOPTDIR (Gestione indirizzari ottici). Quali sono le cause? Quando l'attività è terminata in modo anomalo, l'indirizzario è stato creato sul volume, ma i file di indice ottico interno non sono stati ancora aggiornati. Rimuovere il volume di backup mediante il comando RMVOPTCTG (Rimozione cartuccia ottica) e aggiungerlo di nuovo con il comando ADDOPTCTG (Aggiunta cartuccia ottica) e specificando DIR(*YES). L'indice ottico interno sarà aggiornato con il nuovo percorso. Viene ricevuto un messaggio OPT1115 che indica che il file non è stato trovato quando si tenta di richiamare un oggetto. Quando si utilizza il comando WRKOPTF (Gestione file ottici), l'oggetto viene visualizzato. Quali sono le cause che impediscono di richiamare l'oggetto? Il supporto ottico potrebbe essere sporco. Contattare il livello successivo di supporto (hardware) per ripulire il supporto. L'applicazione sembra memorizzare gli oggetti correttamente, ma quando si utilizza il comando WRKOPTF (Gestione file ottici), non sono visualizzati tutti gli oggetti. Dove sono memorizzati gli oggetti? I file potrebbero essere file ottici congelati. Fare riferimento a File ottici congelati per ulteriori informazioni sui file ottici congelati. In questo caso, il volume potrebbe avere raggiunto la soglia. Verificare che l'applicazione stia gestendo correttamente il messaggio OPT1345 Soglia raggiunta su volume ottico o il messaggio CPF1F61 Non esiste spazio libero disponibile sul supporto magnetico. Il programma applicativo ha esito negativo con il messaggio CPF1F83 che indica che il nome del file system /QOPT non è stato trovato durante il tentativo di copiare un file di flusso mediante il comando CPYSF. Come individuare l'errore? Soluzioni di memoria 143 La parte del file system del percorso (/QOPT) deve essere specificata in maiuscolo. La parte rimanente del percorso può essere specificata in maiuscolo o minuscolo. Si desidera utilizzare un volume esistente, ma non è possibile accedervi. Quali operazioni eseguire? I nomi volumi duplicati possono provocare tale problema. Se il volume è in un sistema LAN, può avere lo stesso nome di un volume in una libreria direttamente collegata o in un altro sistema. Se esistono nomi duplicati, è utilizzabile solo il primo volume trovato. Vengono visualizzati messaggi che indicano di eseguire il comando RCLOPT (Riacquisizione supporti ottici). Un comando RCLOPT di tipo *RESET può richiedere molto tempo. Esiste un modo più rapido per il ripristino? Sì. Consultare prima la sezione Riacquisizione del database dell'indice ottico per una migliore comprensione del processo RCLOPT. Eseguire, quindi, una delle seguenti azioni: v Eseguire RCLOPT MLB device_name OPTION(*SYNC). v WRKOPTVOL (Gestione volumi ottici) e premere F14 (Visualizzazione informazioni per esteso). Se alcuni volumi mostrano moving come ubicazione, effettuare le operazioni riportate di seguito: 1. Eseguire RCLOPT MLB(device name) OPTION(*UPDATE) VOL moving_volume_name. 2. Aggiornare il pannello Gestione volumi ottici. Se i volumi sono ancora visualizzati come in fase di spostamento, ripetere la fase 1. v Eseguire RCLOPT MLB device name OPTION(*RESET) DIR(*NO) Nota: questa scelta richiede più tempo delle prime due, ma specificando DIR(*NO), si dimezza il tempo necessario per eseguire RCLOPT *RESET. Qual è la differenza tra i volumi contrassegnati come *OFFLINE e quelli contrassegnati come *REMOVED? Le voci *OFFLINE sono volumi in unità ottiche spenti, disattivati o non più collegati. Le voci *REMOVED sono volumi che sono stati rimossi dalla libreria dei supporti ottici con VOLOPT *KEEP specificato. Quando si aggiungono volumi ottici interi nella libreria dei supporti ottici mediante il comando ADDOPTCTG (Aggiunta cartuccia ottica), l'operazione richiede molto tempo. Suggerimenti? Quando i volumi sono rimossi con il comando RMVOPTCTG (Rimozione cartuccia ottica), specificare *KEEP nel parametro VOLOPT. Gli indici ottici interni salvano tutte le informazioni su tali volumi, incluse le informazioni sull'indirizzario ottico. Quando i volumi sono aggiunti con il comando ADDOPTCTG, specificare *NO nel parametro DIR. I volumi sono aggiunti e l'indice dell'indirizzario non viene ricreato. Ciò accelera il processo di importazione. Nota: questo processo non deve essere eseguito se sono state effettuate modifiche ai volumi rimossi, poiché i volumi sono stati rimossi per ultimi da questo sistema. Una volta immesso un volume CD-ROM nell'unità CD-ROM, viene visualizzato un messaggio che informa che il volume non è stato trovato quando si è stato eseguito il tentativo di accesso. Non è stato visualizzato alcun messaggio di errore. Come individuare l'errore che si è verificato? Fare riferimento a CD-ROM e DVD in IBM i per le informazioni sul caricamento del supporto CD-ROM. In questo caso, probabilmente, è stato eseguito un tentativo di accedere al CD-ROM prima che sia completamente caricato (attendere 10-20 secondi dopo che il carrello è rientrato) o si è verificato un errore durante l'operazione di caricamento. Fare riferimento alla coda messaggi QSYSOPR per verificare se il volume CD-ROM è stato caricato correttamente. 144 IBM i: Soluzioni di memoria Raccolta delle informazioni Se è necessario rivolgersi al livello successivo di supporto, tenere a disposizione le seguenti informazioni per consentire di rendere più rapido il processo di analisi del problema. v Descrizione dettagliata del problema, incluse tutte le informazioni riportate di seguito: 1. Applicazioni in esecuzione 2. Indicare se il sistema o l'applicazione sono stati appena installati o se già in esecuzione 3. Possibilità di riprodurre il problema v Tipo e numero di modello dei server di dati v Livello PTF aggiornato v Numero di server di dati v Numero di volumi Altri comandi di sistema I comandi di sistema riportati di seguito consentono di raccogliere informazioni importanti per l'analisi dei problemi. v Il comando DSPJOBLOG (Visualizzazione registrazione lavori) mostra i comandi ed i relativi messaggi per un lavoro ancora attivo e non ancora scritto. v Il comando DSPLOG (Visualizzazione registrazione) mostra la registrazione cronologica del sistema (QHST). La registrazione cronologica contiene informazioni relative alle operazioni ed allo stato del sistema. v Il comando TRCJOB (Traccia del lavoro) controlla le tracce delle chiamate programma e delle restituzioni che si verificano nel programma corrente o nel lavoro che si sta eseguendo. v Il comando STRSRVJOB (Avvio servizio lavoro) avvia l'operazione di servizio remoto per un lavoro specificato, in modo che sia possibile immettere altri comandi di servizio per eseguire il lavoro specificato. v Il comando ENDSRVJOB (Fine servizio lavoro) pone termine alle operazioni di servizio di un lavoro remoto. Questo comando arresta le operazioni di servizio iniziate con l'immissione del comando STRSRVJOB (Avvio servizio lavoro). v Il comando ANZPRB (Analisi problema) consente di analizzare, creare record di problema o notificare problemi non rilevati dal sistema. Se il problema è reale, è possibile che venga fornita una correzione associando la descrizione del problema ad un problema già noto per cui esiste una PTF oppure è possibile che venga creato un APAR. Informazioni correlate: Programming Strutture di supporto dei file di emissione Esistono tre formati di record possibili creati dal comando DSPOPT (Visualizzazione supporti ottici) quando l'emissione è diretta a un file di emissione o uno spazio utente. Solo i campi impostati per un volume LAN (tipo di volume 9) sono indicati con un asterisco (*). I campi Capacità del volume e Spazio volume disponibile hanno un significato diverso per i volumi LAN; ciò si verifica in quanto il campo Soglia volume totale non è disponibile. Il campo Capacità del volume contiene lo spazio libero totale corrente sul volume. Lo spazio libero totale è uguale allo spazio libero disponibile per l'applicazione utente più lo spazio riservato dalla soglia volume totale. Il campo Spazio volume disponibile contiene lo spazio libero utente sul volume. Lo spazio libero utente è uguale allo spazio libero totale meno la quantità di spazio riservata dalla soglia volume totale. Soluzioni di memoria 145 Struttura dei file di emissione per gli attributi del volume Formato record per QAMODVA (un * indica una LAN o volume tipo 9) Nome attributo Lunghezza attributo * SECOLO CHAR(1) * DATA CHAR(6) * ORA CHAR(6) * NOME VOLUME CHAR(32) UNITÀ OTTICA CHAR(10) CSI CHAR(8) LIBRERIA CSI CHAR(10) ELENCO AUTORIZZAZIONI CHAR(10) ID VOLUME INTERNO CHAR(32) NUMERO DI SERIE VOLUME PACKED(11,0) TIPO VOLUME PACKED(3,0) CCSID VOLUME CHAR(2) TIPO DI SUPPORTO PACKED(3,0) FORMATO SUPPORTO PACKED(3,0) SOGLIA VOLUME TOTALE PACKED(5,0) NUMERO SEQUENZA VOLUME PACKED(9,0) DATA DI CREAZIONE VOLUME CHAR(7) ORA DI CREAZIONE VOLUME CHAR(6) TESTO DI DESCRIZIONE VOLUME CHAR(50) DATA ULTIMO RIFERIMENTO VOLUME CHAR(7) NOME VOLUME LATO OPPOSTO CHAR(32) DIMENSIONE BLOCCO VOLUME PACKED(9,0) * CAPACITÀ VOLUME PACKED(13,0) * SPAZIO VOLUME DISPONIBILE PACKED(13,0) UBICAZIONE VOLUME CHAR(1) UBICAZIONE FUORI LINEA VOLUME CHAR(50) ACCESSO VOLUME CHAR(1) SUPPORTO VOLUME CHAR(1) SUPPORTO A DOPPIA FACCIATA CHAR(1) IPL SUPPORTATO CHAR(1) ULTIMO VOLUME DELLA SERIE CHAR(1) RISERVATO CHAR(23) * * * * * Quando il tipo di volume è backup, sono utilizzati i seguenti campi: NOME VOLUME PRINCIPALE CHAR(32) # DI SERIE VOLUME PRINCIPALE PACKED(11 ,0) DATA AVVIO INTERVALLO CMPLT CHAR(7) ORA AVVIO INTERVALLO CMPLT CHAR(6) 146 IBM i: Soluzioni di memoria Quando il tipo di volume è backup, sono utilizzati i seguenti campi: DATA FINE INTERVALLO CMPLT CHAR(7) ORA FINE INTERVALLO CMPLT CHAR(6) DATA FINALE VOLUME MODIFICATA CHAR(7) ORA FINALE VOLUME MODIFICATA CHAR(6) Quando il supporto volume è CD-ROM, sono applicabili i seguenti campi: DATA MODIFICA CHAR(7) ORA MODIFICA CHAR(6) DATA DI SCADENZA CHAR(7) ORA DI SCADENZA CHAR(6) DATA EFFETTIVA CHAR(7) ORA EFFETTIVA CHAR(6) INFORMAZIONI COPYRIGHT CHAR(37) INFORMAZIONI ASTRATTE CHAR(37) INFORMAZIONI BIBLIOGRAFICHE CHAR(37) CHIAVE EDITORE CHAR(1) EDITORE CHAR(128) CHIAVE PREPARATORE CHAR(1) PREPARATORE CHAR(128) CHIAVE SPECIFICA DATI CHAR(1) SPECIFICA DATI CHAR(128) I seguenti campi attualmente non vengono utilizzati: ID VOLUME CONTENITORE ASSOCIATO CHAR(32) INDIRIZZARIO CATALOGO IMMAGINI IPL CHAR(256) UBICAZIONE VOLUME I seguenti campi attualmente non vengono utilizzati: OFFLINE CHAR(1) CONSTANT("0") SLOT CHAR(1) CONSTANT("1") DRIVE CHAR(1) CONSTANT("2") MOVING CHAR(1) CONSTANT("3") REMOVED CHAR(1) CONSTANT("4") sola lettura CHAR(1) CONSTANT("1") PROTETTO DA SCRITTURA CHAR(1) CONSTANT("2") SCRIVIBILE CHAR(1) CONSTANT("3") CHAR(1) CONSTANT("0") ACCESSO VOLUME SUPPORTO VOLUME DOPPIO NO Soluzioni di memoria 147 SUPPORTO VOLUME DOPPIO SÌ CHAR(1) CONSTANT("1") NO CHAR(1) CONSTANT("0") SÌ CHAR(1) CONSTANT("1") NO CHAR(1) CONSTANT("0") SÌ CHAR(1) CONSTANT("1") NO CHAR(1) CONSTANT("0") SÌ CHAR(1) CONSTANT("1") CONTIENE DATI CHAR(1) CONSTANT("0") CONTIENE NOME FILE CHAR(1) CONSTANT("1") SUPPORTO A DOPPIA FACCIATA IPL SUPPORTATO ULTIMO VOLUME DELLA SERIE CHIAVE (EDITORE, PREPARATORE, SPECIFICA DATI) || TIPO VOLUME | PRINCIPALE PACKED(3,0) CONSTANT(000.) | BACKUP PACKED(3,0) CONSTANT(001.) | CONTENITORE PACKED(3,0) CONSTANT(002.) | MIRRORING PACKED(3,0) CONSTANT(003.) | NON FORMATTATO PACKED(3,0) CONSTANT(004.) | SCONOSCIUTO PACKED(3,0) CONSTANT(005.) | | VOLUME SERVER PACKED(3,0) CONSTANT(009.) WORM PACKED(3,0) CONSTANT(000.) CANCELLABILE PACKED(3,0) CONSTANT(001.) CD-ROM PACKED(3,0) CONSTANT(002.) DVD_ROM PACKED(3,0) CONSTANT(003.) DVD_RAM PACKED(3,0) CONSTANT(004.) CD-R PACKED(3,0) CONSTANT(005.) CD-RW PACKED(3,0) CONSTANT(006.) DVD-R PACKED(3,0) CONSTANT(007.) TIPO DI SUPPORTO 148 DVD+R PACKED(3,0) CONSTANT(008.) SCONOSCIUTO PACKED(3,0) CONSTANT(009.) DVD-RW PACKED(3,0) CONSTANT(010.) DVD+RW PACKED(3,0) CONSTANT(011.) IBM i: Soluzioni di memoria FORMATO SUPPORTO NON INIZIALIZZATO PACKED(3,0) CONSTANT(000.) HPOFS PACKED(3,0) CONSTANT(001.) ISO 9660 PACKED(3,0) CONSTANT(002.) SCONOSCIUTO PACKED(3,0) CONSTANT(003.) UDF PACKED(3,0) CONSTANT(004.) PARZIALE UDF PACKED(3,0) CONSTANT(005.) CARTUCCIA CE PACKED(3,0) CONSTANT(0254.) Struttura dei file di emissione per gli attributi di indirizzario Formato record per QAMODPA: Nome attributo Lunghezza attributo SECOLO CHAR(1) DATE CHAR(6) ORA CHAR(6) NOME INDIRIZZARIO CHAR(256) NOME VOLUME CHAR(32) LIBRERIA OTTICA CHAR(10) DATA DI CREAZIONE IND CHAR(7) ORA DI CREAZIONE IND CHAR(6) RISERVATO CHAR(25) Struttura dei file di emissione per gli attributi del file Formato record per QAMODFA: Nome attributo Lunghezza attributo SECOLO CHAR(1) DATE CHAR(6) ORA CHAR(6) NOME PERCORSO CHAR(256) NOME VOLUME CHAR(32) UNITÀ OTTICA CHAR(10) DIMENSIONE FILE PACKED(9,0) DATA DI CREAZIONE FILE CHAR(7) ORA DI CREAZIONE FILE CHAR(6) DATA DI MODIFICA FILE CHAR(7) ORA DI MODIFICA FILE CHAR(6) DATA DI SCADENZA FILE CHAR(7) ORA DI SCADENZA FILE CHAR(6) CONT DA VOL PRECEDENTE CHAR(1) CONT SU VOLUME SUCCESSIVO CHAR(1) ID VOLUME INIZIO CHAR(32) Soluzioni di memoria 149 Formato record per QAMODFA: NOME ATTRIBUTO CHAR(25) DATI ATTRIBUTO CHAR(75) DIMENSIONE FILE2 PACKED(15,0) RISERVATO CHAR(17) Note: 1. Se la dimensione file è 999 999 999 byte o inferiore, la DIMENSIONE FILE e DIMENSIONE FILE 2 conterranno entrambe la dimensione file corretta. Se la dimensione file è superiore a 999 999 999 byte, la DIMENSIONE FILE è impostata su 999 999 999 e DIMENSIONE FILE 2 contiene la dimensione file corretta. 2. Se un file ha attributi estesi, esisterà un record per attributo esteso finché non vengono elencati tutti gli attributi del file. Costanti utilizzate nei campi di stato: INDICATORE CONTINUAZIONE NO CHAR(1) SÌ CHAR(1) Memoria virtuale Questo argomento relativo alle soluzioni di memoria tratta solo le soluzioni di memoria virtuale IBM i che memorizzano le immagini del supporto sulle unità disco o nelle unità virtuali client e NFS (network file system). Per IBM i sono disponibili i seguenti tipi di soluzioni di memoria virtuale. v Le partizioni IBM i possono utilizzare unità nastro fisiche di proprietà della partizione VIOS (Virtual I/O Server), unità ottiche fisiche e unità ottiche virtuali. Consultare l'argomento PowerVM Editions per le informazioni su come impostare queste unità in modo che vengano utilizzate da una partizione IBM i. v Le unità libreria nastro virtuale. Tali unità sono unità esterne che emulano un'unità libreria nastro, ma memorizzano i dati su un disco invece che su un supporto nastro. Controllare la documentazione per la specifica unità libreria nastro virtuale per le informazioni su come impostare queste unità in modo che vengano utilizzate da una partizione IBM i. v La memoria virtuale IBM i. Il sistema operativo IBM i fornisce le soluzioni ottiche virtuali e nastro virtuali che imitano il nastro, il CD, il DVD, il WORM (write-once read-many) e il supporto ottico cancellabile sulle unità disco o nel file system di rete per il supporto ottico virtuale. Il supporto imitato appare al sistema come il supporto reale. v Unità virtuali client (ottiche e nastro). Una partizione IBM i in esecuzione su un IBM Power System, Power6 o successivo, può condividere un'unità ottica collegata in modo nativo, un'unità nastro collegata in modo nativo o un'unità ottica virtuale IBM i (catalogo immagini ottico) con le partizioni client IBM i. Concetti relativi alla memoria virtuale IBM i Informazioni generali sulla memoria virtuale IBM i, incluse le descrizioni e le istruzioni per l'utilizzo. 150 IBM i: Soluzioni di memoria Unità di memoria virtuale Un'unità di memoria virtuale è una descrizione dell'unità che supporta la memoria virtuale, come un nastro reale o una descrizione dell'unità ottica supporta la memoria reale. Sul sistema possono essere attive da una a 35 descrizioni dell'unità nastro di memoria virtuale e da una a 35 descrizioni dell'unità ottica di memoria virtuale alla volta. Un'unità nastro virtuale viene creata selezionando i parametri RSRCNAME(*VRT) o TYPE(63B0) sul comando CCRTDEVTAP (Creazione descrizione unità (Nastro)). Un'unità ottica virtuale viene creata selezionando i parametri RSRCNAME(*VRT) o TYPE(632B) sul comando CRTDEVOPT (Creazione descrizione unità (Ottica)). | Le unità ottiche virtuali TYPE(632C) indicano che questa unità è ospitata da un altro IBM i o da un VIOS | e vengono create automaticamente durante la configurazione automatica. Se il tipo di unità 632C è | ospitato da un VIOS, richiede la modifica manuale del supporto quando richiesto. Catalogo immagini Un catalogo immagini è un oggetto che può contenere fino a 256 voci del catalogo immagini. Ciascun catalogo è associato a un indirizzario IFS (integrated file system) specificato dall'utente. L'identificativo riconosciuto dal sistema per il tipo di oggetto è *IMGCLG. Il catalogo immagini può avere i seguenti stati: Pronto Tutte le voci del catalogo immagini montato e caricato sono disponibili per essere utilizzate dall'unità di memoria virtuale. Il catalogo immagini può essere reso pronto utilizzando il comando LODIMGCLG (Caricamento catalogo immagini) con il parametro OPTION(*LOAD). Non pronto Nessuna delle voci del catalogo immagini presenti nel catalogo immagini è disponibile per essere utilizzata dall'unità di memoria virtuale. È possibile visualizzare o modificare i cataloghi immagini utilizzando il comando WRKIMGCLG (Gestione cataloghi immagini). Protezione da scrittura Lo stato Protezione da scrittura indica se è stato abilitato o meno l'interruttore di protezione da scrittura per una voce del catalogo immagini. Di seguito vengono indicati gli stati per la protezione da scrittura: Y La protezione da scrittura è impostata per la voce del catalogo immagini. Non è possibile scrivere sull'immagine virtuale associata alla voce del catalogo immagini. N La protezione da scrittura non è impostata per la voce del catalogo immagini. È possibile scrivere sull'immagine virtuale associata alla voce del catalogo immagini. Solo per uso delle unità ottiche Nota: se l'accesso per una voce del catalogo delle immagini ottiche è *READWRITE, sarà l'utente a impostare l'interruttore di protezione da scrittura su Y o N. Se l'accesso per la voce del catalogo delle immagini ottiche è *READONLY, l'interruttore di protezione da scrittura è sempre impostato su Y. È possibile visualizzare o modificare le voci del catalogo immagini utilizzando il comando WRKIMGCLGE (Gestione voci catalogo immagini). Il comando WRKIMGCLGE indica se il catalogo immagini è in uno stato Pronto o Non pronto ed è possibile utilizzare questo comando per modificare le voci del catalogo immagini se il catalogo immagini è in uno stato pronto o non pronto. Soluzioni di memoria 151 È possibile modificare lo stato delle voci utilizzando il comando LODIMGCLGE (Caricamento/ Scaricamento/Montaggio voce IMGCLG) o immettendo GO IMGCLG su una riga comandi. Per modificare gli altri attributi di una voce, è necessario utilizzare il comando CHGIMGCLGE (Modifica voce catalogo immagini). Immagine virtuale Un'immagine virtuale è un oggetto che contiene i dati che di solito si trovano sul supporto fisico. L'immagine virtuale è un file di flusso che risiede nell'IFS (integrated file system). In uno scenario di backup e ripristino, è inoltre possibile estendere le immagini virtuali. Riferimenti correlati: Work with Image Catalogs (WRKIMGCLG) command Work with Catalog Entries (WRKIMGCLGE) command Load/Unload/Mount IMGCLG Entry (LODIMGCLGE) command Informazioni correlate: Riferimento alla sicurezza Vantaggi della memoria virtuale La memoria virtuale può essere utile per eliminare gli errori del supporto e l'intervento dell'utente e può aumentare la disponibilità del sistema. La memoria virtuale fornisce anche i seguenti vantaggi: Distribuzione elettronica È possibile utilizzare la memoria virtuale per semplificare la distribuzione software e dei dati creando immagini nastro, CD o DVD sul sistema. È possibile distribuire elettronicamente queste immagini utilizzando l'FTP (file transfer protocol), FTP SSL, o altri metodi elettronici. Sul sistema che riceve le immagini, è possibile montare le immagini in un'unità virtuale per un accesso facilitato. Inoltre, è possibile ricevere o distribuire elettronicamente le PTF (programming temporary fix). Firma dell'oggetto È possibile proteggere un'immagine virtuale fornendogli una firma digitale; IBM i fornisce il supporto per l'utilizzo dei certificati digitali per firmare digitalmente gli oggetti. Una firma digitale su un oggetto viene creata utilizzando una forma di crittografia ed è simile a una firma personale su un documento scritto. È necessario creare una firma digitale per utilizzare la firma dell'oggetto e la verifica della firma. Creazione CD, DVD e nastro È possibile utilizzare la memoria virtuale per creare il supporto reale utilizzando i comandi DUPOPT e DUPTAP per duplicare le immagini virtuali sul supporto fisico. Informazioni correlate: Object signing and signature verification Shadow del catalogo Utilizzare lo shadow per creare una copia di un catalogo immagini esistente. Utilizzare il comando CRTIMGCLG (Creazione catalogo immagini) per creare una copia di un catalogo immagini. Il catalogo immagini di riferimento contiene informazioni relative alle immagini. Il catalogo immagini dipendente è una copia del catalogo immagini di riferimento creata nel momento in cui è stato eseguito il comando CRTIMGCLG (Creazione catalogo immagini). 152 IBM i: Soluzioni di memoria Utilizzare questo comando per creare un catalogo immagini dipendente del proprio catalogo di riferimento: CRTIMGCLG IMGCLG(dipendente) DIR(*refimgclg) REFIMGCLG(riferimento) È possibile che siano presenti fino a 35 cataloghi dipendenti pronti che puntano ad un catalogo di riferimento. A ciascuno dei cataloghi di riferimento nastro è possibile accedere in modalità di scrittura e di sola lettura. Tuttavia, i cataloghi immagini di riferimento ottico e tutti i cataloghi immagini dipendenti sono di sola lettura e possono essere utilizzati per operazioni di ripristino. Per eliminare il catalogo di riferimento o per eliminare un file immagine, è necessario eliminare prima tutti i cataloghi immagine dipendenti. Il nome del volume per i cataloghi dipendenti ottici ha un prefisso composto da 4 caratteri. Il prefisso viene aggiunto dopo che il catalogo dipendente ottico viene reso pronto. Utilizzare il comando WRKIMGCLGE (Gestione voci catalogo immagini) per individuare il nome del volume dipendente ottico. Nastro virtuale IBM i Il nastro virtuale IBM i fornisce molti miglioramenti al sistema. Fornisce una disponibilità maggiore, tempi di backup più brevi e ulteriori vantaggi. Le immagini del nastro virtuale vengono memorizzate nei file di flusso sulle unità disco del sistema. I v v v vantaggi del nastro virtuale includono quanto segue: Il nastro virtuale fornisce una disponibilità migliorata rispetto ai precedenti formati del supporto. Il tempo del backup è più rapido. Se durante un backup sono necessari ulteriori volumi, vengono creati automaticamente. v Il nastro virtuale supporta più operazioni simultanee di lettura dallo stesso volume nastro virtuale. Le unità nastro virtuale possono eseguire le stesse attività del nastro fisico ad eccezione dell'esecuzione del comando SAVSTG (Salvataggio memoria). Voce del catalogo immagini per la memoria nastro virtuale Una voce del catalogo immagini visualizza le informazioni relative al volume virtuale nell'ambito di un catalogo immagini e contiene le informazioni su un'immagine virtuale ubicata nell'indirizzario del catalogo immagini. Esempi di informazioni della voce del catalogo immagini sono il nome file dell'immagine virtuale, l'identificativo del volume, la posizione di indice nel catalogo, le informazioni di accesso, le informazioni di protezione da scrittura e una descrizione testuale per l'immagine. Gli stati possibili di una voce del catalogo immagini sono: Montato L'immagine virtuale associata alla voce del catalogo immagini selezionata è attiva o caricata nell'unità virtuale. L'immagine virtuale montata è specificata selezionando *MOUNTED nel parametro di utilizzo del volume. Solo un volume nastro virtuale per volta può essere nello stato montato. Caricato Il volume nastro virtuale associato alla voce del catalogo immagini selezionata è disponibile per l'uso per l'unità nastro virtuale. Scaricato L'immagine virtuale associata alla voce del catalogo immagini selezionata non è disponibile per l'uso per l'unità nastro virtuale. Soluzioni di memoria 153 Successivo Questa voce del catalogo immagini è quella successiva che viene montata quando si emette un comando che specifica un volume *MOUNTED per utilizzare l'unità nastro virtuale. Se il catalogo immagini si trova in uno stato pronto, tali stati rappresentano lo stato corrente della voce del catalogo immagini. Se il catalogo immagini si trova in uno stato non pronto, tali stati rappresentano lo stato della voce del catalogo immagini quando il catalogo immagini viene posto nello stato pronto. Estensione del volume per la memoria nastro virtuale L'estensione si verifica quando i volumi dispongono di file che continuano da un volume all'altro. Quando un'operazione di salvataggio estende un volume, interrompe momentaneamente il processo di salvataggio quando la parte corrente del supporto utilizzato esaurisce lo spazio e continua l'operazione di salvataggio sulla parte successiva del supporto. Nel contesto del backup e del ripristino, un volume è il supporto che si utilizza per il salvataggio dei dati. Quando si esegue un'operazione di salvataggio e si estendono le immagini virtuali, la serie di più volumi delle immagini virtuali si comporta come una serie di più volumi di qualsiasi forma di supporto reale. Nota: l'estensione del volume non è supportata quando l'unità nastro virtuale viene utilizzata da un'altra partizione. Un vantaggio nell'utilizzare la memoria virtuale per un'operazione di backup è che se si dispone di spazio su disco sufficiente, è possibile eseguire backup non presidiati senza l'utilizzo di un caricatore automatico del supporto o di una libreria di supporti. Come per le unità reali, quando si estendono i volumi delle immagini virtuali, è possibile specificare un elenco di volumi o specificare *MOUNTED per il parametro VOL su tutti i comandi di salvataggio. Se si specifica un elenco di volumi, il sistema monta i volumi delle immagini virtuali, se necessari. In entrambi i casi, è necessario fornire volumi sufficienti per completare l'operazione di salvataggio. Se *MOUNTED viene specificato, viene utilizzato il volume montato. Se non vi sono volumi montati, viene automaticamente montato il successivo volume caricato nel catalogo immagini viene. Se *MOUNTED viene specificato per un'operazione di salvataggio, viene automaticamente creato un nuovo volume quando viene raggiunta la fine del catalogo immagini. Se un elenco dei volumi viene specificato per un'operazione di salvataggio, viene visualizzato il messaggio CPA6798 al completamento dell'elenco dei volumi. A quel punto è possibile fornire un nuovo volume. Nota: se il nuovo volume specificato in risposta al messaggio CPA6798 non esiste o se viene specificato *GEN, viene automaticamente creato un nuovo volume. Se si consente al sistema di creare un nuovo volume, il sistema effettua le seguenti operazioni: v Aggiunge un volume *NEW e lo inserisce nella posizione 256 nel catalogo immagini v Monta il volume nell'unità virtuale v Continua il salvataggio Quando il sistema crea un nuovo volume, il sistema attribuisce un nome alla nuova immagine virtuale. Il sistema inserisce sempre la nuova immagine virtuale nella posizione 256 del catalogo immagini. La dimensione della nuova immagine virtuale è impostata su 1000000 MB con ALCSTG (Assegnazione memoria)(*MIN). Il precedente volume viene spostato in una posizione antecedente. 154 IBM i: Soluzioni di memoria La seguente tabella mostra un esempio di ciò che accade quando il sistema aggiunge un nuovo volume durante un'operazione di salvataggio a un catalogo immagini in cui Vol001 e Vol002 esistevano prima dell'avvio dell'operazione di salvataggio. Indice Nome volume Nome immagine virtuale Numero di sequenza volume Dimensione Descrizione 1 Vol001 File1 1 1000 MB Salvataggio 1 2 Vol002 File2 2 1000 MB Salvataggio 1 256 GEN001 GEN001 3 1 000 000 MB Creato il 31 dicembre 2007 15:38:29 Pianificazione della memoria nastro virtuale Quando si utilizza il nastro virtuale, è necessario considerare i requisiti e la preparazione. Per preparare l'utilizzo della memoria nastro virtuale, è necessario considerare i seguenti elementi: v Se si dispone dell'autorizzazione per creare le immagini virtuali v Lo spazio su disco disponibile | Poiché le immagini virtuali vengono memorizzate sulle unità disco, possono utilizzare rapidamente lo spazio su disco. È fondamentale determinare se si dispone di spazio su disco sufficiente. La dimensione minima per un volume di file di immagini nastro è 48 MB. La dimensione massima consentita è 1000000 MB. Per determinare la quantità di spazio su disco disponibile, attenersi alla seguente procedura: 1. Da IBM Navigator per i, espandere Configurazione e servizi > Lotti dischi. 2. Fare clic con il tasto destro del mouse sul Lotto di dischi che si desidera visualizzare e selezionare Proprietà. 3. Selezionare il separatore Capacità. La pagina Capacità visualizza lo spazio utilizzato, lo spazio disponibile, la capacità totale, la soglia e la percentuale di spazio su disco utilizzato per il lotto di dischi. Nota: il valore predefinito della Soglia ASP catalogo è impostato su *CALC. Questo valore imposta la soglia della memoria consentita per il nastro virtuale affinché sia al massimo il 95% o 5 GB di spazio disponibile restante nell'ASP. L'operazione del nastro viene arrestata con un errore di fine supporto quando viene raggiunta la soglia della memoria massima consentita per il nastro virtuale. Per determinare lo spazio libero, è anche possibile utilizzare il comando WRKDSKSTS (Gestione stato del disco). Se è necessario liberare spazio su disco, attenersi alla seguente procedura: 1. Rimuovere i volumi inutilizzati del nastro virtuale tramite il comando RMVIMGCLGE KEEP(*NO) (Rimozione voce catalogo immagini). 2. Liberare lo spazio non utilizzato all'interno del volume nastro virtuale esistente utilizzando il parametro Assegnazione memoria (ALCSTG)(*MIN) del comando CHGIMGCLGE (Modifica voce catalogo immagini) oppure liberare lo spazio non utilizzato all'interno di tutti i volumi nastro virtuali in un catalogo immagini utilizzando CHGIMGCLG ALCSTG(*MIN). 3. Cancellare gli oggetti non utilizzati. 4. Salvare gli oggetti specificando STG(*FREE). 5. Salvare le versioni della vecchia registrazione di QHST che non sono attualmente usate e, quindi, cancellarle. 6. Stampare o cancellare i file di spool sul sistema. v Il numero di volumi di immagini virtuali necessari Per determinare il numero di volumi necessari, attenersi alla seguente procedura: 1. Determinare la quantità di dati che si intende memorizzare. Soluzioni di memoria 155 2. Determinare la dimensione di ciascuna immagine virtuale. Determinare la dimensione dell'immagine in base all'operazione che si desidera eseguire con il file di immagini nastro. Mantenere i file di piccole dimensioni se si desidera trasferirli elettronicamente a un altro sistema. v La dimensione massima di blocco supportata dall'unità nastro fisica in cui il volume nastro fisico verrà salvato v Il profilo utente utilizzato per creare i volumi nastro virtuale deve disporre dell'attributo Memoria massima consentita impostato su *NOMAX Informazioni correlate: Work with Disk Status (WRKDSKSTS) command Ripulitura dello spazio di memoria su disco Impostazione della memoria nastro virtuale Attenersi alla seguente procedura per impostare la memoria nastro virtuale. Se non si dispone già di un'unità nastro virtuale di tipo 63B0, crearne una e attivarla: CRTDEVTAP DEVD(TAPVRT01) RSRCNAME(*VRT) VRYCFG CFGOBJ(TAPVRT01) CFGTYPE(*DEV) STATUS(*ON) Nota: è possibile disporre di un massimo di 35 unità nastro virtuali attive alla volta. | Creazione di un'unità virtuale tramite IBM Navigator per i | Per creare unità virtuali tramite IBM Navigator per i, effettuare le seguenti operazioni: | 1. In IBM Navigator per i, espandere Configurazione e servizi > Tutte le attività > Unità nastro > Crea unità virtuale. | | 2. Per creare un'unità virtuale, seguire le istruzioni. | Creazione di un catalogo immagini utilizzando IBM Navigator per i | Per creare le immagini virtuali utilizzando IBM Navigator per i, attenersi alla seguente procedura: | 1. In IBM Navigator per i, espandere Configurazione e servizi > Tutte le attività > Unità nastro > Creare catalogo immagini. | | 2. Per creare un catalogo immagini, seguire le istruzioni. Creazione di un catalogo immagini e aggiunta dei volumi utilizzando la riga comandi di IBM i I seguenti esempi mostrano come creare un catalogo immagini ed aggiungere volumi utilizzando il comando CRTIMGCLG. | | | | | | | Questo esempio mostra come creare un catalogo immagini e più volumi virtuali con attributi diversi. v CRTIMGCLG IMGCLG(CLG1) DIR(’/CLG1DIR’) Type(*TAP) TYPE(*TAP)(Creazione di un catalogo nastro vuoto). v ADDIMGCLGE IMGCLG(CLG1) FROMFILE(*NEW) TOFILE(VOL001) IMGSIZ(5000) VOLNAM(VOL001) (Aggiunta di 1 nuovo volume nastro con una dimensione di 5GB). v ADDIMGCLGE IMGCLG(CLG1) FROMFILE(*NEW) TOFILE(VOL002) IMGSIZ(100000) VOLNAM(VOL002) (Aggiunta di 1 nuovo volume nastro con una dimensione di 100GB). | Questo esempio mostra come creare un catalogo immagini e più volumi virtuali con gli stessi attributi. | v CRTIMGCLG IMGCLG(CLG1) DIR(’/CLG1DIR’) TYPE(*TAP) ADDVRTVOL(10) PREFIX(VOL) IMGSIZ(5000) (Creazione di un catalogo immagini con 10 volumi nastro da 5GB). | | Concetti correlati: “Formattazione di immagini nastro virtuali” a pagina 159 Il parametro (formato) densità limita la dimensione blocco che è possibile scrivere in un volume nastro 156 IBM i: Soluzioni di memoria virtuale in modo che il volume sia compatibile per la duplicazione nell'unità nastro fisico. Informazioni correlate: Supporto nastro Backup del sistema Recovering your system Create Image Catalog (CRTIMGCLG) Preparazione di un catalogo immagini nastro per installare il software Gestione del nastro virtuale Informazioni sulle operazioni necessarie per gestire il nastro virtuale. Esecuzione di una operazione di salvataggio Per salvare nella memoria nastro virtuale, consultare la sezione sul supporto nastro virtuale. Esecuzione di una operazione di ripristino Per il ripristino da una memoria nastro virtuale, consultare la sezione sul ripristino del sistema. Duplicazione del nastro virtuale in un supporto fisico Quando si duplicano i volumi nastro virtuali in unità nastro fisiche, è necessario verificare che i volumi nastro virtuali siano creati utilizzando una dimensione blocco compatibile con l'unità nastro fisica. La densità (formato) dei volumi nastro virtuali è utilizzata per controllare la dimensione massima per i blocchi di dati sul volume nastro virtuale. Per determinare la dimensione blocco supportata dall'unità nastro, consultare la sezione sulla formattazione delle immagini nastro virtuale. Utilizzo dei volumi in cataloghi immagini dipendenti Un catalogo dipendente fornisce una vista di sola lettura dei volumi nastro virtuali presente nel catalogo immagini di riferimento. Ad esempio, se esiste un catalogo immagini denominato JOE, è possibile immettere il seguente comando nella riga comandi per creare un catalogo immagini dipendente basato sul catalogo immagini JOE: CRTIMGCLG IMGCLG(JOEDEP) DIR(*REFIMGCLG) TYPE(*TAP) REFIMGCLG(JOE) È possibile accedere a tutti i volumi nel catalogo immagini di riferimento (JOE) quando il catalogo immagini dipendente (JOEDEP) è montato in un'unità nastro virtuale separata. I cataloghi immagini dipendenti non sono sincronizzati con le modifiche supplementari eseguite nel catalogo immagini di riferimento. È possibile creare più cataloghi immagini dipendenti che indicano tutti lo stesso catalogo di riferimento. È possibile montare lo stesso volume nastro virtuale in diverse unità virtuali contemporaneamente mediante l'utilizzo di cataloghi immagini dipendenti. Tale procedura di montaggio consente a più utenti di utilizzare lo stesso volume nastro virtuale per le operazioni di immissione contemporaneamente. Non è possibile montare contemporaneamente un volume per la sola lettura e per la lettura e scrittura. Un volume già montato in un'unità da un catalogo dipendente non può essere montato in un'unità diversa da un catalogo di riferimento. Un volume già montato in un'unità da un catalogo di riferimento non può essere montato in un'unità diversa da un catalogo dipendente. Utilizzo del nastro virtuale da altre partizioni o da un server collegato a iSCSI Una partizione ospite Linux o un server collegato a iSCSI possono utilizzare le unità nastro virtuali e il volume attualmente montato. La partizione host IBM i deve montare il volume nastro virtuale prima di poter essere utilizzato da un'altra partizione o da un server collegato a iSCSI. 1. Verificare che il parametro Scarico unità a disattivazione nella descrizione dell'unità nastro virtuale sia impostato su *NO. 2. Montare il volume virtuale nell'unità nastro virtuale utilizzando i comandi del catalogo immagini. 3. Verificare che la densità del volume virtuale sia *VRT256K. Soluzioni di memoria 157 4. Disattivare l'unità nastro virtuale. Nota: il volume virtuale è ancora montato. L'altra partizione o l'altro server collegato a iSCSI ora può utilizzare il volume nastro virtuale montato precedentemente attraverso l'I/E virtuale nell'unità nastro virtuale. L'altra partizione o l'altro server collegato a iSCSI può utilizzare solo il volume montato perché l'estensione del volume non è supportata. L'unità nastro virtuale è configurata come unità nastro 3580 modello 002 nelle altre partizioni o nei server collegati a iSCSI. Nota: non utilizzare i comandi del catalogo immagini per rimuovere o modificare i volumi nastro virtuali mentre sono utilizzati da altre partizioni. Ulteriori informazioni. Integrazione di IBM i con i server Integrated server through iSCSI Utilizzo dei volumi nastro virtuali negli ASP utente 1. Creare un file system definito dall'utente per l'ASP utente che può essere reso visibile al resto dello spazio del nome dell'IFS (Integrated File System). v CRTUDFS UDFS('/dev/qaspXX/aspXX.udfs'), dove XX è il numero ASP 2. Aggiungere un nuovo indirizzario al sistema che sarà utilizzato come indirizzario del punto di montaggio per il file system definito dall'utente creato nella fase 1. v MKDIR DIR('/your-path') per creare un indirizzario del punto di montaggio 3. Rendere accessibili gli oggetti nel file system definito dall'utente allo spazio del nome dell'IFS (Integrated File System). L'indirizzario del punto di montaggio è assegnato come prima parte del nome percorso, utilizzata per accedere agli oggetti. v MOUNT TYPE(*UDFS) MFS('/dev/qaspXX/aspXX.udfs') MNTOVRDIR(your-path) Nota: ogni elemento creato in '/your-path' viene creato nell'UDFS. 4. Utilizzare il comando CRTIMGCLG per creare un catalogo immagini con il punto di montaggio nella prima parte del nome percorso. v CRTIMGCLG IMGCLG(USERASP) DIR('/your-path/image-directory') TYPE(*TAP) Nota: non è possibile specificare solo l'indirizzario del punto di montaggio quando si specifica un nome percorso con il comando CRTIMGCLG. Il nome percorso deve includere un indirizzario sotto l'indirizzario del punto di monraggio. Utilizzo dei volumi nastro virtuali in un lotto di dischi indipendente Per utilizzare un volume nastro virtuale in un lotto di dischi indipendente, specificare il nome unità del lotto di dischi come prima parte del nome percorso dell'IFS (Integrated File System). Il lotto di dischi indipendente deve essere attivato prima di poter utilizzare i volumi nastro virtuali. Attributi *ALWSAV dei file di immagini Quando il catalogo immagini si trova in uno stato pronto, tutte le immagini del catalogo relativo dispongono di un valore di attributo *ALWSAV *NO con il comando CHGATR. Ciò non consente di salvare le immagini mediante il comando SAV (Salvataggio oggetto) o l'API QsrSave. Quando il catalogo immagini non si trova in uno stato pronto, tutte le immagini del catalogo relativo dispongono di un valore di attributo *ALWSAV *YES. Ciò consente di salvare le immagini. Il comando CHGATR viene utilizzato per modificare l'attributo Consentire salvataggio dei volumi virtuali nell'IFS (Integrated File System). v CHGATR OBJ('/tape/catalog1') ATR(*ALWSAV) VALUE(*NO) Concetti correlati: 158 IBM i: Soluzioni di memoria “Formattazione di immagini nastro virtuali” Il parametro (formato) densità limita la dimensione blocco che è possibile scrivere in un volume nastro virtuale in modo che il volume sia compatibile per la duplicazione nell'unità nastro fisico. Informazioni correlate: Recovering your system Supporto nastro virtuale Formattazione di immagini nastro virtuali: Il parametro (formato) densità limita la dimensione blocco che è possibile scrivere in un volume nastro virtuale in modo che il volume sia compatibile per la duplicazione nell'unità nastro fisico. v I volumi con una densità *VRT256K utilizzano una dimensione blocco ottimale e massima di 256 KB. v I volumi con una densità *VRT240K utilizzano una dimensione blocco ottimale e massima di 240 KB. v I volumi con una densità *VRT64K utilizzano una dimensione blocco ottimale e massima di 64 KB. v I volumi con una densità *VRT32K non utilizzano una dimensione blocco ottimale e massima e sono compatibili con tutte le unità. Nota: l'applicazione che utilizza l'unità nastro controlla la dimensione blocco reale utilizzata quando i dati sono scritti in un volume nastro virtuale. Un'applicazione può scrivere blocchi di dati in volumi nastro virtuali inferiori rispetto alla dimensione blocco massima. | | | | | | | | Non è possibile copiare il supporto nastro virtuale in un supporto fisico se si sceglie una dimensione blocco incompatibile. Verificare di avere scelto una densità nastro virtuale con una dimensione blocco compatibile con le unità nastro fisiche sul sistema eseguendo una delle seguenti operazioni: v Per le unità libreria nastro in IBM Navigator per i, espandere Configurazione e servizi > Tutte le attività > Unità nastro > Librerie nastro > Risorse nastro. Successivamente, fare clic con il tasto destro del mouse sull'unità che si desidera visualizzare e selezionare Proprietà per visualizzare le dimensioni blocchi supportate per l'unità nastro. v Per le unità nastro autonome in IBM Navigator per i, espandere Configurazione e servizi > Tutte le attività > Unità nastro > Unità autonome. Successivamente, fare clic con il tasto destro del mouse sull'unità che si desidera visualizzare e selezionare Proprietà per visualizzare le dimensioni blocchi supportate per l'unità nastro. v Salvare una piccola libreria nell'unità nastro fisica con il parametro USEOPTBLK impostato su *YES. Immettere DSPTAP DATA(*LABELS) su una riga comandi e fare riferimento al campo Lunghezza blocco per visualizzare la dimensione blocco utilizzata. Nota: il comando Inizializzazione nastro (INZTAP) rende inaccessibili per l'unità nastro virtuale tutti i dati presenti nel volume nastro virtuale. Il comando INZTAP con il parametro CLEAR(*YES) può essere utilizzato per eliminare tutti i dati esistenti in un volume nastro virtuale, ma è preferibile utilizzarlo solo in caso di problemi relativi alla sicurezza per i dati esistenti, in quanto tale operazione può richiedere molto tempo e utilizza importanti risorse di sistema. Concetti correlati: “Impostazione della memoria nastro virtuale” a pagina 156 Attenersi alla seguente procedura per impostare la memoria nastro virtuale. “Gestione del nastro virtuale” a pagina 157 Informazioni sulle operazioni necessarie per gestire il nastro virtuale. Trasporto di immagini virtuali su un altro sistema: Utilizzare queste istruzioni per spostare le immagini virtuali tra sistemi. Soluzioni di memoria 159 Un vantaggio dell'utilizzo della memoria nastro virtuale è la possibilità di utilizzare le copie di un'immagine virtuale su più di un sistema. Per trasportare un'immagine virtuale nei sistemi, utilizzare uno dei metodi riportati di seguito: | FTP | È possibile trasferire un'immagine virtuale tra i sistemi mediante FTP (File Transfer Protocol). Per utilizzare FTP, è necessario che TCP/IP sia impostato e in esecuzione e sul sistema. | | | | Questo esempio mostra come trasferire un catalogo immagini nastro virtuale con immagini nastro su un sistema IBM i remoto. Sul sistema remoto, creare un indirizzario per memorizzare il nastro virtuale. CRTDIR myimgclgdir1 | | | | | | | Sul sistema locale, effettuare le seguenti operazioni. | | | Al termine del trasferimento, utilizzare il seguente comando sul sistema remoto per creare un nuovo catalogo immagini con le immagini trasferite. ftp REMOTESYSTEM binary namefmt 1 cd /myimgclgdir1 lcd /myimgclgdir1 mput * * (Andare all’indirizzario creato sul sistema remoto per memorizzare le immagini del nastro virtuale). (Andare all’indirizzario sul sistema locale che contiene le immagini del nastro virtuale che si desidera trasferire). (Trasferire tutte le immagini del nastro virtuale e il file del catalogo immagini sul sistema remoto). CRTIMGCLG IMGCLG(NEWCLG) DIR(’/myimgclgdir1’) TYPE(*TAP) IMPORT(*YES) System i Navigator È possibile utilizzare System i Navigator per trasferire i file tra i sistemi trascinando il file da un sistema ad un altro. È anche possibile utilizzare Management Central per spostare i file. Management Central è una suite di funzioni che semplifica la gestione di più sistemi rendendola pari alla gestione di un singolo sistema. Lotto di dischi indipendente Utilizzare un lotto di dischi indipendente per condividere le immagini virtuali tra i sistemi. Immettere il seguente comando in una riga comandi per creare un nuovo catalogo immagini per accedere ai volumi virtuali memorizzati in un indirizzario all'interno di un lotto di dischi indipendente: CRTIMGCLG IMGCLG(MYCATALOG) DIR(’/MYIASPNAME/mycatalogdir’) TYPE(*TAP) IMPORT(*YES) Informazioni correlate: Transferring files with File Transfer Protocol FTP Modifica della protezione da scrittura per le voci del catalogo immagini del nastro virtuale: Utilizzare queste informazioni per modificare la protezione da scrittura per il supporto nastro virtuale. Tutte le voci del catalogo immagini includono un interruttore di protezione da scrittura che funziona nello stesso modo dell'interruttore di protezione da scrittura posizionato sul supporto reale. L'impostazione predefinita è che la voce del catalogo immagini non è protetta da scrittura. Nota: tutte le voci catalogo immagini nei cataloghi dipendenti sono protette da scrittura. Per impostazione predefinita, quando si aggiunge una nuova voce a un catalogo immagini, la voce non è protetta da scrittura. Dopo aver aggiunto una voce a un catalogo immagini, è possibile modificare la protezione da scrittura con il comando CHGIMGCLGE (Modifica voce catalogo immagini). 160 IBM i: Soluzioni di memoria Per modificare una voce del catalogo immagini affinché non sia protetta da scrittura, immettere il seguente comando, dove il nome del catalogo immagini è MYCAT e l'indice del catalogo immagini è 3: CHGIMGCLGE IMGCLG(MYCAT) IMGCLGIDX(3) WRTPTC(*YES) Per modificare una voce del catalogo immagini affinché non sia protetta da scrittura, immettere il seguente comando dove il nome del catalogo immagini è MYCAT e l'indice del catalogo immagini è 3: CHGIMGCLGE IMGCLG(MYCAT) IMGCLGIDX(3) WRTPTC(*NO) Utilizzo delle immagini virtuali in un catalogo immagini: Utilizzare il comando LODIMGCLG (Caricamento o scaricamento del catalogo immagini) per associare un catalogo immagini e le relative immagini a un'unità nastro virtuale. Per utilizzare le immagini virtuali in un catalogo immagini, immettere il seguente comando per caricare il catalogo immagini nell'unità virtuale: LODIMGCLG IMGCLG(MYCATALOG) DEV(TAPVRT01) Aggiunta di volumi nastro virtuali: Utilizzare il comando ADDIMGCLGE (Aggiunta voce catalogo immagini) per aggiungere volumi nastro virtuali ad un catalogo immagini. Aggiunta di file su nastro virtuale esistenti ad un catalogo immagini Per aggiungere immagini ad un file immagine in un indirizzario di catalogo immagini, immettere le seguenti informazioni su una riga comandi: ADDIMGCLGE IMGCLG(MYCATALOG) FROMFILE(vol001) TOFILE(*fromfile) Ripetere tale operazione per ciascun file nell'indirizzario del catalogo. Creazione di nuovi volumi nastro virtuali Per creare nuovi volumi nastro virtuali, immettere le seguenti informazioni su una riga comandi: ADDIMGCLGE IMGCLG(MYCATALOG) FROMFILE(*NEW) VOLNAM(VOL001) Messaggi di errore della memoria nastro virtuale Di solito, quando si verifica un errore con la memoria nastro virtuale, l'operazione si arresta e si riceve un messaggio di interrogazione o di uscita. Il messaggio indica che c'è un errore nel volume in fase di elaborazione e fornisce le istruzioni di ripristino. Per il ripristino, attenersi alle istruzioni nel messaggio di interrogazione o di uscita. I messaggi di interrogazione e di uscita più comuni che si verificano con la memoria nastro virtuale sono: Messaggi di interrogazione CPA4262 Il volume &5 sull'unità &4 è protetto da scrittura (C R). CPA6745 Il volume sull'unità &4 è protetto da scrittura (C R). CPAB8E6 L'unità &1 non può essere disattivata in questo momento. Soluzioni di memoria 161 Questo messaggio viene inviato quando si tenta di disattivare un lotto disco indipendente che contiene un volume virtuale in uso da un'unità nastro virtuale attiva. Il comando WKRASPJOB (Gestione lavori ASP) può essere utilizzato per determinare quali lavori utilizzano il lotto dischi indipendente. Messaggi di uscita CPF415B Elenco unità non valido. Impossibile specificare più descrizioni unità durante l'utilizzo del nastro virtuale. CPF41B0 È stato specificato un nome catalogo immagini errato. CPF41B3 Non sono disponibili ulteriori volumi da montare dal catalogo. È stato specificato VOL(*MOUNTED) e l'ultimo volume nastro virtuale accessibile nel catalogo è stato già utilizzato e scaricato. CPF41B4 Volume nastro virtuale non disponibile. Il volume specificato è nello stato Scaricato. CPF41B5 Volume nastro virtuale non trovato. CPF4371 L'unità non è operativa. Questo messaggio viene inviato quando si verifica un errore non previsto. Le cause possibili sono le seguenti: v Il file di flusso del volume virtuale è stato rimosso mentre era in uso. v Un'operazione di disattivazione forzata è stata eseguita su un ASP indipendente che contiene un volume nastro virtuale che era in uso. Per eliminare l'errore, e necessario disattivare la descrizione dell'unità nastro virtuale e nuovamente attivarla con il comando VRYCFG con il parametro RESET(*YES). CPF4373 Fine del nastro nell'unità. Questo messaggio viene inviato quando la soglia della memoria dell'ASP che contiene il volume nastro virtuale supera la memoria massima consentita per il nastro virtuale oppure quando viene superata la soglia consentita della memoria massima del profilo utente che possiede il volume nastro virtuale e non è possibile assegnare memoria aggiuntiva per continuare l'operazione. La memoria consentita predefinita per il nastro virtuale è al massimo il 95% o 5 GB di spazio disponibile restante nell'ASP. È possibile utilizzare il valore soglia ASP del catalogo per modificare la memoria massima consentita. CPF6760 L'unità &1 non è pronta. Questo errore viene riportato quando non è possibile montare il volume virtuale richiesto. Di solito, questo errore si verifica quando il volume virtuale richiesto è stato già montato in una diversa unità virtuale mediante un riferimento o un catalogo immagini dipendente e il montaggio non è consentito. CPF67F5 Cartuccia o nome volume virtuale duplicato. Per visualizzare uno di questi messaggi, immettere DSPMSGD CPFxxxx in una riga comandi e premere Invio. 162 IBM i: Soluzioni di memoria Messaggi diagnostici CPDBC04 Errore sul comando &3 durante la funzione nastro virtuale &2. Codice errore 26. Il codice errore 26 viene inviato quando non è possibile elaborare un comando di montaggio o modifica di un volume virtuale poiché il volume è al momento montato in un'unità. Il volume deve essere scaricato o smontato dall'unità in cui si trova al momento, prima del completamento del comando. Nota: se il volume virtuale è stato utilizzato da un'altra partizione e viene lasciato montato, è possibile allora che non vi siano cataloghi immagini che mostrano che il volume è nello stato montato. Per scaricare il volume nastro virtuale è possibile utilizzare il comando CHKTAP con ENDOPT(*UNLOAD). Memoria ottica virtuale IBM i Quando si utilizza la memoria ottica virtuale IBM i, si creano immagini che esistono sulle unità disco del sistema o nel file system di rete. È possibile utilizzare le immagini ottiche virtuali per effettuare le seguenti attività: v Installare un software, come ad esempio il LIC (Licensed Internal Code - Microprogramma interno su licenza), le PTF (program temporary fix), IBM i e i programmi su licenza. v Distribuire il software v Eseguire i backup v Creare il supporto di distribuzione per il sito centrale v Creare il supporto Salvataggio programmi su licenza v Copiare i dati critici nel supporto di archiviazione Modalità del catalogo immagini Un catalogo immagini può essere caricato in un'unità ottica virtuale in modalità autonoma o libreria. In modalità libreria, l'unità virtuale può essere utilizzata come libreria ottica virtuale in cui tutte le immagini del catalogo immagini sono disponibili e accessibili simultaneamente. La modalità del catalogo immagini viene specificata con la parola chiave LIBMODE nel comando LODIMGCLG. LIBMODE(*NO) è l'impostazione predefinita. Per i cataloghi immagini in stato Pronto, la modalità corrente può essere visualizzata utilizzando il pannello WRKIMGCLG e F11=Vista relazioni. Per ulteriori informazioni consultare il comando WRKIMGCLG. Modalità autonoma Quando il catalogo immagini selezionato viene caricato in modalità autonoma, l'immagine virtuale in stato montato è l'unica immagine virtuale nel catalogo che può essere visualizzata nell'unità virtuale utilizzando il comando WRKIMGCLGE (Gestione voci di catalogo) o WRKOPTVOL (Gestione volumi ottici). Il seguente comando è un esempio di caricamento del catalogo immagini nell'unità ottica virtuale in modalità autonoma. LODIMGCLG IMGCLG(MYIMAGECATALOG) DEV(OPTVRT01) LIBMODE(*NO). Modalità libreria Quando il catalogo immagini selezionato viene caricato in modalità libreria, tutte le immagini virtuali del catalogo che sono in stato montato o disponibile possono essere visualizzate nell'unità virtuale utilizzando il comando WRKIMGCLGE (Gestione voci di catalogo) o WRKOPTVOL (Gestione volumi ottici). Il seguente comando è un esempio di caricamento del catalogo immagini nell'unità ottica virtuale in modalità libreria. LODIMGCLG IMGCLG(MYIMAGECATALOG) DEV(OPTVRT01) LIBMODE(*YES) Soluzioni di memoria 163 Il caricamento di un catalogo immagini in un'unità ottica virtuale in modalità libreria richiede un'offerta IBM Lab Services. Consultare il sito web della memoria ottica per ulteriori informazioni sull'utilizzo dei cataloghi immagini ottici in modalità libreria come libreria supporto. Voce del catalogo immagini per la memoria ottica virtuale Una voce del catalogo immagini è una posizione nell'ambito di un catalogo immagini e contiene le informazioni su un'immagine virtuale ubicata nell'indirizzario del catalogo immagini. Esempi di informazioni della voce del catalogo immagini sono il nome file dell'immagine virtuale, l'identificativo del volume, la posizione di indice nel catalogo, le informazioni di accesso, le informazioni di protezione da scrittura e una descrizione testuale per l'immagine. Di seguito sono riportati gli stati possibili di una voce del catalogo immagini. Il catalogo immagini è in stato pronto quando viene caricato in un'unità ottica virtuale. Se il catalogo immagini si trova in uno stato pronto, tali stati rappresentano lo stato corrente della voce del catalogo immagini. Se il catalogo immagini si trova in uno stato non pronto, tali stati rappresentano lo stato futuro della voce del catalogo immagini quando il catalogo immagini viene posto nello stato pronto. Vi sono alcune eccezioni per lo stato caricato e lo stato disponibile indicate nelle descrizioni riportate di seguito. Montato L'immagine virtuale associata alla voce del catalogo immagini selezionata è attiva o caricata nell'unità virtuale attiva. Quando il catalogo immagini selezionato è in modalità autonoma, l'immagine virtuale montata è l'unica immagine virtuale nel catalogo che può essere visualizzata nell'unità virtuale utilizzando i comandi WRKIMGCLGE (Gestione voci di catalogo) o WRKOPTVOL (Gestione volumi ottici). Quando il catalogo immagini selezionato è in modalità libreria, l'immagine virtuale montata e le altre immagini del catalogo possono essere visualizzate nell'unità virtuale. Solo un'immagine virtuale per volta può essere nello stato montato. L'immagine montata può inoltre fungere da supporto per un'unità ottica virtuale in una partizione client IBM i. Disponibile L'immagine virtuale associata alla voce del catalogo immagini selezionata è attiva o caricata nell'unità ottica virtuale selezionata. L'immagine virtuale e le altre immagini del catalogo possono essere visualizzate nell'unità virtuale utilizzando i comandi WRKIMGCLGE (Gestione voci di catalogo) o WRKOPTVOL (Gestione volumi ottici). Questo stato è associato alle voci di un catalogo immagini caricato in modalità libreria. Le immagini sono in stato disponibile quando il catalogo è in stato pronto e cambiano nello stato caricato se il catalogo immagini viene scaricato. Caricato L'immagine virtuale associata alla voce del catalogo immagini selezionata è attiva o caricata nell'unità ottica virtuale selezionata. L'immagine virtuale non può essere visualizzata nell'unità virtuale, ma è disponibile per l'unità. Le immagini sono in stato caricato quando il catalogo è in stato non pronto e cambiano nello stato disponibile se il catalogo viene caricato in modalità libreria. Scaricato L'immagine virtuale associata alla voce del catalogo immagini selezionata non è attiva o non caricata nell'unità virtuale attiva. È possibile accedere tramite l'unità ottica virtuale soltanto alle voci del catalogo immagini con stato montato, disponibile o caricato. Accesso Il termine Accesso indica se una voce del catalogo immagini è di sola lettura o anche abilitata per la scrittura. Rispetto all'accesso, una voce del catalogo immagini può avere gli stati riportati di seguito: *READONLY L'immagine virtuale associata alla voce del catalogo immagini è di sola lettura. 164 IBM i: Soluzioni di memoria *READWRITE Sull'immagine virtuale associata al catalogo immagini è possibile effettuare operazioni di lettura e scrittura. | | | *UNKNOWN Le informazioni di accesso per il volume virtuale associate alla voce del catalogo immagini sono sconosciute. Estensione del volume per la memoria ottica virtuale Quando un'operazione di salvataggio estende un volume, interrompe momentaneamente il processo di salvataggio quando la parte corrente del supporto utilizzato esaurisce lo spazio e continua l'operazione di salvataggio sulla parte successiva del supporto. Nel contesto del backup e del ripristino, un volume è il supporto che si utilizza per il salvataggio dei dati. L'estensione si verifica quando i volumi dispongono di file che continuano da un volume all'altro. Quando si esegue un'operazione di salvataggio e si estendono le immagini virtuali, la serie di più volumi delle immagini virtuali si comporta come una serie di più volumi di qualsiasi forma di supporto reale. Un vantaggio nell'utilizzare la memoria virtuale per un'operazione di backup è che se si dispone di spazio su disco sufficiente, è possibile eseguire backup non presidiati senza l'utilizzo di un caricatore automatico del supporto o di una libreria di supporti. Come per le unità reali, quando si estendono i volumi delle immagini virtuali, è possibile specificare un elenco di volumi o specificare *MOUNTED per il parametro VOL su tutti i comandi di salvataggio. Se si specifica un elenco di volumi, il sistema monta i volumi delle immagini virtuali, se necessari. Se si specifica *MOUNTED, è necessario che le immagini virtuali siano montate quando si avvia il comando. In entrambi i casi, è necessario fornire volumi sufficienti per completare l'operazione di salvataggio. Sia che si specifichi *MOUNTED o un elenco di volumi, nel caso non si forniscano volumi sufficienti per completare l'operazione di salvataggio, il sistema invia il messaggio di interrogazione OPT149F Caricare il volume successivo sull'unità ottica &1. Il messaggio di interrogazione OPT149F fornisce le seguenti opzioni: v Annullare l'operazione v Consentire al sistema di creare un nuovo volume per l'utente v Arrestare l'operazione e creare manualmente un nuovo volume Se si consente al sistema di creare un nuovo volume, il sistema effettua le seguenti operazioni: v Aggiunge un volume *NEW e lo inserisce nella posizione 256 nel catalogo immagini v Monta il volume nell'unità virtuale v Inizializza il nuovo volume v Continua l'operazione di salvataggio Quando il sistema crea un nuovo volume, il sistema attribuisce un nome alla nuova immagine virtuale. Il sistema utilizza una registrazione data/ora per l'ID del volume. Il nome dell'immagine è una combinazione di ID del volume e numero di sequenza del volume. Il sistema inserisce la nuova immagine virtuale nella posizione 256 del catalogo immagini. La dimensione della nuova immagine virtuale è la stessa di quella precedente. La seguente tabella mostra un esempio di ciò che accade quando il sistema aggiunge due nuovi volumi durante l'operazione di salvataggio a un catalogo immagini in cui il volume 2 esisteva prima dell'avvio dell'operazione di salvataggio. Soluzioni di memoria 165 Indice ID volume Nome immagine virtuale Numero di Dimensione Descrizione sequenza volume 1 Volume1 File1 1 1300 MB Salvataggio 1 2 Volume2 File2 2 650 MB Salvataggio 1 253 030311124115 0303111241150003 3 650 MB SEQ VOLUME1 ID SERIE 0003 254 030311124330 0303111255320004 4 650 MB SEQ VOLUME1 ID SERIE 0004 255 030311124545 0303111256450005 5 650 MB SEQ VOLUME1 ID SERIE 0005 256 030311124801 0303111248010006 6 650 MB SEQ VOLUME1 ID SERIE 0006 Considerazioni sui backup completi Se si esegue un backup completo, con ad esempio il comando SAVSYS (Salvataggio sistema), il primo volume deve essere di almeno 1489 MB. Il primo volume deve essere di almeno 1489 MB poiché il primo volume deve essere sufficientemente ampio per salvare il LIC (Licensed Internal Code - Microprogramma interno su licenza). I volumi restanti possono essere inferiori a 1489 MB. Restrizioni della memoria ottica virtuale È possibile utilizzare la memoria ottica virtuale per tutte le operazioni che possono scrivere sul supporto reale con le seguenti eccezioni. Dump di memoria principale in SST e DST Gli SST (system service tool) e i DST (dedicated services tool) forniscono la capacità per l'esecuzione di un dump di memoria principale su un supporto. Non è possibile utilizzare la memoria ottica virtuale per un dump di memoria principale sul supporto. Salvataggio del LIC (Licensed Internal Code - Microprogramma interno su licenza) La funzione relativa al salvataggio del LIC (Licensed Internal Code - Microprogramma interno su licenza) è disponibile solo nel pannello dell'IPL (Initial Program Load) o nel pannello di installazione del sistema operativo. Poiché l'IFS (integrated file system) non è disponibile quando vengono utilizzate queste funzioni, l'unità ottica virtuale non disporrà di alcun supporto caricato. PTF Se si crea un pacchetto di correzioni personalizzato e questo viene salvato in un'immagine virtuale, non è possibile estendere i volumi. Il pacchetto di correzioni personalizzato deve essere contenuto in un solo volume. IBM Integrated System x per IBM i L'hardware Integrated System x non supporta le operazioni di scrittura sulle immagini virtuali. Backup e ripristino Eseguire un'operazione di ripristino dalle immagini virtuali solo se il sistema è già attivo e in esecuzione. Le installazioni eseguite utilizzando un catalogo immagini richiedono una riga comandi per l'avvio di un'installazione. Informazioni correlate: Pacchetto di correzioni personalizzato Formattazione di immagini ottiche virtuali Per il supporto ottico virtuale, le immagini sono disponibili in formato ISO (International Standards Organization) 9660, UDF (Universal Disk Format) e HPOFS (High Performance Optical File System). 166 IBM i: Soluzioni di memoria ISO 9660 Se un'immagine virtuale è in formato ISO 9660, è di sola lettura. Inoltre, non è possibile estendere le immagini virtuali che sono in formato ISO 9660. UDF L'immagine virtuale è in UDF se si esegue una delle operazioni seguenti: v Creazione di un'immagine virtuale specificando FROMFILE(*NEW) nel comando ADDIMGCLGE (Aggiunta voce catalogo immagini) e inizializzazione del volume associato su UDF mediante il comando INZOPT (Inizializzazione supporti ottici). v Creazione di un'immagine virtuale da un'unità che contiene un CD o DVD formattato con UDF. v Creazione di un'immagine virtuale specificando FROMDEV(*VOL) e VOL (ID volume di un volume fisico formattato con UDF) mediante il comando ADDIMGCLGE (Aggiunta voce catalogo immagini). HPOFS L'immagine virtuale è in HPOFS se si esegue una delle operazioni seguenti: v Creazione di un'immagine virtuale specificando FROMFILE(*VOL) e VOL (ID volume di un volume fisico formattato con HPOFS) nel comando ADDIMGCLGE (Aggiunta voce catalogo immagini). v Creazione di un'immagine virtuale specificando FROMFILE(*NEW) nel comando ADDIMGCLGE (Aggiunta voce catalogo immagini) e inizializzazione del volume associato su HPOFS mediante il comando INZOPT (Inizializzazione supporti ottici). Di solito, specificare FROMFILE(*NEW) quando si pianifica il salvataggio in un'immagine virtuale o si intende utilizzare un'immagine virtuale per distribuire il software. È anche possibile estendere le immagini virtuali che sono in formato UDF. È possibile inoltre specificare FROMFILE(*NEW) durante la creazione di immagini virtuali del tipo di supporto WORM o ERASE per l'utilizzo in un catalogo immagini in modalità libreria per le applicazioni di archiviazione. Se si desidera creare un supporto reale da un'immagine virtuale creata specificando FROMFILE(*NEW), è possibile inviare l'immagine virtuale ad un PC o utilizzare il comando DUPOPT (Duplicazione unità ottica) per copiare l'immagine virtuale direttamente in un'unità DVD sul sistema. Preparazione della memoria ottica virtuale Vi sono requisiti specifici da soddisfare durante la preparazione e l'utilizzo della memoria ottica virtuale. | | | | Per preparare l'utilizzo della memoria ottica virtuale, è necessario considerare i seguenti elementi: v Se si dispone dell'autorizzazione per creare le immagini virtuali Per utilizzare i comandi richiesti per la creazione delle immagini virtuali, è necessario disporre delle speciali autorizzazioni di amministratore di sicurezza (*SECADM) e a tutti gli oggetti (*ALLOBJ). v La quantità di spazio su disco disponibile Poiché le immagini virtuali vengono memorizzate sulle unità disco, possono utilizzare rapidamente lo spazio su disco. È necessario determinare se si dispone di spazio su disco sufficiente. La dimensione minima per un volume di file di immagini ottico è 48 MB. La dimensione massima consentita è 1 TB. Per determinare la quantità di spazio su disco disponibile, attenersi alla seguente procedura: 1. Da IBM Navigator per i, espandere Configurazione e servizi > Lotti dischi. 2. Fare clic con il tasto destro del mouse sul lotto di dischi che si desidera visualizzare e selezionare Proprietà. 3. Selezionare la pagina Capacità. Soluzioni di memoria 167 La pagina Capacità visualizza lo spazio utilizzato, lo spazio disponibile, la capacità totale, la soglia e la percentuale di spazio su disco utilizzato per il lotto di dischi. Per determinare lo spazio libero, è anche possibile utilizzare il comando WRKDSKSTS (Gestione stato del disco). v Il numero di volumi di immagini virtuali necessari Per determinare il numero di volumi necessari, attenersi alla seguente procedura: 1. Determinare la quantità di dati che si intende memorizzare. 2. Determinare la dimensione di ciascuna immagine virtuale. È possibile determinare la dimensione in base all'operazione che si desidera eseguire con il file di immagini ottico. Ad esempio, se si copiano i file di immagini ottici su un CD, la dimensione massima dei volumi è di 650 MB. 3. Dividere la quantità di dati da memorizzare per la dimensione dei volumi. Ad esempio, se si intende salvare 1 GB di dati e si desidera copiare i volumi su un CD, è necessario creare due volumi. Se si esegue un backup completo, il primo volume deve essere di almeno 1489 MB poiché il primo volume deve essere sufficientemente ampio per memorizzare il LIC (Licensed Internal Code Microprogramma interno su licenza). I volumi restanti possono essere inferiori a 1489 MB. Riferimenti correlati: Work with Disk Status (WRKDSKSTS) command Informazioni correlate: Riferimento alla sicurezza Impostazione della memoria ottica virtuale Attenersi alle seguenti istruzioni per impostare la memoria ottica virtuale. v Per creare una memoria ottica virtuale, effettuare le seguenti operazioni. 1. Creare il catalogo immagini: CRTIMGCLG IMGCLG(MYCATALOG) DIR(’/MYCATALOGDIRECTORY’) 2. Aggiungere l'immagine dal supporto fisico o dai file di immagini ricevuti da un altro sistema. Se si aggiunge una nuova immagine vuota, immettere il seguente comando: ADDIMGCLGE IMGCLG(MYCATALOG) FROMFILE(*NEW) TOFILE(NEWIMAGEFILE) IMGSIZ(16000) Ripetere questa procedura per ciascun disco ottico necessario. 3. Se non si dispone già di un'unità ottica virtuale di tipo 632B, crearne una e attivarla: CRTDEVOPT DEVD(OPTVRT01) RSRCNAME(*VRT) VRYCFG CFGOBJ(OPTVRT01) CFGTYPE(*DEV) STATUS(*ON) 4. Caricare il catalogo immagini nell'unità virtuale: LODIMGCLG IMGCLG(MYCATALOG) DEV(OPTVRT01) 5. Inizializzare l'immagine virtuale: INZOPT NEWVOL(MYVOLUMEID) DEV(OPTVRT01) CHECK(*NO) TEXT(MYTEXTDESCRIPTION) v Per creare una memoria virtuale dal supporto fisico in un'unità ottica o dalle immagini ricevute da un altro sistema, effettuare le seguenti operazioni. 1. Creare il catalogo immagini: CRTIMGCLG IMGCLG(MYCATALOG) DIR(’/MYCATALOGDIRECTORY’) CRTDIR(*YES) 2. Aggiungere l'immagine dal supporto fisico o dai file di immagini ricevuti da un altro sistema. – Per aggiungere le immagini dal supporto fisico: ADDIMGCLGE IMGCLG(MYCATALOG) FROMDEV(OPTXX) TOFILE(*fromfile) Ripetere l'operazione per ciascun disco ottico. – Per aggiungere le immagini da un file di immagini: ADDIMGCLGE IMGCLG(MYCATALOG) FROMFILE(SLIC_N) TOFILE(*fromfile) 168 IBM i: Soluzioni di memoria Ripetere questa procedura per ciascun file nell'indirizzario del catalogo. Questa procedura presume che l'immagine sia già nell'indirizzario del catalogo immagini. Non è possibile aggiungere il supporto RMS ad un catalogo immagini perché la dimensione del settore fisico non è compatibile con il supporto virtuale. 3. Creare e attivare l'unità virtuale: CRTDEVOPT DEVD(OPTVRT01) RSRCNAME(*VRT) VRYCFG CFGOBJ(OPTVRT01) CFGTYPE(*DEV) STATUS(*ON) 4. Caricare il catalogo immagini nell'unità virtuale: LODIMGCLG IMGCLG(MYCATALOG) DEV(OPTVRT01) v Per creare una memoria virtuale dal supporto fisico in un'unità libreria ottica o tramite l'identificativo del volume, effettuare le seguenti operazioni. 1. Creare il catalogo immagini: CRTIMGCLG IMGCLG(MYCATALOG) DIR(’/MYCATALOGDIRECTORY’) CRTDIR(*YES) 2. Aggiungere l'immagine dal supporto fisico specificando l'identificativo del volume: ADDIMGCLGE IMGCLG(MYCATALOG) FROMDEV(*VOL) VOL(volumeidxx) Ripetere questa procedura per ciascun volume ottico. 3. Creare e attivare l'unità virtuale CRTDEVOPT DEVD(OPTVRT01) RSRCNAME(*VRT) VRYCFG CFGOBJ(OPTVRT01) CFGTYPE(*DEV) STATUS(*ON) 4. Caricare il catalogo immagini nell'unità virtuale: LODIMGCLG IMGCLG(MYCATALOG) DEV(OPTVRT01) Questo utilizzo della creazione della memoria virtuale viene di solito avviene quando i volumi della libreria ottica vengono migrati nelle immagini virtuali. Al completamento di ADDIMGCLGE dal supporto libreria ottica, i caratteri “M_” vengono aggiunti all'inizio dell'identificativo del volume della libreria ottica per indicare la migrazione del volume. L'aggiunta dei caratteri aiuta a evitare un nome volume duplicato tra il nuovo volume virtuale e il volume della libreria ottica. v Per creare un catalogo immagini in modalità libreria con un supporto WORM (Write Once Read Many), un supporto cancellabile o un supporto RAM per memoria di archiviazione, effettuare le seguenti operazioni. 1. Creare il catalogo immagini: CRTIMGCLG IMGCLG(MYLIBCATALOG) DIR(’/MYLIBCATALOGDIRECTORY’) CRTDIR(*YES) 2. Aggiungere una nuova immagine vuota con tipo di supporto *WORM, *ERASE o *RAM. ADDIMGCLGE IMGCLG(MYLIBCATALOG) FROMFILE(*NEW) TOFILE(MYIMAGEFILE1) MEDTYPE(*WORM) IMGSIZ(*DVD2600) oppure ADDIMGCLGE IMGCLG(MYLIBCATALOG) FROMFILE(*NEW) TOFILE(MYIMAGEFILE1) MEDTYPE(*ERASE) IMGSIZ(*DVD2600) oppure ADDIMGCLGE IMGCLG(MYLIBCATALOG) FROMFILE(*NEW) TOFILE(MYIMAGEFILE1) MEDTYPE(*RAM) IMGSIZ(*DVD2600) Ripetere questa procedura per ciascun nuovo supporto ottico necessario. 3. Creare e attivare l'unità virtuale: CRTDEVOPT DEVD(OPTVRT01) RSRCNAME(*VRT) VRYCFG CFGOBJ(OPTVRT01) CFGTYPE(*DEV) STATUS(*ON) 4. Caricare il catalogo immagini nell'unità virtuale in modalità libreria: LODIMGCLG IMGCLG(MYLIBCATALOG) DEV(OPTVRT01) LIBMODE(*YES) v Per installare gli aggiornamenti da un catalogo immagini, effettuare le seguenti operazioni. 1. Creare il catalogo immagini: CRTIMGCLG IMGCLG(MYCATALOG) DIR(’/MYCATALOGDIRECTORY’) 2. Aggiungere l'immagine dal supporto fisico o dai file di immagini ricevuti da un altro sistema: – Per aggiungere le immagini dal supporto fisico: ADDIMGCLGE IMGCLG(MYCATALOG) FROMDEV(OPTXX) TOFILE(*fromfile) Soluzioni di memoria 169 Ripetere questa procedura per ciascun disco ottico. – Per aggiungere automaticamente tutte le immagini al catalogo immagini: Questa procedura presume che le immagini esistano nell'indirizzario del catalogo immagini. Questo comando può essere utile per aggiungere le immagini scaricate da ESD. Accertarsi che venga applicata una delle PTF riportate di seguito. - Se il sistema operativo corrente è V6R1 – SI40473 - Se il sistema operativo corrente è V7R1 – SI40971 Richiamare l'API Riempimento catalogo immagini per aggiungere automaticamente tutti i file nel proprio catalogo immagini. | | | | | | | | | CALL PGM(QVOIFIMG) PARM(’MYCATALOG’ ’*ALL’ 0) 3. Creare e attivare l'unità virtuale: CRTDEVOPT DEVD(OPTVRT01) RSRCNAME(*VRT) VRYCFG CFGOBJ(OPTVRT01) CFGTYPE(*DEV) STATUS(*ON) 4. Caricare il catalogo immagini nell'unità virtuale: LODIMGCLG IMGCLG(MYCATALOG) DEV(OPTVRT01) 5. Verificare il catalogo: VFYIMGCLG IMGCLG(MYCATALOG) TYPE(*UPGRADE) SORT(*YES) Per l'operazione di verifica, le seguenti voci sono richieste: – LIC (Licensed Internal Code - Microprogramma interno su licenza) per IBM i – Sistema operativo IBM i – IBM i - Libreria QGPL – IBM i - Libreria QUSRSYS 6. Avviare l'installazione: PWRDWNSYS OPTION(*IMMED) RESTART(*YES) IPLSRC(*IMGCLG) IMGCLG(MYCATALOG) | Nota: Prima di emettere il comando PWRDWNSYS per avviare un aggiornamento dal catalogo immagini, | leggere l'argomento Installazione, aggiornamento o cancellazione di IBM i e relativo software e | completare le attività di pianificazione e preparazione appropriate. Informazioni correlate: Distribuzione del software Supporto ottico virtuale Backup del sistema Recovering your system Gestione della memoria ottica virtuale Gestire la memoria ottica virtuale mediante le informazioni fornite. Installazione o sostituzione del software Per installare o sostituire il software mediante la memoria ottica virtuale, consultare la sezione relativa alla preparazione per l'aggiornamento o la sostituzione del software mediante un catalogo immagini. Distribuzione del software Per impostare la memoria ottica virtuale per la distribuzione del software, consultare la sezione relativa alla preparazione del sistema centrale per le immagini virtuali. Installazione delle correzioni Per installare le correzioni con la memoria ottica virtuale, consultare la sezione relativa all'installazione delle correzioni da un catalogo immagini. Esecuzione delle operazioni di salvataggio Per salvare i file nella memoria ottica virtuale, consultare la sezione sul supporto nastro virtuale. 170 IBM i: Soluzioni di memoria Nota: quando il catalogo immagini si trova in uno stato pronto, tutte le immagini nel catalogo dispongono di un valore di attributo *ALWSAV *NO. Ciò non consente di salvare le immagini mediante il comando SAV (Salvataggio oggetto) o l'API QsrSave. Quando il catalogo immagini non si trova in uno stato pronto, tutte le immagini nel catalogo relativo dispongono di un valore di attributo *ALWSAV *YES. Ciò consente di salvare le immagini. Esecuzione di una operazione di ripristino Per il ripristino dei file dalle immagini virtuali, consultare la sezione sul ripristino del sistema. Informazioni correlate: Preparazione per l'aggiornamento o la sostituzione del software mediante un catalogo immagini Preparazione del sistema centrale per le immagini virtuali Installazione delle correzioni da un catalogo immagini Supporto nastro virtuale Recovering your system Modifica della protezione da scrittura per le voci del catalogo immagini del supporto ottico virtuale Utilizzare queste informazioni per modificare la modalità di accesso per il supporto ottico virtuale. Tutte le voci del catalogo immagini includono un interruttore di protezione da scrittura che funziona nello stesso modo dell'interruttore di protezione da scrittura posizionato sul supporto reale. La posizione iniziale di questo interruttore è quella di attivazione per il supporto di sola lettura e di disattivazione per il supporto scrivibile. Le immagini virtuali nel formato ISO (International Standards Organization) 9660 sono di sola lettura mentre il supporto in UDF (Universal Disk Format) può essere scrivibile o di sola lettura. Per impostazione predefinita, quando si aggiunge una nuova voce a un catalogo immagini, la voce non è protetta da scrittura. Dopo aver aggiunto una voce a un catalogo immagini, è possibile modificare la protezione da scrittura con il comando CHGIMGCLGE (Modifica voce catalogo immagini). Per modificare una voce del catalogo immagini affinché sia protetta da scrittura, immettere il seguente comando, dove il nome del catalogo immagini è MYCAT e l'indice del catalogo immagini è 3: CHGIMGCLGE IMGCLG(MYCAT) IMGCLGIDX(3) WRTPTC(*YES) Per modificare lo stato di protezione da scrittura di una voce del catalogo immagini protetto da scrittura in non protetto da scrittura, immettere il seguente comando dove il nome del catalogo immagini è MYCAT e l'indice del catalogo immagini è 3: CHGIMGCLGE IMGCLG(MYCAT) IMGCLGIDX(3) WRTPTC(*NO) Creazione di un supporto reale da un'immagine virtuale Utilizzare queste istruzioni per copiare un'immagine virtuale su un disco ottico. Uno dei vantaggi nell'utilizzare la memoria ottica virtuale è che è possibile copiare le immagini virtuali su un supporto reale. Se si intende copiare le immagini virtuali su un supporto reale, è necessario assicurarsi che siano del formato corretto e della dimensione corretta. I valori possibili per il parametro IMGSIZ (Dimensione immagine) del comando ADDIMGCLGE (Aggiunta voce catalogo immagini) sono i seguenti: *CD650 La dimensione dell'immagine virtuale è 650 MB. Le immagini create con questa dimensione possono essere scritte su qualsiasi supporto standard da 650 MB o superiore. *DVD2600 La dimensione dell'immagine virtuale è 2.6 GB. Le immagini create con questa dimensione possono essere scritte su qualsiasi supporto di 2.6 GB. Soluzioni di memoria 171 *DVD4700 La dimensione dell'immagine virtuale è 4.7 GB. Le immagini create con questa dimensione possono essere scritte su qualsiasi supporto di 4.7 GB. | | File di immagini ottici Le immagini possono essere scritte su supporti di dimensioni che vanno da 48 a 1000000 megabyte File immagine nastro Le immagini possono essere scritte su supporti di dimensioni che vanno da 48 a 1000000 megabyte. Quando si crea un'immagine virtuale con tipo di supporto *RAM, l'immagine è un'immagine byte. Il sistema non crea alcuna intestazione nell'immagine e non utilizza alcuna compressione. Quando si crea un'immagine virtuale con tipo di supporto *WORM o *ERASE, l'immagine è un'immagine byte con l'aggiunta di un'intestazione all'inizio. Un'immagine virtuale può essere in uno dei tre formati: ISO 9660, UDF (Universal Disk Format) e HPOFS (High Performance Optical File System). È possibile utilizzare un'immagine virtuale solo in UDF o HPOFS per creare il supporto reale. Creazione di un supporto reale mediante un PC | Per creare un supporto reale utilizzando un PC, è necessario utilizzare un metodo, ad esempio FTP (File | Transfer Protocol) o IBM Navigator per i per spostare il file in un PC che dispone di un software con la | capacità di masterizzazione delle immagini. Per creare un supporto reale, attenersi alla seguente procedura: 1. Spostare il file di immagini nel PC. Per utilizzare l'FTP per spostare il file di immagini nel PC, consultare l'argomento Transferring files with FTP. | Per utilizzare IBM Navigator per i per spostare il file di immagini, attenersi alla seguente procedura: | a. Da IBM Navigator per i, espandere File system > IFS (Integrated File System). | | b. Passare all'indirizzario con l'immagine virtuale. c. Fare clic con il tasto destro del mouse sull'immagine e selezionare Scarica per scaricare il file di immagini sul PC. 2. Per masterizzare l'immagine su un CD o un DVD, utilizzare il software di masterizzazione delle immagini sul PC. Si consiglia di utilizzare la modalità DAO (disk-at-once) piuttosto che la modalità TAO (track-at-once) o SAO (session-at-once). Creazione di un supporto reale utilizzando l'unità DVD sul sistema È possibile utilizzare il comando DUPOPT (Duplicazione unità ottica) per creare un supporto reale da un'immagine virtuale. Il supporto di destinazione può essere DVD-RAM se si dispone di un'unità DVD-RAM sul sistema oppure, se si dispone di un'unità in grado di effettuare una registrazione, è possibile creare un'immagine registrata. Utilizzare il comando DSPDEVD (Visualizzazione descrizione unità) per visualizzare i tipi di supporto che l'unità può registrare. Se il tipo di supporto dell'immagine virtuale è *WORM o *ERASE, l'operazione DUPOPT può essere utilizzata solo per creare un'immagine registrata. Il supporto di destinazione non può essere il supporto DVDRAM. La dimensione dell'immagine virtuale deve essere uguale o inferiore a quella del supporto. Per creare un supporto reale, attenersi alla seguente procedura: 1. Attivare l'unità ottica virtuale immettendo il seguente comando: VRYCFG CFGOBJ(nome-unità-virtuale) CFGTYPE(*DEV) STATUS(*ON) 172 IBM i: Soluzioni di memoria 2. Caricare il catalogo immagini immettendo il seguente comando: LODIMGCLG IMGCLG(nome-catalogo) DEV(nome-unità-virtuale) OPTION(* LOAD) 3. Immettere WRKIMGCLGE (il comando Gestione voci catalogo immagini) per assicurarsi che la voce del catalogo immagini venga caricata e montata. In caso contrario, attenersi alla seguente procedura: a. Se la voce del catalogo immagini non è caricata, immettere 8(LOAD) e premere Invio. b. Se la voce del catalogo immagini non è montata, immettere 6(MOUNT) e premere Invio. 4. Attivare l'unità DVD-RAM immettendo il seguente comando: VRYCFG CFGOBJ(nome-unità-DVD) CFGTYPE(*DEV) STATUS(*ON) 5. Verificare che il supporto sia caricato nell'unità DVD. 6. Duplicare l'immagine virtuale nel DVD immettendo il seguente comando. DUPOPT FROMVOL(*MOUNTED) TOVOL(*MOUNTED) NEWVOL(*FROMVOL) CLEAR(*YES) FROMDEV(nome-unità-virtuale) TODEV(nome-unità-DVD)TOENDOPT(*UNLOAD) Copia di un volume virtuale su un supporto reale utilizzando un'unità libreria ottica sul sistema È possibile utilizzare il comando DUPOPT (Duplicazione unità ottica) per copiare un volume virtuale di tipo *WORM o *ERASE su un volume fisico identico nella libreria ottica. È necessario che l'immagine virtuale sia stata precedentemente creata utilizzando ADDIMGCLGE FROMDEV(*VOL) VOL(id volume destinazione), dove l'ID del volume di destinazione identifica il volume fisico su cui il volume virtuale viene copiato. Per copiare il volume virtuale sul supporto libreria ottica fisico, attenersi alla seguente procedura: 1. Attivare l'unità ottica virtuale immettendo il seguente comando: VRYCFG CFGOBJ(nome-unità-virtuale) CFGTYPE(*DEV) STATUS(*ON) 2. Caricare il catalogo immagini immettendo il seguente comando: LODIMGCLG IMGCLG(nome-catalogo) DEV(nome-unità-virtuale) OPTION(* LOAD) 3. Immettere WRKIMGCLGE (il comando Gestione voci catalogo immagini) per assicurarsi che la voce del catalogo immagini venga caricata e montata. In caso contrario, attenersi alla seguente procedura: a. Se la voce del catalogo immagini non è caricata, immettere 8(LOAD) e premere Invio. b. Se la voce del catalogo immagini non è montata, immettere 6(MOUNT) e premere Invio. 4. Attivare la libreria ottica immettendo il seguente comando: VRYCFG CFGOBJ(nome-unità-libreria-ottica) CFGTYPE(*DEV) STATUS(*ON) 5. Duplicare l'immagine virtuale nel volume fisico immettendo il seguente comando. DUPOPT FROMVOL(*MOUNTED) TOVOL(*MOUNTED) NEWVOL(*FROMVOL) CLEAR(*YES) Trasporto di immagini virtuali su un altro sistema Utilizzare queste istruzioni per spostare le immagini virtuali tra sistemi diversi. Un vantaggio dell'utilizzo della memoria ottica virtuale è la possibilità di utilizzare le copie di un'immagine virtuale su più di un sistema. Per trasportare un'immagine virtuale su un altro sistema, utilizzare uno dei metodi riportati di seguito. FTP È possibile trasferire un'immagine virtuale da un sistema ad un altro mediante FTP (File Transfer Protocol). Per utilizzare FTP, è necessario che TCP/IP sia impostato e in esecuzione sul sistema. Per istruzioni sullo spostamento di un file con FTP, consultare la sezione relativa al trasferimento dei file con FTP. System i Navigator È possibile utilizzare System i Navigator per trasferire i file tra i sistemi trascinando il file da un sistema ad un altro. Soluzioni di memoria 173 È anche possibile utilizzare Management Central in System i Navigator per spostare i file. Management Central è una suite di funzioni di gestione dei sistemi che semplifica al massimo la gestione di più sistemi. Per istruzioni sullo spostamento di un file con Management Central, consultare la sezione relativa all'impacchettamento e all'invio di oggetti con Management Central. Lotto di dischi indipendente Utilizzare un lotto di dischi indipendente per condividere le immagini virtuali tra i sistemi. Immettere il comando seguente nella riga comandi per creare un nuovo catalogo immagini per accedere ai volumi virtuali memorizzati in un indirizzario in un lotto di dischi indipendente. | | | | CRTIMGCLG IMGCLG(MYCATALOG) DIR(’/IASP33/MYCATALOGDIRECTORY’) TYPE(*OPT) IMPORT(*YES) QFilesvr.400 Il file system IBM i File Server (QFileSvr.400) è un IFS (Integrated File System) che fornisce accesso trasparente ad altri file system presenti su sistemi remoti. Il limite di dimensione di QFileSvr.400 dipende dal file system sottostante in IFS. Informazioni correlate: FTP Transferring files with FTP i5/OS File Server file system (QFileSvr.400) Messaggi di errore della memoria ottica virtuale Di solito, quando si verifica un errore con la memoria ottica virtuale, l'operazione si arresta e si riceve un messaggio di interrogazione o di uscita. Il messaggio indica che c'è un errore nel volume in fase di elaborazione e fornisce le istruzioni di ripristino. Per il ripristino, attenersi alle istruzioni nel messaggio di interrogazione o di uscita. Quanto segue è un elenco dei messaggi di uscita e di interrogazione più comuni che si verificano con la memoria ottica virtuale. Messaggi di interrogazione OPT1260 - File attivo trovato sul volume &1. OPT1314 - Volume protetto da scrittura oppure di sola lettura. OPT1321 - Si è verificato un errore nell'elaborazione del volume &2. OPT1486 - Caricare il volume successivo sull'unità ottica &1. OPT1487 - Caricare il volume &2 sull'unità ottica &1. OPT1488 - Volume &2 sull'unità ottica &1 non inizializzato. OPT1495 - Elenco nome volume completo sull'unità &1. OPT1496 - Caricare il volume con il numero di sequenza &5 sull'unità &1. OPT149B - Caricare il volume con un volume di avvio corretto sull'unità &1. OPT149C - Caricare il volume con il file continuato corretto sull'unità &1. OPT149D - Il volume ottico fa parte di un insieme di volumi esistenti. OPT149E - Trovato volume imprevisto sull'unità &1. OPT149F - Caricare il volume successivo sull'unità ottica &1. OPT1503 - Il volume ottico contiene file attivi. OPT1504 - L'unità ottica &1 è vuota. Messaggi di uscita OPT1390 - Errore con l'immagine del volume virtuale. OPT1605 - Errore nei supporti o nell'unità. Per visualizzare uno di questi messaggi, immettere: DSPMSGD OPTxxxx in una riga comandi e premere Invio. Memoria ottica virtuale utilizzando l'NFS (Network File System) Il supporto dell'unità ottica virtuale di IBM i fornisce un metodo per l'utilizzo delle immagini ottiche virtuali da una singola origine di immagini che è possibile condividere con gli altri sistemi in una rete. 174 IBM i: Soluzioni di memoria Un client con un'unità ottica virtuale di tipo 632B e modello 003 può accedere alle immagini posizionate su un server utilizzando l'NFS ( Network File System). Nei precedenti release, era presente in un indirizzario dell'IFS (integrated file system) del sistema locale. Questa unità può essere utilizzata per installare e aggiornare IBM i e per distribuire i programmi su licenza, le PTF o i dati dell'utente. Requisiti per la memoria ottica virtuale in una rete NFS (Network File System): Per condividere le immagini ottiche virtuali con la rete NFS (Network File System), è necessario verificare che il client e il server rispondano a requisiti specifici. Requisiti del server per la condivisione di immagini ottiche virtuali Per condividere le immagini ottiche virtuali attraverso una rete, il server deve soddisfare i seguenti requisiti: v Il server deve essere in grado di condividere le immagini ottiche virtuali mediante la versione 3 o successive dell'NFS (Network File System). v Un file (VOLUME_LIST) elenco di volumi contenente l'elenco di immagini da caricare nell'unità ottica virtuale deve esistere nell'indirizzario del catalogo immagini. Il comando VFYIMGCLG è utilizzato per creare il file elenco di volumi dal catalogo immagini contenente le immagini che si desidera condividere. Quello che segue è un esempio del comando: – VFYIMGCLG IMGCLG(PUBS) TYPE(*OTHER) NFSSHR(*YES) Nota: il nome percorso del catalogo immagini utilizzato non deve contenere più di 127 caratteri. Per il nome del percorso è possibile utilizzare i caratteri A-Z, a-z, 0-9 e / (barra). Ogni nome del file immagine può contenere fino a 127 caratteri. v Un elenco di volumi presenta le seguenti caratteristiche: – Deve essere chiamato VOLUME_LIST – Ogni riga è un nome file immagine o un commento – Formato ASCII – Tutte le voci terminano alla fine di una riga. – Tutti i caratteri successivi al simbolo cancelletto '#' sono considerati commenti fino alla fine della riga – I commenti possono essere aggiunti dopo il segno # e devono essere seguiti da un carattere EOL – Fornisce l'ordine di elaborazione dei file immagine sul sistema client – I nomi file possono contenere fino a 127 caratteri – Possono essere creati con il comando VFYIMGCLG (Verifica catalogo immagini) con il parametro NFSSHR(*YES) o manualmente mediante un editor ASCII – Non è possibile utilizzare tabulazioni o caratteri di avanzamento riga nel nome percorso Nota: le modifiche al file VOLUME_LIST non sono attive fino alla successiva disattivazione/attivazione dell'unità client. Requisiti del sistema client per la condivisione di immagini ottiche virtuali Per condividere le immagini ottiche virtuali attraverso una rete, il sistema client deve soddisfare i seguenti requisiti: L'unità ottica 632B-003 è creata utilizzando il comando CRTDEVOPT (Creazione descrizione unità ottica). Il client deve soddisfare i seguenti requisiti. v Deve essere configurato un server dei programmi di manutenzione o una connessione LAN v L'IP (Internet Protocol) deve essere Versione 4 v TFTP (Trivial File Transfer Protocol) è necessario per l'installazione e l'aggiornamento di IBM i Soluzioni di memoria 175 Fare riferimento alla sezione sulla preparazione della console per l'installazione del software per ulteriori informazioni. Attività correlate: “Impostazione del server per la condivisione dei file di immagini ottici virtuali con il sistema client” Le seguenti indicazioni mostrano in che modo impostare il server per la condivisione dei file di immagini ottici virtuali con il sistema client. Questa procedura è valida solo per IBM i. “Impostazione del server per la condivisione dei file di immagini ottici virtuali con il sistema client per l'installazione e l'aggiornamento” a pagina 177 Le seguenti indicazioni mostrano in che modo impostare il server per la condivisione dei file di immagini ottici virtuali con il sistema client per l'installazione e l'aggiornamento di IBM i. Informazioni correlate: Configurazione del server dei programmi di manutenzione Impostazione di un'unità ottica virtuale in una rete NFS (Network File System): È possibile utilizzare un'unità ottica virtuale per distribuire i programmi su licenza, le PTF o i dati dell'utente da un server a un sistema client. Impostazione del server per la condivisione dei file di immagini ottici virtuali con il sistema client: Le seguenti indicazioni mostrano in che modo impostare il server per la condivisione dei file di immagini ottici virtuali con il sistema client. Questa procedura è valida solo per IBM i. 1. È necessario aver creato precedentemente un catalogo immagini contenente le immagini che si desidera condividere. La lunghezza massima del nome del percorso del catalogo immagini utilizzato deve essere di 127 caratteri. I caratteri del nome percorso sono limitati a A-Z, a-z, 0-9 e / (barra). Ciascun nome del file di immagini è limitato a 127 caratteri. 2. Una volta creato e caricato il catalogo immagini, sarà necessario verificare il catalogo immagini per creare un file di elenco dei volumi (VOLUME_LIST) che verrà utilizzato dall'unità ottica virtuale sul sistema client. Il seguente comando costituisce un esempio di modalità di creazione del file di elenco dei volumi: v VFYIMGCLG IMGCLG(PUBS) TYPE(*OTHER) NFSSHR(*YES) Il file di elenco dei volumi può essere creato anche utilizzando un editor ASCII. Esistono linee guida specifiche che è necessario seguire durante la creazione di un volume. Per ulteriori informazioni, fare riferimento all'argomento relativo ai requisiti per la memoria ottica virtuale in una rete NFS (Network File System). 3. Assicurarsi che i server di file NFS siano in esecuzione. Immettere uno dei seguenti comandi STRNFSSVR (Avvio server file system di rete): v Eseguire tutti i comandi riportati di seguito sui server: – STRNFSSVR *RPC – STRNFSSVR *SVR – STRNFSSVR *MNT v Altrimenti, avviare tutti i server con il seguente comando: STRNFSSVR *ALL 4. Esportare l'indirizzario del catalogo immagini. In questo esempio viene limitato l'accesso a tutti i client NFS poiché è di sola lettura. Assicurarsi che l'indirizzario esportato si trovi nell'indirizzario pubblico e che sia un sottoindirizzario del percorso NFSROOT. v CHGNFSEXP OPTIONS('-i -o ro') DIR('nome-indirizzario') 5. Specificare il livello dell'autorizzazione per l'ID utente (UID), l'ID gruppo (GID) o *PUBLIC che possiede o gestisce l'indirizzario del catalogo immagini e i file di immagini. L'autorizzazione minima richiesta è la seguente: 176 IBM i: Soluzioni di memoria | | v Autorizzazione all'esecuzione (*X) dei dati per l'indirizzario esportato e per qualsiasi sottoindirizzario. v Autorizzazione alla lettura (*R) dei dati per i file nell'indirizzario esportato e nei sottoindirizzari. Il seguente esempio è per l'utilizzo dell'autorizzazione *PUBLIC: CHGAUT OBJ(’/catalog_directory’) USER(*PUBLIC) DTAAUT(*RX) SUBTREE(*ALL) Nota: il nome completo dell'indirizzario del catalogo immagini esportato è limitato a 127 caratteri. Il nome percorso dell'indirizzario può contenere solo i caratteri A-Z, a-z, 0-9 e / (barra). Per ulteriori dettagli, fare riferimento al PDF IBM i Network File System Support. Concetti correlati: “Requisiti per la memoria ottica virtuale in una rete NFS (Network File System)” a pagina 175 Per condividere le immagini ottiche virtuali con la rete NFS (Network File System), è necessario verificare che il client e il server rispondano a requisiti specifici. Attività correlate: “Impostazione dell'unità ottica virtuale sul sistema client” a pagina 178 Dopo aver impostato il server NFS (Network File System) per la condivisione delle immagini, procedere con la seguente procedura per impostare l'unità ottica virtuale sul client. Informazioni correlate: i5/OS Network File System Support PDF Impostazione del server per la condivisione dei file di immagini ottici virtuali con il sistema client per l'installazione e l'aggiornamento: Le seguenti indicazioni mostrano in che modo impostare il server per la condivisione dei file di immagini ottici virtuali con il sistema client per l'installazione e l'aggiornamento di IBM i. 1. È necessario aver creato precedentemente un catalogo immagini contenente le immagini che si desidera condividere. Le immagini devono contenere un LIC (Licensed Internal Code Microprogramma interno su licenza) e un IBM i di base (che include le librerie QSYS, QGPL e QUSRSYS). La lunghezza massima del nome del percorso del catalogo immagini utilizzato deve essere di 127 caratteri. I caratteri del nome percorso sono limitati a A-Z, a-z, 0-9 e / (barra). Ciascun nome del file di immagini è limitato a 127 caratteri. 2. Una volta creato e caricato il catalogo immagini, è necessario verificare il catalogo immagini per creare un file di elenco dei volumi (VOLUME_LIST) che verrà utilizzato dall'unità ottica virtuale sul sistema client. Il seguente comando costituisce un esempio di modalità di creazione del file di elenco dei volumi: v VFYIMGCLG IMGCLG(INSTALL) TYPE(*UPGRADE) NFSSHR(*YES) Nota: il comando VFYIMGCLG crea il file di elenco dei volumi e aggiunge un nuovo sottoindirizzario denominato BOOTP nell'indirizzario del catalogo immagini. Il sottoindirizzario contiene i file richiesti per eseguire l'installazione di IBM i. Il file di elenco dei volumi può essere creato anche utilizzando un editor ASCII. Esistono linee guida specifiche che è necessario seguire durante la creazione di un volume. Per ulteriori informazioni, fare riferimento all'argomento relativo ai requisiti per la memoria ottica virtuale in una rete NFS (Network File System). 3. Assicurarsi che i server di file NFS siano in esecuzione. Immettere uno dei seguenti comandi STRNFSSVR (Avvio server file system di rete): v Eseguire tutti i comandi riportati di seguito sui server: – STRNFSSVR *RPC – STRNFSSVR *SVR – STRNFSSVR *MNT Soluzioni di memoria 177 v Altrimenti, avviare tutti i server con il seguente comando: STRNFSSVR *ALL 4. Esportare l'indirizzario del catalogo immagini. In questo esempio viene limitato l'accesso a tutti i client NFS poiché è di sola lettura. Assicurarsi che l'indirizzario esportato si trovi nell'indirizzario pubblico e che sia un sottoindirizzario del percorso NFSROOT. v CHGNFSEXP OPTIONS('-i -o ro') DIR('nome-indirizzario') 5. Specificare il livello dell'autorizzazione per l'ID utente (UID), l'ID gruppo (GID) o *PUBLIC che possiede o gestisce l'indirizzario del catalogo immagini e i file di immagini. L'autorizzazione minima richiesta è la seguente: v Autorizzazione all'esecuzione (*X) dei dati per l'indirizzario esportato e per qualsiasi sottoindirizzario. v Autorizzazione alla lettura (*R) dei dati per i file nell'indirizzario esportato e nei sottoindirizzari. Il seguente esempio è per l'utilizzo dell'autorizzazione *PUBLIC: CHGAUT OBJ(’/catalog_directory’) USER(*PUBLIC) DTAAUT(*RX) SUBTREE(*ALL) 6. Aggiungere l'indirizzario /CATALOG_DIR/BOOTP come indirizzario di origine TFTP (Trivial File Transfer Protocol) alternativo utilizzando il comando CHGTFTPA: v CHGTFTPA AUTOSTART(*YES) ALTSRCDIR('/catalog_directory/BOOTP') 7. Assicurarsi che QTFTP disponga dell'autorizzazione *RX per tutti i file di installazione posizionati nell'indirizzario di origine TFTP alternativo: v CHGAUT OBJ('/catalog_directory/BOOTP') USER(QTFTP) DTAAUT(*RX) SUBTREE(*ALL) 8. Assicurarsi che i server TFTP siano attivi e che riflettano le precedenti modifiche apportate eseguendone l'arresto e poi il riavvio: v ENDTCPSVR *TFTP v STRTCPSVR *TFTP Nota: il nome completo dell'indirizzario del catalogo immagini esportato è limitato a 127 caratteri. Il nome percorso dell'indirizzario può contenere solo i caratteri A-Z, a-z, 0-9 e / (barra). | Ulteriori dettagli di supporto sono disponibili in IBM i Network Install using network File System. Per ulteriori dettagli, fare riferimento al PDF IBM i Network File System Support. Concetti correlati: “Requisiti per la memoria ottica virtuale in una rete NFS (Network File System)” a pagina 175 Per condividere le immagini ottiche virtuali con la rete NFS (Network File System), è necessario verificare che il client e il server rispondano a requisiti specifici. Attività correlate: “Impostazione dell'unità ottica virtuale sul sistema client” Dopo aver impostato il server NFS (Network File System) per la condivisione delle immagini, procedere con la seguente procedura per impostare l'unità ottica virtuale sul client. Informazioni correlate: i5/OS Network File System Support PDF Impostazione dell'unità ottica virtuale sul sistema client: Dopo aver impostato il server NFS (Network File System) per la condivisione delle immagini, procedere con la seguente procedura per impostare l'unità ottica virtuale sul client. Per impostare l'unità ottica virtuale di tipo 632B-003 sul client, attenersi alla seguente procedura. 178 IBM i: Soluzioni di memoria 1. Se non si utilizza la console LAN (Local Area Network), configurare un server dei programmi di manutenzione per l'unità ottica virtuale da utilizzare. Per i dettagli, consultare l'argomento Configurazione del server dei programmi di manutenzione per i DST. 2. Creare una descrizione dell'unità per l'unità ottica virtuale. CRTDEVOPT DEVD(NETOPT) RSRCNAME(*VRT) LCLINTNETA(*SRVLAN) RMTINTNETA(’X.X.XXX.XXX’) NETIMGDIR(’/pubs’) Nota: v RMTINTNETA è l'indirizzo internet remoto del server NFS (Network File System) in cui l'unità ottica virtuale ricercherà i file di immagini virtuali v Il parametro NETIMGDIR specifica il percorso di rete sul server NFS (Network File System) contenente i file di immagini virtuali che sono stati preparati per essere utilizzati con questa unità. Il percorso è limitato a 127 caratteri. La serie di caratteri è limitata a A-Z, a-z, 0-9 e / (barra). 3. Attivare l'unità ottica virtuale. Il nome_unità_virtuale specificato nel comando VRYCFG deve essere uguale al nome specificato per DEVD nel comando CRTDEVOPT. VRYCFG CFGOBJ(nome_unità_virtuale) CFGTYPE(*DEV) STATUS(*ON) L'unità ottica virtuale è ora pronta per essere utilizzata con i file di immagini condivise. Attività correlate: “Impostazione del server per la condivisione dei file di immagini ottici virtuali con il sistema client” a pagina 176 Le seguenti indicazioni mostrano in che modo impostare il server per la condivisione dei file di immagini ottici virtuali con il sistema client. Questa procedura è valida solo per IBM i. “Impostazione del server per la condivisione dei file di immagini ottici virtuali con il sistema client per l'installazione e l'aggiornamento” a pagina 177 Le seguenti indicazioni mostrano in che modo impostare il server per la condivisione dei file di immagini ottici virtuali con il sistema client per l'installazione e l'aggiornamento di IBM i. Informazioni correlate: Configurazione del server dei programmi di manutenzione Utilizzo delle immagini sul sistema client: I comandi seguenti sul sistema client consentono di gestire i file immagine. v Il comando WRKOPTVOL (Gestione volumi ottici) visualizza un elenco di volumi ottici che sono conosciuti sul sistema. v Il comando WRKIMGCLGE (Gestione voci catalogo immagini) viene utilizzato per gestire le voci per l'unità ottica virtuale specificata. Quello che segue è un esempio del comando: Nota: il nome dell'unità utilizzata per il comando WRKIMGCLGE deve corrispondere al nome dell'unità creata con il comando CRTDEVOPT. – WRKIMGCLGE IMGCLG(*DEV) DEV(NETOPT) v Il comando LODIMGCLGE (Caricamento voce catalogo immagini) può essere utilizzato per montare un volume diverso nell'unità ottica virtuale nella rete. Questo è un esempio del comando: – LODIMGCLGE IMGCLG(*DEV) DEV(OPTVRT01) IMGCLGIDX(1) OPTION(*MOUNT) v Ripristinare i programmi su licenza, le PTF o i dati utente. Per istruzioni, fare riferimento a Installazione delle correzioni, Installazione dei programmi su licenza aggiuntivi e Using restore menu options 21, 22, and 23. Unità virtuali client (ottiche e nastro) Il supporto unità virtuali client consente a più partizioni IBM i di condividere le stesse unità senza dover utilizzare le partizioni logiche dinamiche. Soluzioni di memoria 179 Una partizione server IBM i su cui è in esecuzione IBM i 6.1 o versione successiva su un IBM Power System, Power6 o successivo, può condividere un'unità ottica collegata in modo nativo o un'unità ottica virtuale IBM i (catalogo immagini ottico) con più partizioni client su cui è in esecuzione IBM i 6.1 o versione successiva. Nota: La partizione client IBM i vede l'unità ottica virtualizzata fornita dalla partizione server IBM i come tipo di unità 632C. Una partizione server IBM i su cui è in esecuzione IBM i 7.1 TR2 su un IBM Power System, Power6 o successivo, può condividere un nastro DAT o LTO collegato in modo nativo con più partizioni client IBM i su cui è in esecuzione IBM i 6.1.1 o versione successiva. Le unità nastro devono essere collegate in una configurazione senza IOP sul server. Se sono presenti in un'unità libreria nastro, questa deve essere in esecuzione in modalità sequenziale. Per ulteriori informazioni e i livelli di PTF richiesti, visualizzare l'APAR II14615 di informazioni visitando la pagina di Supporto per IBM System i e cercando II14615. Nota: Le unità nastro virtuali IBM i (catalogo immagini su nastro) non sono virtualizzate per le partizioni client IBM i. Quando un'unità nastro ad alta velocità (come LTO5) viene virtualizzata per una partizione client IBM i, la partizione client potrebbe non essere in grado di eseguire l'unità nastro a velocità piena. Le unità ottiche e nastro sono configurate per essere utilizzate dalle partizioni client IBM i tramite la creazione di un adattatore server VSCSI (Virtual SCSI) nella partizione server IBM i e un adattatore client VSCSI nella partizione client IBM. Oltre alle connessioni VSCSI, è necessaria una NWSD (Network Server Description) nella partizione server IBM i. v Per ogni NWSD vengono virtualizzate per le partizioni client fino a 16 unità ottiche disponibili nella partizione server. v Per ogni NWSD vengono virtualizzate per le partizioni client fino a 4 unità nastro disponibili nella partizione server. Nota: Il parametro NWSD RSTDDEVRSC (risorse unità limitate) può essere utilizzato per limitare le unità virtualizzate a cui la partizione client può accedere. Se vengono definite più NWSD (Network Server Description) è necessario utilizzare il parametro RSTDDEVRSC per evitare che la stessa unità sia presente più volte nelle partizioni client. Il parametro RSTDDEVRSC è limitato ad un massimo di 10 voci. Nota: è possibile utilizzare un adattatore server VSCSI e una NWSD esistenti nella partizione server IBM i, ma è consigliabile crearne di nuovi da utilizzare per unità ottiche e nastri. È possibile utilizzare un'unità ottica o nastro virtualizzata nella partizione server per un IPL (Initial Program Load) in modalità D e per l'installazione della partizione client, installando le PTF (Program Temporary Fix), per il salvataggio/ripristino e qualsiasi altra operazione I/E. Nota: Quando una partizione server IBM i utilizza un catalogo immagini per fornire un'unità ottica virtualizzata ad una partizione client IBM i, il volume successivo non si caricherà automaticamente per la partizione client, a meno che sulle partizioni server e client non sia in esecuzione IBM i release 7.1 o successivo con i livelli di PTF corretti e se l'unità ottica è stata già attivata quando è stato attivato il server di rete. Per i livelli di PTF ed ulteriori informazioni, visitare la sezione Embedded media changer. Configurazione di un'unità ottica o nastro per l'utilizzo da parte di una partizione client IBM i Utilizzare la seguente procedura per configurare un'unità ottica o nastro da utilizzare con una partizione client IBM i: 1. Utilizzare l'HMC di gestione per creare un nuovo adattatore server VSCSI sulla partizione server IBM i. A tale scopo, effettuare le seguenti operazioni: a. Nel pannello di navigazione aprire Gestione sistemi > Server, e selezionare il sistema gestito su cui risiede la partizione server IBM i. 180 IBM i: Soluzioni di memoria b. Selezionare la partizione server IBM i, fare clic sul pulsante Attività e scegliere Partizione logica dinamica > Adattatori virtuali. c. Fare clic su Azioni e scegliere Crea > Adattatore SCSI. d. Utilizzare il numero adattatore predefinito o fornire un proprio numero. Questo numero è l'ID adattatore server, che l'utente deve registrare per un successivo utilizzo. v Nel campo Tipo di adattatore, selezionare Server. v Fare clic su Solo la partizione client selezionata può utilizzarlo e selezionare il nome della partizione client. v Immettere un ID adattatore client che non sia già definito dalla partizione client. Per vedere quali ID adattatore client sono già definiti per la partizione client, visualizzare le proprietà per la partizione client e scegliere il separatore Adattatori virtuali. Registrare l'ID adattatore client per un utilizzo successivo. v Selezionare OK per creare l'adattatore. e. Creare l'adattatore VSCSI all'interno del profilo della partizione per la partizione server IBM i, in modo che l'adattatore VSCSI continui ad esistere dopo aver riavviato la partizione. A tale scopo, modificare il profilo della partizione, selezionare il separatore Adattatori virtuali e ripetere i passi c e d precedenti. 2. Creare una NWSD (Network Server Description) sulla partizione server IBM i. A tale scopo, effettuare le seguenti operazioni: a. Determinare il nome risorsa server VSCSI corretto immettendo il comando WKRHDWRSC *CMN nella riga comandi della partizione server IBM i. Osservare le risorse unità di controllo con tipo 290B. Utilizzare l'opzione 7 per visualizzare i dettagli delle risorse ed osservare le ultime quattro cifre del codice ubicazione. La risorsa unità di controllo, il cui codice ubicazione termina con il numero dell'adattatore VSCSI creato al passo 1d, è il nome della risorsa unità di controllo da utilizzare quando si crea la NWSD. Registrare il nome della risorsa unità di controllo per un successivo utilizzo. Ad esempio, se il numero dell'adattatore VSCSI creato al passo 1d era 7, il codice ubicazione avrebbe il seguente formato: Ubicazione: U9409.E8A.10F02CE-V1-C7 b. Sulla riga comandi di IBM i nella partizione server IBM i, immettere CRTNWSD per creare una descrizione server di rete e premere F4 per le richieste, quindi F9 per visualizzare tutti i parametri. Immettere i seguenti valori: Descrizione server di rete: fornire un nome per la descrizione server di rete (NWSD). Ad esempio, se si prevede di utilizzare la partizione 8 come partizione client si potrebbe utilizzare il nome CLIENT8 per la NWSD. Nome risorsa: fornire il nome risorsa registrato al passo 2a. Tipo di server di rete: *GUEST Sistema operativo server: *OPSYS In linea a IPL: *YES Code page: 437 Risorse servizio limitate: utilizzare *NONE se non si desidera limitare la visualizzazione di alcuna risorsa da parte dei client. È possibile inoltre fornire un elenco di massimo 10 nomi risorsa specifici da limitare oppure è possibile utilizzare *ALLOPT o *ALLTAPE per limitare tutte le unità ottiche o nastro. Controllo alimentazione: specificare *NO. Ad esempio, se si stesse creando una descrizione server di rete (NWSD) con lo scopo di essere utilizzata dalla partizione 8, il nome risorsa unità di controllo fosse CTL09 e non si desiderasse che la partizione client possa visualizzare la risorsa nastro TAP01, si utilizzerebbe il seguente comando: CRTNWSD NWSD(CLIENT8) RSRCNAME(CTL09) TYPE(*GUEST *OPSYS) ONLINE(*YES) CODEPAGE(437) RSTDDEVRSC(TAP01) PWRCTL(*NO) 3. Avviare la NWSD sulla partizione server IBM i effettuando le seguenti operazioni: Soluzioni di memoria 181 a. Attivare tutte le unità ottiche che si desidera vengano utilizzate dalle partizioni client. Non attivare le unità nastro. b. Immettere il comando IBM i WRKCFGSTS *NWS. c. Utilizzare l'opzione 1=Attivazione per la NWSD che si desidera avviare e premere Invio. 4. Creare l'adattatore client VSCSI nella partizione client IBM i effettuando le seguenti operazioni: a. Nel pannello di navigazione aprire Gestione sistemi > Server e selezionare il sistema gestito su cui risiede la partizione logica client IBM i. b. Selezionare la partizione client IBM i, fare clic su Attività e scegliere Partizione logica dinamica > Adattatori virtuali c. Fare clic su Azioni e scegliere Crea > Adattatore SCSI. d. Immettere l'ID adattatore client registrato al passo 1d per il Numero adattatore e selezionare client per il tipo di adattatore. e. Selezionare la partizione server IBM i che possiede l'unità virtualizzata come partizione server e specificare l'ID adattatore server del passo 1d. Selezionare OK. f. Creare l'adattatore VSCSI all'interno del profilo della partizione per la partizione client IBM i, in modo che l'adattatore VSCSI continui ad esistere dopo aver riavviato la partizione. A tale scopo, modificare il profilo della partizione, selezionare il separatore Adattatori virtuali e ripetere i passi c, d ed e precedenti. 5. Immettere il comando IBM i WRKHDWRSC *STG per individuare le unità virtuali nella partizione client IBM i. Le unità virtuali verranno associate ad un'unità di controllo memoria di tipo 290A. a. Selezionare l'opzione 7 per visualizzare i dettagli della risorsa accanto ad ognuna delle risorse unità di controllo memoria 290A elencate. b. Osservare le ultime cifre del codice ubicazione Cxx dove xx corrisponde al numero di adattatore virtuale scritto al passo 1d. c. Quando si individua la risorsa unità di controllo memoria corretta, cercare la risorsa DC0xx e selezionare l'opzione 9 per lavorare con le risorse. Una risorsa unità ottica virtualizzata viene visualizzata come tipo di unità 632C nella partizione client IBM i. Una risorsa unità nastro virtualizzata presenta nella partizione client lo stesso tipo di unità della partizione server. Nota: Per le unità nastro, la partizione client potrebbe visualizzare il numero di serie in un formato diverso da quello mostrato nella partizione server. Ad esempio, un'unità nastro SAS potrebbe avere il numero di serie YSA068000277 sulla partizione server e 00-8000277 sulla partizione client. 6. Attivare le unità virtuali dalle partizioni client IBM i. v Per le unità ottiche virtualizzate, l'unità ottica corrispondente sulla partizione server deve essere attivata, prima che le partizioni client possano utilizzare l'unità. v Per le unità nastro virtualizzate, l'unità nastro corrispondente sulla partizione server deve essere disattivata, prima che le partizioni client possano utilizzare l'unità. Se si desidera che più partizioni client possano attivare l'unità contemporaneamente, è necessario impostare il parametro di descrizione unità Assegnazione unità ad attivazione su *NO nelle partizioni client. SAN (Storage area network) Scoprire i vantaggi e gli svantaggi delle reti SAN (storage area network). Le reti SAN rappresentano uno sviluppo più recente nell'ambito dei collegamenti nastro e disco. Consolidano la memoria di più unità di memoria in una singola serie di risorse gestite centralmente. Per fare ciò, utilizzano una combinazione di tecnologie, inclusi i componenti di rete, hardware e software. Supportano i trasferimenti dati diretti e ad alta velocità tra i sistemi e le unità di memoria nei modi seguenti: 182 IBM i: Soluzioni di memoria Da sistema a memoria Questo è il modello tradizionale di interazione con le unità di memoria. Il vantaggio di una SAN in questo caso è che più sistemi possono accedere alla stessa unità di memoria in serie o contemporaneamente. Da sistema a sistema Una SAN potrebbe essere utilizzata per le comunicazioni ad alta velocità, di volumi elevati tra i sistemi. Da memoria a memoria Questa capacità di movimento di dati SAN consente ai dati di essere spostati senza l'intervento del sistema liberando i cicli del processore di sistema per altre attività come l'elaborazione dell'applicazione. Gli esempi includono un'unità disco che esegue il backup dei dati in un'unità nastro senza l'intervento del sistema o il mirroring dell'unità remota nella SAN. Questo tipo di trasferimento dati non è attualmente disponibile nel sistema. Le SAN forniscono molti vantaggi nella rete IBM i, incluso quanto segue: Scalabilità La memoria è indipendente dal sistema stesso, quindi non esiste alcuna limitazione per il numero di dischi che è possibile collegare direttamente al sistema. Disponibilità migliorata delle applicazioni La memoria è indipendente dalle applicazioni ed è accessibile attraverso i percorsi dei dati alternativi. Migliori prestazioni dell'applicazione L'elaborazione della memoria viene spostata dai sistemi su una rete separata. Memoria centralizzata e consolidata La capacità di memoria può essere connessa a sistemi ad una distanza maggiore e le risorse di memoria possono essere scollegate dai singoli host. In questo modo, è possibile ridurre i costi generali mediante un uso migliore della memoria, una riduzione dei costi di gestione e un incremento di flessibilità e controllo. Trasferimento dati per la memoria in siti remoti È possibile tenere una copia remota dei dati per la protezione da problemi gravi. Gestione centralizzata semplificata Un'immagine singola del supporto di memoria semplifica la gestione. Informazioni correlate: Introduction to Storage Area Networks iSeries in Storage Area Networks A Guide to Implementing FC Disk and Tape with iSeries Informazioni correlate per le soluzioni di memoria I manuali del prodotto, le pubblicazioni IBM Redbooks, i siti Web e altre raccolte di argomenti dell'Information Center contengono informazioni relative alla raccolta di argomenti Soluzioni di memoria. È possibile visualizzare o stampare qualsiasi file PDF. Manuali v Backup, Recovery, and Media Services for IBM i v Hierarchical Storage Management ( 943 KB) IBM Redbooks v Introduction to Storage Area Networks (4.1 MB) Soluzioni di memoria 183 Siti Web v Backup, Recovery, and Media Services v IBM System Storage v Soluzioni di memoria Riferimenti correlati: “File PDF di Soluzioni di memoria” a pagina 2 È possibile visualizzare e stampare un file PDF di tali informazioni. 184 IBM i: Soluzioni di memoria Informazioni particolari Queste informazioni sono state sviluppate per prodotti e servizi offerti negli Stati Uniti. IBM può non offrire i prodotti, i servizi o le funzioni presentati in questo documento in altri paesi. Consultare il proprio rappresentante locale IBM per informazioni sui prodotti ed i servizi attualmente disponibili nella propria zona. Qualsiasi riferimento ad un prodotto, programma o servizio IBM non implica o intende dichiarare che solo quel prodotto, programma o servizio IBM può essere utilizzato. Qualsiasi prodotto funzionalmente equivalente al prodotto, programma o servizio che non violi alcun diritto di proprietà intellettuale IBM può essere utilizzato. Tuttavia la valutazione e la verifica dell'uso di prodotti o servizi non IBM ricadono esclusivamente sotto la responsabilità dell'utente. IBM può avere brevetti o domande di brevetti in corso relativi a quanto trattato nel presente documento. La fornitura di questa pubblicazione non garantisce la concessione di alcuna licenza su tali brevetti. Chi desiderasse ricevere informazioni relative alla licenza può rivolgersi per iscritto a: IBM Director of Commercial Relations IBM Europe Schoenaicher Str. 220 D-7030 Boeblingen Deutschland Per informazioni sulle richieste di licenze relative al doppio byte (DBCS), contattare il reparto proprietà intellettuale IBM nel proprio paese o inviare le richieste per iscritto all'indirizzo: Intellectual Property Licensing Legal and Intellectual Property Law IBM Japan Ltd. 1623-14, Shimotsuruma, Yamato-shi Kanagawa 242-8502 Japan Le disposizioni contenute nel seguente paragrafo non si applicano al Regno Unito o ad altri paesi nei quali tali disposizioni non siano congruenti con le leggi locali: IBM FORNISCE QUESTA PUBBLICAZIONE COSÌ COM'È SENZA ALCUNA GARANZIA, ESPLICITA O IMPLICITA, IVI INCLUSE EVENTUALI GARANZIE DI COMMERCIABILITÀ ED IDONEITÀ AD UNO SCOPO PARTICOLARE. Alcuni stati non consentono la rinuncia ad alcune garanzie espresse o implicite in determinate transazioni, pertanto, la presente dichiarazione può non essere applicabile. Queste informazioni potrebbero contenere imprecisioni tecniche o errori tipografici. Si effettuano periodicamente modifiche alle informazioni qui accluse; queste modifiche saranno inserite in nuove edizioni della pubblicazione. IBM si riserva di apportare senza preavviso e in qualsiasi momento miglioramenti e/o modifiche al/i prodotto/i e/o al/i programma/i descritto/i in questa pubblicazione. Qualsiasi riferimento a siti web non IBM, contenuto in queste informazioni, viene fornito solo per comodità e non implica in alcun modo l'approvazione di tali siti. Le informazioni reperibili nei siti Web non sono parte integrante delle informazioni relative a questo prodotto IBM, pertanto il loro utilizzo ricade sotto la responsabilità dell'utente. IBM può utilizzare o distribuire le informazioni fornite in qualsiasi modo ritenga appropriato senza obblighi verso l'utente. © Copyright IBM Corp. 2002, 2013 185 I licenziatari di questo programma che desiderano avere informazioni allo scopo di abilitare: (i) lo scambio di informazioni tra i programmi creati indipendentemente e gli altri programmi (incluso il presente) e (ii) il reciproco utilizzo di informazioni che sono state scambiate, dovrebbero contattare: IBM Corporation Software Interoperability Coordinator, Department YBWA 3605 Highway 52 N Rochester, MN 55901 U.S.A. Tali informazioni possono essere disponibili, in base ad appropriate clausole e condizioni, includendo in alcuni casi, il pagamento di una tassa. Il programma su licenza descritto in questo documento e tutto il relativo materiale disponibile viene fornito da IBM in base ai termini dell'accordo IBM Customer Agreement, IBM International Program License Agreement o qualsiasi altro accordo equivalente tra le parti. Tutti i dati sulle prestazioni contenuti in questa pubblicazione sono stati determinati in un ambiente controllato. Pertanto, i risultati ottenuti in ambienti operativi diversi possono variare in modo significativo. È possibile che alcune misurazioni siano state effettuate su sistemi a livello di sviluppo e non è garantito che queste misurazioni corrispondano a quelle dei sistemi generalmente disponibili. Inoltre, è possibile che alcune misurazioni siano state calcolate tramite estrapolazione. I risultati reali possono variare. Gli utenti di questa pubblicazione devono verificare che i dati siano applicabili al loro specifico ambiente. Le informazioni riguardanti prodotti non IBM sono ottenute dai fornitori di tali prodotti, dai loro annunci pubblicati o da altre fonti pubblicamente reperibili. IBM non ha testato tali prodotti e non può confermare l'adeguatezza delle prestazioni, della compatibilità o di altre richieste relative a prodotti non IBM. Le domande sulle capacità dei prodotti non IBM dovranno essere indirizzate ai fornitori di tali prodotti. Tutte le specifiche relative alle direttive o intenti futuri di IBM sono soggette a modifiche o a revoche senza notifica e rappresentano soltanto scopi ed obiettivi. Tutti i prezzi IBM mostrati sono i prezzi al dettaglio suggeriti da IBM, sono attuali e soggetti a modifica senza preavviso. I prezzi al fornitore possono variare. Queste informazioni vengono fornite soltanto a scopo di pianificazione. Le informazioni contenute in questa pubblicazione sono soggette a modifica prima che i prodotti in essa descritti diventino disponibili. Queste informazioni contengono esempi di dati e prospetti utilizzati in quotidiane operazioni aziendali. Per illustrarle nel modo più completo possibile, gli esempi includono i nomi di individui, società, marchi e prodotti. Tutti questi nomi sono fittizi e qualsiasi somiglianza con nomi ed indirizzi utilizzati da gruppi aziendali realmente esistenti è puramente casuale. LICENZA DI COPYRIGHT: Queste informazioni contengono programmi di applicazione di esempio nella lingua di origine, che illustrano le tecniche di programmazione su varie piatteforme operative. È possibile copiare, modificare e distribuire questi programmi di esempio in qualsiasi formato senza pagare alcun corrispettivo a IBM, allo scopo di sviluppare, utilizzare, commercializzare o distribuire i programmi dell'applicazione conformi all'interfaccia di programmazione dell'applicazione per la piattaforma operativa per cui i programmi di esempio vengono scritti. Questi esempi non sono stati interamente testati in tutte le condizioni. IBM, perciò, non fornisce nessun tipo di garanzia o affidabilità implicita, rispetto alla funzionalità o alle funzioni di questi programmi. I programmi di esempio vengono forniti "COSI' COME SONO", senza garanzie di alcun tipo. IBM non intende essere responsabile per alcun danno derivante dall'uso dei programmi di esempio. 186 IBM i: Soluzioni di memoria Ogni copia, parte di questi programmi di esempio o lavoro derivato, devono includere un avviso sul copyright, come ad esempio: © (nome della società) (anno). Le parti di questo codice provengono da IBM Corp. Sample Programs. © Copyright IBM Corp. _immettere l'anno o gli anni_. Informazioni sull'interfaccia di programmazione La pubblicazione Soluzioni di memoria, illustra le interfacce di programmazione che consentono al cliente di scrivere programmi per ottenere i servizi di IBM i. Marchi IBM, il logo IBM e ibm.com sono marchi di International Business Machines Corp., registrati in molte giurisdizioni del mondo. Altri nomi di prodotti e servizi possono essere marchi di IBM o di altre società. Un elenco attuale di marchi IBM è disponibile su Web nella sezione “Copyright and trademark information” al sito www.ibm.com/legal/copytrade.shtml. Adobe, il logo Adobe, PostScript e il logo PostScript sono marchi di Adobe Systems Incorporated negli Stati Uniti e/o in altri paesi. Intel, il logo Intel, Intel Inside, il logo Intel Inside, Intel Centrino, il logo Intel Centrino, Celeron, Intel Xeon, Intel SpeedStep, Itanium e Pentium sono marchi o marchi registrati di Intel Corporation o delle sue consociate negli Stati Uniti e/o in altri Paesi. Linux è un marchio registrato di Linus Torvalds negli Stati Uniti e/o in altri paesi. Microsoft, Windows, Windows NT e il logo Windows sono marchi di Microsoft Corporation negli Stati uniti e/o negli altri paesi. UNIX è un marchio registrato di The Open Group negli Stati Uniti e in altri Paesi. Cell Broadband Engine è un marchio di Sony Computer Entertainment, Inc. negli Stati Uniti e/o in altri Paesi e viene utilizzato su licenza. Java e tutti i marchi e i logo basati su Java sono marchi di Oracle, Inc. negli Stati Uniti e/o in altri Paesi. Altri nomi di prodotti e servizi possono essere marchi di IBM o di altre società. Termini e condizioni Le autorizzazioni per l'utilizzo di queste pubblicazioni vengono concesse in base alle seguenti disposizioni. Uso personale: È possibile riprodurre queste pubblicazioni per uso personale, non commerciale a condizione che vengano conservate tutte le indicazioni relative alla proprietà. Non è possibile distribuire, visualizzare o produrre lavori derivati di tali pubblicazioni o di qualsiasi loro parte senza chiaro consenso da parte di IBM. Uso commerciale: È possibile riprodurre, distribuire e visualizzare queste pubblicazioni unicamente all'interno del proprio gruppo aziendale a condizione che vengano conservate tutte le indicazioni relative alla proprietà. Non è possibile effettuare lavori derivati di queste pubblicazioni o riprodurre, distribuire o visualizzare queste pubblicazioni o qualsiasi loro parte al di fuori del proprio gruppo aziendale senza chiaro consenso da parte di IBM. Informazioni particolari 187 Fatto salvo quanto espressamente concesso in questa autorizzazione, non sono concesse altre autorizzazioni, licenze o diritti, espressi o impliciti, relativi alle pubblicazioni o a qualsiasi informazione, dato, software o altra proprietà intellettuale qui contenuta. IBM si riserva il diritto di ritirare le autorizzazioni qui concesse qualora, a propria discrezione, l'utilizzo di queste pubblicazioni sia a danno dei propri interessi o, come determinato da IBM, qualora non siano rispettate in modo appropriato le suddette istruzioni. 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